gianpierin
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Avete visto il servizio? Cosa ne pensate??
Le Iene hanno descritto il nostro sito come:
Foto innocenti che non hanno nulla di sbagliato diventano contenuto pornografico. Come? In alcuni circoli chiusi in Rete che seguono regole quasi tribali, dove migliaia di deviati si masturbano insieme tutto il giorno davanti a queste foto.
Noi siamo entrati in una di queste stanze virtuali. “Queste fanno le troie, che mignotte da sbattere e farcire”. È uno dei commenti sconvolgenti lasciati a una normalissima foto con due amiche che bevono un bicchiere di vino.
Gli utenti si fomentano a vicenda per eccitarsi fino al caso più estremo, quello dello “stupro collettivo”. Il problema è anche di sicurezza, perché tra le informazioni che gli utenti si scambiano ci sono anche quelle private della loro vittima come l’indirizzo di casa e il numero di telefono, purtroppo tutti veri.
Il nostro Matteo Viviani, dopo averci raccontato come vengono rubate le foto private da Facebook, ha contattato le vittime completamente ignare di quella dimensione parallela in cui loro sono oggetto di perversione.
Abbiamo incontrato anche un utente di queste stanze virtuali che è solito incitare il branco a commenti estremamente volgari nei confronti delle ragazze. L’ammissione è agghiacciante: “Sono consapevole che queste persone sono esposte al rischio di violenza o stupro”.
Le Iene hanno descritto il nostro sito come:
Foto innocenti che non hanno nulla di sbagliato diventano contenuto pornografico. Come? In alcuni circoli chiusi in Rete che seguono regole quasi tribali, dove migliaia di deviati si masturbano insieme tutto il giorno davanti a queste foto.
Noi siamo entrati in una di queste stanze virtuali. “Queste fanno le troie, che mignotte da sbattere e farcire”. È uno dei commenti sconvolgenti lasciati a una normalissima foto con due amiche che bevono un bicchiere di vino.
Gli utenti si fomentano a vicenda per eccitarsi fino al caso più estremo, quello dello “stupro collettivo”. Il problema è anche di sicurezza, perché tra le informazioni che gli utenti si scambiano ci sono anche quelle private della loro vittima come l’indirizzo di casa e il numero di telefono, purtroppo tutti veri.
Il nostro Matteo Viviani, dopo averci raccontato come vengono rubate le foto private da Facebook, ha contattato le vittime completamente ignare di quella dimensione parallela in cui loro sono oggetto di perversione.
Abbiamo incontrato anche un utente di queste stanze virtuali che è solito incitare il branco a commenti estremamente volgari nei confronti delle ragazze. L’ammissione è agghiacciante: “Sono consapevole che queste persone sono esposte al rischio di violenza o stupro”.