DARTVADER7
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Ero stato piuttosto fortunato a trovare quell'appartamento. Mio padre aveva sentito di un ultimo piano da ristrutturare in una palazzina adiacente al centro città. Il prezzo era interessante ed i lavori non sembrarono così impegnativi. Pochi mesi e la mia tana era pronta. Una sorta di "loft", se così si può definire, a cui si accedeva con un largo ascensore. Un ambiante unico, con soffitto molto alto, in cui avevo ricavato un soppalco per la zona notte ed il bagno. Certamente non enorme ma più che sufficente per me.
Avevo posizionato due grandi divani bassi di fronte alle ampie finestre cielo terra della zona giorno. Con un po di fortuna, nei giorni di sole, si potevano vedere persino i monti in lontananza. La cucina, oggetto per me quasi sconosciuto, era piccola ma ben strutturata.
Parcheggiai l'auto nel box e aiutai Marta a scendere. Giada già procedeva a passo spedito verso l'ascensore, con una falcata che avevo visto solo alle modelle. Il suo sedere, stretto in quei calzoni similpelle, pareva marmoreo.
Appoggiato alla parete dell'ascensore con la sigaretta accesa e i wayfarer calati sugli occhi, infilai la mano sotto il vestito della mia ragazza, stretta accanto a me, accarezzando delicatamente il sedere lasciato scoperto dal microscopico perizoma in pizzo. Mi baciò con passione mentre la sua amica cercava di non guardarci fissandosi le scarpe e torturandosi i lunghi capelli scuri.
Varcata la soglia d'ingresso mi diressi rapidamente in cucina per preparare un paio di bicchieri. Potevo vedere nitidamente Marta, adagiata sul divano con il vestito alzato e le gambe accavallate mentre fumando fissava il cielo fuori dalle finiestre. Giada mi raggiunse in cucina dopo aver lasciato cadere i suoi sandali e, scalza, si sedette su uno degli sgabelli.
"Hai intenzione di farci bere per approfittarti di noi?" Mi girai di scatto, ridendo "Non ho bisogno di far bere la mia Ragazza per approfittarmi di lei"
Rubò letteralmente quel bicchiere di Zacapa dalla mia mano, lo buttò giù in un sorso e bisbigliò al mio orecchio "Nemmeno con me..."
Si allontanò lenta camminando verso il divano mentre mi fissava con la testa rivolta all'indietro. Accesi una sigaretta e ripensai alla mia storia con Marta. Perchè le ero piaciuto? Come poteva una ragazza del suo livello stare con me? Ed ora Giada. Cosa voleva da me? Non ero certamente il suo tipo d'uomo. Eravamo agli antipodi. Oltretutto non avevo mai avuto riguardi nei suoi confronti: le avevo sempre detto quello che pensavo del suo stile di vita cosi materialista. Ero freddo con lei, persino scortese a volte. Perchè mi Voleva? Perchè rischiava due amicizie per una semplice scopata?
Una Gabbia Dorata, uno splendido, dolcissimo ginepraio.
Avevo due DEE in casa e stavo giocando con loro. Le mie vaghe reminescenze di epica però suggerivano di evitarlo: Ogni volta che un mortale aveva anche solo provato ad avvicinarsi una una divinità, era finito molto, molto male.
Ero stato piuttosto fortunato a trovare quell'appartamento. Mio padre aveva sentito di un ultimo piano da ristrutturare in una palazzina adiacente al centro città. Il prezzo era interessante ed i lavori non sembrarono così impegnativi. Pochi mesi e la mia tana era pronta. Una sorta di "loft", se così si può definire, a cui si accedeva con un largo ascensore. Un ambiante unico, con soffitto molto alto, in cui avevo ricavato un soppalco per la zona notte ed il bagno. Certamente non enorme ma più che sufficente per me.
Avevo posizionato due grandi divani bassi di fronte alle ampie finestre cielo terra della zona giorno. Con un po di fortuna, nei giorni di sole, si potevano vedere persino i monti in lontananza. La cucina, oggetto per me quasi sconosciuto, era piccola ma ben strutturata.
Parcheggiai l'auto nel box e aiutai Marta a scendere. Giada già procedeva a passo spedito verso l'ascensore, con una falcata che avevo visto solo alle modelle. Il suo sedere, stretto in quei calzoni similpelle, pareva marmoreo.
Appoggiato alla parete dell'ascensore con la sigaretta accesa e i wayfarer calati sugli occhi, infilai la mano sotto il vestito della mia ragazza, stretta accanto a me, accarezzando delicatamente il sedere lasciato scoperto dal microscopico perizoma in pizzo. Mi baciò con passione mentre la sua amica cercava di non guardarci fissandosi le scarpe e torturandosi i lunghi capelli scuri.
Varcata la soglia d'ingresso mi diressi rapidamente in cucina per preparare un paio di bicchieri. Potevo vedere nitidamente Marta, adagiata sul divano con il vestito alzato e le gambe accavallate mentre fumando fissava il cielo fuori dalle finiestre. Giada mi raggiunse in cucina dopo aver lasciato cadere i suoi sandali e, scalza, si sedette su uno degli sgabelli.
"Hai intenzione di farci bere per approfittarti di noi?" Mi girai di scatto, ridendo "Non ho bisogno di far bere la mia Ragazza per approfittarmi di lei"
Rubò letteralmente quel bicchiere di Zacapa dalla mia mano, lo buttò giù in un sorso e bisbigliò al mio orecchio "Nemmeno con me..."
Si allontanò lenta camminando verso il divano mentre mi fissava con la testa rivolta all'indietro. Accesi una sigaretta e ripensai alla mia storia con Marta. Perchè le ero piaciuto? Come poteva una ragazza del suo livello stare con me? Ed ora Giada. Cosa voleva da me? Non ero certamente il suo tipo d'uomo. Eravamo agli antipodi. Oltretutto non avevo mai avuto riguardi nei suoi confronti: le avevo sempre detto quello che pensavo del suo stile di vita cosi materialista. Ero freddo con lei, persino scortese a volte. Perchè mi Voleva? Perchè rischiava due amicizie per una semplice scopata?
Una Gabbia Dorata, uno splendido, dolcissimo ginepraio.
Avevo due DEE in casa e stavo giocando con loro. Le mie vaghe reminescenze di epica però suggerivano di evitarlo: Ogni volta che un mortale aveva anche solo provato ad avvicinarsi una una divinità, era finito molto, molto male.