Higuain - La leggenda

Umby

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L'uomo che volle farsi re ci è riuscito. Come una belva assatanata: voleva il record dei record, ci è saltato addosso e lo ha sbranato. Portandolo nel futuro. Sessantesei anni ha resistito quel primato, sembrava innavvicinabile. Poi, alle 22,23 del 14 maggio del 2016, ecco che con una rovesciata da copertina delle figurine, Gonzalo Gerardo Higuain cancella quello che dal 1950 era il record di Nils Gunnar Nordhal.

36 gol in campionato, come mai nessuno prima di adesso, come mai prima del Pipita. «Lo sapevo che potevo farcela, io avevo una voglia incredibile di battere questo record, di farlo mio. Dovevo restare calmo e ci sono riuscito. È una gioia immensa». L'argentino è nella storia del calcio italiano, diventa una nuova leggenda e porta il Napoli in Champions, nel tripudio di tutti. È qualcosa di stellare, unico, superlativo: vola dentro al record con eleganza, quasi senza fatica, ma facendo un gran rumore. Uno, due e tre in una manciata di minuti, in venti minuti per la precisione: che volete che sia per uno che fino ad ora è andato avanti con una media di una rete ogni 87 minuti? «Ringrazio Sarri, gli devo molto: c'è tanto di lui in questo mio record, l'ho sempre ascoltato, ho sempre seguito i suoi suggerimenti, le sue indicazioni». Fa un giro del campo, non vorrebbe che finisse mai questa notte. Ci sono le note dell'inno Champions, l'argentino stringe sotto il braccio il pallone della tripletta. Che è il pallone della storia. «Sono fiero di aver raggiunto questo traguardo, e sono orgoglioso per questo secondo posto. La città merita la Champions, esultiamo tutti per questo traguardo».

Ovvio che non sia questo il momento per parlare del futuro. «Godiamoci questa festa e la bellissima stagione che abbiamo disputato».C'è tutto, nella notte eterea di Gonzalo: il record dei bomber e il secondo posto. Come passa il tempo. Era un'altra notte di maggio, di un anno fa, e Gonzalo Higuain non era l'eroe, ma era l'affossatore. Per il rigore decisivo fallito con la Lazio, la lite di Parma, gli errori in serie sotto la porta degli avversari. Ora, invece, è il trascinatore, il leggendario protagonista di questo secondo posto, del ritorno nella grande Europa dalla porta principale. È il Pavarotti che intona l'acuto dell'inno Champions. I 56mila del San Paolo (record stagionale) sono qui perché vogliono far festa al Napoli di Sarri ma anche perché pagherebbero per vedere una tripletta del Pipita. E lui è qui al loro servizio. nonostante i patemi del primo tempo. Ma Gonzalo non si arrende, certo. È lui il simbolo del Napoli, sono suoi i gol che hanno trascinato la squadra di Sarri fin quassù. Contro c'è il Frosinone che messo insieme guadagna poco più di lui. Gonzalo deve fare il gladiatore, nell'arena del San Paolo. Ma sì, Davide contro Golia. Acchiappare la preda, esaltarsi, mostrare cosa c'è dentro ai muscoli. Stupire ancora, affascinare, distruggere. Sciupa un gol dopo una manciata di minuti ma il numero 9 è in gran forma. Si vede. Si accende al primo colpo, non è questa la notte per astenersi. E non ne ha nessuna intenzione. E non lo farà. Perché quando si muove lui è come se arrivasse il Settimo Cavalleggeri, perché c'è azione, c'è vita, c'è movimento.Higuain è diventato grande sbagliando, facendo spesso la cosa giusta, ma anche inciampando come a Udine quando la sua reazione era sembrata costrargli il record dello svedese. Ma la stella di Gonzalo non conosce black-out. Sotto ogni cielo e meteo: pioggia, caldo, umidità. Quelli che devono fare i killer non s'inteneriscono. Mai. E nel secondo tempo, ecco che Higuain tira fuori le pistole e spara in porta.

Bang. Bang. Bang. Quest'anno ha parlato poco. Ma ogni volta che lo ha fatto sembrava una specie di saggio, un comandante maturo: meglio vincere insieme che segnare da solo, meglio i tre punti che una bella prestazione. Ma Gonzalo vuole tutto. Come sempre. Ha fatto quello che ha fatto per tutto l'anno quando si trattava di rompere l'equilibrio e di costringere gli altri all'inseguimento. È stato un giocatore essenziale, importantissimo, un mito che ha parlato poco e combinato tanto. Doveva spaccare il mondo, trascinare il Napoli in alto e essere oggetto di desiderio. È riuscito in tutto quello che doveva fare, Higuain. 36 gol in 35 partita. Poteva diventare leggenda e vi è riuscito. Nella notte più bella della sua carriera.È stata la sua una stagione fantastica e ieri era bello vedere tutto lo stadio spingere per vederlo fare l'impresa da guinness della serie A. Ci voleva una tripletta per riuscirvi: e ce l'ha fatta. Il Pipita in questo campionato è stato una specie di San Bernardo: i suoi gol sono arrivati provvidenziali a salvare il Napoli con qualsiasi tempo, non ha mai avuto paura di scavare, di arrampicarsi, di rovinarsi le unghie. Il record adesso è il suo. Come la Champions.
 

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Napoli-Frosinone-4-0 - Highlights - Giornata 38 - Serie A TIM 2015/16

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Napoli-Frosinone 4-0 14-05-2016 Finale Partita Live dalla Curva B

La partita termina, ma il San Paolo non si svuota,
si rimane in campo almeno una altra mezzoretta accompagnati dalla musichetta "The Champions"

 

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