Esperienza reale DIARIO DI UN MILF LOVER - La prima MILF non si scorda mai [parte 1]

toyboyba

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Tornando a casa, dopo l’ennesimo “caffè” con una splendida 52 enne, mi è venuta voglia di mettere nero su bianco tutte le mie esperienze passate, stanco anche dei soliti racconti di fantasia di cui ormai è pieno internet. Quelle che leggerete sono esperienze REALI, REALMENTE VISSUTE e che ho deciso di scrivere.
Ah dimenticavo di presentarmi a voi lettori: sono Tony (naturalmente, nome di fantasia) ho 30 anni e vivo in una grande città del sud. Anche io, come tanti miei coetanei, ho una passione smisurata per le donne più grandi, ancora meglio se sposate e con figli. Non ho mai cercato la modella stile Lisa Ann o Ava Addams ( per i milf-addicted, sanno di chi parlo, per tutti gli altri basta googlare i nomi citati), ma sono sempre stato ipnotizzato dalle donne mature dalle forme generose, la classica “donna meridionale della porta accanto” per intenderci, forse perché da sempre circondato in famiglia e a scuola da donne molto in carne ( questo è almeno quello che direbbe Freud o un qualsiasi bravo psicologo che – lo ammetto – forse mi servirebbe).
Questa passione, oserei dire mania, è nata in me poco dopo la maggiore età: fino a quel momento, infatti, ero un ragazzo timidissimo, molto introverso e che difficilmente si rapportava con l’altro sesso. Poi, all’avvicinarsi dei 18 anni, è nata in me una certa sicurezza dovuta al mio bell’aspetto fisico (grazie mamma!) e al mio carattere che si rivelava molto gradito agli altri.
Ma c’è stato un evento che ha cambiato tutto: l’acquisto del primo pc di famiglia. Fino a quel momento, infatti, il computer era stato sempre e solo appannaggio di mio padre, un libero professionista che lo usava per lavoro, e non ne avevamo mai avuto uno a casa. Finalmente, alla mia maturità liceale, i miei genitori avevano deciso di regalarmene uno. Voi direte: “cosa vuoi che cambi l’acquisto del pc per un ragazzo?”. In realtà per me fu una svolta a dir poco epocale, perché mi apriva un mondo, quello delle chat, che permetteva ad un ragazzo timidissimo come ero io di poter conoscere tante nuove persone. Erano i bei tempi di Msn Messenger, con i suoi giochi, i suoi trilli e i suoi stati. Ma non solo.
Essendo un neo-universitario 19enne con poca voglia di seguire le lezioni, passavo molto tempo a casa da solo (i miei, entrambi professionisti, lavoravano tutto il giorno) e iniziavo a frequentare diverse chat. Ed è stata proprio una di queste che mi ha permesso di conoscere la mia prima MILF.
Una mattina di settembre, dopo aver studiato un po’, avevo acceso il pc, per entrare in una famosa chat (ormai non più in uso), che permetteva l’accesso a diverse stanze, suddivise per argomenti o città. Cazzeggiando nella stanza della mia città vidi entrare un nick interessante, “fiaba62”. Aprì la sua pagina, e mi apparvero le foto di una – per me bellissima – donna: bionda, occhi azzurri, fisico corpulento fasciato da una camicetta i cui bottoni sembrava volessero esplodere da un momento all’altro, jeans attillati che mettevano in risalto i suoi generosissimi fianchi. Per farvi comprendere meglio, vi dirò che era fisicamente identica all’attrice Samantha Anderson (se volete, basta cercarla su Google), che al tempo (e anche oggi) rappresentava il mio sogno erotico. Al vedere quelle foto, la curiosità prese su di me il sopravvento. Immediatamente le scrissi un timido saluto, e dopo qualche scambio di battute in chat pubblica passammo in una stanza privata, solo per chattare io e lei, cosa che quella chat permetteva di fare.
Le nostre chat diventarono ben presto quotidiane: scoprii che si chiamava Fabiola, viveva in un paesino a pochi km da casa mia, e che lavorava saltuariamente come hostess promoter. Era sposata, ed aveva una figlia di 4 anni. Anche lei, evidentemente curiosa, volle sapere tutto di me: ben presto nacque tra di noi un meraviglioso feeling, che mi permise di passare al vero e proprio corteggiamento. Non ci volle molto che, una donna sposata ma completamente insoddisfatta della sua vita anche coniugale, cedesse alle mie lusinghe (non per vantarmi, ma ero davvero bravo a parole). Iniziammo anche a sentirci telefonicamente, e fu magnifico scoprire la voce dolce, calda e sensuale di quella donna.
E tutto accadde quasi per sfida. Un bel giorno lei mi confessa di avere diversi dolori alla schiena, causati dallo star sempre in piedi per lavoro, al che, ammetto furbescamente, mi faccio avanti sostenendo di essere molto bravo nei massaggi. Lei, forse per provocarmi, ribatte che non ci credeva, che non poteva mai essere che un ragazzo giovane come me fosse già così “capace”. Mosso dalla sfida lanciatami, la invito per il lunedì successivo a casa (quando sarei stato solo) per provare e vincere la scommessa.
Confesso di aver passato i giorni precedenti al nostro incontro in uno stato misto di confusione ed eccitazione: non stavo più nella pelle, ero a dir poco eccitato dall’idea di quella situazione che si era creata, e fantasticavo su come sarebbe andata, e l’eccitazione aumentava anche pensando al “rischio” che avrei corso di essere scoperto dai miei genitori.
Così il lunedì successivo, terminato alle 10 il suo lavoro, Fabiola mi raggiunge a casa.
Al suono del citofono, il mio cuore impazzisce. Avevo preparato tutto: l’accolgo super cool, in camicia celeste e pantaloni neri, e mentre sale le scale mi accorgo che lei non era da meno: indossa esattamente la stessa camicetta che aveva nella foto del suo profilo, ben sapendo quanto mi facesse impazzire. Ci salutiamo, e tra l’eccitazione e l’imbarazzo la invito in cucina a prendere un caffè come le avevo promesso. Seduti al tavolo, l’uno di fronte all’altra, il mio sguardo rapito dal suo voluttuoso corpo e dai suoi occhi così penetranti, sorseggiamo un caldo caffè, parlando del più e del meno. Soliti convenevoli davanti ad un caffè, al che lei, posando la tazzina sul tavolo, esclama: “Buono questo caffè. Allora, sei anche bravo a fare questi massaggi come dici o sono solo chiacchiere? Sai, oggi ho avuto una mattinata pesante, ho un dolore al collo che non puoi capire”.
A quelle parole, ammetto di aver perso completamente il controllo. Le suggerisco di spostarci in salotto, sul divano, ma lei replica: “il massaggio sul divano è scomodo. Non hai un posto più adatto? La tua camera dov’è?”. Io, ormai totalmente catturato da lei, la porto in camera mia. Appena entrati, lei si volta verso di me, decisa:”eh no, il massaggiatore deve attendere che la cliente sia pronta da fuori”. Il gioco era iniziato. Si siede sul mio letto, si sfila le splendide decolletè tacco 12 che indossava, e guardandomi mi fa cenno di aspettare nel corridoio. Io ho solo il tempo di prendere la maglietta e un pantaloncino per cambiarmi che mi ritrovo nel corridoio di casa, con la porta della mia camera che si chiude alle mie spalle...

FINE PRIMA PARTE

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