Racconto di fantasia La mia ragazza e il barbone in metropolitana

jackblack7

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Io e la mia ragazza avevamo deciso di fare un viaggio romantico a Roma, ci piace molto come città, romantica e piena di magia e di passione. Il nostro hotel si trova al centro e, teoricamente, potevamo vedere tutta la città passeggiando a piedi.
In quella giornata eravamo particolarmente stanchi visto che eravamo da tre giorni lì e decidiamo di raggiungere trastevere prendendo la metropolitana. E' ottobre, la temperatura è abbastanza calda nonostante il mese. Non è l'ora di punta quindi il vagone è praticamente vuoto.
Siamo seduti vicini io e lei. La mia ragazza indossa una camicia bianca sotto la quale si intravede leggermente in contrasto il reggiseno nero che contiene la sua seconda che lei tanto odia perchè vorrebbe avere il seno più grande.
Sotto indossa un gonnellino nero poco sopra le ginocchia.
Pochissimi minuti dopo la partenza del treno si siede davanti a noi un soggetto sulla 60ina, chiaramente un clochard, la cui puzza di piscio arriva fino a noi e noto che lancia qualche occhiata verso le gambe di lei.
Per qualche secondo non ci faccio caso ma, ad un certo punto, quando mi viene una perversa voglia. Mi alzo facendo finta di parlare al telefono e lei mi guarda come a dire "ma dove vai?" e io le faccio cenno di attendere perchè torno subito.
Mi metto di lì a 5 metri reggendomi al palo centrale del vagone facendo finta di parlare al telefono.
Ad un certo punto le mando un messaggio su whatsapp
"Apri le gambe"
Lei, dopo aver letto il messaggio, mi guarda e dal labiale capisco che dice "ma sei impazzito?" e si avvicina verso di me chiedendomi spiegazioni.
Le dico, in maniera molto calma, che voglio che faccia quello che le dico altrimenti la sera non l'avrei portata nel suo ristorante preferito, uno dei motivi principali per cui eravamo lì a Roma sostanzialmente. E le dico inoltre che non le compro nulla durante tutto il viaggio e andremo avanti a panini di quinto livello. Lei ride pensando che io scherzi ma aggiungo " E in più mando ai tuoi genitori i tuoi messaggi spinti che mi hai mandato in molte occasioni, così vedono la reale natura della figlia.
La sua faccia inizia a diventare bianca pallido, non aveva idea del porco che aveva al suo fianco. Prima ancora che possa avere la possibilità di protestare ancora le dico di muoversi e di sedersi di fronte all'uomo mentre io la chiamo al telefono per dirle cosa fare. La chiamo al telefono e lei si siede davanti al barbone che, dalla coda dell'occhio, ho potuto notare l'ha fissata tutto il tempo nonostante lei sia 1.60 e non si distingua molto.
Si vede che lei sta tremando e non è per nulla tranquilla, al telefono le dico di allargare piano piano le gambe per mostrare all'uomo le sue mutandine bianche dal quale si vede un leggero "rigonfiamento" dovuto alla sua peluria (ben curata).
Il barbone si gira verso di me che mi sto godendo la scena ma io faccio finta di nulla, lei intanto è ancora a gambe aperte.
Le dico al telefono di allargare ancora di più le gambe per mostrare ancora meglio il suo paradiso tra le cosce. Dopo 30 secondi in questa condizione, le dico di prendere una moneta e di farla cadere "casualmente" vicino a lui in modo che lui possa raccoglierla e, abbassandosi, possa godersi ancor di più lo spettacolo. Lei getta la moneta con un po' di rabbia, è chiaro che non è a suo agio, sono stato l'unico uomo della sua vita, non ha mai mostrato nulla di suo ad altri se non a me.
Il barbone raccoglie la moneta dicendo con accento straniero, forse dell'est, "Signorina le è caduta questa" e, invece di darle la moneta, le si siede vicino.
"come stai? bella mutanda bianca"
lei si alza di scatto ma al telefono le dico chiaramente "NON TI PERMETTERE DI ALZARTI STAI SEDUTA LI'! NON MI FARE INCAZZARE!"
Si risiede subito cercando di stare a distanza ma il barbone le va sempre più vicino, lei gira il viso dall'altra parte perchè la puzza è nauseante. Lui le mette una mano sulla coscia e, alla faccia della delicatezza, gliela mette subito in mezzo alle gambe, lei lancia un mezzo urletto e noto che le inizia a scendere una lacrima ma al telefono continuo a dire " NON TI AZZARDARE A MUOVERTI! FALLO DIVERTIRE!".
E lui, infatti, si diverte, le mette le mani sotto la gonna spostandole le mutande e giocando con la sua fighettina mentre lei, paralizzata, singhiozza con qualche lacrima. Al porco, però, tutto ciò non basta, le prende la mano e se la mette sui pantaloni, vedo che le stringe molto il polso facendola agitare ancora di più, lei si alza, stanca e umiliata chiudendo ll telefono.
Io mi avvicino e, prendendola per le spalle, la scuoto violentemente "ORA GLI FAI UNA SEGA E LO FAI DIVERTIRE SENZA FIATARE" lei mi implora di non farle fare una cosa del genere ma il mio lato maiale è ormai partito e voglio che faccia godere quel porco a cui non interessa nulla se lei non è consenziente, vuole che quella troia lo faccia svuotare.
Lei sta piangendo, il barbone tira fuori il suo cazzo e a questo punto il tanfo diventa veramente insopportabile, lei con delicatezza lo tocca e fa un su e giù imbarazzante e patetico, al che lui si arrabbia rivolgendosi a me "QUESTA NO SA FARE NIENTE"
Io, umiliato per questa figuraccia, mi avvicino, le prendo i capelli e le sbatto la faccia sul cazzo del barbone obbligandola a succhiarglielo tutto mentre lui con le dita continua a rovistare nella sua figa pelosa. Lei prova a levare la testa ma sono io con la mia mano a dettare il ritmo con il barbone che dice "CHE BRAVA PUTANA TU HAI, TROIA SUCCHIA BENE".
Dopo circa 10 secondi il barbone sborra, io non me ne rendo conto perchè ho la testa della mia lei che mi copre la visuale così lo sperma dell'uomo le va dritto in gola con lei che piangendo continua a fare su e giù. E' lui stesso a levarle la testa perchè ormai ha finito.
Lei è ormai in una valle di lacrime, il barbone si rimette il cazzo dentro, le stringe forte una tetta non capisco per quale motivo e se ne va sorridendo e ringraziandomi per la bella esperienza.
Per levarle la puzza dalla bocca, dalle mani e dalla figa s'è dovuta fare 3 docce, non mi ha parlato per un giorno ma ne è valsa la pena.
 

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