Esperienza reale Il profumo - Non solo Storie

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tikoduacu

Guest
Per chi avesse già iniziato a leggere, l'ultimo CAPITO INSERITO si intitola: MALEDETTA CANTINA



Buona Lettura...


Non sono solo Storie - CAPITOLO 1

IL PROFUMO

La nostra è una vita perfetta, non ci manca nulla. Grazie a Dio, a mio fianco ho la persona che ho sempre desiderato, una persona fantastica. Mio marito.
Sono Alina e quella che vi sto per raccontare è una storia vera che rasenta l’incredibile.

Siamo sposati da qualche anno, ma ci conosciamo da una vita, la nostra relazione è iniziata quando eravamo appena adolescenti, quando in tv in prima serata trasmettevano Beverly Hills e sul tardi per i più audaci Colpo Grosso, quando ai piedi si indossavano le Buffalo, il Festival bar era sacro, ci si telefonava dalle cabine telefoniche con le prepagate e i più fortunati smanettavano in chat su MSN.

Bei tempi…

Io e Alessio ci amiamo tanto, siamo entrambi innamorati pazzi l’una dell’altro, fisicamente di bella presenza, spigliati, dotati di un forte carisma, amanti dei viaggi e soprattutto curiosi. Come i nostri amici ci dicono sempre: “L’esempio vivente della coppia perfetta”! Ed è vero, lo siamo…

E’ proprio per curiosità, che circa un anno fa, abbiamo deciso, insieme, di aggiungere un pò di pepe alla nostra vita sessuale. Non che tra di noi ci fossero dei problemi , anzi, tutto andava alla perfezione, tra noi il sesso non mai stato un tabù, sino dalla prima nostra volta c’è sempre stata una forte intesa, nonostante io rispetto a lui sia meno propensa a fare nuove esperienze.

La vita sa sempre come stupirti, senza nessun preavviso ti spiazza e ti sconvolge, presentandosi come la tua migliore amica, ti consiglia. Capitò quasi per caso, una sera, dopo un’ottima cenetta a casa dei nostri migliori amici, Marta e Luis. Per noi iniziò la nuova avventura.

Con loro siamo amici da due anni, ci siamo conosciuti durante la nostra ultima, indimenticabile, vacanza a Tenerife, loro una copia fantastica, molto innamorata e simpaticissima.
Marta è una donna straordinaria, di una simpatia unica, vive la vita con spirito libertino e sa sempre come divertirsi e rallegrare le nostre serate. Una trentenne niente male, capelli lunghi lisci, che li arrivano quasi al sedere, non tanto alta e con un corpicino in carne che farebbe invidia a tante.

Luis, che dire… Un bel Maschio!

Più giovane di due anni, di bella presenza, fisico asciutto, caratterialmente opposto alla sua lei. Taciturno, dedito al lavoro, si occupa di finanza, uno sguardo impenetrabile ma, molto sensuale. Molto.

Tra noi c’è stato da subito un grande feeling, un attrazione simile al classico colpo di fulmine, ma allargato.

Ti accorgi subito quando le persone hanno quel magnetismo a cui non puoi sfuggire, che ti attrae, che ti fa schiava, che desideri e a cui non puoi rinunciare.
Come la terra attrae la luna, una volta incontrate, non puoi non stare vicino a loro, girarci insieme e insieme viverci; sentirsi un’unica cosa, ammettere che la perfezione è nel unione, come la notte e il giorno formano il tempo, insieme, noi ci completiamo. Questo loro sono per noi. E noi questo siamo per loro.

Inizio tutto per gioco; quel sabato sera di inizio novembre, ci recammo a casa loro per la nostra serata mensile, viviamo a circa 100 km e come consuetudine, ogni primo weekend del mese, ci incontriamo nella loro cascina in campagna per stare insieme.

L’appuntamento era per le 19.30, arrivammo puntuali, Alessio è un maniaco della precisione, e anche la volta non si smentì; Lo adoro, ma la sua precisione mi infastidisce, non la sopporto, sarà perché io invece non sono per niente puntuale, a me piace prendere tempo, la vita non è fatta per essere scandita, va solo vissuta.

Imbucato il corto vialetto in selciato parcheggiamo la macchina proprio con il muso fronte all'ingresso della cascina. Mi girai alla mia destra e notai che le luci della cucina erano accese e dal finestrone che dava sul porticato esterno, si intravedeva la sagoma di Marta china a controllare il forno. Mi colpì il suo abbigliamento, indossava un tubino nero molto corto e aderente che poco lasciava alla immaginazione. Quella vista mi incuriosì parecchio, per qualche secondo mi fermai ad osservarla; vederla in quelle vesti mi risultò inusuale, perché lei generalmente indossava abiti casual e comodi.

Ancora stimolata dalla scena appena vista, scesi dalla macchina e mi diressi direttamente all'uscio di casa appena socchiuso e feci per entrare. Alessio, da buon gentiluomo, si accostò al portabagagli della macchina per recuperare il portavivande e la Wine Tasting Box Cooler o come la chiamo io, quella inutile valigia refrigerata per il vino.
Esatto, un’altra sua fissazione: il vino! Questa però non mi dispiace, anzi, diciamo pure che la adoro, uno dei mie regali meglio riusciti, infatti, è stato il corso di secondo livello per Somelier. Mai regalo fu più gradito!

Luis mi aspettava nello stretto corridoio, vicino alla porta d’ingresso, appena spinsi la porta scorse la mia sagoma, si avvicinò sorridendomi e come sua abitudine, da vero gentleman quale è, mi salutò con un elegantissimo baciamano e un successivo tenero abbraccio.
Aveva un profumo nuovo, inebriante, un mix eccitante di sandalo e ambra, che portò la mia fantasia alle fragranze esotiche tipiche dei mercatini indiani.
Non potei non sentirlo , mi pervase, facendomi quasi rabbrividire, istintivamente chiusi per un attimo gli occhi e feci un respiro profondo che gonfio il mio petto spingendo involontariamente i miei seni sul suo vigoroso torace.

Indossava una camicia di seta nera, elegante ma molto leggera, il contatto con il suo corpo stimolò i miei capezzoli che si fecero subito duri, non indossavo il reggiseno e la poca stoffa che separava il mio corpo dal suo amplificò la sensazione.

Luis si accorse della mia reazione e mi strinse ancora più forte, per poi lasciarmi e salutarmi guardandomi dritto negli occhi, dicendo: «Benvenuta mia dolcissima Anita, prego accomodati…»
Per pochi secondi la mia mente si rifiutò di interagire con il mio corpo, come se avesse bisogno di tempo per immagazzinare quelle piacevoli e inaspettate sensazioni.

Sentendo la mano di Alessio poggiarsi sulla mi spalla destra, ebbi un sussulto, mi senti come quando ci si sveglia da un piacevole sogno e ancora non si è metabolizzato di essere vigili, mi girai quasi spaventata e con un forte senso di torpore.

Porsi la mano per prendere il portavivande, ma Luis con un movimento repentino mi anticipò, il suo braccio muscoloso, nel movimento, sfiorò nuovamente il mio seno sinistro, ancora inturgidito. Non ci potevo credere, subito senti un senso di umido e calore pervadere il mio intimo. Com’era possibile? Un semplice struscio involontario non poteva provocarmi questo effetto! Cosa mi stava succedendo? Diventai rossa e subito mi spostai lateralmente per far passare Alessio con il suo amato e ingombrante Tasting Box.

Dentro di me mi senti in colpa, quasi sporca, fu questa la percezione, come se quelle emozioni fossero un tradimento nei confronti del mio amato. Fino ad allora le avevo provate solo con lui, non mi era mai capitato che un altro uomo potesse stimolarmi a tal punto.

Confusa e con il timore che Alessio si accorgesse del mio imbarazzo, con la scusa di lasciare spazio, mi spostai di lato invitandolo a precedermi.
Entrammo in cucina. Poggiato il portavivande, Luis, salutò con una vigorosa stretta di mano Alessio dandogli un’ amichevole, ma energica, pacca sulla spalla destra; forse un pò troppo energica visto che lo fece traballare. «Ehi Luis, Vedo con piacere che la palestra sta facendo i suoi effetti!» Esclamo Alessio sorridendo. «Attento però, non vorrai lasciarci senza vino per la cena!».

Ci fu una fragorosa risata generale, che mi tranquillizzò.
Marta, totalmente assorta nella preparazione della cena, non si accorse subito della nostra presenza, fu l’energia delle risate che la portò a girarsi e a raggiungerci per salutarci, con un agile scatto, degno dei migliori centometristi, si catapulto sopra di me, saltandomi letteralmente addosso, abbracciandomi e stringendo le sue gambe al mio bacino. E’ pazza! Solo lei è capace di queste cose!

Pazza, ma soprattutto non cosi leggera; sarà stato l’impeto o meglio dire i suoi 58 chili, fatto sta che il suo slancio, nonostante i miei 175 cm e i mie 65 chili, mi fece sbilanciare leggermente e temendo di cadere afferrai con energia il suo sedere.
Il mini tubino, che fasciava le sue curve, si sollevò lasciando in bella vista gran parte delle sue tonde e sode natiche. Istintivamente cercai lo sguardo di Alessio e notai il suo cambio repentino di espressione, non credo avesse mai visto un culo nudo oltre il mio, nel suo sguardo si scorgeva imbarazzo ma anche stupore, notai inoltre la sua gola deglutire. Esatto, un culo nudo, si, nudo…

Marta non indossava le mutande, sotto il suo esile vestitino non aveva intimo, mi accorsi subito dal contatto delle mie mani sulla pelle delicatissima e ne ebbi la conferma nel momento che si divincolò da me.

Una volta in piedi, con quel sorrisino beffardo che la distingue, compiendo un leggero saltello, si girò al volo incurvando leggermente la schiena e allo stesso tempo sollevandosi ulteriormente il tubino, mi chiese con fare ironico:
«Alina? Ti piacciono le mie nuove mutandine?» e , ancora, sempre con un piccolo saltello, questa volta girandosi nella direzione di suo marito, incurvando leggermente in basso il ventre, per mettere ancora più in evidenza il suo posteriore: «Belle vero? Ti piacciono vero? A me si! Sono Comodissime».

La situazione divenne irreale, io e Alessio ci guardammo in faccia, vedevo nel suo sguardo attonito un crescente imbarazzo, davanti a se aveva una donna con il culo marmoreo completamente nudo in bella vista, due natiche che sembravano realizzate da Michelangelo, bianco, sodo, armonioso.

Vidi i suoi occhi muoversi, come di nascosto, per osservarlo, e anche io feci lo stesso senza però farmi notare, d'altronde si sa che l’uomo non può mentire con lo sguardo, ma le donne si, avendo una visone periferica più sviluppata. Aveva una luce diversa, ciò che vedeva era di suo gradimento, l’espressione del suo viso era chiara, i suoi occhi stavano cercando i particolari.
Un po’ come quando si osserva un opera d’arte per carpire i dettagli che la differenziano da un opera qualsiasi, stava minuziosamente analizzando quel fondo schiena, come per farne una radiografia da conservare nella testa. Neanche io, riuscì a distogliere lo sguardo dal quel Michelangelo, in un batter di ciglio quei dettagli apparvero davanti ai miei occhi, e la cosa accese, nuovamente in me, quel torpore che apparentemente si era sopito.

Rimasi come ammaliata dalla sua vagina appena depilata, in quella posizione si intravedevano le sue grandi labbra carnose, grosse e strette, una affianco all'altra come strette in un abbraccio caldo che pareva complice chi sa di quanti misfatti.

No ci potevo credere, stavo ammirando una vulva! O meglio una vagina depilata e la cosa non mi dispiaceva.
Ho sempre desiderato averla senza peli, Alessio la preferisce naturale, lui dice che una donna non è donna senza peli nell'intimo. Beh punti di vista…
«Pazza!!! Marta… ti stai bevendo le ultime gocce rimaste del cervello?! » Esclamò Luis con tono scherzoso.

Si accostò a lei poggiandosi sul nudo sedere, come per nasconderlo, e mentre con una mano, cingendoli il seno la sollevò con l’altra con un movimento veloce portò giù il tubino. Lo spettacolo era finito pensai. Mai pensiero fu cosi sbagliato.

Marta si ricompose, come nulla fosse successo, vi avvicinò ad Alessio per salutarlo, lo abbraccio forte e lo bacio delicatamente sulla guancia destra. «Come stai caro? Ti vedo in ottima forma» disse.

Senza neanche aspettare la sua risposta si spostò di fretta a controllare il forno. La capì. In effetti, il leggero odorino che lentamente avvolgeva la stanza, non prometteva nulla di buono.
Alessio rimase li basito, credo non abbia mai assimilato bene cosa fosse successo in quei pochi istanti, so di certo questo, perché si eccitò.
In fondo è risaputo, quando un uomo è eccitato non ragiona più con la stessa testa, il problema è che l’altra non è fatta per conservare i ricordi e poi, il gonfiore della patta dei suoi pantaloni aderenti, ne fu la prova.

Al momento non glielo feci notare, infondo quella visione non mi dispiacque, anche io ero eccitata.
La cena era quasi pronta, Alessio e Luis, come da rituale, si recarono in cantina per dare al vino, appena portato, le giuste “coccole”, necessarie, per esaltare al massimo il gusto.
Mi avvicinai da Marta, sentivo dentro di me una sensazione stranissima, mai provata. Per ben due volte mentalmente avevo tradito mio marito, la prima appena entrati in casa, la seconda, e qui la cosa per me fu difficile da assimilare, osservando il culo di una donna.

Ero imbarazzata e per evitare che lei si accorgesse, dopo averla rassicurata sul fatto che la Saker in forno non si sarebbe rovinata, con la scusa di un imminente bisogno fisiologico, chiesi il permesso di andare alla toilette.

Marta, rannicchiata con lo sguardo fisso al forno, voltandosi verso di me, mi disse: «Certo amore, ci mancherebbe! Sei a casa tua, fai quello che ti sembra giusto, però non tardare tra 10 minuti si cena…».

Non esitai un istante e mi catapultai in bagno. Dentro di me le emozioni si combattevano, sensazioni nuove che si scontravano con la mia morale. «Alina» mi dicevo: «Cazzo! ti sei eccitata guardando una donna! Ma cosa ti succede!» mi sentivo sporca, ma allo stesso tempo, quelle sensazioni mi piacevano.
Fissai lo specchio, era una specchiera realizzata da dei pallet riciclati, opera di Marta.

In quel arredo c’era tutto il suo stile, c’era lei. Carattere forte il suo. Donna matura con una personalità che definire variegata è un eufemismo. Avvocatessa penale di successo, nonostante la giovane età, tra le più richieste grazie ad a alcuni casi di stalking vinti, contro ogni pronostico, ora gestiva insieme a suo fratello lo studio di famiglia.
Nonostante la sua sia famiglia benestante, da quando la conosco, non hai mai ostentato la sua ricchezza, sempre moderata nel vestire, parsimoniosa nelle spese, ambientalista convinta e di una simpatia disarmante.

Per intenderci una sexy versione femminile di Mr. Hyde, sadica e spietata a lavoro e una simpaticissima versione libertina di Dr. Jekyll nel privato. Un diavoleto della Tasmania o più semplicemente, come la chiamo io, “Tas”. E si, Tas! «Mamma mia, che mia hai fatto Tas?»

Questo chiedevo alla mia immagine riflessa nello specchio, convinta di avere una risposta. Sentivo il bisogno di confidarmi su quello che mi era appena successo, tenermi dentro quelle emozioni mi avrebbe logorato in poco tempo.

Non accettavo di avere provato attrazione per lei e tanto meno gradivo il fatto che la cosa mi provocasse piacere. Ma mi sentivo eccitata. Parecchio eccitata. Troppo eccitata.
Avevo lo sguardo perso nello specchio, non vedevo la mia faccia , non mi riconoscevo, e come se riflessa ci fosse stata un’altra donna. Persa in quei pensieri, notai alla mia desta il cesto della biancheria sporca, no so perché, ma come se una forza sconosciuta mi guidasse, mi girai e lo aprì.

Il cesto sembrava vuoto, ma a guardando meglio mi accorsi che all'interno, sul fondo, c ‘era un perizoma in pizzo nero.
Era una brasiliana a vita bassa molto elegante, decisi di prenderlo in mano per vederlo meglio, da vicino notai che era di ottima fattura, era sicuramente un capo firmato.
Lo desiderai. Non uso spesso questo tipo di intimo, ma per le occasioni speciali non mi dispiace valorizzare la mia femminilità.
Il tessuto delicato e la sua trasparenza mi affascinarono subito, volevo sentirlo addosso. Volevo sentire come mi stava, capire se fosse fastidioso o come pensavo comodo.
Non era il mio però. Ho un forte rispetto per le cose altrui e soprattutto in questo caso, si trattava di intimo.

Troppo personale. Impazzirei sapendo che qualcuno si permettesse di usare un mio capo senza il mio permesso, in fondo anche se mi viene difficile ammetterlo, sono una gelosa cronica.
Non li resistetti, FANCULO la mia morale! Pensai. Nessun si sarebbe accorto e in ogni caso era nel cesto della biancheria sporca, quindi il suo futuro prossimo era semplice da intuire. Lavaggio per capi delicati.

Alzai fino al ventre il vestitino nero a mezza gamba che indossavo e sfilai le mutandine nere; no erano certo all’altezza della brasiliana di Taz, ma tutto sommato non mi dispiacevano. Anche perché ad Alessio piacevano parecchio. Me le regalo un po di tempo fa e mi chiese se potevo usarle per i Special Days, come li chiama lui, sarebbero state il segnale che ero disposta a fare sesso con lui.

Abbiamo parecchie regole, potrebbe sembrare opprimente la cosa, ma per noi solo alla base del nostro rapporto, sono scelte condivise e accette insieme.

Sfilate le mutandine mi accorsi che erano intrise dei miei umori, non pensavo di essermi eccitata al quel punto. Le avvicinai al naso per annusarle credendo che potesse essere una perdita mestruale, ma il loro odore non lasciava dubbi.
Il contatto con Luis e la visione del culo di Taz mi avevano fatto bagnare e anche tanto.

L’odore intenso dei miei umori stimolarono nuovamente la mia eccitazione, questa volta però, sarà stata l’intimità della sala da bagno, la luce tenue e calda dell’illuminazione o molto più probabilmente l’aroma di Sandalo e Patchouli presente nell'aria, fecero della mia eccitazione una voglia da appagare. Non mi sentivo più imbarazzata.

Presi la brasiliana con la mano sinistra e la portai con delicatezza all'altezza del mio naso, sfiorandolo. Chiusi gli occhi. Inspirai con tutta la capienza che avevo nei polmoni. L’odore che senti mi risultò famigliare, era quello del profumo di Luis misto all'odore del sesso femminile. Senti un brivido lungo tutta la schiena e l’interno cosce inumidirsi.

Non potevo resistere, mi guardai allo specchio e vidi la mia faccia avvolta da quelle mutande. Lo stavo facendo davvero. Stavo odorando l’intimo di Taz.

Con una leggera pressione avvicinai il perizoma portandolo a contatto con il viso e nuovamente inspirai, questa volto molto lentamente.
Fu quello il punto di non ritorno.

Con la mano destra, incominciai a accarezzare l’interno cosce, senti i miei fluidi defluire lungo le gambe. Erano caldi e abbondanti. Lentamente lasciai che la mano, quasi, come guidata sfiorasse la parte inferiore della mia vagina. Il calore che il mio corpo trasmetteva mi fece eccitare ancor di più.
Con l’indice incominciai a risalire tra le pareti delle grandi labbra, erano gonfie e perfettamente lubrificate.

Il respiro si fece più veloce, ma sempre, attenuato dal intimo che tenevo sul viso.

Quell'odore mi stava facendo impazzire. Il movimento lento dell’indice si trasformò in brevissimo tempo, in un ritmante sali e scendi lungo la fessura della mia vulva. Ormai ero fradicia, ero pronta per raggiungere l’orgasmo.
Non ci volle molto. Infilai il mio dito medio nella fessura e con il pollice incominciai a massaggiare delicatamente il mio clitoride. Ebbi un sussulto appena mi resi conto che era completamente esposto.

Non mi era capitato mai. La pressione del pollice mi provoco scossa di piacere e un piccolo lamento usci dalla mia bocca. Mi bastò esercitare una leggera pressione all'interno della vagina e alcuni movimenti circolari attorno al clitoride per raggiungere l’orgasmo.

Un fiume di fluidi si riversarono giù lungo le gambe, un tremore generale incontrollabile mi fece inginocchiare, strinsi con forza le mutande sulla bocca per evitare che i miei gemiti potessero attirare attenzione. Stavo impazzendo dal piacere. Non mi era mai capitato di godere in quel modo con l’autoerotismo.
Mi lasciai cadere a terra esausta continuando ad annusare l’intimo di Taz, finché, a un certo punto, qualcuno busso alla porta.

Ebbi un sobbalzo, istintivamente lanciai le mutandine lontano da me e copri il mio intimo con le mani.

«Alina, su dai sbrigati stiamo aspettando te, la cena è pronta.» Era Marta.















Non sono solo Storie - CAPITOLO 2

MALEDETTA CANTINA

Ero frastornato dalla visione di Marta, mai mi sarai aspettato di vederla così, il suo posteriore in bella vista davanti a tutti non era messo in conto, l’espressione di Alina che mi fissava mi fece sentire in colpa, ma come potevo non ammirare tutto quel ben di Dio.

Luis mi fece segno di seguirlo, afferrai la Tasting Box e ci incamminammo verso la botola che dalla cucina portava alla cantina sottostante. Per accederci bisognava scendere una scala a chiocciola di legno di castagno, molto particolare, ma anche abbastanza ripida con i gradini stretti e irregolari.

Era tra i pezzi forte della cascina, risaliva al ‘700 e Marta ne andava molto fiera, anche perché grazie al suo restauro ha ritrovato tutto il suo fascino, ma non di certo la comodità. Luis mi anticipò fece giusto qualche gradino e mi prese dalla mani il box con il vino dicendomi:

- «Dallo a me che sei tu vecchio e emozionato e rischi di fare danni» -

In effetti non aveva tutti i torti, ero davvero emozionato, ma in realtà credo che lo abbia fatto perché crede che non essendo in grado di sopportare certi sforzi avrei potuto rovinare la pregiata scala o molto più probabilmente, e di questo ne sono quasi certo, perché voleva rimarcare i suoi dieci anni in meno.
La sua virilità. Lasciai a lui l’ingrato compito, e lo segui.

Mentre scendevo, percorsi alcuni scalini, quando la mia faccia arrivò all'altezza del pavimento, con la coda dell’occhio, alla mia sinistra notai Marta rannicchiata che controllava il forno.

Istintivamente mi fermai a ammirarla, era veramente sexy, non la conoscevo in questa versione, il tubino la fasciava completamente seguendo le sue dolci forme, pensai subito che non indossasse neanche i reggiseno, era logico dopo la scena vissuta poco prima.
La cosa mi eccitò parecchio al punto di completare il principio di erezione che già avevo in atto, sentii il mio cazzo spingere nelle mutande e farsi duro. Maledetti pantaloni aderenti! Avevo un erezione in bella vista che Luis avrebbe sicuramente notato.

Non avevo molte scelte:

O con una scusa spostarmi e aspettare che passasse o continuare a scendere e affrontare l’imbarazzo.

Scelsi la seconda, anche perché se fossi risalito avrei trovato davanti a me mia moglie che, nel frattempo, si stava avvicinando a Marta e la cosa sarebbe stata molto più complicata da gestire.

Mi feci coraggio e decisi di affrontare l’antipatica situazione, percorsi alcuni scalini con molta titubanza e proprio mentre stavo per mettere in bella vista il mio pacco emozionato senti la voce di Luis, in lontananza dirmi:

- «Alessio, potresti prendere il l’apribottiglie? Dovrebbe essere sul tavolo.» -

Perfetto! Eccomi nella situazione che volevo evitare! Sarei dovuto rientrare in cucina e sia Anita che Marta mi avrebbero visto in quelle condizioni.
In pochi millisecondi mi frullarono un milione di cosa nella mente, stavo sudando a freddo, non volevo farmi vedere cosi; fu li che il mio spirito di sopravvivenza si manifesto come, forse, mai aveva fatto. Ebbi un intuizione geniale.

- «Luis, ci penso io, ho in macchina un nuovo kit che fa al caso nostro! Non vorrai rovinare quello spettacolo di vino con il tuo apribottiglie da due soldi?!. Solo un attimo, vado e trono!» - gli risposi.

Fu l’unica cosa che mi venne in mente, ma in quel momento la trovai veramente geniale.

Grazie a dio! Potevo evitare le due donne, quelle che per me in quel momento erano diventate un incubo, pericolo scampato pensai e con un rapido movimento risalì gli scalini appena percorsi e mi diressi con fare molto tranquillo all'uscio della cucina che portava alla mia salvezza.

Attraversai l’andito e senza fare rumore apri la porta di casa per recarmi alla macchina parcheggiata subito di fronte. I miei aguzzini non si accorsero di nulla, lo capii intravedendole dalla vetrata, Marta ancora rannicchiata, con un dolcissimo sorrisino stampato in faccia intenta a controllare il forno e Alina in piedi di spalle.

Apri il portellone posteriore dell’auto per recuperare il Kit, e tra me e me ringraziavo la mia amata per il regalo fatto, il corso per Sommelier mi stava salvando da una situazione imbarazzante.

Presi il kit e chiusi il portellone con molta delicatezza e feci per rientrare in casa, notai che Alina si stava dirigendo verso la porta della cucina, pensai stesse venendo da me e la preoccupazione, appena passata, si ripresentò ancora più tangibile.

Avevo ancora l’erezione in atto, non più accentuata come prima ma manifesta e ben visibile, pensai come nascondermi e istintivamente poggiai la confezione del Kit sui miei genitali, ma il contatto con la scatola fredda mi provoco un sussulto.

Ero in panico. Che situazione ambigua stavo vivendo!.

Rimasi alcuni secondi fermo aspettando che la porta si aprisse e immaginai Alina che mi chiedeva spiegazioni sul mio stato. Già sentivo le sue parole:
- «Sei un porco! Ti sei eccitato guardando il culo di Marta!» - o ancora peggio:
- «Non è possibile! Ti ho sempre creduto quando mi dicevi che non mi avresti mai tradita neanche con il pensiero! » - Questo è più nel suo stile.

Una moltitudine variegata di seghe mentali mi attraversarono la mente, che paragonate a quelle vere, neanche Rocco Siffredi, nel massimo del suo splendore fisico, sarebbe in grado di battere in numero, intensità e fantasia.

Stavo delirando, e ne ero consapevole! Quasi mi rassegnai, non fosse stato per il rumore secco della porta che si chiudeva. Alina non si stava avvicinando da me! Tirai un sospiro di sollievo. Ero nuovamente salvo…

Attirato dal suono mi accorgersi che Marta si era appena alzata e si stava sistemando il vestitino, tenuto ai bordi inferiori con una mano per parte, con due ancheggiamenti repentini lo abbasso rendendolo ancora più aderente.

«Cosi no!» esclamai con voce neanche tanto soffusa.

Nuovamente e per l’ennesima volta sentii quella sensazione di oppressione nel mio intimo, stava diventando una tortura, piacevole si, ma una vera e propria tortura psicofisica.

In un batter di ciglia avevo il cazzo duro come il marmo, sentivo le pulsazioni aumentare di intensità, la costrizione dovuta ai pantaloni incominciava a darmi fastidio, sentivo la punta della cappella aderire alle mutande, l’ennesima e veloce erezione, infatti, mi lasciò scoperto parte del glande e il contatto diretto stava diventando insopportabile.

Avevo bisogno di liberarmi, non potevo continuare cosi, nel tentativo di trovare sollievo, afferrai con la mano sinistra, la mia asta disposta lateralmente e cercai di liberarmi dal fastidio. Non ci fu cosa più sbagliata! Pessima decisione.

Sono destro di natura, la mano sinistra per me e come se non fosse mia, ma avendo il Kit nella mano destra fui obbligato; involontariamente ma, forse anche no, apri completamente la cappella lasciando tutta la sua delicata superficie a contato con gli slip. Un brivido di piacere attraversò la mia schiena fino ad arrivare al cervello, una scarica di ormoni mi investì in pieno dando vita a quella mano.

Come animata di vita propria in preda a un raptus improvviso, incontrollabile, tipico di chi vuole vendetta, prese possesso del suo oggetto del desiderio. Sembrava fosse consapevole che, in quel momento, poteva soddisfare le voglie represse da anni passati a fare la comparsa. Era lei la protagonista ora.
Non mi opposi e lasciai che la sua stretta avvolgesse la parte bassa dell’asta.

Marta era ancora davanti a me, ora era li in piedi che impugnava un minipimer, intenta a creare una delle sue indescrivibili salse.

Mi focalizzai sulla sua mano e sul movimento verticale alternato, seguito da piccole rotazioni che faceva compiere al piccolo elettrodomestico, desiderai essere al suo posto.
Era sensuale nei movimenti, si vedeva chiaramente che metteva amore in quel gesto, è una cuoca provetta e ora stavo capendo il perché, la stavo desiderando, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei e dal suo sensuale movimento.

La volevo. Strinsi la mano ancora più forte e ne presi il controllo, incominciai a seguire i suoi movimenti, il suo ritmo, come in una danza tribale, mi lasciai trasportare dall'eccitazione e incominciai a masturbarmi. Ero come ipnotizzato, al punto di scordare che ero in bella vista davanti a lei.

Ebbi un momento di lucidità e decisi per evitare ulteriori imbarazzi, ero li proprio per quello, di sistemarmi dentro l’auto, a quel punto metabolizzai che la soluzione migliore era quella di sfogare i miei istinti, avrei risolto la situazione imbarazzante così.
Mi diressi nella parte sinistra della vettura e mi sistemai nei sedili posteriori, ottima scelta i vetri oscurati pensai, mi davano la possibilità di osservare e di non essere visto, quale miglior posizione. Fremevo.

Poggiai il kit sul sedile per poter abbassare la zip dei pantaloni, avevo bisogno di liberarmi, non potevo rischiare di eiaculare dentro i pantaloni, sarebbe stato un disastro, erano troppo leggeri e stretti si sarebbe visto tutto dopo.
Abbassai la cerniera, infilai la mano dentro gli slip e cercai di portare fuori il mio pene eretto. Fui scioccato nel sentire quanto fosse diventato duro e caldo, sentivo le vene pulsare. Non fu possibile, nonostante non sia estremamente dotato, lo spazio era troppo ristretto, per svincolare quei 17 cm dalla loro gabbia.

Decisi di slacciare i pantaloni, con molto timore però, nonostante fossero passati pochi minuti non potevo attardarmi, Alina non vedendomi sarebbe potuta venire a cercarmi e anche Luis mi aspettava.

Slacciai la cinta in pelle Calvin Klain e sganciai il due bottoni dei pantaloni, a questo punto avevo libero accesso alla stanza dei piaceri, abbassando leggermente le mutande mi si presentò davanti una visone inaspettata; avevo gli slip completamente inzuppati di umori e si sentiva anche un forte odore di sesso maschie.

La cosa mi eccitò parecchio, afferrai con decisione il mio organo e molto velocemente con movimenti secchi e alternati, dalla base alla cappella compresa, incomincia a segarmi. Una parte di me diceva di smetterla. L’altra no però!

La situazione era a dir poco bizzarra, non sono abituato a masturbarmi, e ancor meglio in macchina davanti a una donna. Surreale.
Per me l’autoerotismo non è una pratica abituale, mi capita raramente e generalmente lo faccio solo quando non posso essere con Alina.

Ma la volta, anche volendo non potei resistere, non desideravo altro che sentire piacere, era un bisogno carnale vivo da soddisfare e al più presto.
Avevo perso ogni forma di inibizione, sfilai i pantaloni e le mutande facendoli scendere all'altezza delle caviglie, mi avvicinai al bordo del sedile e con una stretta virile impugnai il mio organo spingendolo verso il basso, sentivo l’asta comprimere lo scroto gonfio, la cappella completamente aperta era lucente dagli umori, mi bastarono pochi movimenti concentrati sul glande per sentire il flusso salire, ero al limite, scivolando leggermente verso il basso strinsi la mano con forza tenendola ferma e con movimenti secchi del bacino, simulai una penetrazione, colpi ben assestai che fecero cigolare il sedile:
Un colpo, due colpi, tre colpi… stavo venendo!

Sentii lo sperma risalire lungo il canale, spinsi la mano sulla base del pene e lasciai che fossero le contrazioni involontarie a espellere lo sperma. Ero in estasi e ansimavo.

Avrei voluto liberarmi schizzando, ma proprio nell'istante prima di eiaculare, quando mi resi conto che la quantità sarebbe stata tanta, velocemente copri la cappella con la pelle del prepuzio, strinsi la mano con forza come per chiuderla e mi lascia andare.

Le contrazioni erano forti e lo sperma caldo che sarebbe dovuto schizzare mi colò dalla mano in maniera copiosa, lo sentivo scendere lentamente verso il basso, ma l’intensità dell’orgasmo mi impedii di interrompere.

Era fortissimo, come mai provato con l’autoerotismo, tremavo e il cuore batteva all'impazzata, non sarei mai riuscito a rovinare un cosi bel momento, cercai di rimediare semplicemente usando la mano sinistra a modo di cucchiaio. Ma il danno fu fatto.

Non mi resi subito conto della situazione, ci vollero alcuni lunghissimi secondi per riprendere il controllo del mio corpo, solo allora con in mano il cazzo che lentamente si ritirava, come a nascondersi temendo di essere testimone di un misfatto, mi accorsi dell’accaduto.

Nella frenesia del momento non mi ricordai minimamente che in macchina non avevo salviettine! Pessima situazione!

Entrambi le mani stracolme di sperma, seduto a gambe aperte e con i pantaloni e le mutande abbassate con il rischio di essere pure beccato, da pali in frasca come si suole dire. Che cazzo di casino!

Dovevo fare in fretta e senza sporcarmi, il trolley con il cambio era rimasto nel baule posteriore, non potevo in ogni caso cambiarmi, avrei dovuto giustificarlo ad Alina, vai a sentirla, i pantaloni erano un suo regalo, maledetto il giorno che ci siamo imposti la regola: “I regali devono essere trattai come doni preziosi!”.
Mi avrebbe chiesto subito delle spiegazioni e non sapevo proprio cosa inventarmi.

Ci volle uno sforzo mentale non indifferente per risolvere la drammatica situazione da me personalmente creata, ed è da allora che incominciai ad avere dei dubbi sulla mia persona. Non ero poi come pensavo un abile pensatore.

Fatto sta che nella fretta e nella concitazione del caso, la prima cosa che mi venne in mente era quella di usare gli slip per pulirmi, peccato che prima avrei dovuto sfilare i pantaloni per poterli utilizzare a modo di Kleenex.

Mi voltai alla mia destra e mi ricordai del panno presente all'interno della Kit per il vino, geniale pensai, era perfetto, sarebbe stato l’ideale a parte la sua ridotta dimensione. Cosi feci.

Aprii la confezione di metallo cercando di imbrattarla il meno possibile, ma tanto in ogni caso, l’avrei ripulita in seguito ed eccolo li in bella vista, fu una gioia vederlo, mi senti per un attimo come un bambino che a natale riceve il giocatolo preferito.

Non esitai un attimo mi pulii bene la mano destra, era la più imbrattata, temevo non bastasse, e cosi fu, allora cercai di ripulire anche la sinistra almeno superficialmente e con un abile gesto riuscii a sfilarmi prima i calzoni e poi le mutante. Ero salvo!

Finii il mio lavoro di pulizia, sommaria, aiutandomi con le mutande, nere. Purtroppo.
Velocemente mi allacciai i pantaloni e fu li che con mio terrore mi accorsi che uno schizzo di sperma giaceva inerme sulla gamba destra del pantalone. Un colpo al cuore, fui assalito dal terrore!

Ero li che lo fissavo come un ebete, quando sentii il suono si alcuni passi sopraggiungere dalla mia sinistra, mi allarmai, gettai le mutande e il panno sotto il sedile e velocemente scesi dalla macchina.

Era Marta con in mano un paio di forbici e un rametto di erbe aromatiche.

Sorrideva, con quella sua espressione maliziosa che non capisci mai cosa stia pensando o stia per fare; si avvicinò e con voce sensuale mi disse:
- «Ehi birichino che stavi facendo solo soletto?»
-
Ero imbarazzatissimo e non sapevo cosa rispondere, ebbi un attimo di buio totale ma poi, con fare scherzoso, mi avvicinai per evitare che potesse guardare sul sedile, e accarezzandola sulla guancia destra le risposi:
- «Sono qui per soddisfare i vostri piaceri!» -

e ancora, sorridendo:

- «Ho recuperato il Kit per la degustazione vini, questa sera vi farò una sorpresa» -

e la baciai sulla guancia appena accarezzata.

Si mise a ridere e voltandosi, mi fecce cenno di seguirla dicendomi:

- «Dai sbrigati la cena è quasi pronta. Alina si sta facendo bella per te in bagno. Cinque minuti e siamo in tavola!»-

Ero quasi sollevato nel vederla andare via, avevo corso un bel rischio, ma con quella mossa pronta e veloce, che ebbe l’effetto immediato di rinvigorire la mia autostima appena persa, riuscì a salvarmi, non più come si diceva una volta: in calcio d’angolo, ma bensì grazie al VAR!

Con due dita presi le mutande, che ora sembravano leopardate e il panno umido e appiccicoso, con la premura che un chirurgo ha nei confronti di un suo paziente sotto i ferri e stando attento a non sporcarmi li depositai nel trolley riposto nel baule posteriore.

Mi riavvicinai al sedile posteriore per prendere il Kit, alzai leggermente lo sguardo e dal finestrino notai chiaramente che Marta mi stava guardando dal finestrone della cucina con un sorriso stampato in faccia.

Cazzo il finestrino era aperto!
 

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tikoduacu;n16026111 said:
La nostra è una vita perfetta, non ci manca nulla. Grazie a Dio, a mio fianco ho la persona che ho sempre desiderato, una persona fantastica. Mio marito.
Sono Alina e quella che vi sto per raccontare è una storia vera che rasenta l’incredibile.
Siamo sposati da qualche anno, ma ci conosciamo da una vita, la nostra relazione è iniziata quando eravamo appena adolescenti, quando in tv in prima serata trasmettevano Beverly Hills e sul tardi per i più audaci Colpo Grosso, quando ai piedi si indossavano le Buffalo, il Festival bar era sacro, ci si telefonava dalle cabine telefoniche con le prepagate e i più fortunati smanettavano in chat su MSN.

Bei tempi…

Io e Alessio ci amiamo tanto, siamo entrambi innamorati pazzi l’una dell’altro, fisicamente di bella presenza, spigliati, dotati di un forte carisma, amanti dei viaggi e soprattutto curiosi. Come i nostri amici ci dicono sempre: “L’esempio vivente della coppia perfetta”! Ed è vero, lo siamo…

E’ proprio per curiosità, che circa un anno fa, abbiamo deciso, insieme, di aggiungere un pò di pepe alla nostra vita sessuale. Non che tra di noi ci fossero dei problemi , anzi, tutto andava alla perfezione, tra noi il sesso non mai stato un tabù, sino dalla prima nostra volta c’è sempre stata una forte intesa, nonostante io rispetto a lui sia meno propensa a fare nuove esperienze.
La vita sa sempre come stupirti, senza nessun preavviso ti spiazza e ti sconvolge, presentandosi come la tua migliore amica, ti consiglia. Capitò quasi per caso, una sera, dopo un’ottima cenetta a casa dei nostri migliori amici, Marta e Luis. Per noi iniziò la nuova avventura.

Con loro siamo amici da due anni, ci siamo conosciuti durante la nostra ultima, indimenticabile, vacanza a Tenerife, loro una copia fantastica, molto innamorata e simpaticissima.
Marta è una donna straordinaria, di una simpatia unica, vive la vita con spirito libertino e sa sempre come divertirsi e rallegrare le nostre serate. Una trentenne niente male, capelli lunghi lisci, che li arrivano quasi al sedere, non tanto alta e con un corpicino in carne che farebbe invidia a tante.

Luis, che dire… Un bel Maschio!

Più giovane di due anni, di bella presenza, fisico asciutto, caratterialmente opposto alla sua lei. Taciturno, dedito al lavoro, si occupa di …….., uno sguardo impenetrabile ma, molto sensuale. Molto.

Tra noi c’è stato da subito un grande feeling, un attrazione simile al classico colpo di fulmine, ma allargato.
Ti accorgi subito quando le persone hanno quel magnetismo a cui non puoi sfuggire, che ti attrare, che ti fa schiava, che desideri e a cui non puoi rinunciare.
Come la terra attrae la luna, una volta incontrate, non puoi non stare vicino a loro, girarci insieme e insieme viverci; sentirsi un’unica cosa, ammettere che la perfezione è nel unione, come la notte e il giorno formano il tempo, insieme, noi ci completiamo. Questo loro sono per noi. E noi questo siamo per loro.
Inizio tutto per gioco; quel sabato sera di inizio novembre, ci recammo a casa loro per la nostra seratina mensile, viviamo a circa 100 km e come consuetudine, ogni primo weekend del mese, ci incontriamo nella loro cascina in campagna per stare insieme.

L’appuntamento era per le 19.30, arrivammo puntuali, Alessio è un maniaco della precisione, e anche la volta non si smentì; Lo adoro, ma la sua precisione mi infastidisce, non la sopporto, sarà perché io invece non sono per niente puntuale, a me piace prendere tempo, la vita non è fatta per essere scandita, va solo vissuta.

Imbucato il corto vialetto in selciato parcheggiamo la macchina proprio con il muso fronte all’ingresso della cascina. Mi girai alla mia destra e notai che le luci della cucina erano accese e dal finestrone che dava sul porticato esterno, si intravedeva la sagoma di Marta china a controllare il forno. Mi colpì il suo abbigliamento, indossava un tubino nero molto corto e aderente che poco lasciava alla immaginazione. Quella vista mi incuriosì parecchio, per qualche secondo mi fermai ad osservarla; vederla in quelle vesti mi risultò inusuale, perché lei generalmente indossava abiti casual e comodi.

Ancora stimolata dalla scena appena vista, scesi dalla macchina e mi diressi direttamente all’uscio di casa appena socchiuso e feci per entrare. Alessio, da buon gentiluomo, si accostò al portabagagli della macchina per recuperare il portavivande e la Wine Tasting Box Cooler o come la chiamo io, quella inutile valigia refrigerata per il vino.
Esatto, un’altra sua fissazione: il vino! Questa però non mi dispiace, anzi, diciamo pure che la adoro, uno dei mie regali meglio riusciti, infatti, è stato il corso di secondo livello per Somelier. Mai regalo fu più gradito!

Luis mi aspettava nello stretto corridoio, vicino alla porta d’ingresso, appena spinsi la porta scorse la mia sagoma, si avvicinò sorridendomi e come sua abitudine, da vero gentleman quale è, mi salutò con un elegantissimo baciamano e un successivo tenero abbraccio.
Aveva un profumo nuovo, inebriante, un mix eccitante di sandalo e ambra, che porto la mia fantasia alle fragranze esotiche tipiche dei mercatini indiani.
Non potei non sentirlo , mi pervase, facendomi quasi rabbrividire, istintivamente chiusi per un attimo gli occhi e feci un respiro profondo che gonfio il mio petto spingendo involontariamente i miei seni sul suo vigoroso torace.

Indossava una camicia di seta nera, elegante ma molto leggera, il contatto con il suo corpo stimolò i miei capezzoli che si fecero subito duri, non indossavo il reggiseno e la poca stoffa che separava il mio corpo dal suo amplificò la sensazione.

Luis si accorse della mia reazione e mi strinse ancora più forte, per poi lasciarmi e salutarmi guardandomi dritto negli occhi, dicendo: «Benvenuta mia dolcissima Anita, prego accomodati…»
Per pochi secondi la mia mente si rifiutò di interagire con il mio corpo, come se avesse bisogno di tempo per immagazzinare quelle piacevoli e inaspettate sensazioni.
Sentendo la mano di Alessio poggiarsi sulla mi spalla destra, ebbi un sussulto, mi senti come quando ci si sveglia da un piacevole sogno e ancora non si è metabolizzato di essere vigili, mi girai quasi spaventata e con un forte senso di torpore.

Porsi la mano per prendere il portavivande, ma Luis con un movimento repentino mi anticipò, il suo braccio muscoloso, nel movimento, sfiorò nuovamente il mio seno sinistro, ancora inturgidito. Non ci potevo credere, subito senti un senso di umido e calore pervadere il mio intimo. Com’era possibile? Un semplice struscio involontario non poteva provocarmi questo effetto! Cosa mi stava succedendo? Diventai rossa e subito mi spostai lateralmente per far passare Alessio con il suo amato e ingombrante Tasting Box.
Dentro di me mi senti in colpa, quasi sporca, fu questa la percezione, come se quelle emozioni fossero un tradimento nei confronti del mio amato. Fino ad allora le avevo provate solo con lui, non mi era mai capitato che un altro uomo potesse stimolarmi a tal punto.

Confusa e con il timore che Alessio si accorgesse del mio imbarazzo, con la scusa di lasciare spazio, mi spostai di lato invitandolo a precedermi.
Entrammo in cucina. Poggiato il portavivande, Luis, salutò con una vigorosa stretta di mano Alessio dandogli un’ amichevole, ma energica, pacca sulla spalla destra; forse un pò troppo energica visto che lo fece traballare. «Ehi Luis, Vedo con piacere che la palestra sta facendo i suoi effetti!» Esclamo Alessio sorridendo. «Attento però, non vorrai lasciarci senza vino per la cena!».

Ci fu una fragorosa risata generale, che mi tranquillizzò.
Marta, totalmente assorta nella preparazione della cena, non si accorse subito della nostra presenza, fu l’energia delle risate che la portò a girarsi e a raggiungerci per salutarci, con un agile scatto, degno dei migliori centometristi, si catapulto sopra di me, saltandomi letteralmente addosso, abbracciandomi e stringendo le sue gambe al mio bacino. E’ pazza! Solo lei è capace di queste cose!

Pazza, ma soprattutto non cosi leggera; sarà stato l’impeto o meglio dire i suoi 58 chili, fatto sta che il suo slancio, nonostante i miei 175 cm e i mie 65 chili, mi fece sbilanciare leggermente e temendo di cadere afferrai con energia il suo sedere.
Il mini tubino, che fasciava le sue curve, si sollevò lasciando in bella vista gran parte delle sue tonde e sode natiche. Istintivamente cercai lo sguardo di Alessio e notai il suo cambio repentino di espressione, non credo avesse mai visto un culo nudo oltre il mio, nel suo sguardo si scorgeva imbarazzo ma anche stupore, notai inoltre la sua gola deglutire.
Esatto, un culo nudo, si, nudo…

Marta non indossava le mutande, sotto il suo esile vestitino non aveva intimo, mi accorsi subito dal contatto delle mie mani sulla pelle delicatissima e ne ebbi la conferma nel momento che si divincolò da me.

Una volta in piedi, con quel sorrisino beffardo che la distingue, compiendo un leggero saltello, si girò al volo incurvando leggermente la schiena e allo stesso tempo sollevandosi ulteriormente il tubino, mi chiese con fare ironico:
«Alina? Ti piacciono le mie nuove mutandine?» e , ancora, sempre con un piccolo saltello, questa volta girandosi nella direzione di suo marito, arcando leggermente il basso ventre, per mettere ancora più in evidenza il suo posteriore: «Belle vero? Ti piacciono vero? A me si! Sono Comodissime».

La situazione divenne irreale, io e Alessio ci guardammo in faccia, vedevo nel suo sguardo attonito un crescente imbarazzo, davanti a se aveva una donna con il culo marmoreo completamente nudo in bella vista, due natiche che sembravano realizzate da Michelangelo, bianco, sodo, armonioso.

Vidi i suoi occhi muoversi, come di nascosto, per osservarlo, e anche io feci lo stesso senza però farmi notare, d'altronde si sa che l’uomo non può mentire con lo sguardo, ma le donne si, avendo una visone periferica più sviluppata. Aveva una luce diversa, ciò che vedeva era di suo gradimento, l’espressione del suo viso era chiara, i suoi occhi stavano cercando i particolari.
Un po’ come quando si osserva un opera d’arte per carpire i dettagli che la differenziano da un opera qualsiasi, stava minuziosamente analizzando quel fondo schiena, come per farne una radiografia da conservare nella testa. Neanche io, riuscì a distogliere lo sguardo dal quel Michelangelo, in un batter di ciglio quei dettagli apparvero davanti ai miei occhi, e la cosa accese, nuovamente in me, quel torpore che apparentemente si era sopito.

Rimasi come ammaliata dalla sua vagina appena depilata, in quella posizione si intravedevano le sue grandi labbra carnose, grosse e strette, una affianco all’altra come strette in un abbraccio caldo che pareva complice chi sa di quanti misfatti.

No ci potevo credere, stavo ammirando una vulva! O meglio una vagina depilata e la cosa non mi dispiaceva.
Ho sempre desiderato averla senza peli, Alessio la preferisce naturale, lui dice che una donna non è donna senza peli nell’intimo. Beh punti di vista…
«Pazza!!! Marta… ti stai bevendo le ultime gocce rimaste del cervello?! » Esclamò Luis con tono scherzoso.

Si accostò a lei poggiandosi sul nudo sedere, come per nasconderlo, e mentre con una mano, cingendoli il seno la sollevò con l’altra con un movimento veloce portò giù il tubino. Lo spettacolo era finito pensai. Mai pensiero fu cosi sbagliato.

Marta si ricompose, come nulla fosse successo, vi avvicinò ad Alessio per salutarlo, lo abbraccio forte e lo bacio delicatamente sulla guancia destra. «Come stai caro? Ti vedo in ottima forma» disse.

Senza neanche aspettare la sua risposta si spostò di fretta a controllare il forno. La capì. In effetti, il leggero odorino che lentamente avvolgeva la stanza, non prometteva nulla di buono.
Alessio rimase li basito, credo non abbia mai assimilato bene cosa fosse successo in quei pochi istanti, so di certo questo, perché si eccitò.
In fondo è risaputo, quando un uomo è eccitato non ragiona più con la stessa testa, il problema è che l’altra non è fatta per conservare i ricordi e poi, il gonfiore della patta dei suoi pantaloni aderenti, ne fu la prova.

Al momento non glielo feci notare, infondo quella visione non mi dispiacque, anche io ero eccitata.
La cena era quasi pronta, Alessio e Luis, come da rituale, si recarono in cantina per dare al vino, appena portato, le giuste “coccole”, necessarie, per esaltare al massimo il gusto.
Mi avvicinai da Marta, sentivo dentro di me una sensazione stranissima, mai provata. Per ben due volte mentalmente avevo tradito mio marito, la prima appena entrati in casa, la seconda, e qui la cosa per me fu difficile da assimilare, osservando il culo di una donna.

Ero imbarazzata e per evitare che lei si accorgesse, dopo averla rassicurata sul fatto che la Saker in forno non si sarebbe rovinata, con la scusa di un imminente bisogno fisiologico, chiesi il permesso di andare alla toilette.

Marta, rannicchiata con lo sguardo fisso al forno, voltandosi verso di me, mi disse: «Certo amore, ci mancherebbe! Sei a casa tua, fai quello che ti sembra giusto, però non tardare tra 10 minuti si cena…».

Non esitai un istante e mi catapultai in bagno. Dentro di me le emozioni si combattevano, sensazioni nuove che si scontravano con la mia morale. «Alina» mi dicevo: «Cazzo! ti sei eccitata guardando una donna! Ma cosa ti succede!» mi sentivo sporca, ma allo stesso tempo, quelle sensazioni mi piacevano.
Fissai lo specchio, era una specchiera realizzata da dei pallet riciclati, opera di Marta.

In quel arredo c’era tutto il suo stile, c’era lei. Carattere forte il suo. Donna matura con una personalità che definire variegata è un eufemismo. Avvocatessa penale di successo, nonostante la giovane età, tra le più richieste grazie ad a alcuni casi di stalking vinti, contro ogni pronostico, ora gestiva insieme a suo fratello lo studio di famiglia.
Nonostante la sua sia famiglia benestante, da quando la conosco, non hai mai ostentato la sua ricchezza, sempre moderata nel vestire, parsimoniosa nelle spese, ambientalista convinta e di una simpatia disarmante.

Per intenderci una sexy versione femminile di Mr. Hyde, sadica e spietata a lavoro e una simpaticissima versione libertina di Dr. Jekyll nel privato. Un diavoleto della Tasmania o più semplicemente, come la chiamo io, “Tas”. E si, Tas! «Mamma mia, che mia hai fatto Tas?»

Questo chiedevo alla mia immagine riflessa nello specchio, convinta di avere una risposta. Sentivo il bisogno di confidarmi su quello che mi era appena successo, tenermi dentro quelle emozioni mi avrebbe logorato in poco tempo.

Non accettavo di avere provato attrazione per lei e tanto meno gradivo il fatto che la cosa mi provocasse piacere. Ma mi sentivo eccitata. Parecchio eccitata. Troppo eccitata.
Avevo lo sguardo perso nello specchio, non vedevo la mia faccia , non mi riconoscevo, e come se riflessa ci fosse stata un’altra donna. Persa in quei pensieri, notai alla mia desta il cesto della biancheria sporca, no so perché, ma come se una forza sconosciuta mi guidasse, mi girai e lo aprì.

Il cesto sembrava vuoto, ma a guardando meglio mi accorsi che all’interno, sul fondo, c ‘era un perizoma in pizzo nero.
Era una brasiliana a vita bassa molto elegante, decisi di prenderlo in mano per vederlo meglio, da vicino notai che era di ottima fattura, era sicuramente un capo firmato.
Lo desiderai. Non uso spesso questo tipo di intimo, ma per le occasioni speciali non mi dispiace valorizzare la mia femminilità.
Il tessuto delicato e la sua trasparenza mi affascinarono subito, volevo sentirlo addosso. Volevo sentire come mi stava, capire se fosse fastidioso o come pensavo comodo.
Non era il mio però. Ho un forte rispetto per le cose altrui e soprattutto in questo caso, si trattava di intimo.

Troppo personale. Impazzirei sapendo che qualcuno si permettesse di usare un mio capo senza il mio permesso, in fondo anche se mi viene difficile ammetterlo, sono una gelosa cronica.
Non li resistetti, a fanculo la mia morale! Pensai. Nessun si sarebbe accorto e in ogni caso era nel cesto della biancheria sporca, quindi il suo futuro prossimo era semplice da intuire. Lavaggio per capi delicati.

Alzai fino al ventre il vestitino nero a mezza gamba che indossavo e sfilai le mutandine nere; no erano certo all’altezza della brasiliana di Taz, ma tutto sommato non mi dispiacevano. Anche perché ad Alessio piacevano parecchio. Me le regalo un po di tempo fa e mi chiese se potevo usarle per i Special Days, come li chiama lui, sarebbero state il segnale che ero disposta a fare sesso con lui.

Abbiamo parecchie regole, potrebbe sembrare opprimente la cosa, ma per noi solo alla base del nostro rapporto, sono scelte condivise e accette insieme.

Sfilate le mutandine mi accorsi che erano intrise dei miei umori, non pensavo di essermi eccitata al quel punto. Le avvicinai al naso per annusarle credendo che potesse essere una perdita mestruale, ma il loro odore non lasciava dubbi.
Il contatto con Luis e la visione del culo di Taz mi avevano fatto bagnare e anche tanto.

L’odore intenso dei miei umori stimolarono nuovamente la mia eccitazione, questa volta però, sarà stata l’intimità della sala da bagno, la luce tenue e calda dell’illuminazione o molto più probabilmente l’aroma di Sandalo e Patchouli presente nell’aria, fecero della mia eccitazione una voglia da appagare. Non mi sentivo più imbarazzata.
Presi la brasiliana con la mano sinistra e la portai con delicatezza all’altezza del mio naso, sfiorandolo. Chiusi gli occhi. Inspirai con tutta la capienza che avevo nei polmoni. L’odore che senti mi risultò famigliare, era quello del profumo di Luis misto all’odore del sesso femminile. Senti un brivido lungo tutta la schiena e l’interno cosce inumidirsi.
Non potevo resistere, mi guardai allo specchio e vidi la mia faccia avvolta da quelle mutande. Lo stavo facendo davvero. Stavo odorando l’intimo di Taz.

Con una leggera pressione avvicinai il perizoma portandolo a contatto con il viso e nuovamente inspirai, questa volto molto lentamente. Fu quello il punto di non ritorno.
Con la mano destra, incominciai a accarezzare l’interno cosce, senti i miei fluidi defluire lungo le gambe. Erano caldi e abbondanti. Lentamente lasciai che la mano, quasi, come guidata sfiorasse la parte inferiore della mia vagina. Il calore che il mio corpo trasmetteva mi fece eccitare ancor di più.
Con l’indice incominciai a risalire tra le pareti delle grandi labbra, erano gonfie e perfettamente lubrificate.

Il respiro si fece più veloce, ma sempre, attenuato dal intimo che tenevo sul viso.

Quell’odore mi stava facendo impazzire. Il movimento lento dell’indice si trasformò in brevissimo tempo, in un ritmante sali e scendi lungo la fessura della mia vulva. Ormai ero fradicia, ero pronta per raggiungere l’orgasmo.
Non ci volle molto. Infilai il mio dito medio nella fessura e con il pollice incominciai a massaggiare delicatamente il mio clitoride. Ebbi un sussulto appena mi resi conto che era completamente esposto.

Non mi era capitato mai. La pressione del pollice mi provoco scossa di piacere e un piccolo lamento usci dalla mia bocca. Mi bastò esercitare una leggera pressione all’interno della vagina e alcuni movimenti circolari attorno al clito per raggiungere l’orgasmo.

Un fiume di fluidi si riversarono giù lungo le gambe, un tremore generale incontrollabile mi fece inginocchiare, strinsi con forza le mutande sulla bocca per evitare che i miei gemiti potessero attirare attenzione. Stavo impazzendo dal piacere. Non mi era mai capitato di godere in quel modo con l’autoerotismo.
Mi lasciai cadere a terra esausta continuando ad annusare l’intimo di Taz, finché, a un certo punto, qualcuno busso alla porta.
Ebbi un sobbalzo, istintivamente lanciai le mutandine lontano da me e copri il mio intimo con le mani.

«Alina, su dai sbrigati stiamo aspettando te, la cena è pronta.» Era Marta.

Continua…

Stupendo complimenti
 

Renatello

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Il racconto è bello, non capisco perché uno però debba definirla esperienza reale quando se uno fa caso ai particolari capisce benissimo che è inventata
 
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mercury31;n16027945 said:
molto bello, ma se posso dire la mia, suddividi il racconto in più parti perchè così lungo si rischia di perdere qualche dettaglio durante la lettura

Grazie per il consiglio! mi fa piacere ti sia piaciuto a breve la seconda parte
 
OP
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tikoduacu

Guest
Renatello;n16027994 said:
Il racconto è bello, non capisco perché uno però debba definirla esperienza reale quando se uno fa caso ai particolari capisce benissimo che è inventata

Grazie per la precisazione, la storia e frutto di una esperienza reale, ma è romanzata. Mi sono accorto solo ora di averla etichettata come reale qui. Ho appena corretto.
 
OP
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tikoduacu

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xyz22;n16028038 said:
Bellissimo.. e anche ben scritto.. ki hai completamnete fatti vivere la tuaesperienza.. complimenti. Non vedo l'ora di leggere i, seguito

Grazie sei gentilissimo. Sto finendo la seconda parte. a breve la inserisco
 
OP
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tikoduacu

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sormarco;n16028448 said:
è inutile il battito animale che c'è in noi ad un certo punto prende il sopavvento
complimenti e grazie per questo racconto di vita

Grazie a te per la bellissima affermazione! Ci sarà un continuo, se ti interessa...
 

sormarco

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tikoduacu;n16026111 said:
Per chi avesse già iniziato a leggere, l'ultimo CAPITO INSERITO si intitola: MALEDETTA CANTINA



Buona Lettura...


Non sono solo Storie - CAPITOLO 1

IL PROFUMO

molto descrittivo di tutte le sensazioni provate, ma nel primo capitolo non era tua moglie in bagno?
poi magari mi ri leggo la fine.
per quel che riguarda il seguito secondo me è più comodo leggere se non lo attacchi a questi due, poi tu sei il padrone di casa e fai come vuoi.
comunque grazie, sormarco
PS. foto delle signore non ce ne sono???
 
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tikoduacu

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sormarco;n16033025 said:
molto descrittivo di tutte le sensazioni provate, ma nel primo capitolo non era tua moglie in bagno?
poi magari mi ri leggo la fine.
per quel che riguarda il seguito secondo me è più comodo leggere se non lo attacchi a questi due, poi tu sei il padrone di casa e fai come vuoi.
comunque grazie, sormarco
PS. foto delle signore non ce ne sono???

Il primo capitolo è scritto da mia moglie, il secondo da me.. insieme scriveremo il resto. Ogniuno di noi per quanto riguarda le sue esperienze.
 

sormarco

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tikoduacu;n16033037 said:
Il primo capitolo è scritto da mia moglie, il secondo da me.. insieme scriveremo il resto. Ogniuno di noi per quanto riguarda le sue esperienze.

Ecco perché non mi tornavano i carlo, nel senso di conti, va beh so scemo. 🤭 allora lo chiedo direttamente alla fonte, ad Alina se ha foto due e di Marta da vedere.
perché devono essere k un bel vedere.
 

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