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Scrivo di getto l'incipit di questo racconto.
Continuerò a puntate se lo ritenete interessante.

La donna giaceva a terra, assonnata, su un letto multicolore composto da vari strati di foglie autunnali che erano cadute nei giorni precedenti dagli imponenti alberi del bosco. Le unghie erano lunghe e sporche, così come i capelli raccolti grezzamente attraverso un paio di fili di spago consunti a formare due code asimmetriche sul retro del capo. Non si ricordava molto della sera precedente. La sua memoria riportava alla luce un volto, illuminato a malapena dalla fioca luce della luna che penetrava tra i rami semispogli degli alberi che sovrastavano il sentiero. Dove si trovava? era certamente sola, a giudicare dal silenzio profondo da cui era circondata.

Alcune formiche, che erano rimaste incastrate nella sua folta peluria, le solleticavano il pube. Si ripulì dagli insetti e dalle foglie, alzandosi, facendo ricadere i seni che si allungarono fino a poco sopra l'ombelico. A parte la stanchezza si sentiva bene. Non vedeva più i suoi compagni, così si guardò intorno senza allontanarsi troppo dal punto in cui si era svegliata. I piedi piccoli e dalle dita tozze fecero scricchiolare alcuni rami secchi rompendo il silenzio del luogo. Alcuni refoli di vento gelidi le accarezzarono il collo scendendo lungo la schiena anestetizzando il dolore di alcuni evidenti graffi, per poi finire tra le gambe attraverso le natiche.
 

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Ciao, ti suggerisco di andare avanti nel tuo racconto, l'incipit è scritto molto bene e penso tu possa offrire cose interessanti.
 

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