Esperienza reale L' artista 2

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ks421

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Per correttezza verso il Sig. Patato e Slalom proseguo autonomamente immaginando la storia a modo mio. Non nascondo che conosco bene i 2 mondi, quello delle gallerie d' arte e quello del podismo, dove i 2 signori sopra avevano intenzione di ambientare il racconto.
Immagino che mi abbia colpito anche per quello.
La storia per certi versi è frutto della fantasia ma molte cose, anzi quasi tutte faranno riferimento a episodi reali a volte modificati se necessario per motivi di riservatezza, a volte no.
Per una migliore comprensione di tutta la vicenda questo è il prologo:
https://www.phica.eu/forums/forum/s...conto-su-laura


Parcheggiammo vicino alla piazza.
Aveva messo degli occhiali da sole, sembrava una trenentenne e non ci volle molto a capire che era compiaciuta di avere addosso gli occhi di tutti mentre ci avvicinavano al locale.
Scelse un tavolo in pieno sole, e una volta seduta non ero il solo a godermi quella mini che si era alzata.
Me la mangiavo con gli occhi e presto arrivò un' erezione fenomenale. Saperla senza intimo sotto quei pochi centimetri di stoffa mi faceva andare via di testa.
Mi diede tutta una serie di indicazioni molto perentorie; il tono da professoressa era insopportabile, ma la sapeva lunga, nessun dubbio su quello.
Stavo pensando al suo culo rosso, alla sua bocca e alla sua fica allagata quando il cameriere arrivò con i caffè. Era giovanissimo e rimase a bocca aperta quando si rese conto che non c'era poi molta differenza tra quella minigonna e il niente. Lei sorrideva affabile ma contemporaneamente tono e atteggiamento lasciavano trapelare grinta da vendere. Era un personaggio decisamente interessante; secondo me il marito schiacciato da tanta personalità si era rifugiato in Svizzera per respirare un po'. Non doveva essere facile viverci insieme; che fosse bellissima e che a letto fosse una bomba alla lunga non doveva essere sufficiente per restare a casa.
Mi stavo accendendo una sigaretta quando mi chiese se avevo domande o dubbi. Risposi che no, non avevo domande e che il suo programma per quanto impegnativo non lo consideravo irrealizzabile. Aggiunse "lo spero bene", disse poi che faceva quella vita da quasi 20 anni e che sapeva come muoversi. "Non siamo a vendere il pane", disse mentre scriveva rapidamente al telefono, "bisogna fare le cose giuste al momento giusto e senza contatti adeguati in questo mondo non si va da nessuna parte. Ho visto talenti strepitosi fare una brutta fine, e ho visto delle schiappe balzare agli onori delle cronache. Chi non ha senso pratico è destinato al fallimento e non ci sono seconde possibilità".
Da come guardava la sigaretta intuii che era una ex fumatrice. Le chiesi da quanto tempo avesse smesso ma la risposta mi sorprese. Non ho mai smesso disse, mi concedo una o due sigarette ogni tanto, ma in genere un pacchetto mi basta per settimane.
Quando le feci notare che immaginavo il mondo del podismo come una congrega di salutisti scoppiò a ridere. Le chiesi se avessi appena detto la cazzata del secolo. Cambiò la gamba accavallata facendomi vedere chiaramente la fica, dicendo che anche alle corsette di paese la cosa più sana che girava erano le anfetamine per non parlare poi di quello che facevano a casa. Sapevo bene di cosa parlava, in passato avevo fatto una cinquantina di corse in bicicletta sia su strada che su pista. Ricordavo la mia ultima corsa, era in Toscana; avevo meno di venti anni e poco prima della partenza erano tanti quelli che si facevano delle iniezioni dietro una siepe. Più tardi, su una salita micidiale volavano tutti, anche quelli che in genere arrivavano merdesimi o giù di lì. Rimasi disgustato, nei primi anni 90 non si salvavano nemmeno le apparenze. La mia carriera di ciclista finì lì.
Pensavo alla sborrata di poco prima ma non potei non chiederle: "e te?"; la risposta, dopo una piccola esitazione, fu: "sono una ragazza pratica, non vivo nel mondo dei sogni. Non amo gli eccessi ma in guerra ci vado armata". Difficile darle torto, mai dubitato neanche per un istante che fosse una sprovveduta.
"Anche io", aggiunsi, "sono estremamente pratico, e ho una gran voglia di scoparti ancora, anzi non solo scopare, ho un bel programma per te".
Non avevo più nessun timore a parlare chiaro, non era certo una che girava intorno alle cose e ancora una volta i fatti mi diedero ragione. Alzò una gamba mettendo il tacco sulla sedia e divaricando impercettibilmente le gambe.
La visione era celestiale e dissi: "torniamo allo studio, questa volta ti apro il culo".
Guardò il suo orologio, un vecchio Citizen Diver, disse ok ma che bisognava fare in fretta perché doveva presenziare alla presentazione di un libro da lì a qualche ora, poi aveva in programma una cena in un'altra città.
La cena, commentò mentre tornavamo verso le auto, sarebbe stata molto interessante perché i padroni di casa erano una coppia sulla settantina che amava circondarsi di persone non banali e spesso molto influenti. Meglio esserci che non esserci sentenziò. Poi aggiunse ridendo che il padrone di casa aveva un debole per lei, chissà perché disse con un sorriso malizioso.
Salimmo sulla sua Range Rover bianca, ora aveva la fica in bella vista una volta allungata una mano sentii che era sempre un lago.
Le chiesi quanto costasse un' auto del genere. "Abbastanza" rispose, poi passai all'orologio. Mi sarei aspettato di vedere ben altro al suo polso, la risposta fu immediata. Aveva quell' orologio da tempo, era appartenuto al suo "maestro", un uomo molto più grande di lei che l'aveva aiutata parecchio dopo l'università. Era il suo portafortuna e non se ne separava mai; ne aveva viste tante con il vecchio proprietario aggiunse pensierosa; non dubitavo che ne avesse viste tante anche con lei. Mi sorprese che avesse bisogno di un portafortuna, in futuro avrei cercato di saperne di più.
Intanto era sempre più bagnata e guidare con un uomo che toccava la fica sembrava la cosa più naturale del mondo.
 
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Quando siamo arrivati davanti al mio studio la gonna era in condizioni a dir poco imbarazzanti, infatti avevo finito per strusciarci sopra più volte la mano bagnatissima dei sui umori. Quando scese e cercò di riassettarsi si rese conto del disastro ma aprì bocca.
Una volta dentro mise la borsa sul tavolo e rimase in silenzio. La spinsi senza tanti complimenti sul divano e iniziai a baciarla. Ancora una volta aprì le gambe e ne mise una sopra alla mia per offrirsi al massimo. Ero perplesso, iniziavo a mettere insieme i pezzi e per quanto fossi annebbiato dall'eccitazione il dubbio che Laura fosse ben più di una quarantenne che voleva divertirsi aumentava. Alcuni atteggiamenti mi facevano pensare a ben altro. E se fosse stata una schiava?
Questa volta la spogliai io mentre continuavamo a baciarci freneticamente. Decisi che era il momento di pensare al quel culo strepitoso senza indugi, se era come pensavo io si trattava di capire quali fossero i suoi limiti.
La feci girare e mettere in ginocchio come quando poco prima l' avevo sculacciata a lungo e forte. Era ben marcata e il rossore si era scurito dove aveva preso più colpi, in alcuni punti era nero violaceo.
Era un'altra, la donna in carriera determinata e volitiva era sparita ancora una volta; decisi di godermi subito la sua fica che era ben oltre l' essere bagnata, dopo pochi colpi puntai decisamente al culetto. Volevo metterlo tutto dentro il più rapidamente possibile. Un paio di volte disse che le facevo male, ovviamente otteneva il risultato opposto. Gridò forte quando arrivai in fondo; restai fermo un attimo per godermi la scena. Poi iniziai a pompare cambiando spesso ritmo, qualche volta lo facevo uscire completamente per godermi lo spettacolo del suo buchetto. Laura a corrente alternata riusciva a non gridare, spesso invece non riusciva a trattenersi e contemporaneamente con degli spasmi stringeva forte quasi fino a farmi male al cazzo. Qualche volta si alzava un po' e riuscivamo se non proprio a baciarci almeno a slinguare. Ebbe almeno un paio di orgasmi, bastava toccarla un po' e andava in paradiso per direttissima. Dopo una delle sue contrazioni più forte e prolungata delle altre esplosi con una sborrata pazzesca. Anche questa volta i getti sembravano infiniti, devo averle riempito l'intestino come non mai.
Rimasi dentro di lei il più possibile. Quando mi staccai, dopo un attimo iniziò a uscire tanta roba, lei si mise in ginocchio e si formò una piccola pozza sul divano mentre in parte iniziava a scendere anche lungo una gamba. Era sudata e sconvolta, ci baciammo a lungo.
Mi venne naturale dirle che era una bomba e che avrei usato il suo corpo a mio piacimento. Rispose con un bacio, poi un'occhiata all'orologio. Si ricompose alla meglio mentre un po' ridendo e un po' no rifletteva a voce alta su come l' avevo ridotta e su come era ridotta la gonna del suo tailleur Prada.
Decisamente c' era bisogno di una doccia ma il mio studio era ricavato da quello che una volta era stato il laboratorio di un artigiano. Uno stanzone di quasi 150 metri quadrati con grandi vetrate e un bel lucernario; con una serie di mobili antichi e dei paravento decorati stile liberty avevo creato una zona più appartata. Il tutto poi era un bazar di tavoli, sedie, poltrone, statue, quadri, tappeti e tessuti appesi alle pareti.
Gli amici passavano spesso a trovarmi con qualche birra o una bottiglia di quello buono. Ora avrebbero trovato una bella novità: il perizoma di Laura appeso in bella vista a una vecchia lampada da tavolo. Decisamente un bel trofeo, lei stessa dovette ammetterlo mentre si dava una sistemata davanti allo specchio.
Quando dissi che avrei informato Paolo, il marito della sua amica, a chi apparteneva il trofeo mi sembrò indispettita ma non fece commenti.
Un'ultima occhiata allo specchio e si avviò verso la porta. La raggiunsi ancora nudo, l'ultimo bacio fu mentre mi sussurrava: "mi hai rotto il culo".
Poi girò i tacchi e attraversando il cortile si avviò verso l' auto.
 
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ks421

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Non si fece sentire per qualche giorno. Io feci lo stesso.
Un impegno dietro l'altro praticamente senza orario 7 giorni su 7 con un raggio di azione variabile dall' Italia all'Europa e a volte oltre era una cosa che superava le capacita di molti. Aggiungendo 2 figli piccoli, lo sport e un po' di vita sociale veniva fuori un quadro folle. Non riuscivo a capire a quanto potesse ammontare realisticamente il suo giro di affari ma avevo la sensazione che fosse più modesto di quello che amici e conoscenti vari sospettavano.
Il giovedì successivo mi scrisse un messaggio, diceva che doveva farmi firmare un documento preparato dal commercialista riferito al nostro accordo e che sarebbe passata allo studio dopo pranzo. L'erezione fu automatica; le chiesi subito come era vestita. "Sorpresa" fu la risposta. Scrissi altri messaggi ma non arrivano risposte perché non li aprì neanche.
Poco dopo le 2 mentre passavo le ultimissime pennellate al primo dei quadri che mi aveva commissionato vidi la sua auto parcheggiare davanti al cancello del cortile. Aveva un abito verde scuro con lunghezza metà coscia, occhiali da sole, borsa e valigetta tipo 24 ore. Un po' ingessata ma strepitosa.
Avevo affittato l' altra metà del laboratorio a dei ragazzi di colore che portavano avanti una attività di falegnameria con pochi profitti, ma avevo un bisogno disperato di quei soldi; in quel momento erano fuori tutti e 3 con una birra in mano a godersi il sole di maggio. Dire che se la mangiavano con gli occhi è riduttivo...
La porta era aperta, quando entrò restai in contemplazione riflettendo se sarebbe stato meglio riempirle la fica o strapazzarle quel magnifico culo.
Ma la donna in carriera era girata su ON, quindi tono da manager alternato a quello da professoressa. In ogni caso concordavo su tutto ciò che diceva; consigli e critiche erano sensati e ben motivati.
Tirò fuori i fogli e mi disse di firmare, poi dopo avermi ricordato ancora una volta di lavorare e lavorare il suo sguardo incrociò il perizoma ancora appeso alla lampada. "E Paolo che ha detto?" chiese con civetteria mentre si slacciava i sandali.
"Ancora non ha visto niente" dissi, "ma penso che ne vedrà 2, dovrebbe passare una di queste sere". Intanto si era aperta la cerniera su un fianco e il vestito era scivolato sul tappeto. L'intimo bianco le stava a meraviglia esaltato da una leggera abbronzatura, il perizoma finì accanto all' altro sulla lampada. Ci ritrovammo ancora una volta sul divano dove tutti i miei propositi di capirci di più saltarono completamente. La misi sotto e iniziai a scoparla con forza, nessun cambio di ritmo fino alla fine. Laura si dimenava parecchio, i baci furono pochi e una volta che ebbi finito mi misi seduto a guardare la sborra che usciva. Durante la scopata aveva fatto qualche grido di troppo e le feci notare che una delle finestre sul cortile era aperta e che i ragazzi avevano sentito tutto...
Le dissi che secondo me anche loro l' avrebbero messa sotto e si sarebbero svuotati le palle nella sua fica molto volentieri. Non disse niente, ma quando le chiesi se potevo andare a chiamarli alzò gli occhi indecisa sul da farsi. Questo non se lo aspettava.
Decisi io, misi i pantaloni e andai alla porta; con la coda dell' occhio vidi che era sempre distesa a gambe leggermente divaricate.
I ragazzi erano visibilmente divertiti, era chiaro che avevano sentito tutto e vedermi scalzo e senza camicia li incuriosiva parecchio. Dopo qualche istante dissi loro che la mia amica avrebbe fatto fare un giro a tutti. Si guardarono tra di loro e si alzarono dalle sedie. Avevo lasciato la porta aperta, Laura non poteva non aver sentito. Una volta entrati li guidai tra statue e mobili, Laura era sempre nuda sul divano ma adesso era seduta e sorridente. Si alzò e si presentò a tutti e 3 che ricambiarono con un bacio sulle guance.
Vidi che nel frattempo si era ripulita e mentre i 2 più intraprendenti iniziavano a toccarla con una serie di carezze sulla pancia, sul culo e sul seno dissi: "è tutta vostra, fatele tutto ciò che volete". Laura fece appena in tempo a dirmi divertita che ero uno stronzo che uno dei ragazzi le aveva già messo la lingua in bocca. Poi la prese in braccio, la mise sul divano e riprese a baciarla. Le bocche degli altri iniziarono ad occuparsi del resto.
 
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I ragazzi non andarono molto per il sottile; il più vecchio dei 3 dopo averle morsicchiato le tette la prese per le caviglie e la tirò giù sul tappeto. Laura rimase distesa a gambe spalancate e anzi in segno di disponibilità tirò indietro le ginocchia per offrirsi al meglio. I suoi occhi cercavano il mio sguardo, come sempre era bellissima.
Il tipo era un colosso, pure un po' sovrappeso, si spogliò rapidamente e sfoderò un cazzo esagerato sia in lunghezza che in larghezza. Disse agli altri di tenenerla ferma, si inginocchiò e iniziò a penetrarla ma si fermò subito. Era una scena surreale; gli altri 2 la tenevano bloccata per le braccia mentre lui la guardava negli occhi. Poi di colpo iniziò a spingere lentamente e si fermò solo quando arrivò in fondo. Laura durante la penetrazione era scossa da un fremito quasi incontrollato alternato a momenti in cui si irrigidiva completamente. Probabilmente se non era per i 2 che la bloccavano a terra si sarebbe sottratta alla monta. Iniziò a sbatterla molto forte facendo uscire il cazzo quasi completamente, lei urlava e ansimava. I 2 avevano un bel da fare per tenerla ferma, sicuramente era un meccanismo già collaudato. Improvvisamente il tipo passò a un ritmo lento e si distese completamente su Laura, i ragazzi mollarono la presa e iniziò a baciarla. Lei rispose alla grande, sembravano 2 fidanzatini. Lui era sudatissimo, grondava in modo esagerato e lei era totalmente succube di quella doccia massaggio. Lei lo leccava anche sul collo e sul petto, quando il ritmo riprese a salire si attaccarono in un bacio che proseguì anche quando lui si era scaricato dentro di lei. Poi si staccò e senza dire una parola si rivestì e raggiunta la poltrona più vicina si accese una sigaretta.
Laura era rimasta sul tappeto visibilmente provata dalla monta e da una sborrata notevole. Il secondo, andavano in ordine di età, era il più simpatico del gruppo ma complice qualche birra di troppo fu piuttosto brusco. Era stato il primo a spogliarsi, si sedette sul divano e le ordinò di fargli un pompino. Le teneva stretta la testa e spingeva forte pretendendo un trattamento di categoria gola profonda, totalmente infattibile con il suo cazzo. Iniziò a diventare nervoso, Laura si impegnò al massimo ma riusciva solo ad avere conati di vomito. Si staccò da quel cazzo e umo schiaffo la prese alla sprovvista. Si alzò in piedi ma gli altri le furono subito addosso e rapidamente la misero a 4 zampe sul tappeto, poi il capo le fece abbassare testa e spalle sul tappeto, infine le divaricò un po' le gambe mentre accarezzava quel culo esposto al massimo. Poi da dietro si mise a massaggiarle la pancia commentando che era un peccato che prendesse la pillola. Tra me pensai che non aveva tutti i torti, averla senza pillola sarebbe stato il massimo del massimo.
Le diede un bello sculaccione e mentre si rimetteva in piedi disse all'altro di inculare la "puttana bianca". Laura alzò ulteriormente il culo quando il ragazzo senza tanti preamboli iniziò a penetrarla.
Anche lui puntava direttamente a metterlo dentro il più rapidamente possibile; Laura aveva appoggiato la fronte sul tappeto e respirava forte stringendo il tappeto con le mani. Era uno spettacolo grandioso, si fermò a fiatare quando era dentro a metà, lei tremava ma non provò mai a sottrarsi al ragazzo che poco prima le aveva dato un bello schiaffo. Nonostante le birre il ragazzo era lucidissimo e fece durare l' inculata un tempo esagerato. Più volte Laura disse "mi fai male" ma otteneva solo un aumento del ritmo e della forza degli affondi. Si metteva a 4 zampe per poi tornare in posizione spesso ma stando sempre attenta a restare per attaccata quel cazzo che la trapanava.
Ogni tanto, tra un gemito e l'altro, cercava il mio sguardo. Chiuse gli occhi quando il ragazzo disse che stava per venire.
Anche lui restò dentro finché fu possibile, poi le diede un bello sculaccione e si rivestì.
Laura si alzò in piedi e quasi subito un rivolo di iniziò a colare. Si mise a ridere dicendo che le avevano proprio fatto il pieno.
Eravamo tutti sulle poltrone sparpagliate intorno al tappeto e al divano con le sigarette in mano quando le indicai il terzo ricordandole che era arrivato anche il suo turno. Le passai dei fazzoletti di carta e mentre si ripuliva sembrava un po' preoccupata per come le aveva ridotto il culo.
Quando il terzo si fece avanti Laura si inginocchiò subito e iniziò a fargli un bel servizio con la bocca ma presto la fece sdraiare su un fianco e mettendosi a cavalcioni di una gamba e alzandole l'altra prese a scoparla. Ogni tanto si abbassava su di lei per un bacio o per mordicchiarle le tette; ebbi la sensazione che le piacesse parecchio più degli altri da come si guardavano piuttosto che da gridi e mugolii vari.
Quando anche lui le venne dentro si baciarono a lungo, lei lo abbracciava e lo accarezzava con molto coinvolgimento, decisamente un bello spettacolo.
Infine anche lui si staccò e si rivestì. Poi se ne andarono tutti dicendo chi "a presto", chi "alla prossima".
Laura si mise in piedi e per la seconda volta in poco tempo mi disse che ero uno stronzo. Ancora una volta un rivolo bianco le stava colando lungo le gambe, poi direttamente dei bei goccioloni. Quel tappeto iniziava a essere messo male.
Decisamente quella era la donna per me.
Se non avevo preso una cotta era qualcosa di molto simile.
La baciai su una guancia mentre si rivestiva; poi si mise su una poltrona e si accese una sigaretta.
Penso che dobbiamo parlare un po' disse...
 
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Temevo che fosse arrabbiata ma esordì dicendo che le prossime settimane e poi l'estate sarebbero state un po' complicate.
Più che altro era un lungo elenco di città e capitali, a seguire un elenco di poco più corto di gare di trial running sparse quasi ovunque tra Alpi e Appennino.
Mi sembrava un programma folle ma mi guardai bene dal fare commenti.
Improvvisamente alla porta si sentì la voce di Paolo che mi diceva di aprire perché le birre stavano diventando calde.
Se era sorpreso di vedere Laura non lo diede a vedere; si lasciò cadere su una poltrona e le chiese se fosse pronta per la corsa del loro club la prossima domenica. Partenza e arrivo da un agriturismo sulle colline; poco meno di 12 km per la "corsa più combattuta e velenosa dell'anno" secondo il suo parere.
Feci notare che non poteva essere poi molto peggio di una mostra collettiva o della gara sociale quando volevo fare il ciclista. Spesso finiva a botte e i genitori non erano da meno dei figli, anzi.
Stavamo ridendo tutti di gusto con le birre in mano quando Paolo mise a fuoco i 2 trofei appesi alla lampada da tavolo.
Li indicò con aria interrogativa, cercai Laura con lo sguardo che scoppiò a ridere immediatamente. A quel punto non serviva essere un genio per capire di chi fossero...
"Ah bene" disse lui alzandosi per andare a prenderli. Notò con piacere che erano ben usati e chiese a Laura se gli mostrava come fosse messa sotto al momento...
 
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"Al momento avrei bisogno di quello bianco" disse Laura, ma Paolo lo portò al naso con soddisfazione.
Lei ridendo si alzò e disse che se ne andava a fare una doccia, poi sarebbe rientrata in ufficio.
Per me un bacio e la promessa di aggiornarmi nei prossimi giorni.
"E lavora!" aggiunse quando era già in cortile.
Paolo mi fece i complimenti e se ne andò tardissimo.
Rimasi solo a pensare a quella donna formidabile e a tante altre cose. La mia vita era cambiata parecchio con il suo arrivo.
La rividi il giorno della "gara più velenosa dell'anno". Ufficialmente ero invitato solo per il pranzo ma volevo vederla all' opera.
Quel mattino fui tra i primi ad arrivare all'agriturismo che funzionava da base. Come logica vuole le "primedonne" arrivavano per ultime e Laura infatti arrivò tra gli ultimissimi. Era un gruppo sorprendentemente numeroso e con mogli, mariti e fidanzati/e costituiva una bella folla. Feci appena in tempo a salutarla che fui ingaggiato da quelli che si occupavano del ristoro a metà gara.
Con una t shirt bianca, dei jeans consunti, ciabatte e Persol aveva già sbaragliato la concorrenza femminile senza appello.
Mi indicò i vari gruppetti e fazioni distribuendo soprannomi spesso grotteschi. Poi passò a un paio di tipi sui 50, 55 anni dicendo che il vincitore sarebbe stato uno di loro. Soprattutto di uno mi disse che se gli avessero fatto le analisi del sangue all' analista sarebbe venuto un collasso. Ma era un medico stimatissimo, quindi nessun problema.
Poi aggiunse un po' compiaciuta e un po' amareggiata, mentre si incamminava verso gli spogliatoi con un vecchio zainetto Invicta messo su una spalla, "che comunque qui l' unica che ha vinto qualche corsa vera sono io".
I primi che passarono avevano un ritmo infernale, si erano già fatti qualche chilometro di leggera salita e poi una salita di tutto rispetto. Li vedevamo scendere in lontananza sollevando un po' di polvere e poco dopo ci sfrecciarono davanti. Di fronte avevano ancora da salire, poi una bella discesa e un paio di km in pianura fino all' agriturismo.
Ovviamente i primi non prendevano niente al ristoro.
Sapevo che, tra quelli del gruppo e qualche invitato extra, alla partenza erano una settantina. Tenevo il conto di quelli che erano passati e di Laura nessuna traccia. Più o meno dal decimo in poi iniziarono a bere al volo e qualcuno rispondeva alle battute.
Intorno alla ventesima posizione passarono il medico e il suo compare; pensavo meglio, che avessero sbagliato le dosi? Come scoprii più tardi non le avevano sbagliate affatto. Si stavano divertendo aspettando il momento giusto per premere sul gas e ristabilire la giusta gerarchia.
Laura passò in 27° posizione, era la prima delle donne. Le urlai "27" e rispose con un cenno della mano. Avevo la sensazione che andasse più forte degli altri e rimasi molto sorpreso che molti facevano il tifo per lei. Top e gli shorts neri decisamente minimalisti erano molto apprezzati.
Gli ultimi passarono al piccolo trotto con un ritardo esagerato, compresi Paolo e la moglie Lucia. Il medico e il suo compare fecero primo e secondo con una progressione micidiale che durò fino al traguardo. Laura forzando in salita li raggiunse e proseguì con loro ma nella pianura finale era in riserva sparata e la staccarono con facilità. E non furono i soli a staccarla.
Del pranzo non ricordo molto se non che scorrevano fiumi di vino, che durò un tempo esagerato e che vennero a salutarla un gran numero di persone.
Ricordo invece molto bene che nel pomeriggio mi ritrovai in una jacuzzi vista colline con Laura. Eravamo nudi e cercando di non dare troppo nell'occhio facemmo una scopata con lei che stava sopra. Complice il vino ci divertimmo parecchio.
Mentre lei diceva che per quello che si era allenata aveva fatto anche troppo, l' ennesimo brivido di freddo mi costrinse a uscire. Lei mise la testa sott' acqua e poi mi comunicò che sarebbe rimasta ancora un po'. Si capiva bene che perdere non era in testa alle sue aspirazioni.
Indossai tutto quello che avevo e andai verso l'auto a cercare le sigarette, incrociai i vincitori di giornata che mi salutarono cordialmente. Ricambiai pensando che durante il pranzo dovevo aver bevuto ancora di più di quello che pensavo.
Praticamente non era rimasto quasi nessuno, dall'auto vidi che i 2 avevano raggiunto Laura e che si erano messi a parlare. A quel punto avevano anche visto che era nuda pensai tra me.
Quando tornai alla jacuzzi non c'era nessuno, anche i vestiti di Laura erano spariti.
La rividi praticamente all' ora di cena nell' atrio principale, aveva una luce strana negli occhi. Mi disse che erano 2 maiali e che le avevano fatto veramente male. "Dopo ti racconto tutto" aggiunse. Le proposi una spaghettata da me; vivevo accampato in 2 stanze in pieno centro, mi augurai che non scappasse appena avessi aperto la porta.
Non scappò e presto finimmo a letto.
Il suo corpo era pieno di segni; i 2 dopo averle fatto un massaggio l' avevano frustata a turno sul culo e sulla schiena. Poi avevano provato a farle il fisting ma senza riuscirci, infine l' avevano inculata a turno. Erano resistentissimi, non venivano mai e mentre uno si sfogata l' altro faceva foto e video. Non mancarono di toccarla e farle avere diversi orgasmi facendole notare quanto era troia e che anzi avrebbe proprio dovuto fare la troia.
Quando anche il secondo le riempì il culo si sentiva allargatissima, poi fecero molte foto commentando le condizioni del suo buchetto.
Effettivamente si vedeva che l' avevano strapazzata forte. Le chiesi se era la prima volta che si divertivano con lei. Scuotendo la testa disse di no. "È una lunga storia" proseguì un po' pensierosa e un po' divertita. Le dissi che nessuno era meglio di me per le lunghe storie.
"Dopo l'università non navigavo nell' oro" iniziò quasi sottovoce, "fui costretta ad accettare l' unica opportunità che avevo. Per qualche anno lavorai per una sorta di casa d' aste collegata a più gruppi bancari che mi pagava una miseria per un lavoro molto importante".
Si trattava di valutare e casomai acquisire lasciti, eredità e vendite in senso lato di opere d'arte, antichità e preziosi.
Praticamente valutava oggetti che spesso valevano una fortuna in giro per l' italia in cambio di una cifra appena sufficiente a pagare una stanza.
Il boss era un ciccione che quando capitava le infilava una mano sotto la gonna. Del resto avendo superato il colloquio con un pompino magistrale la musica era quella. Una bella trappola, quasi 30 anni, povera in canna e senza prospettive.
Ebbe la sua occasione in una nota località balneare ligure. 2 fratelli che litigavano su tutto, travolti dai debiti e incapaci di gestire l'attività del padre recentemente scomparso avevano in casa una piccola fortuna ma non ne erano consapevoli.
"Capisci?" mi chiese con curiosità.
Capivo e non capivo, e più che altro non vedevo il nesso con il medico bombato di doping. Mi rispose che ci stava arrivando.
Con una scusa si trattenne un giorno in più avendo modo di conoscere meglio i suoi interlocutori e ricontrollare il piccolo tesoro custodito in quella villa.
Il piano era geniale nella sua semplicità.
Spiegò ai 2 fratelli senza tanti giri di parole che alla fine tra commissioni, tasse e altri trabocchetti avrebbero finito per prendere le briciole di una somma che lei comunque lasciò intendere essere inferiore a quello che credevano. Lasciò anche intendere che c'era un'altra strada; i 2 non aspettavano altro. Rischiando ben più del posto di lavoro disse loro che avrebbe redatto una relazione con una bocciatura sostanziale dei loro beni, successivamente avrebbe portato loro una cifra in contanti che altrimenti non avrebbero mai visto.
I fratelli che non sedevano allo stesso tavolo da anni si intesero con uno sguardo. Era fatta.
Restava il problema più grosso perché lei aveva un conto in banca perennemente in rosso e qui servivano soldi veri e servivano cash.
"Come non tutti sanno" proseguì "i medici spesso maneggiano cifre di contanti impensabili..."
Iniziavo a vederci chiaro, a questo punto la storia iniziava a delinearsi.
Infatti il medico in questione la corteggiava da anni, ogni tanto facevano sesso ma non erano fatti per stare insieme e ne erano perfettamente consapevoli entrambi. Si mostrò fin da subito molto interessato alla cosa e alla fine di uno dei loro incontri a base di bondage, fruste e sesso le passò un vecchio zainetto Invicta.
"Aprilo a casa" le disse, "magari fosse una casa" pensò a voce alta. Dentro c'è erano i 70.000 euro di cui aveva bisogno, la musica stava per cambiare.
Con altri 3 casi analoghi si era comprata la casa in campagna; per il notaio era ordinaria amministrazione e lungi dal dire qualcosa si complimentò apertamente con lei che pagò quasi tutto in contanti.
Successivamente a 34 anni valutò che era giunto il momento di dimettersi perché con quasi 10 anni di lavoro alle spalle pensava di aver visto abbastanza per mettersi in proprio e perché... esitò un po' e poi lo disse tutto di un fiato, "Avevo conosciuto Riccardo". "Il mio maestro" aggiunse alzando in polso con il vecchio orologio.
Mi alzai dal letto alla ricerca di una sigaretta nel casino immane della mia stanza. Quella donna aveva avuto una vita da film e ora era nel mio letto.
Proposi un brindisi, "a cosa brindiamo" mi chiese.
"Al resto della tua storia!"
Andò avanti fino a giorno.
Le chiesi se lo zainetto che avevo visto avesse a che fare con quello che mi aveva raccontato. "Chissà..." fu la risposta.
Come sempre aveva di fronte una giornata con molti impegni, io invece iniziavo a essere in ritardo sulla tabella di marcia che mi aveva imposto.
Pensai che decisamente le persone non sono tutte uguali.
 
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In qualche messaggio mi è stato chiesto dove sia il confine tra realtà e fantasia, altri hanno chiesto il nome di luoghi ed eventi. Ovviamente non posso rispondere su quello.
Il confine sostanzialmente non c'è. Alcune cose sono state rese più pittoresche, al contrario altre sono state minimizzate. In altri casi ho rimescolato la successione degli eventi.
Il bdsm, del quale non ho parlato perché l'argomento è troppo complesso, ha fatto e continua a fare parte della nostra vita.
Proprio per questo, sostanzialmente, la storia finisce qui. Troppo complicato parlarne, non ne ho le capacità.
A questo punto posso fare qualche precisazione in ordine sparso.

La mia Laura non si chiama Laura; non ha 43 anni ma diciamo qualcuno in più.
Quando ha iniziato a correre aveva l'età che hanno gli altri quando smettono. Top e shorts super sexy che ha esibito con gioia e naturalezza, per motivi anagrafici, spesso ora sono stati sostituiti da cose più sobrie.
Ha fatto molte corse, famose e non; è arrivata tardi al trail running, peccato. Si è tolta qualche soddisfazione anche quando gli anni hanno iniziato ad essere più del doppio delle concorrenti più giovani. Nel 2017, totalmente inaspettata, è arrivata una vittoria. Abbiamo festeggiato con una pizza di gruppo, era raggiante e bellissima. Hanno partecipato in molti e si è un po' commossa. Non era la prima vittoria e non è stata la più importante, chiaramente potrebbe essere stata l' ultima volta sul gradino più alto del podio.
Lo zainetto non era un Invicta ma un classico zaino da arrampicata da 30 litri. Lo usa ancora oggi.
Non le gridai "27", ma ovviamente il distacco dal primo; era un bel distacco, poi la gara andò come ho raccontato. Rientrare e poi vincere o stare nei primi sarebbe stato troppo; fece un bel numero ma alla fine fu bastonata forte. Pensare di essere meglio degli altri non significa esserlo. Fu un bel bagno di umiltà.
Il medico, l' anno scorso, ha stravinto una corsa in un modo che definire sospetto è riduttivo. Siamo buoni amici, al traguardo mi fece l' occhiolino. Qualcuno dice che ha fatto un patto con il diavolo ma secondo me lo ha fatto con un farmacista.
La mia Laura non ha un Citizen al polso, ma ogni tanto usa un vecchio diver svizzero un po' troppo grande per lei. Restaurarlo è costato, recentemente, una cifra fuori da ogni logica. "Il maestro" era una brava persona e la guidò con successo nel complesso mondo del mercato dell' arte internazionale. Non è poco, credetemi. Le passò quell' orologio prima di morire.
Non si chiamava Riccardo ed era la pecora nera di una famiglia piuttosto in vista della borghesia di una città del nord. Era un fanatico della montagna e Laura sparse le sue ceneri sulle Alpi sulla cima che amava di più.
Non mi ha raccontato la sua storia a letto. Lo fece tra qualche lacrima e molte risate una domenica pomeriggio in un parco di una città vicina alla nostra molti anni fa. Fin da ragazza non ha avuto una vita facile ma non si è mai fermata.
Effettivamente vivevo in una topaia, considero un miracolo che non sia scappata.
La villa dei 2 fratelli non era in Liguria ma in una località della costa tirrenica che ha visto tempi migliori. Mi ha portato a vederla da fuori, è totalmente in rovina.
Pur restando nel settore ha cambiato lavoro da tempo, economicamente non è stata una mossa brillante, da altri punti di vista direi proprio di sì.
Viviamo nella casa che acquistò pagandola quasi tutta in contanti.
Le ho detto più volte che dovrebbe scrivere un libro, una sorta di autobiografia ma la risposta è sempre stata la stessa: "meglio di no..."
A breve farà la prima corsa del 2019, sarà un giorno molto speciale perché sarà alla partenza con una persona molto speciale: nostra figlia.
 
OP
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ks421

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Per chiudere il cerchio non posso non parlare di Riccardo, meglio iniziare dall'inizio; la fine è un po' più delicata, verrà più avanti.



Quando arrivò Riccardo, Laura era in una fase problematica; la casa in campagna, lungi dall'essere un buon affare, era un salasso di soldi continuo, aveva raddrizzato un po' le cose affittando alcune stanze a una coppia. Ma i soldi continuavano ad essere un problema serio e la sensazione di essere in trappola non era solo una sensazione: era un dato di fatto.
L' accoppiata campagna e stile di vita frenetico avevano fatto precipitare vita sociale e sesso in un baratro.
Il sesso si limitava a coloro che incontrava per lavoro nelle trasferte che si succedevano senza tregua; quasi sempre uomini sposati che si sfogavano facendo con lei ciò che non potevano fare con le mogli. Qualcuno durava più degli altri ma lei restava sempre la numero 2.
La vita sociale era azzerata dalla mancanza di tempo, di soldi e dal fatto di essere a una bella distanza dalla città.
Poi arrivò Riccardo, 60 anni abbondanti; era la pecora nera di una famiglia molto in vista della borghesia veneta. Non avevendo mai avuto bisogno di lavorare aveva passato il suo tempo facendo immersioni nei mari più belli del mondo vivendo il sogno di un'estate senza fine. Ma l'estate finì bruscamente quando alcuni investimenti andati malissimo diedero il colpo di grazia a ciò che restava al suo patrimonio.
A 50 anni si ritrovò in una grande casa vuota che non era in grado di mantenere, zero soldi e poche idee. Ma avendo vissuto una vita speciale aveva finito per avere a che fare con persone speciali.
Parlava diverse lingue e faceva parte a pieno titolo di quella comunità nomade che si gode la vita in giro per il mondo.
Più volte aveva fatto buoni affari comprando antichità e opere di artisti più o meno affermati in Asia per poi rivendere il tutto in Europa e soprattutto in sud America. Aveva fiuto, si relazionava facilmente con gli altri e salì rapidamente di livello. In pochi anni si ritrovò a frequentare il giro giusto. Il suo stile di vita era costoso e le entrate non erano mai abbastanza. Ci aveva messo 10 anni ma si era rimesso in carreggiata.
Conobbe Laura durante un' asta a Milano; lei era arrivata lì indirizzata da un suo consulente. Lo detestò subito; lui allegro e rilassato, lei grintosa e perennemente agitata, lui benestante da sempre, lei di umili origini (aveva molti pregiudizi su chi era nato e cresciuto nel benessere, e non faceva molto per nasconderlo) avevano ben poco da spartire.
Si rividero a Firenze per un' asta e finirono a passeggiare in città e poi a pranzo insieme. Riccardo la sapeva lunga e ne aveva viste tante, sprigionava fascino a ciclo continuo. Le disse che la sera stessa avrebbe raggiunto alcuni amici all'isola d'Elba, e le chiese di aggregarsi. Ovviamente lei per quanto incuriosita e intrigata da questo sessantenne non poteva fare molto, infatti il suo capo era uno che faceva storie anche per farle avere 2 settimane di ferie ad agosto.
E poi anche se avesse avuto il via libera i soldi scarseggiavano. A 34 anni dopo quasi 10 anni di lavoro ininterrotto non era un bel risultato.
Rientrata a casa, il mattino seguente avvertì che avrebbe preso una settimana di ferie che sorprendentemente le fu accordata senza problemi. Il giorno dopo sbarcò a Portoferraio in un bel pomeriggio di ottobre; non fu difficile individuare Riccardo. Aveva un fuoristrada americano smisurato carico di attrezzature sportive di ogni tipo. Le disse che era sicuro che sarebbe venuta e che si sarebbero divertiti.
La destinazione era una bella villa un po' trasandata alle pendici del Monte Capanne; fuori tavoli e sedie dove un gruppo molto eterogeneo si godeva il tramonto tra birre e vino. La lingua più gettonata era l' inglese ma come scoprì presto i presenti venivano da più paesi e fu molto sorpresa anche del fatto che l'età andava da poco più di 20 anni agli oltre 70.
Il gruppo era tenuto insieme dalla passione per le immersioni, la vela, il surf, il trekking, il paracadutismo, la bicicletta. Praticamente vivevano ogni giorno in base alle opportunità del momento senza pensare troppo al passato e senza l'ossessione del futuro. Vivevano immersi in un presente dai confini indefiniti senza seguire nessuna regola se non quelle delle varie attività che praticavano.
Finirono a letto poco dopo il tramonto. Fu una scopata normale, come non le capitava da tempo.
Quando lui si alzò dicendo che andava fuori a bere qualcosa la porta si aprì di nuovo e arrivarono in 2, un ragazzo tedesco magrissimo e un tipo sulla cinquantina. Non ebbe il tempo di coprirsi che i 2 erano già nudi nel letto, la misero subito a 4 zampe e si divertirono a turno tra bocca e fica. Il ragazzo le venne in bocca, mentre l'altro le riempì la fica poco dopo. Poi se ne andarono senza dire niente.
Ritrovò fuori il gruppo al completo intenti a parlare e a bere, nessuno badava a lei. Riccardo stava parlando in tedesco con una coppia dall' età indefinibile, erano in gran forma e come scoprì avevano passato i 50 da un pezzo ma potevano essere scambiati per quarantenni. Le chiese se le era piaciuto, la risposta fu all'altezza: certo che si, che aveva capito cosa facevano di notte.
"Ma di giorno che fate?" Chiese divertita.
Riccardo, passando all'inglese per essere capito da tutti, le rispose che la regola era una sola: "nessuna regola", aggiungendo che il programma era uno solo: "nessun programma".
A quelle parole la strana tribù arroccata sul monte Capanne aprì altre bottiglie; iniziava a essere freddo per stare fuori ma nessuno se ne curava, stesso disinteresse per il mangiare qualcosa.
Più tardi Riccardo le disse sottovoce che l'indomani l' avrebbe fatta stare bene sia di giorno che di notte; aveva un tono strano, poteva essere una promessa o una minaccia.
Poi le chiese se le sarebbe piaciuto fare sesso con qualcuno in particolare dei presenti per chiudere in bellezza la serata.
Proponeva i presenti, indistintamente uomini e donne, quando lei disse che era meglio che fossero gli altri a scegliere. Si fece avanti con molta naturalezza una coppia francese sulla trentina, lei mora, bellissima anche se con troppi tatuaggi; lui piccoletto con un fascio di muscoli incredibili ben esibiti nonostante il freddo. La presero sottobraccio e si incamminarono verso la casa. Era tutto surreale e Laura faticava parecchio a prendere atto che ci fosse gente che vivesse in quel modo. Aveva avuto a che fare più volte con gente sopra le righe ma questi erano oltre. Nei giorni seguenti scoprì che erano molto oltre.
 
OP
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ks421

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I 2 francesi erano lui master e lei slave, dirigeva le 2 donne in 69 infiniti e quando decise di divertirsi se le fece entrambe cambiando spesso posto mentre loro continuavano a leccarsi. Venne nella fica della ragazza con i tatuaggi, Laura si impegnò a leccare tutto. Dormirono insieme.
L'indomani, a gruppetti, andarono al paese più vicino a fare colazione. Per essere ottobre nella piazza c' era molta gente e si salutavano tutti, Laura pensava a quante ville ci fossero affittate a gruppi simili.
Rientrarono all' ora di pranzo e tutti si stavano mettendo in moto; alcuni avrebbero fatto un giro in mountain bike mentre altri un trekking sui crinali più selvaggi dell' isola. Laura si ritrovò nel gruppo trekking in compagnia di tutti quelli con i quali aveva fatto sesso la sera prima più un belga sulla settantina in gran forma anche lui. Dai tatuaggi e dal portamento le faceva pensare a un militare.
Dopo un paio d' ore raggiunsero un punto panoramico bellissimo, vedevano buona parte dell' arcipelago toscano e la Corsica.
Presto si ritrovò nuda con il settantenne sopra di lei che pompava forte, alla fine le venne dentro. A turno tutti gli altri si svuotarono dentro di lei tra fica e culo; Riccardo si fece fare un pompino.
Le giornate passarono in fretta. Il sesso veniva praticato senza limiti, schemi o gelosie; inoltre la tribù si stava preparando all' inverno. nessuno restava in Europa. Le mete più gettonate erano i paesi del centro e sud America seguite dall' Asia, l' Africa era stata tolta dalla lista da un pezzo.
Riccardo, con il quale aveva finito per scopare tutte le sere, prima della diaspora generale doveva sbrigare delle cose a casa, poi avrebbe raggiunto Laura per un pò prima di volare in Belize.
Quando mise piede sulla nave Laura non era più la stessa persona e quando a novembre inoltrato Riccardo fermò il grosso fuoristrada davanti alla casa di campagna per lei iniziò una fase molto importante.
Dopo l' ennesimo litigio con il boss diede le dimissioni, erano passati 10 anni esatti dalla sua assunzione. Era un bel salto nel buio ma da tempo pensava di mettersi in proprio, non aveva più molto senso avere uno stile di vita impossibile per uno stipendio da fame. Aveva una serie di quadri e di oggetti di antiquariato da vendere per avere una somma che le avrebbe garantito un anno circa di tranquillità. Riccardo la portò in giro per l' Europa presentandola alle persone giuste e le spalancò il mondo del mercato dell' arte di alto livello. Si andava in un mondo diverso da quello delle case d' asta più o meno famose, quello dove stava entrando era il giro della gente giusta e dei soldi veri. Niente valutazioni, audizioni e aste; si risolveva tutto con un telefono, un biglietto aereo e una stretta di mano. Pochi mesi più tardi Laura aprì il suo ufficio e partì quasi subito alla grande.
I contatti con Riccardo erano frequenti ma complicati, si era spostato in Costarica e passava il suo tempo tra immersioni, surf e lunghi trekking nelle montagne dell' interno. Avrebbe voluto raggiungerlo ma non era proprio possibile. In seguito si pentì parecchio di non averlo fatto anche solo per un pò.
Improvvisamente una sera se lo ritrovò davanti alla casa in campagna; era rientrato perchè non si sentiva bene. Era bruciato dal sole, molto dimagrito e affaticato; fu ricoverato subito in ospedale. Il quadro clinico era complicato da più cose e peggiorava di giorno in giorno. Era ben consapevole che non gli restava molto da vivere. L' ultima volta che si videro le passò il suo orologio dicendole: "prendilo, ne ha viste tante, ti porterà fortuna". Le raccomandò di divertirsi sempre al massimo perchè "si vive una volta sola". Poi dicendo che era sempre più stanco le indicò dove avrebbe dovuto portare le sue ceneri.
Laura era sotto choc, non era una vera e propria relazione ma qualcosa che gli assomigliava parecchio e voleva bene a quell' uomo. Lui non aveva più nessun parente, o meglio non aveva più rapporti con nessuno di loro da anni; lei era sola al mondo e non ci fu nessun funerale o cerimonia. Pochi giorni più tardi portò le ceneri dove lui le aveva indicato.


* Questa storia nel suo insieme, salvo pochissimi particolari ininfluenti, non è frutto della fantasia ma è una ricostruzione sommaria di cose realmente accadute.
Privatamente ho risposto e posso rispondere a delle domande, ma fino a un certo punto perché ho già scritto anche troppo.
 
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tiburzi

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Un racconto superlativo, anche il prologo è decisamente di un altro livello.
Scrivi in un modo tale che il lettore è come se fosse lì sulla scena. Questa storia si muove a un livello molto diverso dalle altre. Forse non sei sul sito giusto.
Sono sorpreso dalla totale mancanza di feedback da parte dei molti lettori ma questo non è l'unico caso.
Penso che tu sia molto innamorato di quella donna e più di una volta ho pensato che chiunque lo sarebbe....
Spero in un seguito o almeno in qualche altro flash.
E non dimenticare le foto....
 
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ks421

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tiburzi;n16406226 said:
Un racconto superlativo, anche il prologo è decisamente di un altro livello.
Scrivi in un modo tale che il lettore è come se fosse lì sulla scena. Questa storia si muove a un livello molto diverso dalle altre. Forse non sei sul sito giusto.
Sono sorpreso dalla totale mancanza di feedback da parte dei molti lettori ma questo non è l'unico caso.
Penso che tu sia molto innamorato di quella donna e più di una volta ho pensato che chiunque lo sarebbe....
Spero in un seguito o almeno in qualche altro flash.
E non dimenticare le foto....

Molte cose in pochi righi.
Inizio dalla fine, le foto in questo caso servono e non servono, sostanzialmente la storia è reale, forse è giusto vedere qualcosa ma è altrettanto giusto che ognuno immagini la protagonista a modo suo.
Si, hai centrato il punto: sono decisamente innamorato di Laura, è decisamente speciale.
Su feedback e capacità (o non capacità) di scrivere non ho molto da dire perchè mi sono limitato a rimettere insieme una sintesi di una storia che copre molti anni. Ovviamente può piacere o non piacere.
Sicuramente, proprio perchè è una storia vera e riguarda una persona sopra le righe il racconto nel suo insieme è per forza molto diverso dagli altri. Non potrebbe essere diversamente.

Dimenticavo: ovviamente grazie per i complimenti!!
 
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tiburzi

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ks421;n16411977 said:
Molte cose in pochi righi.
Inizio dalla fine, le foto in questo caso servono e non servono, sostanzialmente la storia è reale, forse è giusto vedere qualcosa ma è altrettanto giusto che ognuno immagini la protagonista a modo suo.
Si, hai centrato il punto: sono decisamente innamorato di Laura, è decisamente speciale.
Su feedback e capacità (o non capacità) di scrivere non ho molto da dire perchè mi sono limitato a rimettere insieme una sintesi di una storia che copre molti anni. Ovviamente può piacere o non piacere.
Sicuramente, proprio perchè è una storia vera e riguarda una persona sopra le righe il racconto nel suo insieme è per forza molto diverso dagli altri. Non potrebbe essere diversamente.

Dimenticavo: ovviamente grazie per i complimenti!!




Sembra una gran gnocca, le foto sono benvenute e spero che arriveranno.
I complimenti sono doverosi. 
Ti sei fermato perchè hai paura di aver raccontato troppo??
Altra domanda; di dove siete??
 
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ks421

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tiburzi;n16412105 said:
Sembra una gran gnocca, le foto sono benvenute e spero che arriveranno.
I complimenti sono doverosi.Â-
Ti sei fermato perchè hai paura di aver raccontato troppo??
Altra domanda; di dove siete??

Si, effettivamente la ragazza non è male...
No, non credo di aver raccontato troppo. In Italia corrono milioni di persone e in mancanza di riferimenti è tutto molto vago. Il mondo delle gallerie e delle case d' asta è infinitamente più circoscritto ma anche lì mancano dei riferimenti concreti.
Ho scritto pensando a Perugia e in parte a Arezzo ma il posto vero è lontano e ognuno lo può immaginare dove preferisce.
 
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ks421

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Laura e Paolo 1


Come seppi in seguito arrivò il momento in cui Paolo decise che era l' ora di provarci con l' amica bona della moglie.
Non era l' idea più originale del mondo ma per come era bella non lo posso biasimare più di tanto. Il fatto che poi, sostanzialmente, non sapeva dire di no agli uomini non era un particolare secondario.
Con la scusa di allenarsi un po' in vista di alcune gare una sera si ritrovarono appena fuori città per una corsa di circa 10 km, prima lungo il fiume e poi in salita fino a una sorta di balcone naturale sulla città. Per problemi reciproci posticiparono l'incontro più volte e alla fine quando parcheggiarono le auto non mancava molto al tramonto. Paolo era arrivato con le idee molto chiare su cosa fare, Laura dopo un tour de force di molti impegni scese dall'auto sospettando qualcosa ma era pur sempre il marito della sua migliore amica.
Si sfilò la t shirt nera e rimase con top e shorts grigi, una tenuta che lasciava poco all'immaginazione.
Per Paolo non fu impossibile seguire quel culo sul sentiero che risaliva il fiume; l' aria era fresca, la luce meragliosa e Laura gli aveva confermato ridendo che non indossava niente sotto gli shorts. Quando raggiunsero il bivio con il sentiero che li avrebbe portati a metà collina Paolo si accorse che seguire quel culo magnifico e tutto il resto sarebbe stata un' impresa disperata. Lei continuava a salire con passo leggero, indifferente ai cambi di pendenza e anzi ogni tanto apriva un po' il gas distanziandolo. Riuscì a rientrare 2 o 3 volte poi all'ennesimo cambio di ritmo Laura sparì in avanti.
Si rividero alla vista panoramica, alla fine lui era salito camminando; lei gli fece notare che stava aspettando da più di 20 minuti e che dovevano scendere. Il posto era frequentato da coppiette in auto e lui disse che almeno un bacio se lo meritava.
Come risposta ebbe che con una performance del genere si meritava ben poco. Ma quella non era certo la risposta giusta e lui iniziò subito a baciarla sul collo da dietro mentre iniziava a metterle le mani dappertutto. La resistenza di Laura durò poco e cessò completamente quando lui sentì che la fica era un lago.
Si spostarono un po' e le sfilò il top, poi fu la volta degli shorts. Si baciarono a lungo guardando dall' alto le prime luci della città in basso. Dopo averla fatta appoggiare a delle rocce la inculò a lungo facendole notare che la sua amica non glielo aveva mai permesso.
Quando stava per venire le chiese dove preferiva che finisse ma lei da brava sottomessa gli rispose "dove vuoi", poi aggiunse che non stava prendendo la pillola. A quella notizia iniziò a sbatterla ancora più forte, poi istintivamente il cazzo passò alla fica e tenendola saldamente per i fianchi le venne dentro con una sborrata colossale. Laura non si sottrasse alla sborrata, si limitò a dirgli che era uno stronzo mentre si rialzava e ripresero a baciarsi mentre si alzava in vento della sera.
Poi si ripulì al meglio con gli shorts e si lanciarono giù sul sentiero. Paolo era davanti e spingeva forte ma Laura lo seguiva in scioltezza e quando ritenne che era giunto il momento di superarlo lo passò con facilità. Una volta sul fiume aprì il gas e si rividero alle auto.
Quando Paolo arrivò lei si era già cambiata. Era già al volante quando gli disse che si sentiva in colpa con la sua amica ma quando lui si avvicinò per baciarla l' istinto la fece rispondere al bacio e cercarne altri.
"Ti chiamo nei prossimi giorni" disse Paolo guardando l'orologio, anzi aggiunse, una sera passo a trovarti.
Fu di parola, pochi giorni più tardi fermò la sua auto di fronte a casa di Laura.
 

strady3.0

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Credo di parlare a nome di tanti se ti dico che scrivi molto bene e che non aspettiamo altro che posti altri racconti. Avrei piacere entrassi maggiormente nei dettagli anche se già cosi è molto piacevole leggerti.
grazie
 
 
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ks421

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strady3.0;n16495140 said:
Credo di parlare a nome di tanti se ti dico che scrivi molto bene e che non aspettiamo altro che posti altri racconti. Avrei piacere entrassi maggiormente nei dettagli anche se già cosi è molto piacevole leggerti.
grazie
Â-



Anzitutto grazie!

Per il resto entrare maggiormente nei dettagli è complicato sotto più aspetti. 
Concretamente mi limito a fare una sintesi cambiando poco o niente.
A cosa ti riferisci concretamente con "entrare maggiormente nei dettagli"?
 
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ks421

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Laura e Paolo 2


Laura riuscì a gestire bene l'imbarazzo con Lucia, sia al telefono che durante un pranzo che fecero insieme. Quando si sentì chiedere come se la fosse cavata il marito pensò alla lunga inculata e a quando le aveva allagato la fica, ma le rispose che era chiaramente fuori allenamento e che per le gare che aveva in mente avrebbe dovuto correre 2 o 3 volte a settimana per i 2 mesi che restavano. Aggiunse che in ogni caso si sarebbe scontrato con gente che si preparava appositamente da 6, 7 mesi e che quindi il massimo a cui poteva aspirare era la metà classifica o poco più.
Lucia le chiese allora, compatibilmente con i suoi impegni, di aiutarlo negli allenamenti. Laura annuì pensando che tra una corsa e l'altra avrebbe rischiato di farsi mettere incinta dal marito della sua migliore amica. Lucia non poteva avere figli e la cosa la atterriva e la stuzzicava al tempo stesso.
Qualche giorno dopo quando si ritrovò Paolo davanti si accorse di essere diventata un lago all'istante. Era decisamente una troia.
Come succedeva spesso gli uomini vedevano in lei un bel corpo per sfogarsi facendo ciò che con le mogli era semplicemente impensabile.
Farli sfogare era la sua specialità e chi aveva il fiuto giusto si divertiva.
Da quello che sapeva da Lucia, Paolo nel sesso era molto deciso, fantasioso; nell'insieme molto esuberante e questo era spesso motivo di discussioni perché lei non riusciva a seguirlo in tutto. O forse non voleva.
Paolo non perse tempo e le ordinò subito di spogliarsi, cosa che lei fece prontamente. Quando le mise una mano tra le gambe scoprì che era bagnata oltre ogni immaginazione. Si disse a voce alta che avrebbe dovuto scoparla da tempo e che avevano anni di sesso da recuperare.
Finirono a letto dove lui iniziò a scoparla in bocca mettendola in difficoltà ma era spietato e a ogni incertezza arrivava puntualmente un bello schiaffo, a volte più di uno. L' amico cordiale e spiritoso era sparito; al suo posto c'era un vero e proprio master che le teneva i capelli con forza tenendola il cazzo in fondo al massimo.
Non mancò di frustarla sul culo con la cintura e anche in quel caso lei non fece mai il minimo tentativo di sottrarsi a quel trattamento. Quando la girò le ordinò di aprire le gambe al massimo e i colpi sulla fica furono implacabili. Ogni tanto la tortura veniva interrotta e si baciavano a lungo. Lui le chiese più volte se voleva che si fermasse ma lei disse sempre di no.
Aveva la fica in fiamme e per quanto fosse eccitata come non era mai stata dubitava di essere in grado di scopare.
Quando Paolo le mise in mano un foglio e una penna scoprì l' esistenza del contratto di schiavitù. Travolta dalla libidine firmò, lui le ordinò subito di mettersi in ginocchio e le spiegò alcune regole generali e cosa avrebbe dovuto aspettarsi a breve.
C' era un po' di tutto e quando arrivò l'argomento contraccezione Paolo le disse che voleva sborrare in una fica fertile e non protetta. Aggiunse poi che c'erano persone disposte a pagare cifre folli per una simile opportunità.
Quando iniziò a montarla attese che lei salisse di giri, nonostante il dolore fosse molto forte, per dirle che voleva ingravidarla fin da quando l' aveva conosciuta.
Ovviamente le venne dentro e leggendole nel pensiero le disse che non avrebbe dovuto provare a fregarlo perché periodicamente le avrebbe fatto fare delle analisi per verificare se prendeva la pillola o meno. La punizione sarebbe stata feroce.
Quando se ne andò la baciò sulla pancia e le disse che avrebbe ricevuto alcuni ordini via sms. Gli ordini avrebbero messo alla prova la volontà di essere schiava.
Passarono diversi giorni senza che qualcuno dei due si facesse sentire poi un sabato mattina le arrivò un messaggio. Il testo era molto semplice; doveva indossare la minigonna più corta che aveva, una camicetta senza reggiseno e raggiungerlo in un noto bar in città. Non c'erano indicazioni sull'intimo e nel dubbio non mise niente.
Si era trasferita da poco in campagna e stava iniziando a realizzare quanto fosse fastidioso, e costoso, guidare per poco meno di un ora per scendere in città. Per il futuro, pensò, meglio fare base da lei.
Mentre guidava pensando alla sua nuova vita in collina arrivò la telefonata di Lucia che le diceva che Paolo sarebbe stato via per lavoro tutto il fine settimana e le proponeva di vedersi.
Non poteva certo rispondere che stava andando a farsi sbattere come una troia da suo marito; si limitò a una scusa proponendo una cena da lì a qualche giorno.
Con sua grande sorpresa Paolo non era solo; era seduto a un tavolo con un 2 ragazzi che non dovevano avere più di 25 anni. La squadrarono con soddisfazione dalla testa ai piedi, poi chiesero a Paolo se era troia come lui diceva.
Si mise tra i 2 ragazzi e Paolo le ordinò di alzare la gonna in modo da appoggiare il culo direttamente sul divanetto. Non era facile con la gonna stretta ma in qualche modo ci riuscì. Pur accavallano le gambe mostrava più del dovuto e chiunque si fosse avvicinato si sarebbe goduto un bello spettacolo.
Il programma era semplice, avrebbe dovuto far divertire i ragazzi senza negare loro niente. Questi avrebbero poi fatto una relazione dettagliata a Paolo indicando eventuali mancanze.
Era eccitata e terrorizzata al tempo stesso, e il fatto che non stava prendendo la pillola era un bel problema.
Quando le chiesero se fosse bagnata non poté che rispondere "si, molto". I 2 annuirono ridendo e uno le disse "ti faremo godere troia".
Paolo aggiunse: "è tutta vostra, divertitevi!".
Si alzarono tutti e uno dei 2 prendendola per mano la condusse fuori mentre l'altro poco dopo le mise una mano sul culo. Era preoccupata dello spettacolo che stava offrendo ma riuscì a controllarsi.
Quando raggiunsero la grossa Mercedes dei ragazzi l'imbarazzo fu sostituito dalla paura. Una volta sopra le dissero che il viaggio sarebbe stato lungo, nel frattempo poteva spogliarsi e le misero in mano un falli di dimensioni esagerate.
"Lo devi mettere tutto dentro" le dissero, "fino in fondo e rapidamente" aggiunsero.
Si stese alla meglio sul sedile posteriore e mentre pensava che non sarebbe mai riuscita a farlo entrare anche solo a metà sentì che uno dei 2 era al telefono. "Abbiamo la vacca, arriviamo tra un ora".
A quelle parole crollò il mondo addosso, in che situazione si stava cacciando?
 
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ks421

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strady3.0;n16517783 said:
continua spero!
Â-

Non ho molto tempo e devo stare attento a filtrare le cose, prima o poi arriverà il seguito.

Nel frattempo posso anticipare che nel prossimo fine settimana Laura sarà in trasferta per partecipare a una corsa nel centro Italia. 
A chi vorrà sapere quale risponderò privatamente...
 
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ks421

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Laura e Paolo 3


Era una situazione surreale, contro ogni logica l'eccitazione era altissima.
Il dildo era entrato molto di più di quello che prevedeva ma volevano di più; a un certo punto quello che guidava disse che forse era il caso si fermarsi e metterle tutto dentro a forza. A quelle parole la libido salì ancora e riuscì a farlo entrare ancora un po'. Riteneva però impossibile fare qualcosa in più.
Ma loro la pensavano diversamente; una volta fermi aprirono gli sportelli posteriori e mentre uno la teneva ferma per le spalle, l'altro le ordinò di aprire le gambe al massimo, tra i 2 non c'erano dubbi che fosse lui a comandare.
Estrasse il dildo completamente, poi mentre le allargava la fica con la mano sinistra iniziò a metterle dentro la punta di quel cazzo di plastica enorme. Con grande terrore di Laura la progressione era costante e fortissima. Involontariamente iniziò a dimenarsi e a chiudere le gambe; la reazione non si fece attendere, uno schiaffo veramente forte e un pugno sulla pancia che le tolse il fiato.
E soprattutto ora quel mostro era tutto dentro di lei, avevano vinto loro.
La fecero sedere in modo che restasse dentro di lei, si complimentarono dicendo che una troia del genere non era mai capitata. Per ricordarle che doveva obbedire le arrivò un altro pugno, decisamente forte al punto che per diversi minuti faticò parecchio a respirare.
Una volta ripartiti il viaggio durò poco; la destinazione era una villetta che emanava soldi e cattivo gusto, un cocktail micidiale che lei per carattere e cultura non digeriva in nessun modo.
 

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