Racconto di fantasia La gita della 5a

zumpappa

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Premetto che è la prima volta che pubblico un mio racconto, è una storia inventata, quindi non ho foto da mostrare o altri aneddoti da aggiungere.
Spero che vi possa piacere. Ammetto che io mi sono eccitato nello scriverla.



  Ciao, sono un ragazzo di 26 anni, da quest’anno sono diventato professore, precario! Insegno matematica e fisica, mi hanno dato 3[SUP]a[/SUP], 4[SUP]a[/SUP], e 5[SUP]a[/SUP] di una sezione del liceo classico.
Prima dell’inizio delle lezioni abbiamo fatto un consiglio di classe in cui veniva descritta la classe ai nuovi prof, per me era l’occasione di conoscere i colleghi e farmi conoscere. Ero emozionato. La maggior parte delle colleghe erano piene di sé e poco simpatiche, le due degne di nota, secondo me, erano la prof di storia e filosofia e quella di storia dell’arte. La prima era una milfona 50enne, molto ben tenuta, elegantissima con gonna al ginocchio nera, camicetta azzurra sfiancata che risaltava l’abbondante seno. Come persona l’ho trovata molto alla mano e forse un minimo ha iniziato a provarci con me, giovincello e, credo, carino. La prof di storia dell’arte, Barbara, era giovane, precaria e proveniente dal sud, Puglia. Tipicamente mediterranea, è piccola, mora, riccia, con i capelli lunghi appena sotto le spalle. Viso un po’ rotondo, bel nasino, occhioni nocciola scuro, labbra carnose e sorriso contagioso. Il corpo era un concentrato di erotismo. Sempre in tacchi (mi ha confessato che li mette perché se no si sente troppo piccola), con due belle gambe che in quell’occasione erano fasciate da un paio di jeans che mettevano in evidenza un mandolino di culo. Salendo si incontravano le tette, una buona terza piena che però a causa dell’altezza contenuta sembravano più grandi.
Durante il consiglio di classe mi spiegarono che la 5[SUP]a[/SUP] non era una delle classi migliori che avevano avuto, in quella classe, nel corso degli anni, avevano dirottato diversi alunni ripetenti o provenienti da altre scuole e alla fine si c'erano tanti buoni ragazzi ma con poca voglia di studiare.
A parte il primo giorno in cui mi trovai una classe di 15 alunni, 13 studentesse (di cui un paio veramente notevoli) e 2 maschietti.
L’anno scolastico proseguì regolare, con battutine e frecciatine da parte delle alunne, spesso con allusioni sessuali, che fingevo di ignorare. Durante le interrogazioni qualcuna ci prova ad arrivare un po’ più scollata del solito e in quei casi era difficile concentrarsi su quanto dicevano, però cercavo di essere professionale e provavo a non guardare.
Arrivò il momento dell’organizzazione della gita e se ne occupò il prof di ginnastica, un personaggio alla Briatore. Meta: Isola d'Elba! Le ragazze di 5a mi vogliono assolutamente come accompagnatore, e con me ci sarà la prof di storia dell'arte. La 4a, la classe abbinata all'altra, sarà accompagnata da “Briatore” e dalla tettona di storia e filosofia.
Finalmente arrivò il giorno della partenza. Ritrovo all’alba, sbadigli a ripetizione, appello, contrappello e via!
Una volta arrivati a destinazione ci siamo distribuiti nelle stanze: i ragazzi erano in stanze doppie e noi prof in stanze singole. Nella stanza di fianco alla mia c’era Barbara, la prof di storia dell'arte.
La prima sera decidiamo di restare in albergo. I ragazzi si raggruppano a crocchietti e ridono e scherzano fra loro, i maschietti di 5[SUP]a[/SUP] iniziano a pasturare le ragazze più giovani e gli altri passano una serata molto tranquilla.
Una volta che tutti i ragazzi furono saliti in camera (dubito che dormissero), salii anche io lasciando i colleghi a chiacchierare della scuola.
Ammetto di essermi steso sul letto con una certa rigidità in mezzo alle gambe che andava rilassata (ho avuto per quasi tutta sera di fianco la prof di filosofia abbondantemente scollata). Lo tirai fuori e me lo presi in mano cominciando il movimento che tutti conoscete ma venni interrotto, qualcuno bussava alla porta.
Mi ricomposi velocemente, mi infilai un paio di pantaloncini corti e una maglietta e andai alla porta. Era Barbara che mi diceva che aveva fatto il giro delle stanze dei nostri ragazzi e erano tutti tranquilli, mentre me lo diceva mi ha squadrato dalla testa ai piedi e notò il bozzo a livello del cazzo. Ero un po’ in imbarazzo ma ormai ero lì quindi dovevo fare buon viso a cattivo gioco, la ringraziai per le informazioni ma lei riprese a parlare, sembrava che non volesse farmi tornare in camera a finire quanto avevo iniziato.
Barbara continuava a parlare ma io non sentivo niente di quello che diceva, osservavo che mentre parlava si arricciava una ciocca di capelli ai lati dell’orecchio e notavo che faceva di tutto per non abbassare lo sguardo verso il mio pacco ma l’occhio continuava a cadere in basso.
Le occhiate verso il mio pacco e diventavano via via più insistenti e aumentavano la mia eccitazione. La osservavo e notavo dei dettagli che mi facevano pensare che stesse subendo un po’ di turbamento: la ciocca veniva arricciata sempre più nervosamente, le parole uscivano veloci dalla sua bocca ma le frasi risultavano sempre più sconnesse e con poco senso.
La interruppi: “…scusa Barbara, c’è qualcosa che non va?” e lei: “No… Perché?”, “Mi sembri strana e non sto seguendo il tuo discorso…”. Istintivamente mi aggiustai l’erezione, è stato un gesto irrazionale, lei, un po’ imbarazzata, “…sarò sincera… Sì, sono un po’ emozionata… Non mi aspettavo di trovarti così…”. Lei probabilmente si riferiva al mio cazzo duro, io però le parlai del mio abbigliamento: “Scusami, ma ero sul letto e mi sono infilato le prime cose che ho avuto sotto mano…”. Prendendo l’iniziativa mi chiese: “Dormi nudo di solito?”.
Io: “Sono solo in camera… nessuno vede niente… e tu?” facendole l’occhiolino,
B: “…solo se sono in buona compagnia…”
Volevo provarci e così le dissi: “Io potrei essere una buona compagnia?”.
Lei ha guardato nel corridoio che non ci fosse nessuno e poi: “Uhm…”, senza finire la frase prende l’elastico dei miei pantaloncini e li abbassa di scatto. Venni colto di sorpresa, non me l’aspettavo da lei, “…una bella compagnia…”. Scoppiò a ridere ma durò qualche secondo perché mi spinse nella camera e chiuse la porta dietro di lei.
B: “Scusami… non so che mi è preso…”
Non sapevo esattamente cosa pensare, era tornata a essere la Barbara timida e riservata che avevo conosciuto. Intanto mi aveva gettato le braccia al collo e mi sembrava che stesse piangendo.
I: “…non ti preoccupare non è successo niente…”, provai a buttarla sul ridere, “…d’altro canto non capita mica a tutte le ragazze trovarsi davanti un bel fusto come me…”.
Fra i singhiozzi sommessi sentivo che le sfuggiva una mezza risata.
B: “Effettivamente sei proprio un bel ragazzo…”
Intanto le passai un braccio attorno alle spalle e con l’altra mano le accarezzavo il fianco scivolando verso la parte bassa della schiena.
B: “…vedendoti così mi sono eccitata e mi sono lasciata andare… ma non volevo… sono fidanzata…”
Quelle ultime parole erano rivolte più a lei che a me.
Le scostai un po’ i capelli dal fianco della testa e sentii il suo profumo, le scoprii un orecchio e una parte del collo sulla quale appoggiai le labbra in un bacino delicato. Ammetto che ci stavo provando ma lì per lì pensavo di volerla solo rincuorare, non volevo approfittarmi di una ragazza, apparentemente, indifesa. Dico apparentemente perché appena sentì il contatto delle mie labbra piegò leggermente la testa dal lato opposto in modo che avessi a disposizione più spazio per baciarla.
B: “…lo vedo pochissimo e quando scendo da lui non sempre…” lasciò la frase in sospeso. Sia per curiosità che per spirito di “crocerossino” le chiesi di finire quanto stava dicendo.
B: “…non sempre facciamo l’amore… quando sono scesa l’altra settimana non mi ha nemmeno sfiorata… neanche un bacino…”
Le dissi chiaramente che è un pazzo oppure che aveva altri interessi, intendendo che avesse un’altra donna.
B: “No! È un frocio! Dove le trova due tette così?!”, molla l’abbraccio e si sposta un metro indietro e si solleva la felpa mostrandomi un seno meraviglioso, una terza abbondante sostenuto da un reggiseno in pizzo color crema. Solo in quel momento mi accorsi di avere ancora il cazzo fuori che era sempre più duro. Prima che potesse abbassare la felpa l’abbracciai di nuovo e l’aiutai a togliersela. Lasciammo cadere l’indumento ormai inutile a terra e cominciai a baciarla sul collo scendendo verso lo sterno, proprio in mezzo a quelle splendide tette.
B: “…sono in astinenza di sesso… Io!!!”, quel sottolineare che era LEI a essere in astinenza mi eccitò ancor di più: mi lasciava intuire che non è sempre stata così suorina come voleva sembrare. Provai ad abbassarle le spalline e non oppose resistenza, intanto con la bocca iniziavo a baciarle la prima rotondità del seno. Con una mano mi accarezzava i capelli quasi a impedirmi di smettere quel contatto della mia lingua con la sua pelle, l’altro braccio lo lasciava disteso sul fianco. Io speravo che prendesse l’iniziativa muovendolo verso il mio uccello.
Avevo un’altra paura, da quanto ero eccitato temevo che la mia durata fosse irrisoria.
B: “…scusami davvero… non volevo… però è tutto l’anno che mi ispiri e quando ti sei presentato col cazzo duro… mmmmm”, sentir pronunciare da lei, sempre così fine e attenta a non dire parolacce, la parola CAZZO è stato sublime, stava perdendo i freni inibitori.
Io: “…stavo per farmi un sega… lo ammetto…”, dissi sommessamente, come se stessi per fare una marachella.
B: “…volevo vedertelo… vorrei accarezzartelo…” e appoggiò per la prima volta la mano libera sulla mia asta e cominciò a sfiorarla.
Le slacciai il reggiseno che cadde vicino alla felpa, la mia bocca iniziò subito a occuparsi dei suoi capezzoli. La mano che avevo fra i capelli mi spingeva più forte sulle sue tette. Iniziai contemporaneamente a palparle il culo da sopra i jeans: era morbido ma sodo.
Piano piano stavamo entrando sempre più nella stanza, io camminavo all’indietro senza pensare dove stavo andando: tutti i pensieri erano rapiti da quelle tette da leccare. La sua mano aveva ormai impugnato il mio cazzo e lentamente lo scappellava andando avanti e indietro.
B: “…vorrei scappellartelo…”
Ad un certo punto persi l’equilibrio e caddi all’indietro: eravamo arrivati al letto. Quella caduta improvvisa mi fece staccare dalle tette di Barbara ma fece sì che lei venisse a trovarsi semi distesa su di me, con il seno che circondava il mio uccello, involontariamente, forse, eravamo nella giusta posizione per una spagnola.
B: “…prendertelo fra le tette… masturbarti così…”, si strinse con le mani le tette ai lati facendole bene aderire al mio pisello e cominciò a fare quanto mi stava dicendo. Ero in estasi, non riuscivo a parlare.
B: “Quello stronzo del mio fidanzato avrebbe potuto fare lo stesso ma non ha voluto… ma io ho bisogno di scopare… e spesso!!”, continuava con quel movimento, a me sembrava di una lentezza esasperata. Volevo venire perché avevo le palle che mi facevano male, mi sarebbe dispiaciuto se fosse successo così velocemente ma ne andava per la mia salute, sia fisica che mentale.
B: “Lui non sa che sono bravissima a fare i pompini…”, se lo tolse dalle tette e cominciò a leccarmelo. Lo scappellava completamente, passava la lingua dalla parte bassa fino alla punta e a quel punto chiudeva le labbra a ventosa. Le raccolsi i capelli, adoro vedere quando me lo succhiano ma non fu la mossa migliore: “Barbara… sto per venire”.
B: “…lasciati andare cucciolo… con lui non ho mai ingoiato… ma con te…”, si gettò con la bocca sul mio cazzo e lo inghiottì tutto, ancora un po’ e si metteva in bocca anche le palle, per poi sfilarselo e rifare le labbra a ventosa, in quel momento venni. Ingoiò tutto.
B: “…così… era tantissimo che non assaggiavo la sborra… è sempre buonissima…”.
Restò in silenzio per qualche istante e sentivo che non era più addosso a me, io avevo chiuso gli occhi perché sentivo le forze che erano venute meno durante l’orgasmo.
Quando li riaprii, la vidi nuda. Era in piedi di fronte a me che mi guardava contenta, mi sorrideva, io l’osservai bene: tette splendide, sode e belle tonde, vita sottile con un bel pancino, non magrissimo ma ben fatto. Sotto una fighetta con una strisciolina di pelo ben curato ma sotto ben rasata, si vedevano le grandi labbra scurine.
Mi toglie definitivamente i pantaloncini che erano rimasti in fondo alle caviglie e mi sfila la maglietta: ora sono nudo anche io.
Mi appoggia le labbra sulle mie e poi le dischiude facendo scivolare la sua lingua sulla mia, limoniamo come due adolescenti mentre le accarezzo il culo.
B: “…hai sentito il sapore della tua sborra?... ora assaggia questo…”
Si gira e mi mette la passerina in faccia. Apre un po’ le gambe e vedo il buchino che si apre pronto ad accogliere i miei baci. La lecco e sento che è sempre più bagnata. Lei ricomincia a baciarmi il cazzo che si sta riprendendo. La lecco e la penetro con le dita mentre lei ha cominciato a farmi il più classico dei pompini.
Di tanto in tanto si stacca e parla.
B: “…quello stronzo del mio fidanzato non vuole mai leccarmela ma a me piace tanto… stuzzicami anche l’altro buchetto… ti prego…”
Non ci potevo credere, la santarellina prof di storia dell’arte mi sta chiedendo di provocare il buchetto del suo sederino. Lasciando due dita nella figa cominciai a leccarle il culo ma poi tornai a leccarle il clitoride e le infilai le dita dietro.
B: “Sì! Così tesoro… mi stai facendo godere…”
Sentivo la fighetta pulsare sotto la mia lingua, era un lago. La sua bocca smise di spompinarmi perché aveva bisogno di respirare forte, era all’orgasmo anche lei!
B: “…bravo… non sai il tempo che qualcuno non mi faceva venire così… non sai il tempo che qualcuno non mi faceva venire…”
Dopo lunghi minuti di silenzio mio dissi, provocandola: “Chi è stato l’ultimo a farti venire leccandoti?”, mentre continuavo a masturbarle il culetto.
B: “…un paio di compagni dell’università…”. Un paio?
B: “…voglio godere ancora… e ancora…”.
Avrei voluto sentire la storia del “paio” che l’hanno fatta godere, avevo la sensazione che lo abbiano fatto contemporaneamente, ma non riuscii a chiedere perché lei si girò e si sedette sul mio cazzo facendolo sparire completamente nella sua fighetta. Entrò senza difficoltà, era lubrificatissima.
B: “…finalmente un cazzo degno di nota… non quel cazzino del mio fidanzato… Pietro guarda la tua suorina com’è troia invece! …e tu non ne hai mai approfittato… Stronzo!”
Così dicendo ha iniziato a cavalcarmi a smorzacandela. Sentivo il cazzo che si strusciava sulle pareti del suo utero andando a stuzzicare punti che la facevano ansimare e sussultare di tanto in tanto.
B: “Sì… mi piace… mmmmm… fammelo sentire tutto… sì… mmmm… così…”
Il suo orgasmo arrivò velocissimo. Ero contento di farla godere e anche lei era felice del trattamento che stava subendo.
B: “…fantastico… mi piace il tuo cazzo… mi hai fatto venire in un attimo…”.
Si abbassa su di me ancora col cazzo dentro e mi bacia appassionatamente.
Mi fa alzare e si appoggia al letto con le braccia mettendosi a 90°.
Apre le gambe e mi mostra entrambi i buchetti, quello della figa leggermente aperto e quello del culetto più stretto. Mi avvicino e le punto il cazzo sulle piccole labbra rosa e lucide, ma lei se lo prende in mano e lo dirige sull’altro buchetto.
B: “…scopami qui… stasera mi sento troia… stasera mi sento apprezzata… fammi godere ancora…”
Non me lo faccio ripetere e le infilo delicatamente l’uccello nel sederino. Glielo spingo fino in fondo e noto che riesco a entrare senza incontrare troppo attrito, l’eccitazione della figa ha lubrificato alla perfezione anche l’altra entrata.
Le scopo il culo e lei continua a incitarmi a dargliene di più. È sfrenata e questo suo cambiamento mi eccita tantissimo. Non resisto a lungo ma a sufficienza per sentirla dire “vengo ancora”, pochi colpi dopo quella frase è il mio turno e le inondo le chiappe e la schiena.
Mi guarda soddisfatta e mi dice che va in bagno a pulirsi. Tenendosi una mano sulla chiappa per evitare di sgocciolare in giro va verso il bagno e prima di sparire al suo interno mi dice “non rivestirti per piacere…”.
Resto steso sul letto completamente nudo aspettandola. Sento la doccia che va poi la vedo tornare avvolta in un asciugamano. Si stende vicino a me liberando il suo bel corpo nudo.
B: “Scusa Franco se ti ho quasi stuprato stasera… quello che ti ho detto è tutto vero. Erano mesi che non lo facevo e quando ti ho visto con quell’erezione non ho più ragionato…”
Io: “È tutto l’anno che vorrei provarci con te ma sapevo che mi avresti respinto e avrei rovinato il rapporto con l’unica prof con cui sono riuscito a parlare…”
B: “Io mi fido di te, sei un bravo ragazzo, non dire nulla su stasera e su quello che ti ho detto… ho fatto la figura della zoccola ma non credo di esserla…”
Io: “…non l’hai fatta…”
B: “…stasera sì!” e mi guardò con degli occhi che non ammettevano repliche ma che, nello stesso tempo, avevano una carica erotica eccezionale.
Girò lo sguardo lungo il mio corpo
B: “…vedo che il tuo amico è pronto a tornare in azione… io però sono distrutta… magari ne riparliamo domani mattina…”.
Si accoccolò sul mio fianco e appoggiò la testa sul mio petto chiudendo gli occhi. Ci coprimmo con un lenzuolo e ci addormentammo così. Avevamo bisogno di riposarci.

Verso le 5 di mattina sento qualcosa di umido attorno all’orecchio, è Barbara che mi sta baciando.
B: “…buongiorno tesoro…”, la sua manina mi accarezza il torace, scende sull’addome e quindi sul pene che si mostra nella sua splendida forma mattutina, “…torno nella mia stanza prima che gli altri si sveglino…”, la manina comincia una lenta masturbazione, “…oggi devi essere bravo e non far niente che faccia capire quello che è successo stanotte…”, mi appoggia le labbra sulle mie e mi bacia.
Io: “…ok.. farò il possibile… però non pensare che possa ignorarlo…”
B: “…lo so… vale anche per me…”, mi scopre dal lenzuolo e lancia un’occhiata al mio cazzo, “…è stata una delle più belle serate della mia vita…”, mi dà un altro bacio, “…sicuramente la migliore da chè è iniziata la scuola…”, sale a cavalcioni sopra di me, “…mmmm… e questo risveglio è assolutamente degno di nota…”, si punta il mio pisello contro le labbra della sua passerina, “…come l'hai grosso stamattina… mi farai… mmmm… sì… godere come… aahhha… ieri sera…”.
Se l’era già infilato tutto dentro, sentivo la fighetta stretta che pulsava attorno al mio cazzo, sentivo i suoi fluidi scivolare su di me. La guardavo in viso e era deliziosa: spettinata, struccata, non nascondeva il godimento che stava provando che era molto simile al mio. Le presi in mano le tette e le schiacciai. Lei appoggiò tutto il peso del suo corpo al mio petto con le braccia. Cercai di sincronizzare i miei movimenti con i suoi ed evidentemente ci riuscii poiché arrivò rapidamente all’orgasmo. Si lasciò andare su di me e mi baciò con passione senza che uscissi di lei. Riprese un po’ le forze e poi mi sussurrò:
B: “…sei stato fantastico… ora tocca a te…”, ricominciò a muoversi come prima ma nel frattempo mi accarezzava i testicoli con un mano. Quella mossa mi fece impazzire.
B: “…non venirmi dentro… mmmm… per piacere…”.
Non riuscivo a risponderle ma in pochi minuti ero già al limite. Sbofonchiai un “…sto per…” e lei si discostò sfilandosi da me. Fece appena in tempo perché subito partì un fiotto che arrivò appena sotto al petto e il resto scorse sul mio pube.
Osservò il risultato soddisfatta, mi baciò e mi disse: “Ora vado… mi raccomando non far capire nulla…”
Io: “…certo Barbara…”. Mentre dicevo questo andò in bagno a ripulirsi quindi si rivestì, senza indossare l’intimo, e si allontanò dalla mia stanza guardando con circospezione nei corridoi.

In quella gita non successe altro, però con Barbara iniziò una bella storia che dura ancora oggi.
 
P

Pape

Guest
Bel racconto, mi è piaciuto.
MI ha fatto tornare in mente la gita a Parigi in 4^ con le ragazze di 5^
Io ho passato 5 giorni ubriaco e penso di aver dormito 1 ora massimo 2 a notte quindi non ho visto, sentito e non ricordo nulla...una amica di 5^ però mi raccontò che un prof (molto giovane) che ci accompagnava aveva passato molto tempo in camera con una sua compagna di classe.
 

hofff

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Bel racconto, mi è piaciuto.
MI ha fatto tornare in mente la gita a Parigi in 4^ con le ragazze di 5^
Io ho passato 5 giorni ubriaco e penso di aver dormito 1 ora massimo 2 a notte quindi non ho visto, sentito e non ricordo nulla...una amica di 5^ però mi raccontò che un prof (molto giovane) che ci accompagnava aveva passato molto tempo in camera con una sua compagna di classe.
altri tempi, oggi prima godono poi al gabbio
 
P

Pape

Guest
beh, a dirla tutta fino alla fine....ho anche saputo che poi una volta finita la 5^, nel giro di qualche anno si sono sposati e messo su prole.
In quel caso si può dire si sia trattato di un vero innamoramento cominciato sui banchi di scuola...almeno per lei.
 

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