Esperienza reale Ricordi innocenti di preadolescenza

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Pape

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Niente di particolarmente osè, ma semplicemente ricordi belli e piacevoli...almeno per me.
Quando facevo le elementari, dalla 3^ classe in poi mia madre decise che mi avrebbe fatto accompagnare a scuola a piedi dalla mia vicina di pianerottolo, di un anno più grande, che quindi faceva la 4^.
Aveva (e poi ha mantenuto) un bel viso con lineamenti piacevoli, ma è sempre stata bassina e tarchiatina, pertanto pur essendo io più giovane di un anno, non mi sono mai sentito più "piccolo".
Andando e tornando da scuola i discorsi passarono da quelli infantili a quelli un pochino più prurigginosi e così, non ricordo se fosse già nell'anno della mia terza, ma è più probabile fosse quello della mia 4^ (quindi con lei in già in 5^) tra di noi ebbe inizio una sorta di giochino innocente, nulla di cui vergognarsi oggi giorno in cui il sesso è sviscerato in tv ai bambini fin dall'infanzia, ma all'epoca (fine anni 70) con TV una sola e con pochi canali, internet non esisteva...c'erano solo i film americani trasmessi a tutte le ore del pomeriggio nei quali le scene di bacio erano sempre pompose ed eterne, fatte accadere con molta enfasi e con musiche del tipo Ta,ta,ta, taannn!

Come ci finimmo nel sottoscala del palazzo non so bene, ma ricordo che fu lei a portarmici, e con la scusa di imitare le scene di bacio di questi film iniziamo a conoscerci anche fisicamente.
Ricordo bene le occasioni in cui noi due, bambini, sempre più incuriositi dall'aspetto dei nostri corpi, arrivammo piano piano a scoprire (io) le sue tettine (neanche tanto ine per l'età) e lei il mio pistolino.
Ci volle tanto tempo, e soprattutto tanti spaventi, perchè i nostri genitori vivevano nel palazzo e noi eravamo nel sottoscala. Quindi ogni volta che qualcuno (anche altri vicini) scendeva ci fermavamo, ricomponevamo e nascondevamo per evitare di essere trovati. Mi rendo conto solo ora che forse facevamo più casino a ricomporci che a star fermi immobili mezzi spogliati.
Comunque, come dicevo ci volle tanto tempo, ma tra un bacio e l'altro il giochino divenne ...se mi fai vedere da dove fai la pipi, ti faccio vedere da dove la faccio io. Arrivamo così a spogliarci completamente e, abbassandoci le mutande, a scoprire i nostri rispettivi sessi.

Sicuramente la cosa era più chiara per lei che per me, vista la mia età ed essendo io maschio a quell'età lo sviluppo fisico era più pronunciato in lei, ma soprattuto quello mentale.
La mia consapevolezza era veramente scarsa.
I primi peli, chiari, sulla patatina li ho visti da lei. Lei di contro non aveva mai visto il pistolino da così vicino e fino a porterlo toccare. Ricordo che se lo maneggiava per bene per osservarlo anche da molto vicino. Domandò cosa fossero le palle e a cosa servissero.
Ma soprattutto facemmo le prove di guardarci a fare la pipì. La facemmo per terra e ricordo come fosse ora la mia sorpresa che lei aveva due buchini, uno per la pipì e l'altro? per fare boh! (questo lo capii con i primi giornalini porno ma all'epoca ero più interessato da quello per pisciare...che scemo!) ...mentre lei fu sorpresa dal fatto che la pellicina sopra il glande, scendesse a quel modo e non ne capiva il motivo dell'esistenza e della funzione.
Passano mesi e arriviamo alla fine, per lei, delle elementari.

Quell'estate fu per me momento di sentimenti contrastanti. Anche io crescevo e ricordo bene la sensazione di piacere sempre pià crescente alle sue manipolazioni del mio cosino ed al fatto che il cosino divenne in certi casi più turgido.
Alla fine dell'estate lei andò alle medie e maturò definitivamente e già nel corso della prima iniziò ad ignorarmi e ricordo avesse un moroso di terza media. Io provai una sorta di gelosia, ma capii che non ci sarebbe stato spazio per me.

Ma prima di non cagarmi più... passammo in quell'estate ancora qualche momento assieme e per me questo fu molto intenso. Non vedevo l'ora di chiederle di scendere nel sottoscala.
Ricordo che ad ogni incontro segreto dopo un paio di slinguazzate, ormai le chiedevo subito di spogliarsi e di farmi aprire bene la patata per vedere la fessura da cui usciva la pipì. Ad ogni gioco e tocco sentivo e vedevo il mio pisellino ingrossarsi da solo e questo ancora di più quando era nelle sue mani....e non vedevo l'ora di riprovare quella sensazione di piacevolezza.
Fu così che una delle ultime volte, ciò che usci dal mio buchino imporvvisamente non fu pipì, ma un liquido più denso e non ben comprensibile per noi.
Incuriositi ricordo che lo assaggiammo entrambi e sinceramente non ricordo cosa ci dicemmo. Anche lei aveva un po' di liquido simile che usciva dalla patatina. Era dello stesso colore ma il gusto era decisamente diverso.
Purtroppo per me, come detto, lei cresceva complici prima le sue vacanze, poi le mie....smettemmo di vederci nel sottoscala e con l'inizio per lei delle medie, di me non le poteva che fregargliene meno di zero.
Fu l'ultima estate quella e da li in poi entrambi ci siamo comportati come se nulla fosse mai accaduto. Non una parola, nemmeno uno sguardo d'intesa.
Il gioco iniziato in modo innocente fini in modo altrettanto innocente, senza tanti drammi o discorsi.

Oggi la vedo rarissimamente quando entrambi andiamo a far visita ai rispettivi genitori, e ci salutiamo a malapena.
Mi piace però pensare che questo mio ricordo indelebile di quei momenti, lo sia anche per lei e che le poche volte che mi incrocia o passa fisicamente vicino a quel sottoscala...la faccia (diciamo così) "godere" un pochino dentro nel profondo della sua memoria.

That's all folk!
 
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Pape

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Quell'esperienza vissuta con la mia vicina di casa, mi portò a pormi alcune domande riguardo la femmine, i loro pensieri in merito al "sesso" (inteso come organo) e alla loro necessità di legare per avere un morosetto. Cosa che io francamente non consideravo proprio e che anzi mi imbarazzava.
Sin dall'asilo avevo alcune bambine che mi salutavano, che mi cercavano per parlare e stare assieme a me. In alcuni casi persino mi difendendevano dai compagni stronzetti, graffiandoli con una tale aggressività che, all'epoca, non capivo...anche se ne restavo piacevolmente sorpeso. Insomma...ero io il morosetto di turno.
Piano piano iniziavo a capire che da parte delle femmine c'era la necessità di emulare i comportamenti dei grandi. Comportamenti che ogni giorno avevo davanti, ma ai quali, io, non davo particolare importanza.

Fu così che terminata la pratica clandestina del sottoscala con la vicina, mi trovai a vedere mia cugina, anche lei di un anno più grande, come la logica sostituta della vicina.
Ma come si poteva fare ad intavolare la cosa.
Purtroppo, diversamente dalla vicina, la cugina non godeva di molta libertà da parte di mia zia, che essendo una donna molto autoritaria, era abituata a mantenere un controllo piuttosto vigile sull'attività della figlia in termini di spostamenti, tempo trascorso e capitava spesso che irrompesse in stanze da noi chiuse senza il minimo rumore di preavviso. Tanto che all'apertura della porta più di una volta sobbalzavamo dallo spavento.

Ugualmente però, causa lunghe chiaccherate e discussioni da parte dei nostri genitori durante le cene a casa mia o sua, ci ritrovavamo spesso e volentieri soli nelle nostre camerette a giocare.
Fu da lei che conobbi Barbie e Ken e tra un cambio di vestiti e l'altro restavano spesso nudi. Fu così che, per provacarla, una sera prima di andare via da casa sua, misi Ken e Barbie nudi ognuno con la testa sulle gambe dell'altra, in una sorta di 69.
La volta dopo che incontrai mia cugina, mi chiese subito se fossi stato io a farlo e perchè, in quanto sua mamma li aveva notati e le aveva chiesto spiegazioni. Ho realizzato in quel momento che mia cugina capiva benissimo il perchè e che era incuriosita quanto me dalla cosa.

La prima volta che iniziai a toccarla fu con il piede.
Giocavamo a scacchi, carte o qualcos'altro, sulla scrivania di uno studiolo a casa mia. Io seduto da una parte e lei di fronte. Prima misi un piede sulla sedia tra le sue cosce e vedendo che la cosa non sortiva ritrosie da parte sua, inizia ad allungarlo piano piano fino a che ad un certo punto riuscii ad appoggiarmi alla patata. Ricordo bene che giocavamo e allo stesso tempo ci guardavamo sorridenti e io con il mio alluce premevo sempre di più ripetutamente sui suoi pantaloni di cotone della tua che usava spessissimo per sentirsi più comoda.
All'inizio ci fu molto imbarazzo, più suo che mio in verità, ma la pratica non sembrava dispiacere a lei. Fu così che in breve tempo divenne una cosa di abitudine durante i nostri giochi di "società" a casa mia.
Iniziò a venire con le gonne e ogni volta vedevo in lei sempre di più la volontà di appoggiarsi al mio dito del piede, fino ad arrivare lei stessa a spingere con il suo bacino, sedendosi in punta di sedia.
La cosa che notavo e che spesso dopo questa mia pratica di pressione alla vulva, lei dopo un po' si scusava con me e di diceva "devo andare i bagno a fare pipì". Un po' mi scocciava interrompere quella pratica, pensai che l'andare in bagno potesse essere una scusa per fermarmi.
Incuriosito iniziai così a spiarla dal buco delle serratura per vedere (e sentire) se facesse veramente fare pipì. Non solo la sentivo farla ma anzi la vedevo pulirsi più e più volte con abbondante carta igienica. La paura di essere scoperto dai miei o da mia zia era enorme, ma questa paura non faceva che aumentare io mio stato di eccitazione. Così ogni volta che andava in bagno io correvo a spiarla e compresi che la tanta carta igienica serviva per asciugarsi non solo dalla pipì ma anche dal muco sceso in modo molto abbondante.
Non ci volle molto al fatto che, rientrata lei nello studiolo, io stesso mi fiondassi in bagno subito dopo e, con due smanettate, svuotavo la canna dalla lunga eccitazione.
Peccato che non riuscii mai a farle fare la stessa cosa del piede con me. Il mio pisello ogi volta scoppiava letteralmente e non avevo modo di avere un suo contatto con esso.

Complici le vacanze estive e la nostra voglia di vedere il mare, dopo anni di solo lago, convinse i nostri genitori ad affittare un appartamento al mare nel mese di agosto. Metà mese miei zii e metà mese noi. Subito io chiedetti ed ottenni che mia cugina proseguisse le vacanze restando con noi. A parte le solite strusciate di piede la prima estate non accadde nulla di particolare.
Solo durante il viaggio di rientro... noi seduti sul sedile posteriore della Fiat 124 special di mio padre, caldo afoso e finistrini e deflettori semi aperti per arieggiare...io misi una mano sotto la gonna di mia cugina.
Lei non si oppose minimamente. Prima la coscia, poi salendo piano piano arrivai alle mutande.
Sarà stata l'afa, sarà stata la mia agitazione nell'avere i miei genitori seduti proprio davanti, sentii le mutande di mia cugina (bianche di cotone con un disegnino di un animaletto cucito sopra) bollenti. L'interno coscia sudato e la mia mano che scivolava sempre più in appoggio alla patata.
Con un movimento rapido passai da sopra, scostai l'elastico e infilai la mia mano dentro. Subito sentii i suoi pochi peli che crescevano sul pube come fosserò fili d'erba ruvidi rispetto al liscio della sua pelle. Per me fu una cosa particolare perchè io ero ancora glabro sul pube. Infilai il dito medio tra le grandi labbra e la sensazione fu proprio di scivolamento.
Lei era bagnata fradicia. Il mini assorbente che portava lo dimostrava. Il mio palmo a contatto con le mutande divenne piuttosto umidiccio.
Per non far girare i miei, io mi mettei in mezzo al sedile posteriore e con la tetsa appoggiata sullo schienale di mia madre inizia a fare domande sui luoghi, i campanili, le campagne e qualsiasi cosa potesse mantenere acceso un dialogo. Nel frattempo la mia mano rimase ferma dentro le mutande di mia cugina per almeno 30-40 minuti, ogni tanto una pressione, ogni tanto un movimento...più dettato dai sobbalzi dell'auto che da una mia capacità o volontà di praticare qualsivoglia massaggio.
Finchè mia cugina mi prese la mano la scostò e mi fece uscire dalla matunde. Mi resi conto che per lei fosse altrettanto palpitante la paura di essere scoperta che ad un mio secondo tentativo mi bloccò.
Le mie dita erano bagnatissime e si asciugarono in fretta visto il calore all'interno dell'abitacolo. L'ordore però rimase e io mi passavo spesso le dita a grattarmi sotto il naso e quel misto di freschino, sudore e pipì leggermente dolciastro e acre allo stesso tempo, mi fece per la prima volta sentire il cosiddetto "scent of a woman"

Prima l'autunno poi l'inverno trascorsero tra di noi senza discorsi o altre occasioni. Arrivò la Pasqua, come quest'anno molto tardi, che ci portò a trascorrere 4-5 giorni nuovamente in un appartamentino al mare.
Dopo il viaggio, il pranzo e la cena, mia cugina disse che era stanca e con mal di pancia. Così mia zia e mia madre le dissero "vai a buttarti nel lettone" e gli diedero la borsa dell'acqua calda dietro.
Tempo 5 minuti iniziai anche io a lamentare grande stanchezze e dolori al pancino...ovviamente tutto finto...e come immaginavo mia madre disse "vai anche tu a coricarti nel lettone e fatti passare la borsa calda da tua cugina"
Non vedevo l'ora. Era la mia occasione di stare steso nel lettone sotto le coperte con mia cugina.
Al buio della stanza da letto e con i nostri genitori a parlare e chiaccherare in salotto, io ero eccitatissimo.
Ci misi pochi minuti ad entrare con le mani nei pantaloni del pigiama di mia cugina e altri pochi secondi a scostarle le mutandine.

Lei non oppose la minima resistenza. Era solo un po' rigida con le gambe ma la patata era calda, umida e moderatamente bagnata. Io inizia a sfregare l'indice su e giù dentro le grandi labbra.
Con mia grande, grandissima sorpresa, mia cugina appoggio la sua mano sul mio pene che era in fortissima erezione e da sopra il pigiama iniziò a stringermelo e rilasciarlo, in modo molto impacciato come se stesse usando un anti-stress. Tuttavia, quella era la prima volta che lei prendeva una iniziativa e che di sua spontanea volontà toccava il mio sesso.

Le sue cosce dapprima piuttosto chiuse e rigide, pian piano si rilassavano e la mia mano prendeva sempre più mobilità e confidenza con lo sfregamento della vulva. Soprii la sua vagina totalmente bagnata. Il mio dito che entrava delicatamente tra le grandi e piccole labbra, fino a penetrarla poco poco nel suo buchino ancora vergine e pertanto chiuso dall'imene. Scopri in quel frangente il clitoride e l'esistenza di una piccola fossetta sopra la vagina, l'uretra. Lei apprezzava molto ed io mi ero totalmente distratto dal fatto che lei stesse tenendo il mio pisello stretto nella sua mano destra.

Dovevamo restare totalmente silenti. I nostri genitori erano in salotto, solo 5 metri dietro la parete. Tuttavia senti il battito e il respiro di mia cugina accellerare fortemente. Il suo corpo iniziare a vibrare piano piano piano, fino a che i suoi muscoli delle gambe e delle braccia divennero tesi, rigidi, quasi come stesse reagendo ad un bagno in acqua freddissima. Lo capii con qualche anno di ritardo, ma avevo appena provocato un orgasmo a mia cugina.
Quella sua tensione si tradusse in una pressione fortissima delle sue dita sul mio pene. Pressione che mi riporto vigile e consapevole del fatto che mia cugina, per la prima volta, mi stesse strofinando l'uccello seppure da sopra il pantaloni del pigiama.
Ci misi pochissimo, eiaculai dentro le mie mutande immediatamente dopo il suo orgasmo. Non avevo nulla con cui asciugarmi ed essendo nella camera dei miei genitori non sapevo nemmeno in quale cassetto poter prendere un fazzoletto. La conseguenza fu che dovetti alzarmi dal letto e andare in bagno prima che la cosa divenisse imbarazzante e troppo evidente da non poter uscire dalla stanza.
Mi ripulii con la carta igienica le mutande e rimasi in bagno quasi 5 minuti per accertarmi che dai pantaloni non si evincesse nulla.

Uscito dal bagno vidi mia zia portare mia cugina in salotto, prendere una coperta e dirle "visto che hai detto che sei stanca adesso ti metti qui sulla poltrona letto a dormire, tanto tra 5 minuti andiamo a letto tutti".
Incrociai lo sguardo di mia cugina. In viso era rossa paonazza ed è probabile che la stessa cosa fosse per me. La faccia di mia zia invece era un misto di incazzatura e di giudizio universale.
Pensai "Che abbia capito cosa è successo? Ma come ha fatto che siamo stati silenziosimi?"
Siccome anche io avrei dormito in salotto su un'altra poltrona letto, assieme ai miei zii che avrebbero usato il divano letto, rimasi in piedi ad attendere che tutti si andasse a dormire.

Mia cugina inizio le mestruazioni proprio il mese successivo e complice l'indottrinamento di mia zia, non riuscii più ad avere accesso alle sue carni. Le risposte erano, eravamo bambini, abbiamo fatto cose innocenti, è normale che potesse accadere, siamo curiosi, ma adesso per me è pericoloso e non posso più giocare con queste cose, sono una donna ormai.
Ovviamente io ero ancora bimbo per lei e con la sua crescita la sua attenzione ben presto si spostò ai compagni di scuola.

Ancora una volta, tanta fatica per restare alla fine con un pugno di mosche.

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sormarco

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Pape;n16404081 said:
Quell'esperienza vissuta con la mia vicina di casa, mi portò a pormi alcune domande riguardo la femmin
Ancora una volta, tanta fatica per restare alla fine con un pugno di mosche.

That's all folk!

Quando avrò un Po di tempo posso scrivere qui le mie esperienze per adolescenziali, così da non disperdere le varie esperienze appunto. Altrimenti aprirò un altro thread. 
comunque aver sentito la cugina bagnarsi mmmmmm
 
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Pape

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sormarco;n16404694 said:
Quando avrò un Po di tempo posso scrivere qui le mie esperienze per adolescenziali, così da non disperdere le varie esperienze appunto. Altrimenti aprirò un altro thread.
comunque aver sentito la cugina bagnarsi mmmmmm

Non che ci sia bisogno di dare autorizzazioni, ma per quanto mi riguarda chiunque può scrivere la sua esperienza di pre-adolescente in questo 3d.
 

sormarco

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Pape;n16405594 said:
Non che ci sia bisogno di dare autorizzazioni, ma per quanto mi riguarda chiunque può scrivere la sua esperienza di pre-adolescente in questo 3d.

io domando perchè c'è qualcuno che non accetta intromissioni.
 
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Pape

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Da quando ero piccolo le mie estati di vacanza da scuola erano da sempre passate in campeggio in roulotte, cosa che adesso non riuscirei a fare, che all'epoca era molto comune nelle famiglie italiane forse anche per i costi ridotti e la possibilità di avere una teorica seconda casa solo nel periodo più godibile.
Ovviamente i miei ricordi di quel periodo legati ai cambiamenti ormonali sono pochi e più verso cose per me imbarazzanti che a cose eccitanti.
Si sa la crescita è diversa in ogni individuo e l'educazione familiare poi incide molto. Inoltre non aiutava il fatto di essere un gruppetto di maschietti con età diverse e quindi con maturità e malizie diverse.
Le ragazze erano spesso molto più grandi, ovvero fuori portata e già prese dai miei fratelli e loro amici. Grosse compagnie di 22-25enni spesso automuniti che alla sera uscivano dal campeggio verso i paesini del lago. Altre erano ancora bambine, quindi fuori da ogni pensiero o discorso.
Fino ai 13/14 anni ho odiato quelli di 2-3 anni più grandi di me. Avevano sempre tutte le attenzioni delle mie coetanee.
In quel periodo ho scoperto i primi fumetti e giornali pornografici. Alcuni amici li fregavano al padre che spesso era troppo imbarazzato per manifestarne la mancanza. La vita di campeggio è una specie di comunità, specie se dura molti mesi e ogni anno ci si ritrova sempre gli stessi. Certe cose, se escono, segnano le persone quindi tutti in silenzio.
Per la prima volta ho potuto vedere le penetrazioni vaginali e quelle anali (fino ad allora per me inimmaginabili), le fellatio e i cunnilungus ...ma ciò che più di tutto mi ricordo sono le scene di donne che sdraiate a terra con bocca spalancata attendevano di farsi pisciare in bocca.
Dietro al campeggio c'erano solo campi di olivi ed erbe alte tipo boschetto e attraverso un buco nella recinzione trovammo il modo di passare alcuni nostri pomeriggi a fantasticare su queste immagini e iniziammo a praticare nudismo tra di noi, più per sfida che per valutare misure, coprirsi solo di fogliolone tipo giardino dell'eden, insomma facevamo gli scemi, senza avere vergogna l'uno degli altri.
Il campeggio era grande quindi con molto ricambio, ma difficilmente si facevano amicizie eterogenee. Ma quell'estate arrivo una famiglia con una figlia. Una ragazza, figlia unica, mia coetanea e che con grande mia sorpresa si uni al nostro gruppetto. Ci si vedeva in piscina, mattina e pomeriggio, ed era sempre molto piacevole di compagnia, scherzava con noi con molta naturalezza e a volte un po' come il tipico maschiaccio. Non era bellissima, ma nemmeno brutta, e iniziava ad avere delle belle forme. Capelli lunghi castani, occhi marroni. Alta e con un fisico atletico ma non muscoloso e nemmeno magro.
Noi si tornava ogni tanto nel boschetto e lei immancabilmente veniva lasciata sola. Uscivamo dalla piscina, bici e via a fare gli scemi..salvo tornare dopo un'oretta a fare il bagno.

Un giorno arrivo in piscina e mi avvicino a lei che era sola a prendere il sole.
Ciao, come stai oggi. Sei da sola? ...chiesi io. Ti dispiace se mi metto vicino a te?
LEI: certamente, mi fa piacere che sei arrivato. Oggi i miei sono andati a fare la spesa, perchè domani ci spostiamo con la roulotte al mare e mi stavo godendo il sole per non scottarmi poi, però da sola mi sto annoiando.
Fece 10 secondi di silenzio e mi disse: Avrei però una cosa da chiederti
io la guardo e penso: cazzo avrà mai da chiedermi.
Beh insomma, ve la faccio breve. Lei molto incuriosita da quei nostri comportamenti dei giorni precedenti mi chiese dove andassimo sempre io e gli altri a metà pomeriggio, quindi io con molta tranquillità (non immaginando mai il seguito) le spiegai di questo nostro posto "segreto" dove ci piaceva fare gli scemi e...con mia enorme sorpresa, lei mi chiese se potesse vederlo... e io pensai. Cazzo, perchè mai non ci avevamo pensato noi di chiederglielo prima?
Non ebbi obiezioni, pertanto quel caldo pomeriggio di metà luglio, la portai a vedere il posto che le avevo appena illustrato.
Arrivati nel boschetto, contrariamente a come eravamo soliti fare non mi feci sparire il costume appena entrato. C'era lei questa volta e pensavo fosse più incuriosita dal posto che dalla situazione.
Poi che figura ci avrei fatto? I miei genitori mi avevano sempre detto che occorre rispetto con le femmine.
Dopo 5 minuti passati a spiegare le nostre attività sceme in quel posto, sento lei che dice: scusa, ma mi hai detto che qui vi togliete sempre i costumi. Come mai non lo hai ancora fatto?
IO: non posso togliermi il costume davanti a te che sei una femmina. Non hai fratelli, non sei abituata, scapperesti imbarazzata e questo non lo voglio.
LEI: ma sai quante volte ho visto mio padre nudo in casa? Cosa voi che mi imbarazzi? A me non da fastidio, anzi sono curiosa di vedere la differenza con mio padre.
IO: beh allora se non ti imbarazza comincia tu!
Detto fatto! Lei incrocia le mani dietro la schiena e si slaccia il pezzo di sopra, lo fa scivolare via con una naturalezza che raramente ho visto nel mio futuro.
Cazzo, strabuzzo gli occhi e mi viene quasi da svenire. Aveva un seno magnifico, bianco latte, tondo e dritto, sodo a tal punto da non avere alcun segno di cadimento in basso. Le ereole rosa chiaro e due capezzoli grandi e un po' turgidi.
LEI: bene, contento? adesso tocca a te!
Quella cosa francamente mi imbarazzava molto. Viste le tette ero piuttosto in tiro, nonostante l'età giovane e uno sviluppo scarso.
Ci fu qualche secondo di silenzio, che mi sembrò un'ora.
LEI: che strano! mio padre c'è la molto più grosso del tuo. Però sei anche senza peli rispetto a lui e poi anche i coglioni di mio padre sono molto più grandi.
Penso che il cuore mi esplodesse, Ho provato come la sensazione di avere un colpo di sole...
Lei si avvicina a me e chiede: posso toccarti?
Balbettai un assenso che penso sia ancora oggi mezzo bloccato nelle mie corde vocali.
Lo prese nelle mani e lo guardava, lo pesava, tastava i testicoli e stringeva le mani come cercasse di premere una pallina antistress.
Il cazzo mi scoppiava. Cercando dentro di me il fiato per parlare, le dissi: Tu mi faresti toccare le tue tette, anch'io sono curioso!
LEI: Certo però fai piano perchè mi fanno un po' male.
In effetti aveva le tette dure, gonfie...forse per gli ormoni in costane crescita vista l'età.
Che sensazione...Eravamo nudi, all'aperto sotto il sole, lei mi tastava il pene e io le toccavo con le mie mani entrambe le tette. Uno spettacolo!
Causa la forte eccitazione e l'assoluta inesperienza, mi accorsi dopo molto che lei ancora non era del tutto nuda.
Allora le dissi che mi aveva imbrogliato perchè non aveva ancora tolto il pezzo di sotto.
LEI: lo so, l'ho fatto apposta e volevo vedere se te ne accorgevi. La patatina di una femmina è una cosa preziosa e che non posso sventolare all'aria.
IO: beh che aspetti (con un tono di orgoglio) nemmeno tu sei la prima a cui vedo la patatina!
In modo naturale, lei mi lasciò il pene, e si sfilò via il costume di sotto, sedendosi sull'erba.
IO: Aspetta, siediti sopra la mia maglietta che ti pungi il culo. Sai qui ci sono tante formiche.
Lei si rialzo, stese la mia maglietta e ci si sedette sopra. Si allargo le gambe davanti a me e disse: Allora! è così che ti ricordi la forma della patatina?

Non capivo più niente. Era uguale a ciò che avevo già visto, ma sostanzialmente diversa. Penso non dissi nulla, mi avvicinai e come fece lei con il mio pene la analizzai quasi con metodo scientifico.
La presenza di peli castano scuro ed il segno dell'abbronzatura, la facevano risaltare in un modo che non avevo mai visto prima.
Aveva delle grandi labbra carnose e interrotte al centro non solo dal taglio, ma da due ali di pelle che uscivano fuori e che scoprii molti anni dopo chiamarsi piccole labbra. Aveva le tipiche ali sporgenti che ancora oggi a pensarci mi fanno molto eccitare.

Ricordo che iniziai ad accarezzare il pelo e con le dita iniziai ad aprire le sue carni esterne. Davanti ai miei occhi si schiuse una farfalla con all'interno una pelle color rosa chiaro, quasi più scura rispetto al bianco della sua carnagione non abbronzata li attorno.
Presi coraggio e mandai giù litri di saliva, tanto che rimasi con la bocca secchissima. Le diedi un bacio sulla bocca e lei ricambiò. Con la lingua ci scambiammo un po' di saliva. Cosa che mi fece smettere di inghottire la mia.

Gli chiesi se potessi toccarla più a fondo e lei annui, mi inginocchiai sull'erba e iniziai a toccarle il buchetto della figa. Vidi la presenza di una membrana di pelle rosa scuro con un buchetto al centro basso. Avevo appena scoperto l'imene ma ancora ne ignoravo la sua importanza nell'immaginario maschile.
Affondai un po con il dito e mi accorsi che lei era molto, ma molto, bagnata. Tastai parecchio e poi spinsi con un po' più di coraggio e scivolai un po' all'interno della vagina. Lei però mi fermo la mano dicendomi che le facevo un po' male.
Quindi mi spostò il dito sul suo clitoride e me lo fece premere e strofinare per bene. Capii allora che quello era un punto di grande piacere per lei e incominciai a praticarle una stimolazione in tutta autonomia. Capii anche che per lei quella stimolazione doveva essere già una cosa scoperta tempo prima.
Le sentivo il clitoride ingrossarsi e diventare lungo. Lo stringei tra l'indice ed il pollice. Su e già come stessi strofinando una piccola asta. Per la media, posso dire oggi che, aveva un clitoride bello gonfio e sporgente.

Lei nel frattempo mi teneva il pene in mano, che nel frattempo si era indurito ulteriormente. Iniziò a scappellarmelo più e più volte. Sentii una pressione da sotto il pene che mi risaliva dall'interno e con molta rapidità esplosi in una eiaculazione piuttosto densa e appiccicosa.
Mi ricordo la sua mano piena di sperma e vidi alcuni schizzi anche vicino alle sue tette.

Lei con la mano piena di sperma si irrigidì un pochino, ma io continuai a sfregare le mie dita della mano destra sul suo bel clitoridone. Lei aprì ancora le sue cosce e mi lasciò fare fin quando, ad un certo punto, lei inizio a contorcersi, mugugnare e chiuse le gambe con le mie dita ancora dentro.
Sentii una pressione come avessi messo le dita in una pressa. Lei era tutta rossa in viso e io avevo ormai un crampo alla mano.
Sfilai le mie dita che mi accorsi essere inzuppate e mi rendei conto che non fui solo io a venire copiosamente.
IO: mi fa piacere vedere che non capita solo a me.
LEI: scemo! Cosa credi di essere gli unici voi maschietti a buttare fuori liquido. La differenza che con il nostro non capita nulla, con il vostro si resta incinta.
IO: cazzo! non sapevo fosse così semplice. Ma fortunatamente ce l'hai ancora tutto in mano e si sta asciugando.
Lei mi guarda e mi mette la mano addosso e mi dice: Beh, adesso te lo asciughi tu il tuo, che io devo pensare al mio. Non posso mica tornare in piscina con lo slip più bagnato di quando sono uscita.
Io resto un po' impietrito da quella lucidità e modi di fare. Così sicura e quasi autoritaria rispetto a me.
Mi venne però in mente che avrebbe potuto asciugarsi con la mia maglietta. Glielo dissi e lei mi guardo con un senso di ringraziamento e di rispetto.
Mi sentivo un dio. Avevo appena eiaculato addosso ad una ragazza e le avevo appena fatto provare un grande piacere fisico.
Nel frattempo ad entrambi scappava da piscare e io pisciai davanti a lei come se fosse la cosa pìù naturale del mondo. Lei fece lo stesso e mi accuccia a terra per vedere lo zampillo anarchico della minzione femminile. Oggi non mi fa caldo ne freddo, allora invece lo trovai molto eccitante e vicino a quanto visto nei giornalini procurati dai miei amici.
Lei si ripulì con la mia maglia e uscimmo dal "boschetto", andammo in piscina appena in tempo.
Sua mamma era appena tornata ed era andata in piscina a cercarla. Doveva tornare in roulotte a prepararsi le sue cose per la partenza al mare del giorno dopo.

Cazzo! mi era sfuggito di mente questo particolare.
Avevo appena avuto un'esperienza con una ragazza e questa mi stava già scappando via da sotto il naso.

Ci salutammo con non poco imbarazzo. La sera dopo cena provai a cercarla, ma mi disse che doveva andare a letto presto perchè partivano all'alba.

Mi si strinse il cuore. Quasi mi mettevo a piangere.
Avevo ancora molto da imparare dalle ragazze. Ma ancora una volta mi ritrovai davanti ad una femmina che aveva preso con me l'iniziativa per prima....e questo mi avrebbe segnato nei miei approcci futuri.

L'anno successivo aspettai il suo ritorno al campeggio...ma niente, ma saputo il suo cognome e nemmeno dove abitasse.
Persa per sempre....e mi ci sarebbero voluti altri 2 anni prima di poter anche solo dare un bacio ad una ragazza.

Mi rimane però un incredibile ricordo della mia estate tra prima e seconda media, peccato non aver conservato quella maglietta.

That's all folk!

 
 
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Pape

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Il periodo di preadolescenza andrebbe tecnicamente considerato finito. Questi sono i miei ricordi, pochi ma significativi credo.
Prima della fine delle scuole medie avrei un altro ricordo che ancora oggi è bello stampato nella mia memoria e che vorrei condividere

In terza media il mio sviluppo fisico mi portò dall' essere più basso di alcune ragazze (e già molto sviluppate in prima media) ad essere tra i più alti della classe. Oggi 183 cm tra i maschi sono quasi normalità. Ma negli anni '80 la mia era un altezza di tutto rispetto.
Se poi ci uniamo una struttura fisica costruita con il nuoto dai 7 agli 12 anni per poi passare al calcio fino ai 14, fecero di me un ragazzino immaturo dentro un fisico quasi da adulto...
Fu così che una mia compagna di classe, alta pure lei, con un fisico un pelo più robusto della mediam bella di viso con occhi verdi smeraldo, iniziò ad interessarmi e mi resi conto valutando i suoi sguardi che la cosa era, o poteva essere, reciproca.
Lei oltre ad essere alta era tanta, aveva una struttura con braccia e gambe lunghe e sode, due tette importanti ma non esagerate, sempre piuttosto celate da un abbigliamento votato più alle felpe e alle tute da ginnastica tipiche dell'epoca e usate da alcune ragazze per celare le forme generose e per loro fonte di imbarazzo.

Lei però aveva un moroso di 3 o 4 anni più grande, con la moto... Ogni tanto li vedevo assieme al parco e lei immancabilmente appiccicata a lui a baciarlo. Non so se avvesserò già scopato, ma di sicuro lui non si accontentava di una slinguazzata. Costui era anche un mezzo tossico in quanto fumava parecchie canne e spesso era più intontito che lucido. Quindi a volte vedevo lei piuttosto infastidita e non felice di essere li, con lui.
Un giorno questa ragazza, alla fine della giornata di scuola, scendendo le scale mi affianca e dice: sai, ho mollato il moroso e Michele (nome di fantasia di un nostro compagno di classe) mi ha chiesto di uscire con me...
Io da idiota, timido e impacciato nei rapporti umani com'ero faticai a capire il suo messaggio e risponsi: Beh, se l'hai lasciato per me, grazie! Ma non sono interessato.
Era esattamente il contrario ma ero troppo timido e stupido per ammetterlo in quel momento, preso alla sprovvista.
Non la guardai quasi in faccia per la vergogna e per non far vedere il mio imbarazzo. Anzi mi avvia di buona lena a scendere le scale in mezzo al casino di uscita da una scuola media di allora, quando le classi arrivavano fino alla sezione L, mentre oggi faticano ad arrivare alla D.
In mezzo a quel casino, lei mi prese il braccio e mi fermò e mi disse: Quindi ti sta bene se mi metto assieme a Michele?
Cazzo, stavo rifiutando una ragazza e questa mi chiede in pratica se fossi consapevole che lei avrebbe proseguito in altre scelte! Ebbene, risposi con un "Certo, perchè mi dovrebbe infastidire? Adesso però scusami ma devo andare"
Che scemo e che stronzo che ero. Celavo la mia insicurezza con una sorta di arroganza...nemmeno fossi Denim Musk "L'uomo che non deve chiedere, mai!"...ma non ero così, anzi...dentro ero esattamente il contrario, avevo bisogno di persone vicine, contatti e conferme.

Arrivò il momento della gita di classe a Padova e lei e Michele erano effettivamente morosi. A scuola non ci facevo molto caso, ma in gita quel giorno... li osservai (più lei che lui) esi sedettero a metà bus, si da subito appiccicati per buona parte del viaggio di andata. Gli insegnanti di accompagnamento erano sparsi nel bus ed l'ambiente era abbastanza serioso.
Io ero in ultima fila, un mio compagno aveva portato dei giornali porno (conobbi il mitico Le Ore) e mi distrassi quindi non badai più molto a loro.

Al ritorno il clima era molto più scanzonato, i prof a fare comunella nelle prime file, e noi alunni praticamente ci ritrovammo in molti nelle ultime file. Eravamo felici e sorridenti di ritorno dalla gita. Cazzeggivamo, ascoltando la musica dai primi walkman dividento le cuffiette e sparando cazzate con alcune compagne di classe.
Io ero seduto nel posto centrale dell'ultima fila e ad un certo punto arriva lei. Michele soffriva di mal d'auto e durante il viaggio doveva stare davanti, ma lei vedeva che noi ci si divertiva un casino e lo piantò da solo per venire da noi e con un gran sorriso mi chiese: "Vi secca se mi unisco anch'io alla festa?"
Io risposi: Non una festa, ma sei la benvenuta....però non puoi stare in piedi che l'autista si incazza, ti va di sederti sulle mie gambe?
Lei: ma guarda che io peso tanto, ce la fai?
Io: ma certo, per chi mi hai preso...non sono mica un bambino, indicando con un gesto del viso verso Michele (riferendomi alla sua struttura fisica minuta e bassino di statura).
Lei mi guardò e con un sorriso che non dimentecherò mai mi si sedette sullle gambe.
Penso non fossero passati 2 minuti che il mio cazzo mi stava scoppiando nelle mutande. Sentire il sedere sulle mie gambe, avere le sue tette davanti al viso, seppure ben celate e sentire il suo profumo dei capelli. Ero eccitato come non mai.
Lei deve essersene accorta perchè dalla gambe dov'era seduta si sedette con il culo proprio sopra il mio uccello.
Qualsiasi cosa accadesse, sobbalzi del pulmann, risate e spintoni, gente che passa e che torna al posto etc...lei non si schiodò dallo star seduta sopra di me, anzi mi dava l'idea che facesse in modo di strusciare il culo per sentire il mio cazzo duro come il marmo e pronto a scoppiare.
Ricordo sguardi di forte complicità con lei, ma il viaggio era arrivato alla fine, quindi le insegnati col microfono dissero di tornare tutti ai rispettivi posti perchè stavamo arrivando a casa.
Lei si alzò e mi fisso negli occhi...lo stesso feci io. Ci lasciamo senza proferire parola e con uno sguardo di reciproca soddisfazione e torno a sedersi con Michele.
Scesi dal bus non ci salutammo nemmeno. Io ero cotto di lei e la mia impressione era che lei lo fosse per me. Ma ero troppo or...goglione!

Passa il week-end e la settimana successiva vidi tra lei e Michele rapporti molto distaccati. Ognuno stava con i rispettivi gruppetti e non si filavano per nulla.
Arriva il giorno di fare ginnastica e si scende tutti in palestra.
I prof ci fanno fanno correre, saltare ed infine stendere a terra sui tappettini a fare esercizi.
Addominali, piegamenti sulle braccia etc etc etc
Non mi accorgo che lei occupa il tappetino accanto al mio...giuro che non l'avevo proprio vista avvicinarsi così a me!
Stiamo facendo i piagamenti sulle braccia che ad un certo punto sento un morso sul tricipite destro.
D'istinto esclamo: Ahi!
Mi giro e vedo lei. Mi aveva morso il braccio!
Il prof di ginnastica, caccia un urlo e dice a lei...cosa fai? Sei impazzita?
La classe si ferma e c'è un silenzio di tomba.
Lei con una faccia di bronzo e guardando verso di me, ad alta voce, risponde al prof: Chiedo scusa, ma non sono riuscita proprio a resistere. E' stato più forte di me.
Il prof, la chiama a se e tra l'imbarazzato ed il sornione, le dice di andare pure negli spogliatoi a cambiarsi in anticipo e di farsi una doccia (che non c'era ovviamente) fredda per raffreddarsi un po'.
I miei compagni mi presero per il culo, ma la cosa che mi fece piacere fu che Michele disse che aveva capito perchè lei avesse troncato. Ma in realtà non gliene fregava nulla pure a lui, era un tipo che la chiedeva un po' a tutte....

Il periodo che ne seguì fu piacevole ma strano. Non eravamo morosi, non ci eravamo ma detti di stare assieme, si stava solo in compagnia l'uno dell'altra, ridendo e scherzando piacevolmente, il classioc da cosa nasce cosa.
Decidemmo solo di svolgere alcuni compiti di gruppo per casa assieme e quindi ricordo che andai 3 o 4 volte a casa sua per fare sti cazzo di compiti...con risultati modesti sul rendimento...in quanto la metà del tempo si limonava con vari palpeggiamenti. Nulla di più, c'era sua madre in casa...molto vigile e attenta ad impedire che ci venissero pensieri strani in mente.
Lei mi invitò al suo compleanno. Aveva una taverna e ricordo che passammo il tempo dopo i vari rituali di candeline, torta e scarto regali, a limonare nel vicino box auto separato dalla taverna da una porta tagliafuoco, praticamente al buio.
Con i genitori al piano di sopra, la musica che intratteneva gli amici nell'altra stanza.... noi ci riuscimmo a ritagliare mezz'oretta di tranquillità.
Fu allora che, dopo una limonata lunga 5 minuti e con il mio cazzo duro a pulsare sotto il suo culo appoggiato sulle mie gambe seduto sui gradini, lei si spostò, mi prese l'uccello da dentro in pantaloni e lo tiro fuori attraverso la patta e con un gesto repentino di cui mi accorsi poco per il buio del locale, chinò la testa e se lo mise in bocca iniziando a leccarlo e succhiarlo avidamente con una foga che mi fece venire nel giro di poco. Io (stupido) le sussurrai che stavo per arrivare, si sfilò il cazzo di bocca e mi finì con una sega. Sborrai sul pavimento del box.
Fu un momento mitico per me, il mio primo pompino...mi sentivo divinamente bene. Svuotato di ogni pulsione ulteriore.
Rientrammo dentro in taverna, ero talmente felice che non ricordo gli sguardi degli altri ragazzi verso di noi. Ricordo solo che era tardi e che io e molti altri dovevamo tornare a casa.
Ci lasciamo così senza grandi baci, ma solo con un abbraccio forte. Fu l'unica volta che ricevetti un regalo durante il compleanno di un'altra persona.

Le settimane che ci dividevano dalla fine della scuola erano ancora poche e il nostro rapporto resto piuttosto distaccato. Non eravamo morosi. Da parte mia c'era stata una attrazione fisica culminata e soddisfatta con il soffocotto ricevuto. Non ci furono altri momenti di intimità simili. Solo qualche limonata e palpeggiamento durante la ricreazione o al parco, ma nulla di più.
L'unico rammarico è di non aver mai potuto "approdondire" il contatto con la sua patata con tempistiche a me più congeniali.

Finita la terza media, i miei mi portarono come ogni anno in campeggio e quella storia finì come era cominciata, senza tanti discorsi o proclami, ma semplicemente con un... ciao, buone vacanze, ci veidamo... all'uscita della scuola. Non ci vedemmo più per un bel po'.
Seppi dopo l'estate dopo che quell'estate si era rimessa assieme al moroso mezzo tossico, che nel frattempo lo era diventato totalmente e quindi la storia non durò molto tempo, anche osteggiata dalla famiglia di lei per evitare conseguenze spiacevoli alla figlia, che fortunatamente non ci furono mai.

Ogni tanto ci si incrocia, ci salutiamo...chissà se anche lei ha fantasticato sul come sarebbe potuto essere tra di noi?...ma non lo saprò mai.

Grazie per "l'ascolto". So che non sono racconti particolarmente spinti o erotici, ma spero siano apprezzati per il contesto e l'innocenza dovuta all'età in cui si sono svolti.

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Grandel

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Pape;n16481228 said:
Il periodo di preadolescenza andrebbe tecnicamente considerato finito. Questi sono i miei ricordi, pochi ma significativi credo.
Prima della fine delle scuole medie avrei un altro ricordo che ancora oggi è bello stampato nella mia memoria e che vorrei condividere

In terza media il mio sviluppo fisico mi portò dall' essere più basso di alcune ragazze (e già molto sviluppate in prima media) ad essere tra i più alti della classe. Oggi 183 cm tra i maschi sono quasi normalità. Ma negli anni '80 la mia era un altezza di tutto rispetto.
Se poi ci uniamo una struttura fisica costruita con il nuoto dai 7 agli 12 anni per poi passare al calcio fino ai 14, fecero di me un ragazzino immaturo dentro un fisico quasi da adulto...
Fu così che una mia compagna di classe, alta pure lei, con un fisico un pelo più robusto della mediam bella di viso con occhi verdi smeraldo, iniziò ad interessarmi e mi resi conto valutando i suoi sguardi che la cosa era, o poteva essere, reciproca.
Lei oltre ad essere alta era tanta, aveva una struttura con braccia e gambe lunghe e sode, due tette importanti ma non esagerate, sempre piuttosto celate da un abbigliamento votato più alle felpe e alle tute da ginnastica tipiche dell'epoca e usate da alcune ragazze per celare le forme generose e per loro fonte di imbarazzo.

Lei però aveva un moroso di 3 o 4 anni più grande, con la moto... Ogni tanto li vedevo assieme al parco e lei immancabilmente appiccicata a lui a baciarlo. Non so se avvesserò già scopato, ma di sicuro lui non si accontentava di una slinguazzata. Costui era anche un mezzo tossico in quanto fumava parecchie canne e spesso era più intontito che lucido. Quindi a volte vedevo lei piuttosto infastidita e non felice di essere li, con lui.
Un giorno questa ragazza, alla fine della giornata di scuola, scendendo le scale mi affianca e dice: sai, ho mollato il moroso e Michele (nome di fantasia di un nostro compagno di classe) mi ha chiesto di uscire con me...
Io da idiota, timido e impacciato nei rapporti umani com'ero faticai a capire il suo messaggio e risponsi: Beh, se l'hai lasciato per me, grazie! Ma non sono interessato.
Era esattamente il contrario ma ero troppo timido e stupido per ammetterlo in quel momento, preso alla sprovvista.
Non la guardai quasi in faccia per la vergogna e per non far vedere il mio imbarazzo. Anzi mi avvia di buona lena a scendere le scale in mezzo al casino di uscita da una scuola media di allora, quando le classi arrivavano fino alla sezione L, mentre oggi faticano ad arrivare alla D.
In mezzo a quel casino, lei mi prese il braccio e mi fermò e mi disse: Quindi ti sta bene se mi metto assieme a Michele?
Cazzo, stavo rifiutando una ragazza e questa mi chiede in pratica se fossi consapevole che lei avrebbe proseguito in altre scelte! Ebbene, risposi con un "Certo, perchè mi dovrebbe infastidire? Adesso però scusami ma devo andare"
Che scemo e che stronzo che ero. Celavo la mia insicurezza con una sorta di arroganza...nemmeno fossi Denim Musk "L'uomo che non deve chiedere, mai!"...ma non ero così, anzi...dentro ero esattamente il contrario, avevo bisogno di persone vicine, contatti e conferme.

Arrivò il momento della gita di classe a Padova e lei e Michele erano effettivamente morosi. A scuola non ci facevo molto caso, ma in gita quel giorno... li osservai (più lei che lui) esi sedettero a metà bus, si da subito appiccicati per buona parte del viaggio di andata. Gli insegnanti di accompagnamento erano sparsi nel bus ed l'ambiente era abbastanza serioso.
Io ero in ultima fila, un mio compagno aveva portato dei giornali porno (conobbi il mitico Le Ore) e mi distrassi quindi non badaiÂ- più molto a loro.

Al ritorno il clima era molto più scanzonato, i prof a fare comunella nelle prime file, e noi alunni praticamente ci ritrovammo in molti nelle ultime file. Eravamo felici e sorridenti di ritorno dalla gita. Cazzeggivamo, ascoltando la musica dai primi walkman dividento le cuffiette e sparando cazzate con alcune compagne di classe.
Io ero seduto nel posto centrale dell'ultima fila e ad un certo punto arriva lei. Michele soffriva di mal d'auto e durante il viaggio doveva stare davanti, ma lei vedeva che noi ci si divertiva un casino eÂ- lo piantò da solo per venire da noi e con un gran sorriso mi chiese: "Vi secca se mi unisco anch'io alla festa?"
Io risposi: Non una festa, ma sei la benvenuta....però non puoi stare in piedi che l'autista si incazza, ti va di sederti sulle mie gambe?
Lei: ma guarda che io peso tanto, ce la fai?
Io: ma certo, per chi mi hai preso...non sono mica un bambino, indicando con un gesto del viso verso Michele (riferendomi alla sua struttura fisica minuta e bassino di statura).
Lei mi guardò e con un sorriso che non dimentecherò mai mi si sedette sullle gambe.
Penso non fossero passati 2 minuti che il mio cazzo mi stava scoppiando nelle mutande. Sentire il sedere sulle mie gambe, avere le sue tette davanti al viso, seppure ben celate e sentire il suo profumo dei capelli. Ero eccitato come non mai.
Lei deve essersene accorta perchè dalla gambe dov'era seduta si sedette con il culo proprio sopra il mio uccello.
Qualsiasi cosa accadesse, sobbalzi del pulmann, risate e spintoni, gente che passa e che torna al posto etc...lei non si schiodò dallo star seduta sopra di me, anzi mi dava l'idea che facesse in modo di strusciare il culo per sentire il mio cazzo duro come il marmo e pronto a scoppiare.
Ricordo sguardi di forte complicità con lei, ma il viaggio era arrivato alla fine, quindi le insegnati col microfono dissero di tornare tutti ai rispettivi posti perchè stavamo arrivando a casa.
Lei si alzò e mi fisso negli occhi...lo stesso feci io. Ci lasciamo senza proferire parola e con uno sguardo di reciproca soddisfazione e torno a sedersi con Michele.
Scesi dal bus non ci salutammo nemmeno. Io ero cotto di lei e la mia impressione era che lei lo fosse per me. Ma ero troppo or...goglione!

Passa il week-end e la settimana successiva vidi tra lei e Michele rapporti molto distaccati. Ognuno stava con i rispettivi gruppetti e non si filavano per nulla.
Arriva il giorno di fare ginnastica e si scende tutti in palestra.
I prof ci fanno fanno correre, saltare ed infine stendere a terra sui tappettini a fare esercizi.
Addominali, piegamenti sulle braccia etc etc etc
Non mi accorgo che lei occupa il tappetino accanto al mio...giuro che non l'avevo proprio vista avvicinarsi così a me!
Stiamo facendo i piagamenti sulle braccia che ad un certo punto sento un morso sul tricipite destro.
D'istinto esclamo: Ahi!
Mi giro e vedo lei. Mi aveva morso il braccio!
Il prof di ginnastica, caccia un urlo e dice a lei...cosa fai? Sei impazzita?
La classe si ferma e c'è un silenzio di tomba.
Lei con una faccia di bronzo e guardando verso di me, ad alta voce, risponde al prof: Chiedo scusa, ma non sono riuscita proprio a resistere. E' stato più forte di me.
Il prof, la chiama a se e tra l'imbarazzato ed il sornione, le dice di andare pure negli spogliatoi a cambiarsi in anticipo e di farsi una doccia (che non c'era ovviamente) fredda per raffreddarsi un po'.
I miei compagni mi presero per il culo, ma la cosa che mi fece piacere fu che Michele disse che aveva capito perchè lei avesse troncato. Ma in realtà non gliene fregava nulla pure a lui, era un tipo che la chiedeva un po' a tutte....

Il periodo che ne seguì fu piacevole ma strano. Non eravamo morosi, non ci eravamo ma detti di stare assieme, si stava solo in compagnia l'uno dell'altra, ridendo e scherzando piacevolmente, il classioc da cosa nasce cosa.
Decidemmo solo di svolgere alcuni compiti di gruppo per casa assieme e quindi ricordo che andai 3 o 4 volte a casa sua per fare sti cazzo di compiti...con risultati modesti sul rendimento...in quanto la metà del tempo si limonava con vari palpeggiamenti. Nulla di più, c'era sua madre in casa...molto vigile e attenta ad impedire che ci venissero pensieri strani in mente.
Lei mi invitò al suo compleanno. Aveva una taverna e ricordo che passammo il tempo dopo i vari rituali di candeline, torta e scarto regali, a limonare nel vicino box auto separato dalla taverna da una porta tagliafuoco, praticamente al buio.
Con i genitori al piano di sopra, la musica che intratteneva gli amici nell'altra stanza.... noi ci riuscimmo a ritagliare mezz'oretta di tranquillità.
Fu allora che, dopo una limonata lunga 5 minuti e con il mio cazzo duro a pulsare sotto il suo culo appoggiato sulle mie gambe seduto sui gradini, lei si spostò, mi prese l'uccello da dentro in pantaloni e lo tiro fuori attraverso la patta e con un gesto repentino di cui mi accorsi poco per il buio del locale, chinò la testa e se lo mise in bocca iniziando a leccarlo e succhiarlo avidamente con una foga che mi fece venire nel giro di poco. Io (stupido) le sussurrai che stavo per arrivare, si sfilò il cazzo di bocca e mi finì con una sega. Sborrai sul pavimento del box.Â-
Fu un momento mitico per me, il mio primo pompino...mi sentivo divinamente bene. Svuotato di ogni pulsione ulteriore.
Rientrammo dentro in taverna, ero talmente felice che non ricordo gli sguardi degli altri ragazzi verso di noi. Ricordo solo che era tardi e che io e molti altri dovevamo tornare a casa.
Ci lasciamo così senza grandi baci, ma solo con un abbraccio forte. Fu l'unica volta che ricevetti un regalo durante il compleanno di un'altra persona.

Le settimane che ci dividevano dalla fine della scuola erano ancora poche e il nostro rapporto resto piuttosto distaccato. Non eravamo morosi. Da parte mia c'era stata una attrazione fisica culminata e soddisfatta con il soffocotto ricevuto. Non ci furono altri momenti di intimità simili. Solo qualche limonata e palpeggiamento durante la ricreazione o al parco, ma nulla di più.
L'unico rammarico è di non aver mai potuto "approdondire" il contatto con la sua patata con tempistiche a me più congeniali.

Finita la terza media, i miei mi portarono come ogni anno in campeggio e quella storia finì come era cominciata, senza tanti discorsi o proclami, ma semplicemente con un... ciao, buone vacanze, ci veidamo... all'uscita della scuola. Non ci vedemmo più per un bel po'.
Seppi dopo l'estate dopo che quell'estate si era rimessa assieme al moroso mezzo tossico, che nel frattempo lo era diventato totalmente e quindi la storia non durò molto tempo, anche osteggiata dalla famiglia di lei per evitare conseguenze spiacevoli alla figlia, che fortunatamente non ci entro mai.

Ogni tanto ci si incrocia, ci salutiamo...chissà se anche lei ha fantasticato sul come sarebbe potuto essere tra di noi?...ma non lo saprò mai.

Grazie per "l'ascolto". So che non sono racconti particolarmente spinti o erotici, ma spero siano apprezzati per il contesto e l'innocenza dovuta all'età in cui si sono svolti.

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Â-

Bello, complimenti
 
OP
P

Pape

Guest
Beh, credo che questa definizione possa riguardare moltissimi ragazzi e uomini e nasconderlo o non riconoscerlo sarebbe solo mentire a se stessi.

Purtroppo vedo che sotto questo punto di vista le nuove generazioni anzichè migliorare, peggiorano.
Le femmine invece oggi hanno non una, ma anche 2 o 3 marce più. Consapevolezza e curiosità si sposano molto bene con la spregiudicatezza.
Fossi teenager oggi, ovviamente con la stessa testa di allora e non quella della generazione attuale, avrei molta più figa per le mani rispetto a quanta ne avevo (poca) all'epoca, quando ogni conquista era sudatissima
Fortuna che c'erano le straniere, più leggere e disponibili in questo senso.

 
 

bionno

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lazio
Pape;n16498839 said:
Fossi teenager oggi, ovviamente con la stessa testa di allora e non quella della generazione attuale, avrei molta più figa per le mani rispetto a quanta ne avevo (poca) all'epoca, quando ogni conquista era sudatissima



Â-

Boh io non ne sono sicuro. Diciamo che per avere la certezza basterebbe essere teenager con la testa di adesso (io oltre 50), in qualsiasi periodo eheheh
 

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