Racconto di fantasia Caterina e Riccardo,da sposi a...;)

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Sof

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Era una domenica di giugno quando decise di lasciarlo. Una giornata tiepida,nuvolosa ma non troppo,un po’ insipida quasi,che sarebbe passata inosservata se lei non si fosse finalmente decisa. E lui non la prese neanche troppo male,pianse,la abbracciò,ma le disse ‘grazie’. La loro storia era già finita da tempo,consumata lentamente,ma lui non era riuscito a dirlo ad alta voce. In fondo stavano insieme dai tempi del liceo. Da quando avevano preparato gli esami di maturità di anni ne erano passati,ed erano riusciti davvero a maturare insieme. Caterina aveva 27 anni,Riccardo 28,perché pur essendo dello stesso anno “sono più grande di te di quattro mesi!” ci teneva sempre a ricordarle,scherzando. Si erano sposati giovani,ma di figli non ne avevano. E come avrebbero potuto...lui non le veniva mai dentro. “Prendo la pillola!” le sbottava lei,ogni tanto,esasperata. Ma lui non ne voleva sapere,a volte ribatteva ironicamente che non voleva rischiare di sporcare le lenzuola,altre volte,semplicemente le faceva soltanto un sorrisino sghembo di rimando. Era capitato a volte,ma erano rare eccezioni, perché il suo inconscio timore di un bambino di cui non si sentiva pronto gli causava un vero e proprio blocco all’eiaculazione. Il vantaggio di cui inizialmente era stata proprio Caterina a godere era il fatto che le sue prestazioni duravano molto più tempo della media; col tempo però le pesavano sempre più questi rapporti estenuanti e frustanti,in cui lei finiva per essere sempre estromessa dall’orgasmo di lui. Poi la frustrazione portò alla noia,e la noia si estese anche fuori dalla camera da letto. E quando le fu chiaro che di quella relazione,per lei così importante,la prima ed unica avuta,non rimaneva che il lontano ricordo,prese l’iniziativa di lasciare il suo compagno. Niente figli,entrambi consenzienti,un divorzio facile facile a dire dell’avvocato. Il giorno che si incontrarono per firmare tutti i dovuti documenti,erano in un bar. Il clima era sereno,molto malinconico ma tranquillo. Non c’era rabbia né rancore,niente. Il punto era proprio questo,non c’era più nulla,nessun sussulto di vita,proprio come in camera da letto. Tornarono in quel bar altre due volte,per firmare altri documenti. Poi il trasloco,e le occasioni per vedersi non mancarono per diversi mesi. Quando però si esaurirono,parve a entrambi inutile e sconveniente troncare ogni rapporto,così decisero di continuare ad avere una saltuaria frequentazione. In fondo l’amicizia con un ex è come una relazione a distanza,per sapere se può funzionare devi fare un tentativo. La prima occasione che si presentò fu l’inaugurazione della casa che Caterina riuscì finalmente a trovare,dopo esser tornata dai suoi dopo il divorzio. Organizzò una festicciola sobria ed accurata,esattamente nel suo stile. Riccardo si presentò leggermente in ritardo,anche questo esattamente nello stile di lui. Vestiva di una sgargiante camicia blu elettrico con collo coreano,che lei gli aveva regalato qualche compleanno prima ma che non aveva mai indossato contro ogni insistenza di Caterina. Quando lo vide scoppiò a ridere,ma lui non gli tolse la curiosità di sapere se avesse scelto quella camicia per farla finalmente contenta o per una sorta di ironica ripicca. La serata passò in armonia tra chiacchiere e risate.
Qualche mese dopo si incrociarono casualmente per strada,era quasi ora di cena. Caterina tornava dal lavoro,lui da una corsetta al parco.
“Dai facciamo un aperitivo,così mi racconti cosa combini!”
“Riccardo... noi odiamo gli aperitivi. Dicevi sempre che sono delle cene che non ce l’hanno fatta”
“Infatti ti inviterei a cena ma...sono in tuta e piuttosto sudato”
“Allora va bene” gli rispose,e si sederono in un locale lungo la strada. Lui gli raccontò di sé,di come avesse iniziato a correre ogni giorno per rimettersi in forma,lei di come fosse parecchio impegnata con il lavoro. Tra una chiacchiera e l’altra l’iniziale imbarazzo si distese,e Caterina non dovette neanche fingere la naturalezza con cui gli disse che aveva un nuovo compagno. E lui dal canto suo non dovette nascondere alcuna gelosia. Tuttavia manifestò molta curiosità. Non le staccava gli occhi gli dosso e assaporava ogni sua timida risposta con un mite compiacimento. E tra mille domande il tempo passava,e i due dovettero salutarsi. Riccardo le diede un bacio in fronte e le sussurrò “Dovremmo rifarlo...”
“Si,dovremmo...”
Si scambiarono uno sguardo intenso e poi si allontanarono dall’aperitivo ognuno per la sua strada.
Il giorno seguente Riccardo la chiamò al telefono:
“Pronto?”
“Cate sono io. Senti...visto che ieri non avevo il portafoglio con me e ho dovuto scroccarti anche l’aperitivo,che ne dici se più tardi verso la stessa ora ti offro qualcosa da bere?”
“Non saprei..non mi sembra una buona idea.”
“Il tuo fidanzato non vuole?”
“No no,non è questo...ma la gente chiacchiera e non voglio che tutti ci rivedano insieme proprio ora che ho una nuova relazione”
“Allora passa a casa nostr..ehm,mia,dopo il lavoro. Ti va? Stiamo in pace,parliamo un po’.”
“Potrebbe andare..in fondo sei la persona che meglio mi conosce”
“Ti aspetto.”
A Caterina non piaceva arrivare in ritardo agli appuntamenti ma quel giorno uscì tardi dall’ufficio,e di sicuro la gonna lunga a tubino e i tacchi che indossava non la aiutavano ad accelerare il passo. Quando suonò alla sua porta era un po’ trafelata,i capelli castani appena scompigliati e la camicetta tutta acciaccata.
Lui la accolse gioviale,in jeans un po’ attillati e T-shirt nera,un look semplice ma che esaltava il suo nuovo fisico piuttosto scolpito,di cui evidentemente ero molto fiero. Le offrì del vino bianco; dopo un paio di calici il ragazzo osò fare quella fatidica domanda che non può che iniziare con un “senti ma…?”
“Cosa?”
“Cos’avrebbe insomma lui più di me?”
“Riccardo...siete molto diversi”
“Capito. Senti ma…?”
“COSA?”
“Ma lui ti soddisfa?”
“Lui è...molto dolce”
“Non mi hai risposto però” ribatté lui con un sorrisetto malizioso,mentre la guadava con i suoi penetranti occhi scuri.
“Lui è un uomo straordinario,ha dieci anni più di me,mi fa sempre sentire protetta. E’ dolce...troppo dolce. Devo essere sincera,nel quotidiano sto benissimo insieme a lui ma a letto non mi da quello che stavo cercando.”
“E cosa stavi cercando?” disse lui mentre con una mano le rimetteva a posto una ciocca di capelli dietro le orecchie.
“Esperienze nuove,passione travolgente...qualcosa che non abbia già provato con te. Mi tratta come se potessi rompermi da un momento all’altro,mi sfiora appena. Non capisco se mi abbia idealizzata o se semplicemente non mi trova così attraente...”
“E’ umanamente impossibile che un uomo non ti trovi attraente!” E rise,scuotendo appena la testa.
“Ma smettila...proprio oggi che ho i vestiti tutti sgualciti!” rispose lei,arrossendo.
“Oh non importa, perché io lo so bene cosa c’è sotto...”
Visibilmente imbarazzata Caterina abbassò lo sguardo,ma non abbastanza velocemente per non notare la sua prorompente erezione,che rigonfiava i jeans.
Lui se ne accorse e le si avvicinò appena per riuscire a sfiorarle un seno con il palmo della mano.
Un brivido la attraversò ma non si mosse.
Lui le si avvicinò ancora,le accostò di nuovo la ciocca di capelli ribelle dietro all’orecchia,ma questa volta non scostò la mano,e mentre le teneva delicatamente la testa le sussurrò nell’altra orecchia: “Ora mi credi…?
Un altro brivido,ma questa volta la ragazza non rimase immobile. Gli prese a sua volta la testa con una mano e gli ficcò la lingua in gola con veemenza,mentre con l’altra mano spingeva sull’erezione. Lui,sopraffatto, inebriato di lei, rispose al bacio con passione e strinse la presa sulla nuca. Appena riprese fiato le baciò il collo e iniziò a sbottonarle la camicetta rosata. Il respiro di lei si faceva più affannato. Le sfilò la camicia gettandola a terra. Solo a quel punto lei gli abbassò la cerniera dei pantaloni. Senza staccargli gli occhi di dosso gli tirò fuori il cazzo dalle mutande con presa ferma,si morse leggermente il labbro e infine se lo mise tutto in gola. Succhiò con foga e lui emise un gemito. Lui era rimasto in piedi di fronte a lei,che si era inginocchiata,lasciando che l’attillata gonna a tubino sottolineasse le sue forme. Succhiava e leccava vorace,insaziabile. Quando si rialzò in piedi non le era chiaramente ancora bastato. Lui l’afferrò per i seni e gliene liberò uno. Prese il capezzolo,turgidissimo,tra le dita e poi lo leccò. Infilò la mano sotto la gonna fino ad arrivare alle mutandine,bagnate. Infilò dentro un indice,lo ruotò lentamente. Poi lo sfilò di colpo e glielo mise in bocca. “Assaggiati!” Le disse con sguardo intenso e lei iniziò a succhiargli il dito,con la stessa avidità con cui aveva succhiato il suo cazzo. A quel punto la afferrò di peso e la sollevò. La ragazza sussultò,piacevolmente sorpresa “Quando li aveva fatti quei muscoli”?. La portò in camera. Andò per baciarla ma lei gli lanciò uno schiaffo,poi lo afferrò per il colletto della maglia nera e gli disse piano ma con voce ferma:
“Fammi quello che non mi hai fatto mai.”
Non l’aveva mai vista così eccitata.
Le sfilò la gonna con forza,lei gli tolse la maglietta. Le afferrò le gambe,le accarezzò il clitoride da sopra le mutandine e poi gli sfilò anche quelle.
“Voglio sentirti stretta” disse tra i denti e la penetrò con un solo colpo,forte,deciso. Lei grida. Lui sogghignò e la penetrò ancora,e ancora e ancora. Le grida di dolore si mescolarono a quelle di piacere. Lei si aggrappò alla sua schiena,toccò le sue spalle larghe,mentre i brividi le facevano leggermente inarcare la schiena. Pausa. Ancora dentro di lei le sollevò le spalle per slacciare il reggiseno. Ci riescì e le baciò i seni appena liberati,quella quarta tanto soda così come la ricordava. Continuò a sbatterla,gustandosi quei seni prorompenti che sbattono tra loro a loro volta. Lei da sotto lo guardava estasiata,immersa nel piacere. Quando il suo cazzo ancora marmoreo uscì dal suo corpo,la ragazza emise un piccolo gemito,ma prima che lei potesse riprendersi lui la rigirò sulla schiena. Guardò quel sedere così tondo...iniziò a baciarla dal collo,poi la schiena,fino al culo. Le toccò le natiche,poi le allargò e le diede uno schiaffo. La cosa le piacque e si sollevò mettendosi a pecorina.
“Ti farò quello che non ti ho fatto mai”
Le allargò di nuovo le natiche ma questa volta ci appoggiò il cazzo in mezzo,e lentamente lo spinse più a fondo. La ragazza cercò di ritrarsi ma la trattenne. Le diede un altro schiaffo sul culo e glielo infilò ancora più a fondo. Lei gridò. Non lo avevano mai fatto prima e aveva l’ano ancora troppo stretto per apprezzarlo. Girò la testa per guardarlo,guardò il suo suo cazzo ancora per metà fuori e pensò a quanto fosse eccitante e sensuale quel corpo che conosceva così bene ma che non gli apparteneva più.
“Sfondami Ricca”
Non aspettava altro. E la riempì con tutto il suo membro,fino alle palle,che sbatterono sul culo di lei. Uscì e rientrò. Prima molto piano,poi man mano sempre più veloce. Quel buco a lui ancora ignoto lo faceva godere da impazzire. Lei gemeva e lanciava piccole urla,che diventarono di puro piacere quando lui iniziò a strofinarle anche il clitoride con le dita. Continuava a sbatterla con foga fin quando non sentì che le gambe di lei tremavano,il respiro si affannava,le grida aumentava. Durò qualche secondo finché la ragazza non si lasciò andare al piacere più totale. Venne mentre lui le sfondava il culo,e fu un orgasmo intensissimo. Riccardo se ne rese conto dalla sua espressione,ma non si fermò. Continuò a penetrarla con forza finché anche lui non sentì un calore salirgli da dentro.
Con un grido profondo venne anche lui,ancora dentro lei,come non gli accadeva più da anni. Lo sperma le gocciolava fuori dall’ano ormai ben dilatato. Si stese sopra di lei,ed entrambi si addormentarono. Quando il giorno seguente si salutarono Caterina gli disse “mai più”. Ma non fu l’ultima volta che scoparono. Trovò in Riccardo come amante quello che non aveva trovato in lui come marito. Né lasciò il suo nuovo compagno...dato che ora aveva ottenuto tutto quello che stava cercando.
 
OP
S

Sof

Guest
al momento non l'ho contemplato...ma chissà ;)

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Grazie <3

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^^

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mi spiace ahah :D

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Mai dire mai ;)

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Grazie,gentilissimo
 

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