Elena in palestra

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roberto.19

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Elena in palestra


La dolce Elena aveva pensato che era arrivato il momento di fare un po' di sano movimento: “caro, io ho deciso che dalla prossima settimana mi iscrivo in palestra, tu che intenzioni hai?”
Con voce orgogliosa la bella ragazza voleva fare fronte all'arrivo dell'estate in maniera perfetta.
Più che perfetta però perché Elena in fondo della palestra non aveva affatto bisogno.
Era una bella ragazza con un carattere solare e molto sicuro di sé, sapeva di piacere: bionda, un bel culo sodo e soprattutto il suo seno, che a stento riusciva a coprire per quanto era grosso, grosso ma sodo, uno di quei davanzali da film a tripla “X” le dicevano sempre le amiche scherzando.
Conosceva bene le proprie doti neppure troppo nascoste perché le mostrava con quella malizia da bambina e quando qualche maschietto le urlava frasi sconce per strada lei sculettando storceva un po' il naso dicendo al marito che “voi uomini siete tutti dei maialini!!”. Come darle torto … ogni giorno infatti la ragazza era “vittima” di commenti ed occhiate oscene che si posavano insistenti su quel corpo da infarto.
Elena era fatta così, era nata per provocare, attirare i pensieri più sconci degli uomini, e non poteva farci niente se Madre Natura l'aveva resa un “oggetto del piacere”.
Spesso la procace fanciulla litigava col proprio marito che geloso le chiedeva almeno di non esagerare con certi vestitini un po' troppo attillati… ma lei era una bambina cattiva e non voleva sentire ragioni.
Lo stesso successe quando una settimana dopo la bella Elena si preparò per andare in palestra.
“Amore ti piace la tuta nuova che ho comprato?”
“ Ah a proposito mi sono iscritta a full contact e anche se è uno sport da maschiacci penso che con una ragazza ci vadano leggeri coi colpi” disse lei sfiorandosi le labbra con la punta della lingua

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Un sorrisetto provocante e di disinibita malizia illuminò il suo viso bellissimo.
“Guardami!!!” - “allora come ti sembro?? Sono pronta per combattere???”

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“MA TI PARE IL MODO DI ANDARE COSI' CONCIATA E SOPRATTUTTO NON E' LO SPORT ADATTO A TE, ELENA !!!! NO TU NON VAI PROPRIO DA NESSUNA PARTE!!!” le urlo' il marito.
“Cooosa!!! ma che cazzo dici io faccio quello che voglio!!! Ti è chiaro!! Coglione!!!!”
Quel “Ti è chiaro!!! Coglione!!!!” risuonò in tutta la stanza.
Pochi istanti dopo la ragazza uscì di casa sbattendo la porta.
Passò qualche ora e il marito provando e riprovando a chiamare Elena al cellulare scoprì che era irraggiungibile.
Fu a quel punto che strani pensieri vennero in testa al povero uomo, che subito ebbe una modesta erezione mista al pianto.
Modesta però, perché mentre la solita Madre Natura era stata più che generosa con Elena, con le doti nascoste del marito invece non era stata per nulla buona.
Si fecero le 21 e mentre l'uomo cercava di prendere sonno sotto le coperte piagnucolando incominciò ad immaginare la moglie così :
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sullo sfondo un ring dove dei bei ragazzi se le menavano di santa ragione per averla, sangue urla e sudore e lei, Elena era il trofeo di una lotta selvaggia, il premio del più forte.
Subito l'uomo rimosse quel pensiero perverso anche se per tutto il tempo non lo lasciò riposare perché sapeva che effetto faceva Elena sui maschi e tanto più se erano belli, forti ed atletici come quelli che frequentavano la palestra che proprio lei aveva scelto.

Primo giorno di allenamento:

Elena entrò dentro la palestra BLUE GYM alla estrema periferia della città.
Volgari scritte sui muri imbrattavano il locale e
tutt'intorno si respirava odore di urina e sudore.
La fama di quel posto non era delle migliori perché in quella palestra si allenavano soprattutto camionisti e buttafuori di discoteche, energumeni pronti a far valere la forza sulle parole.
Elena fu dentro la palestra sola nello spogliatoio delle donne e incominciò a spogliarsi di quei pochi vestiti che indossava.
E' davanti allo specchio mentre si guarda quel decolté generoso

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che tanto provocava i maschi ma che l'aveva anche allontanata dal marito geloso.
“Sei proprio uno stronzo!!! Te la faccio pagare cara a te e alla tua fottuta gelosia!!” diceva lei tra le lacrime, ripensando a quello che era successo poco tempo prima a casa.
“Ok! Elena, non stai facendo nulla di male … sei venuta qui solo per allenarti!!!”
Con queste parole la dolce ragazza inizia a farsi forza e arrivata sul ring per il riscaldamento sembrava più decisa che mai: “HO VOGLIA DI COMBATTERE!!!”
“Bellezza!!” interruppe una voce “Devi cominciare dalla corda, non penserai mai di poter iniziare a darle sul serio!!”.
Era uno dei ragazzi del corso, Manuel, un vero attaccabrighe, il buttafuori più temuto della città, quello che si divertiva a pestare a sangue i guastafeste nei locali.
Elena lo sapeva, la fama di quel maschio non passava certo inosservata.
“Mi chiamo Manuel e tu?” disse il ragazzo fissando le tette di Elena.
“Io sono Elena” rispose lei scocciata mentre gli guardava i muscoli tesi del petto.
“Sarò il tuo personal trainer, che ti piaccia o no … quindi è meglio che fai come dico!”
Per la prima volta Elena aveva trovato pane per i suoi denti, un vero maschio alfa, non come quel maritino piagnucolone e segaiolo che si era sposata.
“E ora alla corda!!!” ordinò l'uomo immaginando le tette di Elena al ritmo forsennato del salto

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Un formicolio attraversò il ventre di Elena … forse per rabbia o forse era altro.


Quella stessa sera Elena tornò a casa diversa, e diverso fu il modo in cui fece l'amore col maritino.
“Ma che ti è preso, come mai hai tanta voglia questa notte amore mio? Tutto ok tesoro della mia vita?” le disse l'uomo con voce debole.
In effetti Elena era di una indiavolata bellezza, gocce di sudore le scorrevano lungo il seno mentre dominava il gioco con sconcertante sicurezza

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“Dai su!!! muoviti o ti sei fatto un'altra delle tue seghe pensando a quei maiali dei tuoi amici che ieri alla festa mi guardavano le tette!!! ma che maschio sei? Hai paura di loro? Non sai neppure difendere la tua donna!!”
Era proprio strana, quella notte Elena, si capiva che faceva sesso solo con il corpo perché con la mente era rapita dalle mani di Manuel che tanto avevano brutalmente combattuto per strada, davanti alle disco ma che nel sogno donavano alla donna questo provocante
desiderio:

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“Chissà come reagirebbe Manuel se io fossi la sua ragazza” pensava Elena riflettendo sulle solite battutine sconce che i ragazzi le lanciavano per strada.
“Sicuramente li gonfierebbe di botte, mmmhh li pesterebbe a sangue!!” e a quel pensiero la donna emise un gemito di piacere.


Secondo giorno di allenamento:

Il pomeriggio seguente dopo una intera giornata di lavoro Elena era pronta per tornare in quella palestra.
Non le importava dell'ambiente, così sporco e fatiscente, voleva concentrarsi, dare il meglio di se ed in fondo rivedere anche Manuel che tanto l'aveva colpita allo stomaco, quel corpo atletico e muscoloso, ben diverso da quella mezza tacca del maritino premuroso e rompicoglioni.
“Salve! Sono per l'allenamento di full contact, mi chiamo Elena dove è Manuel?”
Con voce squillante la ragazza si rivolse ad un uomo sulla cinquantina, Sergio il custode della Blue Gym.
Era un uomo sporco nell'aspetto spessi occhiali sul naso, barba incolta e con una grossa pancia da bevitore. Sembrava innocuo. Elena cercò di trattenere a stento una maliziosa risatina di sfottò ma fu rapita da un improvviso senso di nausea per l'odore di sudore che quell'uomo emanava.
“Che bella figa che abbiamo!!!!” se ne uscì l'uomo a bassa voce senza rendersene conto, pensando di non essere sentito.
Elena rimase di stucco da tanta scurrilità, era proprio stanca di sentirsi considerata solo un oggetto di carne.
“Oltre ad essere un cesso sfigato sei anche un cafone!!” urlò Elena
“Manuel è il mio ragazzo e se gli racconto cosa mi hai appena detto ti massacra di botte lo sai!!??!!!”

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Non si sa perché Elena si era inventata la storia che Manuel fosse il suo ragazzo, ma quella scena le piacque non poco.
Manuel che se la prendeva violentemente con quell'uomo basso e sfigato, per difendere la giovane allieva di full contact.
“Lo sai, bella che oggi la palestra è chiusa? Il tuo Manuel non ci sarà agli allenamenti”.
In men che non si dica Sergio abbassò la saracinesca della Palestra e afferrando la povera Elena la trascinò a forza negli spogliatoi dei ragazzi.
Quel luogo sapeva di bagnoschiuma maschile, di corpi dolcemente sudati e di odore di membri ancora in tensione.
Un paradiso per i sensi ... e i sensi di Elena erano tutto un subbuglio.
“E' inutile che ti atteggi tanto sei solo una puttanella e verrai trattata come tale!!” le urlò Sergio mentre incominciava a sbottonarsi quei jeans sporchi di grasso e a tastarle le tette

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“Giuro che ti faccio rompere il culo da tutti i ragazzi di questa palestra, brutto pezzo di merda!!! Lasciamiiiii!!!!”
Non fece in tempo la povera Elena a chiedere aiuto che subito si ritrovò la cappella dell'uomo dentro la bocca

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“Ti starai un poco zitta ora brutta troia!!! Su succhia!!! Succhia questa minchia mmmhh!!! …..”.
“ Si!!! Siiiii!!!Sei proprio una brava bambina!!! Succhia troia!!!! succhia!!!” .
“Sei un lurido bastardo!!” inveì Elena “giuro che ti farò pestare a sangue da Manuel e dai suoi amici”.
In realtà Elena ci stava prendendo gusto nel pompare quell'enorme pezzo di carne che difficilmente riusciva a contenere nella bocca e più pensava alla scena del pestaggio più pompava quel membro con famelica voglia.
Il membro di Sergio era tra l'altro di considerevoli dimensioni, più spesso che lungo, turgido e nodoso.
La bocca di Elena assaporava con gusto quell'enorme cappella bagnata.
L'uomo stava per esplodere.
Fu un secondo.
Dopo averle bloccato le mani Sergio sollevò il micro top di Elena e incominciò a segarsi sulle sue tette gonfie.
Il membro dell'uomo era diventato rosso paonazzo e immediatamente esplose un primo copioso fiotto di sborra che andò ad innaffiare di bianca crema il seno di Elena

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“Sei il mio bellissimo giocattolino!!!”
poche parole ancora blaterate da quell'animale che la porta dello spogliatoio fu sfondata all'improvviso da Manuel e da due dei suoi amici che afferrarono Sergio ed iniziarono a colpirlo allo stomaco.
A quel punto Elena leccandosi le labbra con la punta della lingua sbottò: “Che aspettate ragazzi massacratelo di botte così poi ci divertiamo un po' insieme!!!”.
Mentre i due ragazzi continuavano a pestare l'uomo ormai esanime, il bel Manuel si avvicinò ad Elena e lei come una gatta si accese di fuoco sopra il suo uccello in tiro

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Quella donna voleva Manuel più di ogni altra cosa.
“Scopamiiiii!!!!” gli urlò insolente Elena.
Aveva fame di essere sbattuta: “Fanculo quel cornuto di mio marito!!”.
Ad un tratto Elena osservò i corpi di quei ragazzi, gli amici di Manuel che avevano dato una bella lezione a Sergio. “Basta ragazzi, lasciatelo perdere quello sfigato, la sua lezione l'ha avuta ora divertiamoci insieme!!!!”.
Manuel stava nel mezzo a segarsi nel solco delle tette mentre gli altri due le passavano le cappelle bagnate di voglia sui capezzoli

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Quelle aste dure la accarezzavano su tutto il corpo.
Fu l'inizio di un mare di sperma.
Un primo schizzo le imbrattò quel bellissimo viso

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I due amici invece si concentrarono sul davanzale di Elena

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“Ragà … però siete stati proprio violenti con Sergio ...mmmhh!!!” ” iniziò a sfottere Elena mentre lo guardava in terra sanguinante.
“Siete bravi col full contact. Mi eccita vedervi fare a botte … su forza però ora continuate a scoparmi!!! ”.
Così per tutta la notte Elena, aveva smesso di fare la brava e mentre quei maschi la scopavano in tutti i buchi

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lei pensava al marito: “Eh cornuto come ci si sente ora che non sei più niente? Mmmhh! La mia vendetta è stata proprio dolce!!”.
E dopo quelle parole i tre ragazzi rovesciarono il loro seme su quelle abbondanti tette della fanciulla provocandole una scossa su tutto il corpo.
 
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