Un racconto del tutto in...verosimile...

effedi

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Non sono mai stato un uomo particolarmente geloso. Almeno non da quando sto con mia moglie. Non nascondo di aver avuto momenti di sana gelosia in precedenti rapporti, con le classiche fidanzatine della gioventù. Ma con mia moglie non ho mai avuto di questi problemi, un po’ grazie al sentimento maturo e intenso che ci ha sempre coinvolti, portandoci a fidarci sempre l’uno dell’altra, e un po’ per la ormai acquisita consapevolezza che preoccuparsi delle possibili azioni degli altri è sempre tanto deleterio quanto inutile. Anzi, la perfetta intesa con lei ci ha portati ad imparare a gustare i piaceri sessuali e i giochi ad essi legati senza troppe remore, condividendo in piena libertà il piacere di lasciarci andare in più di una occasione a ciò che l’impulso erotico del momenti ci chiedeva. In pratica, senza mai esagerare, abbiamo maturato più che qualche esperienza insieme.
Eppure, una volta, mi sono ritrovato a subire gli scherzi della gelosia.
E’ successo ad Aprile di alcuni anni fa. In quel periodo avevo preso l’abitudine di trovarmi una volta alla settimana, solitamente di martedì, mercoledì e a volte venerdì, con  alcuni amici, tra una chiacchiera e l’altra, tra una birra e l’altra, tirando fino alle 3 di notte.
E proprio dopo una di quelle allegre nottate con gli amici, la mattina successiva, mi avvicinai a mia moglie che mi dava le spalle, per darle un bacio sul collo. Lei non si era accorta di me, e quando la toccai ebbe uno scossone. Stava digitando qualcosa sul cellulare, ma al mio tocco coprì con la mano il display.. La cosa mi insospettì, non era un atteggiamento consueto. La tenni d’occhio per un po’, e aspettai il momento giusto per dare una sbirciata al suo telefonino. Appena lei si assentò per andare in bagno afferrai il suo cellulare e cercai gli ultimi messaggi. Trovai un SMS da parte di un suo contatto Lo aprii e lessi l’SMS:
-Ti sei divertita ieri sera?-
C’era anche la sua risposta:
-Parecchio! Anche il tuo amico è molto… simpatico…-
Posai il cellulare dove lo avevo preso. Pensai che mia moglie probabilmente la sera prima si era vista con un suo collega, niente di allarmante.
Poco dopo sentii lo squillo dell’avviso di sms ricevuto del suo telefonino. Spiai da lontano mia moglie che leggeva il contenuto del messaggino ricevuto, notando che le si disegnò un ampio sorriso sul volto. Attesi il momento giusto per controllarle il cellulare: era lo stesso contatto di prima, ma stavolta l’sms che lui le aveva mandato in risposta era decisamente più schietto:
-Si, certo… “simpatico”… Anche lui ha detto che sei molto “simpatica”… oltre che troia-
Mia moglie aveva replicato con un semplice:
-Rido-
 
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Presi il coraggio a quattro mani.
Mi calcai bene il passamontagna, uscii dal cespuglio e mi avvicinai con cautela. Il collega di mia moglie mi notò, ma non fece nulla. Mi misi come gli altri, con il cazzo in mano, accanto all’uomo che la stava inculando, i click degli scatti fotografici si susseguivano, provenienti dagli uomini che la circondavano, fotografandola nel pieno dell’azione. Ad un certo punto erano tutti in fila dietro di lei, in attesa del proprio turno, tranne l’amico di mia moglie, che continuava a guardare, incitando ogni tanto gli uomini e apostrofando mia moglie con gli epiteti più sboccati, spesso imitato dagli altri:
-Bravo! Ficcaglielo tutto dentro fino alle palle…-, -Questa puttana è davvero brava a farsi inculare...- e ancora -Guardate come le piace prendere il cazzo! Ve lo avevo promesso che era una troia insaziabile!-

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 Un paio di volte si avvicinò a lei per risistemare la bendatura sugli occhi, ma niente più.
Vedevo il cazzo dello sconosciuto di turno che penetrava a fondo dentro al culo di mia moglie a ritmo forsennato, vedevo la bocca di lei spalancarsi senza emettere grida ma solo gemiti sommessi. Vedevo i cazzi degli altri, sguainati e pronti in attesa del proprio turno.
Decisi che anche io avrei aspettato il mio.
L’uomo che la stava inculando sfilò il cazzo dal culo di mia moglie, irrorandole  la schiena e le natiche con abbondanti fiotti di sborra, accompagnato da una scarica di click dei telefonini che fotografavano. Non aveva ancora finito di sborrare che già un altro aveva infilato il proprio cazzo  in culo a mia moglie:
-Io non farò come lui- le disse, - Io te la sparerò tutta dentro, troia!-
Aveva un cazzo piuttosto grosso, e la inculava con forza ma con un ritmo piĂą lento e regolare. La teneva per i laccetti del reggicalze, nel guardarlo notai che aveva molti tatuaggi, tra cui il giglio della Fiorentina sul braccio. Per questo mi rimase simpatico, ma mi fece pensare anche ad un tizio che conosco che ne aveva uno simile, se non uguale.
 
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Mentre questo la inculava, vidi l’organizzatore dei giochi sistemare per l’ennesima volta la bendatura sugli occhi di mia moglie, dopodichè invitò i due che già avevano aperto la strada a occuparsi di nuovo della sua bocca:
-Coraggio, amici, fateveli tirare di nuovo su, che la signora ha ancora tanta voglia di cazzo.-
Non se lo fecero dire due volte.
Il primo le poggiò letteralmente l’uccello sulla guancia:
-Leccami le palle, maiala, così mi torna subito duro!-
Mentre lei obbediva, leccando a piena lingua, anche l’altro accostò il proprio arnese. Lei non vedeva, ma la sua lingua cercava avidamente ora i testicoli di uno, ora il cazzo dell’altro.
-Certo che ti sei sposato davvero una gran maiala- disse quest’ultimo con un forte accento bolognese, rivolgendosi all’amico di mia moglie.
Lui rise:
-Tranquillo, non sono io che l’ho sposata: è solo la mia troia personale. E’ sposata con un altro.-
La faccia mi andava a fuoco, e il cazzo tra le mani mi pulsava all’impazzata.
Il grosso cazzo del tipo tatuato sprofondava senza difficoltĂ  dentro il culo di mia moglie, che ormai aveva di nuovo la bocca tappata da altri cazzi che si alternavano a farsi spompinare. Il tizio aumento la presa sulle sue natiche, lo vidi fremere:
-Aaaaaaah!!!! Te lo riempio di sborra questo culo, maiala!!!!-
Con una serie di scossoni potenti le scaricò il suo sperma dentro, senza sfilare il cazzo, facendo scuotere anche lei.
Lasciò il posto a un altro, con lei sempre inginocchiata a pecorina sulla panchina, il busto appoggiato allo schienale, intenta a riportare al giusto tono i cazzi dei due, ai quali si aggiunse anche il tatuato, con il cazzo ancora gocciolante.
Anche lui le sborrò dentro, più velocemente e meno veemente del precedente. L’amico di mia moglie continuava a girare attorno, senza partecipare, attento solo ad evitare che lei perdesse la benda sugli occhi. Il quinto la inculò a sua volta, apostrofandola anche lui con un forte accento emiliano. La teneva per le spalle, spingendo forte il cazzo dentro di lei, fino a esplodere anche lui in una lunga sborrata  sul culo e sulle cosce, sporcandole le calze nere e il reggicalze.

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A quel punto toccava a me.
Il mio cazzo entro nel suo ano come se niente fosse, dilatato e fradicio di sperma come era.
Non riuscii a resistere gran che.
Pochi colpi, un minuto, forse due, non di piĂą, poi anche io sborrai.
L’organizzatore dei giochi mi fece un cenno, affinché anche io mi mettessi in posizione per farmi ritirare su il tono a colpi di bocca, ma io avevo paura che lei, non ostante la benda, potesse riconoscermi da qualcosa, e preferii rimanere un po’ scostato.
Notai le sue mutandine appese all’angolo dello schienale della panchina. Senza farmi vedere le agguantai e me le misi in tasca.
-Chi è pronto per il secondo giro?- disse a voce alta il tipo, quasi ridendo.
A sorpresa, sentii la voce di mia moglie, corrotta e rauca:
-Scopatemi in fica, per favore. Sono tutta bagnata…-
-Eh no, cara! Non sta a te decidere come essere scopata, stasera. Non ricordi cosa ti ho detto?
Al massimo possiamo cambiare qualcosina…-
Detto questo prese la coperta da sotto le sue ginocchia, la buttò a terra, guidò mia moglie fino a farla sdraiare sulla coperta a faccia in su.
-Avanti il primo, signori. Con lei in questa posizione siete più liberi di scegliere come scoparla. Però resta la regola che la fica è proibita…-
Capii ben presto cosa intendeva: uno degli uomini si fece su di lei, le divaricò le gambe tirandole su e la inculò da quella posizione. Mentre la inculava, le gambe ben sollevate, un altro le si avvicinò alla testa, appoggiandole il cazzo alle labbra e spingendolo dentro, e cominciando a scoparla in bocca.
Quello che la inculava grugniva e sbuffava, sfottendola con un ritmo forsennato, mentre l’altro ridacchiando e ansimando la chiamava “troia mangiacazzi” e la incitava a “ingoiarsi tutto il cazzo”.
Arrivarono al dunque quasi nello stesso momento: il primo si sfilo dal suo culo e si buttò in avanti, spostando il compare per sborrale in faccia. Anche l’altro le sborrò sul viso. Il tipo tatuato prese il posto di quello che l’aveva appena inculata, e cominciò da subito a pomparla forte nel culo, con le gambe appoggiate sulle spalle per affondare meglio. Le diceva –Troia sei tutta sfondata… ti entro in culo fino alle palle…- e altre cose pesantissime.
Adesso il rito era quello: mentre uno la inculava, un altro la scopava in bocca. Lei si era ormai abbandonata senza ritegno al gioco, prendeva a bocca spalancata le sborrate di tutti quelli che non le sborravano nel culo ormai completamente aperto.
 
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 Io avevo ancora paura che potesse vedermi e riconoscermi da sotto la benda sugli occhi, percui partecipai solo sfogando la mia sega sul suo viso, ormai grondante.
A quel punto, dopo che tutti si erano vuotati i testicoli su di lei, il collega entrò in azione: la fece alzare, barcollante, per farla sdraiare sulla panchina, e lì se la fottè selvaggiamente in fica. Lei rideva e ansimava come una pazza, il viso ancora umido di sperma, il reggiseno calato sotto i seni, le gambe spalancate, le calze nere rovinate, mentre attorno il gruppetto incitava il conduttore del gioco. La scopò a ritmo molto sostenuto per almeno 7-8 minuti, prima di rialzarsi, facendola tirare su a sedere. Si mise davanti a lei:
-Apri la bocca, troia!-
Lei obbedì, ricevendo anche quell’ultima bordata di sperma in bocca. Lui le infilò il cazzo in bocca per farselo ripulire bene e, intuii, anche per farle ingoiare tutto.
 
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Tentò di togliersi la benda, ma lui la fermò per l’ennesima volta:
-No, cara, dobbiamo prima far andar via questi nostri amici….-
Capii che era il momento di andarmene. E così fecero gli altri.
Tirai fino a tardi, prima di tornare a casa, per paura di incrociarla. Bevvi un bel po’, ero quasi sbronzo quando tornai, lei dormiva. In bagno, dentro al cesto dei panni da lavare, c’era l’intimo rosso e nero che aveva indossato, visibilmente sporco e pieno di chiazze. Non era nemmeno stata attenta a nasconderlo, evidentemente era molto frastornata dalla serata.
 
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Il giorno dopo era un sabato, io dormii fino a molto tardi, complice anche l’alto tasso di alcol nel sangue. Quando mi alzai lei non c’era. Un bigliettino sul tavolo mi informava che era andata a fare un po’ di spesa.
Meglio. Così avevo un po’ di tempo per schiarirmi le idee. Prima o poi avrei dovuto dirle qualcosa.
Quando tornò pranzammo, poi lei andò a sdraiarsi sul letto, evidentemente ancora stanca per i bagordi della serata precedente.
Ne approfittai per controllarle il telefono.
Niente SMS.
La sera uscimmo con alcuni amici di Firenze. Mentre eravamo in birreria con loro, chiacchierando allegramente, vidi che lei spappolava con il cellulare. Era chiaramente impegnata in un fitto scambio di SMS. Notai che aveva cambiato espressione, sembrava perplessa.
Tornammo a casa e lei filò subito a letto. Io con la scusa che non avevo sonno rimasi a guardare la TV, e appena fui sicuro che lei era già a letto, mi misi a cercare il suo cellulare, ma non lo trovavo. Aspettai un’ora, per essere certo che dormisse profondamente, entrai in camera e guardai sul comodino: il cellulare era li.
Lo presi e andai in bagno.
Lo scambio di SMS c’era eccome:
-Ti sei divertita ieri?-
-Non posso negarlo, anche se magari c’era un po’ troppo… casino-
-Ah ah dici? Non mi sembravi contrariata
-Ho perso le mutandine. Non è che sono in macchina tua?-
-Sei una troia distratta. No non ci sono-
-Comunque hai un po’ esagerato-
- Davvero? Ah ah, ma a me sembravi tutt’altro che contrariata. Te lo avevo detto che avresti preso una gran quantità di cazzo -
- Ma chi erano?-
-Ah ah curiosa eh?-
- Dimmi chi erano-
-Ok. Due erano di Bologna, li ho agganciati su un sito internet che si chiama lamoglieofferta. Tre, scusa-
-Cosa???-
-Mi avevano detto di essere in 2 ma poi evidentemente sono venuti in tre-
-Poi c’era un mio amico e due colleghi… che, chissà, potrebbero essere anche tuoi colleghi…-
-COOOOOSA?-
-Ah ah, il dubbio sarĂ  una cosa divertente per te da oggi in poi, ogni volta che incontri qualcuno che sai che potrebbe conoscermi-
-Tu sei pazzo. Anzi malato-
-Anche tu non scherzi-
-Dimmi chi erano-
-Non ci penso neanche. Troppo divertente tenerti nel dubbio-
-Sei uno stronzo-
-Si. Sono quello che ci vuole per una troia come te-
 
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Pensai al da farsi, e mi venne una buona idea.
Lasciai passare qualche giorno, poi il Mercoledì successivo fui io a stuzzicarla con qualche messaggino, nel pomeriggio:
-Se stasera ti metti sexy, ti porto a cena fuori-
-E dove mi porti?-
-Dipende da cosa vuoi mangiare e da quanto sarai sexy-
-Ciccia buona-
-Ok. Però allora dovrai essere moooolto sexy. Ad esempio potresti metterti quel completino col nero e rosso che ti ho regalato lo scorso anno-
-Mi vestirò sexy-
 
Il tranello era teso.
La portai a cena fuori .Indossava una gonna viola dalla quale faceva spesso capolino il bordo nero della calza. Io la stuzzicavo e mi divertivo a scostarle la gonna, per attirare sguardi. Ero curiosissimo di scoprire cosa indossava sotto. Finita la cena anziché tornare a casa mi infilai in un grande parcheggio deserto. Scendemmo dall’auto, ci inoltrammo lungo uno dei vialetti a lato del parcheggio, e con la scusa di volerla fotografare, cosa che lei sa bene mi piace fare prima di scoparla all’aperto, la spogliai della gonna e della camicetta. Indossava un bel completino con reggicalze nero, di pizzo, che non avevo mai visto. Le dissi che era molto sexy ed arrapante, ma non era quello che le avevo suggerito io. Lei rispose che aveva visto quello in un negozio qualche giorno prima, che le era piaciuto, e dopo la mia proposta del pomeriggio era corsa a comprarlo.
Feci finta di bermi la scusa. La fotografai mentre posava, poi mentre mi spompinava. Poi la scopai sul cofano dell’auto con molta soddisfazione.
La mattina dopo uscii di casa prima che si svegliasse, e le feci trovare le mutandine smarrite sul tavolo, accanto a un biglietto con su scritto “le ho trovate su una panchina”.
 
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Non la sentii per tutto il giorno.
Quando tornò a casa non ci dicemmo niente. Lei teneva lo sguardo basso, mentre tentava di mangiare qualche boccone. Poi all’improvviso scoppiò a piangere. Parlammo, le raccontai dei pedinamenti, le raccontai che aveva visto tutto, che il sesto ero io. Lei era a pezzi. Mi chiese di perdonarla mille volte. Io le dissi che ci avremmo pensato il giorno dopo.
Il mattino seguente mi svegliai di nuovo molto presto, volevo evitare di parlarle, quindi quando uscii lei era ancora a letto. All’ora di pranzo le mandai un SMS:
-Ho capito che per te è stato solo un gioco. Sono disposto a perdonarti. Però devi fare una cosa in cambio-
-Cosa devo fare?-
-Voglio che scrivi il tuo racconto di quella serata, con particolari e tutto. Devi essere sincera, e lo devi postare su un sito per racconti erotici firmato con la tua iniziale-
-Sei matto?-
-No. Per niente. Voglio il racconto dettagliato. Se non trovi un sito te lo suggerisco io. Però lo voglio leggere entro stasera.-
-Vuoi davvero che scriva tutto?-
-Tutto. Dettagliato e senza timidezza.-
Non mi rispose, ma verso le 19 mi arrivò un messaggio:
-WWW.ERO....-

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Alcuni giorni dopo, nel bar dove mi fermo spesso a fare colazione, riconobbi il giglio tatuato sul braccio…


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marcoforte

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mi e' piaciuto... :madsaw:

per le foto, se non lo aggiorna, potresti provare a ripostarlo di nuovo con le foto corrette...

grazie !
 

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