Esperienza reale L’ultima estate

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Meb82

Guest
Ci fidanzammo dopo essere rientrati dalle vacanze. A differenza degli anni precedenti in cui le trascorrevamo insieme con gli amici e qualche volta anche con fidanzati e amichette. Quell'anno, dopo la festa che ci fece cambiare visione sulla nostra amicizia ci sembrò giusto prenderci i nostri tempi per elaborare l'accaduto.
Tornati dalle rispettive ferie, la prima cosa fu quella di cercarci e subito dopo chiuderci in camera da letto in attesa dell'inizio delle lezioni in ateneo.
Furono giorni estremamente sudati. Sperimentammo ogni posizione, più volte al giorno.
I nostri amici ormai ci avevano dato per dispersi.
Ovunque andassimo, cinema, treni, autobus, università, ristoranti, dappertutto, sentivamo il bisogno di procurare e provare piacere.
Il letto però era il nostro luogo preferito. Lì facevamo tutto, dall'amore, allo studio, al cincischiare.
Fu infatti un sabato mattina, che tornando a casa dalla palestra, trovai lì, in bilico, il suo pc.
Prendendolo in mano, mi resi conto che stava guardando una festa di diciotto anni. Mi soffermai riflettendo a come si era evoluta la moda rispetto alle nostre feste per la maggiore età.

Le invitate erano tutte vestite con abiti che ai miei tempi non erano neanche pensabili per ragazze così giovani. I dieci anni che separavano i nostri diciotto anni dai loro sembravano una distanza siderale, provavo quasi imbarazzo ad ammirare scollature e gambe.
Assicurando il pc sul comodino, mi spoglia e raggiunsi Chloe in doccia. Adoravo farmi insaponare.
Entrando le dissi scherzando che la festa dei cuginetti le sarebbe costata cara se non fossi tornato io a salvare il computer dal pavimento.
Lei mi ringraziò ridendo insaponandomi il cazzo, lentamente.
Le disse che quella repentina eccitazione era dovuta a quelle giovani ragazze che avevo visto sul suo pc. Con tono da sbruffone dissi che per una donna non era facilmente comprensibile gli istinti che potevano scatenare corpi così giovani su un uomo.
Solo dopo capì che fu forse una delle frasi più stupide che pronunciai mai nelle mia vita.
Mantenendo la presa salda sul mio cazzo ormai duro disse: "Pensi che le donne non subiscano il fascino dei giovani? Cos'è che te lo fa pensare?"
A quel punto mi balenò nella testa lo stesso brivido che provai la prima volta che mi fece una sega, e in automatico le chiesi cosa intendesse.
"Sei sicuro di volerlo sapere?" disse riniziando ad andare su e giù lungo la mia asta.
Riuscii solo ad annuire.

Alla fine della sessione estiva con quattro compagne di corso si catapultarono in agenzia di viaggio cercando una vacanza last minute e soprattutto economica. Oltre ogni loro aspettativa trovarono ciò che cercavano. Due giorni dopo partirono per la Sardegna.
La struttura era un villaggio di quelle che probabilmente negli anni 80-90 avrebbero fatto impazzire la tipica famiglia italiana. Piscina, campo da tennis e teatro.
Il mare si trovava ad una quindicina di minuti a piedi. Insomma era un buon compromesso.
I clienti del villaggio erano soprattutto famiglie con figli piccoli e squadre di adolescenti, probabilmente ritiri sportivi o colononie estive.
Il paese più vicino era nell'entroterra, e soprattutto non era il massimo in fatto di divertimento.
Il posto isolato faceva sì che le spiagge erano poco affollante, anzi, erano riuscite ad impossessarsi di una caletta dove poter passare le giornate spalmate a prendere il sole tra un bagno e una foto da postare su facebook.
La sera il villaggio offriva un'animazione più adatta ai bambini che agli adulti, quindi durante l'ora dell'aperitivo i vari bar del villaggio si riempivano di adolescenti sfrenati e che assaporavano forse la loro prima vacanza lontana dai genitori. Gli spriz volavano.
Chole e le ragazze non si presero per vinte, lo spritz gratis era la loro salvezza.
La quarta sera sentirono provenire da un tavolo vicino al loro, ma abbastanza lontano da occhi indiscreti un'odore familiare. Qualcuno stava fumando una canna.
Guardandosi negli occhi, un po' per fare qualcosa di diverso un po' per passare la serata si avvicinarono a quel tavolo.
Era un gruppetto composto da cinque ragazzi dell'età in cui una canna la si fuma di nascosto.
Le ragazze dopo aver tranquillizzato i ragazzi chiesero se era possibile fare qualche tiro,
i quali, ovviamente , fecero a gara a chi doveva passare quello scettro di trasgressione.
Alla fine la spuntò quello che sembrava il più grande o quanto meno più avanti nello sviluppo.
Le ragazze dopo qualche tiro, ringraziando tornarono al loro tavolo ridendo dell'accaduto.
Da quel momento Chloe si sentì addosso gli occhi del ragazzo che aveva passato loro la canna. Manuel.
Un paio di sere dopo, sprezzante della vergogna, Manuel andò da Chloe per invitare lei e le altre ad un falò sulla spiaggia.
Le altre ragazze risero della situazione, essere invitate ad un falò da un adolescente. Le immaginavano leggermente diverse le loro ferie. Il giovane arrossì vistosamente a causa della reazione delle ragazze. Chole provò una tale tenerezza che gli accarezzò il viso accettando l'invito!
Le altre declinando l'invito continuarono a ridere.
Salutando con il dito medio Chole prese sottobraccio Manuel e si diresse verso il sentiero che portava alla spiaggia.
Durante i primi passi il ragazzo restò muto, neanche nella sua più florea aspettativa aveva immaginato di ritrovarsi solo con Chole.
Fu così che lei lo tolse dall'imbarazzo facendo le tipiche domande che si fanno ad uno studente. Promosso? Cosa vorresti fare da grande? Fidanzato?
All'ultima domanda Manuel si fermò e cercò di baciarla.
Pur essendo giovane il suo corpo era vigoroso. L'attività sportiva aveva allargato le sue spalle e definito i suoi muscoli.
Chole istintivamente schivò il bacio dando il via a due minuti di totale e imbarazzante silenzio, interrotto solo dalle scuse di Manuel. Disse che desiderava farlo sin dal primo istante in cui la vide in aeroporto. Aveva cercato in tutti i modi di mettersi dietro di lei al check-in, di aver barattato il suo posto con quello di un compagno pur di starle vicino in aereo.
La sua tenerezza portò Chloe ha dirgli che gli concedeva solo un bacio. Uno e uno solo.
Ovviamente non andò così.

La lingua di Manuel era un impeto. Le forti braccia la stringevano a sé. Fu un bacio lungo, bagnato.

Dalla doccia ci eravamo spostati sul letto. Avevamo messo un telo per non bagnare troppo le coperte e lei da dietro mi continuava a masturbare, sussurrandomi il suo racconto all'orecchio. Sentivo che potevo venire da un momento all'altro.


Il bacio dalle labbra passò sul collo di Manuel e le mani subito sulla sua patta.
Manuel indossava una canottiera e dei bermuda di jeans. Chloe sentiva l'eccitazione del ragazzo spingere sulla chiusura a bottoni. In attimo, senza considerare minimamente la differenza di età la slacciò con una mossa degna di lei.


Iniziai ad ansimare più forte, così lei rallentò. Non voleva che io venissi. "Vuoi sapere come ce l'aveva?".
Per la seconda volta le parole mi si strozzarono in gola, riuscii solo ad annuire.

"Era duro come solo a diciott'anni è duro un cazzo. Era largo, molto largo. Non aveva molte vene ed era dritto."

I muscoli della mia pancia iniziarono ad avere degli spasmi, ero eccitatissimo.

"Volevo solo segarlo, ma sentivo che aveva iniziato a spingermi in basso. Voleva un pompino. Non ero neanche certa che mi entrasse in bocca. Ero molto curiosa. piegandomi sulle ginocchia mi trovai di fronte a quel bellissimo cazzo depilato."

Stavo impazzendo, mi sentivo esplodere. Ma trovai la forza per chiederle l'unica cosa che mi martellava nella testa. "Era più grosso e più bello del mio?"

"Devo rispondere sinceramente, ne sei sicuro?" disse Chloe.
....[continua]
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