Anni fa, prendevo l'ultimo treno per Bologna, dove studiavo. Era tardi e la stazione quasi deserta. Una signora dell'est si avvicina e mi chiede se quando arriva il treno posso darle una mano a caricare la pesante valigia. Le dico che non ci sono problemi. Lei dice che mi avrebbe pagato. Io ribadisco che non ci sono problemi ma aggiungo, senza nemmeno rendermene conto, che potrebbe farmi un pompino. Non ho idea di come mi sia uscito, dico la verità. Non ero mai stato così esplicito con una sconosciuta e mai avrei pensato di approfittare di una situazione del genere. Quindi appena pronuncio queste parole, arrossisco e penso alla stronzata che ho appena fatto. Lei abbassa lo sguardo, poi lo rialza verso di me, io con addosso una vergogna da far spavento. Da lontano arriva il treno, lei si guarda intorno e poi recita secca: va bene. Il cuore mi si strozza in gola e non so bene come comportarmi. Un misto di eccitazione, paura, vergogna. Il treno si ferma, carico la borsa e la lascio passare. Penso, o prende l'iniziativa lei o se ne va e fingo che non sia successo mai niente. Ma entriamo nello scompartimento vuoto e lei mi fa cenno di sedermi in un sedile in particolare. Poi si siede accanto e mi stringe la patta dei pantaloni (indossavo una tuta). Io rimango impietrito ma con una erezione atomica. Si guarda intorno, non c'è nessuno, il treno parte. Me lo tira fuori e inizia a segarlo, una sensazione straordinaria. Continua per un po' e a quel punto prendo forza e con la mano accompagno la sua testa verso il membro. Basta solo il cenno e si infila tutto in bocca, usando la lingua con esperienza. Incredibilmente duro parecchio e la signora riemerge ogni tanto per controllare la situazione prima di reimmergersi su di me. Arriviamo alla stazione dopo e per prudenza riinfila tutto sotto la tuta tenendo la sua mano dentro i pantaloni. E' questione di poco, il treno riparte e il gioco riprende. Quando sente che sto per venire si allontana e inizia a segarmi con forza e finisco per sborrare sul sedile davanti. Mi ricompongo, mi alzo e vado a sedermi due sedili più avanti, senza guardarci, senza parlarci. A Bologna scenderemo entrambi e prima di lasciarci per sempre, facciamo in tempo a lanciarci un ultimo sguardo fugace, interrotto subito appena compreso che anche l'altro stava guardando.
Da allora sono stato molto più disinvolto con l'altro sesso e situazioni di questo tipo, con sconosciute, ne sono ricapitate. Ma l'intensità di quella esperienza è stata unica, quasi come fossimo sospesi dal mondo in quel breve lasso di tempo.