Racconto di fantasia Alice, chi lo avrebbe mai detto...

pollicino1

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1. Premessa.

In questo nuovo racconto che vado ad iniziare, Alice è ancora una volta la protagonista. È cresciuta, ma è la stessa ragazza di sempre, esuberante, smaniosa ed aperta a nuove avventure. Oltretutto, per pagarsi gli studi, quest'anno ha pensato di trovarsi un lavoro, e l'occasione giusta gliela ha data l'associazione GAU, un centro estivo della sua città dove la giovane si occupa di far divertire un gruppo di bambini insieme ad un suo coetaneo... Ma il "passatempo" principale della giovane non è affatto cambiato: sesso senza soluzione di continuità, libera da legami fissi, noncurante di essere considerata una "facile". In realtà, come sanno coloro che hanno seguito le sue precedenti vicende, Alice ha 25 anni, è alta 1 metro e 55, è di Genova, e adesso ha 25 anni. Esibisce una capigliatura rosso fuoco, fino alle spalle, e quell'estate le piace indossare una fresca maglietta di jeans blu con un pantaloncino dello stesso tessuto e dello stesso colore. Infine, calza delle ciabattine infradito che ben mettono in evidenza i suoi bei piedini che hanno sempre fatto sballare l'altro sesso... Come è sua consuetudine, non ama portare alcun reggiseno (e infatti si vedono bene da sopra la camicia le forme dei grossi capezzoli, sempre dritti e turgidi al punto da farla soffrire, posizionati in cima a due seni da sballo, due incantevoli mammelle soffici, una terza misura abbondante e soda); solo un perizoma molto sexy - tipo coulotte, data la forma molto trascurabile del suo sedere - che nonostante tutto si insinuava tra i quasi giganteschi glutei. Insomma, la giovane - carnagione chiara, quasi lattea, e che è nel fiore degli anni - è, nonostante non voglia mostrarlo apertamente, una gran porcellina, cicciottella al punto giusto...

2. Al mare.

Alice aveva – come già accennato – una autentica vocazione per i bambini, si trovava bene con loro e anche dove lavorava, e così un giorno, quando il Centro le comunicò che stava organizzando una giornata al mare e lei era stata selezionata come accompagnatrice, la ragazza ne fu estremamente felice.
Si disse:
- "Uaoooo... Sarà l'occasione giusta per farmi conoscere meglio... Chissà che non ci siano anche dei ragazzi simpatici con cui divertirmi davvero... Quei mocciosetti sì sono teneri, ma io voglio altro...".

Sarebbero stati lei e un altro giovane i "grandi" del gruppo, troppo pochi per tenere a bada quegli scalmanati.
Così, mentre stava organizzando ogni cosa, gli venne in mente un'idea:
- "Ma siiii... Certo... Io ci provo, tanto che potrà mai succedere? Al massimo, mi diranno di no...".
E, con la consueta faccia tosta che si ritrovava, fece cadere la sua scelta su Carlo e Luigi, due genitori dì quei bimbi e vecchie conoscenze poiché non abitavano lontano da casa sua.
Dei due uomini, Carlo era già da un po' di tempo che aveva messo gli occhi addosso ad Alice.
È un bellissimo uomo sulla cinquantina, forse all'apparenza un po' scontroso, ma divertente di carattere, abituato ai lavori manuali e perciò con un fisico tonico, peloso, massiccio, spalle larghe e grandi mani.
Ha il cazzo grosso come una proboscide, sia in lunghezza che in larghezza, 22 cm per 15, che peserà un chilo abbondante...
Al contrario di Carlo, Luigi era un uomo calvo, basso, di circa 1 metro e 50 (quasi nano), con occhiali che denotavano una forte miopia, grasso e di carnagione bianchissima, decisamente brutto e sui 60 anni.
Di solito vestiva trasandato, la camicia sbottonata su uno stomaco mastodontico, un viso che non ispirava certo simpatia, sempre sudaticcio e puzzolente. Insomma, uno spettacolo disgustoso solo a vedersi...
Al contrario dell'amico, aveva tra le gambe un pene che a malapena arrivava a 8 cm in erezione...

Lì incontrò una sera in un bar del quartiere, e gli spiegò la situazione.
Subito i due accettarono, all'idea che la ragazza li avrebbe "ricompensati"...

Ebbene, giunti alla località di mare fuori città, lontano dalle famiglie, anche Carlo e Luigi, dopo aver fatto sistemare i bambini, prendono possesso della loro stanza.
Si era già creato un certo cameratismo tra i due uomini, e Luigi – consapevole che il suo fisico gli lascia comunque poche speranze – una sera confidò al compagno di avventure:
- "Hai visto Alice? Quella ragazzetta mi prende davvero tanto... Non è come tutte le altre della sua età, ha qualcosa che non saprei definire... Che voglia di combinarci qualcosa, che voglia di vederla come mamma l'ha fatta!".
Ma Carlo sembrò lasciar cadere le sue parole nel vuoto.
In realtà, anche lui la stava osservando con "attenzione", e ben presto arrivò l'occasione giusta affinché gli ormoni di entrambi esplodessero irrimediabilmente...

Il gruppo dei bambini e dei loro animatori erano in spiaggia. Alice e l'altro animatore, un bel ragazzo, erano sotto il loro ombrellone, mentre Carlo e Luigi si trovarono alle loro spalle sotto l'ombrellone che gli era stato assegnato.
A Luigi, parve la fine dei suoi libidinosi progetti, ma si sbagliava... Infatti, da quella posizione, di lì a poco avrebbe avuto sotto ai suoi occhi uno spettacolo unico...
La giovane era arrivata da poco, indossava una magliettina azzurra che non riusciva a nascondere due grossi capezzoli, e un pantaloncino della stessa tinta, e i suoi piedini erano già liberi dalle infradito con cui era giunta in spiaggia.
Due piedini magnifici, ma quello era nulla a confronto con ciò che avrebbe mostrato in seguito involontariamente.
Seppure si trovassero a non più di cinque o sei metri, non potevano sentire ciò che i due ragazzi si dicevano, ma restarono comunque a bocca aperta quando Alice si sfilò con una grande sensualità – non ostentata – l'abito.
Sotto alla maglietta, per qualche breve istante, apparvero delle mammelle giovanili, sode e soffici allo stesso tempo, una terza misura abbondante di una carnagione bianchissima.
Indossò un reggiseno "tradizionale", che a stento riuscì a nascondere quel magnifico contenuto ma che fasciò le carni con un certo disappunto dei due attempati maschi, mentre Alice ebbe un sorriso di finto imbarazzo per il giovane "collega".
Sotto al calzoncini che sfilò con altrettanta "innocenza", invece, aveva già una mutandina a perizoma, tipo coulotte, non molto sgambata, da "brava ragazza", che però non riusciva a non finire tra i suoi monumentali glutei.
Insomma, una volta indossato era un costume che non aveva nulla di osceno, ma ad ogni modo le forme di quel corpo giovanile ne venivano a risaltare.
Dopo un primo momento di "smarrimento", Luigi fece all'amico:
- "Caspita, è anche meglio di come pensassi... I numeri certo non le mancano... Che curve!".
L'altro annuì, e proseguì nell'analisi del primo:
- "Beh, direi proprio di sì, quando ha tolto la maglietta quelle tette non si sono mosse di pezza, alte, e che capezzoli! Wow, una mera... Immagina quando è eccitata: devono diventare più grossi e più duri di pali di carne...".
Poi Alice si voltò di scatto... Doveva aver percepito qualcosa, ma quel movimento mise in bella mostra il suo culo.
E Carlo quasi esclamò, rischiando che la ragazza sentisse:
- "Dio mio, è un sedere da infarto... E che cosce, belle, muscolose!".
I due uomini erano così eccitati per quel corpo, che riuscirono a stento a nascondere il loro "pacco" che si era fatto sempre più evidente...

3. Confidenze tra amici.

Alice non era certo una ragazza qualunque, così come Luigi e Carlo erano due maschi a cui piaceva intrattenersi con compagnie femminili, a dispetto della loro età che cominciava a volgere verso il declino.
Ma, soprattutto Carlo, era padre di un bimbo ancora piccolo ed era rimasto vedovo non appena il piccolo era nato. Cosicché, sulla soglia dei 50 anni, gli ormoni erano ancora in piena efficienza...

Ebbene, una sera, davanti a una birra presa al bar del luogo balneare, Luigi fa a Carlo una rivelazione assai "interessante".
Siccome i loro discorsi vertevano sempre su ciò che Alice suscitava in loro, il più anziano dei due disse all'altro:
- "Tu non ci crederai, ma lo sai che quella è proprio una puttanella?".
E l'altro:
- "Dai, adesso non esagerare... È molto avvenente e non passa certo inosservata, ma addirittura classificarla come una puttana...".
- "Puttana?", lo riprese l'amico, "Alice è un'autentica troia! Fidati, dai retta a me, tu non immagini nemmeno cosa ho visto ieri pomeriggio mentre cercavo un bagno al Centro...".
- "E cosa mai può aver visto un vecchietto come te, con il pisello moscio?", gli disse Carlo per prenderlo in giro.
Fu allora che Luigi iniziò a raccontare:
- "Amico mio, ad Alice piace molto il sesso... D'altronde, con quella carrozzeria da fuoriserie... Ad ogni modo, come ti dicevo prima, ieri pomeriggio mentre vagavo cercando un bagno, sono passato davanti all'ufficio della Direzione ed ho sentito chiaramente la voce di lei... E quello che è più bello è che non discuteva con qualcuno: gemeva, capisci? Una cosa da fartelo drizzare all'istante... Si sentiva chiaramente da fuori la porta!".
Carlo, a quelle parole, si mise la mano sul pacco e chiese a Luigi di continuare, di spiegarsi meglio.
Insomma, la cosa che lo aveva colpito era stata Alice che diceva al suo fortunato interlocutore:
- "Mmmm, siiii... Vai come un treno, ancora, non ti fermare, sei un toro...".
Ansimava, e ogni tanto si fermava per riprendere fiato.
E poi:
- "Alla faccia dì quei due che mi sbavano dietro... Li vedo ogni volta come mi guardano, ma sono sicura che non reggerebbero nemmeno due minuti... Tu, Bruno, invece... Siiii, sfondami, anche nel culo, non mi fai male...".
Sempre più incuriosito, Luigi si era guardato intorno ed aveva posato l'orecchio alla porta, che inaspettatamente si era socchiusa.
Con il cuore che gli batteva forte per il rischio che aveva corso, grande fu la meraviglia per ciò che stava accadendo sotto il suo sguardo... Alice era sdraiata su un piccolo tavolino che a malapena riusciva a contenerla, e un giovane maschio le stava davanti nei pressi della sua testa con i pantaloni abbassati a metà e il membro in massima erezione.
Carlo era concentratissimo, e non si perdeva neanche una parola di ciò che il suo confidente stava narrando... Luigi, infatti, gli stava dicendo:
- "... A un certo punto, Bruno le appoggiò il filetto del cazzo, tesissimo, sul labbro superiore, e cominciò a sfregarsi in su e in giù, dalla cima della cappella all'inizio dell'asta. Devo dire che era proprio un bel cazzone, beato lui!".
- "Dai, non ti fermare, vai avanti, perdio!", imprecò Carlo.
E il più vecchio dei due riprese:
- "Si, si, fammi parlare... Allora Alice, che fino a quel momento era rimasta praticamente passiva, afferrò il membro proprio sotto la corona del glande, lo strinse e se lo direzionò dentro la bocca... Cominciò a succhiare la cappella, tanto che si sentivano rumori come quando si stappa una bottiglia... Era impressionante vedere anche da lontano quanto quella mazza fosse tosta e larga...".
Alice non era nuova a quelle esperienze, capace di far provare al maschio di turno sensazioni che non avrebbe mai più provato.
E infatti lui la incitò:
- "Lo so che ci sai fare, così, succhiamelo tutto, troia!”.
Le piaceva farsi insultare mentre scopava e lui lo sapeva.

Così, senza farlo eiaculare, quando era lì lì per farlo, lo liberò dalla stretta e guardò Bruno soddisfatta.
Poi, gli chiese:
- "Ora tocca a te... Scendi più giù e fatti valere... Hai due coglioni gonfi, vediamo cosa combini...".
Allargò bene le cosce, offrendo il suo belvedere agli occhi estasiati e alla lingua "affamata" del ragazzo, il quale iniziò a pennellare l'ampia zona, facendo si che ad ogni colpo le labbra si schiudevano un po' di più.
Si vedeva la vagina che luccicava a causa dei copiosi umori che la irroravano, e il grilletto grande come un fagiolo...
A questo punto, Bruno si alzò dal suo "fiero pasto", si voltò verso la scrivania per prendere qualcosa.
Luigi non riuscì immediatamente a capire cosa fosse, ma quando il giovane tornò a puntare il pene minaccioso verso la passera della ragazza, si chiarì tutto: aveva indossato un preservativo...
Con orrore misto a un soffio di perfidia, Alice lo bloccò dov'era. Aveva in mente un "coup de theatre" che sicuramente avrebbe spiazzato il ragazzo. In realtà, anche Luigi pensò di assistere ad una tranquilla galoppata, ma lei si sollevò fino a raggiungere quel "pisello incartato"... E afferrandolo alla base, sfilò quell'oggetto così scomodo dal membro e gli disse:
- "No... Devi essere bravo tu a durare... Guai a te se mi vieni dentro... Vedrai, sarà più divertente!".
A quelle parole il ventre di Bruno proiettò quel cazzo verso la sua destinazione, come una testa d'ariete impazzita...
Alice inarcò la schiena, simultaneamente alla penetrazione di lui, allargò le gambe allo spasimo per farlo entrare tutto, e alla fine le palle depilate dell'uomo finirono per sbattere – una ciascuna – contro le piccole labbra.
Le tette di Alice, intanto, ballavano libere sul suo torace, con un movimento rotatorio e simmetrico da sinistra verso destra, che esaltava maggiormente i suoi capezzoli dritti per l'eccitazione.
Il ragazzo, alternava l'inserimento del pene in vagina con quello di due dita nel buco più stretto.
E continuarono così finché luì non cominciò a fremere tutto... Allora, senza esitare, Bruno si sfilò per tempo e scaricò sul monte di venere di Alice, dall’uretra – in un crescendo rossiniano di piacere –, una quantità incredibile di schizzi densi di sperma, che da molto tempo erano prigionieri nei testicoli di un giovane che si era volutamente astenuto dal eiaculare con altre donne…

Quando ebbe terminato il suo racconto, Luigi era madido di sudore, dovuto al piacere di rivivere quei momenti così esaltanti.
Carlo, invece, era arrapato come forse non era mai stato in vita sua, ed iniziò a meditare sul modo in cui avrebbe potuto avvicinarla da solo per farne "un sol boccone"...

4. Festa galeotta.

Alice aveva preso con estrema serietà ed impegno il suo compito con i bambini del centro estivo, aveva colto con entusiasmo l'opportunità di guadagnarsi qualche soldino, ma le piaceva anche divertirsi.
E il divertimento arrivò...
Alcuni giorni dopo, infatti, fu organizzata una festa proprio dal centro estivo, per l'esattezza una cena in un piccolo paese li vicino, dove ovviamente furono invitati pure i "genitori di supporto.
Carlo e Luigi, si fregarono le mani, e faccia a faccia si Luigi – il più sfigato – disse all'amico:
- "Questa volta la pollastrella non ci scappa... Ma la sai una cosa? Dicono che Alice ha una vera predisposizione nell'aiutare i bimbi a fare i compiti!".
- "Benissimo!", esclamò soddisfatto Carlo, "cosa vogliamo di più? Noi abbiamo proprio quello che ci serve, l'esca per la maialina che ci cascherà tra le cosce a gambe aperte... Permetti che sia io a prendere l'iniziativa? Si, insomma, non ti offenderai se cercherò di mettere all'opera il mio ariete... Tu, con tutto l'impegno...".
Luigi capì il messaggio e si fece da parte, lasciando campo libero all'amico e accontentandosi delle notizie che Carlo gli avrebbe portato.

Perciò, conscio della buona riuscita dell'impresa, Carlo approfittò della festa. Chiamò da parte Alice e con fare suadente le spiegò la sua necessità.
Come primo impatto, la ragazza gli fece una buona impressione, tanto che non le tolse nemmeno per un minuto gli occhi di dosso, quasi le volesse fare una radiografia completa, spogliandola...
Alice, dapprima un po' in imbarazzo, si sciolse immediatamente, mentre l'uomo le disse, affettuosamente:
- "Sai, ho capito subito che sei sveglia, e dal tuo modo di parlare che sei ben preparata. E io avrei bisogno esattamente di una come te, per aiutare mio figlio... Niente di eccezionale, dovresti solo rivedergli i compiti... Allora, che ne dici? Duecento euro a settimana andrebbero bene?".
Alla giovane non sembrava vero intascarsi tutti quei soldi, e i due si accordarono per incontrarsi il giorno successivo a casa di lui.
Per invogliarla ulteriormente, Carlo buttò là:
- "Ah, dimenticavo... ho anche una piscina, e dopo lo studio potremo approfittarne per un bagno rilassante... Tutti e tre insieme...".

5. Alla villa, la “trappola”.

Che bello, ad Alice non sembrò vero di ricevere una proposta di lavoro un po' meno precaria di quella del Centro Estivo... Per di più, quell'uomo tanto affascinante di per sé, le aveva proposto anche – gratuitamente – uno svago... Quando mai le era capitato di poter usufruire gratis del piacere di un rilassante bagno in piscina? Le sembrò di sognare…
Era quasi incredula, ma era tutto vero. Dunque, la ragazza accettò immediatamente: il bimbo era un tipino tranquillo, percui non sarebbe stato difficile onorare quell'impegno.

L'indomani, la ragazza si presentò puntuale a “Villa Simonetta”, la villa di Carlo...
- "Che meraviglia!", esclamò tra se e se guardandola estasiata già dall’esterno, e in effetti lo stupore di Alice era più che giustificato. Il genitore la accolse in una "casa" che lei e i suoi genitori non si sarebbero mai potuti permettere. E non appena il suo “datore di lavoro” le andò ad aprire, lei con un sorriso smagliante e fare sbarazzino lo salutò:
- “Buongiorno, signore!”.
Lui la guardò incantato…
Alice, oltre ad essere nel fiore degli anni conosceva perfettamente l’arte della seduzione, ed essendosi gia resa conto al Centro Estivo di aver fatto colpo quella mattina aveva indossato un abbigliamento semplice quanto sexy: un gonnellino di jeans chiaro a mezza coscia, corredato da una tasca posteriore che non faceva altro che mettere in evidenza il suo magnifico sedere, e sopra una maglietta abbastanza aderente a strisce sottili bianche e blu che metteva in risalto le tette. Infine, ai piedi calzava delle giovanili "Vans"...

L’uomo la fece entrare. Le fece strada orgoglioso e sicuro di sé, in una villa che era immersa in un silenzio da far quasi paura, e la condusse lungo un corridoio.
Sembrava una casa da sogno, e in effetti lo era… Carlo le fece scendere alcuni gradini che conducevano in un seminterrato, e al termine di essi un lunghissimo corridoio – molto semplice ed imbiancato di fresco – adornato di quadri sicuramente di grande valore mostrava una serie interminabile di porte, tutte chiuse. Più avanti, c'era un grande porticato a colonne, e al centro eccola là: la piscina olimpica!

Mentre Alice credette veramente di essere nel paese delle meraviglie, e l'uomo era compiaciuto della sorpresa che aveva fatto alla ragazza, una voce cristallina annunciò l'arrivo del bimbo...
Il quale corse verso suo padre e la graziosa ospite e gridò:
- "Alice! Ciao maestra, sono contento che tu sei venuta... Papà dice che saresti una mamma perfetta...".
Ma l'uomo lo interruppe con un urlaccio, non poteva permettergli di rovinargli il suo progetto... Si schernì, e spiegò solo alla giovane che sua moglie era morta durante il parto, e che da solo non riusciva a badare all'istruzione di suo figlio, per questo l'aveva assunta.
Intanto, erano arrivati davanti a una porta aperta che immetteva in una sala molto luminosa, e lì si congedò dai due e le disse:
- "Bene... Ti auguro un buon lavoro... E tu, piccola peste, mi raccomando... Ci vediamo quando avrete finito la lezione...".

Passarono due ore, e Carlo era impaziente di gustarsi quel "bocconcino". In precedenza, aveva "istruito" il bimbo – molto sveglio –, il quale avrebbe dovuto invitare la sua insegnante a rimanere a giocare con lui, e così accadde.
Alice era affascinata dall'idea di poter nuotare liberamente senza avere addosso gli occhi indiscreti dei colleghi. Era sicura che le cose sarebbero andate proprio così, e all'invito reiterato da Carlo imbarazzata non seppe dire di no:
- "Signor Carlo, la ringrazio, credo che accetterò volentieri di restare un altro po' con suo figlio... Mi ha chiesto di fare un bagno in piscina, come posso deluderlo?".
- "Ottimo", rispose l'uomo, "allora facciamo così: tu, ti puoi andare a cambiare nel camerino, mentre io e mio figlio ti aspettiamo a bordo vasca...".
Il piccolo gruppo si sciolse, e mentre Alice seguì le indicazioni ricevute, Carlo corse a prendere il suo cellulare. Compose trepidante il numero dell'amico Luigi, e quando l'altro rispose gli disse:
- "Bingoooo! Amico mio, c'è l'ho in pugno... Le ho proposto un bagno in piscina e adesso è in trappola! Ricordi quella stanza che abbiamo preparato insieme apposta per lei? Bene, è tutto pronto, ho persino aggiunto un paio di telecamere, e adesso non ci resta che attendere l'inizio dello spettacolo! Perciò, mettiti comodo...".

Intanto, Alice, da sola nello spogliatoio si stava guardando intorno... E tirò fuori dalla borsa un magnifico bikini, esattamente quello che aveva al mare e che era piaciuto tanto al papà del suo allievo...
Forse, era come un "sesto senso", ma in lei cominciò a montare una sensazione strana, come se quelle pareti fossero di cristallo, trasparenti.
Ad ogni modo - civetta qual'era - l'idea non la disturbò affatto, e cominciò a spogliarsi. Iniziò a slacciarsi le scarpe, se le sfilò con una grande e innata sensualità, e infine si tolse anche i calzini...
Si sfregò, massaggiandoli, i piedini ormai nudi, piccoli, graziosi e abbronzati, e leggermente tozzi. Delle dita fantastiche, sottili, i cui mignoli erano ornati da due anellini d'argento.
Poi, risalì fino in vita, allentò la cintura, sbottonò la gonnellina bottone dopo bottone, e se la fece scendere a terra fino alle caviglie. La tolse, restando con indosso un perizomino nero semitrasparente, e che nelle sue forme minimali riusciva ad esaltare le sue fattezze...
Al telefono, regnava il silenzio, finché Luigi non ruppe gli indugi dicendo:
- "Dio che bambola! Hai visto che piedini? Chissà che seghe che fa...".
E Carlo, di rimando:
- "Tranquillo, che tra poco te lo saprò dire... A me, però, fa impazzire pure quel culone... Non che sia grosso, ma con quella mutandina che le è sprofondata in mezzo alle chiappe... Credimi, ho già il bastone pronto a castigarla...".
Intanto, Alice non si era fermata li, e ansiosa di andare a rinfrescarsi in piscina si stava sollevando la maglietta facendola uscir fuori dalla testa.
La gettò a terra, e un leggero sobbalzo il suo seno si "annunciò" vivo dentro un reggiseno di pizzo a balconcino...
- "Caspita, questa qua sa come tenerci in pugno! E sa anche come fare uno spogliarello... Non sbaglia nemmeno i tempi", disse Luigi con gli occhi fissi sullo schermo del suo smartphone.

Ci si stava avvicinando al clou di quella immaginaria esibizione, e adesso Alice aveva portato le sue mani sul gancetto anteriore del reggiseno, posizionato proprio in mezzo alle due coppe.
- "Siiii, forza bella...", esplose Carlo, il quale con una mano sorreggeva il telefonino e con l'altra si toccava il pacco.
Con grande abilità, la ragazza scese anche quell'indumento, lasciando che due incantevoli mammelle soffici, abbondanti e sode – erano all'incirca una terza misura – andassero a fare bella mostra di sé in quella stanza, apparentemente "disabitata".
Era veramente un seno da sballo, che stava su che era una bellezza, con due capezzoli circolari non troppo piccoli né esageratamente grandi, ma turgidi come spilloni... Insomma delle belle ciliegine sulla torta!
E qui, i due uomini "guardoni", senza volerlo, all'unisono emisero un grido di meraviglia:
- "Ma è una dea, non è una ragazza!".
E Luigi, ancora:
- "Sono sempre stato un ammiratore delle tette, ma che dire? Dire che sono perfette è poco... Amico mio, mi raccomando, devi provarci, hai un'occasione irripetibile...".

L'eccitazione stava raggiungendo il culmine quando Alice, mettendosi le mani sui fianchi ben pronunciati, si calò tutto d'un fiato lo slip.
Piegata in due, si dovette attendere un po' affinché mostrasse pienamente il suo fiore prelibato. Un monte di venere "full shaved", che si toccò nervosamente, forse per paura che improvvisamente potesse aprirsi quella porta e padre o figlio si potessero trovare al cospetto della sua totale nudità.
Si strofinò nervosamente anche la fessurina, le grandi labbra magicamente si aprirono, e lasciarono intravedere delle ali di farfalla increspate e lucide di umori.
Sospirò, e si disse, con un tono di voce che non lasciava dubbi sul suo stato:
- "Che voglia di farmi fottere adesso! Peccato che quei due sono uno troppo grande e l'altro troppo piccolo!".
Al che, Carlo – restando silenzioso – le promise tra se e se:
- "Cara puttanella, oggi avrai ciò che ti meriti...".
E Luigi, più esplicito:
- "Hai capito la troia! Questa è malata, ma ha avuto certamente più cazzi che fiori!".
Ora Alice era proprio “come mamma l’aveva fatta”, bella come il sole agli occhi dei due maschi terribilmente eccitati. La squadrarono dalla testa ai piedi, ciascuno dal suo punto di osservazione. Tanta roba, ma "giusta".
Alice fu di una naturalezza disarmante, non immaginando nemmeno lontanamente di essere stata la causa di quel tempestoso rivolgimento spirituale. Ma sentì impellente la necessità di assolvere a un bisogno fisiologico.
Per sua fortuna, quella casa era dotata di ogni confort, e anche quella stanza non era da meno. Infatti, sollevando lo sguardo dinanzi a sé, vide che in quella parete si apriva una porta con su scritto "WC".
- "Che sollievo", pensò la ragazza, "era proprio ciò di cui avevo bisogno!".
Un piedino dietro l'altro, raggiunse il water, si voltò e si sedette. Mai avrebbe immaginato che pure in quel luogo così "privato" la perversione di Carlo le stava tendendo la sua trappola: una telecamera era stata piazzata proprio sotto la tavoletta, in modo da riprendere ogni cosa...
Aprì con naturalezza le cosce, e questo movimento fece sì che anche le labbra vaginali si schiusero.
Luigi, intuì immediatamente le intenzioni dell'amico, e intervenne:
- "Ahahah, sei proprio un porco, dio mio! Però devo ammettere che la fantasia non ti manca... Così, ogni dettaglio non ci sfuggirà!".
Non ebbe alcuna risposta, poiché Carlo era troppo concentrato ad osservare quella maialina e a "studiare" come di lì a poco avrebbe potuto divertirsi al meglio con lei...
Ancora un istante, ed ecco la "magia": dalla fessurina perfettamente rasata cominciò ad uscire – mentre Alice si teneva una mano sulla pancia – una magnifica pioggia dorata.
Prima, una singola goccia isolata, e poi un ruscelletto sempre più impetuoso, prorompente, accompagnato da un profondo e lungo sospiro.
Pochi minuti, e tutto era finito, ma ciò fu sufficiente per far capire a Carlo che Alice gli avrebbe dato grandi soddisfazioni...
La giovane si alzò con la passera ancora gocciolante e fece ritorno nella stanza dove a un certo punto prese qualcosa da una bustina trasparente di plastica.
Distese l'oggetto su un tavolo, e cominciò ad indossarlo... Era il costume da bagno che aveva deciso di portare con sé quando Carlo le fece capire che avrebbe potuto usufruire della piscina...
Che peccato rivederla "vestita", ma doveva farlo, se non altro per la presenza di quel piccolo impertinente!
Difatti, non appena ebbe finito di cambiarsi, aprì la porta e lì fuori ad aspettarla c'era proprio il bimbo. La chiamò, prendendola per mano:
- "Alice, andiamo a giocare! Andiamo, daiii...".
La condusse per quel corridoio che lei ricordò di aver già visto, e in un baleno scesero in acqua...
Trascorsero così circa un'ora, poi – all'improvviso – arrivò il padrone di casa.
La ragazza, quando lo vide in costume, rimase quasi a bocca aperta tanto era un uomo ancora piacente, con un fisico tonico, peloso, massiccio, e due spalle larghe. Ma quello che più la colpì fu che sotto allo slip doveva esserci qualcosa di davvero impressionante.

Ora, tutti e tre erano lì a divertirsi, senza che nulla lasciasse presagire qualcosa di imprevisto.
In realtà, però, Carlo fece in modo di avvicinare suo figlio ripetutamente, e infine gli intimò:
- "Allora, ci siamo capiti? Fila via e non farti vedere fino a che non sarò io a venirti a cercare. E soprattutto, non cercare la maestra...".
Il bimbo non fece storie, uscì dall'acqua e sparì senza nemmeno salutare.
Restarono così solo i due, con la fanciulla un poco imbarazzata dal fatto di restare sola con un uomo che sostanzialmente non conosceva.

A un certo punto, perciò, Alice fece per uscire dall'acqua dicendo a Carlo:
- "Mi scusi, signore, ho un po' freddo... Forse ho esagerato, vorrei andare a cambiarmi e a rivestirmi... Ho abusato troppo della sua gentilezza...".
L'uomo non fece una piega. Aveva il suo piano, e quindi la lasciò andare...

6. Inaspettatamente, lei… Alice.

Alice, dopo essersi asciugata a bordo vasca, stanca e con passo lento riguadagnò la stanza dove prima aveva indossato il costume.
Nel mentre, si disse:
- "Ma guarda che brava famiglia... Che brav'uomo! Mi ha offerto un lavoro, mi ha invitato insieme a lui in piscina senza mettermi fretta... Se non fosse per la differenza d'età, sarebbe da sposare... Ahahah...".
La ragazza sorrise, ma tutto finì lì. O meglio, ciò era la sua aspettativa in quel momento, e scacciò lontano da sé quel pensiero che era stata solo una battuta.

Tuttavia, se questo era il suo proposito, non altrettanto si poteva dire per i due “amici”…
Infatti, come mise di nuovo piede in quel locale, un sensore di movimento riattivò la telecamera, e un segnale acustico avvisò Luigi – il quale aveva conosciuto dal compare l’esatto svolgersi della serata – che qualcosa di molto "interessante" stava per accadere...
Collegò il suo cellulare al monitor del PC per avere una visuale migliore, con tutti i dettagli, si accomodò in poltrona con una pinta di birra sul bracciolo, e – come se stesse parlando a Carlo – esclamò:
- "Bene, bene... Ora tocca a te. Datti da fare, e fai vedere a quella troia che non è stata una buona idea venire a casa tua! Se fossi stato prestante come te, l’avrei già castigata...".
Si calò i pantaloni, poi le mutande, e afferrò con la mano destra – oltrepassando la pancia adiposa – il suo piccolo cazzetto che cominciò a segare, per tonificarlo ed essere pronto “al momento giusto”.

Intanto, proprio mentre la ragazza – sicura di essere veramente sola – si era tolta il costume ed era ancora una volta in un perfetto nudo integrale, e si accingeva a rivestirsi dei suoi abiti, ecco che all'improvviso si aprì la porta e Carlo fece irruzione nella stanza. Era avvolto in un accappatoio bianco, lungo fino a poco sopra il ginocchio e tenuto chiuso da una cintura…
Alice, impreparata a quel “blitz”, tentò di coprirsi come meglio poté, e cercò di dissimulare il suo imbarazzo con un risolino quasi isterico al padrone di casa.
Poi, dopo pochi istanti – nei quali cercò di riordinare le idee – articolare le prime parole che le vennero in mente:
- "Oh, signor Carlo, mi scusi... Faccio in due minuti e vado via subito".

Ma lo sguardo di quel maschio era cambiato completamente. Con le mani in tasca, la fissò con il volto tirato, duro, e Alice capì subito. Qualcosa non “tornava”, Carlo sembrava essere diventato un altro uomo, irriconoscibile da quel vero signore che l’aveva accolta sotto il suo tetto.
Improvvisamente, chiuse la porta con un calcio, e le disse:
- “Ora siamo soli, puttanella da strapazzo… Anche se urli, non ti può sentire nessuno… O quasi!”.
E rise sguaiatamente…
Poi, riprese:
- “Non credere che ti abbia invitata a casa mia perché sono bravo… Ti ricordi al centro estivo? Io e Luigi che stavamo sempre insieme? Beh, sappiamo tutto di te, che ti piace scopare, che ti sei fatta sfondare dal tuo collega…”.
Un attimo di pausa e ancora:
- “Sei fortunata, sai… Luigi, se era per lui, non avrebbe aspettato tanto e ti avrebbe voluta tutta per se… Ma lo hai visto bene? Ha un cazzetto che neanche sentiresti, tanto devi aver ricevuto cazzi di tutte le grandezze! Poveretto, è mini dotato… Perciò, ha lasciato generosamente campo libero a me, e vedrai che ci divertiremo”.
Indicò verso il soffitto in un punto preciso dove era una micro telecamera che neanche si vedeva, e continuò:
- “Però, non potevo lasciarlo così, a bocca asciutta… Lui vedrà tutto, e si segherà come un pazzo…”.
A questa rivelazione così inaspettata Alice arrossì, e lo guardò in viso proprio mentre la prima lacrima si fece avanguardia di un pianto caldo, dirotto e disperato… Ma riuscì ad aggiungere, con un pizzico di sfrontatezza:
- "Hai ragione, mi piace il cazzo… Però, lo decido io con chi giocare…”.
Carlo, era si un galantuomo quando lo voleva essere, tuttavia questa volta decise di essere meno disponibile. Si avvicinò a lei a meno di un palmo, e le latrò contro:
- “Ora che so che ti piace, sarai la mia cagnetta personale…”.
Quindi, fissandola negli occhi, si sciolse la cintura dell’accappatoio, e lo lasciò cadere a terra. Le disse:
- “Come vedi, ora siamo pari, nudi entrambi… Non avere vergogna, e togli quelle dannate mani dalle tette e dalla fica… Voglio vedere dal vivo la mercanzia! Su, non perdere tempo, fammi un bel pompino, quelli per cui sei famosa… Stai tranquilla, se farai la brava non dirò niente a nessuno del centro estivo!”.
Alice capì che era meglio non contrariare quell'uomo, e fece così come aveva preteso...

Nel frattempo, nella sua casa Luigi stava con la mano destra – stretta a pugno – intorno all'asta del suo minuto batacchio, il quale benché fosse già alla massima estensione non lo dava a vedere, tanto era irrilevante.
Si vedevano solo le palle, due sfere di carne compatte e sproporzionatamente grandi rispetto al resto dell'organo.
Sopra, invece, la cappella violacea sembrava strozzata da un prepuzio inadeguato.

Al contrario, alla villa la giovane rimase sinceramente impressionata dalla "dotazione" di Carlo, 22 centimetri che prima o poi sarebbero finiti nella sua pancia... Si inginocchiò tra le sue solide gambe ben piantate a terra, e inizialmente osservò il membro senza toccarlo. Lo guardò, immaginandolo innanzitutto nella sua bocca.
E si disse:
- "Non ho mai provato un bestione del genere, ma bisogna pur che cominci una volta o l'altra...".
Al solo pensiero, si sentì fremere e bagnarsi tutta. Poi, lo prese in mano e lo diresse sui capezzoli per sfregarcelo sopra, trasmettendo ad entrambi come una scossa elettrica.
Il desiderio di Alice di averlo spinto dentro la gola andò crescendo, e mentre alzò lo sguardo verso Carlo in un gesto di sfida cominciò a leccarlo tutto, dalla prostata al glande.
Era instancabile, e avrebbe potuto leccarlo all'infinito, senza fermarsi mai...
Quindi, la ragazza, si inumidì la bocca e sfiorò la cappella con le labbra... Aprì svelta, e se lo introdusse dentro. Tanto profondamente da mandare fuori di testa entrambi.
Lì per lì, ebbe la sensazione di soffocare “grazie” a quella proboscide che si era ormai animata, e quasi le mancò il fiato...
Cominciarono anche dei gemiti, spenti dal fatto che aveva la bocca piena:
- "Mmmm... siiii...".
E dei rumori provocati dal pisello che si muoveva come un biscotto inzuppato in una abbondante coppa di saliva...
A un certo punto, Alice avvertì la vena dorsale di quel cazzone gonfiarsi, e quando capì che Carlo stava per esplodere in un orgasmo lo tirò fuori...

Con sorpresa di entrambi, la coppia realizzò una comunione d'intenti incredibile... Si guardarono di nuovo negli occhi, e lei gli chiese, con sarcasmo:
- "Non penso che vuoi venire così presto... Vero?".
Per tutta risposta, Carlo, severo e con nessuna voglia di scherzare, replicò:
- "Esattamente... Anche perché ho appena cominciato a goderti!".
La prese per le braccia, e la aiutò a rialzarsi; e nel tragitto la punta gonfia del suo arnese percorse tutta la lunghezza della spacca della vagina di Alice. La quale, colta da un intenso senso di piacere, spalancò la bocca – come a raccogliere tutto l'ossigeno possibile – e sgranò gli occhi, mormorando:
- "Ohhh, siiii... Mettilo tutto dentro alla tua troia... Dimmelo... Dimmi che mi spaccherai come una mela... Sei un bellissimo porco!".

Carlo rimase sorpreso da quella reazione cosi sboccata... Era tanto diversa da come l'aveva conosciuta fino a quel momento... Ma non esitò a rispondere al suo appello. Si guardò intorno, ed ecco che gli balenò un'idea: la trascinò con forza fino a sbatterla contro la parete più prossima, e avvicinandosi al suo orecchio sussurrò:
- "Non sei tu che devi suggerirmi cosa fare! E comunque stai tranquilla, puttanella, schiavetta, che adesso avrai ciò che vuoi... E dovrai dirmi basta!".
Quello sfogo, fece si che la mazza di Carlo si rassodasse ulteriormente, fin quasi a dolergli, mentre Alice si perse definitivamente nei suoi occhi azzurro cielo...
Era senza parole, lo fissava paralizzata dal suo sguardo. Lei era già bagnata, e lui era il perfetto amante, "brutale" quanto galante.
E intanto che lei era presa in quello stato ipnotico il “suo” maschio, risoluto, la alzò da terra e glielo infilò dentro.
La ragazza, non poté fare altro che "subire" quel gesto, e si disse, nel suo cuore:
- " Dioooo... ma è gigantesco!, e per di più lo sa usare divinamente!".
Intanto Carlo aveva iniziato a scoparla in un modo inaudito, aggressivo ma con trasporto, la colpiva come se avesse un martello pneumatico al posto del cazzo e lei fosse un chiodo da conficcare nella parete.
La sua passerina gocciolava senza sosta. Ansimava di piacere, godeva senza ritegno, e urlava, urlava, urlava, con un ritmo che poteva farle collassare i polmoni, ed infine Alice gridò istericamente:
- "Su, non mi hai ancora fatto vedere cosa sai fare di così speciale, sono veramente curiosa... Forza, tira fuori tutto il porco che è in te!".
Lui, allora, si decise a ficcare con "botte" di reni e di bacino incredibili, ma senza fretta, finché Alice non se lo sentì arrivare nello stomaco come un dardo incandescente.
Ci stava dando giù di gusto, e la monella – reggendo senza problemi quelle spinte così "aggressive" e arrembanti – sfogò verbalmente tutte le sue emozioni:
- "Mmmmm... Siiiii... Cosiii.. Alla tua età, non mi aspettavo di essere dominata da un toro scatenato... Guarda, non hai nemmeno messo il preservativo, ma bada bene, non ti trattenere... Dai, spaccami, non immagini neanche quanto posso essere troia...".
E rise, nonostante avesse la pancia ricolma di un ben di dio di quella portata...
Dopo un po' di quelle manovre, iniziò anche lui a respirare affannosamente, e Alice capì che Carlo non sarebbe durato ancora per molto.
Cingendolo con cosce e gambe dietro i lombi, si aggrappò saldamente alle sue spalle, e proprio in quel momento si sentì la fica piacevolmente invasa da “tanta roba”.
Mentre il bull, scosso fin nell'intimità, le diceva:
- "Sborro... Prendi tutto me stesso, fammi svuotare i coglioni, sei la mia vacca da riproduzione...".
E di lì a poco la bianca e densa crema che l'uomo le aveva promesso cominciò a scorrere come lava giù dalle gambe della ragazza, mentre Carlo uscì finalmente da lei...

Ma c'era stato anche un altro uomo a "godere" di quelle favolose evoluzioni erotiche: Luigi. Il quale era estasiato. Aveva già visto la giovane donna scopare con il suo collega al centro estivo, ma quella con Carlo era stata tutta un'altra storia. L'amico, gli aveva dimostrato alla perfezione come si "prende" una vera femmina, come e dove si mettono le mani e non solo quelle…
Fatto sta, che Luigi – pur dovendosi accontentare di guardare, per ovvie ragioni – si era a sua volta eccitato come un vero maniaco sessuale...
Il piccolo pisellino – di cui la natura lo aveva beffarda dotato – gli aveva permesso di sentirsi vivo, e lui si era masturbato proprio mentre sul suo pc scorrevano le immagini "live" di quella puttanella che si divertiva insieme al suo socio.
Ad ogni scena, Luigi esclamava frasi del tipo:
- "Su sgualdrina, non fare la timida, con un corpo cosi sei nata solamente per far gonfiare le palle...".
Oppure, ancora:
- "Forza, Carlo, spingi di più, sfondala...".
Era troppo conquistato da quelle immagini per accorgersi dove lo portavano le sue mani. Era pazzo di Alice almeno quanto lo era colui che se la stava sbattendo dal vivo. Aveva i coglioni così gonfi che si erano "mangiati" tutto il resto, e solo la cappella si era ingrossata da sembrare quasi normale.
Solo quando Carlo uscì dalla fessa della giovane, Luigi si rese conto di avere tutta la mano destra impiastricciata dalla sua pur modesta eiaculazione. Era schifosamente sporco...

Ma non fece in tempo a prendere atto della sua condizione che il telefono squillò. Dall'altro capo, c'era Carlo, che era uscito dalla stanza dove si trovava Alice per prendersi una pausa.
Gli chiese, all'istante:
- "Allora, ti è piaciuto lo spettacolo? Quella ragazzina è il diavolo in persona, credimi, ha il fuoco dentro, ma quello che hai visto non è ancora niente...".
E l'altro:
- "Cazzo, hai proprio ragione! C'è mancato poco che ti spolpava come un pivellino. Pensa che dalla goduria mi sono fatto una sega tanto forte che mai mi ero fatta prima...".
- "Bene", rispose soddisfatto il toro, "ma il bello viene adesso! Stai a guardare, e poi mi dirai"...

Così il padrone di casa fece ritorno dalla sua puledrina, che dal canto suo non era affatto stanca e anzi lo accolse dicendogli:
- "Papi, non dirmi che ne hai abbastanza di me... Non mi deludere, ti prego!".
Ci mancò poco che l'uomo venisse preso da un accesso di rabbia, si sentì quasi “offeso”, e guardandosi attorno vide il tavolo che troneggiava al centro della sala. Era robusto, e allora Carlo non perse tempo: acchiappò Alice per un braccio e ce la fece poggiare sopra, di modo che la fanciulla si trovò piegata a novanta gradi e lui dietro di lei...
Le fece sentire il suo fiato sul collo e le parlò senza peli sulla lingua:
- "Ascoltami bene, troia... Io ho scopato per 24 ore filate con vere donne, figurarsi se sono stanco per una sveltina... Ora ti pentirai di aver messo in discussione la mia virilità”.

Dal suo punto di osservazione privilegiato, Carlo poteva vedere uno spettacolo inenarrabile che gli provocò un alzabandiera istantaneo. Che culo! Che bel culo!
Il "lato b" di quella femmina, era davvero magnifico, maestoso, ma con due chiappe sode, calde e ben fatte, al centro delle quali era incastonato come un gioiello uno sfintere un po’ strettino, ingraziosito da un rosone scuro e ben marcato.
Il maschio si mise subito al lavoro… Accarezzò quel culo che lo aveva attirato fin dal primo momento che lo aveva visto, anche se “foderato” dalla gonna in jeans.
Le sfiorò le natiche e le allargò leggermente per un primo "assaggio", facendo scorrere dolcemente un dito nel solco anale, stimolando il buchino e suscitando in Alice un brivido di piacere.
Ormai la giovane aveva capito quale fosse il prossimo obiettivo del suo "amante", e lo provocò:
- "Dai, lo so che muori dall’idea di scoparmi il culo, sbrigati e fottimi quel maledetto buco!".
E Carlo non se lo fece ripetere due volte. Infilò un dito nel retto fino alla base, e le sussurrò:
- “Mi sembra un buco di culo particolarmente stretto, ma presto ci metteremo quello che finora hai avuto solo nella fica!”.
Si sfilò dal suo intestino, le allargò le cosce con precisione quasi “chirurgica”, sputò sul rosone un po’ di saliva – misto agli umori di lei – e cominciò a leccare.
Al primo tocco con la punta della lingua sullo sfintere, Alice ebbe un brivido travolgente, ma non volle darlo a vedere, e gli confidò:
- "Ohhh... Com’è bella calda... Sei bravo, ad ogni colpo mi fai bagnare la mia micia…".
Continuò a lappare e a lavorarlo con voracità, e dopo averla così fatta andare su di giri le ficcò la punta del dito indice dentro fino alla prima nocca. Poi spinse dentro la seconda e la terza, poi due dita, e infine prese ad attorcigliarcele in tondo per ampliare adeguatamente il pertugio che piano piano cedette.
Quando si ritenne soddisfatto di questa operazione, Carlo le appoggiò la cappella.
Non era semplicemente turgida, stava letteralmente esplodendo!
La guidò, da bravo maestro:
- "Bene, adesso ascoltami… Fai un respiro lungo e profondo...".
E spinse piano, per la prima volta.
Ben presto la cappella venne “inghiottita” dal culo della ragazza, e lui ebbe a dirsi, tra se e se:
- "Mah, chissà se era davvero vergine... Pare che ne abbia già presi parecchi".
In breve, il suo addome finì per schiantarsi contro il culo di Alice, e il cazzo – ottimamente piantato – continuò a ingrossarsi deformando ulteriormente il canale.
Per puro scrupolo – poiché era pressoché accecato sessualmente dall’eccitazione –, le chiese:
- "Ti ho fatto male?".
Ma la giovane, anch’essa troppo impegnata a godere, scosse la testa... Solo più tardi rispose:
- "Nooo, è una sensazione assurda, mi sento bruciare anche il cervello!".
Allora Carlo – che si stava entusiasmando come un animale nelle profondità di quel bel culo – iniziò a cavalcarla con profonde penetrazioni, le arpionò forte quei fianchi massicci, e ogni tanto le accarezzava la patata fradicia di umori.
Ormai Alice aveva il respiro sempre più corto, e in un impeto di frenesia urlò:
- "Dai, rompimi tutta, è troppo bello sentire il culo pieno... Spingi, spingiii".
Il maschio allora la inculò fino allo sfinimento, lasciandola con le budella letteralmente sfatte.
Le iniettò dentro tutta la sborra che gli era rimasta, fino all’ultima goccia.

Quando, poi, il cazzo si ammosciò ed uscì da lei, guardò – contemplandolo – il suo capolavoro e beato esclamò:
- "Ora sì che è sverginato sul serio! Puoi prenderne a mazzi, vacca!".
Infatti, il foro anale era rosso e pulsante. Carlo, non pago, si chinò al suo orecchio e per finire le sussurrò sogghignando:
- "Ti andrebbe di continuare?".

Alice questa volta era veramente affaticata, mai un uomo l’aveva messa così in “difficoltà”, ma non volle dargliela vinta.
Perciò, rilanciò la sfida trovando il giusto compromesso, e gli disse:
- "Si è fatto tardi... Però, se vuoi possiamo rivederci. Hai una bella casa, con tante comodità... Non vorrai mica che scopiamo a casa mia, con i miei tra le palle?".
Carlo non si immaginava tanta sfacciataggine da parte di una ragazza così giovane, ma pensò:
- "In fin dei conti, perché no? Io ci metto la casa, e lei un corpo che prima non mi sarei mai aspettato di poter gustare...".
E le propose:
- "Ti aspetto domani mattina alle 10, così quel rompiscatole di mio figlio sarà al centro estivo. Tu, da parte tua, dirai che non ti senti bene. Ti coprirò io se ce ne sarà bisogno, e ti pagherò il doppio della tua giornata!".

7. Femmina da bordello.

Carlo era vedovo da circa due anni, ma era palese che un uomo della sua età, in buona salute e piacente, non potesse stare per lunghi periodi senza fare sesso. E non lo si poteva di certo biasimare...
Così la controfferta di Alice fu subito accolta. Preparò tutto alla perfezione, specie la camera da letto dove aveva giaciuto con la sua povera moglie. Il talamo nuziale sarebbe divenuto l’altare del “sacrificio” definitivo di quella troietta…
E, puntuale come un orologio svizzero, la fanciulla si presentò l'indomani mattina... Ormai non vi era nulla da immaginare, poiché entrambi sapevano cosa volevano.

Ebbene, Alice fu accolta dalla governante, e messo piede nella stanza lo trovò adagiato sul letto senza nulla addosso... Senza alcun imbarazzo e come se fosse la cosa più normale di questo mondo, l'uomo – con un sorriso luminoso – la salutò:
- "Ciao, mia piccola porcellina... Scusami se mi faccio trovare in questo stato, ma tanto tu non ti formalizzi vero?? E poi, così facciamo prima... Piuttosto tu, così accaldata... Non fare complimenti e spogliati! Adoro il sudore sulla pelle di una donna, vi rende tremendamente sexy e molto appetibili...".
Aveva il cazzo ancora flaccido ma che prometteva tutta la sua potenza.
Alice, che già moriva dalla voglia di svelare tutta la sua essenza e di spolparlo per bene, acconsentì, e grande fu l’entusiasmo di Carlo quando si avvide che sotto quella semplice gonnellina e quella camicetta leggera non c'era nient’altro. Niente reggiseno e nemmeno un misero perizoma...

La “signorina” saltò letteralmente sul letto senza dire una parola, e si mise al lavoro. Ormai non aveva più soggezione nei suoi confronti, e gli prese il pisello tra le mani. Lo strinse forte quasi a soffocarlo, scendendo poi a trastullarsi con i coglioni spremendoli per scherzo. Li prese in bocca uno alla volta, li succhiò – praticamente “masticandoli” – facendolo gemere, mentre lui non vedeva l'ora di svuotarli dentro di lei, dove non era importante.

Fu un lampo perverso quello che si “accese” ora istantaneamente negli occhi della ragazza.
Si allontanò un poco, retrocedendo, sedendosi tra le gambe pelose di Carlo, e posizionò millimetricamente quei testicoli tra le sue grandi labbra.
Un sospiro di beato appagamento:
- "Ahhhhh... Sei davvero duro anche da moscio!".
E giù con una risatina da bambina capricciosa...
Iniziò a muoversi, dando il via ad un massaggio estremamente sensuale. Quel salsicciotto – largo di sua natura – strusciava ritmicamente contro le sottili ali di farfalla che erano le piccole labbra, andando infine a “spogliare” un clitoride già turgido.
Massaggio dopo massaggio, l’uomo ebbe un leggero brivido di piacere: sollevò una mano, e risalendo su lungo le cosce e il bacino corpulento di lei finì per sfiorarle il torace.
Toccò con frenesia costola dopo costola, come se volesse sincerarsi di avere tra le mani una creatura viva, vera, con cui sperimentare un'altra situazione sconvolgente come quella del giorno prima.
Faccia a faccia, aveva tutto il suo "lato A" davanti a se stesso, che – con quella cascata di capelli rosso fuoco – era un vero e proprio "campo di battaglia"...
Passò il pollice negli interstizi tra una costola e l'altra, fino a raccogliere tra le sue grosse mani messe a coppa i seni di Alice, duri di libidine, la quale – china a pochi centimetri dalla bocca di lui – gli disse, in un flebile sussurro:
- "Avanti, porco, toccami le tette. So che le desideri. Ma non ti vedi? Hai uno sguardo allucinato, da pervertito...".
Carlo cercò di "scusarsi", e rispose:
- "Effettivamente, è da ieri che non riesco a togliermele dalla testa! È più forte di me! Lo vedi, mi sto eccitando come un maiale...".
E lei, sempre più padrona del suo cazzo:
- "Perché lo sei, mio caro, un gran bel porco! Lo sentì? Mi piace il tocco delle tue mani, mi fa bagnare... Mmhhhh siiii, senti come scivola bene il tuo attrezzo?".
Intanto, continuando in quel semplice ma efficace moto, Alice – facendo uso esclusivamente dei muscoli pelvici – gli calò il prepuzio, scoprendo totalmente il glande e mettendo in tensione il frenulo.
Lo osservò, mentre lui emise un lamento soffocato:
- "Ohhhhh... siiiii... Dio Alice, sei una autentica femmina da bordello... Dove hai imparato tutto questo? Continua, ti prego, ricomincia da capo... Strappami il filetto, impazzisco… Così mi porti in Paradiso!".
Inoltre, si distingueva una corona del glande di notevole spessore, tutta tappezzata di papule perlacee, e la pelle della cappella era anch’essa tesa come un tamburo ed esposta totalmente, "nuda" e violacea. Così come andava via via aumentando la porzione scoperta subito sotto il glande, fatta di carne viva...
Carlo strinse i denti e i pugni per dominare quel meraviglioso "supplizio", mentre il frenulo rischiava di rompersi e lei lo solleticava senza dargli tregua.
Nel frattempo, quel pene era diventato un randello incredibilmente massiccio, sfavillante in tutta la sua lunghezza e in tutto il suo spessore, più compatto del marmo.
Alice era orgogliosa del suo “lavoro”, tanto più che sulla punta della cappella cominciavano a farsi strada le prime goccioline di un liquido trasparente e gelatinoso.
Con la punta del cazzo rivolta ancora verso il volto di lui, la troietta si alzò brevemente, con il risultato che l'asta schizzò con prepotenza verso il suo ventre assolutamente rasato.
Sembrò facesse solo quello nella vita, perché – tenendosi salda con il palmo della mano sinistra aperto sulla pancia di Carlo – afferrò l'asta e puntò il glande contro la sua fessura.
Con calma, scese fino a installarsi in modo da recuperare una certa stabilità.
Poi, arpionando le cosce di lui, lo guardò seria e parlò come se quelle parole fossero una minaccia:
- "Bene… Ora ti sistemo io… Vedremo se sarai tu a scopare me o io a fotterti anche l’anima…”.
Il desiderio in lei esplose fragoroso. Aveva accolto quel membro eccezionale dentro di se, e adesso lo sentiva “perfetto” per il suo corpo, fatto apposta per la sua fichetta.
Prese a muoversi alternando movimenti lenti e rabbiosi, vigorosi, che facevano ondeggiare i fianchi. Insomma, fu una cavalcata di portata epocale. Una magnifica femmina che se lo era infilato fino in fondo…
La “coppia” andò avanti per molto tempo, godendosi ogni centimetro sensibile, ogni palmo, mentre Carlo cominciò a cogliere i frutti della soddisfazione di lei che fluivano giù lungo l’asta...
Impazzì nel sentire tutto quel fradiciume, e pensò come mai gli era accaduto di provare una simile emozione.
E mentre il cazzo di Carlo era completamente conficcato come una freccia nella sua vagina, Alice gli disse:
- “Sarò per sempre la tua cagna, e tu il mio padrone!
Ma, nonostante questa dichiarazione di sottomissione, era lei che lo stava sottomettendo…
Appagarono i loro sensi di impulsi puri e nuovi. Complici, in quelle lunghe e trasgressive ore d’amore in cui il tempo parve svanire, senza più importanza, e in cui si fusero l’uno nell’altra fino a divenire un’unica cosa.
Anche lei godeva di un’emozione naturale, si muoveva quasi “danzando”, ed era soddisfatta.
Gli ribadì, ancora una volta:
- “Siiiii, aprimi, spaccami alla grande, rompimi la fica!”.

Appagarono i loro sensi, complici in quelle lunghe e trasgressive ore d’amore in cui il tempo parve svanire, e in cui si fusero l’uno nell’altra fino a divenire un’unica cosa.
Anche lei godeva di un’emozione naturale, si muoveva quasi “danzando” attorno a quella sontuosa verga, ed era pienamente soddisfatta.
Gli ribadì, ancora una volta:
- “Siiiii, aprimi, spaccami alla grande, rompimi la fica!”.
Il ritmo della scopata aumentò sempre più, e Alice volle sentir tremare il suo uomo. Il quale ebbe la percezione della sborra ribollire come lava di un vulcano pronto ad eruttare, e non resistette...
Venne sussultando, in perfetta sincronia con una lunga serie di schizzi. Per venti minuti lo sperma le tempestò l'utero. Piano piano...

La ragazza si accasciò sul petto dell'uomo maturo, il quale la abbracciò teneramente come si potrebbe vedere fare a un padre nei confronti di una figlia.
E in effetti la differenza d'età era cosi tanta che Carlo – nonostante il desiderio di volerne fare la sua donna – non osò nemmeno domandarglielo.
Fu lei, invece, che guardandolo respirare ancora affannosamente, gli propose chiamandolo per nome per la prima volta:
- "Carlo, perché non ci mettiamo insieme? Tuo figlio ha bisogno di una mamma, e tu di una vera donna...".
Ma lui, con una lacrima che gli rigava il viso e un velo di tristezza, rispose:
- "È stato bellissimo, piccola, ma è giusto che tu vada per la tua strada, hai il mondo dinanzi, e io non posso approfittarne...".

Restarono in silenzio per un po'. L'uomo si era placidamente addormentato quando Alice si alzò senza fare rumore, si vestì e aprì la porta della stanza.
Così terminò l'avventura che nessuno dei due avrebbe prima neanche immaginato, ma che aveva donato ad entrambi due giorni di felicità...

FINE.
 

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