Esperienza reale Babysitter

teo55

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134
Posizione
Campania
Sandra era la babysitter dei miei figli.
Quando fu assunta da mia moglie aveva 17 anni. Sempre in jeans, alta per la sua età, circa 1,75, non eccessivamente graziosa, capelli castano chiaro a caschetto, gambe muscolose con una leggera peluria bionda, pochissimo seno. L'unica cosa veramente attraente era il suo sedere a forma di mandolino.
All'inizio, tranne per quel particolare, quasi non ci facevo caso alla sua presenza, ma per lei non era così. Con il passare dei mesi notai che si soffermava sempre di più a casa nostra e mi gironzolava sempre intorno. Mia moglie era contentissima, ne tesseva le sue lodi e sempre più spesso la invitava a trattenersi per il pranzo o la cena con noi. Proprio durante un'occasione del genere, seduto a tavola, tra mia moglie e Sandra, nel chinarmi per cogliere un tovagliolo che mi era caduto, mi trovai viso a viso con Sandra che si era chinata anch'essa e sentii la sua mano sfiorarmi e stringere la mia. Imbarazzato, mi tirai goffamente su con il tovagliolo in mano generando l'ilarità dei miei figlioli seduti di fronte e il sorriso di mia moglie. Dopo quell'episodio, cominciai a prestare attenzione ai suoi sguardi e più volte quando si pranzava insieme la sentivo strusciarsi con la gamba vicino alla mia.
Il 26 maggio Sandra compiva il suo 18 compleanno e fummo invitati alla sua festa in un locale poco distante da casa. Dopo la torta cominciarono i balli, mia moglie portò a casa i bambini che a causa dell'ora erano diventati capricciosi ed irrequieti e io, per cortesia e su insistenza di Sandra, mi trattenni ancora un poco. Successivamente lei mi invitò a ballare e approfittando dell'oscurità del locale, stringendosi a me mi disse che era innamorata e che avrebbe fatto di tutto per avermi, sapeva che anche io la desideravo e se non gli piacevo perché aveva poco seno, io non dovevo preoccuparmi perché era già stata con la madre da un chirurgo plastico per una mastoplastica additiva.
Sudavo freddo! Io un uomo di 32 anni con una ragazzina? Ma cosa aveva in testa questa qua! E poi che situazione imbarazzante, lei che si stringe a me con tutti i suoi amici e parenti che ci potevano vedere, in che casino mi sta mettendo, ho una famiglia!
Mi staccai da lei adducendo una scusa banale e mi allontanai di fretta.
"Domani ti farò una sorpresa" mi bisbigliò Sandra in un orecchio.
L'indomani, infatti, uscendo dall'ufficio me la trovai accanto alla mia macchina che mi aspettava.
Per evitare sguardi indiscreti la feci accomodare subito dentro e partii di corsa. Lei mi disse che mi amava da tanto e che fare la babysitter ai miei bambini era stato un artificio per potermi stare vicino. Ero il suo unico amore e non desiderava altro che essere stretta e baciata da me.
Che cosa mi stava accadendo! Un santo non lo ero di certo, qualche marachella l'avevo fatta, ma non mi la sarei mai immaginato che una ragazzina si potesse innamorare di me. M'inorgoglivo a sentirla parlare con la sua vocina rotta da singhiozzi e fermata la vettura, in un posto appartato la strinsi a me e la baciai.
Cominciammo così questa insana situazione. Nei primi mesi cercavamo ogni circostanza per poterci baciare e abbracciare. Sandra mi stava coinvolgendo sempre di più e i nostri fugaci contatti diventavano sempre più audaci. Ormai eravamo giunti ai palpeggiamenti spinti e l’eccitazione ci prendeva entrambi sempre più
Ricordo i suoi piccoli seni con i capezzoli appuntiti al mio tocco e le sue mutandine bagnate alle mie carezze. Anche lei cominciava a prendere confidenza con il mio corpo e scopriva ogni volta nuove sensazioni come la prima volta che vide e toccò il mio pene in erezione.
Ogni occasione adesso era buona per farmi fare una sega e mettergli le mani tra le cosce per un ditalino, leccarmi quel nettare di vergine che mi bagnavano le dita e palpargli quel culetto a mandolino.
Ricordo benissimo il suo primo pompino! Eravamo in auto sotto casa, avevo fatto godere Sandra con la mano e adesso lei mi stava dolcemente segando. Gli chiesi di abbracciarmi e lei si strinse a me, la baciai e dopo, lentamente gli chinai il capo sull’uccello chiedendogli di baciare anche lui. Lei si avvicinò, sentivo il suo respiro, la punta della lingua che timidamente spuntando tra le labbra mi sfiorava il glande e la sua mano che mi stringeva la base dell’asta. Poi, come se lo sapesse già, aprì la bocca e se lo introdusse pian piano in bocca. Sentii il contatto dei suoi denti sulla cappella e il contatto con il suo palato.
“Si così Sandra, leccalo anche, così, brava!”. Con la mano gli detti il ritmo e per qualche secondo mi sentii girare la testa dal piacere, stavo erudendo una vergine all’arte dei bocchini!
“Spostai Sandra, sto per venire!” Feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua bocca che venni abbondantemente. Qualche schizzo gli andò viso e sulle labbra ma il resto colò sul tappetino dell’auto. Lei restò lì immobile a guardare come sborravo e mi disse:
“Mamma mia, Teo quanta ne hai fatta!” e se lo rimise in bocca.
Da allora il pompino divenne una cosa d’obbligo a ogni incontro e lei imparò subito a farlo con l’ingoio perché gli piaceva il sapore dello sperma.
Con la chiusura delle scuole i nostri incontri s'interruppero temporaneamente per le vacanze e Sandra, come promesso dai suoi, si fece la plastica per aumentare la misura del seno da una prima a una terza taglia.
Nella seconda quindicina di settembre, quando mia moglie richiamò Sandra per fare la babysitter ai miei bambini, la rividi.
Con i seni rifatti il suo aspetto era completamente cambiato, non sembrava più una ragazzina cresciutella ma una vera signorina con un portamento niente male. Aveva cambiato pettinatura ed anche il modo di vestire. Non nascondo che adesso mi attizzava proprio, gli chiesi se aveva trovato qualche ragazzo in vacanza, ma lei mi disse di no, che amava solo me e che desiderava sempre e solo me.
Con queste frasi iniziò la seconda stagione di questa dissennata relazione.
Ora non mi bastava più il solo petting, l’iniziazione continuava e adesso desideravo sentire il suo corpo e penetrarla. Oltre ai soliti incontri, quando i suoi genitori erano fuori per lavoro, ci incontravamo a casa sua e in quelle occasioni ebbi modo di metterglielo tra le cosce, tastare con delicatezza le sue zinne rifatte, assaporare la sua fighetta e il buchetto del sedere che cominciai a penetrare con le dita.
Sandra voleva donarmi la sua verginità, ma io testardamente mi opponevo. Non desideravo conseguenze spiacevoli, consapevole che la nostra relazione sarebbe finita e per il suo bene pensavo che sarebbe stato bello per lei donare la sua verginità a un ragazzo che l’amava.
Ciò nonostante, il desiderio di penetrarla era sempre più forte e un pomeriggio, particolarmente eccitato, gli violargli il suo meraviglioso culetto.
Stavamo in casa sua, nella sua stanzetta sdraiati nudi sul lettino a farci effusioni e quando lei si girò di fianco mostrandomi il suo culetto ebbi l’irrefrenabile desiderio di penetrarla. Gli leccai insalivandogli abbondantemente il buchetto del sedere spingendogli con la lingua quanta più saliva possibile e dopo avermi inumidito anche la cappella puntai verso quel buchetto mai violato. Fregavo e spingevo con una certa delicatezza. Quando lo sentii aprire leggermente, con cautela spinsi sul suo orifizio. Sembrava che la punta della cappella fosse entrata, mi fermai, sia io che Sandra ansimavamo, spinsi di nuovo ma lei si fece male e gridò. Mi ritrassi.
“Sandra voglio sentirmi dentro di te, ti desidero, lo so che sentirai dolore, è così, ma poi ti piacerà farlo! Adesso rilassati, aspetta che prendo un po’ di nivea, con la crema non sentirai dolore... Ecco, sollevati a quattro zampe e abbassa le braccia, così brava il mio tesoro” .
Gli spalmai una notevole quantità di crema sul buchetto, con due dita gli aprii lo sfintere e unsi anche le pareti interne dell’ano con un delicato massaggio. Ora Sandra sembrava distesa e pronta a riceverlo. Mi misi dietro di lei, gli aprii le chiappe bianchissime e cominciai a spingere di nuovo il mio cazzo sul suo buchetto roseo. Ora era rilassata e con la crema non ebbi difficoltà a entrare dentro di lei. Sentendosi lo sfintere dilatato, Sandra emise un grido ed io subito mi fermai, dovevo farla abituare a un corpo estraneo nelle sue viscere.
“Brava Sandrocchia lo senti che sto entrando dentro di te? Ora poggia il viso sul letto e muoviti tu, sei tu che devi godere di me, io voglio solo darti piacere!”
La invogliai con un piccolo movimento ondulatorio poi lei cominciò a muoversi lentamente. Alternava attimi di godimento a gridolini di dolore. La vedevo come stringeva i pugni e le piccole smorfie di dolore a ogni mio affondo, ma resisteva. Entrare in un culetto vergine era doloroso anche per me che spingevo, le sue pareti fregavano sul mio cazzo e mi davano un leggero bruciore, poi appena il dolore si calmava riprendevo a muovermi, ero entrato quasi tutto dentro! Mi fermai ancora, Sandra si stava abituando al mio cazzo quindi prendendola con una mano per un seno e con l’altra stringergli il clitoride, con un colpo di reni spinsi fino in fondo.
“Haiaa! Mi fai male! Togliti ti prego Teo, Così no!”.
M'implorò, ma io continuai a incularla, percepivo che anche lei stava cominciando a provare piacere! La sua fighetta colava come un rubinetto e sentii le pareti del suo budello inumidirsi. Godere del suo culetto e vederla così prona era inebriante. Cominciai ad accelerare il ritmo e subito dopo le riempii il culo di sborra. Anche Sandra era venuta abbondantemente e quando mi ritrassi, lei abbandonandosi disfatta sul lettino a fianco a me disse:
”Mi hai fatto sentire donna e sono felice di amarti, vorrei tenerti sempre con me”
Poi strinse il sedere perché non voleva che il mio sperma fuoriuscisse da lei.
Quello fu uno dei momenti più belli della mia vita e anche se poi lo abbiamo fatto spesso,non fu mai come quella prima volta e quelle parole ancora oggi mi rendono felice.
Poi, inevitabilmente e fortunatamente senza che nessun altro lo venisse a sapere, questa storia finì. Io fui trasferito e con tutta la famiglia, ci spostammo in un’altra città. Di Sandra ho saputo che, dopo qualche anno, si era fidanzata con un ragazzo poco più grande di lei e da allora più nulla. Probabilmente si sarà sposata e avrà una propria vita, ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo.
 

Giannisono

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liguria
Sandra era la babysitter dei miei figli.
Quando fu assunta da mia moglie aveva 17 anni. Sempre in jeans, alta per la sua età, circa 1,75, non eccessivamente graziosa, capelli castano chiaro a caschetto, gambe muscolose con una leggera peluria bionda, pochissimo seno. L'unica cosa veramente attraente era il suo sedere a forma di mandolino.
All'inizio, tranne per quel particolare, quasi non ci facevo caso alla sua presenza, ma per lei non era così. Con il passare dei mesi notai che si soffermava sempre di più a casa nostra e mi gironzolava sempre intorno. Mia moglie era contentissima, ne tesseva le sue lodi e sempre più spesso la invitava a trattenersi per il pranzo o la cena con noi. Proprio durante un'occasione del genere, seduto a tavola, tra mia moglie e Sandra, nel chinarmi per cogliere un tovagliolo che mi era caduto, mi trovai viso a viso con Sandra che si era chinata anch'essa e sentii la sua mano sfiorarmi e stringere la mia. Imbarazzato, mi tirai goffamente su con il tovagliolo in mano generando l'ilarità dei miei figlioli seduti di fronte e il sorriso di mia moglie. Dopo quell'episodio, cominciai a prestare attenzione ai suoi sguardi e più volte quando si pranzava insieme la sentivo strusciarsi con la gamba vicino alla mia.
Il 26 maggio Sandra compiva il suo 18 compleanno e fummo invitati alla sua festa in un locale poco distante da casa. Dopo la torta cominciarono i balli, mia moglie portò a casa i bambini che a causa dell'ora erano diventati capricciosi ed irrequieti e io, per cortesia e su insistenza di Sandra, mi trattenni ancora un poco. Successivamente lei mi invitò a ballare e approfittando dell'oscurità del locale, stringendosi a me mi disse che era innamorata e che avrebbe fatto di tutto per avermi, sapeva che anche io la desideravo e se non gli piacevo perché aveva poco seno, io non dovevo preoccuparmi perché era già stata con la madre da un chirurgo plastico per una mastoplastica additiva.
Sudavo freddo! Io un uomo di 32 anni con una ragazzina? Ma cosa aveva in testa questa qua! E poi che situazione imbarazzante, lei che si stringe a me con tutti i suoi amici e parenti che ci potevano vedere, in che casino mi sta mettendo, ho una famiglia!
Mi staccai da lei adducendo una scusa banale e mi allontanai di fretta.
"Domani ti farò una sorpresa" mi bisbigliò Sandra in un orecchio.
L'indomani, infatti, uscendo dall'ufficio me la trovai accanto alla mia macchina che mi aspettava.
Per evitare sguardi indiscreti la feci accomodare subito dentro e partii di corsa. Lei mi disse che mi amava da tanto e che fare la babysitter ai miei bambini era stato un artificio per potermi stare vicino. Ero il suo unico amore e non desiderava altro che essere stretta e baciata da me.
Che cosa mi stava accadendo! Un santo non lo ero di certo, qualche marachella l'avevo fatta, ma non mi la sarei mai immaginato che una ragazzina si potesse innamorare di me. M'inorgoglivo a sentirla parlare con la sua vocina rotta da singhiozzi e fermata la vettura, in un posto appartato la strinsi a me e la baciai.
Cominciammo così questa insana situazione. Nei primi mesi cercavamo ogni circostanza per poterci baciare e abbracciare. Sandra mi stava coinvolgendo sempre di più e i nostri fugaci contatti diventavano sempre più audaci. Ormai eravamo giunti ai palpeggiamenti spinti e l’eccitazione ci prendeva entrambi sempre più
Ricordo i suoi piccoli seni con i capezzoli appuntiti al mio tocco e le sue mutandine bagnate alle mie carezze. Anche lei cominciava a prendere confidenza con il mio corpo e scopriva ogni volta nuove sensazioni come la prima volta che vide e toccò il mio pene in erezione.
Ogni occasione adesso era buona per farmi fare una sega e mettergli le mani tra le cosce per un ditalino, leccarmi quel nettare di vergine che mi bagnavano le dita e palpargli quel culetto a mandolino.
Ricordo benissimo il suo primo pompino! Eravamo in auto sotto casa, avevo fatto godere Sandra con la mano e adesso lei mi stava dolcemente segando. Gli chiesi di abbracciarmi e lei si strinse a me, la baciai e dopo, lentamente gli chinai il capo sull’uccello chiedendogli di baciare anche lui. Lei si avvicinò, sentivo il suo respiro, la punta della lingua che timidamente spuntando tra le labbra mi sfiorava il glande e la sua mano che mi stringeva la base dell’asta. Poi, come se lo sapesse già, aprì la bocca e se lo introdusse pian piano in bocca. Sentii il contatto dei suoi denti sulla cappella e il contatto con il suo palato.
“Si così Sandra, leccalo anche, così, brava!”. Con la mano gli detti il ritmo e per qualche secondo mi sentii girare la testa dal piacere, stavo erudendo una vergine all’arte dei bocchini!
“Spostai Sandra, sto per venire!” Feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua bocca che venni abbondantemente. Qualche schizzo gli andò viso e sulle labbra ma il resto colò sul tappetino dell’auto. Lei restò lì immobile a guardare come sborravo e mi disse:
“Mamma mia, Teo quanta ne hai fatta!” e se lo rimise in bocca.
Da allora il pompino divenne una cosa d’obbligo a ogni incontro e lei imparò subito a farlo con l’ingoio perché gli piaceva il sapore dello sperma.
Con la chiusura delle scuole i nostri incontri s'interruppero temporaneamente per le vacanze e Sandra, come promesso dai suoi, si fece la plastica per aumentare la misura del seno da una prima a una terza taglia.
Nella seconda quindicina di settembre, quando mia moglie richiamò Sandra per fare la babysitter ai miei bambini, la rividi.
Con i seni rifatti il suo aspetto era completamente cambiato, non sembrava più una ragazzina cresciutella ma una vera signorina con un portamento niente male. Aveva cambiato pettinatura ed anche il modo di vestire. Non nascondo che adesso mi attizzava proprio, gli chiesi se aveva trovato qualche ragazzo in vacanza, ma lei mi disse di no, che amava solo me e che desiderava sempre e solo me.
Con queste frasi iniziò la seconda stagione di questa dissennata relazione.
Ora non mi bastava più il solo petting, l’iniziazione continuava e adesso desideravo sentire il suo corpo e penetrarla. Oltre ai soliti incontri, quando i suoi genitori erano fuori per lavoro, ci incontravamo a casa sua e in quelle occasioni ebbi modo di metterglielo tra le cosce, tastare con delicatezza le sue zinne rifatte, assaporare la sua fighetta e il buchetto del sedere che cominciai a penetrare con le dita.
Sandra voleva donarmi la sua verginità, ma io testardamente mi opponevo. Non desideravo conseguenze spiacevoli, consapevole che la nostra relazione sarebbe finita e per il suo bene pensavo che sarebbe stato bello per lei donare la sua verginità a un ragazzo che l’amava.
Ciò nonostante, il desiderio di penetrarla era sempre più forte e un pomeriggio, particolarmente eccitato, gli violargli il suo meraviglioso culetto.
Stavamo in casa sua, nella sua stanzetta sdraiati nudi sul lettino a farci effusioni e quando lei si girò di fianco mostrandomi il suo culetto ebbi l’irrefrenabile desiderio di penetrarla. Gli leccai insalivandogli abbondantemente il buchetto del sedere spingendogli con la lingua quanta più saliva possibile e dopo avermi inumidito anche la cappella puntai verso quel buchetto mai violato. Fregavo e spingevo con una certa delicatezza. Quando lo sentii aprire leggermente, con cautela spinsi sul suo orifizio. Sembrava che la punta della cappella fosse entrata, mi fermai, sia io che Sandra ansimavamo, spinsi di nuovo ma lei si fece male e gridò. Mi ritrassi.
“Sandra voglio sentirmi dentro di te, ti desidero, lo so che sentirai dolore, è così, ma poi ti piacerà farlo! Adesso rilassati, aspetta che prendo un po’ di nivea, con la crema non sentirai dolore... Ecco, sollevati a quattro zampe e abbassa le braccia, così brava il mio tesoro” .
Gli spalmai una notevole quantità di crema sul buchetto, con due dita gli aprii lo sfintere e unsi anche le pareti interne dell’ano con un delicato massaggio. Ora Sandra sembrava distesa e pronta a riceverlo. Mi misi dietro di lei, gli aprii le chiappe bianchissime e cominciai a spingere di nuovo il mio cazzo sul suo buchetto roseo. Ora era rilassata e con la crema non ebbi difficoltà a entrare dentro di lei. Sentendosi lo sfintere dilatato, Sandra emise un grido ed io subito mi fermai, dovevo farla abituare a un corpo estraneo nelle sue viscere.
“Brava Sandrocchia lo senti che sto entrando dentro di te? Ora poggia il viso sul letto e muoviti tu, sei tu che devi godere di me, io voglio solo darti piacere!”
La invogliai con un piccolo movimento ondulatorio poi lei cominciò a muoversi lentamente. Alternava attimi di godimento a gridolini di dolore. La vedevo come stringeva i pugni e le piccole smorfie di dolore a ogni mio affondo, ma resisteva. Entrare in un culetto vergine era doloroso anche per me che spingevo, le sue pareti fregavano sul mio cazzo e mi davano un leggero bruciore, poi appena il dolore si calmava riprendevo a muovermi, ero entrato quasi tutto dentro! Mi fermai ancora, Sandra si stava abituando al mio cazzo quindi prendendola con una mano per un seno e con l’altra stringergli il clitoride, con un colpo di reni spinsi fino in fondo.
“Haiaa! Mi fai male! Togliti ti prego Teo, Così no!”.
M'implorò, ma io continuai a incularla, percepivo che anche lei stava cominciando a provare piacere! La sua fighetta colava come un rubinetto e sentii le pareti del suo budello inumidirsi. Godere del suo culetto e vederla così prona era inebriante. Cominciai ad accelerare il ritmo e subito dopo le riempii il culo di sborra. Anche Sandra era venuta abbondantemente e quando mi ritrassi, lei abbandonandosi disfatta sul lettino a fianco a me disse:
”Mi hai fatto sentire donna e sono felice di amarti, vorrei tenerti sempre con me”
Poi strinse il sedere perché non voleva che il mio sperma fuoriuscisse da lei.
Quello fu uno dei momenti più belli della mia vita e anche se poi lo abbiamo fatto spesso,non fu mai come quella prima volta e quelle parole ancora oggi mi rendono felice.
Poi, inevitabilmente e fortunatamente senza che nessun altro lo venisse a sapere, questa storia finì. Io fui trasferito e con tutta la famiglia, ci spostammo in un’altra città. Di Sandra ho saputo che, dopo qualche anno, si era fidanzata con un ragazzo poco più grande di lei e da allora più nulla. Probabilmente si sarà sposata e avrà una propria vita, ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo.
Sei stato un bel porcello e hai avuto anche culo che ti è andata bene alla grande.
 

cicciosv

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Magari fosse capitata a me una babysitter così. La mia dolce consorte ha sempre trovato donne non appetibili anche per le pulizie di casa.:mad:
 

marco561

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Sono un appassionato di racconti erotici e questo racconto che spero sia reale mi è molto piaciuto.
 

dan_zan

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Sandra era la babysitter dei miei figli.
Quando fu assunta da mia moglie aveva 17 anni. Sempre in jeans, alta per la sua età, circa 1,75, non eccessivamente graziosa, capelli castano chiaro a caschetto, gambe muscolose con una leggera peluria bionda, pochissimo seno. L'unica cosa veramente attraente era il suo sedere a forma di mandolino.
All'inizio, tranne per quel particolare, quasi non ci facevo caso alla sua presenza, ma per lei non era così. Con il passare dei mesi notai che si soffermava sempre di più a casa nostra e mi gironzolava sempre intorno. Mia moglie era contentissima, ne tesseva le sue lodi e sempre più spesso la invitava a trattenersi per il pranzo o la cena con noi. Proprio durante un'occasione del genere, seduto a tavola, tra mia moglie e Sandra, nel chinarmi per cogliere un tovagliolo che mi era caduto, mi trovai viso a viso con Sandra che si era chinata anch'essa e sentii la sua mano sfiorarmi e stringere la mia. Imbarazzato, mi tirai goffamente su con il tovagliolo in mano generando l'ilarità dei miei figlioli seduti di fronte e il sorriso di mia moglie. Dopo quell'episodio, cominciai a prestare attenzione ai suoi sguardi e più volte quando si pranzava insieme la sentivo strusciarsi con la gamba vicino alla mia.
Il 26 maggio Sandra compiva il suo 18 compleanno e fummo invitati alla sua festa in un locale poco distante da casa. Dopo la torta cominciarono i balli, mia moglie portò a casa i bambini che a causa dell'ora erano diventati capricciosi ed irrequieti e io, per cortesia e su insistenza di Sandra, mi trattenni ancora un poco. Successivamente lei mi invitò a ballare e approfittando dell'oscurità del locale, stringendosi a me mi disse che era innamorata e che avrebbe fatto di tutto per avermi, sapeva che anche io la desideravo e se non gli piacevo perché aveva poco seno, io non dovevo preoccuparmi perché era già stata con la madre da un chirurgo plastico per una mastoplastica additiva.
Sudavo freddo! Io un uomo di 32 anni con una ragazzina? Ma cosa aveva in testa questa qua! E poi che situazione imbarazzante, lei che si stringe a me con tutti i suoi amici e parenti che ci potevano vedere, in che casino mi sta mettendo, ho una famiglia!
Mi staccai da lei adducendo una scusa banale e mi allontanai di fretta.
"Domani ti farò una sorpresa" mi bisbigliò Sandra in un orecchio.
L'indomani, infatti, uscendo dall'ufficio me la trovai accanto alla mia macchina che mi aspettava.
Per evitare sguardi indiscreti la feci accomodare subito dentro e partii di corsa. Lei mi disse che mi amava da tanto e che fare la babysitter ai miei bambini era stato un artificio per potermi stare vicino. Ero il suo unico amore e non desiderava altro che essere stretta e baciata da me.
Che cosa mi stava accadendo! Un santo non lo ero di certo, qualche marachella l'avevo fatta, ma non mi la sarei mai immaginato che una ragazzina si potesse innamorare di me. M'inorgoglivo a sentirla parlare con la sua vocina rotta da singhiozzi e fermata la vettura, in un posto appartato la strinsi a me e la baciai.
Cominciammo così questa insana situazione. Nei primi mesi cercavamo ogni circostanza per poterci baciare e abbracciare. Sandra mi stava coinvolgendo sempre di più e i nostri fugaci contatti diventavano sempre più audaci. Ormai eravamo giunti ai palpeggiamenti spinti e l’eccitazione ci prendeva entrambi sempre più
Ricordo i suoi piccoli seni con i capezzoli appuntiti al mio tocco e le sue mutandine bagnate alle mie carezze. Anche lei cominciava a prendere confidenza con il mio corpo e scopriva ogni volta nuove sensazioni come la prima volta che vide e toccò il mio pene in erezione.
Ogni occasione adesso era buona per farmi fare una sega e mettergli le mani tra le cosce per un ditalino, leccarmi quel nettare di vergine che mi bagnavano le dita e palpargli quel culetto a mandolino.
Ricordo benissimo il suo primo pompino! Eravamo in auto sotto casa, avevo fatto godere Sandra con la mano e adesso lei mi stava dolcemente segando. Gli chiesi di abbracciarmi e lei si strinse a me, la baciai e dopo, lentamente gli chinai il capo sull’uccello chiedendogli di baciare anche lui. Lei si avvicinò, sentivo il suo respiro, la punta della lingua che timidamente spuntando tra le labbra mi sfiorava il glande e la sua mano che mi stringeva la base dell’asta. Poi, come se lo sapesse già, aprì la bocca e se lo introdusse pian piano in bocca. Sentii il contatto dei suoi denti sulla cappella e il contatto con il suo palato.
“Si così Sandra, leccalo anche, così, brava!”. Con la mano gli detti il ritmo e per qualche secondo mi sentii girare la testa dal piacere, stavo erudendo una vergine all’arte dei bocchini!
“Spostai Sandra, sto per venire!” Feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua bocca che venni abbondantemente. Qualche schizzo gli andò viso e sulle labbra ma il resto colò sul tappetino dell’auto. Lei restò lì immobile a guardare come sborravo e mi disse:
“Mamma mia, Teo quanta ne hai fatta!” e se lo rimise in bocca.
Da allora il pompino divenne una cosa d’obbligo a ogni incontro e lei imparò subito a farlo con l’ingoio perché gli piaceva il sapore dello sperma.
Con la chiusura delle scuole i nostri incontri s'interruppero temporaneamente per le vacanze e Sandra, come promesso dai suoi, si fece la plastica per aumentare la misura del seno da una prima a una terza taglia.
Nella seconda quindicina di settembre, quando mia moglie richiamò Sandra per fare la babysitter ai miei bambini, la rividi.
Con i seni rifatti il suo aspetto era completamente cambiato, non sembrava più una ragazzina cresciutella ma una vera signorina con un portamento niente male. Aveva cambiato pettinatura ed anche il modo di vestire. Non nascondo che adesso mi attizzava proprio, gli chiesi se aveva trovato qualche ragazzo in vacanza, ma lei mi disse di no, che amava solo me e che desiderava sempre e solo me.
Con queste frasi iniziò la seconda stagione di questa dissennata relazione.
Ora non mi bastava più il solo petting, l’iniziazione continuava e adesso desideravo sentire il suo corpo e penetrarla. Oltre ai soliti incontri, quando i suoi genitori erano fuori per lavoro, ci incontravamo a casa sua e in quelle occasioni ebbi modo di metterglielo tra le cosce, tastare con delicatezza le sue zinne rifatte, assaporare la sua fighetta e il buchetto del sedere che cominciai a penetrare con le dita.
Sandra voleva donarmi la sua verginità, ma io testardamente mi opponevo. Non desideravo conseguenze spiacevoli, consapevole che la nostra relazione sarebbe finita e per il suo bene pensavo che sarebbe stato bello per lei donare la sua verginità a un ragazzo che l’amava.
Ciò nonostante, il desiderio di penetrarla era sempre più forte e un pomeriggio, particolarmente eccitato, gli violargli il suo meraviglioso culetto.
Stavamo in casa sua, nella sua stanzetta sdraiati nudi sul lettino a farci effusioni e quando lei si girò di fianco mostrandomi il suo culetto ebbi l’irrefrenabile desiderio di penetrarla. Gli leccai insalivandogli abbondantemente il buchetto del sedere spingendogli con la lingua quanta più saliva possibile e dopo avermi inumidito anche la cappella puntai verso quel buchetto mai violato. Fregavo e spingevo con una certa delicatezza. Quando lo sentii aprire leggermente, con cautela spinsi sul suo orifizio. Sembrava che la punta della cappella fosse entrata, mi fermai, sia io che Sandra ansimavamo, spinsi di nuovo ma lei si fece male e gridò. Mi ritrassi.
“Sandra voglio sentirmi dentro di te, ti desidero, lo so che sentirai dolore, è così, ma poi ti piacerà farlo! Adesso rilassati, aspetta che prendo un po’ di nivea, con la crema non sentirai dolore... Ecco, sollevati a quattro zampe e abbassa le braccia, così brava il mio tesoro” .
Gli spalmai una notevole quantità di crema sul buchetto, con due dita gli aprii lo sfintere e unsi anche le pareti interne dell’ano con un delicato massaggio. Ora Sandra sembrava distesa e pronta a riceverlo. Mi misi dietro di lei, gli aprii le chiappe bianchissime e cominciai a spingere di nuovo il mio cazzo sul suo buchetto roseo. Ora era rilassata e con la crema non ebbi difficoltà a entrare dentro di lei. Sentendosi lo sfintere dilatato, Sandra emise un grido ed io subito mi fermai, dovevo farla abituare a un corpo estraneo nelle sue viscere.
“Brava Sandrocchia lo senti che sto entrando dentro di te? Ora poggia il viso sul letto e muoviti tu, sei tu che devi godere di me, io voglio solo darti piacere!”
La invogliai con un piccolo movimento ondulatorio poi lei cominciò a muoversi lentamente. Alternava attimi di godimento a gridolini di dolore. La vedevo come stringeva i pugni e le piccole smorfie di dolore a ogni mio affondo, ma resisteva. Entrare in un culetto vergine era doloroso anche per me che spingevo, le sue pareti fregavano sul mio cazzo e mi davano un leggero bruciore, poi appena il dolore si calmava riprendevo a muovermi, ero entrato quasi tutto dentro! Mi fermai ancora, Sandra si stava abituando al mio cazzo quindi prendendola con una mano per un seno e con l’altra stringergli il clitoride, con un colpo di reni spinsi fino in fondo.
“Haiaa! Mi fai male! Togliti ti prego Teo, Così no!”.
M'implorò, ma io continuai a incularla, percepivo che anche lei stava cominciando a provare piacere! La sua fighetta colava come un rubinetto e sentii le pareti del suo budello inumidirsi. Godere del suo culetto e vederla così prona era inebriante. Cominciai ad accelerare il ritmo e subito dopo le riempii il culo di sborra. Anche Sandra era venuta abbondantemente e quando mi ritrassi, lei abbandonandosi disfatta sul lettino a fianco a me disse:
”Mi hai fatto sentire donna e sono felice di amarti, vorrei tenerti sempre con me”
Poi strinse il sedere perché non voleva che il mio sperma fuoriuscisse da lei.
Quello fu uno dei momenti più belli della mia vita e anche se poi lo abbiamo fatto spesso,non fu mai come quella prima volta e quelle parole ancora oggi mi rendono felice.
Poi, inevitabilmente e fortunatamente senza che nessun altro lo venisse a sapere, questa storia finì. Io fui trasferito e con tutta la famiglia, ci spostammo in un’altra città. Di Sandra ho saputo che, dopo qualche anno, si era fidanzata con un ragazzo poco più grande di lei e da allora più nulla. Probabilmente si sarà sposata e avrà una propria vita, ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo.
Bella storia e ben raccontata.
 

sormarco

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Sandra era la babysitter dei miei figli.
Quando fu assunta da mia moglie aveva 17 anni. Sempre in jeans, alta per la sua età, circa 1,75, non eccessivamente graziosa, capelli castano chiaro a caschetto, gambe muscolose con una leggera peluria bionda, pochissimo seno. L'unica cosa veramente attraente era il suo sedere a forma di mandolino.
All'inizio, tranne per quel particolare, quasi non ci facevo caso alla sua presenza, ma per lei non era così. Con il passare dei mesi notai che si soffermava sempre di più a casa nostra e mi gironzolava sempre intorno. Mia moglie era contentissima, ne tesseva le sue lodi e sempre più spesso la invitava a trattenersi per il pranzo o la cena con noi. Proprio durante un'occasione del genere, seduto a tavola, tra mia moglie e Sandra, nel chinarmi per cogliere un tovagliolo che mi era caduto, mi trovai viso a viso con Sandra che si era chinata anch'essa e sentii la sua mano sfiorarmi e stringere la mia. Imbarazzato, mi tirai goffamente su con il tovagliolo in mano generando l'ilarità dei miei figlioli seduti di fronte e il sorriso di mia moglie. Dopo quell'episodio, cominciai a prestare attenzione ai suoi sguardi e più volte quando si pranzava insieme la sentivo strusciarsi con la gamba vicino alla mia.
Il 26 maggio Sandra compiva il suo 18 compleanno e fummo invitati alla sua festa in un locale poco distante da casa. Dopo la torta cominciarono i balli, mia moglie portò a casa i bambini che a causa dell'ora erano diventati capricciosi ed irrequieti e io, per cortesia e su insistenza di Sandra, mi trattenni ancora un poco. Successivamente lei mi invitò a ballare e approfittando dell'oscurità del locale, stringendosi a me mi disse che era innamorata e che avrebbe fatto di tutto per avermi, sapeva che anche io la desideravo e se non gli piacevo perché aveva poco seno, io non dovevo preoccuparmi perché era già stata con la madre da un chirurgo plastico per una mastoplastica additiva.
Sudavo freddo! Io un uomo di 32 anni con una ragazzina? Ma cosa aveva in testa questa qua! E poi che situazione imbarazzante, lei che si stringe a me con tutti i suoi amici e parenti che ci potevano vedere, in che casino mi sta mettendo, ho una famiglia!
Mi staccai da lei adducendo una scusa banale e mi allontanai di fretta.
"Domani ti farò una sorpresa" mi bisbigliò Sandra in un orecchio.
L'indomani, infatti, uscendo dall'ufficio me la trovai accanto alla mia macchina che mi aspettava.
Per evitare sguardi indiscreti la feci accomodare subito dentro e partii di corsa. Lei mi disse che mi amava da tanto e che fare la babysitter ai miei bambini era stato un artificio per potermi stare vicino. Ero il suo unico amore e non desiderava altro che essere stretta e baciata da me.
Che cosa mi stava accadendo! Un santo non lo ero di certo, qualche marachella l'avevo fatta, ma non mi la sarei mai immaginato che una ragazzina si potesse innamorare di me. M'inorgoglivo a sentirla parlare con la sua vocina rotta da singhiozzi e fermata la vettura, in un posto appartato la strinsi a me e la baciai.
Cominciammo così questa insana situazione. Nei primi mesi cercavamo ogni circostanza per poterci baciare e abbracciare. Sandra mi stava coinvolgendo sempre di più e i nostri fugaci contatti diventavano sempre più audaci. Ormai eravamo giunti ai palpeggiamenti spinti e l’eccitazione ci prendeva entrambi sempre più
Ricordo i suoi piccoli seni con i capezzoli appuntiti al mio tocco e le sue mutandine bagnate alle mie carezze. Anche lei cominciava a prendere confidenza con il mio corpo e scopriva ogni volta nuove sensazioni come la prima volta che vide e toccò il mio pene in erezione.
Ogni occasione adesso era buona per farmi fare una sega e mettergli le mani tra le cosce per un ditalino, leccarmi quel nettare di vergine che mi bagnavano le dita e palpargli quel culetto a mandolino.
Ricordo benissimo il suo primo pompino! Eravamo in auto sotto casa, avevo fatto godere Sandra con la mano e adesso lei mi stava dolcemente segando. Gli chiesi di abbracciarmi e lei si strinse a me, la baciai e dopo, lentamente gli chinai il capo sull’uccello chiedendogli di baciare anche lui. Lei si avvicinò, sentivo il suo respiro, la punta della lingua che timidamente spuntando tra le labbra mi sfiorava il glande e la sua mano che mi stringeva la base dell’asta. Poi, come se lo sapesse già, aprì la bocca e se lo introdusse pian piano in bocca. Sentii il contatto dei suoi denti sulla cappella e il contatto con il suo palato.
“Si così Sandra, leccalo anche, così, brava!”. Con la mano gli detti il ritmo e per qualche secondo mi sentii girare la testa dal piacere, stavo erudendo una vergine all’arte dei bocchini!
“Spostai Sandra, sto per venire!” Feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua bocca che venni abbondantemente. Qualche schizzo gli andò viso e sulle labbra ma il resto colò sul tappetino dell’auto. Lei restò lì immobile a guardare come sborravo e mi disse:
“Mamma mia, Teo quanta ne hai fatta!” e se lo rimise in bocca.
Da allora il pompino divenne una cosa d’obbligo a ogni incontro e lei imparò subito a farlo con l’ingoio perché gli piaceva il sapore dello sperma.
Con la chiusura delle scuole i nostri incontri s'interruppero temporaneamente per le vacanze e Sandra, come promesso dai suoi, si fece la plastica per aumentare la misura del seno da una prima a una terza taglia.
Nella seconda quindicina di settembre, quando mia moglie richiamò Sandra per fare la babysitter ai miei bambini, la rividi.
Con i seni rifatti il suo aspetto era completamente cambiato, non sembrava più una ragazzina cresciutella ma una vera signorina con un portamento niente male. Aveva cambiato pettinatura ed anche il modo di vestire. Non nascondo che adesso mi attizzava proprio, gli chiesi se aveva trovato qualche ragazzo in vacanza, ma lei mi disse di no, che amava solo me e che desiderava sempre e solo me.
Con queste frasi iniziò la seconda stagione di questa dissennata relazione.
Ora non mi bastava più il solo petting, l’iniziazione continuava e adesso desideravo sentire il suo corpo e penetrarla. Oltre ai soliti incontri, quando i suoi genitori erano fuori per lavoro, ci incontravamo a casa sua e in quelle occasioni ebbi modo di metterglielo tra le cosce, tastare con delicatezza le sue zinne rifatte, assaporare la sua fighetta e il buchetto del sedere che cominciai a penetrare con le dita.
Sandra voleva donarmi la sua verginità, ma io testardamente mi opponevo. Non desideravo conseguenze spiacevoli, consapevole che la nostra relazione sarebbe finita e per il suo bene pensavo che sarebbe stato bello per lei donare la sua verginità a un ragazzo che l’amava.
Ciò nonostante, il desiderio di penetrarla era sempre più forte e un pomeriggio, particolarmente eccitato, gli violargli il suo meraviglioso culetto.
Stavamo in casa sua, nella sua stanzetta sdraiati nudi sul lettino a farci effusioni e quando lei si girò di fianco mostrandomi il suo culetto ebbi l’irrefrenabile desiderio di penetrarla. Gli leccai insalivandogli abbondantemente il buchetto del sedere spingendogli con la lingua quanta più saliva possibile e dopo avermi inumidito anche la cappella puntai verso quel buchetto mai violato. Fregavo e spingevo con una certa delicatezza. Quando lo sentii aprire leggermente, con cautela spinsi sul suo orifizio. Sembrava che la punta della cappella fosse entrata, mi fermai, sia io che Sandra ansimavamo, spinsi di nuovo ma lei si fece male e gridò. Mi ritrassi.
“Sandra voglio sentirmi dentro di te, ti desidero, lo so che sentirai dolore, è così, ma poi ti piacerà farlo! Adesso rilassati, aspetta che prendo un po’ di nivea, con la crema non sentirai dolore... Ecco, sollevati a quattro zampe e abbassa le braccia, così brava il mio tesoro” .
Gli spalmai una notevole quantità di crema sul buchetto, con due dita gli aprii lo sfintere e unsi anche le pareti interne dell’ano con un delicato massaggio. Ora Sandra sembrava distesa e pronta a riceverlo. Mi misi dietro di lei, gli aprii le chiappe bianchissime e cominciai a spingere di nuovo il mio cazzo sul suo buchetto roseo. Ora era rilassata e con la crema non ebbi difficoltà a entrare dentro di lei. Sentendosi lo sfintere dilatato, Sandra emise un grido ed io subito mi fermai, dovevo farla abituare a un corpo estraneo nelle sue viscere.
“Brava Sandrocchia lo senti che sto entrando dentro di te? Ora poggia il viso sul letto e muoviti tu, sei tu che devi godere di me, io voglio solo darti piacere!”
La invogliai con un piccolo movimento ondulatorio poi lei cominciò a muoversi lentamente. Alternava attimi di godimento a gridolini di dolore. La vedevo come stringeva i pugni e le piccole smorfie di dolore a ogni mio affondo, ma resisteva. Entrare in un culetto vergine era doloroso anche per me che spingevo, le sue pareti fregavano sul mio cazzo e mi davano un leggero bruciore, poi appena il dolore si calmava riprendevo a muovermi, ero entrato quasi tutto dentro! Mi fermai ancora, Sandra si stava abituando al mio cazzo quindi prendendola con una mano per un seno e con l’altra stringergli il clitoride, con un colpo di reni spinsi fino in fondo.
“Haiaa! Mi fai male! Togliti ti prego Teo, Così no!”.
M'implorò, ma io continuai a incularla, percepivo che anche lei stava cominciando a provare piacere! La sua fighetta colava come un rubinetto e sentii le pareti del suo budello inumidirsi. Godere del suo culetto e vederla così prona era inebriante. Cominciai ad accelerare il ritmo e subito dopo le riempii il culo di sborra. Anche Sandra era venuta abbondantemente e quando mi ritrassi, lei abbandonandosi disfatta sul lettino a fianco a me disse:
”Mi hai fatto sentire donna e sono felice di amarti, vorrei tenerti sempre con me”
Poi strinse il sedere perché non voleva che il mio sperma fuoriuscisse da lei.
Quello fu uno dei momenti più belli della mia vita e anche se poi lo abbiamo fatto spesso,non fu mai come quella prima volta e quelle parole ancora oggi mi rendono felice.
Poi, inevitabilmente e fortunatamente senza che nessun altro lo venisse a sapere, questa storia finì. Io fui trasferito e con tutta la famiglia, ci spostammo in un’altra città. Di Sandra ho saputo che, dopo qualche anno, si era fidanzata con un ragazzo poco più grande di lei e da allora più nulla. Probabilmente si sarà sposata e avrà una propria vita, ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo.
Certo adesso con tutti i mezzi che ci sono almeno riparlarci è un'attimo
 

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Sandra era la babysitter dei miei figli.
Quando fu assunta da mia moglie aveva 17 anni. Sempre in jeans, alta per la sua età, circa 1,75, non eccessivamente graziosa, capelli castano chiaro a caschetto, gambe muscolose con una leggera peluria bionda, pochissimo seno. L'unica cosa veramente attraente era il suo sedere a forma di mandolino.
All'inizio, tranne per quel particolare, quasi non ci facevo caso alla sua presenza, ma per lei non era così. Con il passare dei mesi notai che si soffermava sempre di più a casa nostra e mi gironzolava sempre intorno. Mia moglie era contentissima, ne tesseva le sue lodi e sempre più spesso la invitava a trattenersi per il pranzo o la cena con noi. Proprio durante un'occasione del genere, seduto a tavola, tra mia moglie e Sandra, nel chinarmi per cogliere un tovagliolo che mi era caduto, mi trovai viso a viso con Sandra che si era chinata anch'essa e sentii la sua mano sfiorarmi e stringere la mia. Imbarazzato, mi tirai goffamente su con il tovagliolo in mano generando l'ilarità dei miei figlioli seduti di fronte e il sorriso di mia moglie. Dopo quell'episodio, cominciai a prestare attenzione ai suoi sguardi e più volte quando si pranzava insieme la sentivo strusciarsi con la gamba vicino alla mia.
Il 26 maggio Sandra compiva il suo 18 compleanno e fummo invitati alla sua festa in un locale poco distante da casa. Dopo la torta cominciarono i balli, mia moglie portò a casa i bambini che a causa dell'ora erano diventati capricciosi ed irrequieti e io, per cortesia e su insistenza di Sandra, mi trattenni ancora un poco. Successivamente lei mi invitò a ballare e approfittando dell'oscurità del locale, stringendosi a me mi disse che era innamorata e che avrebbe fatto di tutto per avermi, sapeva che anche io la desideravo e se non gli piacevo perché aveva poco seno, io non dovevo preoccuparmi perché era già stata con la madre da un chirurgo plastico per una mastoplastica additiva.
Sudavo freddo! Io un uomo di 32 anni con una ragazzina? Ma cosa aveva in testa questa qua! E poi che situazione imbarazzante, lei che si stringe a me con tutti i suoi amici e parenti che ci potevano vedere, in che casino mi sta mettendo, ho una famiglia!
Mi staccai da lei adducendo una scusa banale e mi allontanai di fretta.
"Domani ti farò una sorpresa" mi bisbigliò Sandra in un orecchio.
L'indomani, infatti, uscendo dall'ufficio me la trovai accanto alla mia macchina che mi aspettava.
Per evitare sguardi indiscreti la feci accomodare subito dentro e partii di corsa. Lei mi disse che mi amava da tanto e che fare la babysitter ai miei bambini era stato un artificio per potermi stare vicino. Ero il suo unico amore e non desiderava altro che essere stretta e baciata da me.
Che cosa mi stava accadendo! Un santo non lo ero di certo, qualche marachella l'avevo fatta, ma non mi la sarei mai immaginato che una ragazzina si potesse innamorare di me. M'inorgoglivo a sentirla parlare con la sua vocina rotta da singhiozzi e fermata la vettura, in un posto appartato la strinsi a me e la baciai.
Cominciammo così questa insana situazione. Nei primi mesi cercavamo ogni circostanza per poterci baciare e abbracciare. Sandra mi stava coinvolgendo sempre di più e i nostri fugaci contatti diventavano sempre più audaci. Ormai eravamo giunti ai palpeggiamenti spinti e l’eccitazione ci prendeva entrambi sempre più
Ricordo i suoi piccoli seni con i capezzoli appuntiti al mio tocco e le sue mutandine bagnate alle mie carezze. Anche lei cominciava a prendere confidenza con il mio corpo e scopriva ogni volta nuove sensazioni come la prima volta che vide e toccò il mio pene in erezione.
Ogni occasione adesso era buona per farmi fare una sega e mettergli le mani tra le cosce per un ditalino, leccarmi quel nettare di vergine che mi bagnavano le dita e palpargli quel culetto a mandolino.
Ricordo benissimo il suo primo pompino! Eravamo in auto sotto casa, avevo fatto godere Sandra con la mano e adesso lei mi stava dolcemente segando. Gli chiesi di abbracciarmi e lei si strinse a me, la baciai e dopo, lentamente gli chinai il capo sull’uccello chiedendogli di baciare anche lui. Lei si avvicinò, sentivo il suo respiro, la punta della lingua che timidamente spuntando tra le labbra mi sfiorava il glande e la sua mano che mi stringeva la base dell’asta. Poi, come se lo sapesse già, aprì la bocca e se lo introdusse pian piano in bocca. Sentii il contatto dei suoi denti sulla cappella e il contatto con il suo palato.
“Si così Sandra, leccalo anche, così, brava!”. Con la mano gli detti il ritmo e per qualche secondo mi sentii girare la testa dal piacere, stavo erudendo una vergine all’arte dei bocchini!
“Spostai Sandra, sto per venire!” Feci appena in tempo a sfilarlo dalla sua bocca che venni abbondantemente. Qualche schizzo gli andò viso e sulle labbra ma il resto colò sul tappetino dell’auto. Lei restò lì immobile a guardare come sborravo e mi disse:
“Mamma mia, Teo quanta ne hai fatta!” e se lo rimise in bocca.
Da allora il pompino divenne una cosa d’obbligo a ogni incontro e lei imparò subito a farlo con l’ingoio perché gli piaceva il sapore dello sperma.
Con la chiusura delle scuole i nostri incontri s'interruppero temporaneamente per le vacanze e Sandra, come promesso dai suoi, si fece la plastica per aumentare la misura del seno da una prima a una terza taglia.
Nella seconda quindicina di settembre, quando mia moglie richiamò Sandra per fare la babysitter ai miei bambini, la rividi.
Con i seni rifatti il suo aspetto era completamente cambiato, non sembrava più una ragazzina cresciutella ma una vera signorina con un portamento niente male. Aveva cambiato pettinatura ed anche il modo di vestire. Non nascondo che adesso mi attizzava proprio, gli chiesi se aveva trovato qualche ragazzo in vacanza, ma lei mi disse di no, che amava solo me e che desiderava sempre e solo me.
Con queste frasi iniziò la seconda stagione di questa dissennata relazione.
Ora non mi bastava più il solo petting, l’iniziazione continuava e adesso desideravo sentire il suo corpo e penetrarla. Oltre ai soliti incontri, quando i suoi genitori erano fuori per lavoro, ci incontravamo a casa sua e in quelle occasioni ebbi modo di metterglielo tra le cosce, tastare con delicatezza le sue zinne rifatte, assaporare la sua fighetta e il buchetto del sedere che cominciai a penetrare con le dita.
Sandra voleva donarmi la sua verginità, ma io testardamente mi opponevo. Non desideravo conseguenze spiacevoli, consapevole che la nostra relazione sarebbe finita e per il suo bene pensavo che sarebbe stato bello per lei donare la sua verginità a un ragazzo che l’amava.
Ciò nonostante, il desiderio di penetrarla era sempre più forte e un pomeriggio, particolarmente eccitato, gli violargli il suo meraviglioso culetto.
Stavamo in casa sua, nella sua stanzetta sdraiati nudi sul lettino a farci effusioni e quando lei si girò di fianco mostrandomi il suo culetto ebbi l’irrefrenabile desiderio di penetrarla. Gli leccai insalivandogli abbondantemente il buchetto del sedere spingendogli con la lingua quanta più saliva possibile e dopo avermi inumidito anche la cappella puntai verso quel buchetto mai violato. Fregavo e spingevo con una certa delicatezza. Quando lo sentii aprire leggermente, con cautela spinsi sul suo orifizio. Sembrava che la punta della cappella fosse entrata, mi fermai, sia io che Sandra ansimavamo, spinsi di nuovo ma lei si fece male e gridò. Mi ritrassi.
“Sandra voglio sentirmi dentro di te, ti desidero, lo so che sentirai dolore, è così, ma poi ti piacerà farlo! Adesso rilassati, aspetta che prendo un po’ di nivea, con la crema non sentirai dolore... Ecco, sollevati a quattro zampe e abbassa le braccia, così brava il mio tesoro” .
Gli spalmai una notevole quantità di crema sul buchetto, con due dita gli aprii lo sfintere e unsi anche le pareti interne dell’ano con un delicato massaggio. Ora Sandra sembrava distesa e pronta a riceverlo. Mi misi dietro di lei, gli aprii le chiappe bianchissime e cominciai a spingere di nuovo il mio cazzo sul suo buchetto roseo. Ora era rilassata e con la crema non ebbi difficoltà a entrare dentro di lei. Sentendosi lo sfintere dilatato, Sandra emise un grido ed io subito mi fermai, dovevo farla abituare a un corpo estraneo nelle sue viscere.
“Brava Sandrocchia lo senti che sto entrando dentro di te? Ora poggia il viso sul letto e muoviti tu, sei tu che devi godere di me, io voglio solo darti piacere!”
La invogliai con un piccolo movimento ondulatorio poi lei cominciò a muoversi lentamente. Alternava attimi di godimento a gridolini di dolore. La vedevo come stringeva i pugni e le piccole smorfie di dolore a ogni mio affondo, ma resisteva. Entrare in un culetto vergine era doloroso anche per me che spingevo, le sue pareti fregavano sul mio cazzo e mi davano un leggero bruciore, poi appena il dolore si calmava riprendevo a muovermi, ero entrato quasi tutto dentro! Mi fermai ancora, Sandra si stava abituando al mio cazzo quindi prendendola con una mano per un seno e con l’altra stringergli il clitoride, con un colpo di reni spinsi fino in fondo.
“Haiaa! Mi fai male! Togliti ti prego Teo, Così no!”.
M'implorò, ma io continuai a incularla, percepivo che anche lei stava cominciando a provare piacere! La sua fighetta colava come un rubinetto e sentii le pareti del suo budello inumidirsi. Godere del suo culetto e vederla così prona era inebriante. Cominciai ad accelerare il ritmo e subito dopo le riempii il culo di sborra. Anche Sandra era venuta abbondantemente e quando mi ritrassi, lei abbandonandosi disfatta sul lettino a fianco a me disse:
”Mi hai fatto sentire donna e sono felice di amarti, vorrei tenerti sempre con me”
Poi strinse il sedere perché non voleva che il mio sperma fuoriuscisse da lei.
Quello fu uno dei momenti più belli della mia vita e anche se poi lo abbiamo fatto spesso,non fu mai come quella prima volta e quelle parole ancora oggi mi rendono felice.
Poi, inevitabilmente e fortunatamente senza che nessun altro lo venisse a sapere, questa storia finì. Io fui trasferito e con tutta la famiglia, ci spostammo in un’altra città. Di Sandra ho saputo che, dopo qualche anno, si era fidanzata con un ragazzo poco più grande di lei e da allora più nulla. Probabilmente si sarà sposata e avrà una propria vita, ma mi farebbe piacere incontrarla di nuovo.
ma te la sei mai scopata in modo tradizionale o solo culo?
 

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