Esperienza reale Basta chiedere!

N

Nemorino25

Guest
Basta chiedere!

Salve gente, oggi vi voglio raccontare un'altra mia goduriosa esperienza extraconiugale da sogno, da sogno inteso ovviamente come quantità e qualità di godimento ricevuto. Come specificato nel racconto passato, le mie sono esperienze reali quindi chiedo venia se qualcuno ne rimarrà offeso. Estate 2017, ormai da più di 6 mesi faccio la spola per lavoro tra Messina e Trapani, sempre solo, sempre in lunghi viaggi silenziosi. A fine Maggio, ricevo una telefonata da parte di Chiara, una collega di lavoro conosciuta da tempo.

-"Buongiorno tesoro, come stai? So che tu fai la spola tra Messina e Trapani, sai mi hanno assegnato la stessa tratta ti spiace se vengo insieme a te e dividiamo le spese dell'auto?".

Ovviamente da persona umile e volenterosa nell'aiutare il prossimo, diedi assenso tenendo comunque in conto che più volte la collega stuzzicava con battute e discorsi osé. Chiara è una ragazza di 29 anni, alta 1,65 con una quinta di seno e una corporatura in leggero sovrappeso. Più che il fisico a me dava rogna il carattere della stessa, una parlantina infinita, pronta a prendersene sul conto di tutti. Ma eravamo amici da tempo e non potevo certo tirarmi indietro, nemmeno a ragion veduta della mia ragazza. Così ci trovammo per il primo, lungo e infinito viaggio, non fu così male, in fondo mi accorsi che con astuzia se ne contieni le esuberanze è pure simpatica. A fine viaggio mi chiese quanto mi dovesse in spese ma rifiutai ogni centesimo. Passò un mese di su e giù e finalmente arriviamo all'incontro galeotto.

Un giorno di Luglio afoso e caldo, si presenta con delle ballerine visibilmente usurate da tempo, leggins fin troppo aderenti e una maglietta in cotone con collo ampio e libero. Dal posto guida riuscivo ad intravedere ogni bene, pareva avesse un culo al posto del seno. La mangiai letteralmente con gli occhi per tutto il viaggio, non pensavo che le donne morbide potessero attizzarmi così tanto, lei poi la classica moretta abbondante. Per carità bella e bella ma che carattere di minchia.

Trovai un punto di riflesso sul parabrezza in cui potevo vedere ottimamente le sue grosse e cadenti mammelle, due seni cascanti e rotondi con visibi grosse areole traboccanti dal reggiseno. Malauguratamente lei incroció il mio sguardo e girandomi sorridendo disse: "Che guardi ****, ma sei un porcellino, non ne hai mai viste due?" crollando le dissi giocando :" Ma non così cazzarola hai due figlie lì" si mise a ridere e sempre scherzando d'improvviso si abbasso di scatto magletta e reggiseno fermandosi a metà dell'opera lasciando capezzoli e areole inferiori all'aria dell'abitacolo. Che spettacolo, per un attimo credevo di aver perso il controllo del mezzo. Fortunatamente rinsavii in me, ricordandomi che ancora avevo una ragazza e certe cose non potevo più permettermele. "Chiara sei davvero desiderabile, ma ti prego ricomponiti.",
-"Come sei retró uffa!" rise e si rivestì.

In quella frase tuttavia aveva detto il mondo, mi voleva ma senza assenso non mi avrebbe mai sfiorato. Ad un certo punto rompendo il silenzio chiese:
- "**** posso sdraiare un po' il sedile e poggiare i piedi sul cruscotto? Sai per l'ansia ho dormito poco e sono stanca".
Salì l'embolo al cervello solo a pensare alle sue cazzo di scarpe sul cruscotto della macchina nuova ma per apparire il più accomodante possibile le diedi assenso tuttavia chiedendole di togliere le scarpe. Così le tolse, si mise comoda. Nel giro di un paio di minuti l'abitacolo dell'auto era saturo dell'odore aspro e pungente dei suoi piedini sudati, sono un feticista e conosco il potere oscuro delle ballerine in estate. Il mio cazzo si stava facendo di marmo, lei addormentata al mio fianco, io con il cruise control inserit e una mano sulla patta dei pantaloni. Infilai la mano dentro ai boxer, respirando ladramente quel meraviglioso odore di donna.

Come se non fosse abbastanza, si girò supina verso di me mostrando la divina divisione tra i seni. Ero davvero in palla. Losco continuavo s toccarmi il cazzo, tastando la cappella e immaginandola malandrina sulle sue labbra carnose dormienti. Due, forse tre, cinque minuti ancora, poi si rigiró di spalle lasciando alla mia vista uno spettacolo ancora più grande, i leggins leggermente abbassati e il perizoma facente trampolino dalla sue sode, enormi, belle natiche rosa. Dovevo agire, lei voleva evidentemente sdebitarsi per i viaggi, l'intimità tra noi era aumentata di molto con sei ore di auto ogni fine settimana, ormai la bestia che avevo dentro dimenticò la convenzionalità del mondo. Dovevo possederla, volevo seppur per una volta sola riempirla di cazzo in ogni buco o orefizio.

Alzai il volto per tenere d'occhio la strada e in mio aiuto venne una piccola deviazione campagnola in direzione di un pineto. Senza accorgermi di nulla lei già era sveglia e con il sorriso malizioso in viso di chi era riuscita nei propri piani. Sfilandomi con violenza la mano da dentro i pantaloni si chinò verso di me e con le sue mani delicate e morbide dalle lunghe unghie mi tirò fuori il cazzo ormai turgido e lo mise al calduccio nella sua bocca. L'eccitazione del pericolo di me alla guida in quello stato, unita alla sensazione di bagnato caldo sulla cappella sotto l'abbondanza della sua saliva mi mandava in panne il cervello. Di rimpetto quasi in modo naturale le Infilai da dietro la mano destra fin sotto la vulva, avvertendola bagnata fradicia e aperta, pronta ad accogliere il mio cazzo desideroso.

In questo pompino con risposta, la sditalinai a dovere fin quando con occhi mezzi chiusi, fremente sulla mia mano mi imploró: "Ora fermati da qualche parte ti prego ti voglio ora!"

Non me lo feci ripetere due volte, sostai li sul ciglio in una strada fatta di alberi e desolazione. Abbassamo i sedili lei passo in centro al sedile posteriore e io mi denudai in tempi record. Si spoglio completamente accendendo ancora di più in me quella foga in me di chi si trova con due neuroni al cervello e una figa carnosa, fradicia, divisa da un clitoride pulsante e due labbra colanti di umori. Sovrastate da due seni cascanti e sodi con aureole grandi quanto la testa di un bambino.

"Adesso puoi poss" non le feci finire la frase che ero già in lei, stantuffandola alla missionaria con la mia asta lunga e turgida che sentiva fin troppo bene il limite della sua cervice. Il dolore in cima al glande amplificava la sensazione di goduria presente in me. Il mio cazzo che si induriva oltre la roccia, l'umido sulle mie carni, i suoi gemiti acuti e sommessi, l'aroma di piedini sudati ormai sotto pelle e i corpi sudati.

Senza rendermi conto non feci in tempo a sentire le sue parole "Sto per ven" dette con un viso ormai prigioniero dell'orgasmo, che mi trovai inondato da uno zampillio trasparente e potente che spruzzando mi colpi per la maggiore sul petto e sulla bocca. L'idea che la stessi bevendo non mi disturbó più di tanto, anzi la trapanai con più foga e inducendola al suo secondo squirt, ma stavolta con prontezza sfilai il mio cazzo bagnato dalla sua figa pelosa, posizionai la bocca completamente aperta sulla sua uretra e la sigilli con le labbra avvicinando con la mano sinistra la sua gamba e quindi il suo piede al mio naso e segandomi con la destra. Ero nel paradiso sei sensi tant'è che venni a flotti sul tappetino senza troppe paranoie anzi pervaso da una senso di svuotato generale immenso.

Se vi può interessare continuo...
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
Messaggi
9,106
Punteggio reazione
9,223
Punti
119
Posizione
Jerusalem’s Lot
Basta chiedere!

Salve gente, oggi vi voglio raccontare un'altra mia goduriosa esperienza extraconiugale da sogno, da sogno inteso ovviamente come quantità e qualità di godimento ricevuto. Come specificato nel racconto passato, le mie sono esperienze reali quindi chiedo venia se qualcuno ne rimarrà offeso. Estate 2017, ormai da più di 6 mesi faccio la spola per lavoro tra Messina e Trapani, sempre solo, sempre in lunghi viaggi silenziosi. A fine Maggio, ricevo una telefonata da parte di Chiara, una collega di lavoro conosciuta da tempo.

-"Buongiorno tesoro, come stai? So che tu fai la spola tra Messina e Trapani, sai mi hanno assegnato la stessa tratta ti spiace se vengo insieme a te e dividiamo le spese dell'auto?".

Ovviamente da persona umile e volenterosa nell'aiutare il prossimo, diedi assenso tenendo comunque in conto che più volte la collega stuzzicava con battute e discorsi osé. Chiara è una ragazza di 29 anni, alta 1,65 con una quinta di seno e una corporatura in leggero sovrappeso. Più che il fisico a me dava rogna il carattere della stessa, una parlantina infinita, pronta a prendersene sul conto di tutti. Ma eravamo amici da tempo e non potevo certo tirarmi indietro, nemmeno a ragion veduta della mia ragazza. Così ci trovammo per il primo, lungo e infinito viaggio, non fu così male, in fondo mi accorsi che con astuzia se ne contieni le esuberanze è pure simpatica. A fine viaggio mi chiese quanto mi dovesse in spese ma rifiutai ogni centesimo. Passò un mese di su e giù e finalmente arriviamo all'incontro galeotto.

Un giorno di Luglio afoso e caldo, si presenta con delle ballerine visibilmente usurate da tempo, leggins fin troppo aderenti e una maglietta in cotone con collo ampio e libero. Dal posto guida riuscivo ad intravedere ogni bene, pareva avesse un culo al posto del seno. La mangiai letteralmente con gli occhi per tutto il viaggio, non pensavo che le donne morbide potessero attizzarmi così tanto, lei poi la classica moretta abbondante. Per carità bella e bella ma che carattere di minchia.

Trovai un punto di riflesso sul parabrezza in cui potevo vedere ottimamente le sue grosse e cadenti mammelle, due seni cascanti e rotondi con visibi grosse areole traboccanti dal reggiseno. Malauguratamente lei incroció il mio sguardo e girandomi sorridendo disse: "Che guardi ****, ma sei un porcellino, non ne hai mai viste due?" crollando le dissi giocando :" Ma non così cazzarola hai due figlie lì" si mise a ridere e sempre scherzando d'improvviso si abbasso di scatto magletta e reggiseno fermandosi a metà dell'opera lasciando capezzoli e areole inferiori all'aria dell'abitacolo. Che spettacolo, per un attimo credevo di aver perso il controllo del mezzo. Fortunatamente rinsavii in me, ricordandomi che ancora avevo una ragazza e certe cose non potevo più permettermele. "Chiara sei davvero desiderabile, ma ti prego ricomponiti.",
-"Come sei retró uffa!" rise e si rivestì.

In quella frase tuttavia aveva detto il mondo, mi voleva ma senza assenso non mi avrebbe mai sfiorato. Ad un certo punto rompendo il silenzio chiese:
- "**** posso sdraiare un po' il sedile e poggiare i piedi sul cruscotto? Sai per l'ansia ho dormito poco e sono stanca".
Salì l'embolo al cervello solo a pensare alle sue cazzo di scarpe sul cruscotto della macchina nuova ma per apparire il più accomodante possibile le diedi assenso tuttavia chiedendole di togliere le scarpe. Così le tolse, si mise comoda. Nel giro di un paio di minuti l'abitacolo dell'auto era saturo dell'odore aspro e pungente dei suoi piedini sudati, sono un feticista e conosco il potere oscuro delle ballerine in estate. Il mio cazzo si stava facendo di marmo, lei addormentata al mio fianco, io con il cruise control inserit e una mano sulla patta dei pantaloni. Infilai la mano dentro ai boxer, respirando ladramente quel meraviglioso odore di donna.

Come se non fosse abbastanza, si girò supina verso di me mostrando la divina divisione tra i seni. Ero davvero in palla. Losco continuavo s toccarmi il cazzo, tastando la cappella e immaginandola malandrina sulle sue labbra carnose dormienti. Due, forse tre, cinque minuti ancora, poi si rigiró di spalle lasciando alla mia vista uno spettacolo ancora più grande, i leggins leggermente abbassati e il perizoma facente trampolino dalla sue sode, enormi, belle natiche rosa. Dovevo agire, lei voleva evidentemente sdebitarsi per i viaggi, l'intimità tra noi era aumentata di molto con sei ore di auto ogni fine settimana, ormai la bestia che avevo dentro dimenticò la convenzionalità del mondo. Dovevo possederla, volevo seppur per una volta sola riempirla di cazzo in ogni buco o orefizio.

Alzai il volto per tenere d'occhio la strada e in mio aiuto venne una piccola deviazione campagnola in direzione di un pineto. Senza accorgermi di nulla lei già era sveglia e con il sorriso malizioso in viso di chi era riuscita nei propri piani. Sfilandomi con violenza la mano da dentro i pantaloni si chinò verso di me e con le sue mani delicate e morbide dalle lunghe unghie mi tirò fuori il cazzo ormai turgido e lo mise al calduccio nella sua bocca. L'eccitazione del pericolo di me alla guida in quello stato, unita alla sensazione di bagnato caldo sulla cappella sotto l'abbondanza della sua saliva mi mandava in panne il cervello. Di rimpetto quasi in modo naturale le Infilai da dietro la mano destra fin sotto la vulva, avvertendola bagnata fradicia e aperta, pronta ad accogliere il mio cazzo desideroso.

In questo pompino con risposta, la sditalinai a dovere fin quando con occhi mezzi chiusi, fremente sulla mia mano mi imploró: "Ora fermati da qualche parte ti prego ti voglio ora!"

Non me lo feci ripetere due volte, sostai li sul ciglio in una strada fatta di alberi e desolazione. Abbassamo i sedili lei passo in centro al sedile posteriore e io mi denudai in tempi record. Si spoglio completamente accendendo ancora di più in me quella foga in me di chi si trova con due neuroni al cervello e una figa carnosa, fradicia, divisa da un clitoride pulsante e due labbra colanti di umori. Sovrastate da due seni cascanti e sodi con aureole grandi quanto la testa di un bambino.

"Adesso puoi poss" non le feci finire la frase che ero già in lei, stantuffandola alla missionaria con la mia asta lunga e turgida che sentiva fin troppo bene il limite della sua cervice. Il dolore in cima al glande amplificava la sensazione di goduria presente in me. Il mio cazzo che si induriva oltre la roccia, l'umido sulle mie carni, i suoi gemiti acuti e sommessi, l'aroma di piedini sudati ormai sotto pelle e i corpi sudati.

Senza rendermi conto non feci in tempo a sentire le sue parole "Sto per ven" dette con un viso ormai prigioniero dell'orgasmo, che mi trovai inondato da uno zampillio trasparente e potente che spruzzando mi colpi per la maggiore sul petto e sulla bocca. L'idea che la stessi bevendo non mi disturbó più di tanto, anzi la trapanai con più foga e inducendola al suo secondo squirt, ma stavolta con prontezza sfilai il mio cazzo bagnato dalla sua figa pelosa, posizionai la bocca completamente aperta sulla sua uretra e la sigilli con le labbra avvicinando con la mano sinistra la sua gamba e quindi il suo piede al mio naso e segandomi con la destra. Ero nel paradiso sei sensi tant'è che venni a flotti sul tappetino senza troppe paranoie anzi pervaso da una senso di svuotato generale immenso.

Se vi può interessare continuo...
Devi continuare per cortesia
 
OP
N

Nemorino25

Guest
Buonasera signori, mi fa piacere che abbiate gradito, domani pubblicherò la continuazione stasera consegnerò il lavoro e potrò concentrarmi sul finale. Per chi chiede le foto, ho scelto il racconto per un motivo se dovevo pubblicare foto facevo il threard con foto. Sono sicuro che capirete. A domani gente e mi raccomando, Karmate!
 
OP
N

Nemorino25

Guest
Come promesso amici andrò a narrare la seconda parte dell'esperienza ludica, dico seconda perché non è finita lì e non è finita ad oggi. Mi raccomando karmate e buona lettura! Scusate la lunghezza ma volevo darvi più elementi possibili.

2a parte:

In quel momento non riuscivo a pensare più a nulla, il caldo regnava nell'abitacolo, fuori solamente il frinire delle cicale.
Era un momento di catarsi profonda in cui il mio capo poggiato per un lato sul suo ventre burroso e setato veniva sollevato e talvolta abbassato dal ritmo altalenante del suo respiro, che frenetico si faceva via via sempre più calmo.

Chiara alle mie spalle non aiutava certo, con quel massaggio lento delle sue unghie tra i capelli sudati. L'altra mano intenta a disegnare con dito un'accennata curva dal naso alla fronte, sistemando di tanto in tanto il ciuffo cascante, dito che in prossimità del mio naso rilasciava l'odore dei suoi umori poc'anzi liberati, quella dolce al contempo pungente essenza profumosa di donna, il nettare degli dei. Dal basso ancora saliva ribelle l'odore delle sue piante.

Non parlavamo, non pensavamo, non volevamo lasciar passare quel momento. Avevamo per noi tutto il tempo del mondo. Non partivamo mai nel giorno lavorativo, preferivamo viaggiare con calma e sicurezza, alloggiando in albergo la sera prima. Non ci aspettava nessuno, e nessuno sapeva dove eravamo. Fortuna o destino volle che la mia fidanzata in quel paio d'ore a me infinito avesse un breafing aziendale, quindi smartphone spento.

Come ogni volta in cui tradivo e tradii, sentivo che nelle mie brame non c'era un motivo logico o emozionale, era pura volontà oscura e primitiva di un uomo che brillava di vita e ghiotto se ne cibava a bocconi. Così, con il cuore e la mente liberi, sentivo che quelle mani avvizzite di umori stavano nuovamente ridestandomi. Sentivo il pelvico come fosse un braccio deciso, riprendere il crine del mio membro e rimetterlo forzatamente in tiro. Lasciai il viso scivolare per inerzia tra le sue gambe fino ad avere, sempre con lato destro appoggiato all'interno coscia, la sua apertura pelosa a portata di lingua.

Lasciò uscire un apatico e incredulo:
-"***** ma che fai, non vorrai mica averne ancora!"
-"Mi pare il minimo prima stuzzichi? Poi ti prendi le conseguenze."

Detto questo tirai fuori la lingua e con la punta totalmente insalivata andai a dare una leccata profonda e minuziosa al suo largo e puntuto clitoride. Ancora sensibile Chiaretta lasciò uscire un gemito sommesso, quasi piangente. In un frangente contrasse la muscolatura interna la quale rilassandosi nuovamente emanò in direzione della mia mano un flato rumoroso proveniente dalla sua vagina. Respirai parsimonosiamente senza voracità riuscendo ad avvertire l'odore del suo buchetto posteriore mescolato a quello del buchetto anteriore.

Quello spettacolo dei sensi accentuó in me la voglia di ricominciare a stantuffarla a dovere ma questa volta le volevo fare male, non mi bastava più godere. Eravamo fuori dal tempo? E ora saremmo uscita anche dal convenzionale.
Mi inginocchiai per bene tra le sue gambe e cominciai a pulirla per bene, succhiavo e ripulivo ogni traccia odorosa di lei tra quei peli ricci e lucidi. Un processo per quanto minuzioso infinito poiché nel mentre stesso lei ricominciava a grondare. Con le mani tenevo al contempo l'entrata delle sue grandi natiche ben aperta in modo che quegli umori colassero e lubrificassero bene l'entrata del culo ma ciò mi distraeva dal lavoretto anteriore.

-"Si ti prego non ti fermare ****" - intanto ricominciavo - "continua così che vengo di nuovo, aaaah vai piccolino mio, vai, si"

Era davvero sotto il mio controllo. Lubrificai bene il dito tra i suoi umori, poi con delicatezza lo lasciai scivolare dentro la sua vagina inzupposa. Con delicatezza quasi estrema ed esagerata la fottevo con il medio. Potendo sentirla cedere sotto i miei colpi fu lei stessa a chiedermi di aggiungere un altra falange. Così feci.

-"Porca troia ***** se ti fermi ti puoi scordare di me, continua piccolino mio, non ti fermare"

Capii chiaramente che era sul punto di un altro secondo super orgasmo. Le smorfie di godimento sul suo viso si fecero via via più frequenti fino al suo gemito finale che rilasció questa volta lo squirting non più a zampillo ma come un rivolo d'acqua salata alla vista insignificante ma nelle mani ingente. Sfilai all'istante le dita e reinfilai il cazzo in quella caverna ormai slabbrata in cui avrebbero potuto trovare ristoro altri due cazzi. Ripersi il ritmo di prima, dentro e fuori, ritmicamente, il mio cazzo veniva interamente ingurgitato dalla sua fica. Testai il suo buchetto posteriore con l'indice non dicendole nulla. Era morbido e ben rilassato, mi feci più insistente e nel ritmo e nello spingere quel dito incuriosito. Verosimilmente con mio non poco stupore mi sentii affondare la falange nel burro caldo.

Era troppo grande l'invito, sconfinata la mia voglia, preso dalla cieca ingordigia estrassi il cazzo lucido dal suo davanti, il tempo che lei realizzasse che non avrei certo ricominciato da lì, sputai il glande pulsante e violaceo e lubrificai a dovere il suo ano. Appoggiai quindi l'uccello sul suo buchetto indirettamente rilassato, schiuso. Deciso affondai. La sensazione del mio cazzo avvolto uniformemente e completamente dalle sue interiore calde era quasi pari al velluto caldo, la tiepida morbidezza di un paradiso inesplorato. I suoi occhi all'introduzione del mio membro in lei si spalancarano oltre il limite accompagnati da un grido acuto e roco di dolore. Sputando e lubrificando continuamente la mia verga le sfondavo quel culo vergine. Cominciò a piangere.

Tuttavia notavo che era un pianto trattenuto misto a profonda goduria, ero pervaso dal senso di colpa ma come sotto l'influsso di un'altra energia ancora più grande la scopavo sempre più voracemente. Dopo una ventina di minuti decisi di cambiare posizione. Sfilando il cazzo dal suo buco ormai largo le cadde forse per lo sbalzo di pressione qualche scarto marrone dal didietro. Roba di nulla ma che nella maniera in cui uscì mi infoió ancora di più.

Ero cosciente dello spettacolo terrificante ma con un animo ormai tendente al Joker, mi autoeccitavo sempre di più difronte a quello scenario paurosamente sadico e confuso ma di straordinaria bellezza. Gli odori forti, il caldo afoso, le urla. Sarebbero stati una sfida per chiunque ma non per me ormai preda e predatore di quella donna malefica e innocente.

La feci girare alla pecorina, avendo cura di farle inarcare bene la schiena, mi sollevai per quanto possibile in auto e le poggiai il glande sul grande ano sfumato e lo feci così.....
 
Ultima modifica di un moderatore:

Top Bottom