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<blockquote data-quote="Umby" data-source="post: 18382513" data-attributes="member: 46102"><p>Io dal mare - Claudio Baglioni ft. Pino Daniele</p><p></p><p>Saranno stati scogli di carbone dolce</p><p>Dentro il ferro liquefatto</p><p>Di una luna che squagliò un suo quarto</p><p>Come un brivido mulatto</p><p>O un bianco volar via di cuori pescatori</p><p>Acqua secca di un bel cielo astratto</p><p>Chissà se c'erano satelliti o comete</p><p>In un'alba senza rughe</p><p>Larghe nuvole di muffa e olio</p><p>Appaiate come acciughe</p><p>O una vertigine di spiccioli di pesci</p><p>Nella luce nera di lattughe</p><p>E io</p><p>Dal mare venni e amare mi stremò</p><p>Perché infiammare il mare non si può</p><p>Aveva forse nervi e fruste di uragani</p><p>Scure anime profonde</p><p>Tra le vertebre di vetro e schiuma</p><p>Urla di leoni le onde</p><p>O tende di merletto chiuse su farine</p><p>Corpi caldi di sirene bionde</p><p>Forse era morto senza vento nei polmoni</p><p>Graffio di cemento bruno</p><p>Barche stelle insonni a ramazzare</p><p>Nelle stanze di Nettuno</p><p>O turbini di sabbia tra le dune calve</p><p>Sulle orme perse da qualcuno</p><p>E io</p><p>Dal mare ho il sangue e amaro rimarrò</p><p>Perché calmare il mare non si può</p><p>I miei si amarono laggiù</p><p>In un agosto e un altro sole si annegò</p><p>Lingue di fuoco e uve fragole</p><p>Quando il giorno cammina ancora</p><p>Sulle tegole del cielo</p><p>E sembra non sedersi mai.</p><p>E innanzi al mare ad ansimare sto</p><p>Perché domare il mare non si può</p><p>E come pietra annerirò</p><p>A consumare</p><p>A catramare</p><p>A tracimare</p><p>A fiumare</p><p>A schiumare</p><p>A chiamare</p><p>Quel mare che fu madre e che non so</p><p></p><p></p><p></p><p>[MEDIA=youtube]NTmCgLMjAF4[/MEDIA]</p><p></p><p></p><p></p><p>«Tra le canzoni in cui l’elemento autobiografico diventa chiave di lettura fondamentale per la comprensione del testo un’attenzione particolare merita <em>Io dal mare</em>, una delle più belle dell’intero album. Baglioni ha raccontato varie volte di avere saputo dai suoi genitori di essere stato concepito su una spiaggia, a due passi dal mare. <em>Io dal mare</em> è perciò un canto delle origini, che raccoglie la suggestione di quel momento e la proietta su un piano mitico/simbolico. Il mare è madre che dà vita non solo all’uomo, ma all’intera umanità . La suggestione viene evocata attraverso un testo che non racconta un fatto, ma tende piuttosto a suggerire immagini che agiscono a livello subliminale sfruttando ridondanze semantiche nascoste all’interno delle parole. La parola <em>mare </em>viene infatti inserita in verbi all’infinito come <em>amare</em>, <em>stremare</em>, <em>calmare</em>, <em>ansimare</em>, <em>domare</em>, <em>infiammare</em>, presenti nel testo anche prima della sequenza finale:</p><p></p><p><em>a consumare</em></p><p><em></em></p><p><em>a catramare</em></p><p><em></em></p><p><em>a tracimare</em></p><p><em></em></p><p><em>a fiumare</em></p><p><em></em></p><p><em>a schiumare</em></p><p><em></em></p><p><em>a chiamare</em></p><p><em></em></p><p><em>quel mare che fu madre e che non so</em></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Umby, post: 18382513, member: 46102"] Io dal mare - Claudio Baglioni ft. Pino Daniele Saranno stati scogli di carbone dolce Dentro il ferro liquefatto Di una luna che squagliò un suo quarto Come un brivido mulatto O un bianco volar via di cuori pescatori Acqua secca di un bel cielo astratto Chissà se c'erano satelliti o comete In un'alba senza rughe Larghe nuvole di muffa e olio Appaiate come acciughe O una vertigine di spiccioli di pesci Nella luce nera di lattughe E io Dal mare venni e amare mi stremò Perché infiammare il mare non si può Aveva forse nervi e fruste di uragani Scure anime profonde Tra le vertebre di vetro e schiuma Urla di leoni le onde O tende di merletto chiuse su farine Corpi caldi di sirene bionde Forse era morto senza vento nei polmoni Graffio di cemento bruno Barche stelle insonni a ramazzare Nelle stanze di Nettuno O turbini di sabbia tra le dune calve Sulle orme perse da qualcuno E io Dal mare ho il sangue e amaro rimarrò Perché calmare il mare non si può I miei si amarono laggiù In un agosto e un altro sole si annegò Lingue di fuoco e uve fragole Quando il giorno cammina ancora Sulle tegole del cielo E sembra non sedersi mai. E innanzi al mare ad ansimare sto Perché domare il mare non si può E come pietra annerirò A consumare A catramare A tracimare A fiumare A schiumare A chiamare Quel mare che fu madre e che non so [MEDIA=youtube]NTmCgLMjAF4[/MEDIA] «Tra le canzoni in cui l’elemento autobiografico diventa chiave di lettura fondamentale per la comprensione del testo un’attenzione particolare merita [I]Io dal mare[/I], una delle più belle dell’intero album. Baglioni ha raccontato varie volte di avere saputo dai suoi genitori di essere stato concepito su una spiaggia, a due passi dal mare. [I]Io dal mare[/I] è perciò un canto delle origini, che raccoglie la suggestione di quel momento e la proietta su un piano mitico/simbolico. Il mare è madre che dà vita non solo all’uomo, ma all’intera umanità . La suggestione viene evocata attraverso un testo che non racconta un fatto, ma tende piuttosto a suggerire immagini che agiscono a livello subliminale sfruttando ridondanze semantiche nascoste all’interno delle parole. La parola [I]mare [/I]viene infatti inserita in verbi all’infinito come [I]amare[/I], [I]stremare[/I], [I]calmare[/I], [I]ansimare[/I], [I]domare[/I], [I]infiammare[/I], presenti nel testo anche prima della sequenza finale: [I]a consumare a catramare a tracimare a fiumare a schiumare a chiamare quel mare che fu madre e che non so[/I] [/QUOTE]
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