Esperienza reale Cronache di "L"

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Poco dopo pranzo stavamo in camera. Non amo stare in spiaggia durante le ore più calde, seppur al riparo dell'ombrellone.
"L" la pensa esattamente all'opposto ed è ossessionata dalla tintarella. Pressava già per tornare lì. L'unico modo per trattenerla in stanza sarebbe stato quello di assecondare le sue voglie, ma in tutta sincerità, reggere quei ritmi che ultimamente imponeva era davvero difficile.
Fisiologicamente impegnativo. Oserei dire che il suo compagno d'avventure in ufficio si sia visto esplodere una bomba ad orolgieria tra le mani. Da qui il malore che lo colpì poco tempo prima.
Giunsi alla conclusione di separarci momentaneamente. Io sarei rimasto un po' in camera e l'avrei raggiunta dopo, con meno sole a picchiarci addosso.
Non se lo fece ripetere. Già mentre avanzavo questa proposta aveva indossato il pareo ed inforcato le infradito.

"L": Vedi di non addormentarti come al solito. Ci vediamo tra un po'.

La salutai mentre uscendo dalla stanza mi osservava scuotendo la testa, perplessa. Mi conosceva abbastanza da immaginare che da un momento all'altro sarei crollato in un sonno profondo che sarebbe durato almeno un paio d'ore.
Tuttavia non andò così, complice il fatto che la mia immaginazione andò in moto in un baleno. "L" da sola in spiaggia, con quel costumino rosso che riusciva contemporaneamente a non nascondere alcunché del suo corpo ed estremizzare le sue forme.
Di sicuro sarebbe stata braccata dai più svariati predatori da spiaggia ed essendo da sola non avrebbe avuto la necessità di mitigare azioni e reazioni. In mia presenza si sarebbe inibita un po', forse? Vero che da un po' sembrava aver fatto un passo in avanti sul torbido sentiero della trasgressione, ma volevo sapere quanto ancora differisse il suo atteggiamento in mia assenza.
Sì, era decisamente il caso di alzarsi, sfidare la calura e andare a sbirciare dalla distanza. Ahimè, senza binocolo. Lì di fronte ad una spiaggia affollata ed in piena estate non sarei passato inosservato.
"L" era uscita da poco meno di mezz'ora. Arrivato ai confini della spiaggia mi poggiai ad un muretto all'ombra di un albero (ma comunque rovente) e buttai gli occhi verso la postazione che occupavamo poche ore prima. Lei era lì, stesa a pancia in giù sul lettino. Sapevo bene che panorama avrebbe apprezzato un qualsiasi bagnante transitato di lì "per caso", ed in effetti c'era un discreto via vai nonostante l'orario sfavorevole e la poca gente presente rispetto alle più comode ore del mattino.
Fu abbastanza facile riconoscere i tre giovani di cui ho scritto in precedenza, evidentemente rimasti in spiaggia anche per il pranzo e non immuni alla presenza della mia fidanzata. Parlottavano, ma costantemente rivolti in direzione del lettino di "L". Sono certo che a parole l'avessero già attenzionata parecchio. Uno di loro si mise in piedi e poco dopo si recò al bar. Anziché prendere la via più breve, ovviamente, passò dalla nostra postazione. Affrettava il passo sempre più fino ad iniziare a correre e fermarsi proprio sotto l'ombrellone.
"L" si voltò verso di lui che stava a dirle qualcosa. Il ragazzo sollevava i piedi e li rimetteva giù. La solita scusa della sabbia calda e dell'approfittare dell'ombra altrui. L'abbiamo fatto tutti, mi sa...
Purtroppo non potevo sentire nulla, ma era chiaro che fosse un modo per attaccar bottone. Lei si girò su un fianco. Quelle due chiacchiere durarono per alcuni minuti, col giovanotto che non voleva saperne di schiodarsi da lì. Infine riprese la marcia verso il bar, mentre "L" si voltò a pancia in su e si distese comodamente.
Ero curioso di scoprire cosa si fossero detti, così pensai di raggiungerla e riprendere posto accanto a lei ma vidi che il ragazzo tornava sui suoi passi con le mani impegnate a sorreggere due bicchieri. Non tornava verso i suoi amici ma puntava la ben più appetitosa ragazza in bikini tutta sola. Mi fermai e tornai al muretto per vedere come si sarebbe comportata "L" di fronte a quell'approccio.
Non finse neanche di essere sorpresa. Si mise seduta ed accettò il drink, che iniziò a sorseggiare dalla cannuccia col ragazzo di fronte a lei che faceva lo stesso. Restarono lì anche dopo aver finito di bere, finché "L" non si alzò in piedi puntando verso il mare. Non si preoccupò minimamente di guardare verso l'ingresso della spiaggia per assicurarsi che non stessi lì. Dava per scontato che fossi in camera a sonnecchiare? Probabilmente.
Il giovanotto la seguì, ipnotizzato dal sinuoso ancheggiare di quel lato B completamente a vista. Entrarono in acqua e da qui in poi fu difficile scorgere movimenti al di sotto del collo. Non era difficile immaginare che fosse scattato qualcosa in più di una chiacchierata quando le due teste si trovavano più vicine. Non serve stare a "portata di mano" per parlare, no?
L'uno di fronte all'altra, fermi a fissarsi tranne quando lui alzava la testa verso il cielo per poi puntare di nuovo gli occhi in quelli della nuova conquista. Curioso come per me che conoscevo più del dovuto della mia ragazza quell'immagine ritraesse preda e predatore a ruoli invertiti. Lui non ne aveva idea, ma era nelle sue mani. Letteralmente, sì... ma non solo.
Dopo un po' "L" si voltò e gli diede le spalle. Lui le si avvicinò ancora e sicuramente la cinse dai fianchi per inserirsi dentro. "L" si voltò nuovamente, e poi di nuovo a dargli le spalle. Qualche problema "tecnico"? Niente da fare. Le distanze aumentarono e pochi istanti dopo si avviarono verso la spiaggia. Lei tornò verso il lettino e lui dai suoi due amici.

Chiusa questa parentesi non ci furono altri abbordaggi per un po', così decisi di fare il mio ingresso e riprendere possesso del mio lettino di fianco ad "L".
Era sorpresa di vedermi così presto, pensava che fossi a dormire fino all'ora di cena.
Vedendola bagnata le chiesi com'era l'acqua e se le fosse piaciuto fare il bagno. Mi rispose di sì e poi prese a raccontarmi di sua iniziativa alcune cose accadute in mia assenza.
Appresi che un ragazzo le aveva offerto da bere e che ci avesse spudoratamente provato con lei. Ma dai? Le risposi che era normale visto che si trovava da sola e che le sue forme peccaminose, ricalcate dal bikini, avrebbero indotto chiunque a farci più di un pensierino.
Le dissi che una volta accettato il drink quel tipo si sarebbe sentito in diritto di riscuotere una ricompensa.
Lei rise e confermò tutto ma disse di avergli detto di essere in vacanza col fidanzato.

"L": Ha aggiunto che "vabbè, non sono un tipo geloso".

Non c'erano dubbi che avrebbe detto qualcosa del genere. Un copione già scritto.
Stette un attimo in silenzio e poi mi chiese qualcosa.

"L": E tu? Neanche tu sei geloso per avermi sfidato ad indossare questo costume.

Ribadendo che non lo ero alimentavo la discussione provando a spostarla lì dove mi andava. Indossare quel bikini venne fuori da una sorta di sfida che le lanciai in uno dei nostri weekend precedenti al mare. Potevo spingerla un po' più in là giocando su una nuova provocazione?
Mentre pensavo a come agire "L" mi spiazzò di brutto.

"L": Ma che ne sai? Magari mentre ero da sola l'ho ricompensato per davvero.

Lo affermò con un tono malizioso e provocatorio che mi colse di sorpresa. Per la prima volta da quando tutto questo aveva avuto inizio sentivo di non avere in mano il gioco.
Erezione immediata, per nulla celata dal costume. Lei sorrise e continuò a spingere sull'acceleratore. Indicò il mio pantaloncino rigonfio con un cenno del capo.

"L": Hai insistito sul mio bikini, non sei geloso. Se avessi ricompensato quel ragazzo mi diresti che ho fatto bene? La cosa ti farebbe piacere?

Non sapevo come reagire. "L" parlava così solo nella mia testa quando immaginavo che piega avrei voluto che prendesse questa storia. Stava succedendo sul serio o ero davvero in hotel a dormire? Stavo sognando tutto?
Riuscii a farfugliare qualcosa sul piacere di goderci un po' tutte quelle alternative che la vita poteva offrirci sforzandomi di darmi un tono e non mostrarmi sorpreso.

"L": Mi ha anche invitata alla festa che terranno qui in spiaggia, stasera. Mi suggeriva di partecipare e di lasciare il mio ragazzo a dormire. A questo punto direi che devo godermi questa alternativa offertami dalla vita!

Era fatta? "L" iniziava ad andare a ruota libera. Aveva preso il controllo della situazione e ne stava approfittando. Mi faceva il verso e continuava a provocarmi. Sapeva già cosa fare (del resto si concedeva scappatelle già da tempo), ma adesso voleva sentirmi dire che il tutto le era permesso. Non doversi più nascondere e godersi tutto quanto alla luce del sole.
Pungolato così tanto cedetti e le dissi quanto voleva sentire, o quasi: "Ho immaginato la situazione qualche volta. Sì, l'idea mi eccita molto."

Lei non cambiò espressione. Nessun cenno di sorpresa, semmai un'emozione nuova negli occhi.

"L": Ok... e quando succederà non avrai ripensamenti? Ci saranno ripercussioni tra noi? - un attimo di silenzio e aggiunse un inequivocabile: "Pensa bene alla tua risposta..."

Io confermai tutto annuendo. Lei sorrise compiaciuta e come se nulla fosse prese lo smartphone ed iniziò a giocare.
Non riuscivo a smettere di pensare a cosa ci eravamo appena detti.
Interruppe il silenzio un'ultima volta, prima di tornare al suo videogame.

"L": Ti amo!
 
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Erano trascorse poco più di 6 ore, credo.
Mi trovavo nella nostra stanza, seduto di fianco al letto ed intento a masturbarmi.
Di fronte a me, meravigliosamente nuda, "L" stava a cavalcioni sul suo nuovo amico che la cingeva dai fianchi per controllare meglio ogni singolo colpo che le stava assestando.
Lei mi lanciò un rapido sguardo compiaciuto mentre si sforzava di trattenere i gemiti. Il suo viso era segnato da un mezzo sorriso malizioso che sparì un attimo dopo quando si morse le labbra mugolando e socchiuse gli occhi.

Tuttavia credo che sia necessario tornare a qualche ora fa, quando rientrati dalla spiaggia trovai "L" distesa sul letto a toccarsi.
Io ero appena uscito dalla doccia (rigorosamente fredda) ma ancora ribollivo per la piega che avevano preso i nostri discorsi.
Lei, da parte sua, era carica a mille. Finalmente il tappo era saltato ed aveva abbandonato ogni inibizione.

"L": Ti chiederò di stare fermo lì e di guardarci.

Bastò questa frase per scatenarmi un principio d'erezione che la mia dolce metà notò immediatamente. Sorrise.

"L": No, tieni le mani a posto. Tieniti carico per stasera. Chissà che potrebbe succedere...

Mentre eravamo in spiaggia fu inevitabile continuare a parlare dell'accaduto.
Il piano di "L" era molto semplice. Sarebbe andata alla festa sulla spiaggia da sola e avrebbe adescato il suo nuovo amico. Gli avrebbe confessato le nostre intenzioni e nel giro di poco lo avrebbe convinto a seguirla in camera.
Obiettai, ritenendo che così facendo lo avrebbe spaventato. Sembrava quasi un modo per attirarlo in una trappola, lì in camera con due perfetti sconosciuti decisi a regalargli una splendida nottata. Scenario da film horror.
Lei non la pensava così, ritenendosi sufficientemente persuasiva. Ad ogni modo lo avremmo scoperto solo provandoci, così quando giunse l'ora "L" indossò un pantaloncino a jeans abbastanza aderente ed un top con una piccola scollatura che valorizzava comunque il suo seno.
L'attesa fu trepidante. Come da sue istruzioni lasciai la scatola dei preservativi sul comodino e iniziai a sudare freddo. Lo stavamo facendo sul serio e non si poteva più tornare indietro.
Non ebbi alcun ripensamento negli ultimi istanti trascorsi in camera con "L", ma non posso negare che la situazione era nuova, strana e mi trasmetteva anche un po' d'ansia oltre alla grande eccitazione.
Quei trenta minuti trascorsero lenti ma inesorabili. Fu il lasso di tempo che "L" impiegò per raggiungere la spiaggia, lì di fronte all'albergo e rientrare in stanza seguita dalla sua preda.
Non so chi lasciava trasparire più imbarazzo tra me e lui, ma fortunatamente la protagonista dell'evento appariva lucidissima ed in gran forma.

"L": Amore, è stato così gentile da offrirmi qualcosa da bere lì alla festa ma per quello che mi riguarda ci serve un posticino tranquillo e riservato, non trovi?

Farfugliai qualcosa, assecondandola. Stavo divampando e quasi in automatico mi andai a sedere lì dove "L" voleva, come da sue indicazioni pomeridiane.
Lei notò quel filo di imbarazzo anche nel suo partner e lo invitò a rilassarsi e mettersi comodo. Dolcemente lo spinse verso il letto.
Mi dava le spalle mentre gli si avvicinò e lo baciò appassionatamente. Lì credetti di avere un febbrone da cavallo, tanto era il calore che sentivo sul mio corpo. A dar carico alla situazione giunsero le mani del ragazzo che iniziarono a scorrere lungo i fianchi di "L", scendendo lentamente sui glutei ancora coperti dal pantaloncino.
In modo analogo anche le mani della mia ragazza si mossero, andando a cercare la cintura dei pantaloni di lui che fu immediatamente sganciata. La stessa sorte toccò al bottone ed in un attimo alla zip, così come testimoniò l'inconfondibile rumore metallico.
"L" si spostò leggermente a destra, lasciandomi più visuale su quello che lei stava osservando da più vicino, ovvero il pacco estremamente gonfio racchiuso nelle mutande dell'aspirante torello.
Si girò verso di me e mi guardò con gli occhi di una "professionista". Quel classico sguardo ammiccante e malizioso che fino ad oggi avevo visto adoperare soltanto dalle attrici nei filmini hard.
Cinse l'elastico delle mutande e lentamente iniziò a tirarlo verso il basso. Il compagno di giochi assecondò il tutto, decisamente più frettoloso di liberare l'attrezzo. E che attrezzo!
Non mi sono mai sentito in difetto sotto certi aspetti, rientrando abbondantemente nella media. Eppure devo ammettere che il giovanotto era messo davvero bene. Stava già tostissimo nell'istante in cui "L" lo prese in mano e se lo avvicinò alla bocca.
Istintivamente mi liberai anche io di pantaloni e mutande, perché assistere per la prima volta dal vivo a qualcosa del genere mi provocò la più rapida e potente erezione della mia vita.
Sempre con un certo stile e padronanza dei tempi "L" si rigirò verso di me nel momento in cui appoggiò la testa del bastone sulle sue labbra, che si schiusero lasciando fuoriuscire la punta della sua lingua. Stava trattando con estrema perizia il membro del suo amico, girovagando ripetutamente in cerchio con la lingua prima di affondarlo finalmente in bocca.
Fu l'ultimo sguardo che mi dedicò prima di dedicarsi in tutto e per tutto a donare ad un perfetto estraneo un gran piacere. Lui ansimava man mano che "L" incrementava il ritmo, mentre io presi a masturbarmi in preda ai brividi.
Non è una sensazione che si può spiegare facilmente. Sai esattamente cosa sta succedendo, sei lì a nemmeno due metri ma è come se non esistessi. Stai provando un immenso piacere per via della tua donna ma non sei il diretto interessato delle sue attenzioni.
Passò pochissimo prima che il ragazzo sollevò la testa di "L" e la invitò ad andare oltre. Indossò il preservativo in un lampo, mentre "L" si alzò in piedi e si sfilò il top, svelando agli occhi del nuovo arrivato la sua splenida terza misura. Pur dandomi le spalle ero sicuro che avesse i capezzoli turgidi e a dire il vero li intravidi poco dopo, quando tirò giù i pantaloncini e le mutandine non particolarmente elaborate.
Quel lato B marmoreo mi faceva sempre un certo effetto, ed in quell'occasione ancor di più mentre lo vedevo avvicinarsi al fallo di un altro. Mancava davvero un nulla. "L" si stava sistemando addosso al ragazzo. Prese con fare sapiente il suo membro e lo indirizzò verso l'ingresso del paradiso, guidandolo facilmente verso il primo affondo.
Da spettatore privilegiato, io assistevo finalmente da vicino alla penetrazione. Un leggero movimento da parte del giovane compagno per spingerglielo un po' più dentro, poi ancora ed infine alla terza spinta il lavoro fu completato. Il tutto sottolineato da una serie di decisi gemiti di "L", che stava ricevendo qualcosa di extra rispetto a ciò che potevo fornirle io.

Ed eccoci di nuovo all'inizio di questo capitolo del racconto... che per me rappresenta quasi la fine.
Già, perché il turbinio di sensazioni scaturite da quanto stavo osservando, magistralmente orchestrato dal gemere e dall'ansimare di "L", ci mise poco a mandarmi in tilt.
Appena un paio di minuti ed esplosi in uno degli orgasmi più intensi della mia vita. Mi tremavano persino le gambe.
"L" se ne accorse e mi guardò con fare divertito, pur continuando ad essere estremamente coinvolta dalle sue attività principali alle quali tornò subito a dedicare il 100% della sua attenzione.
Il ragazzo passò le mani dai fianchi al seno di "L", iniziando a palparla con insistenza e stimolandole con decisione i capezzoli dritti e duri.
Mossa perfetta, poiché era proprio uno dei suoi punti deboli. Giocando a dovere con "le gemelle" di solito "L" veniva rapidamente. Lui sembrò capirlo visto l'intenso cambio di atteggiamento della mia fidanzata. I gemiti si facevano più intensi, con buona pace di chi stava nelle stanze accanto, temo.
La goccia che fece traboccare il vaso fu il suo iniziare a roteare circolarmente con i fianchi lì addosso al compagno di giochi, che adesso affondava il viso in mezzo alle due tette sodissime di "L". Di impeto prese a mordicchiarle e succhiarle i capezzoli, fomentato dagli incitamenti sempre più inequivocabili della cavallerizza.

"L": Non ti fermare! Così! - ripeteva con sempre maggiore enfasi. Stava per raggiungere l'orgasmo davanti ai miei occhi ma un po' a sorpresa si ribaltò la situazione. I gemiti stavolta erano del giovanotto, che non ce la fece più a trattenersi e scoppiò in un rumorosissimo orgasmo.

Era tutto finito. Piombò il silenzio appena scalfito dai respiri affannosi dei due amanti. Potevo immaginare il velo di delusione che avvolgeva l'umore di "L" che ormai assaporava già un finale dal sapore differente. Tuttavia aveva un'espressione compiaciuta sul volto. Sorrise al ragazzo e lo accarezzò teneramente prima di tirarsi indietro e stendersi sul letto a sua volta.
Mi buttò addosso un'occhiata soddisfatta, quasi raggiante. Ero sicuro che pur non avendo raggiunto l'apice del piacere aveva goduto mentalmente tanto quanto me, ormai libera dalla gabbia della monogamia. Il futuro le avrebbe riservato altre serate come questa e forse anche meglio.
Tuttavia invitò sia me che lui a riprendere fiato, che a detta sua:

"L": Dai che la notte è ancora giovane!

Ebbene sì. Pare proprio che la serata non sarebbe finita lì.
 

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Di fronte a me, meravigliosamente nuda, "L" stava a cavalcioni sul suo nuovo amico che la cingeva dai fianchi per controllare meglio ogni singolo colpo che le stava assestando.
Lei mi lanciò un rapido sguardo compiaciuto mentre si sforzava di trattenere i gemiti. Il suo viso era segnato da un mezzo sorriso malizioso che sparì un attimo dopo quando si morse le labbra mugolando e socchiuse gli occhi.

Tuttavia credo che sia necessario tornare a qualche ora fa, quando rientrati dalla spiaggia trovai "L" distesa sul letto a toccarsi.
Io ero appena uscito dalla doccia (rigorosamente fredda) ma ancora ribollivo per la piega che avevano preso i nostri discorsi.
Lei, da parte sua, era carica a mille. Finalmente il tappo era saltato ed aveva abbandonato ogni inibizione.

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Bastò questa frase per scatenarmi un principio d'erezione che la mia dolce metà notò immediatamente. Sorrise.

"L": No, tieni le mani a posto. Tieniti carico per stasera. Chissà che potrebbe succedere...

Mentre eravamo in spiaggia fu inevitabile continuare a parlare dell'accaduto.
Il piano di "L" era molto semplice. Sarebbe andata alla festa sulla spiaggia da sola e avrebbe adescato il suo nuovo amico. Gli avrebbe confessato le nostre intenzioni e nel giro di poco lo avrebbe convinto a seguirla in camera.
Obiettai, ritenendo che così facendo lo avrebbe spaventato. Sembrava quasi un modo per attirarlo in una trappola, lì in camera con due perfetti sconosciuti decisi a regalargli una splendida nottata. Scenario da film horror.
Lei non la pensava così, ritenendosi sufficientemente persuasiva. Ad ogni modo lo avremmo scoperto solo provandoci, così quando giunse l'ora "L" indossò un pantaloncino a jeans abbastanza aderente ed un top con una piccola scollatura che valorizzava comunque il suo seno.
L'attesa fu trepidante. Come da sue istruzioni lasciai la scatola dei preservativi sul comodino e iniziai a sudare freddo. Lo stavamo facendo sul serio e non si poteva più tornare indietro.
Non ebbi alcun ripensamento negli ultimi istanti trascorsi in camera con "L", ma non posso negare che la situazione era nuova, strana e mi trasmetteva anche un po' d'ansia oltre alla grande eccitazione.
Quei trenta minuti trascorsero lenti ma inesorabili. Fu il lasso di tempo che "L" impiegò per raggiungere la spiaggia, lì di fronte all'albergo e rientrare in stanza seguita dalla sua preda.
Non so chi lasciava trasparire più imbarazzo tra me e lui, ma fortunatamente la protagonista dell'evento appariva lucidissima ed in gran forma.

"L": Amore, è stato così gentile da offrirmi qualcosa da bere lì alla festa ma per quello che mi riguarda ci serve un posticino tranquillo e riservato, non trovi?

Farfugliai qualcosa, assecondandola. Stavo divampando e quasi in automatico mi andai a sedere lì dove "L" voleva, come da sue indicazioni pomeridiane.
Lei notò quel filo di imbarazzo anche nel suo partner e lo invitò a rilassarsi e mettersi comodo. Dolcemente lo spinse verso il letto.
Mi dava le spalle mentre gli si avvicinò e lo baciò appassionatamente. Lì credetti di avere un febbrone da cavallo, tanto era il calore che sentivo sul mio corpo. A dar carico alla situazione giunsero le mani del ragazzo che iniziarono a scorrere lungo i fianchi di "L", scendendo lentamente sui glutei ancora coperti dal pantaloncino.
In modo analogo anche le mani della mia ragazza si mossero, andando a cercare la cintura dei pantaloni di lui che fu immediatamente sganciata. La stessa sorte toccò al bottone ed in un attimo alla zip, così come testimoniò l'inconfondibile rumore metallico.
"L" si spostò leggermente a destra, lasciandomi più visuale su quello che lei stava osservando da più vicino, ovvero il pacco estremamente gonfio racchiuso nelle mutande dell'aspirante torello.
Si girò verso di me e mi guardò con gli occhi di una "professionista". Quel classico sguardo ammiccante e malizioso che fino ad oggi avevo visto adoperare soltanto dalle attrici nei filmini hard.
Cinse l'elastico delle mutande e lentamente iniziò a tirarlo verso il basso. Il compagno di giochi assecondò il tutto, decisamente più frettoloso di liberare l'attrezzo. E che attrezzo!
Non mi sono mai sentito in difetto sotto certi aspetti, rientrando abbondantemente nella media. Eppure devo ammettere che il giovanotto era messo davvero bene. Stava già tostissimo nell'istante in cui "L" lo prese in mano e se lo avvicinò alla bocca.
Istintivamente mi liberai anche io di pantaloni e mutande, perché assistere per la prima volta dal vivo a qualcosa del genere mi provocò la più rapida e potente erezione della mia vita.
Sempre con un certo stile e padronanza dei tempi "L" si rigirò verso di me nel momento in cui appoggiò la testa del bastone sulle sue labbra, che si schiusero lasciando fuoriuscire la punta della sua lingua. Stava trattando con estrema perizia il membro del suo amico, girovagando ripetutamente in cerchio con la lingua prima di affondarlo finalmente in bocca.
Fu l'ultimo sguardo che mi dedicò prima di dedicarsi in tutto e per tutto a donare ad un perfetto estraneo un gran piacere. Lui ansimava man mano che "L" incrementava il ritmo, mentre io presi a masturbarmi in preda ai brividi.
Non è una sensazione che si può spiegare facilmente. Sai esattamente cosa sta succedendo, sei lì a nemmeno due metri ma è come se non esistessi. Stai provando un immenso piacere per via della tua donna ma non sei il diretto interessato delle sue attenzioni.
Passò pochissimo prima che il ragazzo sollevò la testa di "L" e la invitò ad andare oltre. Indossò il preservativo in un lampo, mentre "L" si alzò in piedi e si sfilò il top, svelando agli occhi del nuovo arrivato la sua splenida terza misura. Pur dandomi le spalle ero sicuro che avesse i capezzoli turgidi e a dire il vero li intravidi poco dopo, quando tirò giù i pantaloncini e le mutandine non particolarmente elaborate.
Quel lato B marmoreo mi faceva sempre un certo effetto, ed in quell'occasione ancor di più mentre lo vedevo avvicinarsi al fallo di un altro. Mancava davvero un nulla. "L" si stava sistemando addosso al ragazzo. Prese con fare sapiente il suo membro e lo indirizzò verso l'ingresso del paradiso, guidandolo facilmente verso il primo affondo.
Da spettatore privilegiato, io assistevo finalmente da vicino alla penetrazione. Un leggero movimento da parte del giovane compagno per spingerglielo un po' più dentro, poi ancora ed infine alla terza spinta il lavoro fu completato. Il tutto sottolineato da una serie di decisi gemiti di "L", che stava ricevendo qualcosa di extra rispetto a ciò che potevo fornirle io.

Ed eccoci di nuovo all'inizio di questo capitolo del racconto... che per me rappresenta quasi la fine.
Già, perché il turbinio di sensazioni scaturite da quanto stavo osservando, magistralmente orchestrato dal gemere e dall'ansimare di "L", ci mise poco a mandarmi in tilt.
Appena un paio di minuti ed esplosi in uno degli orgasmi più intensi della mia vita. Mi tremavano persino le gambe.
"L" se ne accorse e mi guardò con fare divertito, pur continuando ad essere estremamente coinvolta dalle sue attività principali alle quali tornò subito a dedicare il 100% della sua attenzione.
Il ragazzo passò le mani dai fianchi al seno di "L", iniziando a palparla con insistenza e stimolandole con decisione i capezzoli dritti e duri.
Mossa perfetta, poiché era proprio uno dei suoi punti deboli. Giocando a dovere con "le gemelle" di solito "L" veniva rapidamente. Lui sembrò capirlo visto l'intenso cambio di atteggiamento della mia fidanzata. I gemiti si facevano più intensi, con buona pace di chi stava nelle stanze accanto, temo.
La goccia che fece traboccare il vaso fu il suo iniziare a roteare circolarmente con i fianchi lì addosso al compagno di giochi, che adesso affondava il viso in mezzo alle due tette sodissime di "L". Di impeto prese a mordicchiarle e succhiarle i capezzoli, fomentato dagli incitamenti sempre più inequivocabili della cavallerizza.

"L": Non ti fermare! Così! - ripeteva con sempre maggiore enfasi. Stava per raggiungere l'orgasmo davanti ai miei occhi ma un po' a sorpresa si ribaltò la situazione. I gemiti stavolta erano del giovanotto, che non ce la fece più a trattenersi e scoppiò in un rumorosissimo orgasmo.

Era tutto finito. Piombò il silenzio appena scalfito dai respiri affannosi dei due amanti. Potevo immaginare il velo di delusione che avvolgeva l'umore di "L" che ormai assaporava già un finale dal sapore differente. Tuttavia aveva un'espressione compiaciuta sul volto. Sorrise al ragazzo e lo accarezzò teneramente prima di tirarsi indietro e stendersi sul letto a sua volta.
Mi buttò addosso un'occhiata soddisfatta, quasi raggiante. Ero sicuro che pur non avendo raggiunto l'apice del piacere aveva goduto mentalmente tanto quanto me, ormai libera dalla gabbia della monogamia. Il futuro le avrebbe riservato altre serate come questa e forse anche meglio.
Tuttavia invitò sia me che lui a riprendere fiato, che a detta sua:

"L": Dai che la notte è ancora giovane!

Ebbene sì. Pare proprio che la serata non sarebbe finita lì.

da predatore è diventato preda!
 

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