Esperienza reale Cronache di "L"

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Come alcuni di voi avranno pensato, anche io ero certo che il buon "G" avesse ricevuto una succulenta foto di "L" all'interno di quel mini costume.
Nei giorni successivi sono riuscito ad avere tra le mani il suo smartphone durante brevi momenti di sua lontananza, ma la galleria delle fotografie non presentava nulla di insolito.
Copriva le sue tracce informatiche e questa non era una novità.
Ho provato a frugare tra i suoi cassetti, con estrema discrezione. Nulla, seppure io avessi avuto davvero poco tempo per cercare il costume in mezzo a quell'infinità di capi che solo una donna può gestire.

Poco tempo dopo ebbe inizio il periodo estivo ed iniziammo ad andare al mare di tanto in tanto. Vederle indossare i vecchi costumi sacrificava molto il suo aspetto ma non scoraggiava gli occhi dei passanti.
Assoluta consuetudine quella di vederli posare lo sguardo su "L" distesa a prendere il sole. Il vecchio costume non era un granché, ma sotto ci stava comunque un corpo da cattivi pensieri.
Ogni tanto glielo facevo notare, e durante uno di questi scambi di battute tornai a battere sulla famosa prova costume.

"Pensa se ti mettevi addosso il bikini che ti ho regalato. A proposito, poi che ne hai fatto?"

"L": Volevo sostituirlo con un altro ma sono stata caricata troppo in ufficio e mi è sfuggito di mente.

Sul fatto che fosse stata "caricata" in ufficio non avevo alcun dubbio. Sulla sua labile memoria, invece, ne avevo parecchi.

"L": Ormai lo terrò ma in fondo all'armadio. Non andrei in giro con quell'affare, lo sai...

Tutto si fermò a quella sua frase. In quel momento non avevo voglia di insistere.
Ero pronto a tornare al mare nel weekend, ma un messaggio di "L" giunto quasi ad ora di cena del venerdì scombinò il programma.

"L": Sto uscendo ora dall'ufficio, ho fatto tardissimo. Troppe cose da fare e domani ci tocca lavorare. Niente mare... "

Dato l'orario era più facile che avesse fatto tardissimo per ritagliarsi la consueta oretta con il suo collega preferito.
Che peccato non avere la possibilità di piazzare lì dentro ancora una volta il mio orecchio elettronico...
La chiamai per capire meglio che cosa intendesse. Chissà se era già in auto, da sola o ancora svestita, versa sulla scrivania e grondante d'umori.

Dai rumori che sentivo era chiaramente imbottigliata nel traffico.

"L": Già... Non figurerà nemmeno come straordinario. Abbiamo deciso noi stessi di sacrificare il sabato perché se non chiudiamo il cerchio rischiamo grossi problemi con un cliente. Ci vedremo in ufficio per prendere alcuni documenti che abbiamo dimenticato e poi ci sposteremo da "G".

La assecondai e chiesi se "G" stesse nelle vicinanze. La risposta fu poco credibile, ma apprezzai la fantasia.

"L": Sì, ma non proprio a casa sua che sennò sostiene che moriremo tutti di caldo. E' piccola. Ci ospiterà al paese.

Tutto chiaro. La salutai e le dissi di concentrarsi sulla guida e non sul parlare al telefono durante la guida.
Avevo già sentito nominare questa seconda casa di "G" sita in un paesino non troppo distante e la parola casa non le si addice. E' una piccola villetta a tutti gli effetti con tanto di spazio esterno.
Iniziai a farmi già i primi film mentali su come in verità sarebbero stati soltanto loro due ed in quel momento non mi curai nemmeno della facilità con cui "L" aveva disdetto un nostro impegno senza nemmeno parlarne.
A mente lucida, forse, avrei dovuto iniziare a preoccuparmi del fatto che stavo scivolando in secondo piano rispetto all'amante e che quella situazione poteva precipitare di colpo.
Ma non lo feci.
 
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Passai una notte poco serena, lì a girarmi e rigirarmi sul letto senza prendere sonno.
Nel giro di poche ore "L" avrebbe trascorso un'intera giornata alla villetta del suo amante ed io non avevo idea di come fare a tenere d'occhio la faccenda.
Sapevo bene dove si trovasse il paese, ma non conoscevo l'ubicazione esatta del luogo dove la mia cara fidanzata si sarebbe concessa quello che inevitabilmente sarebbe stato un tour de force senza uguali.
Pensai di provare a seguirla con l'auto, ma se fossi stato visto sullo specchietto retrovisore della sua non avrei fatto altro che allarmarla e forse, anche peggio, ritrovarmi a dare spiegazioni.
Seguirla da lontano? Possibile, ma sarebbe bastato un semaforo rosso al momento sbagliato o un qualsiasi impedimento dovuto al traffico per perderla di vista e dire così addio alla caccia al tesoro.
Dopo ore e ore cedetti al sonno, rassegnato a poter solo immaginare quanto sarebbe accaduto.

Fu subito mattina. Per colpa della nottata insonne feci molta fatica a svegliarmi, tanto che quando trovai la forza di guardare che ora fosse mi resi conto che era davvero tardi.
C'era già un messaggio di "L" che mi dava il buongiorno informandomi che stavano già tutti in ufficio e che da un momento all'altro sarebbero partiti alla volta della villetta di "G".
Troppo tardi anche per accogliere la pazza idea del tentare di seguire la sua auto, nonostante i rischi elencati prima.
Pazienza, avrei trovato conforto nell'immaginazione, pur consapevole che il brivido del vedere con i propri occhi tutto quanto sarebbe stato ineguagliabile.
Lei partiva proprio in quel momento, con me immerso nei più sconci dei pensieri.
Buon viaggio, "L". Divertiti, almeno tu...

Per quasi un paio d'ore sono riuscito a non star lì a pensare troppo alla cosa, ingannando il tempo con tante di quelle faccende che si posticipano sempre e finiscono inevitabilmente per accumularsi ad oltranza.
Ed ecco che la macchina perfetta che è il nostro cervello si accese di colpo. Un flash, l'Eureka, il colpo di genio!
La Panda di "L" era il frutto dei suoi sacrifici. Ben consci di quanto le piccole utilitarie Fiat fanno gola ai ladri d'auto, acquistammo un segnalatore GPS da occultare all'interno dell'auto, lì dove i delinquenti non si aspettano che possa trovarsi.
Grazie al cielo non era mai servito, ma ci ricordavamo puntualmente di ricaricargli la batteria e di tenere il traffico telefonico sufficiente nella SIM al suo interno.
Il mio asso nella manica stava nell'incompatibilità che l'applicazione per lo smartphone aveva manifestato con il vetusto telefono di "L", tanto da renderne necessaria l'installazione sul mio, ben più moderno.
Non mi serviva affatto seguire un'auto come in un vecchio poliziesco degli anni 80/90, bensì affidarmi ancora una volta alla tecnologia!
Dopo il mini registratore ecco un'altra diavoleria moderna che di colpo presi ad apprezzare.
Una volta aperta l'app, mi bastò pigiare sull'icona di localizzazione per ricevere, in tempo reale, la posizione del veicolo con tanto di coordinate.
Un rapido salto su google maps per inserirle ed ecco il puntatore posizionarsi sull'indirizzo corretto.
La mia X sulla mappa del tesoro!

Sarei voluto correre lì, eccitato a mille, ma dovevo giocare al meglio le mie carte.
Osservai per bene la villetta di "G" dall'alto grazie alla comoda visuale satellitare offerta da Maps. La casa in se non sembrava molto grande, ma disponeva di un notevole spazio esterno sia dall'ingresso che costeggiava la piccola stradina di campagna, sia sul retro.
Ipotizzai che una coppia di focosi amanti avrebbe certamente usufruito del riparo offerto dalle mura domestiche, ma considerando la calura estiva ritenni probabile che il giardino sul retro sarebbe potuto essere un'ottima candidata location per qualche gioco all'aperto.
Del resto le villette di quella zona non erano così vicine l'una all'altra, concedendo grazie ai rispettivi giardini ed a quelli che sembravano terreni destinati alle colture un bel po' di spazio. Un ottimo margine di privacy, per intenderci.
Ad incuriosirmi molto era anche un'apparentemente impervia collina che si ergeva proprio alle spalle del giardino, costellata da rocce ed alberi. Non un vero e proprio bosco, ma un possibile riparo. Sfruttando i sapienti strumenti di Maps quantificai la distanza tra i primi alberi sulle pendici della collina ed il giardino in appena 120 metri.
Ricordavo di avere un vecchio binocolo da qualche parte. Lo trovai in fondo ad un armadio, impolverato ma ancora integro. Non avevo idea di che portata avesse, ma ritenni di doverlo mettere nello zaino prima di partire.
Soltanto una cosa non mi era chiara: come raggiungere quel punto della collina? Vidi che fermandomi ad un paio di chilometri dalla villetta avrei potuto incamminarmi lungo un sentiero sterrato che tagliava fin lì, però non era chiaro se fosse una strada realmente percorribile o magari un terreno di proprietà altrui, e pertanto inviolabile.
Avevo sì, molta voglia di intraprendere questa avventura da guardone avventuriero, senza però cadere in errori del genere. Ci mancava una qualche denuncia per violazione di proprietà privata solo per perseguire il desiderio di spiare "L".
C'era solo un modo per scoprirlo, ed era recarmi lì.

Arrivai in paese e parcheggiai lungo una stradina secondaria, lontano dal corso principale e dalla vista.
Giunsi presto al sentiero che avevo individuato e con grande gioia vidi che non vi era alcun ostacolo, recinzione o cancellata. Maledivo il caldo, con il sole in rapida ascesa ed io bardato con dei jeans piuttosto spessi per poter affrontare anche una lunga camminata tra eventuali sterpaglie o rovi.
La mia felicità si interruppe poco dopo, quando trovai davanti un terreno coltivato con tanto di staccionata e cartelli ben in vista recitanti: Proprietà privata.
Questo comportò una deviazione, ma non la fine dell'avventura. Il terreno si estendeva per un bel pezzo, ma vedevo in lontananza la fine della staccionata, che voltava a destra per racchiudere il ben curato orto di campagna e si lasciava affiancare dal sentiero che riprendeva ad aprirmi la via verso la collinetta, lì non troppo distante.
Nessun'altra sorpresa, solo la salita (neanche troppo ripida) e finalmente un po' di refrigerio offerto dall'ombra prodotta dagli alberi.
Ecco a vista la schiera di villette. Quella di "G" era la terza.
Non nego che una volta giunto sul punto che avevo individuato su Google Maps ebbi un tremito di eccitazione nel constatare che l'altura offriva una splendida vista sul giardino.
Già apprezzabile ad occhio nudo, mi colpì subito una di quelle piscine montabili che spesso avevo visto a casa di amici e lì accanto una sedia sdraio ed un lettino da spiaggia.
Tuttavia, nessuna traccia degli stacanovisti.
Ne approfittai per accomodarmi alle spalle di una grossa roccia attorniata da cespugli ed arbusti vari e quasi mi pentii di non aver addosso una di quelle maglie con fantasia mimetica. Le ho sempre trovate ridicole ed ora con addosso una maglietta grigia mi feci prendere dalla paranoia di poter essere scorto da qualcuno.
Tirai fuori il binocolo dallo zaino e decisi di dare uno sguardo da "più vicino". Che spettacolo! Non era un'immagine nitida ed in alta definizione come quelle a cui siamo abituati tutti, ormai, ma rendeva decisamente meglio di quanto mi aspettassi!
Vidi che accanto alla sedia sdraio c'era un tavolino in legno con dei fogli sparsi su di esso e forse qualche carpetta. Poi il nulla. Non c'era anima viva lì in giardino.
Passo una mezz'ora abbondante, con me che tenevo d'occhio anche la villetta vicina. Al momento era disabitata. Finestre chiuse, giardino in disordine. Meglio così, dato che ero più esposto ad essere visto da qualcuno lì piuttosto che da "L" e "G" nell'altra.
Temetti che i due fossero sì impegnati in dolci attività, ma al sicuro e magari comodamente distesi a letto. Ed invece, finalmente, fui smentito.
Vidi "G" uscire in giardino con addosso dei pantaloncini ed una maglietta. Teneva in mano una bottiglia d'acqua che posò sul tavolo prima di sedersi sulla sdraio e prendere in mano dei fogli. Forse stavano davvero lì per lavoro ed io mi ero fatto un film in testa senza fondamento?
La risposta (e che risposta!) fu: assolutamente no!
"L" uscì in giardino poco dopo e riempì il binocolo con il tanto ambito e meraviglioso costume rosso.
Avanzava sinuosa e si fermò alle spalle della sdraio. Chissà che stavano dicendo.
"G" non tolse lo sguardo dal foglio, mentre "L" gli mise le mani sulle spalle e si chinò in avanti, forse per leggere anche lei.
Io ero ipnotizzato dal suo davanzale sodo e costretto dall'effetto pushup del micro costume. "Non indosserei mai qualcosa del genere" - diceva neanche 24 ore prima.
Dopo un paio di minuti "L" andò verso il lettino e si stese a pancia in su al sole. Visione paradisiaca che il suo collega decise di degnare di più attenzione, posando i fogli ed avvicinando la sua sedia al lettino.
Lei sembrò apprezzare e scostò la gamba destra verso di lui, poggiandogliela sulla coscia e strusciandogli il piede su e giù sull'addome.
"G" lo prese tra le mani, cominciando a massaggiarglielo. Sapevo bene quanto "L" adorasse questo genere di attenzioni, ma adesso stavo assistendo alla scena da una prospettiva tutta nuova.
I due, consapevoli di essere forse gli unici presenti in zona, avrebbero presto ceduto alla libido dando un senso al mio faticoso appostamento.
Vidi la mano sinistra di "L" scorrere lungo i fianchi e soffermarsi sui laccetti laterali di sinistra. Capii che stava slacciando le sue minimali mutandine e sentii crescere forte in me un tremore di lussuria.
Detto fatto, laccetti slacciati e mutandina accompagnata gentilmente per terra. A quel punto "G" smise di massaggiarle il piede e si dedicò ad accarezzarle le cosce, salendo più su poco alla volta.
Dalla mia posizione vedevo "L" di fianco, lì che aveva appena divaricato le gambe. Ho capito dai movimenti del suo ventre e dal modo di tirare indietro la testa che in quel momento le dita del suo amante fossero giunte a destinazione.
Dal mio fido binocolo non potevo vedere nitidamente la sua espressione, ma la conoscevo molto bene ed era come ammirarla dal vivo.
Trascorse qualche minuto, poi "G" si alzò in piedi. "L" scattò seduta, fiondandosi sui suoi pantaloncini e tirandoli giù senza pensarci troppo. Si sedette sul lettino, dando le spalle al mio punto di vista ed oscurandomi la visuale sul basso ventre del suo compagno di giochi, anche se mi era molto chiaro cosa stesse facendo.
La sua testa si muoveva lenta, seguendo un ritmo che spesso avevo provato su me stesso, ma che adesso scandiva sul suo fortunato collega.
Ebbi un'erezione immediata nell'osservare quella scena, cui poco dopo seguì un lesto movimento di "G" che sfilò il reggiseno alla mia fidanzata che, imperterrita, continuava quello che doveva essere un gran bel lavoro di bocca.
Quando "G" ne ebbe abbastanza le scostò il capo e la tirò su dal lettino, indicando con un cenno del capo il tavolo di legno.
Vederla completamente nuda, di spalle, ostentando quel lato B marmoreo mentre si avvicinava al tavolo aumentò la mia eccitazione, così come il deciso schiaffo che "G" le rifilò per spronarla.
Lì al tavolo, la spinse giù, china sul piano e le si infilò alle spalle in un attimo. Nonostante la visuale non fosse la migliore, con i due a darmi quasi completamente le spalle, riuscivo ad apprezzare le mani di lui sui fianchi di lei e le vigorose e rapide spinte che le rifilava.
Intravedevo lei godere, artigliando la superficie del tavolo più volte ma senza cedere. Il suo seno compresso dal peso del suo corpo, lei salda ed intenta a godere dei feroci colpi che "G" le destinava senza mostrare segno alcuno di stanchezza.
Io dovetti reggere il binocolo con una sola mano per ovvi motivi. Iniziai a masturbarmi, assistendo ad una delle più recondite fantasie sessuali di un uomo.
Non so quanto tempo durò quella fantastica pecorina, ma io decisamente meno. Venni copiosamente sugli arbusti che mi offrivano riparo, appagato come mai prima.
Mi diedi una ripulita grossolana e ripresi il binocolo. "L" era ancora lì, con il viso intriso di piacere e la figa intenta ad accogliere un altro.
Passarono alcuni minuti, poi "G" arrivò all'orgasmo, inondandole il basso ventre e la schiena, sicuramente.
"L" si tirò su ed andò a recuperare il costume rosso, mentre "G" entrò subito in casa.
Un'ultima occhiata su di lei, che prima di seguire il suo amante all'interno dell'abitazione, si concesse una bevuta d'acqua.
Avanzava lentamente, probabilmente stanca ma soddisfatta. Io seguii le sue natiche che ondeggiavano armonicamente e sinuose, ree di aver appena dato a qualcuno uno dei migliori piaceri di questa vita.
E non per l'ultima volta...
 

M4rco86

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Passai una notte poco serena, lì a girarmi e rigirarmi sul letto senza prendere sonno.
Nel giro di poche ore "L" avrebbe trascorso un'intera giornata alla villetta del suo amante ed io non avevo idea di come fare a tenere d'occhio la faccenda.
Sapevo bene dove si trovasse il paese, ma non conoscevo l'ubicazione esatta del luogo dove la mia cara fidanzata si sarebbe concessa quello che inevitabilmente sarebbe stato un tour de force senza uguali.
Pensai di provare a seguirla con l'auto, ma se fossi stato visto sullo specchietto retrovisore della sua non avrei fatto altro che allarmarla e forse, anche peggio, ritrovarmi a dare spiegazioni.
Seguirla da lontano? Possibile, ma sarebbe bastato un semaforo rosso al momento sbagliato o un qualsiasi impedimento dovuto al traffico per perderla di vista e dire così addio alla caccia al tesoro.
Dopo ore e ore cedetti al sonno, rassegnato a poter solo immaginare quanto sarebbe accaduto.

Fu subito mattina. Per colpa della nottata insonne feci molta fatica a svegliarmi, tanto che quando trovai la forza di guardare che ora fosse mi resi conto che era davvero tardi.
C'era già un messaggio di "L" che mi dava il buongiorno informandomi che stavano già tutti in ufficio e che da un momento all'altro sarebbero partiti alla volta della villetta di "G".
Troppo tardi anche per accogliere la pazza idea del tentare di seguire la sua auto, nonostante i rischi elencati prima.
Pazienza, avrei trovato conforto nell'immaginazione, pur consapevole che il brivido del vedere con i propri occhi tutto quanto sarebbe stato ineguagliabile.
Lei partiva proprio in quel momento, con me immerso nei più sconci dei pensieri.
Buon viaggio, "L". Divertiti, almeno tu...

Per quasi un paio d'ore sono riuscito a non star lì a pensare troppo alla cosa, ingannando il tempo con tante di quelle faccende che si posticipano sempre e finiscono inevitabilmente per accumularsi ad oltranza.
Ed ecco che la macchina perfetta che è il nostro cervello si accese di colpo. Un flash, l'Eureka, il colpo di genio!
La Panda di "L" era il frutto dei suoi sacrifici. Ben consci di quanto le piccole utilitarie Fiat fanno gola ai ladri d'auto, acquistammo un segnalatore GPS da occultare all'interno dell'auto, lì dove i delinquenti non si aspettano che possa trovarsi.
Grazie al cielo non era mai servito, ma ci ricordavamo puntualmente di ricaricargli la batteria e di tenere il traffico telefonico sufficiente nella SIM al suo interno.
Il mio asso nella manica stava nell'incompatibilità che l'applicazione per lo smartphone aveva manifestato con il vetusto telefono di "L", tanto da renderne necessaria l'installazione sul mio, ben più moderno.
Non mi serviva affatto seguire un'auto come in un vecchio poliziesco degli anni 80/90, bensì affidarmi ancora una volta alla tecnologia!
Dopo il mini registratore ecco un'altra diavoleria moderna che di colpo presi ad apprezzare.
Una volta aperta l'app, mi bastò pigiare sull'icona di localizzazione per ricevere, in tempo reale, la posizione del veicolo con tanto di coordinate.
Un rapido salto su google maps per inserirle ed ecco il puntatore posizionarsi sull'indirizzo corretto.
La mia X sulla mappa del tesoro!

Sarei voluto correre lì, eccitato a mille, ma dovevo giocare al meglio le mie carte.
Osservai per bene la villetta di "G" dall'alto grazie alla comoda visuale satellitare offerta da Maps. La casa in se non sembrava molto grande, ma disponeva di un notevole spazio esterno sia dall'ingresso che costeggiava la piccola stradina di campagna, sia sul retro.
Ipotizzai che una coppia di focosi amanti avrebbe certamente usufruito del riparo offerto dalle mura domestiche, ma considerando la calura estiva ritenni probabile che il giardino sul retro sarebbe potuto essere un'ottima candidata location per qualche gioco all'aperto.
Del resto le villette di quella zona non erano così vicine l'una all'altra, concedendo grazie ai rispettivi giardini ed a quelli che sembravano terreni destinati alle colture un bel po' di spazio. Un ottimo margine di privacy, per intenderci.
Ad incuriosirmi molto era anche un'apparentemente impervia collina che si ergeva proprio alle spalle del giardino, costellata da rocce ed alberi. Non un vero e proprio bosco, ma un possibile riparo. Sfruttando i sapienti strumenti di Maps quantificai la distanza tra i primi alberi sulle pendici della collina ed il giardino in appena 120 metri.
Ricordavo di avere un vecchio binocolo da qualche parte. Lo trovai in fondo ad un armadio, impolverato ma ancora integro. Non avevo idea di che portata avesse, ma ritenni di doverlo mettere nello zaino prima di partire.
Soltanto una cosa non mi era chiara: come raggiungere quel punto della collina? Vidi che fermandomi ad un paio di chilometri dalla villetta avrei potuto incamminarmi lungo un sentiero sterrato che tagliava fin lì, però non era chiaro se fosse una strada realmente percorribile o magari un terreno di proprietà altrui, e pertanto inviolabile.
Avevo sì, molta voglia di intraprendere questa avventura da guardone avventuriero, senza però cadere in errori del genere. Ci mancava una qualche denuncia per violazione di proprietà privata solo per perseguire il desiderio di spiare "L".
C'era solo un modo per scoprirlo, ed era recarmi lì.

Arrivai in paese e parcheggiai lungo una stradina secondaria, lontano dal corso principale e dalla vista.
Giunsi presto al sentiero che avevo individuato e con grande gioia vidi che non vi era alcun ostacolo, recinzione o cancellata. Maledivo il caldo, con il sole in rapida ascesa ed io bardato con dei jeans piuttosto spessi per poter affrontare anche una lunga camminata tra eventuali sterpaglie o rovi.
La mia felicità si interruppe poco dopo, quando trovai davanti un terreno coltivato con tanto di staccionata e cartelli ben in vista recitanti: Proprietà privata.
Questo comportò una deviazione, ma non la fine dell'avventura. Il terreno si estendeva per un bel pezzo, ma vedevo in lontananza la fine della staccionata, che voltava a destra per racchiudere il ben curato orto di campagna e si lasciava affiancare dal sentiero che riprendeva ad aprirmi la via verso la collinetta, lì non troppo distante.
Nessun'altra sorpresa, solo la salita (neanche troppo ripida) e finalmente un po' di refrigerio offerto dall'ombra prodotta dagli alberi.
Ecco a vista la schiera di villette. Quella di "G" era la terza.
Non nego che una volta giunto sul punto che avevo individuato su Google Maps ebbi un tremito di eccitazione nel constatare che l'altura offriva una splendida vista sul giardino.
Già apprezzabile ad occhio nudo, mi colpì subito una di quelle piscine montabili che spesso avevo visto a casa di amici e lì accanto una sedia sdraio ed un lettino da spiaggia.
Tuttavia, nessuna traccia degli stacanovisti.
Ne approfittai per accomodarmi alle spalle di una grossa roccia attorniata da cespugli ed arbusti vari e quasi mi pentii di non aver addosso una di quelle maglie con fantasia mimetica. Le ho sempre trovate ridicole ed ora con addosso una maglietta grigia mi feci prendere dalla paranoia di poter essere scorto da qualcuno.
Tirai fuori il binocolo dallo zaino e decisi di dare uno sguardo da "più vicino". Che spettacolo! Non era un'immagine nitida ed in alta definizione come quelle a cui siamo abituati tutti, ormai, ma rendeva decisamente meglio di quanto mi aspettassi!
Vidi che accanto alla sedia sdraio c'era un tavolino in legno con dei fogli sparsi su di esso e forse qualche carpetta. Poi il nulla. Non c'era anima viva lì in giardino.
Passo una mezz'ora abbondante, con me che tenevo d'occhio anche la villetta vicina. Al momento era disabitata. Finestre chiuse, giardino in disordine. Meglio così, dato che ero più esposto ad essere visto da qualcuno lì piuttosto che da "L" e "G" nell'altra.
Temetti che i due fossero sì impegnati in dolci attività, ma al sicuro e magari comodamente distesi a letto. Ed invece, finalmente, fui smentito.
Vidi "G" uscire in giardino con addosso dei pantaloncini ed una maglietta. Teneva in mano una bottiglia d'acqua che posò sul tavolo prima di sedersi sulla sdraio e prendere in mano dei fogli. Forse stavano davvero lì per lavoro ed io mi ero fatto un film in testa senza fondamento?
La risposta (e che risposta!) fu: assolutamente no!
"L" uscì in giardino poco dopo e riempì il binocolo con il tanto ambito e meraviglioso costume rosso.
Avanzava sinuosa e si fermò alle spalle della sdraio. Chissà che stavano dicendo.
"G" non tolse lo sguardo dal foglio, mentre "L" gli mise le mani sulle spalle e si chinò in avanti, forse per leggere anche lei.
Io ero ipnotizzato dal suo davanzale sodo e costretto dall'effetto pushup del micro costume. "Non indosserei mai qualcosa del genere" - diceva neanche 24 ore prima.
Dopo un paio di minuti "L" andò verso il lettino e si stese a pancia in su al sole. Visione paradisiaca che il suo collega decise di degnare di più attenzione, posando i fogli ed avvicinando la sua sedia al lettino.
Lei sembrò apprezzare e scostò la gamba destra verso di lui, poggiandogliela sulla coscia e strusciandogli il piede su e giù sull'addome.
"G" lo prese tra le mani, cominciando a massaggiarglielo. Sapevo bene quanto "L" adorasse questo genere di attenzioni, ma adesso stavo assistendo alla scena da una prospettiva tutta nuova.
I due, consapevoli di essere forse gli unici presenti in zona, avrebbero presto ceduto alla libido dando un senso al mio faticoso appostamento.
Vidi la mano sinistra di "L" scorrere lungo i fianchi e soffermarsi sui laccetti laterali di sinistra. Capii che stava slacciando le sue minimali mutandine e sentii crescere forte in me un tremore di lussuria.
Detto fatto, laccetti slacciati e mutandina accompagnata gentilmente per terra. A quel punto "G" smise di massaggiarle il piede e si dedicò ad accarezzarle le cosce, salendo più su poco alla volta.
Dalla mia posizione vedevo "L" di fianco, lì che aveva appena divaricato le gambe. Ho capito dai movimenti del suo ventre e dal modo di tirare indietro la testa che in quel momento le dita del suo amante fossero giunte a destinazione.
Dal mio fido binocolo non potevo vedere nitidamente la sua espressione, ma la conoscevo molto bene ed era come ammirarla dal vivo.
Trascorse qualche minuto, poi "G" si alzò in piedi. "L" scattò seduta, fiondandosi sui suoi pantaloncini e tirandoli giù senza pensarci troppo. Si sedette sul lettino, dando le spalle al mio punto di vista ed oscurandomi la visuale sul basso ventre del suo compagno di giochi, anche se mi era molto chiaro cosa stesse facendo.
La sua testa si muoveva lenta, seguendo un ritmo che spesso avevo provato su me stesso, ma che adesso scandiva sul suo fortunato collega.
Ebbi un'erezione immediata nell'osservare quella scena, cui poco dopo seguì un lesto movimento di "G" che sfilò il reggiseno alla mia fidanzata che, imperterrita, continuava quello che doveva essere un gran bel lavoro di bocca.
Quando "G" ne ebbe abbastanza le scostò il capo e la tirò su dal lettino, indicando con un cenno del capo il tavolo di legno.
Vederla completamente nuda, di spalle, ostentando quel lato B marmoreo mentre si avvicinava al tavolo aumentò la mia eccitazione, così come il deciso schiaffo che "G" le rifilò per spronarla.
Lì al tavolo, la spinse giù, china sul piano e le si infilò alle spalle in un attimo. Nonostante la visuale non fosse la migliore, con i due a darmi quasi completamente le spalle, riuscivo ad apprezzare le mani di lui sui fianchi di lei e le vigorose e rapide spinte che le rifilava.
Intravedevo lei godere, artigliando la superficie del tavolo più volte ma senza cedere. Il suo seno compresso dal peso del suo corpo, lei salda ed intenta a godere dei feroci colpi che "G" le destinava senza mostrare segno alcuno di stanchezza.
Io dovetti reggere il binocolo con una sola mano per ovvi motivi. Iniziai a masturbarmi, assistendo ad una delle più recondite fantasie sessuali di un uomo.
Non so quanto tempo durò quella fantastica pecorina, ma io decisamente meno. Venni copiosamente sugli arbusti che mi offrivano riparo, appagato come mai prima.
Mi diedi una ripulita grossolana e ripresi il binocolo. "L" era ancora lì, con il viso intriso di piacere e la figa intenta ad accogliere un altro.
Passarono alcuni minuti, poi "G" arrivò all'orgasmo, inondandole il basso ventre e la schiena, sicuramente.
"L" si tirò su ed andò a recuperare il costume rosso, mentre "G" entrò subito in casa.
Un'ultima occhiata su di lei, che prima di seguire il suo amante all'interno dell'abitazione, si concesse una bevuta d'acqua.
Avanzava lentamente, probabilmente stanca ma soddisfatta. Io seguii le sue natiche che ondeggiavano armonicamente e sinuose, ree di aver appena dato a qualcuno uno dei migliori piaceri di questa vita.
E non per l'ultima volta...
Bellissimo!!! E questo "E non per l'ultima volta" mi fa sperare che scriverai ancora
 
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Come immaginavo, non fu l'ultimo weekend sacrificato in virtù degli "straordinari" di "L".
Non era proprio una consuetudine, ma neanche un evento così raro.
Da parte mia ormai conoscevo bene il luogo in cui si incontravano e qualche volta sono riuscito a ripetere l'esperienza da guardone.
Un paio di volte mi andò male, poiché addentrandoci nel pieno dell'estate iniziarono a popolarsi anche le altre villette della zona.
Non ero più così sicuro di potermi appartare lassù in cima tra gli arbusti, armato di binocolo, senza destare sospetti.
Inoltre, forse preoccupati di poter essere visti da altri villeggianti, "L" e "G" abbandonarono presto il giardino. Quantomeno per quel tipo di attività.
Visti lì su lettini e sedie sdraio ormai sembravano una tranquilla, giovane, coppietta in vacanza.
Ben diversa, sicuramente, era la situazione tra le mura del villino... ed io non avevo accesso al suo interno.
Pensai di ricorrere nuovamente alla tecnologia, che già in occasione del registratore in ufficio e del GPS sulla Panda di "L" mi era stata di grande aiuto, ma dovetti arrendermi.
Arrivai a valutare persino l'acquisto di un drone per provare ad avventurarmi vicino alle finestre, ma accantonai immediatamente l'idea quando ne vidi in funzione un paio qua e là per negozi: troppo rumorosi per quello che doveva essere il loro utilizzo in questa vicenda.

Non mi restava che l'immaginazione, alimentata da "L" che nei nostri momenti di intimità iniziava ad assumere atteggiamenti mai adottati prima.
Rispetto ai classicismi cui eravamo abituati, non era insolito vederla prendere nuove iniziative. Notai che manifestò un maggiore interesse per il lato orale del rapporto. A memoria d'uomo non ricordavo quando fu l'ultima volta che chiese espressamente di provare un bel 69.
Ora, di colpo, era lei stessa a posizionarsi in maniera tale da imporlo.
Oppure, capitava che durante gli amplessi cercasse un bel dito da succhiare.
La cosa che mi rincuorava, oltre al godere appieno della sua evoluzione, era proprio che non saltasse mai un'occasione. Niente più stanchezza, emicrania, impegni o altro ancora.
Ero curiosissimo di sapere cosa le passasse per la testa, poiché trovavo insolito che nonostante il suo tardare ad uscire dall'ufficio almeno una o due volte a settimana più la scappatella del sabato, avesse voglia di dedicarmi tutta quella passione.
Cioè, "L" era sempre stata un tipo da un paio di incontri serali a settimana, di cui uno per forza nel weekend che era più libera dal lavoro. Adesso si intratteneva con l'amante almeno due, tre volte a settimana ed ogni benedetta domenica (permettetemi questo gioco di parole a chiaro riferimento cinematografico) non si lasciava scappare neanche un po' delle mie energie.

Arrivammo all'ultimo weekend prima che lei entrasse in ferie e decidemmo di andare al mare. Era un torrido sabato di Agosto e a quanto pare non aveva "straordinari" da mandare avanti con "G".
Mentre stavamo sotto all'ombrellone manifestò la voglia di andare a fare un bel bagno per rinfrescarsi un po'. Mi chiese se volevo unirmi a lei, ma le risposi che per questa volta avrei evitato. Stavo bene lì all'ombra.
"L" decise di andare comunque. Armato di occhiali da sole potevo avere una visione d'insieme niente male ed è inutile dirvi che appena giunse sul bagnasciuga, con l'acqua fredda che le arrivava appena ai polpacci, un bel numero di teste si mossero in sincro con il suo muoversi qua e là. E dire che, come già scritto in precedenza, usava dei costumi sin troppo tradizionali che non rendevano giustizia al suo corpo.
Mi feci tanti di quei film mentali che l'erezione fu immediata. "L" tornò presto, con il sole a riflettere sulla sua pelle bagnata e decine di occhi a rimbalzare sul suo sedere sodo. Notò immediatamente il mio "stato".

"L": ...tutto ok? - mi chiese con un sorrisetto a metà fra il divertito ed il malizioso.

Le dissi che era tutto merito suo. Inizialmente non volle credermi e si guardava attorno cercando chissà che diva in perizoma, ma le dissi che era proprio così e credo non solo per me. Citai i tanti vicini di ombrellone che se l'erano mangiata con gli occhi.

"L": Non hanno mai visto una ragazza in costume? Bah...

Era il momento di provare a spingere un po' sull'acceleratore. Rimarcai per l'ennesima volta che a noi uomini basta anche questo per aizzare le fantasie e le dissi che la prossima volta avrebbe dovuto indossare il suo nuovo costume rosso.
Chissà se avevo fatto bene. Ultimamente l'avevo trovata più disinibita tra le lenzuola, quindi perché non provare?

"L": Non diciamo scemenze, per cortesia. Che poi anche se lo neghi stai sicuro che ti darebbe fastidio.

Osai ribattere che forse a me non dava alcun fastidio. Il mondo è ben più moderno rispetto a qualche anno fa. I bigotti hanno lasciato il potere ai libertini e non sarebbe stato un costume più sexy a mettermi in difficoltà. Del resto l'avevano puntata già con quello che aveva addosso attualmente, no?
Lei insistette nel dire che parlavo così adesso, ma che nella situazione reale sarei stato preda della gelosia. Si zittì per un po' e poi mi gelò con una sola parola.

"L": Scommettiamo?

Ebbi un brivido nonostante i 35 gradi lì in spiaggia. Per la prima volta "L" non lasciava morire un discorso dal sapore piccante, bensì lo alimentava.
Nonostante il mio stupore, schermato dagli occhiali scuri, manifestai tranquillità e le risposi che dipendeva solo da lei. Per me era andata.
Dove e quando, invece, era ancora da decidere.

Il resto della giornata trascorse tra tuffi, nuotate e cocktail sotto l'ombrellone. Rientrati a casa "L" mi saltò letteralmente addosso, calda ed energica come se si fosse appena svegliata al mattino.
L'indomani non riuscimmo ad andare in spiaggia per via di uno di quei temporali estivi che si manifestano sempre e comunque quando noi lavoratori siamo liberi: la domenica. Poi la settimana ricominciò, così come tornarono a farsi leggere i messaggini whatsapp di "L" per ben tre giorni.
Lunedì, Martedì e Giovedì mi avvisò che non si sarebbe fatta sentire subito dopo il lavoro poiché doveva trattenersi in ufficio. Inoltre, venerdì sera mi informò del solito "straordinario" da portare avanti l'indomani.
Non poterla spiare mi rodeva tantissimo e verso le 11:00 del sabato mattina le scrissi che questa settimana le avevano proprio fatto il mazzo con tutti questi extra. Allusivo al massimo, e sapere che lo avrebbe letto in compagnia del suo amante metteva più pepe sulle mie fantasie.
Mi rispose dopo circa venti minuti.

"L": Da sfinirsi, credimi... per fortuna che adesso ci saranno le ferie. Devo godermele tutte.

Ancora non lo potevo sapere, ma se le sarebbe goduta per davvero... e da lì in poi qualcosa sarebbe cambiato.
 

mariettolo

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"L" è una bella ragazza sulla trentina, timida e molto introversa.
Non risalta per la sua statura, dato che è una piccoletta di un metro e mezzo, ma concentra in quel corpicino delle forme sinuose che qualsiasi cosa indossi finisce per renderla il centro dell'attenzione.
Stiamo insieme da qualche anno ed ormai mi sono abituato a veder girare le teste al suo passaggio.
Lei non ci fa caso e quando glielo faccio notare reagisce con imbarazzo. La classica santarellina pudica che si sente in colpa quando decide (di rado) di osare un po' più del solito nel vestire, esibendo una qualche scollatura sulla sua terza misura o sfoggiando qualche gonna nemmeno troppo corta.
Quando la nostra coppia divenne abbastanza rodata le dissi di non sentirsi in imbarazzo e di mostrarsi fiera di quel corpo da cattivi pensieri che si ritrova, aggiungendo che il vederla mangiata con gli occhi deve essere un motivo d'orgoglio. Che senso ha vestirsi bene e vergognarsene?
Nonostante tutto non è mai uscita da quella condizione di timidezza, né mi ha mai dato motivo di pensare che fosse solo una maschera tenuta su per non passare per poco di buono ai miei occhi.
Fino a quando, un po' di tempo fa, mi è capitato tra le mani il suo smartphone...


Questo topic nasce come una specie di diario, che post dopo post svelerà come la gente possa nascondere lati della propria personalità totalmente impercettibili dall'esterno. Mi riprometto di continuare a condividere quanto prima, con chi avrà il piacere di seguirmi, le evoluzioni di questa storia nata per puro caso, e che giorno dopo giorno continua a regalarmi sorprese.
incipit mOOOOlto intrigante. Complimenti
 

Gekkho

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Come immaginavo, non fu l'ultimo weekend sacrificato in virtù degli "straordinari" di "L".
Non era proprio una consuetudine, ma neanche un evento così raro.
Da parte mia ormai conoscevo bene il luogo in cui si incontravano e qualche volta sono riuscito a ripetere l'esperienza da guardone.
Un paio di volte mi andò male, poiché addentrandoci nel pieno dell'estate iniziarono a popolarsi anche le altre villette della zona.
Non ero più così sicuro di potermi appartare lassù in cima tra gli arbusti, armato di binocolo, senza destare sospetti.
Inoltre, forse preoccupati di poter essere visti da altri villeggianti, "L" e "G" abbandonarono presto il giardino. Quantomeno per quel tipo di attività.
Visti lì su lettini e sedie sdraio ormai sembravano una tranquilla, giovane, coppietta in vacanza.
Ben diversa, sicuramente, era la situazione tra le mura del villino... ed io non avevo accesso al suo interno.
Pensai di ricorrere nuovamente alla tecnologia, che già in occasione del registratore in ufficio e del GPS sulla Panda di "L" mi era stata di grande aiuto, ma dovetti arrendermi.
Arrivai a valutare persino l'acquisto di un drone per provare ad avventurarmi vicino alle finestre, ma accantonai immediatamente l'idea quando ne vidi in funzione un paio qua e là per negozi: troppo rumorosi per quello che doveva essere il loro utilizzo in questa vicenda.

Non mi restava che l'immaginazione, alimentata da "L" che nei nostri momenti di intimità iniziava ad assumere atteggiamenti mai adottati prima.
Rispetto ai classicismi cui eravamo abituati, non era insolito vederla prendere nuove iniziative. Notai che manifestò un maggiore interesse per il lato orale del rapporto. A memoria d'uomo non ricordavo quando fu l'ultima volta che chiese espressamente di provare un bel 69.
Ora, di colpo, era lei stessa a posizionarsi in maniera tale da imporlo.
Oppure, capitava che durante gli amplessi cercasse un bel dito da succhiare.
La cosa che mi rincuorava, oltre al godere appieno della sua evoluzione, era proprio che non saltasse mai un'occasione. Niente più stanchezza, emicrania, impegni o altro ancora.
Ero curiosissimo di sapere cosa le passasse per la testa, poiché trovavo insolito che nonostante il suo tardare ad uscire dall'ufficio almeno una o due volte a settimana più la scappatella del sabato, avesse voglia di dedicarmi tutta quella passione.
Cioè, "L" era sempre stata un tipo da un paio di incontri serali a settimana, di cui uno per forza nel weekend che era più libera dal lavoro. Adesso si intratteneva con l'amante almeno due, tre volte a settimana ed ogni benedetta domenica (permettetemi questo gioco di parole a chiaro riferimento cinematografico) non si lasciava scappare neanche un po' delle mie energie.

Arrivammo all'ultimo weekend prima che lei entrasse in ferie e decidemmo di andare al mare. Era un torrido sabato di Agosto e a quanto pare non aveva "straordinari" da mandare avanti con "G".
Mentre stavamo sotto all'ombrellone manifestò la voglia di andare a fare un bel bagno per rinfrescarsi un po'. Mi chiese se volevo unirmi a lei, ma le risposi che per questa volta avrei evitato. Stavo bene lì all'ombra.
"L" decise di andare comunque. Armato di occhiali da sole potevo avere una visione d'insieme niente male ed è inutile dirvi che appena giunse sul bagnasciuga, con l'acqua fredda che le arrivava appena ai polpacci, un bel numero di teste si mossero in sincro con il suo muoversi qua e là. E dire che, come già scritto in precedenza, usava dei costumi sin troppo tradizionali che non rendevano giustizia al suo corpo.
Mi feci tanti di quei film mentali che l'erezione fu immediata. "L" tornò presto, con il sole a riflettere sulla sua pelle bagnata e decine di occhi a rimbalzare sul suo sedere sodo. Notò immediatamente il mio "stato".

"L": ...tutto ok? - mi chiese con un sorrisetto a metà fra il divertito ed il malizioso.

Le dissi che era tutto merito suo. Inizialmente non volle credermi e si guardava attorno cercando chissà che diva in perizoma, ma le dissi che era proprio così e credo non solo per me. Citai i tanti vicini di ombrellone che se l'erano mangiata con gli occhi.

"L": Non hanno mai visto una ragazza in costume? Bah...

Era il momento di provare a spingere un po' sull'acceleratore. Rimarcai per l'ennesima volta che a noi uomini basta anche questo per aizzare le fantasie e le dissi che la prossima volta avrebbe dovuto indossare il suo nuovo costume rosso.
Chissà se avevo fatto bene. Ultimamente l'avevo trovata più disinibita tra le lenzuola, quindi perché non provare?

"L": Non diciamo scemenze, per cortesia. Che poi anche se lo neghi stai sicuro che ti darebbe fastidio.

Osai ribattere che forse a me non dava alcun fastidio. Il mondo è ben più moderno rispetto a qualche anno fa. I bigotti hanno lasciato il potere ai libertini e non sarebbe stato un costume più sexy a mettermi in difficoltà. Del resto l'avevano puntata già con quello che aveva addosso attualmente, no?
Lei insistette nel dire che parlavo così adesso, ma che nella situazione reale sarei stato preda della gelosia. Si zittì per un po' e poi mi gelò con una sola parola.

"L": Scommettiamo?

Ebbi un brivido nonostante i 35 gradi lì in spiaggia. Per la prima volta "L" non lasciava morire un discorso dal sapore piccante, bensì lo alimentava.
Nonostante il mio stupore, schermato dagli occhiali scuri, manifestai tranquillità e le risposi che dipendeva solo da lei. Per me era andata.
Dove e quando, invece, era ancora da decidere.

Il resto della giornata trascorse tra tuffi, nuotate e cocktail sotto l'ombrellone. Rientrati a casa "L" mi saltò letteralmente addosso, calda ed energica come se si fosse appena svegliata al mattino.
L'indomani non riuscimmo ad andare in spiaggia per via di uno di quei temporali estivi che si manifestano sempre e comunque quando noi lavoratori siamo liberi: la domenica. Poi la settimana ricominciò, così come tornarono a farsi leggere i messaggini whatsapp di "L" per ben tre giorni.
Lunedì, Martedì e Giovedì mi avvisò che non si sarebbe fatta sentire subito dopo il lavoro poiché doveva trattenersi in ufficio. Inoltre, venerdì sera mi informò del solito "straordinario" da portare avanti l'indomani.
Non poterla spiare mi rodeva tantissimo e verso le 11:00 del sabato mattina le scrissi che questa settimana le avevano proprio fatto il mazzo con tutti questi extra. Allusivo al massimo, e sapere che lo avrebbe letto in compagnia del suo amante metteva più pepe sulle mie fantasie.
Mi rispose dopo circa venti minuti.

"L": Da sfinirsi, credimi... per fortuna che adesso ci saranno le ferie. Devo godermele tutte.

Ancora non lo potevo sapere, ma se le sarebbe goduta per davvero... e da lì in poi qualcosa sarebbe cambiato.
Stupendo. Fantastico. Continua che scrivi da dio.
 

salelavita

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"L" è una bella ragazza sulla trentina, timida e molto introversa.
Non risalta per la sua statura, dato che è una piccoletta di un metro e mezzo, ma concentra in quel corpicino delle forme sinuose che qualsiasi cosa indossi finisce per renderla il centro dell'attenzione.
Stiamo insieme da qualche anno ed ormai mi sono abituato a veder girare le teste al suo passaggio.
Lei non ci fa caso e quando glielo faccio notare reagisce con imbarazzo. La classica santarellina pudica che si sente in colpa quando decide (di rado) di osare un po' più del solito nel vestire, esibendo una qualche scollatura sulla sua terza misura o sfoggiando qualche gonna nemmeno troppo corta.
Quando la nostra coppia divenne abbastanza rodata le dissi di non sentirsi in imbarazzo e di mostrarsi fiera di quel corpo da cattivi pensieri che si ritrova, aggiungendo che il vederla mangiata con gli occhi deve essere un motivo d'orgoglio. Che senso ha vestirsi bene e vergognarsene?
Nonostante tutto non è mai uscita da quella condizione di timidezza, né mi ha mai dato motivo di pensare che fosse solo una maschera tenuta su per non passare per poco di buono ai miei occhi.
Fino a quando, un po' di tempo fa, mi è capitato tra le mani il suo smartphone...


Questo topic nasce come una specie di diario, che post dopo post svelerà come la gente possa nascondere lati della propria personalità totalmente impercettibili dall'esterno. Mi riprometto di continuare a condividere quanto prima, con chi avrà il piacere di seguirmi, le evoluzioni di questa storia nata per puro caso, e che giorno dopo giorno continua a regalarmi sorprese
le premesse sono ottime, mi gusterò il proseguo
 
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Ricevetti un messaggio di "L" verso la metà del pomeriggio di quello stesso Sabato.
Le primissime parole mi fecero preoccupare: "Sono in ospedale perché "G" si è sentito poco bene mentre stavamo lavorando. Appena arriva almeno uno tra suo fratello o sua sorella ti avviso e rientro a casa mia."
Letto per intero, invece, quel messaggio mi apparve come un qualcosa di tragicomico. "G" aveva accusato un malore mentre stavano "lavorando"... e ci credo, era la quarta volta questa settimana! La mia cara "L" lo aveva sfiancato.
Le risposi subito, sincerandomi delle condizioni del suo collega e chiedendole se fosse qualcosa di grave.
Mi scrisse che non sembrava nulla di particolarmente grave, che di colpo avesse iniziato a respirare affannosamente ma che già adesso la situazione era sotto controllo. I medici gli hanno imposto comunque degli accertamenti cardiaci ed almeno una settimana di totale riposo.
Insomma, queste ferie calzavano a pennello. Un'altra settimana in ufficio con "L" ed il povero "G" ci rimetteva le penne. Chissà che ritmi tenevano quei due per ridursi così.
Forse sono una brutta persona, ma alla fine di quello scambio di messaggi mi venne da ridere di gusto. Eppure non era una gag da cinepanettone, bensì la realtà.

Giunse la domenica, che trascorsi in parte a fare i bagagli per la nostra partenza dell'indomani ed in parte a casa di "L".
Aveva sistemato la valigia in mattinata, così da impormi un primo ed un secondo round pomeridiano nel giro di poco. Ormai era davvero scatenata a letto ed al termine delle nostre attività mi tornò in mente il suo collega finito in ospedale con 24 ore di ricovero precauzionale.
Dopo un po' le domandai se aveva sue notizie.

"L": Lo avrebbero dimesso oggi pomeriggio, se continuava a stare bene. Gli esami sono ok.

Le dissi che forse lavoravano troppo. Ultimamente continuavano a fare straordinari fino al tardo pomeriggio, senza contare la giornata del sabato che di tanto in tanto aveva sicuramente il suo peso. Lanciai anche una piccola provocazione, sostenendo che sia successo tutto questo nonostante il loro lavoro sedentario.
Chiaramente "L" non poté ribattere come avrebbe voluto e citò varie fonti sugli effetti negativi dello stress da ufficio, sul dover sottostare a tempistiche e scadenze precise.
Come no, le tempistiche dettate dal non dare troppo nell'occhio e nel potersi scatenare soltanto dopo che tutti gli altri colleghi fossero andati via.
Si fece ora di andare, (prima che "L" esigesse una terza ripresa) ed ultimare i preparativi.

Lunedì mattina partimmo di buon'ora con la nostra destinazione ad alcune ore di viaggio in auto di distanza. Avevamo deciso di trascorrere una settimana presso un hotel a pochi passi dal mare nel sud Italia. Con mia grande sorpresa non trovammo le classiche code autostradali di Agosto e riuscimmo a sistemarci in hotel poco prima dell'ora di pranzo.
Insieme ad "L" decidemmo di non andare subito in spiaggia e di posticipare il tutto al pomeriggio. Inoltre, lei decise di occupare il tempo che ci separava dal pasto nel modo in cui, ultimamente, preferiva.
Subito dopo pranzo ci preparammo a goderci il primo giorno di mare. In spiaggia non c'era tantissima gente, forse in tanti erano rientrati per il pranzo e sarebbero tornati dopo. Questo ci agevolò nel trovare tante postazioni libere. Mi misi comodo mentre "L" mi fissava cercando di nascondere un sorrisino beffardo. Si sfilò la maglietta e mi lasciò di sasso.

"L": Che c'è? Te lo avevo detto, no?

Aveva indossato il costume rosso. Ripresi il controllo di me stesso, non facendo trapelare chissà che stupore. Lei, nel frattempo, si sfilò anche il pantaloncino a jeans che nascondeva il pezzo migliore di quel costume.
Ebbi un'erezione immediata, che tentai di nascondere stendendomi a pancia in giù sul lettino. "L" rideva di gusto, prendendo posto sull'altro lettino con lo schienale reclinato a 45°.
Era una visione stupenda, per me e per un paio di occupanti delle postazioni vicine.
Si accorse che la mangiavo con gli occhi e scuotendo la testa affermò che basta davvero poco con noi.
Diedi un'occhiata in giro ed in effetti "L" aveva letteralmente calamitato gli occhi del pubblico maschile nei dintorni. I più sfortunati di loro, con famiglia al seguito, rischiavano lo strabismo per poter contemplare la dea sul lettino senza farsi beccare dalle mogli.
Chiesi alla mia metà come si sentisse, visto il suo precedente rifiuto ad esibirsi in pubblico con quell'outfit.

"L": Te lo dico tra poco...

Si alzò ed iniziò a camminare verso il mare. Al negozio le avevo mentito spudoratamente. Di costumi così minimali non se ne vedevano tantissimi, e la combo con il suo lato B così sodo e tonico, scolpito dai regolari allenamenti in palestra, era davvero esplosiva.
Arrivò sul bagnasciuga, con la risacca delle onde che le bagnò le caviglie. Stette lì qualche minuto, entrando in mare lentamente. Dal suo star tesa come la corda di un violino immaginai che l'acqua fosse fredda. Infine si prese di coraggio e si tuffò in avanti.
Mentre scompariva sotto alla superficie dell'acqua vidi tutti quanti i bagnanti con gli occhi puntati lì.
Qualche minuto dopo si tuffarono in mare anche altre persone, tra cui un gruppo di tre ragazzi che si avvicinavano spesso e volentieri ad "L". Sono sicuro che stavano provando ad attaccare bottone, ma dopo una breve rinfrescata "L" decise di uscire.
Inutile dire che gli occhi dei tre rimasero incollati alle sue natiche fin quando non le posò delicatamente sul lettino.
Tornai subito alla carica, riprendendo il discorso interrotto prima del suo bagno in mare.

"L": Pensavo peggio, alla fine l'imbarazzo svanisce di fronte a quanto siete ridicoli voi maschi.

Ero sicuro che si riferisse a quei tre, e curiosissimo di sapere cosa si fossero detti, la spinsi a proseguire nel racconto.

"L": Hanno chiesto se ero qui da sola, se di passaggio o in vacanza. Cose di questo genere.

Immagino che ci saranno rimasti male scoprendo che "L" non era lì da sola, ma quando lo affermai lei ebbe subito la risposta pronta.

"L": Non più di tanto. Uno di loro diceva che porto un bel bikini e che se il mio ragazzo mi permette di farlo evidentemente non è un tipo molto geloso."

Beh, nulla di sbagliato nell'affermazione di quel bagnante, che nel frattempo usciva dall'acqua insieme agli altri due.
Ci passarono vicino e tagliarono in direzione del bar transitando proprio di fronte ai nostri lettini.
Vidi "L" che un attimo prima tirò indietro le gambe ancora bagnate, assumendo una posa quasi da visita ginecologica.
Pur non essendo nella posizione migliore per affermarlo con certezza sono sicuro che la cosa era collegata alle occhiate che stava ricevendo in quel momento e che lei aveva ricambiato, seppur brevemente.
Subito dopo mi alzai per andare a fare un bagno anche io. Prima di procedere mi voltai un'altra volta verso "L" e notai che il mini costume rosso, bagnato, era diventato una seconda pelle.
Distinsi nettamente il nostro amato effetto "Camel Toe".
Entrai in acqua totalmente eccitato. Quel suo cambio di posizione proprio mentre passavano i tre giovanotti era stato un caso?
Visti quelli che erano stati gli ultimi riscontri nei suoi modi di fare ed il suo costante appetito sessuale, direi proprio di no.
 

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