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Capitolo 1: Bar Mario
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Cronache di "L"
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<blockquote data-quote="pwriter" data-source="post: 17135961" data-attributes="member: 346444"><p>E' successo quasi per caso, durante una visita non preannunciata a casa sua un giorno che mi ero liberato in fretta da alcuni impegni.</p><p>Lei mi dice di attenderla in camera sua per qualche minuto visto che sta finendo di fare ordine in cucina, ed è proprio in quel momento che faccio caso al suo smartphone poggiato sul comodino, sotto carica ma acceso.</p><p>Non so neanche perché, ma mi viene voglia di dare un'occhiata alle fotografie che ti tanto in tanto ci scattiamo e che non sempre ci inviamo reciprocamente per poterle conservare entrambi. Accedo alla galleria e vengo subito attratto dall'anteprima di una delle immagini.</p><p>E' chiaramente una foto di una tipa che sfrutta lo specchio del bagno per immortalarsi di spalle come mamma l'ha fatta. La apro per guardare meglio e sussulto nel riconoscere "L" come soggetto della foto.</p><p>Non mi ha mai abituato a scatti hot ed in quei rarissimi casi in cui l'ho convinta a regalarmene qualcuno (con immensa fatica e non troppo velata insistenza) questi non hanno mai brillato per originalità, risultando quasi scatti "ginecologici".</p><p>In quella foto, invece, "L" si immortalava sì di spalle, ma in posa davvero provocante con il suo meraviglioso fondoschiena arrotondato messo in risalto dalla schiena inarcata all'indietro e la mano libera che copriva la parte superiore di uno dei seni, altrimenti in bella vista di profilo, ma che lasciava scoperta la tondeggiante parte inferiore. </p><p>La cosa più strana, ovviamente, era che quella foto scattata in giornata non fosse stata inviata a me, che la vedevo per la prima volta e solo per caso.</p><p>Con le orecchie rivolte a lei nell'altra stanza e prossima al raggiungermi, chiudo tutto e ripongo il telefono esattamente dov'era. </p><p>Durante il resto della giornata sono tornato spesso a pensare al significato di quella foto, facendomi sempre più convinto che non fosse uno scatto regalo da girare a me. Ma allora a chi? </p><p>Da parte sua, lei si è comportata come al solito. Una comune serata trascorsa tra coccole e telefilm. </p><p>Durante la notte non ho chiuso occhio, ripromettendomi di ricontrollare il suo telefono nel giro di poco, magari con più tempo a disposizione per spulciare qualche chat. Mi serviva un pretesto, oppure una fortunata coincidenza.</p><p>L'indomani abbiamo optato per una serata in pizzeria, ed il viaggio di ritorno verso casa sua mi ha offerto un assist impensabile dato che "L" è sempre abbastanza sbadata e getta la borsa sul sedile posteriore senza alcuna cura. E' già successo abbastanza spesso che il contenuto della borsa finisse riverso sul sedile o sotto ai sedili anteriori. Mi è bastato scuotere l'auto in curva un po' più del solito ed accentuare alcune frenate per apprezzare il sordo rumore di qualcosa cascare giù. Una volta a destinazione ho avuto l'accortezza di prenderle la borsa, poi sono andato via per fermarmi qualche centinaio di metri ed alcuni incroci più in là. Caccia al tesoro sotto al sedile: un pacco di fazzolettini, un rossetto e... lo smartphone!</p><p>Mi fiondo nella gallery e non trovo alcuna traccia di quella fotografia: cancellata. Tutto questo da fiato ai miei sospetti, non mi resta che sbirciare i nomi in cima alle chat whatsapp. Amiche, cugine, gruppi di lavoro e pochi nomi maschili all'infuori del mio, ma uno l'ho sentito spesso: "G", suo collega, nonché amico di vecchia data.</p><p>Apro la chat e cerco rapidamente di cogliere il tono dei messaggi. Nulla di particolare, se non tante emoticon e cuoricini sparsi, ma del resto le usa con quasi tutti i suoi contatti. Qualcosa di strano, però, la trovo. In alcuni punti le conversazioni sembrano troncate (messaggi cancellati di sicuro) e spesso condotte in orari notturni. Tuttavia è impossibile non commettere nessun errore, ed infatti un messaggio vecchio di almeno una settimana fa capolino, in solitaria, durante il mio scorrere indietro nella chat. E' di "L", alle 2:00 di notte e cita testualmente: "Solo se vanno via prima come l'altro giorno... speriamo!"</p><p>Nel frattempo mi squilla il telefono. E' lei che si è accorta di non avere addosso il suo e che mi chiama da quello di suo fratello.</p><p>Faccio il finto tonto, temporeggio fingendo di cercare sotto ai sedili e le dico di averlo appena trovato. Glielo riporto, la saluto e torno a casa ma solo dopo aver copiato il numero del suo collega, non si sa mai.</p><p>Tengo a mente la data di quel messaggio per scorrere indietro nelle mie chat personali con "L" fino a quel fatidico giorno. </p><p>Ci sono. Solito buongiorno, sporadici messaggi in pausa pranzo e poi uno che, ormai, assume un valore inequivocabile:</p><p>Ore 17:50. "L" mi scrive: "Che palle, oggi farò tardissimo per finire la presentazione... ".</p><p>Non avevamo in previsione di vederci, ma le chiedo se vuole che la raggiunga, tanto fuori dall'orario d'ufficio, in assenza del titolare, spesso mi ha fatto entrare. La sua risposta non tarda ad arrivare.</p><p>"No amore, lascia stare tanto sarò occupatissima. Ti chiamo quando rientro a casa"</p><p></p><p>Avrei scommesso tutto quello che ho sulla presenza in ufficio di "G" e fantasticavo su chissà che cosa stessero a fare e fino a che ora. </p><p>Decisi che avrei dovuto avere conferma di quello che pensavo, o sarei impazzito. Chiederglielo ed affrontarla? Neanche per sogno, non fino a quando non ci avrei visto più chiaro. Mi serviva un'idea e la notte ha portato consiglio...</p><p></p><p>Perdonatemi se mi sono dilungato, ma credetemi, ho imparato che ogni dettaglio conta.</p><p>Anche l'ultimo, insignificante, pezzo di un puzzle risulta fondamentale ai fini del suo completamento.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="pwriter, post: 17135961, member: 346444"] E' successo quasi per caso, durante una visita non preannunciata a casa sua un giorno che mi ero liberato in fretta da alcuni impegni. Lei mi dice di attenderla in camera sua per qualche minuto visto che sta finendo di fare ordine in cucina, ed è proprio in quel momento che faccio caso al suo smartphone poggiato sul comodino, sotto carica ma acceso. Non so neanche perché, ma mi viene voglia di dare un'occhiata alle fotografie che ti tanto in tanto ci scattiamo e che non sempre ci inviamo reciprocamente per poterle conservare entrambi. Accedo alla galleria e vengo subito attratto dall'anteprima di una delle immagini. E' chiaramente una foto di una tipa che sfrutta lo specchio del bagno per immortalarsi di spalle come mamma l'ha fatta. La apro per guardare meglio e sussulto nel riconoscere "L" come soggetto della foto. Non mi ha mai abituato a scatti hot ed in quei rarissimi casi in cui l'ho convinta a regalarmene qualcuno (con immensa fatica e non troppo velata insistenza) questi non hanno mai brillato per originalità, risultando quasi scatti "ginecologici". In quella foto, invece, "L" si immortalava sì di spalle, ma in posa davvero provocante con il suo meraviglioso fondoschiena arrotondato messo in risalto dalla schiena inarcata all'indietro e la mano libera che copriva la parte superiore di uno dei seni, altrimenti in bella vista di profilo, ma che lasciava scoperta la tondeggiante parte inferiore. La cosa più strana, ovviamente, era che quella foto scattata in giornata non fosse stata inviata a me, che la vedevo per la prima volta e solo per caso. Con le orecchie rivolte a lei nell'altra stanza e prossima al raggiungermi, chiudo tutto e ripongo il telefono esattamente dov'era. Durante il resto della giornata sono tornato spesso a pensare al significato di quella foto, facendomi sempre più convinto che non fosse uno scatto regalo da girare a me. Ma allora a chi? Da parte sua, lei si è comportata come al solito. Una comune serata trascorsa tra coccole e telefilm. Durante la notte non ho chiuso occhio, ripromettendomi di ricontrollare il suo telefono nel giro di poco, magari con più tempo a disposizione per spulciare qualche chat. Mi serviva un pretesto, oppure una fortunata coincidenza. L'indomani abbiamo optato per una serata in pizzeria, ed il viaggio di ritorno verso casa sua mi ha offerto un assist impensabile dato che "L" è sempre abbastanza sbadata e getta la borsa sul sedile posteriore senza alcuna cura. E' già successo abbastanza spesso che il contenuto della borsa finisse riverso sul sedile o sotto ai sedili anteriori. Mi è bastato scuotere l'auto in curva un po' più del solito ed accentuare alcune frenate per apprezzare il sordo rumore di qualcosa cascare giù. Una volta a destinazione ho avuto l'accortezza di prenderle la borsa, poi sono andato via per fermarmi qualche centinaio di metri ed alcuni incroci più in là. Caccia al tesoro sotto al sedile: un pacco di fazzolettini, un rossetto e... lo smartphone! Mi fiondo nella gallery e non trovo alcuna traccia di quella fotografia: cancellata. Tutto questo da fiato ai miei sospetti, non mi resta che sbirciare i nomi in cima alle chat whatsapp. Amiche, cugine, gruppi di lavoro e pochi nomi maschili all'infuori del mio, ma uno l'ho sentito spesso: "G", suo collega, nonché amico di vecchia data. Apro la chat e cerco rapidamente di cogliere il tono dei messaggi. Nulla di particolare, se non tante emoticon e cuoricini sparsi, ma del resto le usa con quasi tutti i suoi contatti. Qualcosa di strano, però, la trovo. In alcuni punti le conversazioni sembrano troncate (messaggi cancellati di sicuro) e spesso condotte in orari notturni. Tuttavia è impossibile non commettere nessun errore, ed infatti un messaggio vecchio di almeno una settimana fa capolino, in solitaria, durante il mio scorrere indietro nella chat. E' di "L", alle 2:00 di notte e cita testualmente: "Solo se vanno via prima come l'altro giorno... speriamo!" Nel frattempo mi squilla il telefono. E' lei che si è accorta di non avere addosso il suo e che mi chiama da quello di suo fratello. Faccio il finto tonto, temporeggio fingendo di cercare sotto ai sedili e le dico di averlo appena trovato. Glielo riporto, la saluto e torno a casa ma solo dopo aver copiato il numero del suo collega, non si sa mai. Tengo a mente la data di quel messaggio per scorrere indietro nelle mie chat personali con "L" fino a quel fatidico giorno. Ci sono. Solito buongiorno, sporadici messaggi in pausa pranzo e poi uno che, ormai, assume un valore inequivocabile: Ore 17:50. "L" mi scrive: "Che palle, oggi farò tardissimo per finire la presentazione... ". Non avevamo in previsione di vederci, ma le chiedo se vuole che la raggiunga, tanto fuori dall'orario d'ufficio, in assenza del titolare, spesso mi ha fatto entrare. La sua risposta non tarda ad arrivare. "No amore, lascia stare tanto sarò occupatissima. Ti chiamo quando rientro a casa" Avrei scommesso tutto quello che ho sulla presenza in ufficio di "G" e fantasticavo su chissà che cosa stessero a fare e fino a che ora. Decisi che avrei dovuto avere conferma di quello che pensavo, o sarei impazzito. Chiederglielo ed affrontarla? Neanche per sogno, non fino a quando non ci avrei visto più chiaro. Mi serviva un'idea e la notte ha portato consiglio... Perdonatemi se mi sono dilungato, ma credetemi, ho imparato che ogni dettaglio conta. Anche l'ultimo, insignificante, pezzo di un puzzle risulta fondamentale ai fini del suo completamento. [/QUOTE]
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