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Capitolo 1: Bar Mario
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Cronache di "L"
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<blockquote data-quote="pwriter" data-source="post: 17298201" data-attributes="member: 346444"><p>Passai una notte poco serena, lì a girarmi e rigirarmi sul letto senza prendere sonno.</p><p>Nel giro di poche ore "L" avrebbe trascorso un'intera giornata alla villetta del suo amante ed io non avevo idea di come fare a tenere d'occhio la faccenda.</p><p>Sapevo bene dove si trovasse il paese, ma non conoscevo l'ubicazione esatta del luogo dove la mia cara fidanzata si sarebbe concessa quello che inevitabilmente sarebbe stato un tour de force senza uguali.</p><p>Pensai di provare a seguirla con l'auto, ma se fossi stato visto sullo specchietto retrovisore della sua non avrei fatto altro che allarmarla e forse, anche peggio, ritrovarmi a dare spiegazioni.</p><p>Seguirla da lontano? Possibile, ma sarebbe bastato un semaforo rosso al momento sbagliato o un qualsiasi impedimento dovuto al traffico per perderla di vista e dire così addio alla caccia al tesoro.</p><p>Dopo ore e ore cedetti al sonno, rassegnato a poter solo immaginare quanto sarebbe accaduto.</p><p></p><p>Fu subito mattina. Per colpa della nottata insonne feci molta fatica a svegliarmi, tanto che quando trovai la forza di guardare che ora fosse mi resi conto che era davvero tardi.</p><p>C'era già un messaggio di "L" che mi dava il buongiorno informandomi che stavano già tutti in ufficio e che da un momento all'altro sarebbero partiti alla volta della villetta di "G".</p><p>Troppo tardi anche per accogliere la pazza idea del tentare di seguire la sua auto, nonostante i rischi elencati prima.</p><p>Pazienza, avrei trovato conforto nell'immaginazione, pur consapevole che il brivido del vedere con i propri occhi tutto quanto sarebbe stato ineguagliabile.</p><p>Lei partiva proprio in quel momento, con me immerso nei più sconci dei pensieri.</p><p>Buon viaggio, "L". Divertiti, almeno tu...</p><p></p><p>Per quasi un paio d'ore sono riuscito a non star lì a pensare troppo alla cosa, ingannando il tempo con tante di quelle faccende che si posticipano sempre e finiscono inevitabilmente per accumularsi ad oltranza.</p><p>Ed ecco che la macchina perfetta che è il nostro cervello si accese di colpo. Un flash, l'Eureka, il colpo di genio!</p><p>La Panda di "L" era il frutto dei suoi sacrifici. Ben consci di quanto le piccole utilitarie Fiat fanno gola ai ladri d'auto, acquistammo un segnalatore GPS da occultare all'interno dell'auto, lì dove i delinquenti non si aspettano che possa trovarsi.</p><p>Grazie al cielo non era mai servito, ma ci ricordavamo puntualmente di ricaricargli la batteria e di tenere il traffico telefonico sufficiente nella SIM al suo interno.</p><p>Il mio asso nella manica stava nell'incompatibilità che l'applicazione per lo smartphone aveva manifestato con il vetusto telefono di "L", tanto da renderne necessaria l'installazione sul mio, ben più moderno.</p><p>Non mi serviva affatto seguire un'auto come in un vecchio poliziesco degli anni 80/90, bensì affidarmi ancora una volta alla tecnologia!</p><p>Dopo il mini registratore ecco un'altra diavoleria moderna che di colpo presi ad apprezzare.</p><p>Una volta aperta l'app, mi bastò pigiare sull'icona di localizzazione per ricevere, in tempo reale, la posizione del veicolo con tanto di coordinate.</p><p>Un rapido salto su google maps per inserirle ed ecco il puntatore posizionarsi sull'indirizzo corretto.</p><p>La mia X sulla mappa del tesoro! </p><p></p><p>Sarei voluto correre lì, eccitato a mille, ma dovevo giocare al meglio le mie carte.</p><p>Osservai per bene la villetta di "G" dall'alto grazie alla comoda visuale satellitare offerta da Maps. La casa in se non sembrava molto grande, ma disponeva di un notevole spazio esterno sia dall'ingresso che costeggiava la piccola stradina di campagna, sia sul retro.</p><p>Ipotizzai che una coppia di focosi amanti avrebbe certamente usufruito del riparo offerto dalle mura domestiche, ma considerando la calura estiva ritenni probabile che il giardino sul retro sarebbe potuto essere un'ottima candidata location per qualche gioco all'aperto.</p><p>Del resto le villette di quella zona non erano così vicine l'una all'altra, concedendo grazie ai rispettivi giardini ed a quelli che sembravano terreni destinati alle colture un bel po' di spazio. Un ottimo margine di privacy, per intenderci.</p><p>Ad incuriosirmi molto era anche un'apparentemente impervia collina che si ergeva proprio alle spalle del giardino, costellata da rocce ed alberi. Non un vero e proprio bosco, ma un possibile riparo. Sfruttando i sapienti strumenti di Maps quantificai la distanza tra i primi alberi sulle pendici della collina ed il giardino in appena 120 metri.</p><p>Ricordavo di avere un vecchio binocolo da qualche parte. Lo trovai in fondo ad un armadio, impolverato ma ancora integro. Non avevo idea di che portata avesse, ma ritenni di doverlo mettere nello zaino prima di partire.</p><p>Soltanto una cosa non mi era chiara: come raggiungere quel punto della collina? Vidi che fermandomi ad un paio di chilometri dalla villetta avrei potuto incamminarmi lungo un sentiero sterrato che tagliava fin lì, però non era chiaro se fosse una strada realmente percorribile o magari un terreno di proprietà altrui, e pertanto inviolabile.</p><p>Avevo sì, molta voglia di intraprendere questa avventura da guardone avventuriero, senza però cadere in errori del genere. Ci mancava una qualche denuncia per violazione di proprietà privata solo per perseguire il desiderio di spiare "L".</p><p>C'era solo un modo per scoprirlo, ed era recarmi lì.</p><p></p><p>Arrivai in paese e parcheggiai lungo una stradina secondaria, lontano dal corso principale e dalla vista.</p><p>Giunsi presto al sentiero che avevo individuato e con grande gioia vidi che non vi era alcun ostacolo, recinzione o cancellata. Maledivo il caldo, con il sole in rapida ascesa ed io bardato con dei jeans piuttosto spessi per poter affrontare anche una lunga camminata tra eventuali sterpaglie o rovi.</p><p>La mia felicità si interruppe poco dopo, quando trovai davanti un terreno coltivato con tanto di staccionata e cartelli ben in vista recitanti: Proprietà privata.</p><p>Questo comportò una deviazione, ma non la fine dell'avventura. Il terreno si estendeva per un bel pezzo, ma vedevo in lontananza la fine della staccionata, che voltava a destra per racchiudere il ben curato orto di campagna e si lasciava affiancare dal sentiero che riprendeva ad aprirmi la via verso la collinetta, lì non troppo distante.</p><p>Nessun'altra sorpresa, solo la salita (neanche troppo ripida) e finalmente un po' di refrigerio offerto dall'ombra prodotta dagli alberi.</p><p>Ecco a vista la schiera di villette. Quella di "G" era la terza.</p><p>Non nego che una volta giunto sul punto che avevo individuato su Google Maps ebbi un tremito di eccitazione nel constatare che l'altura offriva una splendida vista sul giardino.</p><p>Già apprezzabile ad occhio nudo, mi colpì subito una di quelle piscine montabili che spesso avevo visto a casa di amici e lì accanto una sedia sdraio ed un lettino da spiaggia.</p><p>Tuttavia, nessuna traccia degli stacanovisti.</p><p>Ne approfittai per accomodarmi alle spalle di una grossa roccia attorniata da cespugli ed arbusti vari e quasi mi pentii di non aver addosso una di quelle maglie con fantasia mimetica. Le ho sempre trovate ridicole ed ora con addosso una maglietta grigia mi feci prendere dalla paranoia di poter essere scorto da qualcuno.</p><p>Tirai fuori il binocolo dallo zaino e decisi di dare uno sguardo da "più vicino". Che spettacolo! Non era un'immagine nitida ed in alta definizione come quelle a cui siamo abituati tutti, ormai, ma rendeva decisamente meglio di quanto mi aspettassi!</p><p>Vidi che accanto alla sedia sdraio c'era un tavolino in legno con dei fogli sparsi su di esso e forse qualche carpetta. Poi il nulla. Non c'era anima viva lì in giardino.</p><p>Passo una mezz'ora abbondante, con me che tenevo d'occhio anche la villetta vicina. Al momento era disabitata. Finestre chiuse, giardino in disordine. Meglio così, dato che ero più esposto ad essere visto da qualcuno lì piuttosto che da "L" e "G" nell'altra.</p><p>Temetti che i due fossero sì impegnati in dolci attività, ma al sicuro e magari comodamente distesi a letto. Ed invece, finalmente, fui smentito.</p><p>Vidi "G" uscire in giardino con addosso dei pantaloncini ed una maglietta. Teneva in mano una bottiglia d'acqua che posò sul tavolo prima di sedersi sulla sdraio e prendere in mano dei fogli. Forse stavano davvero lì per lavoro ed io mi ero fatto un film in testa senza fondamento?</p><p>La risposta (e che risposta!) fu: assolutamente no!</p><p>"L" uscì in giardino poco dopo e riempì il binocolo con il tanto ambito e meraviglioso costume rosso.</p><p>Avanzava sinuosa e si fermò alle spalle della sdraio. Chissà che stavano dicendo.</p><p>"G" non tolse lo sguardo dal foglio, mentre "L" gli mise le mani sulle spalle e si chinò in avanti, forse per leggere anche lei. </p><p>Io ero ipnotizzato dal suo davanzale sodo e costretto dall'effetto pushup del micro costume. "Non indosserei mai qualcosa del genere" - diceva neanche 24 ore prima.</p><p>Dopo un paio di minuti "L" andò verso il lettino e si stese a pancia in su al sole. Visione paradisiaca che il suo collega decise di degnare di più attenzione, posando i fogli ed avvicinando la sua sedia al lettino.</p><p>Lei sembrò apprezzare e scostò la gamba destra verso di lui, poggiandogliela sulla coscia e strusciandogli il piede su e giù sull'addome.</p><p>"G" lo prese tra le mani, cominciando a massaggiarglielo. Sapevo bene quanto "L" adorasse questo genere di attenzioni, ma adesso stavo assistendo alla scena da una prospettiva tutta nuova.</p><p>I due, consapevoli di essere forse gli unici presenti in zona, avrebbero presto ceduto alla libido dando un senso al mio faticoso appostamento.</p><p>Vidi la mano sinistra di "L" scorrere lungo i fianchi e soffermarsi sui laccetti laterali di sinistra. Capii che stava slacciando le sue minimali mutandine e sentii crescere forte in me un tremore di lussuria.</p><p>Detto fatto, laccetti slacciati e mutandina accompagnata gentilmente per terra. A quel punto "G" smise di massaggiarle il piede e si dedicò ad accarezzarle le cosce, salendo più su poco alla volta.</p><p>Dalla mia posizione vedevo "L" di fianco, lì che aveva appena divaricato le gambe. Ho capito dai movimenti del suo ventre e dal modo di tirare indietro la testa che in quel momento le dita del suo amante fossero giunte a destinazione.</p><p>Dal mio fido binocolo non potevo vedere nitidamente la sua espressione, ma la conoscevo molto bene ed era come ammirarla dal vivo.</p><p>Trascorse qualche minuto, poi "G" si alzò in piedi. "L" scattò seduta, fiondandosi sui suoi pantaloncini e tirandoli giù senza pensarci troppo. Si sedette sul lettino, dando le spalle al mio punto di vista ed oscurandomi la visuale sul basso ventre del suo compagno di giochi, anche se mi era molto chiaro cosa stesse facendo.</p><p>La sua testa si muoveva lenta, seguendo un ritmo che spesso avevo provato su me stesso, ma che adesso scandiva sul suo fortunato collega.</p><p>Ebbi un'erezione immediata nell'osservare quella scena, cui poco dopo seguì un lesto movimento di "G" che sfilò il reggiseno alla mia fidanzata che, imperterrita, continuava quello che doveva essere un gran bel lavoro di bocca. </p><p>Quando "G" ne ebbe abbastanza le scostò il capo e la tirò su dal lettino, indicando con un cenno del capo il tavolo di legno.</p><p>Vederla completamente nuda, di spalle, ostentando quel lato B marmoreo mentre si avvicinava al tavolo aumentò la mia eccitazione, così come il deciso schiaffo che "G" le rifilò per spronarla.</p><p>Lì al tavolo, la spinse giù, china sul piano e le si infilò alle spalle in un attimo. Nonostante la visuale non fosse la migliore, con i due a darmi quasi completamente le spalle, riuscivo ad apprezzare le mani di lui sui fianchi di lei e le vigorose e rapide spinte che le rifilava.</p><p>Intravedevo lei godere, artigliando la superficie del tavolo più volte ma senza cedere. Il suo seno compresso dal peso del suo corpo, lei salda ed intenta a godere dei feroci colpi che "G" le destinava senza mostrare segno alcuno di stanchezza.</p><p>Io dovetti reggere il binocolo con una sola mano per ovvi motivi. Iniziai a masturbarmi, assistendo ad una delle più recondite fantasie sessuali di un uomo.</p><p>Non so quanto tempo durò quella fantastica pecorina, ma io decisamente meno. Venni copiosamente sugli arbusti che mi offrivano riparo, appagato come mai prima.</p><p>Mi diedi una ripulita grossolana e ripresi il binocolo. "L" era ancora lì, con il viso intriso di piacere e la figa intenta ad accogliere un altro.</p><p>Passarono alcuni minuti, poi "G" arrivò all'orgasmo, inondandole il basso ventre e la schiena, sicuramente.</p><p>"L" si tirò su ed andò a recuperare il costume rosso, mentre "G" entrò subito in casa.</p><p>Un'ultima occhiata su di lei, che prima di seguire il suo amante all'interno dell'abitazione, si concesse una bevuta d'acqua.</p><p>Avanzava lentamente, probabilmente stanca ma soddisfatta. Io seguii le sue natiche che ondeggiavano armonicamente e sinuose, ree di aver appena dato a qualcuno uno dei migliori piaceri di questa vita.</p><p>E non per l'ultima volta...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="pwriter, post: 17298201, member: 346444"] Passai una notte poco serena, lì a girarmi e rigirarmi sul letto senza prendere sonno. Nel giro di poche ore "L" avrebbe trascorso un'intera giornata alla villetta del suo amante ed io non avevo idea di come fare a tenere d'occhio la faccenda. Sapevo bene dove si trovasse il paese, ma non conoscevo l'ubicazione esatta del luogo dove la mia cara fidanzata si sarebbe concessa quello che inevitabilmente sarebbe stato un tour de force senza uguali. Pensai di provare a seguirla con l'auto, ma se fossi stato visto sullo specchietto retrovisore della sua non avrei fatto altro che allarmarla e forse, anche peggio, ritrovarmi a dare spiegazioni. Seguirla da lontano? Possibile, ma sarebbe bastato un semaforo rosso al momento sbagliato o un qualsiasi impedimento dovuto al traffico per perderla di vista e dire così addio alla caccia al tesoro. Dopo ore e ore cedetti al sonno, rassegnato a poter solo immaginare quanto sarebbe accaduto. Fu subito mattina. Per colpa della nottata insonne feci molta fatica a svegliarmi, tanto che quando trovai la forza di guardare che ora fosse mi resi conto che era davvero tardi. C'era già un messaggio di "L" che mi dava il buongiorno informandomi che stavano già tutti in ufficio e che da un momento all'altro sarebbero partiti alla volta della villetta di "G". Troppo tardi anche per accogliere la pazza idea del tentare di seguire la sua auto, nonostante i rischi elencati prima. Pazienza, avrei trovato conforto nell'immaginazione, pur consapevole che il brivido del vedere con i propri occhi tutto quanto sarebbe stato ineguagliabile. Lei partiva proprio in quel momento, con me immerso nei più sconci dei pensieri. Buon viaggio, "L". Divertiti, almeno tu... Per quasi un paio d'ore sono riuscito a non star lì a pensare troppo alla cosa, ingannando il tempo con tante di quelle faccende che si posticipano sempre e finiscono inevitabilmente per accumularsi ad oltranza. Ed ecco che la macchina perfetta che è il nostro cervello si accese di colpo. Un flash, l'Eureka, il colpo di genio! La Panda di "L" era il frutto dei suoi sacrifici. Ben consci di quanto le piccole utilitarie Fiat fanno gola ai ladri d'auto, acquistammo un segnalatore GPS da occultare all'interno dell'auto, lì dove i delinquenti non si aspettano che possa trovarsi. Grazie al cielo non era mai servito, ma ci ricordavamo puntualmente di ricaricargli la batteria e di tenere il traffico telefonico sufficiente nella SIM al suo interno. Il mio asso nella manica stava nell'incompatibilità che l'applicazione per lo smartphone aveva manifestato con il vetusto telefono di "L", tanto da renderne necessaria l'installazione sul mio, ben più moderno. Non mi serviva affatto seguire un'auto come in un vecchio poliziesco degli anni 80/90, bensì affidarmi ancora una volta alla tecnologia! Dopo il mini registratore ecco un'altra diavoleria moderna che di colpo presi ad apprezzare. Una volta aperta l'app, mi bastò pigiare sull'icona di localizzazione per ricevere, in tempo reale, la posizione del veicolo con tanto di coordinate. Un rapido salto su google maps per inserirle ed ecco il puntatore posizionarsi sull'indirizzo corretto. La mia X sulla mappa del tesoro! Sarei voluto correre lì, eccitato a mille, ma dovevo giocare al meglio le mie carte. Osservai per bene la villetta di "G" dall'alto grazie alla comoda visuale satellitare offerta da Maps. La casa in se non sembrava molto grande, ma disponeva di un notevole spazio esterno sia dall'ingresso che costeggiava la piccola stradina di campagna, sia sul retro. Ipotizzai che una coppia di focosi amanti avrebbe certamente usufruito del riparo offerto dalle mura domestiche, ma considerando la calura estiva ritenni probabile che il giardino sul retro sarebbe potuto essere un'ottima candidata location per qualche gioco all'aperto. Del resto le villette di quella zona non erano così vicine l'una all'altra, concedendo grazie ai rispettivi giardini ed a quelli che sembravano terreni destinati alle colture un bel po' di spazio. Un ottimo margine di privacy, per intenderci. Ad incuriosirmi molto era anche un'apparentemente impervia collina che si ergeva proprio alle spalle del giardino, costellata da rocce ed alberi. Non un vero e proprio bosco, ma un possibile riparo. Sfruttando i sapienti strumenti di Maps quantificai la distanza tra i primi alberi sulle pendici della collina ed il giardino in appena 120 metri. Ricordavo di avere un vecchio binocolo da qualche parte. Lo trovai in fondo ad un armadio, impolverato ma ancora integro. Non avevo idea di che portata avesse, ma ritenni di doverlo mettere nello zaino prima di partire. Soltanto una cosa non mi era chiara: come raggiungere quel punto della collina? Vidi che fermandomi ad un paio di chilometri dalla villetta avrei potuto incamminarmi lungo un sentiero sterrato che tagliava fin lì, però non era chiaro se fosse una strada realmente percorribile o magari un terreno di proprietà altrui, e pertanto inviolabile. Avevo sì, molta voglia di intraprendere questa avventura da guardone avventuriero, senza però cadere in errori del genere. Ci mancava una qualche denuncia per violazione di proprietà privata solo per perseguire il desiderio di spiare "L". C'era solo un modo per scoprirlo, ed era recarmi lì. Arrivai in paese e parcheggiai lungo una stradina secondaria, lontano dal corso principale e dalla vista. Giunsi presto al sentiero che avevo individuato e con grande gioia vidi che non vi era alcun ostacolo, recinzione o cancellata. Maledivo il caldo, con il sole in rapida ascesa ed io bardato con dei jeans piuttosto spessi per poter affrontare anche una lunga camminata tra eventuali sterpaglie o rovi. La mia felicità si interruppe poco dopo, quando trovai davanti un terreno coltivato con tanto di staccionata e cartelli ben in vista recitanti: Proprietà privata. Questo comportò una deviazione, ma non la fine dell'avventura. Il terreno si estendeva per un bel pezzo, ma vedevo in lontananza la fine della staccionata, che voltava a destra per racchiudere il ben curato orto di campagna e si lasciava affiancare dal sentiero che riprendeva ad aprirmi la via verso la collinetta, lì non troppo distante. Nessun'altra sorpresa, solo la salita (neanche troppo ripida) e finalmente un po' di refrigerio offerto dall'ombra prodotta dagli alberi. Ecco a vista la schiera di villette. Quella di "G" era la terza. Non nego che una volta giunto sul punto che avevo individuato su Google Maps ebbi un tremito di eccitazione nel constatare che l'altura offriva una splendida vista sul giardino. Già apprezzabile ad occhio nudo, mi colpì subito una di quelle piscine montabili che spesso avevo visto a casa di amici e lì accanto una sedia sdraio ed un lettino da spiaggia. Tuttavia, nessuna traccia degli stacanovisti. Ne approfittai per accomodarmi alle spalle di una grossa roccia attorniata da cespugli ed arbusti vari e quasi mi pentii di non aver addosso una di quelle maglie con fantasia mimetica. Le ho sempre trovate ridicole ed ora con addosso una maglietta grigia mi feci prendere dalla paranoia di poter essere scorto da qualcuno. Tirai fuori il binocolo dallo zaino e decisi di dare uno sguardo da "più vicino". Che spettacolo! Non era un'immagine nitida ed in alta definizione come quelle a cui siamo abituati tutti, ormai, ma rendeva decisamente meglio di quanto mi aspettassi! Vidi che accanto alla sedia sdraio c'era un tavolino in legno con dei fogli sparsi su di esso e forse qualche carpetta. Poi il nulla. Non c'era anima viva lì in giardino. Passo una mezz'ora abbondante, con me che tenevo d'occhio anche la villetta vicina. Al momento era disabitata. Finestre chiuse, giardino in disordine. Meglio così, dato che ero più esposto ad essere visto da qualcuno lì piuttosto che da "L" e "G" nell'altra. Temetti che i due fossero sì impegnati in dolci attività, ma al sicuro e magari comodamente distesi a letto. Ed invece, finalmente, fui smentito. Vidi "G" uscire in giardino con addosso dei pantaloncini ed una maglietta. Teneva in mano una bottiglia d'acqua che posò sul tavolo prima di sedersi sulla sdraio e prendere in mano dei fogli. Forse stavano davvero lì per lavoro ed io mi ero fatto un film in testa senza fondamento? La risposta (e che risposta!) fu: assolutamente no! "L" uscì in giardino poco dopo e riempì il binocolo con il tanto ambito e meraviglioso costume rosso. Avanzava sinuosa e si fermò alle spalle della sdraio. Chissà che stavano dicendo. "G" non tolse lo sguardo dal foglio, mentre "L" gli mise le mani sulle spalle e si chinò in avanti, forse per leggere anche lei. Io ero ipnotizzato dal suo davanzale sodo e costretto dall'effetto pushup del micro costume. "Non indosserei mai qualcosa del genere" - diceva neanche 24 ore prima. Dopo un paio di minuti "L" andò verso il lettino e si stese a pancia in su al sole. Visione paradisiaca che il suo collega decise di degnare di più attenzione, posando i fogli ed avvicinando la sua sedia al lettino. Lei sembrò apprezzare e scostò la gamba destra verso di lui, poggiandogliela sulla coscia e strusciandogli il piede su e giù sull'addome. "G" lo prese tra le mani, cominciando a massaggiarglielo. Sapevo bene quanto "L" adorasse questo genere di attenzioni, ma adesso stavo assistendo alla scena da una prospettiva tutta nuova. I due, consapevoli di essere forse gli unici presenti in zona, avrebbero presto ceduto alla libido dando un senso al mio faticoso appostamento. Vidi la mano sinistra di "L" scorrere lungo i fianchi e soffermarsi sui laccetti laterali di sinistra. Capii che stava slacciando le sue minimali mutandine e sentii crescere forte in me un tremore di lussuria. Detto fatto, laccetti slacciati e mutandina accompagnata gentilmente per terra. A quel punto "G" smise di massaggiarle il piede e si dedicò ad accarezzarle le cosce, salendo più su poco alla volta. Dalla mia posizione vedevo "L" di fianco, lì che aveva appena divaricato le gambe. Ho capito dai movimenti del suo ventre e dal modo di tirare indietro la testa che in quel momento le dita del suo amante fossero giunte a destinazione. Dal mio fido binocolo non potevo vedere nitidamente la sua espressione, ma la conoscevo molto bene ed era come ammirarla dal vivo. Trascorse qualche minuto, poi "G" si alzò in piedi. "L" scattò seduta, fiondandosi sui suoi pantaloncini e tirandoli giù senza pensarci troppo. Si sedette sul lettino, dando le spalle al mio punto di vista ed oscurandomi la visuale sul basso ventre del suo compagno di giochi, anche se mi era molto chiaro cosa stesse facendo. La sua testa si muoveva lenta, seguendo un ritmo che spesso avevo provato su me stesso, ma che adesso scandiva sul suo fortunato collega. Ebbi un'erezione immediata nell'osservare quella scena, cui poco dopo seguì un lesto movimento di "G" che sfilò il reggiseno alla mia fidanzata che, imperterrita, continuava quello che doveva essere un gran bel lavoro di bocca. Quando "G" ne ebbe abbastanza le scostò il capo e la tirò su dal lettino, indicando con un cenno del capo il tavolo di legno. Vederla completamente nuda, di spalle, ostentando quel lato B marmoreo mentre si avvicinava al tavolo aumentò la mia eccitazione, così come il deciso schiaffo che "G" le rifilò per spronarla. Lì al tavolo, la spinse giù, china sul piano e le si infilò alle spalle in un attimo. Nonostante la visuale non fosse la migliore, con i due a darmi quasi completamente le spalle, riuscivo ad apprezzare le mani di lui sui fianchi di lei e le vigorose e rapide spinte che le rifilava. Intravedevo lei godere, artigliando la superficie del tavolo più volte ma senza cedere. Il suo seno compresso dal peso del suo corpo, lei salda ed intenta a godere dei feroci colpi che "G" le destinava senza mostrare segno alcuno di stanchezza. Io dovetti reggere il binocolo con una sola mano per ovvi motivi. Iniziai a masturbarmi, assistendo ad una delle più recondite fantasie sessuali di un uomo. Non so quanto tempo durò quella fantastica pecorina, ma io decisamente meno. Venni copiosamente sugli arbusti che mi offrivano riparo, appagato come mai prima. Mi diedi una ripulita grossolana e ripresi il binocolo. "L" era ancora lì, con il viso intriso di piacere e la figa intenta ad accogliere un altro. Passarono alcuni minuti, poi "G" arrivò all'orgasmo, inondandole il basso ventre e la schiena, sicuramente. "L" si tirò su ed andò a recuperare il costume rosso, mentre "G" entrò subito in casa. Un'ultima occhiata su di lei, che prima di seguire il suo amante all'interno dell'abitazione, si concesse una bevuta d'acqua. Avanzava lentamente, probabilmente stanca ma soddisfatta. Io seguii le sue natiche che ondeggiavano armonicamente e sinuose, ree di aver appena dato a qualcuno uno dei migliori piaceri di questa vita. E non per l'ultima volta... [/QUOTE]
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