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Capitolo 1: Bar Mario
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Cronache di "L"
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<blockquote data-quote="pwriter" data-source="post: 18932289" data-attributes="member: 346444"><p>Poco dopo pranzo stavamo in camera. Non amo stare in spiaggia durante le ore più calde, seppur al riparo dell'ombrellone.</p><p>"L" la pensa esattamente all'opposto ed è ossessionata dalla tintarella. Pressava già per tornare lì. L'unico modo per trattenerla in stanza sarebbe stato quello di assecondare le sue voglie, ma in tutta sincerità, reggere quei ritmi che ultimamente imponeva era davvero difficile.</p><p>Fisiologicamente impegnativo. Oserei dire che il suo compagno d'avventure in ufficio si sia visto esplodere una bomba ad orolgieria tra le mani. Da qui il malore che lo colpì poco tempo prima.</p><p>Giunsi alla conclusione di separarci momentaneamente. Io sarei rimasto un po' in camera e l'avrei raggiunta dopo, con meno sole a picchiarci addosso.</p><p>Non se lo fece ripetere. Già mentre avanzavo questa proposta aveva indossato il pareo ed inforcato le infradito.</p><p></p><p>"L": Vedi di non addormentarti come al solito. Ci vediamo tra un po'.</p><p></p><p>La salutai mentre uscendo dalla stanza mi osservava scuotendo la testa, perplessa. Mi conosceva abbastanza da immaginare che da un momento all'altro sarei crollato in un sonno profondo che sarebbe durato almeno un paio d'ore.</p><p>Tuttavia non andò così, complice il fatto che la mia immaginazione andò in moto in un baleno. "L" da sola in spiaggia, con quel costumino rosso che riusciva contemporaneamente a non nascondere alcunché del suo corpo ed estremizzare le sue forme.</p><p>Di sicuro sarebbe stata braccata dai più svariati predatori da spiaggia ed essendo da sola non avrebbe avuto la necessità di mitigare azioni e reazioni. In mia presenza si sarebbe inibita un po', forse? Vero che da un po' sembrava aver fatto un passo in avanti sul torbido sentiero della trasgressione, ma volevo sapere quanto ancora differisse il suo atteggiamento in mia assenza.</p><p>Sì, era decisamente il caso di alzarsi, sfidare la calura e andare a sbirciare dalla distanza. Ahimè, senza binocolo. Lì di fronte ad una spiaggia affollata ed in piena estate non sarei passato inosservato.</p><p>"L" era uscita da poco meno di mezz'ora. Arrivato ai confini della spiaggia mi poggiai ad un muretto all'ombra di un albero (ma comunque rovente) e buttai gli occhi verso la postazione che occupavamo poche ore prima. Lei era lì, stesa a pancia in giù sul lettino. Sapevo bene che panorama avrebbe apprezzato un qualsiasi bagnante transitato di lì "per caso", ed in effetti c'era un discreto via vai nonostante l'orario sfavorevole e la poca gente presente rispetto alle più comode ore del mattino.</p><p>Fu abbastanza facile riconoscere i tre giovani di cui ho scritto in precedenza, evidentemente rimasti in spiaggia anche per il pranzo e non immuni alla presenza della mia fidanzata. Parlottavano, ma costantemente rivolti in direzione del lettino di "L". Sono certo che a parole l'avessero già attenzionata parecchio. Uno di loro si mise in piedi e poco dopo si recò al bar. Anziché prendere la via più breve, ovviamente, passò dalla nostra postazione. Affrettava il passo sempre più fino ad iniziare a correre e fermarsi proprio sotto l'ombrellone.</p><p>"L" si voltò verso di lui che stava a dirle qualcosa. Il ragazzo sollevava i piedi e li rimetteva giù. La solita scusa della sabbia calda e dell'approfittare dell'ombra altrui. L'abbiamo fatto tutti, mi sa...</p><p>Purtroppo non potevo sentire nulla, ma era chiaro che fosse un modo per attaccar bottone. Lei si girò su un fianco. Quelle due chiacchiere durarono per alcuni minuti, col giovanotto che non voleva saperne di schiodarsi da lì. Infine riprese la marcia verso il bar, mentre "L" si voltò a pancia in su e si distese comodamente.</p><p>Ero curioso di scoprire cosa si fossero detti, così pensai di raggiungerla e riprendere posto accanto a lei ma vidi che il ragazzo tornava sui suoi passi con le mani impegnate a sorreggere due bicchieri. Non tornava verso i suoi amici ma puntava la ben più appetitosa ragazza in bikini tutta sola. Mi fermai e tornai al muretto per vedere come si sarebbe comportata "L" di fronte a quell'approccio.</p><p>Non finse neanche di essere sorpresa. Si mise seduta ed accettò il drink, che iniziò a sorseggiare dalla cannuccia col ragazzo di fronte a lei che faceva lo stesso. Restarono lì anche dopo aver finito di bere, finché "L" non si alzò in piedi puntando verso il mare. Non si preoccupò minimamente di guardare verso l'ingresso della spiaggia per assicurarsi che non stessi lì. Dava per scontato che fossi in camera a sonnecchiare? Probabilmente.</p><p>Il giovanotto la seguì, ipnotizzato dal sinuoso ancheggiare di quel lato B completamente a vista. Entrarono in acqua e da qui in poi fu difficile scorgere movimenti al di sotto del collo. Non era difficile immaginare che fosse scattato qualcosa in più di una chiacchierata quando le due teste si trovavano più vicine. Non serve stare a "portata di mano" per parlare, no?</p><p>L'uno di fronte all'altra, fermi a fissarsi tranne quando lui alzava la testa verso il cielo per poi puntare di nuovo gli occhi in quelli della nuova conquista. Curioso come per me che conoscevo più del dovuto della mia ragazza quell'immagine ritraesse preda e predatore a ruoli invertiti. Lui non ne aveva idea, ma era nelle sue mani. Letteralmente, sì... ma non solo.</p><p>Dopo un po' "L" si voltò e gli diede le spalle. Lui le si avvicinò ancora e sicuramente la cinse dai fianchi per inserirsi dentro. "L" si voltò nuovamente, e poi di nuovo a dargli le spalle. Qualche problema "tecnico"? Niente da fare. Le distanze aumentarono e pochi istanti dopo si avviarono verso la spiaggia. Lei tornò verso il lettino e lui dai suoi due amici.</p><p></p><p>Chiusa questa parentesi non ci furono altri abbordaggi per un po', così decisi di fare il mio ingresso e riprendere possesso del mio lettino di fianco ad "L".</p><p>Era sorpresa di vedermi così presto, pensava che fossi a dormire fino all'ora di cena.</p><p>Vedendola bagnata le chiesi com'era l'acqua e se le fosse piaciuto fare il bagno. Mi rispose di sì e poi prese a raccontarmi di sua iniziativa alcune cose accadute in mia assenza.</p><p>Appresi che un ragazzo le aveva offerto da bere e che ci avesse spudoratamente provato con lei. Ma dai? Le risposi che era normale visto che si trovava da sola e che le sue forme peccaminose, ricalcate dal bikini, avrebbero indotto chiunque a farci più di un pensierino.</p><p>Le dissi che una volta accettato il drink quel tipo si sarebbe sentito in diritto di riscuotere una ricompensa.</p><p>Lei rise e confermò tutto ma disse di avergli detto di essere in vacanza col fidanzato. </p><p></p><p>"L": Ha aggiunto che "vabbè, non sono un tipo geloso".</p><p></p><p>Non c'erano dubbi che avrebbe detto qualcosa del genere. Un copione già scritto.</p><p>Stette un attimo in silenzio e poi mi chiese qualcosa.</p><p></p><p>"L": E tu? Neanche tu sei geloso per avermi sfidato ad indossare questo costume.</p><p></p><p>Ribadendo che non lo ero alimentavo la discussione provando a spostarla lì dove mi andava. Indossare quel bikini venne fuori da una sorta di sfida che le lanciai in uno dei nostri weekend precedenti al mare. Potevo spingerla un po' più in là giocando su una nuova provocazione?</p><p>Mentre pensavo a come agire "L" mi spiazzò di brutto.</p><p></p><p>"L": Ma che ne sai? Magari mentre ero da sola l'ho ricompensato per davvero.</p><p></p><p>Lo affermò con un tono malizioso e provocatorio che mi colse di sorpresa. Per la prima volta da quando tutto questo aveva avuto inizio sentivo di non avere in mano il gioco.</p><p>Erezione immediata, per nulla celata dal costume. Lei sorrise e continuò a spingere sull'acceleratore. Indicò il mio pantaloncino rigonfio con un cenno del capo.</p><p></p><p>"L": Hai insistito sul mio bikini, non sei geloso. Se avessi ricompensato quel ragazzo mi diresti che ho fatto bene? La cosa ti farebbe piacere?</p><p></p><p>Non sapevo come reagire. "L" parlava così solo nella mia testa quando immaginavo che piega avrei voluto che prendesse questa storia. Stava succedendo sul serio o ero davvero in hotel a dormire? Stavo sognando tutto?</p><p>Riuscii a farfugliare qualcosa sul piacere di goderci un po' tutte quelle alternative che la vita poteva offrirci sforzandomi di darmi un tono e non mostrarmi sorpreso.</p><p></p><p>"L": Mi ha anche invitata alla festa che terranno qui in spiaggia, stasera. Mi suggeriva di partecipare e di lasciare il mio ragazzo a dormire. A questo punto direi che devo godermi questa alternativa offertami dalla vita!</p><p></p><p>Era fatta? "L" iniziava ad andare a ruota libera. Aveva preso il controllo della situazione e ne stava approfittando. Mi faceva il verso e continuava a provocarmi. Sapeva già cosa fare (del resto si concedeva scappatelle già da tempo), ma adesso voleva sentirmi dire che il tutto le era permesso. Non doversi più nascondere e godersi tutto quanto alla luce del sole. </p><p>Pungolato così tanto cedetti e le dissi quanto voleva sentire, o quasi: "Ho immaginato la situazione qualche volta. Sì, l'idea mi eccita molto."</p><p></p><p>Lei non cambiò espressione. Nessun cenno di sorpresa, semmai un'emozione nuova negli occhi.</p><p></p><p>"L": Ok... e quando succederà non avrai ripensamenti? Ci saranno ripercussioni tra noi? - un attimo di silenzio e aggiunse un inequivocabile: "Pensa bene alla tua risposta..."</p><p></p><p>Io confermai tutto annuendo. Lei sorrise compiaciuta e come se nulla fosse prese lo smartphone ed iniziò a giocare.</p><p>Non riuscivo a smettere di pensare a cosa ci eravamo appena detti.</p><p>Interruppe il silenzio un'ultima volta, prima di tornare al suo videogame.</p><p></p><p>"L": Ti amo!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="pwriter, post: 18932289, member: 346444"] Poco dopo pranzo stavamo in camera. Non amo stare in spiaggia durante le ore più calde, seppur al riparo dell'ombrellone. "L" la pensa esattamente all'opposto ed è ossessionata dalla tintarella. Pressava già per tornare lì. L'unico modo per trattenerla in stanza sarebbe stato quello di assecondare le sue voglie, ma in tutta sincerità, reggere quei ritmi che ultimamente imponeva era davvero difficile. Fisiologicamente impegnativo. Oserei dire che il suo compagno d'avventure in ufficio si sia visto esplodere una bomba ad orolgieria tra le mani. Da qui il malore che lo colpì poco tempo prima. Giunsi alla conclusione di separarci momentaneamente. Io sarei rimasto un po' in camera e l'avrei raggiunta dopo, con meno sole a picchiarci addosso. Non se lo fece ripetere. Già mentre avanzavo questa proposta aveva indossato il pareo ed inforcato le infradito. "L": Vedi di non addormentarti come al solito. Ci vediamo tra un po'. La salutai mentre uscendo dalla stanza mi osservava scuotendo la testa, perplessa. Mi conosceva abbastanza da immaginare che da un momento all'altro sarei crollato in un sonno profondo che sarebbe durato almeno un paio d'ore. Tuttavia non andò così, complice il fatto che la mia immaginazione andò in moto in un baleno. "L" da sola in spiaggia, con quel costumino rosso che riusciva contemporaneamente a non nascondere alcunché del suo corpo ed estremizzare le sue forme. Di sicuro sarebbe stata braccata dai più svariati predatori da spiaggia ed essendo da sola non avrebbe avuto la necessità di mitigare azioni e reazioni. In mia presenza si sarebbe inibita un po', forse? Vero che da un po' sembrava aver fatto un passo in avanti sul torbido sentiero della trasgressione, ma volevo sapere quanto ancora differisse il suo atteggiamento in mia assenza. Sì, era decisamente il caso di alzarsi, sfidare la calura e andare a sbirciare dalla distanza. Ahimè, senza binocolo. Lì di fronte ad una spiaggia affollata ed in piena estate non sarei passato inosservato. "L" era uscita da poco meno di mezz'ora. Arrivato ai confini della spiaggia mi poggiai ad un muretto all'ombra di un albero (ma comunque rovente) e buttai gli occhi verso la postazione che occupavamo poche ore prima. Lei era lì, stesa a pancia in giù sul lettino. Sapevo bene che panorama avrebbe apprezzato un qualsiasi bagnante transitato di lì "per caso", ed in effetti c'era un discreto via vai nonostante l'orario sfavorevole e la poca gente presente rispetto alle più comode ore del mattino. Fu abbastanza facile riconoscere i tre giovani di cui ho scritto in precedenza, evidentemente rimasti in spiaggia anche per il pranzo e non immuni alla presenza della mia fidanzata. Parlottavano, ma costantemente rivolti in direzione del lettino di "L". Sono certo che a parole l'avessero già attenzionata parecchio. Uno di loro si mise in piedi e poco dopo si recò al bar. Anziché prendere la via più breve, ovviamente, passò dalla nostra postazione. Affrettava il passo sempre più fino ad iniziare a correre e fermarsi proprio sotto l'ombrellone. "L" si voltò verso di lui che stava a dirle qualcosa. Il ragazzo sollevava i piedi e li rimetteva giù. La solita scusa della sabbia calda e dell'approfittare dell'ombra altrui. L'abbiamo fatto tutti, mi sa... Purtroppo non potevo sentire nulla, ma era chiaro che fosse un modo per attaccar bottone. Lei si girò su un fianco. Quelle due chiacchiere durarono per alcuni minuti, col giovanotto che non voleva saperne di schiodarsi da lì. Infine riprese la marcia verso il bar, mentre "L" si voltò a pancia in su e si distese comodamente. Ero curioso di scoprire cosa si fossero detti, così pensai di raggiungerla e riprendere posto accanto a lei ma vidi che il ragazzo tornava sui suoi passi con le mani impegnate a sorreggere due bicchieri. Non tornava verso i suoi amici ma puntava la ben più appetitosa ragazza in bikini tutta sola. Mi fermai e tornai al muretto per vedere come si sarebbe comportata "L" di fronte a quell'approccio. Non finse neanche di essere sorpresa. Si mise seduta ed accettò il drink, che iniziò a sorseggiare dalla cannuccia col ragazzo di fronte a lei che faceva lo stesso. Restarono lì anche dopo aver finito di bere, finché "L" non si alzò in piedi puntando verso il mare. Non si preoccupò minimamente di guardare verso l'ingresso della spiaggia per assicurarsi che non stessi lì. Dava per scontato che fossi in camera a sonnecchiare? Probabilmente. Il giovanotto la seguì, ipnotizzato dal sinuoso ancheggiare di quel lato B completamente a vista. Entrarono in acqua e da qui in poi fu difficile scorgere movimenti al di sotto del collo. Non era difficile immaginare che fosse scattato qualcosa in più di una chiacchierata quando le due teste si trovavano più vicine. Non serve stare a "portata di mano" per parlare, no? L'uno di fronte all'altra, fermi a fissarsi tranne quando lui alzava la testa verso il cielo per poi puntare di nuovo gli occhi in quelli della nuova conquista. Curioso come per me che conoscevo più del dovuto della mia ragazza quell'immagine ritraesse preda e predatore a ruoli invertiti. Lui non ne aveva idea, ma era nelle sue mani. Letteralmente, sì... ma non solo. Dopo un po' "L" si voltò e gli diede le spalle. Lui le si avvicinò ancora e sicuramente la cinse dai fianchi per inserirsi dentro. "L" si voltò nuovamente, e poi di nuovo a dargli le spalle. Qualche problema "tecnico"? Niente da fare. Le distanze aumentarono e pochi istanti dopo si avviarono verso la spiaggia. Lei tornò verso il lettino e lui dai suoi due amici. Chiusa questa parentesi non ci furono altri abbordaggi per un po', così decisi di fare il mio ingresso e riprendere possesso del mio lettino di fianco ad "L". Era sorpresa di vedermi così presto, pensava che fossi a dormire fino all'ora di cena. Vedendola bagnata le chiesi com'era l'acqua e se le fosse piaciuto fare il bagno. Mi rispose di sì e poi prese a raccontarmi di sua iniziativa alcune cose accadute in mia assenza. Appresi che un ragazzo le aveva offerto da bere e che ci avesse spudoratamente provato con lei. Ma dai? Le risposi che era normale visto che si trovava da sola e che le sue forme peccaminose, ricalcate dal bikini, avrebbero indotto chiunque a farci più di un pensierino. Le dissi che una volta accettato il drink quel tipo si sarebbe sentito in diritto di riscuotere una ricompensa. Lei rise e confermò tutto ma disse di avergli detto di essere in vacanza col fidanzato. "L": Ha aggiunto che "vabbè, non sono un tipo geloso". Non c'erano dubbi che avrebbe detto qualcosa del genere. Un copione già scritto. Stette un attimo in silenzio e poi mi chiese qualcosa. "L": E tu? Neanche tu sei geloso per avermi sfidato ad indossare questo costume. Ribadendo che non lo ero alimentavo la discussione provando a spostarla lì dove mi andava. Indossare quel bikini venne fuori da una sorta di sfida che le lanciai in uno dei nostri weekend precedenti al mare. Potevo spingerla un po' più in là giocando su una nuova provocazione? Mentre pensavo a come agire "L" mi spiazzò di brutto. "L": Ma che ne sai? Magari mentre ero da sola l'ho ricompensato per davvero. Lo affermò con un tono malizioso e provocatorio che mi colse di sorpresa. Per la prima volta da quando tutto questo aveva avuto inizio sentivo di non avere in mano il gioco. Erezione immediata, per nulla celata dal costume. Lei sorrise e continuò a spingere sull'acceleratore. Indicò il mio pantaloncino rigonfio con un cenno del capo. "L": Hai insistito sul mio bikini, non sei geloso. Se avessi ricompensato quel ragazzo mi diresti che ho fatto bene? La cosa ti farebbe piacere? Non sapevo come reagire. "L" parlava così solo nella mia testa quando immaginavo che piega avrei voluto che prendesse questa storia. Stava succedendo sul serio o ero davvero in hotel a dormire? Stavo sognando tutto? Riuscii a farfugliare qualcosa sul piacere di goderci un po' tutte quelle alternative che la vita poteva offrirci sforzandomi di darmi un tono e non mostrarmi sorpreso. "L": Mi ha anche invitata alla festa che terranno qui in spiaggia, stasera. Mi suggeriva di partecipare e di lasciare il mio ragazzo a dormire. A questo punto direi che devo godermi questa alternativa offertami dalla vita! Era fatta? "L" iniziava ad andare a ruota libera. Aveva preso il controllo della situazione e ne stava approfittando. Mi faceva il verso e continuava a provocarmi. Sapeva già cosa fare (del resto si concedeva scappatelle già da tempo), ma adesso voleva sentirmi dire che il tutto le era permesso. Non doversi più nascondere e godersi tutto quanto alla luce del sole. Pungolato così tanto cedetti e le dissi quanto voleva sentire, o quasi: "Ho immaginato la situazione qualche volta. Sì, l'idea mi eccita molto." Lei non cambiò espressione. Nessun cenno di sorpresa, semmai un'emozione nuova negli occhi. "L": Ok... e quando succederà non avrai ripensamenti? Ci saranno ripercussioni tra noi? - un attimo di silenzio e aggiunse un inequivocabile: "Pensa bene alla tua risposta..." Io confermai tutto annuendo. Lei sorrise compiaciuta e come se nulla fosse prese lo smartphone ed iniziò a giocare. Non riuscivo a smettere di pensare a cosa ci eravamo appena detti. Interruppe il silenzio un'ultima volta, prima di tornare al suo videogame. "L": Ti amo! [/QUOTE]
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