Racconto di fantasia Da moglie oggetto a donna libera...

zippo1975

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Nessuno ci pensa, ma è così. Il matrimonio è un contratto, con tanto di lettura degli articoli del codice e firma finale.

Amore, festa, amici e parenti, fiori d’arancio ed il coronamento di un sogno. Vediamo solo questo.

Mi sono sposata sei anni fa, alti e bassi, un matrimonio senza figli e da qualche settimana con un enorme peso. Mio padre con il vizio dei cavalli si era giocato tutto, indebitandosi, firmando cambiali ed ipotecando la casa, poi era sparito nel nulla. Mia madre per fronteggiare i debiti e non perdere casa e negozio si era rivolta a me, ed io avevo pregato mio marito. Pregato in ginocchio, letteralmente, mi aveva obbligata a farlo una domenica a pranzo in presenza dei suoi familiari. Poi la sera mi aveva detto che avrebbe coperto tutti i debiti per un ammontare di 135.000 euro, a patto che io avessi firmato un altro contratto scritto di mio pugno. Ovviamente avevo accettato. In piena notte sotto la neve mia madre era dovuta venire in casa mia per fare da testimone ed io avevo dovuto scrivere di mio pugno: “Io sottoscritta Luisa Dolla, dichiaro in piena libertà per un corrispettivo di 135.000 euro di diventare per un anno a partire da domani, l’oggetto, la serva e la schiava di mio marito, sottoponendomi volontariamente a qualsiasi suo volere, per quanto perverso possa apparire. Potrò rifiutare solo le richieste che possano mettere a repentaglio la mia incolumità fisica. In caso di lesione, il presente contratto perderà efficacia.”. Firmò prima lui, dichiarando che dopo un anno ogni debito sarebbe stato da considerarsi estinto, poi firmammo sia io che mia madre, che poi mio marito cacciò di casa, detenendo le cambiali ed i pagherò sarebbe rimasto in posizione dominante, solo fra un anno sarei stata liberata dalla gogna.

Da donna agiata, moglie di un blasonato nobilotto, ricchissimo per merito di una madre senza qualità, figlia di un commerciante, che aveva sposato un nobile squattrinato, a schiava.

  • Mi chiamerai “Padrone” e dovrai ubbidirmi, altrimenti sia tu che tua madre morirete per strada al freddo come delle barbone.
  • Si padrone.
  • Bene, hai capito. Questa notte dormirai per terra ai piedi del mio letto, ma solo dopo avermi succhiato il cazzo.
  • Come ordina il padrone.
Avevo sempre rifiutato il sesso orale, ma adesso chissà a quali turpitudini mi avrebbe costretto. Lo tirò fuori e me lo sbatte contro le labbra, ero umido, sudato ed aveva un aspro sapore di urina…

Cominciai a leccarlo, gli divenne subito duro, ed io mi prodigai sia pure con molta inesperienza a soddisfare il mio padrone. Mentre succhiavo…

  • Brava cagna. Da oggi per un anno non indosserai più biancheria intima. In casa dovrai girare con autoreggenti, tacchi a spillo, una crestina da cameriera ed un grembiulino.
  • Si padrone.
  • Se dovessero suonare alla porta, mentre io sono via, non aprirai, se sono in casa dovrai andare ad aprire vestita come ti ho detto, intrattenendo gli ospiti, come ti dirò di fare di volta in volta.
  • Si padrone.
  • Quando ci sono ospiti, tu starai inginocchiata accanto la mia poltrona. Domani sera ho il poker, verranno in casa tre miei amici. Adesso sto per sborrare. Ingoia, troia!
Ingoiai tutto e congedata dal mio padrone ed andai a cambiarmi, come ordinatomi.

Fu un calvario, la sera successiva, praticamente nuda servivo al tavolo, subendo schiaffi sul culo da quattro uomini, poi mio marito cominciò ad usarmi come posta, un pompino alla volta, una inculata, una spagnola, un soffocotto, una chiavata nella fica, ovviamente gli altri tre per verificare il valore della puntata mi tastavano, mi infilavano dita nella fica e nel culo, quando uno di loro disse che doveva allontanarsi un attimo, mio marito chiese…

  • Ma Arturo se devi pisciare dillo chiaramente.
  • Effettivamente, ma perché…
  • Schiava!
  • Si padrone!
  • Il mio amico deve pisciare, prendigli il cazzo in bocca e bevi tutto, se cade solo una goccia, passerai tutta la notte sul tavolo e ti scoperemo a turno fin quando non saremo sazi.
  • Si padrone!
Mio marito cominciò a distribuire cialis come fossero caramelle. Ovviamente quel bastardo si tirò un po’ indietro pisciandomi in faccia. Mi fu ordinato di stendermi ed abusarono di me per tutta la notte. Rimasi sul tavolo svenuta per ore, mi ripresi intorno alle 5 di mattina, quando mi trascinai a quattro zampe fino al bagno.

Ma quello non fu il peggio, a natale a casa, no, non posso dire nostra, ma a casa di mio marito c’erano i suoi parenti, io ero vestita, con autoreggenti a rete rosse, scarpe di vernice rossa Devious Ballet , modello ballerina con cinturino sul collo del piede e con tacco di 17,5 cm, l’inclinazione era tale, che ad ogni passo temevo una frattura ai piedi, ed un berretto da babbo natale. Non potevo mangiare, dovevo stare inginocchiata accanto a mio marito, al suo fianco c’era suo fratello, che era ritardato.​

Gianmaria, quella troia della tua schiava, potrebbe occuparsi di imboccare Pierluigi.

Era mia suocero, un vecchio laido e schifoso, per fortuna semi-impotente.

  • Fallo!
  • Si padrone!
  • Rimasi inginocchiata.
  • Gianmaria, perché non la fai sedere sopra a Pierluigi.
  • Caro, sono stata in un locale in Giappone, in quel ristorante usavano le donne come piatti.
  • Marzia, potrebbe essere pericoloso, Pierluigi potrebbe infilzarla con una forchetta.
  • Pierluigi, ti va di giocare? Oggi potrai mangiare senza le posate.
Mi costrinsero a distendermi sul tavolo e mi impiastricciarono di cibo, mio marito mi ficcò nel culo, una salsiccia e nella fica una fetta di roosbif arrotolata, dopo dieci minuti, Pierluigi aveva spazzato il cibo dal mio corpo, le labbra della fica avevano subito qualche morso, ma per fortuna niente di serio, ma il deficiente di circa 35 anni si era eccitato e mia cognata Marzia, aveva denudato Pierluigi, facendolo salire su di me ed incitandolo, ero stata scopata davanti a tutti i parenti di mio marito, poi gli altri commensali avevano deciso che visto che li avevo eccitati a giro dovevo soddisfarli tutti, ma prima dovevo succhiare il cazzo al patriarca, un vecchio impotente di 90 anni, non avrei dovuto smettere di leccarlo e succhiarlo fin quando il vecchio non mi avesse scacciata o fosse venuto. Alle 22.00 dopo 15 docce, visto che tutti mi volevano bella profumata, avevo fatto sesso con 11 uomini e tre donne, poi fui lasciata come trofeo a Pierluigi per tutta la notte.

Zio fra sette giorni è il mio compleanno, mi regali la zia per il fine settimana?

Divenni il giocattolo sessuale della classe di quel bastardo di mio nipote, 27 maschi in per un fine settimana, fiumi di lubrificante e di sborra, al mio rientro a casa, Gianmaria, decise che era il momento di controllarmi con mano e mi fisto, prima la fica e poi il culo, ero così malridotta ed allargata, che usò solo la mia bocca per otto giorni, durante le quali mi sottoposi alle cure di un ginecologo ed ad un ciclo di antibiotici, per ogni eventualità…

Un pomeriggio venne a trovarlo uno dei pokeristi, io avevo finito da un paio di giorni la fase fetish, ed ero quasi contenta ad essere seminuda.



  • Gianmaria, ieri ho portato la mia segretaria al maneggio.
  • La tua segretaria? Marisa?
  • Si! Sai il marito è in prigione, la figlia è in ospedale sottoposta a costosissime cure mediche ed io ho fatto come te, ho stipulato un contratto segreto ed è diventata la mia schiava, per 9 mesi fino alla scarcerazione del marito.
  • Bravo, Alberto. Ma è una estranea, non tua moglie. Arturo ha preso una prostituta extracomunitaria, almeno Filippo usa sua cognata. Ma dimmi, tu sei soddisfatto?
  • Direi! Tu la umili e pratichi SM, l’hai usata come posta al poker, ma oltre a qualche pompa ed averla usata come orinatoio, ed al fisting, non sei mai andato. Io alla mia Marisa l’ho filmata mentre lo succhiava al mio cavallo e la prossima volta le ordino di farsi scopare.
  • Che gusto c’è, il cavallo è un animale nobile, ma basta eccitarlo perché gli si impenni il cazzo.
  • Io ho fatto molto di più, ma non mi piace vantarmi, né a parole né mostrandoti dei video. Io esercito il potere, ti faccio vedere.
  • Cosa hai intenzione di fare?
  • Schiava!
  • Si padrone.
  • Vai a vestirti- togli grembiule e crestina e metti minigonna e camicia.
  • Si padrone.
Vedi, 30 secondi netti, si è profumata e truccata.

  • Sali in macchina, siedi pure sul sedile.
  • Vedi Alberto, oggi è martedì, e come vedi la città è piena di traffico, nonostante dovrebbero essere già tutti dentro gli uffici a lavorare, porterò la ma schiava ad una fermata d’autobus, lei dovrà salire sul primo che passa e quando arriverà al capolinea, o se ci riesce anche prima, dovrà scendere dall’autobus con il culo o la fica pieni di sborra. Se ha fortuna avrà a che fare anche lei con un animale, ma sarà più difficile convincerlo, con il rischio di essere denunciata per atti osceni in luogo pubblico e poi non si divertirà come la tua schiava che ha avuto a disposizione l’enorme cazzo di un cavallo, pulito e spazzolato da uno stalliere, lei potrebbe trovare un animale sporco o malato…
Tremavo di paura, ma rimasi con lo sguardo basso.

  • Hai capito quello che devi fare, schiava?
  • Si padrone.
  • Gianmaria, potrebbero violentarla in gruppo o arrestarla.
  • Se la violentano, scenderà piena di sborra ed avrò vinto la scommessa, se l’arrestano, sarà meglio che si faccia scopare dai poliziotti, altrimenti la incateno alla stalla del tuo cavallo per un mese. Mi gioco 10.000 euro ed una settimana della mia schiava.
  • Bada, che se vinco io la incateno veramente nella stalla di Artù e la filmo mentre il mio cavallo le sfonda la fica ed il culo, che le piaccia o meno.
  • Se vinci voglio una copia del video, sai li colleziono tutti, l’autista scenderà con la mia schiava e la filmerà con discrezione sull’autobus.
Scesi dalla macchina, seguita da Bino, l’autista di 20 anni, assunto perché dichiaratamente gay, aspettai l’autobus e mi accodai per salire, fui fortunata . Alla fermata avevo sentito un giovane che incazzato aveva chiamato la sua ragazza, dicendole che ritardava perché a causa di un guasto alla macchina era stato costretto a prendere il bus e che probabilmente avrebbe perso la prima ora all’università, era giovane, pulito e nonostante la rabbia, il suo tono era rimasto contenuto ed educato. Era prima di me, ma spintonando mi infilai prima io e salendo gli alti gradini del bus, gli mostrai le cosce nude sopra le autoreggenti, il bus era pieno ed io feci di tutto per strusciarmi contro il giovane, visto che ero riuscita a sedurlo ed eccitarlo, avevo notato che mi aveva fotografato con il cellulare sotto la gonna. Appena vide la foto sgranò gli occhi, avvicinai il mio viso e gli sussurrai:

  • avevo voglia di tradire mio marito con un giovane, se ti è piaciuto quello che hai fotografato, puoi prendertelo.
  • È una candid camera. Sono su sexy camera!
Presi la sua mano e la portai sotto la minigonna a contatto della mia fica, glabra e calda.

Decidi tu! Se è uno scherzo, non credi che intanto potresti approfittane…

Non mi importava essere scoperta, dovevo solo farmi riempire di sborra, fui imprudente ed un uomo di circa 40 anni capii che volevo essere scopata, senza alcun pudore mi sollevò la gonna denudandomi fica e culo, abbassò la cerniera del jeans e senza attendere oltre me lo infilò nella fica, l’universitario incazzato di aver perso l’occasione mi infilò due dita nel culo, lo incitai a proseguire e mi accontentò poggiando la cappella al mio sfintere anale. Non fu lui a spingermelo dentro, l’uomo di fronte a me nella foga di scoparmi, mi proiettò all’indietro e mi impalò sul cazzo del ragazzo, mi scoparono senza alcuna coordinazione, in pratica ad ogni simultaneo affondo mi sollevavo di qualche centimetro da terra godetti in silenzio, per la prima volta da mesi, quando vennero a distanza di mezzo minuto l’uno dall’atro strinsi le chiappe e la fica, scendendo il fretta, mi abbassai la gonna solo fuori dall’autobus. La macchina di mio marito si fermò accanto a me, l’autista riprese il suo posto porgendo la videocamera al mio padrone.

  • Allora, troia, ti sei fatta scopare?
  • Si padrone, davanti e dietro, come mi ha ordinato sono ancora piena del loro seme.
L’amico di mio marito, scese dalla macchina, indossò un guanto di lattice di colore blu e senza alcun riguardo o delicatezza, o ritegno che fossi esposta all’aperto in pieno giorno, mi infilò due dita nel culo e poi nella fica.

  • Giammaria, hai vinto tu. Quintuplico la scommessa. Lì c’è una chiesa, facciamola lavare alla fontana di fronte. Se entra in chiesa e torna di nuovo piena vinci tu.
  • Schiava.
  • Si padrone.
  • In chiesa potresti trovare più di un uomo, quindi sarà facile, non devi fallire dovrai farti scopare, se ci riesci avrai tre settimane di ferie, mentre schiavizzo la segretaria del mio amico Alberto. Ora vatti a lavare nella fontana.
  • Padrone, ho le calze macchiate di sborra.
  • Lì c’e una merceria, tieni 10 euro, comprati ciò che credi.
Mi lavai prima alla fontanella, l’acqua era gelida, ma fui molto meticolosa cercando di esibirmi il meno possibile, poi acquistai un paio di scadenti autoreggenti ed un perizoma li indossai davanti lo sguardo inorridito della vecchia proprietaria. Avevo fretta, in assenza di tempi stabiliti, non potevo perdere più di un’ora, entrai in chiesa, l’autista era già li e mi sorrise. Mi guardai intorno e ne capii il motivo, c’erano almeno una ventina di turisti, sarebbe stato più semplice del previsto. Scartai le coppie, ed individuai due giovani, sperai che non fossero gay anche loro. Li sentii parlare in italiano, li seguii in una navata laterale e li superai posizionandomi in ginocchio davanti alla statua di un santo, a voce bassa, ma con tono udibile a due uomini sui 40 anni…

  • Sono nuovamente qui, a mantenere la mia promessa, da quando mi hai miracolosamente guarita, per ogni anno di vita che hai donato al mio corpo io donerò il mio corpo a colui o coloro i quali vorranno prenderlo.
  • Socmel…
All’esclamazione…mormorai solo…

Grazie per l’anno passato e quelli a venire.

Mi voltai verso i due uomini ancora inginocchiata.

Vorrei essere più bella e giovane per ringraziarvi, come meritate.

Mi alzai in piedi e li presi per mano, tirandoli verso l’ingresso di una cripta. Scavalcai una catenella e scesi quindici alti gradini, giù era piccolissimo potevamo stare solo in piedi. Mi scoparono a turno, li pregai, per la promessa che avevo fatto, se fossero così cortesi da prendermi sia davanti che dietro.

Come vuoi sorella, noi siamo molto devoti alla bela figa.

Furono rapidi, mi scoparono con foga, la fica un po’ si era bagnata, ma il culo era in fiamme, quando mi sborrarono dentro, mi inginocchiai…

  • Vi sono debitrice, posso avere l’onore di ripulire i vostri strumenti divini?
  • Socmel…
Li ripulii entrambi, e visto che gli rimasero duri, li spompinai incamerando in bocca il loro sperma, poi mi ricomposi e corsi via in lacrime, ero una cagna, ma almeno per un po’ sarei stata tranquilla, terrorizzata dalla perversione di fare sesso con un cavallo.

Arrivata in macchina…

  • Brutta troia. Piangi? Se hai fallito, sarai tu a pregarmi di farti sfondare dal cavallo di …
  • Signore…
  • Bino, parla, racconta…
  • La signora le ha fatto vincere la scommessa, non può parlare se prima il cavaliere non verifica la presenza dell’eiaculazione in bocca, ma le confermo fin d’ora che anche gli altri canali sono stati entrambi utilizzati con piena soddisfazione da due sconosciuti.
  • Schiava, metti le mani a coppa sotto il mento e apri la bocca, così potrai leccarti quello che cola…
Ubbidì e durante il controllo, quel bastardo dell’amico di mio marito, mi infilò quattro dita nella fica girandole all’improvviso.

Il dolore mi pervase, quando l’anello che aveva al mignolo mi ferii, urlai e poi il nulla.

Mi risvegliai in un ospedale privato, non avevo subito lesioni gravi, ma dovevo stare a riposo per svariate settimane.

Quello stronzo di mio marito e quel carnefice del suo amico si presentarono tre giorni dopo, con Filippo uno degli altri degni compari.

  • Luisa, come da contratto, avendo tu subito una lesione. Sicuro che c’è una lesione?
  • Gianmaria, che cazzo, le hanno dato solo un paio di punti, ma la lesione c’è.
Luisa, non schiava…

In qualità di legale del conte, lei è libera del contratto con decorrenza immediata. La lesione è stata involontaria, cagionata dall’anello del nostro amico, che ha risarcito suo marito del danno subito. Il personale dell’ospedale, non le farà alcuna domanda. Se vuole firmare la richiesta di divorzio consensuale?

  • Come? Quale…
  • Signora Luisa! Consensuale, non per colpa, il mio cliente è molto magnanimo… Lei negli ultimi mesi si è comportata come una puttana, ha fatto sesso con decine e decine di uomini diversi. Il signor conte terrà le registrazioni come cineteca privata, lei verrà liquidata con un appartamento trivani in zona centro ed un vitalizio di 1500 euro versati dal signor Alberto a titolo risarcitorio in cambio dell’impegno firmato che nessuna denuncia sarà sporta. Tutti i beni mobili di sua proprietà compresi i gioielli contenuti nella cassetta di sicurezza, sono suoi.
  • Voglio tutti i video in cambio della lettera che verrà bruciata in mia presenza o domani sarà su tutti i giornali o in via riconvenzionale, l’amate di mio marito dovrà fare sesso anale con un uomo di colore scelto da me e mio marito dovrà leccarla per ripulirla dopo che l’uomo l’avrà riempita per bene. Se dovesse scegliere la prima soluzione, voglio un assegno vitalizio da parte di mio marito di 5000 euro mensili, nel secondo caso di 10.000.
  • Signora Luisa questi sono ricatti io sono un avvocato…
  • Vuole che assuma un investigatore per sapere quella povera donna di sua cognata cosa deve subire? Voglio le tre donne che umiliate qui entro 30 minuti.
  • Visto che Arturo è proprietario della clinica, non sarà difficile, le donne sono tutte qui…
  • Voglio immediatamente un telefonino.
  • Che cazzo. Scusa Luisella. Chi devi chiamare cara?
  • Un’ambulanza, voglio uscire da qui…
  • Come desideri.
  • Filippo chiama le schiave.
Aspettai solo 10 minuti ed entrò una splendida ragazza dalla pelle ambrata, che appresi si chiamava Keope, la segretaria di Alberto, cioè Marisa, la signora dei cavalli ed infine Cinzia la cognata schiavizzata dall’avvocato.

Signore, io so della vostra schiavitù, solo in questo momento ho forse la possibilità di riscattarvi.

  • Tu Luisa. Io no. No voglio lasciare mio padrone, lui fa sesso violento, ma io no lasciare.
  • Marisa? Tu cosa mi dici.
  • Mio marito mi picchiava, mi rubava i soldi e si è venduto la casa dei miei genitori, sono stata io a chiedere al mio bellissimo padrone di aiutarmi. Adesso quello stronzo è in galera ed il mio padrone paga qualcuno per farlo inculare. Il cavallo? Per il mio padrone lo succhierei ad un elefante, il bondage mi piace. Io sono felice.
  • Puoi aiutarmi? Puoi aiutarmi davvero, o è un altro gioco crudele?
  • Come ti ricatta.
  • Io non sono Cinzia, ma Adele, il proprietario di questa clinica, ha delle cartelle cliniche del periodo in cui ho avuto un crollo psichico, quando sono uscita dall’ospedale, Filippo aveva contraffatto dei documenti, io risultavo essere la vedova di Marco, il fratello di Filippo, morto in un incidente stradale, proprio con la moglie Cinzia e non con la sorella Adele. Filippo è mio fratello.
  • Ma Cinzia non aveva parenti.
  • No, nessun parente in vita.
  • Allora come Cinzia non ti spetta l’eredità di tuo marito Marco.
  • Puttana io…
  • Filippo, abbozza dalle una liquidazione e lasciala andare. Ti dichiariamo vincitore sei tu il gran maestro della perversione, la posta di 5 milioni di euro a testa non ti faranno rimpiangere, una liquidazione di un paio di milioni per tua sorella.
  • Bene, ma tu Gianmaria cosa decidi.
  • Sonia è il mio angelo, ma non voglio rinunciare ai video, sono troppo eccitanti, vada per il negro, ma non leccherò il culo di Sonia.
  • O tutto o niente.
  • Gianmaria, che ti costa per scommessa una volta non abbiamo fatto quella cosetta a quattro tra di noi?
  • Arturo, tappati quella fogna. D’accordo, hai una settimana per trovare l’uomo.
Adele, mi aiutò a fuggire da quella clinica ed io la aiutai liberandola, mi accudii per tutta la settimana, intanto non avevamo idea dove trovare l’uomo di colore per umiliare mio marito. Poi il penultimo giorno incrociammo Bino, l’autista del mio ex marito.

  • Bino, che piacere.
  • Signora Luisa.
  • Luisa, ti prego, dammi del tu. Non sarò mai più una signora, io … io sono peggio di una …
  • Signora Luisa, lei è stata costretta, ed io non ho mai inquadrato il suo volto quelle rare volte, che riusciva a godere. Ma cosa ci fa in questo quartiere, non è il posto appropriato per due donne sole…
  • Bino, alla fine ho vinto io e ho l’occasione per umiliare mio marito, ma devo trovare, per poi pagare o convincere, un uomo di colore a fare sesso anale con l’amante di mio marito, in modo che lui possa essere umiliato.
  • So tutto della scommessa, andiamo via, salite in macchina, faccio alcune telefonate.
Impiegò due ore telefonando ad amici, che gli davano numeri di loro conoscenti poi alla fine, diede appuntamento ad un tizio di nome Kamal, dovette però andare dal suo uomo, perché nessuno di noi parlava la lingua di Kamal, andammo in un lounge bar di un hotel dove lavorava. L’uomo di Bino era un giovane latino bellissimo, si avvicinò a noi, bacio Bino in bocca e ci salutò con garbo.

  • Sono Manuel il compagno di Bino. Lei è Luisa, vero? Bino, mi ha detto sia della sua vendetta che del fatto che devo fare da interprete.
  • Ciao io sono Adele, cioè in realtà Cinzia…
  • Siete compagne?
  • No, siamo etero. Ma non ti nascondo che siamo diventate molto intime e Cinzia è innamorata di un ragazzo extracomunitario che fa le consegne a domicilio per mantenersi agli studi, era l’unico che aveva per lei qualche parola di conforto quando subiva le più indicibili umiliazioni.
  • Ma …
  • Si, il ragazzo sa tutto, si vedranno fra un mese, quando tornerà dalla Costa d’Avorio.
  • Un nero e una bionda?
  • No un uomo ed una donna. Io non sono stata così fortunata.
  • Troverai anche tu qualcuno, non ti abbattere. Oh ecco Kamal, scusami… se non intervengo subito lo cacciano, non è vestito in maniera appropriata.
Il ragazzo, nero come il carbone era alto almeno 1.80, era in tuta da ginnastica, confabularono per un po’, poi si avvicinarono e Manuel …

  • Dimmi cosa vorresti.
  • Vorrei che scopasse nel culo una ragazza di 20 anni, con il fisico da modella, è … è una rossa naturale… e dovrebbe farlo davanti al suo uomo… dovrà venirle dentro, si … insomma… dovrà farlo s…senza preservativo. Poi se vuole potrà andare via od assistere quando il … il cornuto leccherà il culo alla rossa ingoiando… il… la sborra…
Dopo qualche minuto, il ragazzo rideva.

  • Kamal vuole sapere se assisterai anche tu.
  • Si, si sarò lì. Posso… posso pagare…
  • No, mi ha già detto che nonostante sia povero, non ha mai fatto sesso con una rossa, quindi non gli interessano i soldi. Ma…
  • No. Non potrà avere il mio corpo come pagamento. Non potrò fare sesso per almeno un altro mese.
  • No, non preoccuparti, siccome Bino mia aveva raccontato tutto, l’avevo già anticipato a Kamal, ma lui vuole comunque che tu lo provi, per capire quello che capiterà alla rossa. La prova puoi farla con una sega o con una … o usando la bocca, ma vuole che tu veda quanto riesce ad eiaculare.
Presi il cellulare telefonai al mio ex marito, al suo avvocato ed a Sonia, dando appuntamento a tutti e tre a casa mia.

  • D’accordo, digli di venire in bagno con me…
  • No. Ma che dici Luisa. La porta di comunicazione con l’hotel è quella lì, subito a destra per 15 metri, prenda l’ascensore, ottavo piano, stanza 812, questa è la chiave, metta il cartellino non disturbare.
Si girò verso Kamal e con voce secca e dura gli disse qualcosa.

Kamal mostrò i palmi delle mani, indicando che aveva capito e che avrebbe fatto quanto detto. Sali un po’ in apprensione, arrivati in camera Kamal, indicò il bagno, entrò lasciando la porta aperta, si tolse pantaloni e boxer, urinò e tirò lo sciacquone, poi si girò verso il lavandino e poggiò un pene di dimensioni mostruose, ancora in stato di riposo nel lavandino, lo lavò con cura e lo asciugò. Lo precedetti in camera mi liberai dalla giacca del tailleur, della camicia e del reggiseno e mi sedetti sulla poltroncina, Kamal si avvicinò rimanendo in piedi davanti a me, cominciai ad accarezzare il pene e lo scroto, poi mi strusciai la cappella sui seni, piano piano il suo pene diventò duro era almeno 45 cm e così largo che impugnandolo non riuscivo a far toccare le lunghe unghia con estetion del pollice con l’indice. Cominciai a segarlo, con decisione, ma dopo circa dieci minuti, vidi che la frizione cominciava a procurare più bruciore che piacere al giovane. Ero in difficoltà, sapevo che in assenza di lubrificante, la saliva era perfetta, ma non parlando la sua lingua, non volevo offenderlo spurandogli sul pene, cominciai ad accumulare saliva in bocca, poi avvicinai le labbra a metà dell’asta e poggiandole a contatto della sua pelle calda, pulsante e con un afrore eccitante, lasciai colare la saliva. Kamal rimase fermo senza prendere alcuna iniziativa, solo un sorriso ed un sospiro di sollievo. Posizionai quella magnifica colonna d’ebano tra i miei seni, e lo circondai pressandoli uno contro l’altro, Kamal rimase immobile, ma quando gli feci un cenno d’assenso, cominciò a pistonare con foga, aprii la bocca, ed ad ogni bordata la cappella ed almeno 15 cm di cazzo mi entrava in bocca fino in gola, le bordate erano però più leggere, delicate. Durò altri 20 minuti, poi …

Lady … lady…

Alzai la testa per guardarlo, lui fece un passo indietro, liberando il suo cazzo dal mio seno e cominciò ad eiaculare, mentre continuava a segarsi con forza, rimasi sconvolta non riuscivo a respirare, sembrava un idrante, quando finì la mia faccia, i capelli ed il mio seno erano grondanti di sborra. Allora risi, come non mai, era fantastico, l’indomani sarebbe stato il giorno più bello della mia vita. Impiegai circa un’ora per rendermi presentabile, poi tornammo al bar.

  • Manuel, Kamal è l’uomo perfetto per domani. Potresti prendergli una camera qui in hotel, procurargli un completo elegante, renderlo un po’ più presentabile.
  • Luisa, sembri …
  • Adele, sono felice, ti racconterò tutto se vuoi. Manolo, Bino sa il mio indirizzo ovviamente, visto che l’appartamento prima era di mio marito, domattina alle 10.00, puoi far arrivare Kamal in limousine?
  • Certo. Arrivederci ragazze.
Tornai a casa raccontando tutto alla mia amica Adele, che neanche io riuscivo a chiamare Cinzia.

  • Farai sesso con lui?
  • No. Non credo. Più di un mese fa ho avuto una esperienza sull’autobus. Una doppia penetrazione, ma non sono interessata a ritrovare entrambi. Appena mi sarò rimessa completamente, cercherò il ragazzo che frequentava Morfologia cellulare e d'organo, ho già visto che è una materia del corso di laurea di biotecnologie. Non sarà facile, perché mi sono lasciata scopare anche da un secondo uomo, ma ho voglia quantomeno di fare sesso con lui, un’alta volta.
La mattina Kamal, arrivò puntualissimo alle 10.00 sembrava un diplomatico straniero. L’avvocato, il mio ex marito e Sonia arrivarono alle 12.00. la donna elegantissima in un vestito da cocktail di Dior, sembrava una modella.

  • Avvocato, tutto come concordato?
  • In via riconvenzionale, posso fornirle le coordinate di un conto numerato, 500 mila euro.
  • No!
  • Due milioni.
  • Qui c’è molta luce, ovviamente tutto sarà filmato, se volete una copia non c’è che da chiederlo, se volete il certificato medico dell’uomo, non c’è da chiederlo, ma sarebbe un gesto di sfiducia, in questo caso, visto che non faceva parte dell’accordo, non verrebbero utilizzati lubrificanti.
  • Va bene così, grazie, io in qualità di avvocato non sono tenuto ad assistere ed andrò via.
  • Mister Kamal, miss Sonia!
  • Cosa devo fare.
  • Spogliati, mettiti a pecora e goditi l’inculata.
Un fruscio di seta e Sonia, rimase in un completino di La Perla, si tolse anche quello, mentre Kamal, si spogliò completamente nudo mostrando con orgoglio il suo enorme cazzo, la fichetta con la leggere peluria rossa l’avevano eccitato. Sonia quando lo vide urlò di paura. Gianmaria cadde seduto sulla poltrona bianco come un lenzuolo, Kamal si spalmò il cazzo di lubrificante a base acqua, poi fece posizionare sul divano con il culo all’aria la troietta di mio marito, e cominciò ad ammorbidirle il buco del culo versando e spalmando il lubrificante.

Kamal le montò sopra ed appoggiò l'enorme cazzo davanti al buchetto del culo, poi lai afferrò per le chiappe, io sorridevo pregustandomi ogni istante, Gianmaria mi pregava dicendo di fermare Kamal, non era possibile, l’avrebbe completamente sfondata.

Kamal, fuck please…

La cappella fu spinta dentro il culo di Sonia che lanciò un urlo, piangendo con il viso sfigurato dal dolore, implorava pietà, ma Kamal non capiva e poi inesorabilmente la impalò fino in fondo, le urla di Sonia erano strazianti, si accasciò come una bambola di pezza, Kamal estrasse quell’enorme palo e lei sembrò riprendersi un po’, presi una bottiglietta d’acqua e gliela versai sulla faccia, le urla di Sonia dopo un po’ diventarono afone, mentre Kamal la cavalcata, sentivo ormai solo l’osceno sbattere delle palle di Kamal, quel ragazzo era un artista le usciva quasi completamente dal culo per poi affondare con forza, ero incredula, doveva arrivarle fino all’intestino. Andò avanti per oltre 20 o 25 minuti, continuando a versare lubrificante sul suo cazzo, poi si inarcò.

Gianmaria preparati.

Kamal le sborrò dentro continuando a scoparla riversando come avevo avuto modo di provare sulla mia faccia una quantità enorme di sborra, quando l’uomo finì ed estrasse quella colonna di carne, il buco del culo di Sonia rimase oscenamente aperto, slabbrato...

Trattienila nel tuo intestino, come ti ho addestrato con i clisteri.

Vidi il mio ex marito poggiare le labbra all’ano martoriato, ma era troppo aperto, era troppo dolorante e la sborra di Kamal si riversò in gola a mio marito che fu costretto ad ingoiare, impiegò diversi minuti a ripulirlo, il buco di Sonia rimase aperto, l’aiuto a vestirsi e chiamò Bino al telefono.

Bino, fai presto, Sali ad aiutarmi, dobbiamo portare subito Sonia in clinica…

Kamal si rivestì e prima di andare via gli porsi una busta con 5000 euro, pregandolo di accettarla, non lo rividi più. Solo dopo un paio di giorni seppi che Sonia aveva rischiato un’operazione e che sarebbe stata in convalescenza per almeno un mese.

Quando fui pronta ad affrontare un rapporto sessuale, cominciai la ricerca dell’universitario dell’autobus, ma dopo un paio di settimane ed aver seguito sei lezioni di Morfologia cellulare e d'organo, ma era inutile, probabilmente aveva sostenuto gli esami. Mentre uscivo dalla facoltà, vidi una Smart inchiodare.

  • Ehiii! Candit camera.
  • Ciao, mi spiace per l’altra volta. Avevo scelto solo te.
  • Senti salta su, ci fermiamo ad un bar, ti offro un caffè.
Salii a bordo, dandomi mentalmente della cretina. Avevo sperato di reincontrarlo da tanto tempo ed ora non sapevo cosa fare e cosa dire. Ero vestita normalmente, abito con gonna a tulipano ed un giacchino in pelle disegnato da Bill Gaytten per Dior, lingerie di Agent Provocateur e un paio di scarpe di Christian Louboutin, avrei preferito qualcosa di più provocante…

  • Luisa.
  • Guido. Guido fino al bar. Mi chiamo Giovanni.
  • Sei sicuro di avere 18 anni?
  • Età fisica o mentale?
  • Volevo spiegarti…
  • Cazzo. Se era una penitenza, giochi troppo duro.
  • Era dura come penitenza, ma era stato il mio ex marito a stabilirla… dovevo scendere dall’autobus con la prova di avere fatto sesso.
  • Da brivido. Ma devo dire che sei fantastica. Poche donne avrebbero accettato….
  • Non so se ho vinto o ho perso, mi sono sentita male, oltre che una puttana, ma mi ha dato la forza ed adesso sono divorziata.
  • Quando deciderai se hai vinto o perso?
  • Quando… sei fidanzato?
  • Non più a causa tua, un capello, il tuo profumo, il pantalone sporco di sbo… Si! Scusa… mi è scappata…
  • Devo farmi perdonare?
  • No, no è necessario.! Ummh, frena… Ma tu come volevi farti perdonare?
  • Con un caffè.
  • Con un caffè?
  • Si, ti porto il caffè a letto.
  • A letto…magari potessi, io vivo in casa dei miei, posso rimediare un posto… ma…
  • Gira a destra alla prossima e prosegui per 300 metri.
  • Casa tua?
  • No! È lo studio di sexy camera.
  • Verrei lo stesso, anche se fosse uno scherzo… ti ho sognata spesso e cominciavo a chiedermi se era solo un sogno…
Con il suo sogno, avverai anche il mio, aspettai due anni, che Giovanni si laureasse, non andammo subito a convivere, mi fece conoscere ai suoi genitori, che dovetti conquistare, avevo 5 anni più del mio uomo ed ero benestante, ma piano piano fui accettata, e conobbi le gioie di una vera famiglia. Ho raccontato tutto a mio marito, subito dopo il primo caffè che gli portai a letto. Ne rimase sconvolto, ma non si allontanò da me, mi tenne abbracciata per ore, non mi ha mai giudicata e lo amo anche per questo. Presto diventerò mamma di una splendida bambina si chiamerà Cinzia e la sua madrina sarà Adele ed il marito Mohamed.
 

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