Esperienza reale Eyes Wide Shut

P

pippo_minn

Guest
Premessa: su richiesta di parecchi amici pubblichiamo questa esperienza.
I fatti sono avvenuti alcuni anni dopo quella riportata in questo thread.
Ci rendiamo conto che il titolo è ambizioso, ma leggendo ci auguriamo che possiate condividere la scelta.
Un abbraccio.
Francesco e Laura.

Eyes Wide Shut

Il ritorno dalla pausa pranzo non prometteva niente di buono.

Gli arretrati erano li ad aspettarmi come al solito col loro carico di problemi e maldipancia.
Vidi subito la busta da lettere fare capolino da sotto la tastiera; chissà chi poteva inviare ancora lettere di quel tipo nell'era delle e-mail e dei social.
Nessuna scritta o simboli sull’esterno. La busta era completamente bianca.
Rispolverai il mio vecchio tagliacarte che faceva bella mostra di sé sulla scrivania inutilizzato da tempo e la aprii non senza curiosità.

All'interno un foglio, scritto al PC ed una specie di tessera su carta filigranata (tipo banconota) con uno strano simbolo: una specie di stella con cuspidi.
Nessun codice, nome o scritta di alcun genere.

Iniziai a leggere incuriosito tutto d’un fiato dall’inizio alla fine.
Più leggevo e più la frequenza cardiaca aumentava, così come l’afflusso di sangue alla testa.

“Ci hanno sgamato!" pensai. “E adesso chi lo dice a Laura ?”

A questo punto è necessario un piccolo passo indietro.
Io e Laura siamo sempre stati molto aperti sessualmente.
Lo scambio di coppia e la frequentazione dei privè ha sempre fatto parte del nostro menage, fin da molto giovani.
Tutto però ad una condizione: nessuna foto o qualsiasi tipo di esibizione pubblica che comportasse la cattura di nostre immagini.
Nessun incontro privato o locale dove non ci fosse stata data la garanzia che non si sarebbero scattate foto o video.
Il perché è presto detto: Laura dopo la laura e relativo master ha raggiunto una discreta posizione lavorativa nel suo settore, fino a diventare piuttosto nota e quindi a forte rischio di essere riconosciuta da qualcuno, anche se dotata di mascherina o altri accessori.
Per questo, dopo i primi approcci giovanili ci siamo orientati solo verso incontri con scambisti contattati on-line o in club privè “certificati”, meglio ancora se all’estero..

Il foglietto contenuto nella busta faceva un chiaro riferimento a questo nostro “vizietto”, alla qualità fisica di entrambe (la palestra conterà pur qualcosa pensai orgoglioso nonostante l’ansia del momento) e all’estrema apertura mentale in ambito sessuale che dimostravamo di possedere.
Poi il trafiletto concludeva invitandoci ad un “incontro molto particolare e riservato a coppie d’Elite” (diceva proprio così).

Chi mai poteva averci riconosciuto e portato sulla mia scrivania quel tipo di invito?
Sicuramente si trattava di qualcuno dell’ufficio (maschio o femmina?) perché dalla reception della mia azienda non passa nemmeno una mosca , figuriamoci un estraneo portalettere!

Passai il pomeriggio ad arrovellarmi, rigirando il foglietto e la tessera filigranata fra le dita e meditando su come uscire da quella situazione.

Guardavo con sospetto chiunque passasse davanti alla porta a vetri del mio ufficio:
il tecnico informatico ? No, tutto lavoro e famiglia.
La segretaria del capo ? Bellissima donna certo, caschetto biondo platino e corpo da favola nonostante la passata gravidanza in giovanissima età (col fidanzato e poi marito di sempre, stando ai bene informati) ma sempre castigata nel solito tailleur grigio con gonna al ginocchio o pantaloni, sebbene attillati al punto giusto da far immaginare bene quello che ci stava sotto.
Con lei mai un sorriso, mai una parola che non avesse a che fare col lavoro.
Da parte sua solo un: “Buongiorno Sig. X, Buonasera Sig.X” guardandomi bene negli occhi come a dire: “ non ho alcun timore di te anche se sei un uomo; lo sguardo lo abbassi prima tu!”
Cosa che accadeva puntualmente, mentre replicavo distratto “Buongiorno Signorina Y”.
Sinceramente non riuscivo ad immaginarla alla pecorina fra due uomini che la possedevano, anche se ammetto che la scena mi attizzava parecchio.
No. Non poteva essere nemmeno lei. Ma allora chi?

Appena a casa raccontai subito tutto a Laura.
Stranamente fu lei a tranquillizzarmi.
Mi fece notare che in fin dei conti si trattava di qualcuno che aveva il nostro stesso “interesse particolare” e che a sua volta teneva molto alla propria privacy, visto il contesto nel quale ci aveva riconosciuti (o meglio, aveva riconosciuto me).

Calmate le acque rileggemmo con calma il contenuto dell’invito e le modalità che avremmo dovuto seguire se avessimo deciso di partecipare alla festa.
Capimmo subito dalla descrizione che si trattava di partecipare ad una vera e propria orgia VIP. Laura si dimostrò subito molto interessata (quando è su di giri le sue mani ed i suoi piedi diventano bollenti) e la cosa iniziò ad eccitare anche me.
Un’ulteriore prova del fatto che nessuno, a parte il nostro intermediario, avrebbe saputo nulla della nostra reale identità, stava nell’organizzazione del tutto.
Così decidemmo di iniziare il “percorso di avvicinamento” persuasi dal fatto che fino all’ultimo avremmo potuto comunque fermarci.

Le prime indicazioni del foglietto ci portarono un sabato mattina in un club privè del nord italia.
Non era ovviamente quello il luogo dell’incontro ma sul foglietto si spiegava che la tessera filigranata ci avrebbe permesso di ritirare presso quel locale il vero lasciapassare per la festa e le indicazioni per raggiungerla.
Ci sentivamo come due scambisti alla prima esperienza.
In effetti ormai da tempo non entravamo in un club italiano: tantomeno un club, per così dire, ‘aperto al pubblico’.
Laura restò in macchina, io indossai la mia solita mascherina d’ordinanza e suonai al videocitofono del privè stringendo in mano la tessera filigranata.
Il “click” mi fece capire che potevo entrare.
All’interno nessuno se non un addetto (erano le dieci del mattino).
Lui, una volta fatti i rapidi convenevoli, capì subito di cosa si trattava appena vide la tessera.
Mi spiegò molto cordialmente che quella poteva essere in possesso solo dei destinatari dell’invito, a loro volta raggiunti ‘da chi di conoscenza’.
Mi mostrò anche perchè non era possibile risalire al possessore della medesima.
In effetti, su un tavolino li accanto facevano bella mostra di se, una serie di altre tessere tutte uguali alla nostra e con lo stesso simbolo non riproducibile: come una banconota appunto.
Nessuna richiesta di documenti, nessun identificativo particolare, niente di niente.
Da quel momento noi saremmo stati identificati solo dal NickName riportato sulla KeyCard che ci avrebbe consegnato e che ci avrebbe fatto da lasciapassare per la festa.
Ad ulteriore dimostrazione dell’assoluta anonimità del tutto, anche le KeyCard non avrebbe riportato alcun riferimento che non fosse il Nick Name.
Infine: la scelta della Card sarebbe stata del tutto casuale e a nostro carico fra una miriade di altre fra le quali scegliere (che di conseguenza non potevano contenere a priori informazioni personali di chicchessia).

Tornai in macchina a spiegare il tutto a Laura.
A quel punto, ulteriormente rassicurati dagli accorgimenti messi in campo da quella che iniziammo a chiamare ‘l’organizzazione’, decidemmo di procedere.

Rientrammo insieme nel privè.
Da quel momento saremmo stati identificati come “Lunatici”: questo era il NickName che comparve stampigliato sulla Card che avevamo pescato dal mazzo, dopo aver grattato via la pellicola argentata.
L’addetto mi aveva spiegato che il primo passo erano una serie di semplici ma approfonditi esami di buona salute che avremmo dovuto sostenere se avessimo deciso di partecipare.
Ci spiegò che l’uso del preservativo alla festa era consentito ma non obbligatorio.
La cosa ci piacque molto. Anche questo avvalorava l’alto livello dell’organizzazione.

Dopo aver inserito il Chip della Card in una specie di lettore collegato ad un PC (“serviva per creare il nostro profilo sul sito dell’organizzazione” spiegò l’addetto) consegnò la Card a Laura e ci fece accomodare in uno stanzino.
Era apparecchiato di tutto punto come un perfetto laboratorio prelievi.
Dopo averci mostrato un diploma da infermiere professionale (abbiamo sperato che fosse proprio il suo) procedette. Su ogni campione pose un’etichetta col nostro Nickname.

Ci accomiatò spiegandoci che gli esiti degli esami sarebbero stati pubblicati entro 48 ore sul sito, alla voce Lunatici (ovvero sul profilo appena creato tramite la KeyCard)
Sarebbe magicamente apparso, ma solo nel caso in cui i test avessero dato buon esito.
Ovviamente solo i possessori della Card potevano accedere.

Passammo il week-end fantasticando su come sarebbe stata la festa e a cercare di capire quale fra i miei colleghi d’ufficio fosse il nostro misterioso ‘mediatore’.

Ci collegavamo continuamente al sito web indicato.
La KeyCard era costantemente inserita nel lettore smart card del nostro PC, tanto che ad un certo punto iniziammo a pensare che il chip fosse difettoso.
Il sito riportava un lungo elenco di NickName sui quali ovviamente, anche cliccando non eravamo abilitati a fare alcuna azione, tantomeno leggere le informazioni corrispondenti.

E finalmente dopo alcune ore di apprensione, ecco comparire anche il nostro: “Lunatici”.

Un click sul nome ed entrammo nel nostro profilo.
In modo essenziale ma forbito, ci veniva dato il benvenuto.
L’organizzazione era lieta avessimo accettato il loro invito e spiegava che tutti i Nickname presenti sul sito facevano capo a coppie e singoli/e (si …era specificato anche “singole”!) che avevano superato il test sanitario.
Anche qui: nessuna generalità o identificativo che non fosse il NickName.
Fantastico ! (pensammo).

Nel nostro profilo erano riportate data, ora, indirizzo della festa (rigorosamente oltre confine) abbigliamento da indossare (tassativo abito da sera per entrambe) più una serie di altri particolari logistici.
Si specificava anche che alla festa era obbligatorio l’uso di un Inglese fluente.
Anche questo faceva presagire che l’incontro non sarebbe stato per una platea “popolare”.

Non stavamo nella pelle.
Una ricerca su Google dell’indirizzo indicato non riportava nessuna dicitura particolare.
L’immagine dal satellite mostrava un grande parco con piscina (in zona collinosa) e al centro una costruzione piuttosto grande. Si sarebbe detta una villa di dimensioni ragguardevoli.
Tutto intorno… il nulla (se non qualche casa colonica) per parecchi chilometri.
Street View riportava una strada ben tenuta ma sterrata e in corrispondenza di quello che sembrava essere l’ingresso del parco un cancello di dimensioni ragguardevoli, fra due colonne invase dall’edera.
Il cancello sembrava in bronzo e ben tenuto, così come le due aquile appollaiate sulle colonne, che scrutavano minacciose l’ingresso della residenza.

Prenotammo l’albergo, a circa una trentina di KM dal luogo dell’incontro.

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Il panorama dall’autostrada (che correva in una zona collinare con vista sul mare) era stupendo, grazie anche ai colori del tramonto di quella serata di mezza estate.

Google Maps ci fece uscire quando mancavano circa 15 chilometri per arrivare alla nostra destinazione e iniziammo subito ad inoltrarci nella folta vegetazione.
Il paesaggio ricordava un po’ la maremma toscana.
Più ci avvicinavamo all’obiettivo e più le abitazioni si facevano rade. Qualche casa colonica e nulla più.
Ad un certo punto, dopo l’ennesima svolta, iniziammo ad inerpicarci lungo una strada bianca, in terra battuta ma comunque tenuta molto bene, a ulteriore dimostrazione che l’organizzazione non lasciava nulla al caso.

Col trascorrere del tempo la nostra eccitazione andava aumentando.
Per rompere un po’ il ghiaccio ed alleggerire la tensione sfoggiai il più tranquillizzante sorriso del mio repertorio e infilai una mano sotto lo splendido vestito da sera di Laura, accarezzandole una coscia.
Lei ricambiò il sorriso, si rilasso e divaricò leggermente le gambe guidando le mie dita verso la sua vagina che, compiaciuto, trovai già leggermente inumidita.

“Fra 200 metri la vostra destinazione si troverà sulla destra” gracchiò la signorina Google, richiamando la nostra attenzione e abbattendo rapidamente, così come era arrivata, la mia erezione.

Di lì a poco arrivò la conferma che StreetView non sbaglia un colpo.
Davanti al portone in bronzo, lievemente illuminato da alcune torce da giardino perché si era già fatto buio, sostavano due distinti signori; non più giovani ma dalle stazze ragguardevoli (dovevano essere stati dei bodyguard ai loro tempi) che ci squadravano con fare sospetto.
Fermai la macchina a qualche metro di distanza, indossai la maschera che mi nascondeva dal naso alla fronte (la parrucca l’avevamo già indossata in albergo) scesi e mi avvicinai lentamente

“Good Evening Sir” mi disse il più attempato, senza comunque muovere un passo verso di me: “Can We Help You ?” continuò in un Inglese perfetto.
Risposi al saluto (sperando che il mio Inglese fosse all’altezza) mostrando nel contempo la Key Card.
Il lasciapassare fece il suo effetto.
Gli sguardi sospettosi si trasformarono istantaneamente in un solare sorriso.
“Oh! Mr and Miss Lunatici. We were waiting for you!”.

Aspettavano noi (!?).

L’uomo spinse il tasto del telecomando che aveva in mano e il grosso cancello iniziò ad aprirsi.
Mi disse di procedere con l’auto lungo il viale alberato che si presentava all’interno. Risalii in auto e ripartii, passando fra le due aquile che ci squadravano minacciose.

I cuori battevano all’impazzata.
“Aspettavano noi !?” ripeté Laura che aveva sentito la conversazione grazie al finestrino abbassato. Annuii senza proferire parola.

Dopo alcune centinaia di metri iniziammo ad intravedere alcune luci in fondo al viale, anch’esso fiocamente illuminato da alcune torce e alla fine ci ritrovammo in un ampio giardino al centro del quale svettava una sorta di vero e proprio castello, con tanto di merlature, sebbene di dimensioni contenute.

“Alla faccia della villa!” esclamò Laura.
Le auto che sostavano non erano da meno: alcune Ferrari, Lamborghini e persino una Limousine.
Pensai che avevo visto giusto quando decisi di noleggiare una Porche Carrera per affrontare quell’avventura.
Immaginavo che diversamente avremmo rischiato la figura dei barboni, presentandoci con la nostra Q5.

Camminando verso l’ingresso della costruzione si scorgeva sul lato una splendida piscina: ben illuminata da alcuni fari subacquei ma al momento inutilizzata.
Nessuna anima viva intorno.
Solo silenzio.
Sull’ampia porta (anch’essa in bronzo) due grossi battenti.
Capimmo subito che non sarebbe servito utilizzarli perchè scorgemmo sul lato sinistro dell’ingresso un piccolo display illuminato, con sopra lo stesso simbolo impresso sull'invito che avevo ricevuto in ufficio.
Avvicinando la card al display si sentì distintamente un “clack” e la porta si aprì leggermente.
Ci guardammo emettendo un grosso respiro e Laura spinse verso l’interno.

Chiudemmo la porta alle nostre spalle, ritrovandoci all’interno di un lungo corridoio anch’esso in leggera penombra.
In fondo si scorgeva una luce più intensa e da lì proveniva una musica che non riuscirei a definire.
Molto pacata ma indefinibile.
Mentre percorrevamo il corridoio la mia eccitazione si rifece viva improvvisa, così come la mia erezione.
Chi avesse osservato con attenzione il cavallo dei miei pantaloni avrebbe potuto capire che ero contento di essere lì.
Sentivo che lo stesso valeva per Laura.
Lei mi precedeva leggermente: splendida e sensuale, fasciata in quell’abito che esaltava le sue forme. Svettante sui suoi tacchi 12, lei già alta di natura.
Sembrava una dea greca.
Conoscendola, sapevo che alcune gocce di umore le stavano scendendo fra le coscie, difficilmente trattenuti dallo splendido perizoma in pizzo nero che aveva deciso di indossare per l’occasione

Ci ritrovammo in uno splendido ed ampio salone in stile, con candelabri, arazzi, tappeti (persiani?), enormi cuscini, divani e divanetti sparsi ovunque.
Su questi sostavano almeno una ventina di persone che conversavano a bassa voce sorseggiando quello che poi scoprimmo essere champagne.
Donne e uomini che, seppur celati dietro maschere e vestiti da sera, davano tutti l’impressione di essere dotati di corporature di serie A.
Al nostro ingresso il leggero chiacchiericcio si interruppe all’istante e tutti si voltarono verso di noi.
Solo quella strana musica continuava in sottofondo.

Immediatamente, da un divanetto posizionato centralmente in fondo alla sala, si alzò una ragazza che ci venne incontro sfoggiando uno splendido sorriso.

Non potei fare a meno di notare, a lato del divanetto dal quale si era alzata, appollaiato su una sorta di piccolo tronetto di velluto rosso, un signore piuttosto basso e corpulento, unico a non indossare il vestito da sera ma una sorta di saio, anch'esso in velluto rosso.
Che la sua corporatura non rientrasse nello standard degli altri ospiti era evidente anche per il fatto che il saio era sollevato, almeno fino al petto.
Il membro nerboruto ed eretto del soggetto (quello si, di notevoli dimensioni) svettava su un paio di testicoli gonfi che sembravano poter esplodere da un momento all’altro. Una delle ospiti, accovacciata su un cuscino ai piedi dell’uomo ma ancora completamente vestita, si adoperava a garantire il mantenimento dell’erezione tramite
frequenti colpi di lingua che correvano rapidamente su e giù per tutta la lunghezza dell’asta.
Scorsi anche come la donna si soffermava di tanto in tanto a raccogliere le gocce di liquido pre-spermatico che uscivano dal glande.
Mi resi subito conto che la cosa stava eccitando anche Laura. Mi disse poi che anche lei aveva notato l’inequivocabile movimento che fa la gola quando deglutisce.
La donna faceva attenzione a non sprecare nulla ed ingoiava avidamente ogni goccia del liquido, che si mescolava con la saliva prodotta da lei stessa in gran quantità a causa dell’operazione in corso.

In quel momento, di fronte a questa scena, trovò risposta la domanda che ci eravamo fatti spesso nei giorni precedenti: “chi paga tutto questo ?”.

La ragazza che al nostro ingresso in sala si era mossa dal posto che occupava completò il suo percorso verso di noi e dal suo modo di fare capimmo subito che doveva essere un po’ la “direttrice” della situazione.
Oltre al sorriso ed al portamento da vera modella, madre natura l’aveva dotata anche di due splendidi occhi verdi.
Ci prese dolcemente le mani e ci guidò al centro della sala senza proferire parola.

Fu in quel momento che capimmo di stare subendo una sorta di iniziazione.

Al pari di tutti gli altri avventori anche lei portava sul petto un piccolo cartellino con sopra il suo NickName: CATGIRL.
Ecco spiegata la cuffia da gattina che le fasciava la parte alta della testa, dal naso in su, lasciando comunque scoperto quel tanto di chioma sufficiente ad evidenziare uno splendido caschetto di capelli rossi, il quale a sua volta permetteva di apprezzare un altrettanto splendido collo, impreziosito da una parure di piccoli diamanti.

Arrivati al centro prese dolcemente il viso di Laura fra le mani.
La fissò intensamente per alcuni istanti. Poi si avvicinò e la baciò con ardore, facendo però in modo di mantenere la distanza giusta affinché le due lingue fossero ben visibili mentre si assaporavano a vicenda.
Ripeté l’operazione anche con me, strofinando al contempo il suo ventre sul mio cazzo ormai durissimo e tenendo comunque il viso di Laura vicino ai nostri.
In questo modo passava da una lingua all’altra .
Quando era il mio turno sentivo distintamente il respiro affannoso di Laura, i cui livelli di eccitazione non erano sicuramente inferiore ai miei.
Ad un certo punto, improvvisamente ma sempre sorridendo e senza proferire una parola, la ragazza interruppe l’effusione e mentre continuava a guardarci negli occhi batté alcune volte le mani.

Era il segnale.
La festa poteva cominciare e noi eravamo gli ospiti d’onore.

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Al battito di mani di CATGIRL la donna che sollazzava il padrone di casa si alzò ed iniziò a spogliarsi.
Tutto avveniva con molta calma, con classe, rispettando i ritmi imposti dal suono di sottofondo che ora oserei definire quasi tantrico.
I suoi movimenti sinuosi non facevano che accentuare l'atmosfera eccitata che si respirava in quella sala.

Dopo essersi completamente denudata e aver messo in luce, anche lei, una corporatura a dir poco perfetta si allontanò di un passo dalla sua posizione e rivolta al suo principale interlocutore fece una sorta di piccolo inchino di riverenza che coinvolse però solo il viso e non il resto del corpo.
Il signore corpulento rispose al gesto alzandosi a sua volta e facendo ricadere il saio fino ai piedi ma lasciando comunque nettamente distinguere la completa erezione ancora in essere.

Fu in quel momento che potemmo leggere distintamente il suo NicName: THELORD.
“Non poteva essere altrimenti”, pensai.

L’uomo, rispose all'inchino della donna allo stesso modo, con un chiaro segno di approvazione.
Tutti gli occhi della sala erano su di lei.
Si incamminò con fare sinuoso verso di noi, con movenze da passerella ma sempre con molta calma e sensualità, sui tacchi a spillo che soli erano rimasti a rivestire il suo splendido corpo.
I suoi fianchi, i glutei ed il seno perfettamente sodi, ondeggiavano facendo da contorno a questi istanti di attesa che nessuno dei presenti, immagino, si augurava finissero troppo in fretta.

Quando si fu avvicinata notai che sul petto, fra il seno e la scapola sinistra, si distingueva una scritta in gotico corsivo, molto ben curata che non sembrava comunque essere un tatuaggio.
Riportava quello che poi scoprimmo essere il suo NickName: THE LADY.
Era quindi la donna del capo. O perlomeno, quella che si era scelto per quella sera.
Mi accorsi solo allora che in mano aveva una sorta di pennarello (non so dire come e quando lo avesse preso).
Lo consegnò a CATGIRL ed iniziò a spogliarmi.
Sempre lentamente. Prima la giacca, poi il pappilon e quindi la camicia.
In quel momento fui riconoscente verso me stesso di tutto il duro lavoro fatto in palestra nei mesi ed anni precedenti.
CATGIRL si avvicinò e iniziò a scrivere il nostro Nic sul mio petto.
Era quindi lei l'artista. Dal profumo che si sprigionò dall'inchiostro intuii che era uno di quei pennarelli con inchiostro commestibile.
Il lavoro di grafia stava appena terminando che THE LADY si riavvicinò e riprese a spogliarmi.
Vidi un sorriso compiaciuto comparire sulle sue labbra quando, inginocchiata davanti a me, prese a slacciarmi i pantaloni che non riuscivano più a contenere l'enorme eccitazione che mi pervadeva.
Non appena liberato dai boxer il mio membro svettò verso l'alto come un soldato che scatta sull'attenti di fronte al suo capitano.
Subito alcune gocce di liquido lubrificante fecero capolino sulla cappella rigonfia all'inverosimile, a seguito del classico movimento dovuto al pulsare del cazzo provocato dall'eccitazione.
THE LADY sembrava non aspettare altro.
Come sorpresa dal fatto che fossi già così pronto, raccolse il liquido appoggiando la lingua alla base del mio glande e facendole scivolare sopra ogni singola goccia che si presentava.
Sarò sincero. Mi aspettavo (o meglio, speravo) che a quel punto si sarebbe prodigata in un blowjob da manuale e già mi chiedevo quanto sarei riuscito a resistere, temendo di provocare l'ilarità dei presenti nel caso la mia eiaculazione si fosse presentata in modo eccessivamente precoce, a causa della situazione estremamente eccitante che stavo subendo.
Invece lei ritirò la lingua ingoiando i miei umori. Allontanò il suo viso dal mio cazzo, si alzò e mi fece il gesto dell'inchino che poco prima aveva riservato al padrone di casa.

Tutti i presenti avevano seguito la scena con attenzione.
A questo punto THELORD si mosse dal suo punto di osservazione privilegiato.
Mano a mano che procedeva verso di noi le donne cui passava davanti facevano il gesto dell'inchino ed iniziavano a spogliarsi, anch'esse rimanendo con le sole scarpe, rigorosamente dotate di tacco a spillo.
Medesime movenze e classe già espresse da THE LADY.
Corpi altrettanto attraenti.

Mentre THE LORD si avvicinava capii che era arrivato il momento di Laura.
Per tutto il tempo avevo percepito chiaramente la sua eccitazione aumentare e nel momento in cui THE LADY raccoglieva le gocce di umore dal mio cazzo avrei giurato di aver udito un suo lieve gemito di piacere.
Si lasciò spogliare da THELORD e scrivere il nostro Nic sul petto.
Poi l'uomo le si accovacciò al di sotto delle piccole e grandi labbra, anch’esse ormai rigonfie all'inverosimile.
Iniziò a leccarla avidamente (non dimostrava certo l'eleganza di THE Lady) ma la cosa sembrava essere molto gradita a Laura.
Con la bocca spalancata e la lingua fuori, come di chi attende un sorso d'acqua fresca sgorgare da una fonte, l’uomo prese a titillarle il clitoride.
Così come era successo a me, anche Laura divaricando meglio le gambe non impiegò molto a rilasciare umori che l'uomo non tardò ad ingoiare avidamente.
Purtroppo per lei anche in questo caso l’uomo si ritirò quasi subito, nel momento in cui ebbe ingurgitato alcune gocce del nettare della mia compagna.

Si alzò’ facendo il gesto dell'inchino all'indirizzo della mia donna. Fece appoggiare il palmo della mano di The Leady sul dorso della sua e insieme si diressero con passo regale verso il tronetto sul quale tornarono ad appollaiarsi.

A questo punto tutti gli uomini e le donne presenti ci sottoposero a quello che interpretammo chiaramente come una sorta di rito di iniziazione dei nuovi adepti. Sostanzialmente: si avvicendarono al nostro sesso, uno ad uno nel caso di Laura ed una ad una nel mio caso. Ogni ragazza iniziava ad assaporare il mio membro impazzito facendolo scomparire nella propria bocca, succhiando e leccando con maestria ma ritraendosi immediatamente subito dopo aver ingoiato alcune gocce di umore prespermatico.
Percepivo chiaramente il liquido uscire, ogni volta che il cazzo “singhiozzava” nella bocca dell’interessata.
Idem nel caso di Laura, il cui sesso veniva assaporato a fondo dagli ospiti di sesso maschile, che si ritraevano solo dopo aver ottenuto almeno alcune gocce dei suoi umori.

Ogni ospite si muoveva dal proprio posto non prima che il precedente vi fosse tornato, ed era solo grazie a queste continue pausee che riuscivamo a contenere l’orgasmo.

Per ultima fu il turno di CATGIRL.
Si avvicinò’ prima a Laura dal momento che io ero ancora alle prese con l’ultima ragazza. Quando Laura si rese conto che in questo caso il gioco non si sarebbe fermato inizio’ a gemere di piacere. Divaricò le gambe ancora di più, per quanto la posizione in piedi e coi tacchi non le permettesse più di tanto e di lì a poco l’orgasmo la raggiunse, intenso, prolungato come forse non mai e con i suoi gemiti che riecheggiavano in tutta la sala.

Quando CATGIRL si rivolse a me, passando dalla vagina di Laura al mio cazzo senza soluzione di continuità non sapevo cosa aspettarmi ma il suo sorriso ed il viso ancora in parte irrorato degli umori di Laura dicevano più di mille parole.
Il mio cazzo, di dimensioni ragguardevoli grazie anche allo stato di profonda eccitazione che si trascinava ormai da alcune decine di minuti, scivolò nella sua bocca e percepii distintamente che la ragazza se lo stava spingendo dentro fino alla gola.
Iniziò a succhiare e pompare, quasi a volermi sfidare nel vedere quanto avrei resistito ora che, ormai era chiaro, potevo concedermi l’orgasmo liberatorio.
La sua bocca era fantastica sia esteticamente (incorniciata da uno splendido rossetto che le impreziosiva le labbra perfette) che tecnicamente.
Laura, esausta, mi guardava con complicità e compiacimento.
CATGIRL non stava inginocchiata davanti a me, ma accovacciata, in perfetto equilibrio sui suoi altissimi tacchi con le cosce appoggiate sui polpacci e la schiena perfettamente eretta, il che le permetteva di portare la sua bocca esattamente all’altezza del mio cazzo.
Le sue gambe divaricate mi permettevano di intravedere fra l’andirivieni della sua testa, la sua splendida fica spalancata, anch’essa rigonfia a denunciare l’eccitazione.
Sentii che stavo per venire.
Il cazzo iniziò a pulsare più frequentemente nella sua bocca e lei per tutta risposta iniziò a pompare ancora più velocemente mentre la sua lingua non smetteva di muoversi attorno al mio pene.
L’orgasmo arrivò impetuoso.
Percepii chiaramente le pulsazioni del pene che caratterizzano la fase centrale dell’orgasmo e precedono l’imminente uscita dello sperma.
Anche lei se ne rese conto: estraendo repentinamente il cazzo iniziò a masturbarlo mentre aprìva in modo evidente la bocca, facendo in modo che tutti i presenti, nel limite della loro posizione e per quanto distanti, potessero essere testimoni di quanto stava avvenendo.
Tutti poterono apprezzare la parte iniziale di ogni schizzo entrarle in bocca, mentre la parte finale si appoggiava delicatamente sulla lingua, anch’essa esposta al limite verso l’esterno, per poter raccogliere la maggior quantità del prezioso nettare.
Non ricordo di una sola goccia che sia andata persa.

Dopo aver completato la deglutizione (non ebbe alcuna necessità di ripulirsi il viso dal momento che tutti gli schizzi di sperma avevano raggiunto perfettamente il bersaglio previsto) si alzò, sempre con la medesima estrema eleganza.
Svettava ancor più nella sua magnificenza.
Ci guardò sorridente e per la prima volta dall’inizio della serata potemmo sentirla sussurrare alcune parole : “It’s enough for today. See you next time. If you like, obviously”.
La pronuncia era perfetta ma l’accento era chiaramente non anglofono; si sarebbe detto spagnolo o francese. O italiano.

Era evidente che per quella sera avremmo dovuto lasciare la compagnia e non avremmo partecipato al resto della festa.

Convenimmo in seguito che la cosa non ci dispiacque del tutto perché eravamo letteralmente esausti e le novità potevano bastare (almeno per il momento).

CATGIRL, i cui occhi verde smeraldo sembravano brillare di luce propria, ci fece cenno di dirigerci nuovamente verso l’ingresso della sala, senza preoccuparci dei vestiti lasciati sul tappeto.
Scorgemmo immediatamente che ad attenderci c’era uno dei due bodyguard, il quale ci scortò lungo il corridoio fino ai piedi di un grande scalone di marmo con corrimano di mogano.
Ci disse che al piano superiore avremmo trovato una serie di stanze e su una di queste il nostro NicName.

All’interno trovammo tutto il necessario per passare la notte, dopo aver trascorso una delle esperienze più incredibili della nostra vita.
Almeno fino a quel momento…

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Aprii piano gli occhi il mattino seguente solo perché infastidito da alcuni raggi di sole che filtravano dalle pesanti tende in velluto rosso. Si intuiva che doveva essere una splendida domenica mattina d’estate.
Laura dormiva ancora, seminuda e splendida (il suo corpo mi attrae ancora enormemente nonostante gli anni di matrimonio si possano contare solo usando le dita di almeno due mani) avvolta ma solo in parte nel lenzuolo di raso.
L’orologio in stile appeso, alla parete, segnava le 9,30.
Nella mezzora seguente, durante la quale rimasi comunque assopito in quella via di mezzo che precede il risveglio, sentii distintamente e a più riprese provenire dal corridoio il rumore che fanno le ruote del trolley trascinato e successivamente il rombo di auto che se ne andavano dalla villa.
Attesi ancora un po’ guardandomi intorno e mi accorsi che anche Laura si era svegliata e mi guardava sorridente.
Lo stile della camera ricordava il medesimo visto la sera prima nel salone principale e nel bagno, dotato di Jacuzzi di cui avevamo approfittato volentieri prima di coricarci.
Sul divano vicino all’ingresso della stanza stava appoggiata la nostra Key Card e ben ripiegati i nostri vestiti della sera che ci erano stati portati da una sorta di maggiordomo molto cortese, anch’esso mascherato, alcuni minuti dopo che eravamo entrati in camera. Mi resi conto in quel momento che avevamo lasciato i nostri trolley in auto ma potevamo tranquillamente farne a meno dal momento che il bagno era dotato di tutto il necessario, compreso il make-up per Signora.

Dopo esserci preparati ed aver indossati i nostri “travestimenti” uscimmo dalla camera con l’intento di andarcene.
l corridoio del piano era deserto e da una delle finestre che dava sul parco vedemmo che in piscina non c’era anima viva, mentre nel parcheggio erano rimaste solo una Ferrari cabriolet e la nostra auto.
Mentre scendevamo le scale ci pervase un intenso odore di caffè e brioche appena sfornate che scoprimmo provenire da una stanza posizionata lungo il corridoio d’ingresso percorso la sera prima con tanta trepidazione.

Ci affacciammo, incuriositi e stimolati dall’appetito che iniziava a farsi sentire, considerando che la sera prima non eravamo riusciti a fare una vera cena prima di recarci alla festa , anche perché a dire il vero l’emozione e l’incertezza per quello che ci aspettava ci aveva un po’ chiuso lo stomaco.
Nella piccola sala si trovava un tavolo da buffet ricco di vettovaglie, oltre ad alcuni tavolini già rassettati ed un paio ancora predisposti per la colazione.
Su entrambe un mazzo di rose rosse, oltre ad un biglietto che riportava il NickName degli ospiti e a cui i medesimi erano riservati.
Entrambi i tavolini erano per due persone e su uno campeggiava la scritta Lunatici. Ancora una volta, era evidente che l’organizzazione non lasciava niente al caso e voleva soddisfare fino all’ultimo i propri ospiti, nel chiaro tentativo (pensammo) di convincerli a tornare.
Da una stanzetta laterale della saletta provenivano i classici rumore di cucina ma nessuno si affacciò durante tutto il tempo in cui restammo a rifocillarci (d’altronde il buffet era già più che fornito ed abbondante).
Gli altri due commensali erano evidentemente meno mattinieri di noi.

Al termine della colazione ci avviammo per rientrare a casa.
Trascorremmo tutto il viaggio di ritorno a fantasticare su quanto ci era capitato.
Di quanto meravigliosi erano i corpi degli uomini e delle donne che avevamo incontrato. Di come stridessero col corpulento padrone di casa, “comunque dotato...” ammiccava Laura nel vano scherzoso tentativo di ingelosirmi “...di un cazzo davvero ragguardevole”. Al che io replicai ricordandole della fantastica lingua di CATGIRL e della sua impareggiabile arte orale.
Ma soprattutto, al di là delle battute, ci arrovellava una domanda.
Chi era, di tutti costoro e ammesso che fosse stato presente, il nostro interlocutore? Colui che aveva lasciato il biglietto d’invito sul tavolo del mio ufficio ?

Questi pensieri mi tennero sveglio per gran parte della notte.
Anzi, mi si presentarono sempre più insistenti la mattina successiva, mano a mano che mi avvicinavo all’ufficio.

La prima persona che vidi venirmi incontro appena entrato lungo il corridoio era la segretaria del capo.
Buongiorno Sig. X mi disse come al solito.
Mentre stavo per rispondere al saluto come al solito, mi resi conto che questa volta una sorta di sesto senso mi stava obbligando a non abbassare gli occhi per primo.
Fu in quegli interminabili istanti che giurerei di aver visto, per la prima volta sul viso della donna, una lieve espressione di imbarazzo e un desiderio di abbassare lei lo sguardo, come mai era successo prima.
Fu solo una frazione di secondo ma fu proprio quello che accadde.
Un attimo prima che i nostri occhi si allontanassero gli uni dagli altri, la vidi distintamente abbassare lo sguardo come se questa volta fosse lei a dover nascondere qualcosa.
E mi fu sufficiente per accorgermi di una cosa non avevo mai notato prima.
Era dotata di due splendidi occhi verdi.

Il cuore prese a pulsarmi in gola mentre entravo nel mio ufficio e lei entrava in quello del capo.
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Poteva starci in tutto.
La presenza scenica, la fisicità, la classe nel camminare.
Tutto poteva far assomigliare la segretaria del capo a CatGirl.
Ma no! Non poteva essere lei.
Mi trovai a rivedere mentalmente tutto il sabato sera precedente come in un film.
Fermavo lo scorrere di questa pellicola virtuale su ogni fotogramma che riportava quella che io e Laura avevamo interpretato essere un po’ la direttrice della festa.
Riguardavo e ripensavo ogni singola immagine, nel tentativo di riportare alla mente altri particolari del suo corpo e del suo viso.
Il suo viso.
Certamente i momenti più intensi che ricordavo bene erano quelli in cui durante l’orgasmo, fissandomi negli occhi raccoglieva con avidità tutto il mio seme nella sua bocca e sulla sua lingua. In quel momento di godimento estremo la fissavo negli splendidi occhi verdi e …

Ma come avevo fatto a non ricordarlo prima?
In quel frangente, dalla maschera da gatto che portava, esattamente all’altezza delle tempie, laddove evidentemente il caschetto di finti capelli rossi non poteva arrivare, avevo scorto distintamente un ciuffetto di capelli biondo platino fare capolino, fuorisciti dalla maschera che probabilmente nella foga del BlowJob si era leggermente mossa.
Ora, a mente più fredda (per ovvie ragioni) rivedevo la scena in modo molto più nitido.
CatGirl, nel rialzarsi di fronte a me, aveva prontamente rimesso le cose a posto infilandosi nuovamente il ciuffetto sotto la maschera, senza peraltro enfatizzare il gesto.
Per non dare nell’occhio, mi veniva da pensare ora.

Quindi era lei !
No … non poteva essere lei mi dicevo. Oppure si ?
Da quel momento io e Laura non pensavamo ad altro, nell’attesa snervante di ricevere un nuovo invito.

Dopo il primo giorno la segretaria del capo non tradì più alcuna emozione.
Iniziai a pensare di essere stato io, inconsciamente, a volere fortemente che CatGirl e lei fossero la stessa persona, consapevole mio malgrado che non era possibile.
Mi dissi che avevo solo un modo per scoprirlo.
Affrontarla e fargli capire che sapevo chi era.
Non avrei certo potuto farlo in ufficio.
Troppo rischioso se poi fosse effettivamente risultato che avevo preso un granchio.
Quindi l’unica possibilità era quella di incontrarla di nuova ad una festa.

I giorni passavano e la prima cosa che facevo appena entrato in ufficio era verificare se sopra la tastiera c’era qualche biglietto anonimo.
Niente.
Io e Laura stavamo quasi perdendo le speranze (“evidentemente non ci hanno ritenuti all’altezza” ci dicevamo) quando una sera lo sguardo di Laura cadde sulla Key Card distrattamente lasciata nel cassetto del comodino la sera del nostro rientro.
“Il sito WEB !” esclamò lei, guardandomi come se dovesse comunicarmi di aver vinto la lotteria nazionale.
Capii subito cosa intendeva. Presi la Key Card, la infilai nel lettore del PC e digitai l’indirizzo del sito.
Comparve una scritta, in Inglese, di bentornato e continuava con un invito a presentarsi ad una nuova festa che si sarebbe tenuta di lì ad un mese.
Stessa località.
Ma questa volta eravamo invitati a presentarci al sabato mattina, per sbrigare in loco le pratiche relative ai controlli sullo stato di salute.
Fummo piacevolmente sorpresi, oltre che dal nuovo invito, anche dal constatare nuovamente come l’organizzazione fosse molto attenta al fatto che il gioco coinvolgesse solo persone perfettamente sane.
E il modo in cui si era svolta la nostra iniziazione non ammetteva effettivamente deroghe.
Era altresì evidente che l’organizzazione non poneva limiti particolari (se non la libera volontà di ciascuno) ai giochi che si sarebbero potuti realizzare e questo stimolava ancora di più la nostra immaginazione e il desiderio.
Fornimmo immediatamente la nostra adesione alla festa e prenotammo eccitati il volo e l’auto a noleggio.
Questa volta sapevamo che l’albergo non sarebbe servito.

Arrivammo al castello verso le 9 di un sabato mattina di quella fine estate.
Avevamo dormito un po’ in aereo ma ci aspettavamo di poter riposare alcune ore anche prima della festa, dopo i controlli di rito.

“Welcome Back Mr and Miss Lunatici” ci salutarono cortesi i bodyguard all’ingresso, una volta mostrata la Key Card.
Poi ci spiegarono che potevamo recarci direttamente nella camera che avevamo occupato la volta precedente e lì avremmo ricevuto la visita di un infermiere.
In seguito avremmo potuto trascorrere la giornata come desideravamo ma non avevamo la possibilità di uscire dal perimetro del parco.
L’appuntamento nel salone delle feste era per le 22.

L’infermiere non tardò ad arrivare, debitamente mascherato.
Fece il suo prelievo e ci informò che dal PC della camera avremmo potuto collegarci al sito dell’organizzazione per verificare gli esiti del test che sarebbero stati disponibili entro la metà del pomeriggio.
Ovviamente, nel caso il test fosse andato male, eravamo cortesemente invitati a non presentarci in salone all’orario stabilito (pena il pubblico ludibrio, pensai io, dal momento che il PC avrebbe riportato, come la volta precedente, il risultato del test di tutti gli invitati.

Scendemmo per un breve giro della residenza.
Sulle sedie a sdraio della piscina si trovavano già alcuni ospiti e i loro corpi abbronzati e tonici non facevano che aumentare in me e Laura il desiderio per la serata imminente.
Il parco attorno era splendidamente tenuto.
La giornata, ancora calda ma non afosa invitava ad un bagno rinfrescante, ma questo cozzava con la necessità di indossare maschera e parrucca.
Decidemmo di tornare in camera a riposare, in attesa della serata che si preannuciava alquanto intensa. Non prima però di aver mangiato qualcosa nella solita saletta, la stessa in cui facemmo colazione la prima volta, già predisposta con un invitante buffet.

Tutti quelli che incontravamo (e che aumentavano di numero mano a mano che le ore passavano) ci salutavano con cortesia e noi rispondevamo altrettanto ma senza indulgere in conversazioni.

Nessuna notizia invece di quello che era il nostro chiodo fisso: CatGirl.

Prima di coricarci decidemmo di dare un’occhiata al sito per verificare se i test erano andati a buon fine.
Così era, evidenziato dal nostro NickName che da grigio era diventato verde.
Lampeggiava già in verde anche quello di molti altri ospiti e con nostra gioia notammo che anche CatGirl era fra questi.
Ci addormentammo soddisfatti fino al suono della sveglia.

Quando mi alzai Laura era già in bagno e stava completando la sua preparazione.
L’intimo nero che indossava evidenziava le sue curve splendide e toniche, sebbene non più da adolescente ed era un evidente invito alla passione più estrema.
Quando mi vide sorrise e ammiccò col mento verso la vetrinetta del lavabo.
Oltre a tutto il necessaire per la toletta, campeggiavano in bella mostra (come a dire “usateci!”) due clisterini monouso.
“Lo facciamo insieme ? Dai che non è niente!” disse Laura con sarcasmo.
Fino ad allora non avevo mai avuto bisogno di eseguire quel tipo di preparazione.
Durante le nostre avventure, pur avendo scoperto la mia natura bisex che mi aveva portato a praticare con soddisfazione qualche blowjob, non avevo mai preso in considerazione l’ipotesì di sperimentare una penetrazione anale completa.
Per il rimjob e il fingering che regolarmente praticavo avevo sempre ritenuto più che sufficiente un approfondito bidet.
Ad ogni buon conto non volevo impormi limiti a priori e di conseguenza per la prima volta feci compagnia a Laura che ancora una volta, al contrario, mi dimostrò di conoscere a fondo la materia.

Alle 22 in punto stavamo scendendo le scale diretti al salone delle feste.
Sui vestiti facevano bella mostra di sè i cartellini col nostro NickName, trovati in camera assieme ad un pennarello di inchiostro commestibile che (memori della volta precedente) avevamo utilizzato per scriverci sul petto il nostro identificativo.
Ci precedeva di poco un’altra coppia, uscita pochi secondi prima di noi dalla stanza.
In salone, nel quale questa volta risuonava una piacevole musica Jazz, sostavano già parecchie persone in eleganti abiti da sera, che conversavano fra loro come se si conoscessero da sempre, coppie e singoli/e, accomodati sui divanetti.
In mano bicchieri di champagne o altro che si erano precedentemente serviti presso il tavolo delle bevande, apparecchiato da un lato.

Ci sedemmo sul primo divanetto libero ed iniziammo a guardarci attorno un po’ imbarazzati, come scolaretti al primo giorno di scuola.
Rispondevamo con garbo ai cenni di saluto che di tanto in tanto altri avventori ci indirizzavano con un leggero inchino del capo.
Io non facevo altro che scrutare con attenzione alla ricerca di CatGirl.
Mi ero ripromesso di affrontarla subito e mettere in chiaro la situazione, ovvero che non era solo lei a conoscere la nostra vera identità.
Anche noi sapevamo di lei e quindi il gioco sarebbe continuato ad armi pari.

“Vado a prenderti qualcosa da bere, aspettami quì” dissi a Laura anche per alleggerire la tensione.
Senza attendere un suo gesto di approvazione, che temevo potesse non arrivare, mi alzai di scatto e mi diressi al tavolo.
Mentre riempivo i bicchieri scrutavo fugacemente attorno alla ricerca della mia preda e con la coda dell’occhio vidi che una coppia si era avvicinata al divanetto su cui poco prima mi trovavo con Laura, che ora tentava un timido accenno di conversazione.
Penso che in quel momento mi stesse odiando con tutte le sue forze per averla lasciata sola, anche se non lo ammise mai.

Stavo ancora rimuginando sui rimbrotti che mi sarei sorbito più tardi, quando ebbi la netta sensazione che qualcuno si avvicinasse alle mie spalle..
“Nice to see you again Mr Lunatici” disse con il suo inconfondibile Inglese dall’accento latino.
Era sicuramente lei.
CatGirl, ovvero quella che ormai ero certo essere la segretaria del capo, si trovava alle mie spalle.
Nella frazione di secondo che avevo a disposizione prima di girarmi e rispondere al saluto mi ripassai in un lampo il copione che mi ero studiato.
“Questa volta guido io il gioco … gran troia succhiacazzi che non sei altro...” pensai, più che altro per darmi la giusta carica.
Mentre mi voltavo diedi subito una rapida occhiata al NickName, per avere la certezza di trovarmi di fronte a chi mi aspettavo, poi mentre alzavo lo sguardo per fissarla negli occhi dissi, volutamente in italiano: “buonasera signorina ….”.

Il cognome della segretaria del capo, che stavo per pronunciare con fare vittorioso, mi si strozzò in gola.
CatGirl aveva gli occhi azzurri e una splendida chioma marrone con meches che le scendeva dalla maschera da gattina fin sulle spalle.
Sotto le tempie, dalla cuffia da gattina spuntavano solo alcuni ciuffi biondi dovuti appunto alle meches.
“My pleasure” ripresi cercando di nascondere l’estremo imbarazzo.
Capii subito che quelli erano i suoi veri occhi ed i suoi veri capelli ma per giustificare la mia esitazione di un attimo prima le chiesi come mai quel cambiamento.
Replicò che indossare le lenti a contatto e la parrucca la infastidiva e che quando gli iniziati accettavano il secondo invito entravano sostanzialmente nella famiglia; a quel punto lei si sentiva di poter trasgredire ancora di più, evitando certi eccessi nel travestimento.

Non ho mai afferrato bene il concetto, ma in quel momento non potevo che farmene una ragione.

Mentre ancora riflettevo su quanto ero stato sciocco pensando di trovarmi di fronte alla segretaria del capo, la musica Jazz che risuonava nella sala si tramutò improvvisamente nella musica tantrica della volta precedente.

“Sorry Mr. Lunatici” disse CatGirl ammiccando: “The time has come to complete your initiation” mi sussurrò all’orecchio, voltandosi verso l’ingresso della sala dal quale facevano il loro trionfale ingresso TheLord e TheLady.
Tutti fecero il gesto dell’inchino, mentre i due padroni di casa si portavano verso il tronetto.
La protuberanza che sporgeva dal saio dell’uomo, che evidentemente già pregustava quello che sarebbe successo di lì a poco, denunciava un’erezione già in stato avanzato.
CatGirl mi prese la mano e fece cenno a Laura di raggiungerci mentre ci avvicinavamo al tronetto.
Ai lati dello strano palchetto, uno sulla destra e uno sulla sinistra, stavano ritti e immobili come cavalieri del re, con due originali mascherine in pizzo nero a coprire sostanzialmente solo la parte superiore del volto, un uomo e una donna, dall’apparenza piuttosto giovanile.
Lui vestiva un distinto abito da sera con papillon, mentre lei, un pò fuori dallo standard, una minigonna che permetteva di apprezzare due gambe da favola e un corpetto che non lasciava niente all’immaginazione.
Feci in tempo a leggere i loro nomi: TheKnight (il cavaliere) e ThePrincess (La principessa).
Devo dire che il nick di lei era assolutamente azzeccato.
Era splendida. Una vera modella. Dal fisico mozzafiato.
E poter fare questo tipo di considerazione per una donna, in un contesto in cui le altre ospiti esprimevano pura bellezza, dice tutto.

Quando fummo di fronte a loro, TheLord e TheLady iniziarono a spogliarsi facendo capire che dovevamo fare altrettanto.
Rividi le curve della donna, splendida sugli immancabili tacchi a spillo e il cazzo enorme dell’uomo, ormai in piena erezione.
Era evidente che lo manteneva ben allenato, facendone un uso molto frequente e in modo prolungato.

I due si sedettero sul tronetto.
Entrambe si appoggiarono allo schienale facendo sporgere leggermente il bacino dal sedile, in modo tale che i loro sessi fossero bene esposti, come fossero due trofei pronti per essere conquistati.
Ed in effetti, lo erano.

CatGirl si mise dietro di noi e appoggiando delicatamente le sue mani all’altezza della nuca ci indirizzo entrambe verso la meta.
Accompagnò la testa di Laura verso il membro e la mia verso la fica rigonfia di TheLady.
Iniziai a leccare con avidità, mentre sentivo la mano di CatGirl appoggiata sulla nuca che accompagnava i movimenti della mia testa.
Sbirciai verso Laura e la vidi con la bocca già completamente piena del cazzo dell’uomo.
Pompava con altrettanta avidità e nel movimento si vedeva chiaramente il glande dell’uomo rigonfiare prima una e poi l’altra guancia, a seconda del modo in cui entrava in bocca.
Ogni tanto Laura toglieva il cazzo dalla bocca per poter respirare e si dedicava a leccare.
E’ sempre stata bravissima anche in questo.
La sua lingua correva per tutta la lunghezza del membro, dallo scroto al glande e poi nella direzione opposta e su tutti i lati del grosso arnese.

Un battito di mani.
A quel segnale CatGirl allentò la pressione sulle nostre teste facendoci chiaramente intendere che poteva bastare.
Ci fece alzare e mi fece accomodare sul divanetto a lato del tronetto, subito al fianco di The Princess che continuava a rimanere in piedi ed immobile, osservava la scena come se quanto stava succedendo non la riguardasse.
Mi aspettavo di ritrovarmi con Laura al fianco, invece con mia grande sorpresa vidi che CatGirl la stava invitando a raggiungere uno dei divanetti liberi ai lati della sala, laddove si trovavano gli altri ospiti, i quali a loro volta, al segnale avevano iniziato a fare sesso

Notai l’espressione corrucciata di Laura mentre si dirigeva ai divanetti.
Ma con orgoglio notai anche l’interesse con la quale tutti gli altri ospiti la osservavano ammirati, mentre con classe ed eleganza si incamminava sui suoi tacchi a spillo.

Io mi accomodai un pò perplesso.
“Che faccio ora?” pensavo “devo prendere l’iniziativa o aspetto un segnale da parte di qualcuno?”
Non feci in tempo a finire la riflessione che ad un cenno di TheLord verso ThePrincess lei mi guardò sfoderando, finalmente, uno splendido sorriso che mi parve da subito sincero.
Sinceramente in quel momento non avrei chiesto di meglio.
Le sue gambe infinite e affusolate, a cui la pronunciata abbronzatura donava maggiormente l’aspetto di due vere e proprie sculture d’ebano, mi si stagliavano davanti.
Prese un cuscino dal divanetto, lo poggiò a terra e si inginocchiò davanti a me.
Poi, continuando a fissarmi negli occhi, si portò entrambe le mani dietro la schiena e iniziò ad armeggiare.
Il corpetto iniziò ad allentarsi.
Il mio membro che nel frattempo si era rilassato ebbe un sussulto.
Una volta sciolto l’ultimo laccetto il corpetto si spostò leggermente in avanti lasciando intravedere quale meraviglia si stava per dischiudere alla mia vista.
Da bravo cavaliere (ma non senza un pizzico di egoismo personale) mi precipitai ad aiutarla a sfilarlo.
Un seno perfetto che sfidava la forza di gravità si presentò alla mia vista.
Pensai che solo gli dei dell’olimpo potevano abbeverarsi a coppe di cotal fatta.
Lei si rialzò sollevando leggermente la minigonna quel tanto che le serviva per riuscire ad appoggiare le ginocchia ai lati del mio bacino, una da una parte e una dall’altra.
Mi ritrovai a chiedermi se portasse o meno le mutandine.
Non appoggiò il suo sesso al mio, ma la cosa sul momento non mi dispiacque perché in quel modo i suoi capezzoli turgidi si trovavano esattamente a tiro delle mie labbra.
Iniziai a succhiare quelle tette morbide e setose.
Lei allungò una mano dietro di sé iniziando ad accarezzarmi lo scroto.
Mi aspettavo che iniziasse a scoparmi da un momento all’altro, invece ad un tratto si rialzo e tornò ad inginocchiarsi davanti a me.
Infilando le sue braccia dall’interno verso l’esterno fra le mie gambe giusto sotto le mie ginocchia mi prese dolcemente le cosce con le mani, invitandomi con una leggera pressione verso di se a sporgere il bacino un pò in avanti.
In questo modo dovetti divaricare oltremodo le gambe e il mio membro ormai eccitatsissimo si stagliava davanti a lei mentre il suo viso si insinuava fra le mie cosce.
Iniziò con dolcezza a solleticarmi lo scroto con rapidi e sapienti colpi di lingua.
Poi la leccata si fece più approfondita, alternata a veri e propri risucchi, finché di colpo un intero testicolo scomparve nella sua bocca. Percepivo chiaramente la sua lingua e il suo palato che assaporavano quella parte così sensibile del mio corpo.
Io la guardavo estasiato giocherellare con i miei gioielli di famiglia, prima uno e poi l’altro, alternativamente.
Non so come e perché ma istintivamente, forse per agevolarle il lavoro, sollevai un po le gambe spingendo il bacino verso l’alto, senza rendermi conto che così facendo le mettevo in bella mostra il mio…
“You little pervert… you are a real foodie!” mi apostrofò sorridendo maliziosamente.
La sua voce era calda e avvolgente.
Confermava la straordinarietà di questa splendida femmina.
Mentre le sue mani altrettanto morbide e delicate si appoggiavano sulle mie natiche facendo una leggera pressione verso l’esterno socchiusi gli occhi e mi presi le ginocchia con le mani per raggiungere l’equilibrio in quella posizione piuttosto scomoda.
Le stavo schiaffando il mio buco del culo in faccia.
La sua lingua umettata iniziò immediatamente a scorrere lungo il perineo, dapprima insistendo di più verso lo scroto, poi piano piano iniziò a scendere, fino a che non la percepii distintamente arrivare allo sfintere.
Mi rilassai il più possibile mentre il mio cazzo al massimo dell’erezione quasi mi sbatteva sul petto.
La sua lingua sembrava volersi insinuare dentro di me, vista la foga con la quale leccava il mio buchetto.
Sentivo distintamente la saliva prodotta dalla ragazza che iniziava a colarmi dal culo lungo la schiena.
Lei, sempre continuando a leccare, iniziò dapprima ad accarezzarmi i testicoli e poi a masturbarmi.
Lo faceva in modo molto delicato.
In modo tale da non farmi raggiungere l’orgasmo.
Solo puro piacere.
Ad un tratto la sua mano lasciò il cazzo, mentre la sua bocca tornava ad occuparsi dei miei testicoli
Il mio buco del culo era fradicio di saliva.
Non feci in tempo a capire cosa stava succedendo che un brivido di piacere ancora più intenso mi percorse la spina dorsale facendo sussultare il mio pene impazzito.
Il suo dito si stava facendo spazio nel mio ano.
La ragazza sapeva il fatto suo. Iniziò un massaggio prostatico da urlo.

Iniziai a pensare che se non facevo subito qualcosa la serata per me sarebbe finita lì, quantomeno come soggetto attivo.
Riflettei, successivamente, che in quel momento non tenevo in considerazione il contesto in cui mi m trovavo: così fortemente eccitante da permettere ben più di una performance.
Ad ogni buon conto decisi di intervenire.
Mollai la presa delle ginocchia e appoggiai i piedi a terra.
Il suo viso era raggiante mentre il cazzo nel fare quel movimento si strofinava fra i suoi seni imbevuti della saliva fuoriuscita dalla sua bocca e dal mio culo.

“It’s all your baby… make it count” le sussurrai, sperando che avesse pietà.
Lei capì subito cosa intendevo, perchè iniziò a lavorare il mio membro con tette e bocca in modo molto delicato.
Solo puro piacere.

Godendo di quell’estasi iniziai a guardarmi attorno.
Un groviglio di corpi e gemiti senza soluzione di continuità si apriva di fronte a me.
CatGirl, sempre nella sua splendida posa a gambe divaricate e seduta sui polpacci (come faceva a stare così bene in equilibrio su tacchi così alti non lo avrei mai saputo) si stava occupando di TheKnight che nel frattempo aveva abbassato solo la zip dei pantaloni.
Dall’apertura sbucava un membro di dimensioni ragguardaveli.
TheLord e TheLady si stavano intrattenendo con un’ospite; e non stavano certo discutendo dei massimi sistemi.

E Laura ?!
Mi resi conto che preso dall’azione di ThePrincess mi ero completamente dimenticato di lei.
Inizia a cercarla con lo sguardo.
E quello che vidi mi provocò un’ulteriore sussulto di piacere.

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Laura mi raccontò con dovizia di particolari e come solo le donne sono in grado di fare (in questo caso l’ho molto apprezzato) cosa successe dopo che ebbe raggiunto il divanetto al lato della sala, così come suggerito da CatGirl.

La richiesta l’aveva colta un pò di sorpresa. Senza la mia vicinanza si sentiva un pò spaesata e molto osservata.
Non fece in tempo ad accomodarsi che una ragazza le si avvicinò con fare discreto.
“Can I sit down with you?” domandò con un accento che denunciava una chiara origine Francese.
Laura non esitò. Il suo istinto bisex non poteva certo lasciarsi sfuggire una pollastrella di tal guisa.
Non starò a dilungarmi sulla descrizione del corpo perfetto della nuova venuta.
“Giovane” mi raccontò poi Laura “molto giovane. Si e nò vent’anni”.
Non potei che confermare, stando a quanto avevo potuto appurare dal mio punto di osservazione.
“D’altronde abbiamo iniziato presto anche noi” ammiccai.

“Sure. Gladly. Pleased to meet you!” rispose Laura alla richiesta della ragazza.
Laura mi raccontò di essere stata immediatamente attratta dal triangolo di pelo estremamente curato che faceva da corona alla vagina della giovane.
“In effetti, merce rara di questi tempi” convenii.
“You have a magnificent body” dichiarò la nuova venuta colpendo dritto nel segno l’autostima di Laura.
“Oh..thank you...you too” replicò Laura quasi arrossendo.
Non fece in tempo a terminare la frase che la bocca della ragazza si era già impossessata dei suoi capezzoli mentre una mano si insinuava fra le sue cosce.
“Mmmm… you are a little whore. Right?” azzardò Laura.
Mi disse che lo fece per valutare la determinazione della ragazza.
Per tutta risposta “The Fawn” (questo il nickname che compariva sul suo seno sinistro) la fissò con aria di sfida: “I do!” rispose.
Poi repentina le allargò le gambe e si tuffò fra le cosce di Laura.
GoodBoy e NiceGirl, ovvero la coppia che avevo visto avvicinarsi a Laura quando aveva lasciato il tronetto e che si era momentaneamente allontanata dopo alcuni convenevoli, si riavvicinarano alla vista della scena Lesbo.
Laura li guardò, approvando con lo sguardo la richiesta di poter partecipare al gioco che aveva colto dalle loro espressioni.
NiceGirl non perse tempo.
Lei e TheFawn formavano uno spettacolare trenino lesbo con entrambe le schiene inarcate e le natiche divaricate mentre, in ginocchio, si dilettavano a leccare la vagina di Laura (la prima) e il culetto di NiceGirl la seconda.
GoodBoy, a sua volta, non si fece pregare: seduto sulla spalliera del divanetto presentò il suo trofeo alla bocca di Laura.

Mentre iniziava a divorare quel totem di carne, Laura si sorprese a pensare "mmmm… manca almeno un altro cazzo… che aspetta Francesco a raggiungerci…?" ma non fece in tempo a finire la frase.
La lingua di NiceGirl affondò un colpo più profondo del solito all'interno della fica di Laura, accompagnandolo con un "aaaaahhhh".
Laura senza togliere il cazzo dalla bocca si voltò quel tanto che bastava per rendersi conto del cambio di scena.
TheFawn era adesso stesa a terra supina e con la fica di NiceGirl sulla faccia. Sopra di lei un nuovo bronzo di Riace (uscito non si sa da dove) stava scopando con forza NiceGirl alla pecorina.
"Non ho mai capito se la stesse inculando..." mi disse poi Laura "ma non lo escludo visti i gemiti che le uscivano di bocca…".

"Uuuhhhhmmmm… I'm cumming…. Do you mind if I cum on your gorgeus face?"
La richiesta di GoodBoy colse Laura impreparata ma allo stesso tempo non fece che aumentare il suo livello di eccitazione.
Per tutta risposta aumento i colpi di lingua sul glande dell'uomo il quale capì che si poteva procedere.
E fu proprio in quel preciso momento che il mio sguardo si posò sulla scena.

Laura stava a bocca spalancata di fronte a GoodBoy che si masturbava freneticamente e a gambe divaricate, con la testa di NiceGirl sprofondata fra le cosce, la quale a sua volta stringeva fra le gambe il viso di TheFawn.
L'ultimo arrivato, evidentemente eccitato dalla posizione di Laura e pronto a scaricare anch'egli il proprio nettare, usciva precipitosamente dalla vagina (o dal culo) di TheFawn e puntava dritto verso il lato del divanetto all'altezza del viso di Laura. Lei lo accolse con un accondiscendente quanto eloquente sorriso, allungando la mano verso di lui e iniziando a masturbarlo con foga.

Gli schizzi di sperma dei due uomini arrivarono quasi all'unisono.
Li vidi chiaramente inondare la faccia e la bocca di Laura, mentre TheFawn e NiceGirl si precipitavano a leccarle il viso e il seno per ripulirla dagli umori scaricatele addosso dai due uomini.

Stavo quasi per lasciarmi andare a mia volta quando ThePrincess, evidentemente allertata che sarei venuto di lì a poco all'aumentare delle contrazioni del cazzo nella sua bocca, con abile gioco di mano riuscì ad abbattere l’orgasmo in divenire.
"It's not the time yet" mi disse mentre allentava la presa sui miei testicoli.
Ricambiai con un’espressione grata, più per la pietà nei confronti del contenuto del mio scroto che per il resto, e mentre con un sospiro di sollievo risollevavo lo sguardo, vidi Laura venire verso di noi.

Che bella che era.
Avanzava sorridendomi, con un portamento principesco, completamente nuda, indossando solo le scarpe con tacchi a spillo e il collier che aveva indossato prima di scendere dalla nostra camera.
Percepii ancora una volta l’attrazione che provocava sugli altri ospiti.

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Laura si accovacciò al fianco di ThePrincess.
Un rapido sguardo d’intesa fra le due e le loro lingue iniziarono a scorrere all’unisono lungo l’asta.
Sempre con l’intento di non venire troppo presto cercai di distrarmi guardandomi ancora una volta attorno.
Capii subito che la scelta non era stata delle migliori, perché ovunque cadesse l’occhio la scena che si presentava non faceva che aumentare l’eccitazione.

TheCat se ne stava seduta sul poggiapiedi di velluto alla base del tronetto, piedi bene appoggiati al suolo sugli altissimi tacchi, in modo che le gambe completamente divaricate mettessero in bella mostra la splendida vagina rigonfia e pulsante di piacere. La nuca appoggiata alla vagina di TheLady che se ne stava a sua volta seduta a gambe divaricate sul tronetto. Quest’ultma, sosteneva la testa di TheCat mentre The Lord affondava il turgido membro nella gola della gattina.
Per un attimo mi dispiacque che TheCat e la segretaria del mio capo non fossero la stessa persona, come avevo temuto fino a prima di quella sera. Me la immaginavo in ufficio, entrare di soppiatto nel mio con aria sbarazzina, chiudere la porta dietro di sé e senza dire nulla scomparire sotto la mia scrivania.
Ora, vederla quasi soffocare sotto i colpi decisi di TheLord mi dava alla testa, tanta era l’eccitazione che stavo provando.
Mi alzai di scatto, sfuggendo alle lingue che aggrovigliavano il mio cazzo e colsi la sorpresa nelle espressioni di Laura e ThePrincess.
Presi con una certa brutalità quest’ultima per i capelli (mi resi così conto che anche in questo caso non si trattava di una parrucca ma bensì di una splendida chioma, con due treccine che partendo dai lati della fronte andavano ad intrecciarsi dietro la nuca, formando una splendida coroncina ad incorniciarle il capo.
Con forza la feci sedere ai piedi del divanetto sul quale stavo seduto alcuni istanti prima e sempre tenendola per i capelli le feci poggiare la nuca al sedile.
Lei capì al volo le mie intenzioni mentre mi avvicinavo col cazzo alla sua bocca. Con una mano le tenevo la testa ferma contro il sedile e con l’altra sostenevo il cazzo eccitato puntandolo verso il suo viso.
Affondai appena lei apri la bocca. Dietro di me Laura altrettanto eccitata accompagnava con le mani l’andirivieni del mio bacino. Ogni volta che affondavo sentivo che la sua spinta sui miei glutei si faceva più insistente. Vedere il mio cazzo che si faceva strada nella gola di ThePrincess la stava facendo impazzire.
Ad un tratto mi sentii allargare le natiche e una lingua umida che accondiscendendo il mio lento andirivieni nella bocca di ThePrincess si faceva strada nel mio ano.
Era TheCat. Lei e TheKnight avevano lasciato il loro posto e ora, dopo i padroni di casa, si stavano occupando di noi.
Vidi la testa di Laura fare capolino al mio fianco, il viso rivolto verso il sedile, più o meno alla stessa altezza del viso di TheCat. Laura, stando a pecorina, girò leggermente il viso alla sua sinistra sollevando lo sguardo verso di me. Ebbe un sussultò di piacere denunciato chiaramente dai suoi occhi che si socchiudevano, mentre l’intero suo corpo sobbalzava leggermente in avanti per poi indietreggiare quasi immediatamente. Un colpo, due, tre. TheKnight, posizionato in piedi dietro Laura ma con le gambe divaricate a formare un arco sopra il bacino di lei, la stava cavalcando e ora affondava i suoi colpi. Ci muovevamo in sincronia: i colpi che io infierivo nella bocca di TheCat e quelli di lingua di TheCat nel mio sfintere andavano all’unisono con quelli di TheKight nel deretano di Laura. L’uomo non aveva perso tempo: capii subito che la stava inculando. Lo capii dal modo di gemere di Laura, completamente diverso quando veniva penetrata analmente piuttosto che vaginalmente.
Mentre godevo di questa scena percepii che la lingua di TheCat si era allontana dal mio buchetto lasciandolo grondante. Le sue mani continuavano a divaricarmi i glutei. Come presagendo qualcosa, pur continuando a scopare la bocca di ThePrincess divaricai a mia volta i glutei.
Mi resi conto che desideravo essere penetrato. TheCat dovette averlo capito, perché senza esitare affondò, contemporaneamente sia il medio che l’indice. Scivolarono dentro come nel burro a conferma dell’ottimo lavoro di lubrificazione svolto poc’anzi dalla ragazza.
Mmmmhhhh…. Il mio gemito di piacere arrivò assieme a quello di TheLord. Lui stava per venire (la prima delle numerose volte che lo vidi schizzare quella sera, a dispetto della sua non più giovanissima età). L’ospite (inutile dirlo, estremamente attraente) con cui lui e the lady si stavano intrattenendo si era posizionata sotto la donna del capo, a 69, e ora le stava leccando avidamente la fica, mentre TheLord inculava con veemenza la sua donna.
“Aaahhhrg…. please miss, please open your pretty mouth, little slut ... I'm about to cum”. Capii col tempo, che questo gergo, un misto di cortesia e brutalità, era una caratteristica di TheLord.
La ragazza non se lo fece ripetere: ubbidì immediatamente al comando dell’uomo, spalancando la bocca e sollevando il mento in modo tale che il viso risultasse leggermente rivolto all’indietro. “Cum my lord … cum on my face and mouth…” fu la risposta ansimante della ragazza, subito seguita da un “Yes my King … cum in the mouth of this slut!” rantolato da TheLady, anch’essa vistosamente eccitata.
Non appena il nerboruto membro dell’uomo uscì dal culo della padrona di casa, i primi schizzi inondarono il culo della donna, poi dopo un istante di pausa, un’altra serie di poderosi fiotti di latte uscirono dal glande per catapultarsi nelle fauci dell’ospite, mentre altri finivano la loro corsa sui capelli di lei, che godeva a sua volta soddisfatta.
Non ebbi tempo di continuare a gustarmi la scena perché le dita di TheCat, dopo aver rovistato alquanto dentro di me, uscirono improvvisamente dal mio ano. Altrettanto improvvisamente il loro posto venne occupato. TheCat si era procurata (non chiedetemi come) un oggetto di gomma, e senza indugio me lo stava infilando nel culo.
La mia prostata stava impazzendo. Temevo di esplodere nella bocca di ThePrincess da un momento all’altro. Mi ritrassi da lei e mi accasciai sul divanetto…. appena in tempo per ricacciare indietro l’orgasmo imminente. Il plug che TheCat mi aveva inserito mi stava aiutando anche in questo senso. Mi piaceva sentirlo dentro e allo stesso tempo mi permetteva di gestire meglio l’eccitazione.
Scambiai l’ennesimo sguardo d’intesa con Laura che continuava il suo andirivieni sotto i colpi decisi di TheKnight.
Una volta liberata dal mio cazzo ThePrincess si era alzata in piedi. Statuaria e bellissima. Il seno turgido e splendido. Indossava ancora la minigonna e questo la rendeva ancora più sensuale. La fissai all’altezza del sesso, facendole chiaramente capire che avevo voglia di lei. Immaginavo la sua splendida fica grondante umori sotto la gonna.
Lei doveva averlo capito: salì sul divanetto. In piedi di fronte a me con i due tacchi a spillo ai lati del mio bacino; uno a destra e uno a sinistra. Esattamente di fronte al mio viso il suo sesso, occultato alla mia vista solo da una semplice membrana di stoffa marrone. Non vedevo l’ora di affondare la lingua in quel fiore. ThePrincess iniziò ad ondeggiare il bacino mentre TheCat dietro di lei accompagnava i suoi movimenti con le mani appoggiate sui suoi fianchi.
TheCat iniziò a sollevare la gonna con piccoli movimenti, andando a tempo con la musica tantrica che pervadeva la sala fin dall’inizio dell’orgia.
Pensai che doveva essere eccitatissima, dal momento che il rigonfiamento della vagina si percepiva nettamente sotto la gonna.
Mentre l’ultimo lembo di gonna finiva di essere alzato feci appena in tempo a scorgere gli occhi di TheCat che mi fissavano, mentre un sorriso malizioso si stagliava sulla sua bocca: “adesso arriva il bello…!” sembrava dire.
Fu come un fulmine a ciel sereno: il cazzo, di notevoli dimensioni, nerboruto e costellato di venuzze scattò in avanti, come liberato da un meccanismo perverso che lo aveva tenuto in cattività fino a quel momento.
Quella splendida creatura aveva il cazzo! Un magnifico cazzo di carne!
Rimasi come estasiato. Non sapevo che fare ma sentii subito che il mio istinto mi spingeva a succhiarlo.
“Dai amore ….è bellissimo…”: la voce ansimante di Laura mi risvegliò da quegli istanti di imbarazzo. Il suo viso, stralunato dal piacere che le provocava il sesso anale, era aumentato dall’evidente sorpresa che aveva colto anche lei. Fissava il cazzo di ThePrincess ..incantata.
Non avevamo mai giocato con un trans fino a quella sera. Ma questo era molto di più di un semplice trans.
“Dai amore…”: Laura mi stava invitando a succhiarlo, quasi fosse gelosa che dalla sua posizione non potesse arrivarci per prima.
Qualche istante di esitazione e poi lo ingoiai.
Le parti si erano invertite, ora era ThePrincess che mi scopava la bocca.
Assaporai quel fantastico gelato caldo per alcuni minuti.
Percepivo nettamente le gocce di liquido prespermatico che di tanto in tanto uscivano dal glande. Dolce e acidulo allo stesso tempo.
TheCat mi masturbava, mentre da dietro si era insinuata fra le cosce di ThePrincess per leccarle lo scroto, altrettanto voluminoso.
“Do you want to put it in my ass now?”. ThePrincess doveva aver letto il desiderio nei miei occhi.
Non avevo mai inculato un trans: non aspettavo altro.
Dando per scontato la risposta che leggeva nei miei occhi e senza perdere un filo di classe, ThePrincess scese dal divanetto, si inginocchiò al fianco di Laura poggiando i gomiti sul sedile e divaricò la gambe inarcando la schiena. Lo spettacolo che avevo di fronte, dopo essermi alzato a mia volta e posizionato dietro di loro, era incredibile.
Da un lato il membro di TheKnight che affondava dall’alto verso il basso nel culo di Laura, dall’altro un’opera d’arte che aspettava solo di essere presa dal sottoscritto.
TheCat si accovacciò al fianco di ThePrincess con il viso rivolto verso di me. Le divaricò ulteriormente i glutei con le mani e iniziò a lubrificarle il culetto con la lingua.
Mi avvicinai puntando il cazzo…in atteso del mio turno.
Dopo un ultimo colpo di lingua TheCat sollevò lo sguardo facendomi capire che potevo accomodarmi. Feci per avvicinare il glande al buchetto ma TheCat pensò bene di insalivare per bene anche quello. Mi sforzai per non venire subito nella sua bocca. Il plug che sostava ancora nel mio culetto stava facendo il suo dovere alla perfezione.
Finalmente, TheCat prese con decisione l’asta e la puntò senza tergiversare verso il culo di ThePrincess. Sentii lo sfintere cedere senza sforzo sotto la leggera pressione. Il gemito di piacere di ThePrncess mi fece capre che stavo entrando. Quando TheCat lasciò la presa ebbi un attimo di esitazione e mi fermai… ma fu ThePrincess stessa che indietreggiando il bacino mi fece scivolare dentro… lentamente ma fino alle palle. Mi arrestai solo quando sentii lo scroto poggiarsi sul perineo.
Dopo qualche istante, con la stessa delicatezza con la quale ero entrato, mi ritrassi e uscii… non volevo venirle dentro, o almeno non subito.
Non feci in tempo ad uscire che TheCat si avvento sul cazzo per ripulirlo degli umori che l’estrema eccitazione mi aveva fatto scaricare dentro ThePrincess.
“Che sia figlia di TheLord e TheLady?”. Non chiedetemi perché ma ricordo perfettamente che la domanda mi sovvenne proprio in quel preciso momento. Successivamente Laura mi confidò di aver avuto la stessa fantasia, forse dettata più dai nomi dei tre personaggi che da altro. Non sapemmo mai come stavano esattamente le cose.
Fatto sta che l’idea di questo gioco quasi incestuoso mi fece andare il sangue alla testa. Rituffai il cazzo dentro quel culo meraviglioso mentre TheCat si accomodava sotto ThePrincess, nella stessa posizione del 69 con la quale avevo lasciato poco prima TheLady e la sua avvenente ospite inondata di sperma.
Anche TheCat, preso al volo un cuscino dal divanetto, si accomodò con la nuca leggermente rivolta all’indietro, in modo tale che alla bisogna potessi facilmente passare dal culo alla sua bocca.
Non mi feci attendere. Dopo aver assestato qualche colpo più deciso nel culo della (del?) trans, puntai deciso verso la gola che mi veniva offerta.
Iniziai un gioco perverso, passando senza soluzione di continuità da un buco all’altro. Alternando gli affondi, nel culo e poi in gola, senza sosta.
Non mi fermai nemmeno quando colsi i bellissimi occhi azzurri di TheCat che iniziavano ad inumidirsi di lacrime, frutto dello sforzo che doveva sostenere quando spingevo il mio cazzo nella sua bocca provocandole alcuni istanti di asfissia. Era evidente che stava godendo anche lei.
Fu lei stessa a farmi capire che aveva bisogno di una tregua, quando approfittando del mio ennesimo passaggio nel culo di ThePrncess, sollevò leggermente il viso avvicinandosi allo scroto del trans e iniziando a leccarlo.
Fu in quell’istante, mentre a causa del cambio di scena che mi veniva imposto indugiavo quasi immobile nelle viscere di ThePrincess, che sentii alcune dita afferrare il plug ed estrarlo dal mio sfintere, con delicatezza.
Era Laura. La sensazione di piacere del passaggio del plug, che uscendo allargava lo sfintere per poi farlo richiudere immediatamente, fu fortissima. Inarcai i gutei immaginando (sperando?) che Laura avrebbe continuato il gioco tornando a spingere dentro il plug.
Invece no: la sua lingua iniziò a giocare col mio culetto. Da lì a poco la sua saliva mi grondava fra le cosce.
Poi mi si avvicinò all’orecchio e “Amore… TheKnight è bravissimo… ti piacerebbe provare?” mi sussurrò.
Non sapevo cosa rispondere. Da un lato il mio istinto diceva che era una grande occasione per sfatare anche quest’ultimo tabù (quando mai mi sarebbe ricapitato di giocare con degli esemplari umani così perfetti?) dall’altro il mio orgoglio di maschio latino mi bloccava.
Ma Laura aveva già deciso e il tardare della mia risposta fece il resto. Chi tace acconsente.
Quasi inconsciamente sporsi ancora più indietro il bacino, continuando a inculare ThePrincess in modo tale che i movimenti fossero comunque molto rallentati, così che TheKnight potesse posizionarsi.
Immaginavo di sentire da un momento all’altro il suo corpo vigoroso appoggiarsi alla mia schiena cercando il modo migliore per farsi spazio dentro di me.
Niente di tutto questo. Sentii solo il suo glande appoggiarsi al mio sfintere grondante saliva e le mani di Laura che agevolavano il divaricarsi dei miei glutei. Come per godersi meglio lo spettacolo, si era posizionata supina, con la parte alta della testa contro quella di TheCat, così da poter osservare la scena dal basso verso l’alto.
Ora era lei che sosteneva l’asta di carne del ragazzo e la puntava verso il mio buchetto.
Iniziò a spingere. Sentìì il glande morbido e caldo entrare subito, esattamente come era successo in precedenza col plug… ma il calore di quell’oggetto di carne era ancora più piacevole. Poi si fermò. Ora toccava a me decidere se e come procedere. Non esitai e affondai il mio cazzo nel culo di ThePrincess per quel poco di asta che era rimasta all’esterno nel momento in cui ero stato penetrato a mia volta. TheKinght accondiscese il mio movimento rimando dentro di me col solo glande. A quel punto non avevo scelta. O finivo i miei giorni nel culo di ThePrincess o tentavo di uscirne. Feci per ritirarmi ma questa volta TheKnight non accompagnò il mio movimento. Sentii subito il suo glande affondare leggermente nel mio culetto e mi bloccai alcuni istanti. Poi continuai, lentamente ma con continuità il mio ambivalente viaggio di entrata e uscita.
Dopo alcuni attimi mi ritrovai completamente fuori dal culo del trans … ma con i testicoli di TheKnight appoggiati al mio perineo.
Inculare mentre venivo a mia volta sodomizzato non mi stava affatto dispiacendo. Sicuramente il fatto di avere sotto di me una partner di tal guisa e altre due donne meravigliose agevolava la cosa, perché anche in futuro non ebbi mai il desiderio di giocare con soli uomini. Capii però in quel momento che ero sempre stato attratto da situazioni bisex anche se non avevo mai avuto l’occasione di viverle appieno come in quella occasione.
In un ultimo moto di ribellione verso il mio “io”, con un ultimo rigurgito di mascolinità ferita volli vendicarmi di Laura. “Apri la bocca e succhia gli umori di questa troia…”le dissi affondando il cazzo nella sua gola, mentre TheKinght seguiva il movimento rimanendo dentro di me. In realtà sapevo benissimo che Laura non disdegnava essere apostrofata con qualche epiteto un po' più forte quando era particolarmente eccitata.
Il suo “uuuhhmmmfff” ne fu la conferma.
Scopavo la bocca di Laura mentre TheKnight mi inculava.
Il ritmo si faceva sempre più incalzante mentre entrambe affondavamo i nostri cazzi.
“I’m going to cum!”.
L’esclamazione di TheKnight mi prese alla sprovvista. Non sapevo come comportarmi e che intenzioni avesse. Voleva sborrarmi nel culo? E io? Volevo che mi sborrasse dentro?
Fu Laura stessa, ancora una volta, a togliermi dall’empasse.
All’esclamazione del ragazzo, prontamente mi fece uscire dalla sua bocca e insinuò una mano fra i nostri due bacini, facendo in modo che anche lui uscisse da me.
Volsi lo sguardo sotto di me al di là del mio cazzo paonazzo. Nello spazio lasciato fra il mio membro e il culo di ThePrincess vedevo il volto di Laura. Teneva in mano il cazzo del ragazzo che per agevolare l’operazione aveva ulteriormente divaricato le gambe, in modo tale da avvicinarsi al suo viso. Lo masturbava lentamente, tenendolo per la parte terminale dell’asta e mantenendo il glande ben scoperto, nonostante l’andirivieni della mano lungo l’asta.
In questo modo potei distinguere nettamente le prime gocce di liquido spermatico che anticipavano l’eiaculazione vera e propria caderle sul seno. Era altresì evidente (conoscendola) che non era questa la sorte che avrebbe avuto il resto del caldo nettare. L’aprirsi della bocca di Laura era il segnale che la sua mano stava percependo le prime pulsazioni del cazzo di TheKnight che annunciavano l’orgasmo. Continuò a masturbarlo, sempre lentamente, anche quando i primi schizzi iniziavano ad uscire. In questo Laura era una vera maestra. Riusciva in questo modo a prolungare all’inverosimile l’orgasmo maschile ed era sempre stato una dei suoi pezzi forti, apprezzato dai vari partner che di volta in volta si susseguivano.
Alcuni schizzi di sperma del ragazzo raggiunsero anche la fronte di TheCat che nel frattempo si dedicava al cazzo di ThePrincess.
Mi era sempre piaciuto tantissimo vedere il viso di Laura imbrattato di sperma bianco. Tanto più questa volta, dal momento che davanti a lei un’altra bellissima donna stava spompinando con foga la trans meravigliosa che mi ero appena inculata.
Mi resi conto che avevo voglia di venire ma non senza prima essere inculato ancora una volta. Quale migliore occasione, mi dissi, dal momento che TheKnight era per il momento inservibile?
Con delicatezza afferrai il bacino di ThePrincess facendole capire che doveva abbandonare la sua posizione. Non appena si fu alzata balzai io a cavalcioni del viso di TheCat e senza indugio affondai il mio cazzo nella sua bocca mentre allo stesso tempo inarcavo i glutei.
Scopavo la bocca di TheCat mentre continuavo a dirmi, per aumentare l’eccitazione, che si trattava sicuramente della segretaria del mio capo.
Laura ancora sporca dello sperma di TheKinght mi succhiava i testicoli.
Allungai una mano per afferrare il bacino di ThePrincess che nel frattempo in piedi dietro di me si gustava la scena.
Lei capì al volo le mie intenzioni. Vidi i suoi tacchi a spillo posizionarsi ai lati delle mie ginocchia. Con la coda dell’occhio potei apprezzare ancora una volta l’immagine statuaria della creatura che stazionava sopra di me masturbandosi.
Smisi per un attimo di scopare la bocca di TheCat e inarcai nuovamente la schiena divaricando i glutei quando vidi le splendide gambe che iniziavano a flettersi fino a formare, ognuna, un angolo a 90 gradi , una da una parte e una dall’altra del mio bacino. Pensai che doveva essere anche un’ottima atleta per riuscire a mantenere quel tipo di posizione.
Esattamente come successo poc’anzi le mani di Laura, sapientemente posate sulle mie natiche, agevolavano la posizione.
Sentivo il mio sfintere pulsare. iI mio cazzo sembrava potesse esplodere da un momento all’altro.
La creatura fletté ancora un po' le gambe e sentii il suo cazzo entrare senza soluzione di continuità. Dapprima il glande e poi l’intera asta. Quando fu completamente dentro, forse per prendersi un attimo di riposo, stese il suo busto sulla mia schiena abbracciandomi da dietro.
Percepivo nettamente i suoi splendidi capezzoli turgidi che mi sfioravano la pelle.
Rimase così alcuni istanti, sempre dentro di me, poi tornò a sollevarsi e iniziò a scoparmi.
“Mi sto facendo inculare da una modella di Victoria Secret…” pensai.
TheCat sotto di me mi leccava con avidità lo scroto mentre Laura si dedicava a quello di ThePrincess.
Non potevo resistere oltre.
“I’m cumming” rantolai affondando il cazzo nella gola di TheCat. Avevo sognato di sborrarle in bocca fin da quando l’avevo vista la prima sera e ancor di più quando si era palesata la possibilità che si trattasse dell’impassibile collega d’ufficio.
“Me too…” replicò ThePrincess.
Arrivò prima lei. Uscì dal mio culo masturbandosi e sentii copiosi schizzi di liquido caldo inondarmi glutei e sfintere. Ancora una volta, prontamente, Laura che sostava ancora sotto di me a formare una perfetta linea retta con TheCat non perse l’occasione di farsi riempire il viso di sperma. Sperma di trans in questo caso.
Iniziai a mia volta ad eiaculare nella bocca di TheCat. Mi resi conto che a causa dell’eccitazione trattenuta così a lungo, la quantità di liquido che stavo emettendo era notevole e la cosa mi venne confermata dalla deglutizione insistente nella quale si stava prodigando TheCat per non venire soffocata dallo sperma, per quanto alcuni rivoli le uscissero comunque dai lati della bocca.
Non so dire come e perché ma nel pieno dell’orgasmo mi ritrovai a pronunciare, in Italiano, le parole che non avrei mai pensato di proferire in quel frangente: “Siii....ingoia… ingoia tutto Signorina Y !”.
Non dimenticherò mai più lo sguardo esterrefatto di TheCat all’udire quelle parole e giurerei di aver scorto anche un attimo di imbarazzo in quegli occhioni che fissandomi mi ricordavano così tanto quelli della segretaria del mio capo.
Distolsi lo sguardo, pensando che in fin dei conti le lenti a contatto colorate erano proprio una bella invenzione.
 

zumpappa

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titolo ambiziosissimo, come avete affermato nella premessa :)

Ho visto che è molto lungo, voglio assaporarmelo con calma quindi sospendo il giudizio (che non potrà che essere super positivo) fino a quando l'avrò letto con calma e con piacere

intanto vi ringrazio per la condivisione delle vostre esperienze e per il vostro stile di scrittura che è molto accattivante

buon 2021
 
H

happytree

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Wow!!!! Il più bel racconto mai letto! Oltre che alla storia, invidiata penso proprio da tutti, soprattutto per il coinvolgimento durante il testo.
che dire poi della complicità tra te e tua moglie, fantastici!
 

reparti09

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Scritto benissimo, coinvolgente, prima intrigante e poi quasi un turbine di emozioni!
Bravissimo/i, spero ci sia un seguito o altri racconti!!!
 

zumpappa

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non sono ancora riuscito a leggerlo tutto, mi sono fermato all'introduzione perchè mi sono sentito (come lettore tendo a immedesimarmi) un po' "non all'altezza" di quanto stavate descrivendo e ho perso un po' di voglia di continuare (ma continuerò, ho avuto bisogno di una piccola pausa).
La qualità di scrittura, ovviamente, è ottima e mi sono sentito coinvolto anche se forse troppo lontano da poter avvicinarmi a questo ambiente (inteso proprio come contesto fisico non come ambiente mentale)

Comunque continuerò la lettura e vi dirò sicuramente di nuovo la mia opinione :)

Grazie!!!
 

niels

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Bellissimo racconto, anche se sinceramente ho qualche dubbio sulla veridicità della storia (questo fantomatico organizzatore dispone anche di un laboratorio analisi privato? Perché non credo sia facilissimo farsi analizzare campioni anonimi), ma rimane comunque un racconto molto eccitante e ben scritto.
 
OP
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pippo_minn

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Bellissimo racconto, anche se sinceramente ho qualche dubbio sulla veridicità della storia (questo fantomatico organizzatore dispone anche di un laboratorio analisi privato? Perché non credo sia facilissimo farsi analizzare campioni anonimi), ma rimane comunque un racconto molto eccitante e ben scritto.
cuncta pecuniae
 

mb640

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io non capisco la polemica, uno dei racconti più belli degli ultimi tempi!
Grazie.
E se è reale, solo invidia!
 

niels

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Pippo_minn, sia questo racconto che gli altri di cui hai inserito il link sono molto coinvolgenti e ben scritti, l'eccitazione cresce con la lettura e ci tiene incollati alle vicende narrate. Non prendetemi per rompicoglioni, ma non posso non aver notato lo stesso refuso, la parola "coscie" ripetuto sia nel racconto fatto da Francesco che in quello di Laura...
L'importante comunque è intrattenere ed eccitare, il fatto che la storia sia vera o meno può anche passare in secondo piano per quanto mi riguarda.
 
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ninja44

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Una storia pazzesca, di qualità. Ho letto solo un altro racconto di questo calibro sul forum..complimenti, un'esperienza clamorosa da vivere, col dubbio che ci lasci nelle ultime righe!
 
OP
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pippo_minn

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Pippo_minn, sia questo racconto che gli altri di cui hai inserito il link sono molto coinvolgenti e ben scritti, l'eccitazione cresce con la lettura e ci tiene incollati alle vicende narrate. Non prendetemi per rompicoglioni, ma non posso non aver notato lo stesso refuso, la parola "coscie" ripetuto sia nel racconto fatto da Francesco che in quello di Laura...
L'importante comunque è intrattenere ed eccitare, il fatto che la storia sia vera o meno può anche passare in secondo piano per quanto mi riguarda.
Ci scusiamo per il refuso: :eek: . Purtroppo i post non sono più editabili. Grazie per la segnalazione.
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Una storia pazzesca, di qualità. Ho letto solo un altro racconto di questo calibro sul forum..complimenti, un'esperienza clamorosa da vivere, col dubbio che ci lasci nelle ultime righe!
Grazie. Ci piacerebbe leggere l'altro racconto che ci segnali. Puoi indicarci il link?
 

ninja44

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Ci scusiamo per il refuso: :eek: . Purtroppo i post non sono più editabili. Grazie per la segnalazione.
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Grazie. Ci piacerebbe leggere l'altro racconto che ci segnali. Puoi indicarci il link?
purtroppo il thread è stato rimosso! ma se vuoi ti mando due righe in privato e ti spiego brevemente di cosa si trattava!
 

Operaiosporco

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Scrivete troppo bene e ho letto tutto d'un fiato entrambi i vostri racconti...che sono veramente super eccitanti...ci delizierete con altri racconti?
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E poi come mai c'è un thread rimosso...che palle quello me lo sono perso
 

Maxtree

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Ragazzi letto tutto d'un fiato WOWWWWWW, mi avete tolto il fiato. Bellissimo racconto ben scritto e eccitante da morire. Mentre leggevo mi sembrava di vivere il tutto con voi. Se non sono indiscreto queste "avventure" quanto sono è durate? Continuate o è stata solo una parentesi della vostra vita?
Comunque è bellissimo leggere la vostra complicità.
 

pollonio

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bellissimo resoconto. a dire il vero presi dalla foga del "racconto della prima volta" questo lo avevamo completamente perso . semplicemente divino e immersivo . complimenti ragazzi by L
 

Pippo Minni

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Un caro saluto a tutti i nostri fans. Solo per informarvi che è in preparazione un nuovo racconto dal titolo: "Eyes Wide Shut 2 - Prime esperienze BDSM di una neo-Milf" che verrà pubblicato nella pagina del nostro ultimo profilo Phica (questo).
Stay Tuned!
Laura e Francesco
 

shavelover

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Magnifico!! Siete unici!!! e molto molto sexy la descrizione e l'avventura mafnifoca (un sogno anche per me) che avete vissuto e condiviso!! Vi Amo ♥️♥️♥️
Spero di leggere qualche altra avventura da voi.
 

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