FILM Porno soft - Erotici d'autore

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Guilty of Romance


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Guilty of Romance è un film del 2011 (JAP) di genere Mistero/Horror/Romance/Thriller/Drammatico, diretto da Sion Sono, con Miki Mizuno, Makoto Togashi, Megumi Kagurazaka, Satoshi Nikaido, Kazuya Kojima, Kanji Tsuda. Durata 145 minuti integrale (112 minuti tagliata).
Titolo originale: 恋の罪 Koi no tsumi. VM 18 anni.


Il soggetto è liberamente ispirato al libro di Franz Kafka Il castello. La versione uncut giapponese dura mezz'ora più di quella internazionale.


Trama

Il cadavere di una ragazza viene ritrovato in un quartiere malfamato di Tokyo. La Polizia investiga su due ragazze: Izumi e Mitsuko (quest'ultima scomparsa da giorni e vista nei pressi del luogo del ritrovamento del cadavere). La prima è una repressa moglie d'un romanziere di successo, schiava del marito e della routine, che si "libera" della sua condizione grazie al sesso (girando film hard e prostituendosi). La seconda è una professoressa universitaria che di notte - anch'essa - esercita la professione. Ben presto, Mitsuko diventa la mentore della timida Izumi, che dal canto suo si fa convincere a diventare a sua volta una escort (plagiata anche da un altro misterioso personaggio). In un crescendo di degenerazione sessuale e morale, infine, Izumi incontra il puritano marito alla ricerca di sesso. Da qui in poi si scoprono gli altarini del passato turbolento di Mitsuko, e la situazione degenera in un bagno di sangue, in cui viene coinvolta anche la madre di Mitsuko.



Critica

Nel quartiere dei love hotel di Tokyo, vengono rinvenuti due corpi. Indagando sulle persone scomparse, la detective Kazuko Yoshida si sofferma su due donne: Izumi, moglie impeccabile di un affermato scrittore e Mitsuko, docente di Letteratura all'università.
Ancora una volta Sion Siono racconta l'atroce ambiguità della condizione umana nel Giappone contemporaneo, il disagio di un'intera società e la ricerca di un'impossibile catarsi, l'isolamento e la solitudine che si esprimono nella fuga nella prostituzione. Come in Suicide Club (2001), In Noriko's Dinner Table (2005) in Love Exposure (2008) o nel più recente Cold Fish, la risposta all'alienazione è sempre paradossale.
Guilty of Romance sfodera da subito i toni dell'incubo con una brutale ferocia. Percorsi alieni, oscuri e deformi si generano nel seno di un Paese in cui accade troppo poco, in una società che prevede che tutto sia precostituito dall'inizio. Il Giappone è il sepolcro imbiancato suggellato dall'algida espressione della testa di un manichino che al suo interno marcisce e pullula di vermi; uno Stato che ha ingessato la parola e mutilato l'azione. Il castello agognato, ripetuta citazione kafkiana, rimane distante e inaccessibile. La ricerca di un senso sfocia nella negazione di un senso, non vi è percorso né volontà di cammino, poiché non esiste una destinazione.
La pars destruens ha allora il sopravvento e la mercificazione del corpo assume una connotazione assoluta. Gli ambienti sono squallidi, lugubri, semioscuri. Non c'è senso di colpa, non c'è malinconia ma la pellicola ne è pervasa. Nessuno attende l'amore. Nessuno rimpiange ciò che è perduto. L'ordine esterno è metodicamente distrutto in un individualismo aggressivo ed esasperato. Il desiderio ultimo diviene il silenzio (nella citazione ostinata di un verso 'Non avrei mai dovuto imparare a parlare'). Sion Sono porta alle estreme conseguenze il cinema di Mizoguchi che aveva affrontato il tema della soggezione della donna alle regole del pregiudizio e del potere e le sue protagonisti femminili sono dirette discendenti di O-Haru, la donna galante.
Mentre in Izumi agiscono pulsioni inconsce trasgressive che sfociano nell'immagine di uno specchio sul quale riflettere un'identità diversa, in Mitzuko non vi è nemmeno più senso di ripicca o rivalsa, ma la crudele constatazione dell'impossibilità dell'amore. Il suo prostituirsi non è ripiego, né trasgressione, ma scelta consapevole di palesare e vivere il lato oscuro, un compimento finale che esprime nei suoi amplessi grandguignoleschi, in risa isteriche e perverse, nell'indecente compiacimento di un'estrema lascivia o di pretesa aggressiva di un compenso. Sì, perché l'unica cosa che possiede valore, in un mondo dove la comunicazione è assente, è il corpo. La prestazione - cinica, indecente, sadica - ha un costo. La parola non è nulla se non diviene carne, se non diviene corpo. E, mentre il mondo inorridisce, recidendo ed estirpando il suo lato oscuro, il mistero rovesciato del verbum caro factum est, diviene la risposta nichilista all'alienazione.


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 23.00 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link streaming ITA = https://altadefinizione.games/guilty-of-romance-streaming/

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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Lucrezia Giovane


🍿

Lucrezia Giovane è un film del 1974 (ITA) di genere Drammatico/Biografico, diretto da Luciano Ercoli con lo pseudonimo di André Colbert,
con Simonetta Stefanelli, Massimo Foschi, Ettore Manni, Anna Orso, Paolo Malco, Elizabeth Turner. Durata 80 minuti.



Trama

Per interessamento del Card. Sisto di Monreale, viene annullato il matrimonio tra Lucrezia Borgia e Giovanni Sforza, nipote di Ludovico il Moro. L'affare è condotto in porto per procurare più forti alleanze ad Alessandro VI e dietro la falsa giustificzione della impotenza dello sposo. Cesare Borgia, incestuosamente innamorato della sorella, uccide il proprio fratello, duca di Candia. Poi, per far dimenticare il suo misfatto, inizia una campagna di guerra in Romagna, contro Caterina Sforza. Lucrezia, intanto, viene promessa sposa ad Alfonso d'Aragona. Nessuno però sa che è restata incinta di un certo Pierotto, luogotenente di Cesare. Quest'ultimo, tornato vittorioso dalla guerra, elimina prima questo suo amico ed arriva pure ad uccidere personalmente Alfonso d'Aragona, che ha già sposato sua sorella. Il papa è allora costretto a separare i suoi due figli e ad allontanarli da sè.





Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 04.11 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).

link streaming ITA =



(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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Venere nera


🍿

Venere nera è un film del 1983 (FRA) di genere Romance/Drammatico, diretto da Claude Mulot, con Josephine Jacqueline Jones, José Antonio Ceinos, Emiliano Redondo, Helga Liné, Florence Guérin, Mandy Rice-Davies. Durata 100 minuti. Titolo originale: Black Venus.

Presumibilmente si basa su un racconto breve non specificatodi Honoré de Balzac . È stato prodotto da Playboy Enterprises e originariamente trasmesso in una versione modificata di 80 minuti sul canale Playboy ; una versione non tagliata doppiata in inglese è stata rilasciata su DVD nel 2006.


Trama

Nella Parigi di fine ottocento, la venere nera Venus è l'amante di Armand, un pittore dalla scarsa fama. E mentre lei guadagna mostrando il suo sensuale corpo, l'uomo diviene vittima di un'insana gelosia.



Trama approfondita

[SPOILER="trama approfondita"]Quando il ricco collezionista d'arte Jacques ( Emiliano Redondo ) visita un bordello parigino gestito da Madame Lili ( Mandy Rice-Davies ), riconosce una delle prostitute come Venere (Josephine Jacqueline Jones), una donna martinicana nera . In un flashback , Jacques ricorda di aver presentato Venere a uno scultore dotato ma impoverito , Armand (José Antonio Ceinos), che persuase Venere a diventare il suo modello artistico e amante. Armand divenne sempre più ossessionato da Venere e dalla sua statua su cui stava lavorando. Per aiutare Armand a pagare l'affitto, Venus ha lavorato come modella per una sarta , Madame Jean ( Helga Liné ). Molti clienti di Madame Jean si innamorarono di Venere, tra cui Marie ( Karin Schubert ), una donna ricca il cui marito era spesso assente. Venere ha guadagnato così tanto come modello che Armand l'ha accusata di essere una prostituta. Alla fine l'ossessione, la gelosia e la crescente violenza di Armand hanno allontanato Venere e si è trasferita con Marie come donna mantenuta . Quando il marito di Marie, Pierre, tornò a casa durante un ballo di società , scoprì Venere nella sua casa e le ordinò di fare sesso con Louise ( Florence Guérin ), una ragazza di campagna di 17 anni che aveva sedotto con ricchezza. Pierre ha quindi invitato diversi ospiti della festa a violentare Louise, portando Venus a fuggire dalla casa e tornare a lavorare per Madame Jean. Venere in seguito incrociò la strada con Louise, che era diventata una prostituta nel bordello di Madame Lili. Louise convinse Venus a unirsi a lei nel lavoro per Madame Lili. Nel presente, Jacques dice a Venere che Armand ha terminato la sua statua di lei, ma si rifiuta di venderla nonostante sia indigente e piuttosto malato. Dopo che Venere lo prega di aiutare Armand, Jacques va nello studio di Armand, costringe i soldi ad Armand e prende la statua di Venere per le proteste di Armand. Jacques quindi acquista i contratti di Venere e Louise da Madame Lili e porta entrambe le donne a casa sua in Spagna , dove installa la statua. Armand, dopo aver subito un grave guasto , li segue in Spagna per riprendersi sia Venere che la statua sotto la minaccia delle armi. Quando Venere rifiuta, Armand le spara e poi si uccide. Le ultime parole di Armand sono per chiedere a Jacques di prendersi cura di "lei", lasciando poco chiaro se si riferisse alla Venere ferita o alla statua.[/SPOILER]


Critica

Il film ha ricevuto recensioni contrastanti sulla base della sua uscita in DVD del 2006, con i revisori che lodavano la sua ambizione artistica ma criticano le interpretazioni poco ispirate degli attori principali. David Carter di Film Fanaddict ha notato i "valori di produzione ovviamente superiori alla media" e "l'alto livello di costumi elaborati" mentre osservava che il suo finale pessimistico "rende BLACK VENUS risaltare dalla raccolta di film a tema molto simile realizzati all'epoca." Christopher Armstead di Film Critics United ha elogiato gli "alti valori di produzione e soprattutto l'abilità dei registi dietro la macchina da presa" e ha notato che i costumi "lussureggianti e stravaganti" e la scenografia "meticolosa" hanno contribuito a una "produzione ben eseguita", affermando anche la cattiva recitazione dei protagonisti ha impedito a Black Venus di qualificarsi come un buon film. Donald Guarisco di AllMovie ha descritto il film come "spazzatura divertente" con recitazione "abbastanza brutta da essere veramente divertente". Cliff Wood dei 10.000 Bullets ha definito il film "una curiosità interessante, nella migliore delle ipotesi, che ha alcuni momenti davvero buoni e alcuni momenti non così grandi che tendono a mettere in ombra il resto del film".



Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 00.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

Alle 23.00 sempre su Cielo = Sesso a domicilio - Me, a Groupie



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Laura primizie d'amore


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Virginale in salsa pedofila.
Non a caso Hamilton è stato accusato di molestie sessuali da diverse delle sue bellissime modelle 13-14 enni e quando una di loro pubblicò un libro sulla sua storia di modella di Hamilton, il fotografo si suicidò.
I suoi libri fotografici andavano molto di moda negli anni '70 e nei primi anni '80 poi sono praticamente scomparsi dalla circolazione perchè ritenuti a sfondo pedopornografico softcore. In effetti erano molto borderline........
 
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Non a caso Hamilton è stato accusato di molestie sessuali da diverse delle sue bellissime modelle 13-14 enni e quando una di loro pubblicò un libro sulla sua storia di modella di Hamilton, il fotografo si suicidò.
I suoi libri fotografici andavano molto di moda negli anni '70 e nei primi anni '80 poi sono praticamente scomparsi dalla circolazione perchè ritenuti a sfondo pedopornografico softcore. In effetti erano molto borderline........

esattamente, il regista e fotografo inglese David Hamilton amava fotografare ragazze non professioniste, molto giovani, in stile erotico o porno-soft; i suoi scatti avevano quell'inconfondibile effetto "sfocato", quasi onirico.
Tornò alla ribaltà qualche anno fa con la pubblicazione della biografia di una presentatrice francese, nella quale l'autrice lo denunciava di averla stuprata in età adolescenziale; in seguito, molte altre ex-modelle si unirono accusandolo di molestie e di violenza, arrivando a definirlo un vero e proprio predatore sessuale. In conseguenza del linciaggio mediatico il fotografo dapprima negò e provò a difendersi minacciando querele ma pochi giorni dopo si tolse la vita.

Una vicenda simile si ripeterà qualche tempo dopo con il movimento Me Too e le accuse di molestie sessuali e di stupro da parte di alcune attrici hollywoodiane nei confronti del produttore americano Harvey Weinstein.
 

maxthedoc

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Una vicenda simile si ripeterà qualche tempo dopo con il movimento Me Too e le accuse di molestie sessuali e di stupro da parte di alcune attrici hollywoodiane nei confronti del produttore americano Harvey Weinstein.

La vicenda è si simile ma anche molto diversa... Hamilton ha usato come modellle delle bambine di 13-14 anni per degli scatti erotici e lesbo-soft che ora come ora probabilmente sarebbero classificati come pedopornografia e in quegli scatti il ruolo della famiglia delle ragazze è stato, per quello che si sa di alcune, di connivenza. In quegli anni si vedevano le cose in maniera diversa, sicuramente più "innocente", quasi tutti (anche io) avevano almeno un poster di Hamilton appeso alle pareti di casa e i suoi libri di fotografie, erano anche i tempi del femminismo militante e non ricordo alcuna reazione negativa da parte di mie amiche che peraltro avevano anche loro quelle foto appese in casa. In assenza di internet nessuno poteva immaginare che dietro a quelle bellissime foto ci fosse qualcosa che anche a quei tempi, se i resoconti sono veri, era un reato.

La vicenda di Weinstein che, sia ben chiaro NON difendo nella maniera più assoluta,.... ha coinvolto ragazze maggiorenni, adulte e consapevoli dei loro diritti inserite in un ambiente, quello dello showbiz popolato di squali di sesso maschile e femminile. Lui è stato decisamente un "predatore" perfettamente consapevole di esercitare e sfruttare il suo potere sulla attività lavorativa delle ragazze e dato che le "voci" circolano mi sembra incredibile che nessuna abbia detto nulla alle altre. Quello che rimprovero alle ragazze coinvolte è il tempo che hanno fatto trascorrere tra la violenza e la denuncia, se il casino fosse scoppiato subito anzichè dopo 5-6 anni prima di tutto avrebbero evitato che altre loro colleghe si trovassero nella stessa situazione e poi si sarebbero attirate meno critiche e dubbi sulla veridicità di quanto affermato.

Ancora un'altra situazione simile è stata quella di Jeffrey Epstein che è stato opportunamente "suicidato" in carcere ....
 
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La svergognata


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La svergognata è un film del 1974 (ITA) di genere Commedia/Romance, diretto da Giuliano Biagetti, con Philippe Leroy, Leonora Fani, Barbara Bouchet, Stefano Amato. Durata 90 minuti.


Trama

Il signor Nino Bernardi, industriale milanese, giunge ad Ischia per la villeggiatura insieme alla moglie Clara e alla figlia adolescente Ornella. Nel medesimo albergo scendono diverse persone, tra le quali spicca Fabio Lorenzi, scrittore in crisi depressiva già amante della signora Bernardi cinque anni prima e ora fedele compagno dell'attrice Silvia. Ornella, stimolata anche dall'amichetta Giusi, si stanca presto dei fugaci e superficiali incontri con i vari Andrea, Adriano ecc. ragazzi in vacanza o in servizio; e mira a Fabio che si lascia attrarre dalla fresca ragazzetta ma viene dalla stessa con volubilità mandato in bianco. Solo quando nella località chiamata dallo scrittore, giunge anche Silvia, Ornella diviene gelosa e finisce per darsi allo scrittore che nel frattempo ha ritrovato vena e fiducia nella propria creatività.




Critica

Primo successo per Eleonora Cristofani, in arte Leonora Fani, una bella ragazza qualunque della provincia veneta che per reazione contro una educazione che non condivideva se ne andò dal suo paese (Cornuda, in provincia di Treviso) e ha cominciò a posare nuda e a spogliarsi nei film, diventando subito popolare per il fascino erotico particolare della ragazza giovane col viso acqua e sapone (lei stessa si è definita complessata e timida). Girato quasi del tutto nella bellissima isola di Ischia, il film si avvale delle interpretazioni dei bravi Barbara Bouchet e Philippe Leroy. Ma a eccellere è la Fani che, anche se non ha la bellezza o la sensualità di altre attrici, è però molto credibile e intrigante per la sua aria di ragazza pulita in situazioni osè. Nonostante la scabrosità del tema, un classico (l'adolescente di fronte all'uomo maturo) il film, più dramma sentimentale che commedia sexy, è garbato e non scade nel cattivo gusto.


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 02.42 su Cine 34. (canale 34 del digitale terrestre).

link streaming ITA = https://ilgeniodellostreaming.monster/film/la-svergognata-1974/



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Femina Ridens


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Femina Ridens è un film del 1969 (ITA) di genere Romance/Thriller/Drammatico, diretto da Piero Schivazappa, con Dagmar Lassander, Philippe Leroy, Varo Soleri, Maria Cumani Quasimodo, Mirella Pamphili, Lorenza Guerrieri. Durata 86 minuti.


Trama

Il dottor Sayer, stimato direttore di un istituto filantropico, nasconde una personalità misogina e sessuofoba a cui dà sfogo nei week-end, dedicandosi nella sua villa isolata a giochi sadici in compagnia di professioniste esperte nel soddisfare simili inclinazioni e inscenando la loro morte nei modi più fantasiosi.

Approfittando della visita di una sua dipendente, Mary, decide di passare dalla finzione alla realtà, imprigionando la donna e sottoponendola a torture fisiche e psicologiche, che culminano nella minaccia di ucciderla in modo atroce, come sostiene di aver già fatto molte volte mostrandole le foto delle presunte vittime precedenti.

Dopo aver portato la donna fino al punto di tentare il suicidio per sfuggire ai suoi tormenti, Sayer si rende conto di non essere in grado di ucciderla e di aver sviluppato nei suoi confronti un sentimento mai provato prima, quindi le rivela di non essere davvero un assassino e di essere interessato a lei. Mary si dichiara disposta a ricambiarlo ed aiutarlo a sviluppare un rapporto sano con le donne, ma queste non sono affatto le sue intenzioni: in realtà la donna non è mai stata una vittima, ha teso una trappola fin dall'inizio a Sayer, lasciandosi catturare di proposito e ora, dopo averlo costretto a mostrare la propria debolezza e avergli concesso un idillio di breve durata, lo uccide durante il rapporto sessuale, come l'uomo aveva sempre temuto.



Produzione

Cast

È il primo film italiano dell'attrice tedesca Dagmar Lassander, scelta dal regista dopo averla vista nell'erotico Andrea - Wie ein Blatt auf nackter Haut (1968)

Scenografia
La grande statua di donna è la riproduzione dell'opera di Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely e Per Olof Ultvedt. Gli elementi decorativi sono un omaggio a Claude Joubert, Plexus e Giuseppe Capogrossi.


Critica

Il Dizionario Mereghetti definisce il film un «ambizioso e promettente esordio», ricco di idee di messa in scena, «una beffarda parabola quasi ferreriana sulla lotta tra i sessi, abile di volta in volta a dichiarare e negare la propria misoginia» che colpisce per «il suo tono gelido e al tempo stesso divertito», a cui giovano le musiche di Stelvio Cipriani.

Per il Dizionario Morandini è un «insolito apologo di ironica eleganza e di sana cattiveria misogina».

Marco Giusti nel suo Dizionario dei film italiani stracult lo definisce un «cultissimo erotico con pretese».


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 23.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

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(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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La vera storia della monaca di Monza


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La vera storia della monaca di Monza è un film del 1980 (ITA) di genere Drammatico, diretto da Bruno Mattei, con Zora Kerova, Mario Cutini, Paola Corazzi, Annie Carol Edel, Franco Garofalo, Paola Montenero. Durata 79 minuti.


Trama

Per volontà del padre e per sconosciuti motivi di famiglia, la giovanissima Marianna viene rinchiusa nel convento di Santa Margherita e diventa suora con il nome di Virginia Maria. Ma il luogo sacro che avrebbe dovuto proteggere la ragazza si rivelerà ben presto tutt'altro che in odore di santità.




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 01.40 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

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Ritratto di borghesia in nero


🍿

Ritratto di borghesia in nero è un film del 1978 (ITA) di genere Romance/Drammatico, diretto da Tonino Cervi, con Senta Berger, Ornella Muti, Mattia Sbragia, Stefano Patrizi, Capucine, Paolo Bonacelli. Durata 105 minuti.


Trama

Venezia, anni trenta, durante il fascismo. Mattia, studente di musica di estrazione popolare, arriva in città grazie a una borsa di studio per il conservatorio e inizia a frequentare la boriosa e conservatrice borghesia cittadina. Presto, Mattia è coinvolto in un'avventura passionale con una matura professoressa di pianoforte, Carla Richter, madre del compagno di studi Renato. I Richter, nonostante l'orgoglio d'un glorioso passato, sono una famiglia decaduta e squattrinata.

All'inizio complice della relazione tra Mattia e la madre, Renato finisce per diventarne geloso e cerca di frapporsi tra i due. Carla, da parte sua, vorrebbe che suo figlio sposasse Elena Mazzarini, una sua studentessa di pianoforte di famiglia assai benestante. Del resto, Carla non nasconde il fatto di aspirare a un matrimonio di interesse tra i due giovani e riesce a farli conoscere a una cena cui partecipa anche Mattia, ritenuto oramai parte dei Richter. Il risultato dell'operato di Carla e del figlio è che invece sono Mattia ed Elena a diventare ben presto una coppia, accettata anche dai genitori di lei, che da parte sua non pensa a sposarsi con Renato. Ormai Mattia è ospite fisso presso i Mazzarini.

Carla si sente trascurata e tradita: per questo, insiste per riprendere la relazione. Poi, vista l'inutilità del suo sforzo, con una lettera anonima alla famiglia di Elena tenta di screditare Mattia, ma neppure quest'intrigo, comunque, sortisce l'effetto sperato: Carla viene licenziata dai Mazzarini e la vicenda pare chiudersi così. In seguito, Carla cerca di sedurre Elena, che accetta di buon grado le avances. La giovane non sospetta che il breve approccio sessuale è solo uno stratagemma finalizzato al ricatto: se Elena non rinuncerà a sposare Mattia, Carla diffonderà la voce della loro avventura sessuale per diffamarla. Inorridita, per tutta risposta Elena uccide Carla. I sospetti della polizia cadono subito su Mattia, che tra l'altro non dispone d'un alibi: per salvare la situazione, in presenza di tutta la famiglia, Elena dichiara alla polizia che Mattia, all'ora del delitto, si trovava nella propria abitazione da solo con lei. Il commissario, amico dei Mazzarini, crede all'alibi fornito da Elena e toglie il disturbo. Il padre, inizialmente costernato dalle nuove rivelazioni, si riprende in fretta dalla sorpresa e si rivela, come sempre, un abile e freddo uomo d'affari: per correre ai ripari prega il commissario di non fare circolare la confessione di Elena, promettendo di ricambiare la discrezione della polizia con favori di natura personale.

A questo punto nulla può più ostacolare il matrimonio tra Elena e Mattia.



Produzione

Il film è tratto dal racconto La maestra di piano di Roger Peyrefitte. Si concentra principalmente su questioni sociali indipendenti dalle epoche e dai luoghi in cui la vicenda può essere ancorata: a detta del regista queste sarebbero infatti delle scelte più o meno intercambiabili.

Distribuzione

A causa di alcune scene, in cui sono presenti nudi integrali di Stefano Patrizi e una scena saffica tra Senta Berger e Ornella Muti, il film venne vietato ai minori di 18 anni. Di Stefano Patrizi è presente solo un fugace nudo semi-frontale. Il divieto ai minori di 18 anni non può giustificarsi con la "scena saffica" tra Senta Berger e Ornella Muti dato che le due attrici si scambiano effusioni in condizioni di nudità solo parziale.


Critica

Ho rivisto questo film dopo quasi quarant'anni dalla sua uscita. Già all'epoca nella mia personale classifica di giovane cinefilo, giudicai l'opera di Cervi, un ottimo film. A distanza di tanto tempo il giudizio non cambia. La rappresentazione di una Venezia decadente (si respira un po' l'atmosfera di "Morte a Venezia"), dove il fascismo imperante a fine anni '30 sta per sprofondare nella tragedia bellica, fa da sfondo alla torbida storia del giovane pianista Mattia (un ottimo Stefano Patrizi) sedotto dalla bella maestra di piano, vedova affascinante che riscopre la passione tra le braccia dell'amico di suo figlio. La storia si complica quando un'altra allieva della maestra di piano, una sfavillante Ornella Muti nello splendore dei suoi vent'anno (23 per l'esattezza, anche se nel film il suo personaggio è un po' più giovane), si innamora di Mattia e sarà disposta a tutto pur di sposarlo. Ottimo l'intero cast dove tronegggia una grande Senta Berger che rende alla perfezione le ansie, le passioni. l'erotismo, di una donna alla soglia dei 40, ma ancora piacente e seducente. Di rilievo il rapporto tra le due rivali, che si colora perfino di tinte saffiche, prima dello sconvolgente finale. La morale è amara. Ancora una volta il potere, le amicizie, il timore reverenziale, faranno in modo che ogni scandalo venga insabbiato. Cone l'onda di risacca che copre la sporcizia. Notevole infine la colonna sonora di Vince Tempera.(woody62).


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

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Ninfa plebea


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Ninfa plebea è un film del 1996 (ITA) di genere Romance/Drammatico, diretto da Lina Wertmüller, con Lucia Cara, Stefania Sandrelli, Raoul Bova, Lorenzo Crespi, Luisa Amatucci, Giuditta Del Vecchio. Durata 110 minuti.


Trama

Anni Quaranta. A Nofi, paesino immaginario a sud di Napoli, vive la giovane Miluzza con la sua famiglia: il padre Gioacchino è un modesto sarto, la madre Nunziata (disinibita e con tendenze ninfomani) aiuta il marito nel lavoro mentre il nonno materno, Fafele, è uno stimato pizzaiolo. Cresciuta in un ambiente ignorante e promiscuo, Miluzza inizia a conoscere il suo corpo adolescente ed esplora le emozioni e le bizzarrie del sesso con l'ingenua inconsapevolezza e l'esuberanza tipiche dell'età; tuttavia la sua bellezza impubere attira le perversioni di alcuni paesani. D'altro canto, in paese tutti conoscono la sessualità irrefrenabile di Nunziata la quale non si preoccupa di nascondere i suoi incontri amorosi coi soldati nella bottega del marito. Il pregiudizio del paese e le naturali pulsioni dell'adolescenza sembrano dunque predestinare Miluzza a una sorte sciagurata. Soltanto suo padre, tuttavia di animo debole, vorrebbe proteggerla e soprattutto evitarle un'improvvisa quanto tragica presa di coscienza.

Una notte, Miluzza scopre Nunziata in atteggiamenti inequivocabili con un soldato e resta scioccata; la sorpresa si trasforma in orrore quando realizza che durante l'amplesso la madre è rimasta vittima di un'emorragia mortale.

Con la morte di Nunziata, la situazione famigliare precipita: Gioacchino, isolatosi nel suo dolore, smette di lavorare mentre Miluzza vende pizze in strada con suo nonno. La ragazza trova lavoro nella fabbrica dell'imprenditore Giuseppe Acella che si invaghisce subito di lei e con l'inganno riesce in seguito ad attirarla in una camera d'albergo abusando di lei.

Resosi conto di quanto accaduto a sua figlia, Gioacchino muore di dolore. Acella organizza una cerimonia fastosa per il funerale accollandosi tutte le spese ma sollevando così le chiacchiere della gente. Miluzza finisce per essere additata come una poco di buono e giorno dopo giorno la vita in paese diventa sempre più difficile per lei: una sera tre giovani si introducono in casa per violentarla ma vengono cacciati da nonno Fafele giunto appena in tempo; inoltre, nonostante i continui rifiuti di Miluzza, Acella continua a perseguitarla chiedendole di diventare la sua amante.

I bombardamenti angloamericani si abbattono su Nofi che viene raso al suolo e lo stesso nonno Fafele muore sotto le macerie della sua casa. Rimasta sola, Miluzza anziché recarsi al rifugio col resto del paese si ripara nella casa, ormai abbandonata, dell'amica Annetta. Qui bussa alla porta Pietro, un giovane disertore ferito che sta tentando di tornare a casa. Miluzza lo accoglie e lo cura, poi nottetempo lo accompagna a casa sua sostenendolo lungo il tragitto. Giunti a destinazione, Miluzza fa per andarsene ma Pietro, innamoratosi di lei, le chiede di restare per sempre.

La famiglia di Pietro accoglie Miluzza con affetto. La madre del ragazzo, Gesummina, dubita però dell'onestà e soprattutto dell'integrità della giovane. Nonostante ciò, Pietro e Miluzza convolano a nozze e, grazie a uno stratagemma escogitato dallo sposo, anche Gesummina accoglierà la nuora a braccia aperte.



Produzione

Il film è girato tra la Puglia e la Basilicata, in particolare a Spinazzola, Palazzo San Gervasio, Montemilone e Craco.


Riconoscimenti

  • 1996 - David di Donatello
    • Nomination Migliore attrice non protagonista a Stefania Sandrelli
    • Nomination Miglior scenografia a Enrico Job
  • 1997 - Nastro d'argento
    • Nomination Migliori costumi a Gino Persico


Critica

Nell'estate 1943 a Nofi, mitica città campana del mondo di Domenico Rea (il film è tratto dal suo romanzo del 1992, premio Strega), l'adolescente Miluzza, detta Milù, scopre come il sesso (le "schifezze") sia "il motore della vita" e comincia a praticarlo, ingenua e semiconsenziente, con don Beppe, suo anziano e coniugato datore di lavoro, che la espone al ludibrio dei compaesani. Alla fine, dopo molti eventi luttuosi, trova nel soldato Pietro chi le offre amore e nozze. La Wertmüller insegue i miti della purezza e le sue contraddizioni, già vagheggiati da Rea, senza raggiungerli mai. Efficace la scelta delle facce e dei corpi ma non ci si crede mai ai suoi personaggi e alle loro peripezie. (Il Morandini ⭐⚡)


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

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Il mondo porno di due sorelle


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Il mondo porno di due sorelle è un film di genere erotico del 1979, diretto da Franco Rossetti (Fred Gardner),
con Sherry Buchanan, Paola Montene, Marina Hedman, Sherry Buchanan, Brunello Chiodetti, Daniele Dublino, Catherin Zago, Daniele Dublino, Marina Frajese. Durata 93 minuti.

In Italia è stato distribuito in home video anche con i titoli Le due sorelle e Il mondo di due sorelle. All'estero è invece conosciuto con il titolo Emanuelle and Joanna.


Trama

Nate da una donna perennemente divisa tra un marito gentile e un amante irruente, le gemelle Giovanna ed Emanuela sembrano interpretare come carattere e come fisico i due opposti aspetti. Giovanna, borghesemente sposata a un "palazzinaro" romano, è bionda, educata e pudibonda. La bruna Emanuela, invece, ha scelto di vivere alla ricerca continua del piacere e della libertà come meglio le suggerisce la sua natura; e mette insieme un postribolo per sadomasochisti. Avendo deciso di stare "dalla parte del male", si sente sola e cerca di trascinarvi anche la gemella. A tal uopo si avvale di un giovane che straordinariamente assomiglia ad un compagno di scuola, a suo tempo amato da entrambe. Lo scopo della perversa è di dimostrare alla sorella la morbosità del loro legame, il loro essere reciprocamente doppie e complementari tanto nella tenerezza quanto nel vizio.


Critica


Il Mondo Porno Di Due Sorelle (di Fred Gardner aka Franco Rossetti, 1978) aka Le Due Sorelle aka Emanuelle And Joanna, si insomma uno di quei film "aka" con un titolo per ogni paese dove è stato distribuito, che variava a seconda del grado di bigottismo locale, e che ovviamente sfrutta biecamente anche la solita Emanuelle. Non fatevi prendere dalle facili associazioni, nonostante il titolo non si tratta di un vero porno, purtroppo aggiungo, visto che il film è di una bruttezza rara, e se almeno si fosse trattato di un hard con tutti i crismi, quell'oretta e mezza di visione avrebbe avuto un suo senso. La vicenda vede appunto le due sorelline, Emanuelle - che poi è Emanuela - ovvero Sherry Buchanan, borghesotta impellicciata, casta e pudica, sposata ad un palazzinaro coattissimo, e Joanna - che poi è Giovanna - ovvero Paola Montenero, maitresse di un bordello a tinte forti, con tendenza lesbo sadomaso ed un look androgino. La madre delle due, zoccolona di gran categoria, tenta di affidare a Emanuela la sorella "scapestrata", col risultato che sarà proprio la seconda a svezzare la prima e farle conoscere le gioie del vizio, complice un menage familiare non proprio esaltante.
Diciamoci pure che la trama è un mezzo pretesto (leggi: disastro) per condire assieme un po' di scene hot, col piccolo particolare però che una tazza di camomilla, un plaid sulle gambe e il gatto in collo configurerebbero una situazione altamente più erotica di quanto visto in tv. Dico, fai un erotico, almeno sul versante dell'erotismo vuoi andarci giù tosto? Macché! Flop completo, a cominciare dalla scelta risibile dei protagonisti, e soprattutto delle protagoniste; una serie di manici di scopa che neanche le pubblicità di Media Shopping. Attrici bruttarelle, rigorosamente con la prima misura, ed un peso forma di 35 kg al massimo, roba che Laura Gemser è Vanessa Del Rio. La Montenero addirittura col look androgino; non c'era verso di provare un brividino nemmeno a sforzarsi. Movenze e sguardi di un lussurioso che te lo raccomando, e scene di amplessi degne del noto film di sesso spinto Morte Di Un Matematico Napoletano. E dire che la Buchanan l'avevo intravista in La Via Della Droga e mi era sembrata pure belloccia. Dialoghi agghiaccianti, ovunque, comunque, semprunque aleggia quel senso di film fatto a casaccio, tanto poi arriva l'inchiappettata, ma, come detto, pure quella è tristissima.
Gustosi, ma in chiave ridicolo involontario, i siparietti tra la Buchanan e il marito, roba che neanche er Monnezza. Così come pure la mamma vecchiarda che predica bene e razzola male (per dire, subito dopo aver fatto il pistolotto perbenista alla figlia, masturba allegramente un cameriere, così, alla volé). Unico momento veramente interessante, il sogno/incubo della Buchanan, che nel suo lirismo allucinatorio, inserito nel contesto di un film totalmente delirante di suo, assume connotati stranianti di un certo livello (senza saperlo, è chiaro). Non male pure il tema portante della colonna sonora, anche se pare scritto per un poliziottesco. E pensare che nel cast c'è pure Marina Frajese. Benedetto Ferretti, vabbè che hai collaborato alla sceneggiatura di Django, vabbè che tra i tuoi film annoveri pure l'epocale Delitto Al Circolo Del Tennis, ma a 'sto mondo porno ci potevi mettere più cura? (Cineraglio.it)




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Scandalosa Gilda


🍿

Scandalosa Gilda è un film del 1985 (ITA) di genere Drammatico, diretto da Gabriele Lavia, con Monica Guerritore, Gabriele Lavia, Pina Cei, Jasmine Maimone, Dario Mazzoli, Sacha Darwin. Durata 95 minuti.


Trama

Una donna dell'alta borghesia romana, sorpreso per caso il marito in flagrante adulterio, abbandona il tetto coniugale con auto e valigia e incontra in un autogrill un disegnatore di fumetti erotici che, dopo averle raccontato il soggetto d'un suo film d'animazione, la convince ad allacciare una relazione sessuale estemporanea.
L'uomo, come spesso accade in letteratura, s'innamora, lei no. Cominciano così 24 ore d'inviti e di ripudi, d'offerte e di perversioni: lui per strappare alla sconosciuta ogni suo segreto, lei per umiliarlo e umiliarsi allo stesso tempo. Finché, all'alba del giorno seguente, la jeep dell'uomo sbanda ed esce fuori strada.
Morto lui, la donna sconvolta attraversa le corsie dell'autostrada per chiedere un passaggio e tornare a Roma.


Produzione

Disegni di Francesco Maurizio Guido noto come Gibba, decano dell'animazione italiana, rappresenta a detta di pubblico e critica la parte migliore e mirabile del film. "Scandalosa Gilda nel Paese di Cazziglia", trattasi di un'operetta cantata da Anna Andrea su testo di Cristiano Malgioglio, avente per protagonisti icone antropomorfe degli organi sessuali. Seppur diretti, soggetto e stile non sforano la volgarità, rievocano invece il buono spirito infantile ed al contempo maturo della cartoonistica italiana del dopoguerra. Una piccola chicca dell'animatore genovese. La diffusione televisiva nei networks nazionali ne ha sempre omessa la rappresentazione, sicché al pubblico resta la descrizione grafica che Gabriele Lavia fa alla protagonista.


Curiosità

Il gruppo musicale degli Stadio nel 1995 ha inciso un brano intitolato Scandalosa Gilda su ispirazione del film di Lavia. Il brano è presente nell'album Di volpi, di vizi e di virtù.

Fino al 16 novembre 1992 era vietato ai minori di 18 anni - III edizione revisione Ministero.


Critica

Mogliettina altoborghese, da poco consapevole che il marito la tradisce, incontra un baffuto disegnatore di fumetti che canta in auto le arie della "Carmen". Intermezzo di pornodisegni animati del disegnatore genovese Gibba, la cosa migliore del film. In un motel i due danno il via a un match in quattordici riprese, una sarabanda sadomaso di scopiazzature da altri film, condita con un dialogo pecoreccio che rasenta il sublime. G. Lavia e M. Guerritore ridono sorridono, ghignano, sogghignano, sghignazzano, irridono e deridono. Sempre soffrendo. Micidiale. Vietato ufficialmente ai minori di 18 anni. (Il Morandini ⭐)



"Delirante pastrocchio erotico del giovane eretico Gabriele Lavia che, messi temporaneamente da parte Checov e Sofocle, inventa la filosofia applicata agli slip. Nel senso che per ogni indumento intimo ammainato viene declamato un dogma metafisico. La conturbante Monica Guerritore si spoglia, ansima, e si contorce con grande voluttà. Forse è un allenamento per Pirandello". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 16 febbraio 2001)




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 23.00 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link streaming ITA = https://cb01.vin/scandalosa-gilda-1985/


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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La Supplente Va In Città


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La Supplente Va In Città è un film del 1979 (ITA) di genere Commedia, diretto da Vittorio De Sisti, con Carmen Villani, Vincenzo Crocitti, Mauro Frittella, Josele Román, Francisco cecilio, Francesco Mulé. Durata 98 minuti.


Trama

Rubina, maestrina veneta, non avendo più ricevuto notizie del fidanzato Carlo Pasquini conosciuto in occasione della leva militare, cala a Roma per non finire "sedotta e abbandonata". Rintracciato Carlo, dedito solo al ballo e a se stesso (come un "Travolta"), Rubina lo consegna alle patrie galere sotto accusa di violenza carnale e assume servizio nella casa dei signori Davide e Adele, genitori di Delia lesbica e Leo casanova senza successo, nonché padroni di una merceria. Rubina, ragazza disinvolta è molto furba, non tarda ad assicurarsi i favori di ciascuno dei componenti della famiglia, favorendo i vizietti di ciascuno. Anzi, avendo fatto licenziare il ragioniere siculo Giovanni, fidanzato della riluttante Delia; Rubina assume la direzione della casa e del negozio. Quando Carlo esce dalla prigione e la rende madre, la colf sposa Leo; provoca la paralisi del signor Davide, l'unico che si è accorto della disinibita condotta della nuora; mantiene rapporti amorosi con il Pasquini; introduce in casa la negretta Josephine, destinata ad essere l'amante di Delia; stacca la signora Adele dai quiz televisivi o radiofonici per iniziarla ai piaceri della cucina.




Critica

C’è stata una Italia stupida e sbirciona, disposta a divertirsi ed eccitarsi con un nonnulla. Disponibile alla battuta grassoccia e volgare, bramosa di forme femminili abbondanti e rotonde. E l’Italia che comincia a rimbecillirsi, dalla metà degli anni Settanta in poi. Avremo forse esagerato prima, i cineforum e gli eskimi, ma per reazione ci hanno fatto a pezzi. [...] (di Walter Veltroni, articolo completo su 1994)




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.04 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).

link streaming ITA =



(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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Non commettere atti impuri​


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Non commettere atti impuri è un film del 1971 (ITA) di genere Commedia/Erotico, diretto da Giulio Petroni, con Claudio Gora, Marisa Merlini, Barbara Bouchet, Luciano Salce, Simonetta Stefanelli, Gigi Ballista, Dado Crostarosa, Franco Balducci, Stefano Oppedisano, Stefania Iwinska. Durata 95 minuti.

Musiche di Riz Ortolani


Trama

Pino è un giovane ceramista ateo che vive ad Assisi insieme al padre Damiano, un rivoluzionario comunista, e la sua compagna Nadine, molto più giovane. Un giorno, mentre si trova sul terrazzo, Pino vede Maria Teresa che studia per l'esame di latino e inizia a darle alcune lezioni. In breve i due giovani s'innamorano, fino a quando Giacomo, zio della ragazza, se ne accorge e li allontana.
Pino rimane molto triste, ma poi capisce che le attenzioni della ragazza in realtà erano solo un trucco per convincerlo a convertirsi al cattolicesimo. Amareggiato, pensa di vendicarsi dello zio lanciando una bomba carta in casa sua. Il padre sgrida Pino ma lui, arrabbiato, distrugge tutta la sua stanza e fugge via. Il padre e Nadine si mettono a cercarlo e lo trovano mentre mangia tranquillamente un panino.



Critica

Le intenzioni satiriche falliscono per l'incapacità del regista di dare sostanza al racconto che si sviluppa attraverso banalità e luoghi comuni messi in atto dai personaggi del tutto inattendibili (Segnalazioni Cinematografiche 72)

Piacevole commedia, dotata di una trama semplice che però si risolve nella maniera meno prevedibile. La regia è corretta, il protagonista piuttosto mediocre ma notevole il resto del cast, che vede spiccare tra tutti l'ottimo Gigi Ballista nei panni di un frate. Interessante la sceneggiatura, che ironizza sia sui cattolici che sui comunisti e che si chiude con un finale davvero riuscito, ironico e piuttosto spregiudicato. Simpatica colonna sonora di Ortolani. Non un capolavoro ma sicuramente degno di nota. (Deepred89)

Non lascia del tutto soddisfatti. Se nella prima parte riesce a conquistare deridendo due mondi contrapposti (il comunismo ateo, libertino e sovversivo e il cattolicesimo bigotto e ipocrita) dell’Italia anni Settanta, nella seconda tende a restringersi per la fretta di giungere ad un finale che era più che ovvio attendersi. Le recitazioni sono di buon livello, riscontrandosi spigliatezze ed esuberanze che non degenerano mai nell’eccesso. Al povero Claudio Gora tocca, per l’ennesima volta, il ruolo del vecchio porco. **/**!
MEMORABILE: Le lezioni di sintassi latina impartite da Gora;; i richiami di Salce al figlio durante il gran finale. (Homesick)



Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

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Interno berlinese


🍿

Interno berlinese è un film del 1985 (ITA - GER) di genere Drammatico, diretto da Liliana Cavani, con Gudrun Landgrebe, Kevin McNally, Mio Takaki, Hanns Zischler, Massimo Girotti, William Berger. Durata 118 minuti.



Trama

Berlino, 1938. Louise von Hollendorf è la moglie di un alto funzionario del Ministero degli Esteri che a un corso di disegno incontra Mitsuko, l'affascinante figlia dell'ambasciatore nipponico. Inizia con lei una storia estremamente passionale che coinvolgerà anche il marito; Mitsuko li condurrà in un gioco erotico di cui è protagonista anche il suo amante. Tutta la storia, poi, viene complicata anche dalla situazione politica della Germania nazista. Alla fine Mitsuko avvelenerà le bevande che Louise e il marito berranno: l'uomo e Mitsuko moriranno, mentre Louise riuscirà a salvarsi.



Riconoscimenti

Ciak d'oro 1986 - Migliore fotografia a Dante Spinotti



Critica

un amore lesbico nella germania fascista
Valutazione 5 stelle su cinque

Berlino 1938. Louise von Hollendorf, la giovane e bella moglie di un alto funzionario del Ministero degli Esteri, frequenta una scuola di disegno. Là conosce Mitsuko, figlia dell'ambasciatore giapponese e ne rimane sedotta. L'intesa fisica tra le due donne appare ben presto non solo perfetta, ma ineluttabile, gli incontri si susseguono, sia in casa di Louise, che in uno squallido albergo cittadino. Heinz, il marito di Louise, non tarda troppo ad avvertire, per mille segni di sotterfugi, che nella vita di Louise c'è qualche cosa di nuovo: le continue visite della giapponese sono inequivocabili. Se la prende con la moglie, ma questa è ancora più debole nella volontà che nella propria carne e così Heinz finisce stranamente con il tollerare la situazione. Intanto il nuovo regime estende ed intensifica la propria campagna moralizzatrice, che è anche pretesto per eliminare personaggi scomodi o avversari. Il capo della polizia di Berlino, che è uno stretto congiunto di Heinz, coglie in trappola, giusto nella casa degli Hollendorf che non hanno potuto rifiutargli il favore, l'anziano generale von Heiden, accusandolo di intrattenere rapporti omosessuali con un giovane pianista, all'uopo invitato per una serata. Anche in relazione a tale episodio, Heinz intuisce i pericoli che sovrastano non solo il suo onore, ma la sua stessa carriera, se l'anormale rapporto di Louise, i suoi va e vieni e quelli di Mitsuko, nonchè la sgradevole complicità della servitù dell'una e dell'altra parte dovessero fare esplodere un clamoroso scandalo. Senonchè, poco a poco anche lui cade nella rete di Mitsuko, che comincia a coinvolgerlo nel suo gioco di seduzione non solo sottile e torbido, ma anche indecifrabile, fatto com'è di verità e di menzogne, di incidenti veri o simulati. Un giorno, nel modestissimo Hotel Leipzig, Louise, all'uopo convocata dall'amica, scopre che questa è la con il proprio amante (un italiano, Joseph Benno, insegnante nella scuola di disegno ormai non più frequentata dalle due donne). Sconvolta e gelosa, Louise viene ricattata da Benno e costretta a firmare un documento, in cui si dichiara disposta ad accettare che Mitsuko sia indifferentemente pronta a darsi sia a lei, che allo stesso Benno, il quale intende sposarla, dato che la ragazza è incinta. Heinz avrà poi dall'italiano il documento, eppure Heinz non riesce a vincere la propria debolezza, affascinato com'è dalla giapponese, che ormai è quasi sempre nella casa dei due coniugi, odiosamente possessiva e gelosissima, per distribuire addirittura dei sonniferi dopo cena, affinchè essi non abbiano rapporti. Alla fine, però, lo scandalo scoppia. Il capo della polizia fa sparire Benno, chiude un giornale che con articoli e fotografie ha denunciato il comportamento dei von Hollendorf ma, pur volendo salvare i suoi parenti, deve temporaneamente ritirare loro i passaporti. Così Heinz induce le due donne a fuggire con lui ad Amburgo, fidando in un successivo imbarco clandestino, e tutto ciò proprio nel momento in cui egli potrebbe essere promosso al rango di Ambasciatore.
Questa storia vischiosa e insana sarà conclusa da Mitsuko a modo suo: essa versa nei tre bicchieri una delle sue misteriose misture, ma questa volta si tratta di veleno, di cui moriranno Heinz e lei stessa. Louise si salverà ma per l'ennesima volta si chiederà se nel cuore e nei sensi di Mitsuko era più presente lei o il marito: o per confessare più tardi ad un vecchio scrittore antinazista, autore di libri sul sesso, che da tempo conosce e stima e che il nuovo regime ha posto al bando, tutta quella amara vicenda, che le ha dato voluttà e sofferenza. (andyflash77)



Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link streaming ITA = https://filmsenzalimiti.services/interno-berlinese-streaming.html

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Castelli di carta

🍿

Castelli di carta è un film del 2009 (SPA) di genere Romance/Drammatico, diretto da Salvador García Ruiz, con Adriana Ugarte, Nilo Zimmerman, Biel Duran. Durata 94 minuti. Titolo originale: Castillos de carton.





Trama

María Jose
(Adriana Ugarte) è studentessa di Belle Arti. Una mattina, mentre sta preparando la tela per la lezione, il suo compagno di corso Jaime (Biel Durán) inizia a tracciare il suo ritratto senza che lei se ne accorga. Accanto a lui c'è Marcos (Nilo Mur), lo studente più talentuoso della classe, che sembra affascinato dalle capacità artistiche di Jaime e dal dipinto. Quando María Josè viene a sapere del ritratto, spera che il ragazzo glielo regali, ma Jaime sembra del tutto intenzionato a tenerlo per sé.
Tra i tre ragazzi si verrà a creare un rapporto d'amicizia molto intimo: Jaime nel tentativo di aiutare Marcos a superare la sua impotenza, farà sì che insieme condividano molto più della loro passione per la pittura e ben presto la loro esperienza sessuale a diventerà una vera relazione sentimentale. La fine del corso li porterà a misurarsi con il mondo reale, il loro triangolo riuscirà a superare anche quelle barriere? O schianterà a terra come Castelli di carta mossi dal vento?




Critica

Una brutta copia, casereccia e povera (in primis nei doppiaggi), di The dreamers. Anche questa produzione spagnola ci propina la storia del triangolo amoroso, concentrandosi esclusivamente sulla parte erotica in cui lei si concede sia al riccone privo di erezione che al di lui amico senza il becco di un quattrino (ma mai sazio). Le inquadrature si alternano dal letto alla camera da letto per ritornare al letto. Essendo un trio di giovani pittori, per fortuna ogni tanto fa capolino anche l’Accademia. Un vago sentore da film di nicchia, ma nulla di più.
MEMORABILE: "Lui è quello che rimorchia e io mi prendo i suoi avanzi". (ira72)


L'occasione per parlare di Castelli di carta, film del 2009 diretto da Salvador Garcìa Ruìz al quarto film, è interessante: vista la ritrosia delle distribuzioni, Atlantide Entertainment decide di distribuire i suoi film in streaming, alcuni dei quali sul sito Queerframe.tv, specializzato in cinema a temi omosessuali. Anche se qui, più che l'omosessualità, vengono trattati i percorsi complessi del sesso e dell'amicizia.
Classico ménage a tre: Maria Josè è un'aspirante pittrice che va a scuola di disegno con Jaime e Marcos. S'innamora di tutti e due e le dinamiche sessuali paiono aiutare ognuno dei tre coinvolti. Ma cosa fare con l'arrivo della gelosia? Dramma lieve dai risvolti erotici accentuati, adattato da Enrique Urbizu a partire da un romanzo di Almudena Grandes, che racconta il difficile rapporto tra sesso e felicità.
Sotterraneamente centrato sulla ricerca dell'orgasmo da parte della “frigida” Maria Josè, il film riflette sul sesso non solo come corollario di una convenzionale storia d'amore ma come elemento fondamentale nella ricerca dell'appagamento e della realizzazione personale: la difficoltà a raggiungere l'orgasmo, a cui fa da specchio l'impotenza – sul filo della bisessualità – di Marcos, si sposa con il conseguimento degli obiettivi artistici e personali, in un racconto in cui Garcìa Ruìz va a fondo delle dinamiche psicologiche dei personaggi.
E rivela un'idea classica di cinema d'autore (come mostra l'ultima, enigmatica scena) che convince, abile nella narrazione (tre personaggi e i loro dialoghi, tanto basta), accurata nella messinscena, significativa nei movimenti di macchina: un film dalla delicatezza quasi insistita anche nei momenti più sessualmente espliciti, che trova il suo centro emotivo nel volto vivido di Adriana Ugarte, sulla quale si adagiano – in ogni senso – i simpatici Biel Duràn e Nilo Mur. Se questo è il biglietto da visita di un progetto che, con l'acquisizione di parte del listino Lucky Red, promette di crescere, non possiamo che aspettarci il meglio. (Emanuele Rauco - Bizzarrocinema.it)



Visto, un ménage à trois un po' leggerino.


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 21.20 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link trailer SPA = https://www.comingsoon.it/film/castelli-di-carta/54606/video/?vid=28128

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Tra le gambe

🍿

Tra le gambe è un film del 1999 (SPA) di genere Mistero/Romance/Drammatico, diretto da Manuel Gómez Pereira, con Victoria Abril, Javier Bardem, Juan Diego, Roberto Alvarez, Sergi López, Carmelo Gómez. Durata 118 minuti. Titolo originale: Entre las piernas.

Il soggetto è tratto dal romanzo Entre las piernas di Joaquín Oristrell. Venne presentato al 49º Festival internazionale del cinema di Berlino nel concorso ufficiale.



Trama

Javier e Miranda si conoscono in un gruppo che si riunisce per combattere la dipendenza dal sesso. Lui è uno sceneggiatore di discreto successo che vive una sorta di doppia vita da quando ha intessuto un rapporto esclusivamente telefonico con la misteriosa Azucena con la quale scatena le sue fantasie erotiche. Viene lasciato dalla moglie, che si mette col suo collega Claudio, quando viene a sapere che tutta la città ha ascoltato il contenuto dei racconti erotici di Javier, divenuti di dominio pubblico all'insaputa dello stesso. Miranda lavora in una radio, è sposata, ha una figlia, ma quando tutte le mattine esce a portare a spasso il suo cagnolino si concede inspiegabilmente ad ogni uomo che incontra.

Javier è subito attratto da Miranda e già la prima sera i due si lasciano andare ad un amplesso in un parcheggio sotterraneo. In seguito si scoprirà che nell'auto che è stata teatro del fugace scambio amoroso tra i due, è stato ritrovato il cadavere di un assassinato. Ad indagare è chiamato l'ispettore Félix, marito di Miranda, che quando intuisce la tresca della moglie si fa particolarmente risoluto nei confronti del sospettato Javier. Questi viene però scagionato da un comportamento autoaccusatorio del suo socio Claudio che per altro finisce investito ed ucciso agevolando la polizia nella chiusura del caso sul quale pendevano parecchi dubbi.

In definitiva Miranda sembra aver ritrovato un equilibrio insieme a Javier, che a sua volta sembra aver superato i turbamenti generati dall'ambigua Azucena e dal fantomatico Jacinto che ne avevano compromesso la stabilità psichica.



Critica

L'atmosfera thriller e alcuni passaggi narrativi richiamano l'opera di Hitchcock senza avvicinarne la grandezza anche per via di un intreccio eccessivamente articolato, mentre indubbiamente i geometrici titoli di testa dal gusto anni '70 sono stati apprezzati al punto da essere ritenuti all'altezza dei migliori lavori che Saul Bass confezionò anche per il grande regista britannico.


Gli spagnoli riescono sempre a parlare di sesso in modo unico. mentre i film sul sesso italiano sono spesso banali e stupidi, gli spagnoli come pedro almodovar riescono a rendere la visione di trasgressione con un'altro sguardo. questo film non è un capolavore ma direi che cult del cinema erotico. io credo che le mie 4 stelle non se li merita questo film, ma a mio parere se ne merita più di tre. quindi considerate questo voto 3 e mezzo. (bo - mymovies.it)


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 23.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link trailer SPA = https://www.comingsoon.it/film/tra-le-gambe/37936/video/?vid=33443

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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Caffeinomane

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Mi acchiappa questa discussione...Spesso i film erotici e le scene softcore procurano piacere e danno idee anche da ricopiare con la propria donna.
Questi sono spesso d'autore (più o meno), tantissimi li ho visti, io non sottovaluterei anche quei soft-porno americani degli anni '90/2000 con meravigliose protagoniste
che spesso qui sono totalmente sconosciute ma che negli USA sono discretamente famose. :D


Cercherò di parteciparvi e spero di non riportare dei "doppioni".
Hai citato Florence Guerin (bella, bellissima!) in Venere Nera, ma spesso m'imbatto nelle tv private nel film L'attrazione del 1987, dove non si risparmia nel darsi al coprotagonista (che si scoprirà in seguito essere il marito) e allo spettatore.
 
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Gatta alla pari

🍿


Gatta alla pari è un film del 1993 (ITA) diretto da John Coline (alias Gianni Cozzolino) e Bruno Mattei (non accreditato), con Malù, Barbara Rush, Mary Fonda,
Tracy Kelly, Carlo Macaro, Antonio Zequila. È una commedia erotica vietata ai minori di 18 anni. Durata 75 minuti.
Il produttore, sceneggiatore e compositore delle musiche è Ninì Grassia.


Trama

Una coppia è in cerca di distrazioni: Julia crea rapporti con il fidanzato della figlia Nancy e con la sua guardia del corpo Frank, James cerca contatti con l'amica Baby Ryan, e così via, tra cameriere, segretarie, ragazze e uomini della casa.

Nancy, figlia di Suria, è fidanzata col giovane Roger, che, rispettandola, non contribuisce certo alla sua serenità, visto che è costretta ad eccitarsi guardando diapositive di uomini in costume da bagno. La madre intanto alterna le cure del giardino alla consolazione di Roger, il futuro genero e di Frank, la guardia del corpo, vista la freddezza del secondo marito, James Simpson, che invece si interessa a Baby Ryan, una giovane amica di Frank che, dopo essersi fatta investire per introdursi nella villa, ha ottenuto l'impiego di donna alla pari. Ma Baby respinge l'uomo poiché è la sorella minore di quest'ultimo, e lo provoca con una fotografia di lei piccolina in braccio alla defunta madre, che James ha rovinato, dilapidandole il patrimonio. Tra cupole ed esibizioni erotiche varie e composite tra tutti i membri della famiglia, con il concorso di cameriera e segretaria, Baby finge di avere un rapporto col fratello davanti a testimoni per poi ricattarlo. James, sgomento, promette di restituire il maltorto, mentre Baby rimane, come angelo sessuale polivalente del focolare, nella magione restituita alla felicità dei sensi.



Produzione


Cast


Per questo film Ninì Grassia volle al suo fianco un cast di attori consolidato, scelto tra coloro che avessero già partecipato a pellicole di cui egli avesse curato la regia o la produzione. Ninì Grassia è anche accreditato per la quarta volta come Anthony Grey. Ed è proprio quel film iniziò la collaborazione tra il regista partenopeo e il re dei film di serie B Bruno Mattei.
In particolare è il secondo dei quattro film interpretati da Carlo Macaro e il secondo di cinque film interpretati da Cristina Barsacchi. È, invece, solo il primo dei sette film con protagonista Antonio Zequila.


Riprese

Il film è stato girato a Rimini.


Trilogia

Sono tre i film erotici (non pornografici) interpretati, tra il 1993 e il 1995, da Ramba, con il nome di Malù, insieme a Ninì Grassia. Oltre a Gatta alla pari, fanno parte della serie:

  • Un grande amore (1994)
  • Innamorata (1995)




Critica

Marito e moglie si tradiscono sfacciatamente. Lei però fra gli amanti ha anche il ragazzo della figlia, che peraltro non ha ancora consumato con il fidanzato. Quando in casa arriva la nuova ragazza alla pari, intrigante e disponibile, la situazione esplode.

Ninì Grassia scrive il soggetto e la sceneggiatura. Produce la Eurofilm 91 di Ninì Grassia. Colonna sonora: Ninì Grassia e Aldo Tamborelli (già da tempo collaboratore di Ninì Grassia). Regia: Gianni Cozzolino. Se quest'ultimo dettaglio può stonare un po' nel complesso delle cose, si consideri comunque che Cozzolino è uno degli abituali compagni di set di Grassia, che a questo punto potrebbe facilmente avere anche 'corretto' o quantomeno indirizzato la regia secondo i suoi standard; e in effetti Gatta alla pari è un film disastrosamente "alla Ninì Grassia", con attori presi dai suoi precedenti casting (Alex Damiani, Cristina Barsacchi, Sauro Giannini), una pornodiva affermata (Malù, aka Ramba) e il divetto dei fotoromanzi burini Antonio Zequila, tutti assolutamente canini ai massimi livelli. Ma anche la confezione della pellicola - luci, costumi, la sceneggiatura stessa - è grossolana e visibilmente tirata via, marchio di fabbrica dell'eminenza grigia dell'operazione. Gatta alla pari è sostanzialmente un filmetto erotico di nessuna consistenza, nel quale anche le scene presunte 'bollenti' risultano sgraziate e anonime, con una singolare fissa per le fellatio, riproposte a raffica nel corso dei novanta minuti circa di durata. Nel finale uno scambio di battute epocale; lui e due lei nudi a letto, una donna chiede "Sei pronto per fare l'amore con tutte e due?" e l'uomo, alzando le spalle: "Ce l'ho duro e che Dio m'assista". Purtroppo però questo apice trash rimane un episodio isolato nel noioso complesso dell'opera. Dopo questa esperienza, Cozzolino non dirigerà più nulla. 1,5/10. (mm40 - filmtv.it)




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv.

link streaming ITA = https://www.filmpertutti.vision/gatta-alla-pari/

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
 

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Qui è troppo breve la scena del threesome con Ramba e Tracy Kelly...Sarebbe stata di un'intensità clamorosa, peccato!

Nella trilogia che hai citato, la scena finale di Un Grande Amore è eccitantissima e dura abbastanza...Le tre coppie in crisi, tutte riunite nella stessa stanza a fare sesso, anche se con partner diversi. 💦 o_O
 
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Ho messo i film che più mi hanno colpito nel corso degli anni, quelli in cui mi sono imbattuto, quelli che ho trovato nelle tv private o più recentemente su cielo e su cine34 e che quindi potevano essere visti più comodamente. Certamente ce ne sono molti altri, alcuni dimenticati, altri difficilmente reperibili, altri ancora che mi torneranno a mente strada facendo.

Alcuni di questi sono drammatici, altri più leggiadri o perfino comici, altri ancora surreali o grotteschi, alcuni più soft e leggeri, altri che sfiorano la pornografia. Molti sono indimenticabili e hanno segnato la storia del cinema erotico, altri sono finiti nel dimenticatoio, degni di nota soltanto per qualche scena di nudo.

Florence Guerin non è soltanto una bellissima donna ma possiede anche una grande carica erotica, un'espressività particolare che riesce a comunicare con lo sguardo e che la colloca a pieno titolo tra le più grandi interpreti del cinema erotico assieme ad attrici del calibro di Laura Gemser, Laura Antonelli, Edwige Fenech e poche altre;
oltre ad essere una delle mie attrici preferite.
 

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