Esperienza reale Racconto di fantasia Il ballo galeotto (tradimento in vacanza)

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Dave35

Guest
Siamo una coppia milanese che ha superato i cinquant'anni, ma non lasciatevi ingannare dagli anni, siamo ancora pieni di vita e di energia. Mi considero una vera e propria milf, con curve che ricordano le dive felliniane; una figura sensuale che non passa inosservata, specialmente quando indosso l'abito giusto. Frequento assiduamente la palestra, mantenendo il mio corpo in forma e sempre desiderabile.
Quest'estate, dopo molto tempo, abbiamo deciso di concederci una vacanza in Puglia, e fin dal primo giorno, l'atmosfera si è carica di elettricità. Durante il nostro soggiorno, abbiamo fatto la conoscenza di Armando, un distinto medico torinese di 61 anni, che soggiornava nel nostro stesso resort.
Una sera, la mia passione per la danza ha acceso la scintilla dell'avventura. Allo spettacolo serale, dove si ballava al ritmo di musiche latine e classiche, Armando, solitario e apparentemente in cerca di compagnia, ha osato chiedere a mio marito il permesso di ballare con me. Mio marito, sempre incline a mostrare la sua affascinante moglie, ha acconsentito, guardando con uno sguardo complice mentre Armando e io ci lasciavamo trasportare dalla musica.
Mentre ballavamo, le mani di Armando esploravano delicatamente le mie curve, e i suoi occhi rivelavano un interesse che andava oltre una semplice danza. La serata si è protratta con interessanti conversazioni, durante le quali abbiamo scoperto che Armando era un uomo solo, separato e in cerca di un po' di compagnia.
Il giorno successivo, durante un pomeriggio di relax in piscina, i nostri destini si sono incrociati di nuovo. Armando, vedendomi distesa al sole, ha colto l'occasione per avvicinarsi. La sua presenza imponente e il suo sguardo penetrante mi hanno fatto sentire desiderata, come una dea mediterranea sotto il sole caldo. Abbiamo chiacchierato, riso e condiviso confidenze, finché mio marito non si è unito a noi, aggiungendo un ulteriore elemento di complicità all'atmosfera.
Quella sera, mio marito ha suggerito che indossassi un vestito rosso che abbracciava ogni mia curva, mettendo in risalto il mio aspetto da vera milf. Armando non ha potuto fare a meno di notare, e la serata si è trasformata in un gioco di sguardi, sorrisi e sottintesi.
Il climax della nostra avventura pugliese si è raggiunto quando gli animatori hanno annunciato una "serata sangria" in una discoteca locale. Mio marito, in un gesto audace, ha deciso di non partecipare, lasciando campo libero ad Armando di farmi da cavaliere per la serata. L'aria era carica di aspettative e promesse non dette.
La sera mi presentai all’appuntamento vestita con una magliettina di colore bianco davanti e a rete di colore nero dietro, una gonna nera lunga fino a metà coscia aderente e con un profondo spacco dietro, ovviamente sotto indossavo solo un perizomino nero di quelli a filo e sandali, cosiddetti da schiava, con tacco rigorosamente da dodici.
Armando quando mi vide rimase a fissarmi per un lungo periodo e poi, scusandosi, mi disse che proprio non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso e che sarebbe stato sicuramente l’uomo più invidiato della serata, lo ringraziai dei complimenti e mentre mi dirigevo verso il pulmino messo a disposizione dalla struttura, lui mi fermò e mi fece segno che saremmo andati con la sua auto.
Al locale il dottore si era fatto riservare un tavolo nel privè e quando io gli ho fatto notare che forse non era il caso visto che eravamo con gli altri ospiti del villaggio lui ha sorriso, mi ha invitata ad accomodarmi e mi ha offerto subito un calice con un bicchiere di prosecco.
Era difficile obiettare, indubbiamente era un uomo che sapeva il fatto suo, molto deciso e sicuro di se, insomma un vero maschio. Gli sorrisi e accettai il calice e brindammo alla nostra salute. Mentre bevevamo gli ricordai che però quella nasceva come serata sangria e che io comunque dovevo andarci piano con quella roba perché non reggo molto l’alcool.
La serata volava via tra risate e balli e ogni volta che ci sedevamo il cameriere, che era fisso al nostro separé, riempiva sempre i nostri calici ma dopo il terzo ero già mezza brilla. Il vecchio porco accortosi del fatto, affondò subito il colpo. Ero seduta sul divanetto in modo un po’ scomposto, la gonna era salita lasciando scoperte gran parte delle mie cosce. Mi accorsi che sia Armando che il nostro cameriere, un uomo di mezza età, mi guardavano in modo bramoso e feci per tirare giù la gonna ma subito il dottore mi mise una mano tra le cosce e cominciò a palparmi, strinsi le gambe e cercai di fermarlo ma lui continuò nonostante la mia timida resistenza. Il cameriere facendo un sorriso che sembrava più un ghigno compiaciuto, chiuse la tendina e si fermò subito fuori. Armando cominciò a toccarmi con foga mi faceva male e più io opponevo resistenza più lui diventava violento, l’uomo distinto e gentile aveva lasciato posto all’animale che era in lui, mi afferrò i capelli e mi stampò un lungo bacio con la lingua in bocca mentre con l’altra mano continuava a palparmi tra le cosce e a masturbarmi con forza. Mi faceva male ma allo stesso tempo mi dava piacere essere presa in maniera cosi decisa da quell’uomo, mi fece venire più volte masturbandomi vigorosamente.
Ormai ero completamente in sua balia quando, dopo aver pagato il conto, mi cinse in vita con il suo braccio e mi portò alla sua auto per fare ritorno in albergo.
Appena dentro camera sua, mi denudò lasciandomi con i soli sandali e il minuscolo perizoma e cominciò a toccarmi in modo deciso, le sue mani mi frugavano dappertutto mi sculacciava, mi dava della vacca da monta e mi costrinse in ginocchio davanti a lui a prenderglielo in bocca.
Mi teneva ferma per i capelli e mi spingeva forte il suo cazzo in gola, era un vero animale. Quando fu soddisfatto di quel pompino mi buttò sul letto e mi penetrò con decisione, urlai dal dolore misto al piacere, scopava come un ossesso, ero piena di lui che continuava a dirmi parolacce, mi penetrò in varie posizioni prima di mettermi a pecorina e prendermi anche dietro con la stessa violenza usata precedentemente, mi faceva molto male ma non potevo sottrarmi alla sua presa, mi teneva per i capelli per non permettermi di divincolarmi e continuava a sculacciarmi forte mentre mi penetrava. La sua violenza su di me finì solo nel momento in cui eiaculò tutto il suo seme dentro di me inondandomi lo sfintere. Mi abbandonai sfinita sul letto a pancia sotto con tutto il suo sperma che mi colava tra le cosce e lui che continuava ad accarezzarmi il culo dicendomi che ero una gran vacca e che aveva intenzione di montarmi come si deve fino a quando non saremmo andati via.
Feci rientro in camera mia che erano quasi le quattro di mattina dove mio marito era ancora sveglio ad attendermi eccitato. Senza proferire parola mi spogliai, mi misi a letto, presi la sua testa e la spinsi tra le mie cosce ancora tutte imbrattate dello sperma di quel vecchio porco e lo feci ripulire tutto, mi leccò tutti i buchetti che quel maiale aveva profanato e che erano ancora caldi. Venni altre quattro volte prima di addormentarci abbracciati, sfiniti da tanto piacere.
Dopo quella sera, il porco mi prese altre due volte prima che finissero le nostre vacanze e facessimo ritorno a casa.

PS: Grazie per aver letto questo racconto. Se avete voglia di condividere le vostre idee o esperienze per racconti futuri, non esitate a contattarmi in privato.
 

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