Il caldo armistizio

Rox_white

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Per una serie di stupidi litigi la mia compagna aveva deciso di punirmi lasciandomi a secco.
La triste vicenda perdurava ormai da alcune settimane in cui i miei intensi desideri erano rimasti chiusi in un cassetto e relegati a tristi riti di masturbazione a due mani.
Ieri sera dopo un lungo periodo di astinenza e tentativi di riconciliazione mi sono sdraiato nel lettone confortato da una serie di segnali positivi che ben facevano presagire.
Una carezza ed uno sguardo malizioso mentre ci cambiavamo insieme prima del lavoro, un bacio con uno sfiorarsi di lingue poco prima di uscire a cena.
Torniamo a ieri sera.
Mi sono adagiato sul materasso e la sbirciavo attraverso lo spiraglio della porta del bagno mentre si struccava massaggiandomi il pacco come per sincerarmi che, dopo tanta inattività, il mio bel membro rispondesse ancora agli stimoli.
Fortunatamente è come andare in bicicletta, avevo già una bella erezione a stento contenuta dai boxer, rimaneva solo di verificare quanto questa abbondanza sarebbe stata apprezzata dagli appetiti della mia litigiosa donna.
Forse uno dei pochi aspetti positivi delle estati afose sono le mise striminzite che necessariamente le donne indossano per coricarsi, anche quelle che, normalmente, non amano esibire o spogliarsi con troppa prodigalità. Quello che potevo osservare di fronte allo specchio non faceva che confutare questa mia osservazione.
La mia compagna è una di quelle donne che possiamo definire formose senza precipitare nell’eccesso di adipe. Alta, e questo sempre aiuta, belle gambe slanciate e bei piedini, fianchi larghi e culotto tondo su un bel paio di cosce, giusto un filo di pancia come morbido invito ad un paio di tette leggermente scese ma abbondanti al punto giusto.
Era di spalle, la schiena nuda leggermente abbronzata, si coglieva ai lati del torace il debordare delle tette.
Ho sempre sostenuto che una donna vista di spalle, alla quale puoi comunque vedere le tette, sia una donna degna di far tirare cazzi ad oltranza.
Lei apparteneva alla categoria.
Mentre seguivo con lo sguardo la linea perfetta dei suoi piedini, delle sue caviglie proporzionate e risalendo su le sue lisce gambe tornite si infiò in una canottierina dalle spalline strette che a stento conteneva il suo seno abbondante libero dal reggiseno.
Dei pantaloncini a culottes minuti le coprivano a malapena il bel culo lasciando scoperte in parte le chiappe.
Quando si è sdraiata accanto a me sul letto con una gamba distesa e l’altra leggermente piegata ho osservato con eccitazione nella penombra la splendida linea dei suoi piedini, le piccole dite, le unghie curate, la dolce curva della pianta del piede.
Rotolo accanto a lei lentamente, cerco quell’intimità e quel contatto da un po’ di tempo smarriti.
La mia mano si avventura sulla sua coscia liscia e finalmente lei lascia fare.
Si gira su un fianco mostrandomi la schiena in buona parte lasciata scoperta dalla canottiera, mi dice che le fa male un po’ il collo, ora aderisco al suo corpo, bacio quelle spalle morbide come la seta, soffermandomi sulla base del suo collo dolente, mentre la mia mano accarezza la sua coscia e il suo fianco.
Ho il cazzo marmoreo, lo appoggio contro ai suoi pantaloncini per testare la reazione.
Si accorge ma finalmente non scivola via, anzi sospira…
Inizio a strusciarmi contro di lei, fra le sue natiche, per farle capire quanto mi fa accendere di desiderio.
I bacetti sul collo e sulle spalle si sono trasformati nella mia lingua che scivola sulla sua pelle vellicandole l’orecchio.
Le mie mani corrono sul suo corpo formoso. Prima a stuzzicarla fra le chiappe poi scivolano sotto la canottiera, la pancia morbida, poi finalmente la curva delle tette, tonde, grandi ma dure, il capezzoli si induriscono al primo contatto, stringerli fra pollice e indice tirandoli un po’ mentre le mordicchio il collo fa aumentare il ritmo dei suoi respiri.
Alzo la canottiera sopra le tettone per palparle entrambe con la mano e strusciare alternativamente il palmo prima su un capezzolo, poi sull’altro, sono cosi duri, e quanto amo le sue grandi aureole.
Ora la mia mano vuole la prova finale che mi desidera di nuovo, le dita scivolano sotto l’ elastico delle mutandine, le sfilo sino alla caviglia insieme agli shorts, ho voglia della sua fica.
Scivolo con la testa fra le sue gambe, le bacio l’interno del ginocchio, poi la mia lingua corre lungo la sua coscia morbida mentre le accarezzo i fianchi, la vista delle sue gambe lunghe che si divaricano lentamente al piacere mi eccita maledettamente.
Mi soffermo a succhiare l’incavo liscio della coscia accanto all’inguine per farla penare un po’ prima di dedicarmi alla sua goduria, poi troppo voglioso la mia bocca corre sulla sua fica.
Che favola, si è depilata solo sui lati la mia bocca si riempie di un bel pelo folto che le contorna le labbra come non mi accadeva davvero da tanto, assuefatto ormai com’ero a deliziare la sua fica completamente rasata.
Le allargo le gambe accarezzandole le cosce, mentre la punta della mia lingua gioca col suo piccolo clitoride appena nascosto nel boschetto ricciolino.
La vedo inarcare i fianchi per l’eccitazione, la mia lingua corre e le mie dita scorrono piano, su e giu, lungo le labbra della sua fica, in un attimo si bagna, non è più la mia saliva ma i suoi umori che colmano le mie labbra, adoro il sapore del suo sesso in bocca.
Mi sfilo i boxer, il mio cazzo è cosi duro che rimbalza, voglio che ci giochi, ma sono scomodo trovandomi in fondo al lettone con la testa fra le sue cosce.
Le prendo dolcemente una caviglia e appoggio il suo piede sul mio cazzone, l’eccitazione la ispira, ed inizia a strofinarlo col piede, a stuzzicarlo con l’alluce, è cosi morbido cosi eccitante, la mia erezione si fa enorme, muovo le dita veloci avanti e indietro sul piccolo bottoncino del suo clitoride e le infilo la lingua dentro la fica muovendo la testa avanti e indietro ritmicamente, la sento ansimare.
Il desiderio di penetrarla si fa intensissimo, ma amo troppo leccarle la fica e farla impazzire, aggiungo che voglio che si penta di aver fatto la santarellina punitiva per tutte queste settimane, deve capire quanta goduria si è persa. Voglio farla gemere come una cagna.
Però, nonostante il mio cazzone impazzisca massaggiato dal suo piedino, voglio che anche lui possa godere di calore e della giusta quantità di lubrificazione.
Mi rovescio a quattro zampe sul letto, le ginocchia puntate accanto alla sua nuca, la mia bocca ancora a torturarle la fica, il mio cazzo scappellato ora penzola duro come marmo fra le mie gambe, voglio che sia lei a decidere come giocarci.
Dapprima la sua mano mi accarezza il culo e la coscia muscolosa, poi mi afferra il cazzo con forza, la pressione delle sue unghie curate sulla mia verga mi fanno tremare, lo massaggia lentamente su e giu, scappellandolo e ricoprendolo con difficoltà per quanto tira.
La lecco più forte nella tensione del desiderio.
Lei scivola fra le mie gambe e mi prende in bocca la cappella continuando a masturbarmi con la mano.
A dio si… come lo succhia bene, con che dedizione mi ciuccia la cappella e mi massaggia le palle gonfie.
E più lei ciuccia più le infilo la lingua in fica e le stimolo il clitoride con le dita.
E’ prossima all’orgasmo e non vedo l’ora di sentirla sbrodolare.
(continua, alla prossima ragazzi)
 

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