suntopless

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Ecco un nuovo racconto, pubblicato anche sul nostro omonimo blog, che descrive una situazione un po' piccante.
Buona lettura !


Quasi estate. Comincia a fare caldo. Si avvicinano le vacanze.
“John, sto controllando i costumi. Dovrei fare un po’ di svecchiamento. Mi accompagni domani a comprarne qualcuno nuovo?”
“Va bene, per me va bene. Ma domani pomeriggio perché di mattina ho da fare. E dove vorresti andare?”
“Al centro commerciale. Ci sono almeno tre negozi dove vendono costumi. Così ho più scelta!”
Sabato pomeriggio. Al centro commerciale. Moltissime persone.
Entriamo nel primo negozio di costumi e Yoko comincia a guardare quelli esposti nello scaffale della sua misura.
Non sembra molto convinta e li scarta velocemente.
Ne prendo uno io e glielo mostro:
“Questo non ti piace? Mi sembra carino!”
“Sì, è carino, ma è molto simile ad uno che ho già. Cercavo qualcosa di diverso!”
Usciamo dal primo negozio e ci dirigiamo al secondo.
Subito una commessa si avvicina a noi e si rende disponibile ad aiutarci.
Mi squilla il cellulare, guardo il display:
“Porca miseria! Yoko, esco fuori un attimo per rispondere al telefono. E’ il mio collega: chissà cosa è successo per chiamarmi di sabato pomeriggio!”
Esco velocemente, rispondo e mi piazzo davanti alla vetrina del negozio in modo da potere osservare Yoko.
Il collega ha ricevuto una telefonata dal presidente e mi preannuncia un impegno per lunedì mattina.
Nel frattempo vedo Yoko che con l’aiuto della commessa ha scelto qualcosa tanto che ha in mano più di un costume.
Io sono ancora al telefono quando Yoko mi fa un cenno con la mano indicandomi i camerini dove si sta dirigendo per provare i costumi.
Le rispondo, sempre a gesti, che ho capito e che la raggiungerò presto.
Qualche minuto ancora ed infatti, terminata la telefonata, entro e mi dirigo verso i camerini in cerca di Yoko.
Ci sono diverse persone che attendono che si liberi un camerino. Mi faccio largo tra loro e noto che davanti a due camerini ci sono altrettanti ragazzi in attesa delle rispettive ragazze.
Davanti il terzo, invece, non c’è nessuno. Mi dirigo verso questo.
Noto che il ragazzo del primo camerino ha la testa leggermente diretta verso il centro, verso il secondo camerino.
Nel sorpassarlo non posso fare a meno di notare che il suo sguardo è diretto verso la tenda del camerino, dove dovrebbe esserci Yoko, che non è stata chiusa bene.
D’istinto mi giro anch’io ed intravedo Yoko che sta mettendo il pezzo di sotto di un costume sopra il suo piccolo perizoma, che usa sempre quando deve andare a provare costumi o intimo in genere, mentre di sopra non ha nulla, ha le tette nude.
Un lampo, un flash, una scarica di gelosia ed al contempo di eccitazione.
Mi piazzo davanti il suo camerino e faccio notare la mia presenza.
“Yoko, sei qui?”
“Sì, sono qui! Hai finito finalmente! Un attimo e ti faccio vedere il primo costume che ho scelto!”
Nel frattempo penso, velocemente. Penso a qualche mese prima quando durante una notte di sesso infuocato con Yoko le ho confessato una voglia, un desiderio. Lei allora non aveva risposto nulla, come fa sempre del resto. Ormai è abituata ad ascoltare le mie richieste, anche le più assurde. Sa che dopo qualche tempo la maggior parte di esse, perlopiù irrealizzabili, svaniscono e vengono dimenticate.
Ma vuoi vedere che stavolta invece lei…
Si apre la tenda.
“Come mi sta? Che ne pensi?”
E nel dire questo avanza di un passo fuori dal camerino cosa che non ha mai fatto in precedenza. E’ visibile a tutti in questo momento, non soltanto a quel ragazzo che le ha visto le tette.
Indossa un bikini con due piccoli triangoli sopra e la mutandina di un costume con i laccetti sotto.
Fa piĂą di un giro su se stessa e mi ripete:
“Come mi sta?”
“Carino!”
“Non ti piace? O non ti piace come mi sta?”
“No! Ti sta bene! Ti ho detto carino!”
“Carino non vuol dire che ti piace. Ho capito, ho capito! Vorresti qualcosa di più!”
Si gira e si richiude nel camerino.
Richiude! Se prima aveva lasciato la tenda del camerino aperta per una decina di centimetri, distrattamente oppure volutamente ancora non lo avevo capito, questa volta nel richiuderla l’aveva lasciata aperta per almeno una ventina di centimetri!
Adesso ho la quasi certezza che Yoko sta cercando di tradurre in realtĂ  quel desiderio che le avevo raccontato qualche mese prima.
Non abbiamo preparato nulla prima. Non me ne ha neanche parlato. Quindi sta conducendo lei da sola il gioco. Io devo soltanto andarle dietro.
Mentre aspetto che Yoko si cambi il costume guardo dinanzi a me la tenda. Con la coda dell’occhio non posso fare a meno di guardare, tra il divertito, l’arrabbiato, il geloso e l’eccitato, lo sguardo sbalordito ed estasiato di quel ragazzo del camerino accanto che prima aveva potuto solo sbirciare le tette di Yoko, mentre questa volta, vista la tenda maggiormente aperta, ha la possibilità di guardare per bene le tette della mia Yoko.
“Sei ancora lì?”
“Certo! Dove vuoi che vada? Devo aiutarti a scegliere il nuovo costume, devo vedere come ti sta! Me lo hai chiesto tu!”
Tradotto:
“E’ ancora lì che mi sta guardando?”
“Certo! E’ incollato a guardare te e le tue tette! Grazie per avere esaudito la mia richiesta!”
Con Yoko ci conosciamo talmente bene che possiamo tranquillamente permetterci di parlare ad alta voce in pubblico e lanciarci dei messaggi che solo noi siamo in grado di capire. Come in questo caso per esempio!
La tenda si riapre e di nuovo Yoko esce fuori dal camerino.
Questa volta indossa un bikini con un reggiseno a fascia, arancione e semitrasparente, ed un minuscolo brasiliano di sotto.
Di nuovo comincia a girare piĂą volte su se stessa per farsi ammirare da me, ma anche e soprattutto da tutti i presenti nel negozio.
“E questo? Che mi dici di questo?”
“Bello! Lo sai che li preferisco quelli così!”
E sempre ad alta voce, quasi fossimo soli e non in presenza di almeno una quindicina di persone tra clienti e commesse,
“Lo so che di solito guardi solo quello che indosso di sotto e che preferisci il brasiliano! Il pezzo di sopra neanche lo guardi tanto mi chiedi sempre di toglierlo!”
“Già! Comunque questa fascia devo dire che mi piace, è di un bel colore acceso!”
“Sì! Piace anche a me. E’ piccolo, vivace ed anche molto trasparente quando si bagna immagino!”
“Direi anch’io!”
“Comunque, ti piace?”
“Sì, te l’ho già detto!”
“Anche a me. Come sotto prenderei questo brasiliano: mi piace! Come sopra invece forse sono più tentata da un altro costume…”
E nel dire questo porta una mano lungo la schiena, slaccia il nodo e si toglie la fascia arancione restando con le tette nude davanti a tutti!
Si gira, lentamente, non dopo aver lanciato uno sguardo di approvazione a me, che già sono al colmo dell’eccitazione, ed uno sguardo ammiccante, provocante e provocatorio, al ragazzo di prima.
Rientra nel camerino e questa volta non richiude affatto la tenda. Si gira, si china mostrando ancora di più il suo bellissimo culo appena coperto dal minuscolo brasiliano e si mette a frugare tra i costumi che aveva portato con sé.
Qualche istante ancora ed esce di nuovo fuori dal camerino, sempre in topless.
“Signorina! Scusi, ricorda quel bel costumino che mi ha fatto vedere poco fa? Quello nero con tanti piccoli fiori colorati! Non lo trovo! Può darsi che l’ho lasciato lì sullo scaffale! Me lo potrebbe portare, cortesemente? Una seconda abbondante!”
Che scena! Non solo in topless davanti a tutti, ma proprio al centro dell’attenzione grazie a questa scusa del chiamare e chiedere a distanza un costume alla commessa!
I clienti, tutti i clienti, sia uomini che donne, sono a dir poco meravigliati da quello a cui stanno assistendo. Sia dalla nuditĂ  di Yoko che dalla sua spregiudicatezza nel mostrarsi mezza nuda. Certo gli uomini, oltre che sbalorditi, sono probabilmente tutti eccitati dalla visione delle sue splendide tette.
La commessa, imbarazzatissima quasi fosse lei in topless davanti a tutti i clienti, arriva piuttosto velocemente e porge a Yoko il costume richiesto.
Yoko fa un passo dentro il camerino e sempre con la tenda completamente aperta indossa solo il pezzo di sopra di quest’ultimo costume.
Esce nuovamente, si gira ancora piĂą volte su se stessa e con aria soddisfatta:
“Visto? Che ti dicevo? Penso che questo costume sia piuttosto bello e penso mi stia abbastanza bene! Che ne dici?”
E nel dirlo mi guarda interrogativa, ma al contempo guarda anche un ragazzo che si trova accanto a me e che ha sostituito il ragazzo di prima ormai andato via con la sua ragazza, e lo guarda come a chiedere anche a lui un cenno di approvazione.
“Per me ti stanno tutti e due benissimo! Io al posto tuo non saprei quale scegliere!”
“E se li prendessi entrambi ti seccheresti?”
“Certo che no!”
Fosse per me, dopo quello che ha appena fatto per accontentarmi, le comprerei tutto il negozio.
Si chiude nel camerino, questa volta chiudendo per bene la tenda, si riveste ed esce.
Ci dirigiamo verso la cassa ancora sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti ancora memori delle scene precedenti, paghiamo ed andiamo via.
Direzione casa a scopare di brutto!!!
 

mork_173_

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... vengo da ork
Ecco un nuovo racconto, pubblicato anche sul nostro omonimo blog, che descrive una situazione un po' piccante.
Buona lettura !



Entriamo nel primo negozio di costumi e Yoko comincia a guardare quelli esposti nello scaffale della sua misura.
Non sembra molto convinta e li scarta velocemente.
Ne prendo uno io e glielo mostro:
“Questo non ti piace? Mi sembra carino!”
“Sì, è carino, ma è molto simile ad uno che ho già. Cercavo qualcosa di diverso!”
Usciamo dal primo negozio e ci dirigiamo al secondo.
Subito una commessa si avvicina a noi e si rende disponibile ad aiutarci.
Mi squilla il cellulare, guardo il display:
“Porca miseria! Yoko, esco fuori un attimo per rispondere al telefono. E’ il mio collega: chissà cosa è successo per chiamarmi di sabato pomeriggio!”

Bella storia, non so se reale o meno, però almeno nei punti evidenziati è molto reale. :D

complimenti!
 
OP
S

suntopless

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Bella storia, non so se reale o meno, però almeno nei punti evidenziati è molto reale. :D

complimenti!

Grazie!
Mi piace che hai colto il fatto che piĂą che un racconto ho cercato di riportare a mo' di cronaca un fatto accaduto (reale o meno, questo lo tengo per me!).
Al prossimo racconto (il primo lo hai letto?).
 
OP
S

suntopless

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scritta bene ed intrigante...

bello e scritto bene, non è da tutti, bravo!

di la veritĂ  lo fai di lavoro scrivere racconti, troppo forti, yoko il top!!! ...........non l'indumento

Quanti complimenti!
Forse mi monto la testa, mi licenzio e comincio a fare lo scrittore per davvero.
Ovviamente Yoko sarĂ  sempre la mia fonte di ispirazione, con o senza il top !!! (inlove)
 

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