Racconto di fantasia Il latte di una mamma

Marcus1985

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Visto che la mia esperienza nell'altro racconto ha suscitato molta curiosità (e vi ringrazio) ho deciso di pubblicare quest'altra storia tra fantasia e realtà Lascio a voi capire quale sia l'una e quale l'altra. Buona lettura, se vi va.

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Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei genitori annunciarono a me, appena maggiorenne ed alla vigilia degli esami di maturità, che mi avrebbero regalato un fratellino o una sorellina.

D'altronde ci avevano provato per anni, senza fortuna. Poi all'improvviso il miracolo: mamma era di nuovo incinta. Finalmente. La notizia sul momento non mi fece un grande effetto. Mai avrei pensato che proprio quella notizia avrebbe cambiato tutto.

Nei mesi successivi assistetti alle nausee mattutine di mia madre, donna di 45 anni ancora in grande forma. Ma soprattutto notai il lievitare dei suoi seni.

Mamma non era una maggiorata, anzi, ma la gravidanza le regalò una terza più che abbondante tanto che quasi senza accorgermene mi trovai spesso a sbirciare nella sua scollatura o poggiare lo sguardo sui capezzoli turgidi che bucavano la camicia di notte mentre facevamo colazione insieme. L'estate fece il resto.

Mamma girava per casa sempre meno vestita ed io, invece di andare a mare con gli amici, preferivo spesso non uscire con la scusa di aiutarla e la speranza di intravedere le sue forme da donna gravida.

Ormai era diventato impossibile negarlo a me stesso: la visione del suo seno gonfio di latte mi turbava. Mi eccitava. Fu così che quasi ogni sera mi ritrovai sdraiato sul letto con i boxer abbassati ed il cazzo in mano mentre immaginavo di leccarle il seno e infilarglielo tra le tette gonfie.

Le nostre colazioni insieme col passare dei mesi diventarono una dolce tortura. Cercavo in tutti i modi di distogliere lo sguardo ma non c'era nulla da fare. I miei occhi erano sempre puntati all'altezza del suo seno tanto che pure mamma finì con l'accorgersi della mia nuova passione.

"Hai visto che mamma tettona hai?", mi disse una mattina scoppiando a ridere mentre beveva una tazza di latte proprio di fronte a me. Rimasi senza parole ma rischiai seriamente di venire nei boxer senza neppure toccarmi. Prima di alzarmi per raggiungere il bagno aspettai che l'erezione si calmasse un po', in modo che mia madre non si accorgesse dello stato in cui ero. Quando tornai però capì che non era servito a nulla.

"Vedo che ci siamo svuotati" osservò mamma lanciando un'occhiata verso i miei boxer ormai sgonfi. A una madre, d'altronde, non si può nascondere nulla. Aveva capito tutto. Sapeva cosa avevo appena fatto chiuso in bagno. A quel punto, imbarazzatissimo, preferì tornare in camera ma lei mi raggiunse quasi subito e si sedette accanto a me sul mio letto:

"Scusami, non volevo metterti in difficoltà ma noto come mi guardi da qualche settimana. Se ho fatto quelle battute è perché non vorrei che questa nuova situazione cambiasse il rapporto diretto che c'è sempre stato tra noi".

Mamma era una donna speciale, ma quello lo sapevo già. Però cosa potevo dirle? Come potevo confessarle che le sue 'nuove' tette mi facevano perdere la testa ed erano diventate la fonte principale delle mie seghe se non l'unica?

"E' complicato.... Sei mia madre", provai a spiegarle balbettando. Lei mi interruppe: "Sono anche una donna matura e tu sei un adolescente con gli ormoni a palla. Non devi sentirti in colpa per quello che senti".

"Neanche se mi faccio le seghe per le tue tette?". Improvvisamente avevo trovato il coraggio, ma subito dopo aver pronunciato quelle parole diventai rosso come un peperone.

Mamma sorrise e mi accarezzò il viso: "Tesoro....è una reazione fisica che voi maschietti non riuscite a controllare facilmente. Non voglio che lo vivi come un peccato. Mi hai sempre rispettato. Sei un figlio dolcissimo, premuroso. Non posso rimproverarti certo una fantasia adolescenziale... Noto che nelle ultime settimane stai soffrendo e mi dispiace. Posso fare qualcosa per alleviare questa tua sofferenza?".

Una cosa c'era. La guardai negli occhi: "Fammele vedere". Mia madre slacciò lentamente la vestaglia. I suoi seni erano nudi davanti a me per la prima volta. "Le hai mai toccate?".

Mamma prese la mia mano e la poggiò sulla sua tetta destra. Ci guardammo. La passai sopra il suo capezzolo duro, poi strinsi la mammella e feci lo stesso con l'altra mano sulla tetta sinistra.

Avevo entrambe le mani sul seno gonfio di mia madre e le palpavo le tette. Era abbastanza perché l'erezione tornasse a gonfiare prepotentemente i miei boxer, cosa che mamma notò immediatamente. Feci per lasciare la presa dal suo seno e coprirmi con le mani, ma lei mi bloccò con le sue mani. Le stesse mani che scesero velocemente ad abbassare i boxer lasciando il mio cazzo libero di svettare sotto gli occhi di mamma.

"Continua", mi disse mentre lei iniziava a segarmi lentamente facendo scorrere la sua mano per tutta la lunghezza dell'asta, dalle palle alla cappella già umida. Non avrei resistito ancora a lungo e lei lo sapeva.

Per questo ad un certo punto si inginocchiò davanti a me senza mai mollare la presa dal cazzo e se lo infilò rapidamente nel solco delle sue tette. Dopo pochi secondi il primo schizzo le arrivò sul mento, seguito da altri tre schizzi abbastanza densi che si raccolsero tra collo e seno.

Il mio sogno era diventato realtà, ma ora? Cosa sarebbe successo? Come saremmo tornati alla quotidianità mamma-figlio? Non avevo neppure il coraggio di guardarla negli occhi.

Ancora una volta fu lei a prendere l'iniziativa. Si alzò, raggiunse la scrivania e si ripulì alla meglio dalla mia sborra con un paio di fazzolettini. Poi si voltò verso di me e mi sorrise: "Cavolo, ne avevi ancora tanta...".

Quindi, dopo aver allacciato la vestaglia, si sedette di nuovo accanto a me e mi strinse la mano: "Visto? Non c'è niente di male in ciò che sognavi. Promettimi che quando avrai bisogno me lo dirai senza problemi". La guardai e annuii. Solo allora mamma mi stampò un bacio sulla guancia e uscì dalla mia stanza, lasciandomi travolto dalle emozioni di una mattina indimenticabile.

Dopo la mattinata speciale in cui mamma mi aveva permesso di venire sulle sue tette gonfie il rapporto tra noi era inevitabilmente cambiato. Appena papà usciva di casa non esistevano più tabù o intimità.

Così capitava che mentre mamma si faceva la doccia io entrassi tranquillamente in bagno completamente nudo e già duro, mi posizionassi in piedi davanti al water e mi masturbassi fissando il suo seno e il suo pancione sempre più grande.

Alcune volte invece mi avvicinavo al box doccia, lei si inginocchiava e accoglieva il mio cazzo tra le sue tette fino all'esplosione finale. Altre volte ancora era lei ad entrare mentre ero in doccia. Mamma notava subito la mia erezione, si avvicinava e mi aiutava spesso con le mani o più raramente col suo seno.

Quando eravamo soli in casa, specie d'estate, mamma prese l'abitudine di girare solo in slip mentre io non indossavo niente in modo che notasse immediatamente a reazione del mio corpo ogni volta che la guardavo.

Mamma partorì una splendida bimba, mia sorella Martina, una notte di fine marzo. E già dal giorno dopo il nostro diventò un appuntamento fisso: lei sul divano ad allattare Martina, io di fronte a loro completamente nudo a segarmi mentre le guardavo. Andammo avanti così per qualche settimana finché non fu mamma a prendere l'iniziativa.

Un pomeriggio, mentre come sempre allattava la piccola Martina, mamma mi chiese di avvicinarmi. Mi fece sedere accanto a loro completamente nudo e mentre in un braccio teneva mia sorella stretta al suo seno, con l'altra mano impugnò il mio cazzo già duro iniziando una lentissima sega.

Mamma aveva ovviamente notato che per tutto il tempo durante le mi seghe solitarie non staccavo gli occhi dalle sue mammelle e capì subito cosa sognavo: "Vuoi assaggiare?".

La guardai negli occhi: "Posso?". Mamma mi sorrise dolcissima, staccò un attimo la sua mano destra dal mio cazzo e me la mise sulla nuca spingendo leggermente la mia testa sul suo seno.

Ero a pochi centimetri dalla sua mammella. Lo guardai e poi con la lingua sfiorai per la prima volta il capezzolo. Sentì mamma fremere mentre con la mano scese rapidamente di nuovo sul mio cazzo per riprendere la sega.

Prima di quel giorno non avevo mai succhiato un seno. Alternai rapide leccate a piccoli baci finché finalmente non provai a succhiare. Mamma trasalì: "Amore, non usare i denti...". Le chiesi scusa e continuai con più attenzione. Il latte materno destinato a Martina entrò nella mia bocca mentre mia sorella contemporaneamente succhiava l'altra mammella di mamma.

Il sapore del suo latte era dolce, dolcissimo. Quasi come il latte di mandorle. Mentre succhiavo avido però senti il cazzo pulsare, ormai prossimo alla sborrata. Sollevai un attimo la testa dal suo seno e con uno sguardo feci capire a mamma che stavo per venire.

A quel punto mamma si alzò dal divano, adagiò delicatamente Martina nella sua culla e tornò rapidamente da me. Si inginocchiò ai piedi del divano, mise entrambi le mani sulle mie ginocchia e mi allargò le gambe: "Ora tocca a me assaggiare...", mi disse guardandomi negli occhi.

Vidi il viso di mamma affondare sul mio pube e quando sentì per la prima volta la sua lingua percorrermi l'asta una scossa elettrica mi attraversò per tutto il corpo. Era il mio primo pompino ed a farmelo era proprio lei: mia madre.

Ovviamente non resistetti molto. Ero già al limite e così, col sapore del suo latte ancora nella mia bocca, scaricai tutto il mio piacere nella sua bocca mentre senza neanche accorgermene la tenevo per la nuca premendole il viso sul mio cazzo in modo che ingoiasse ogni goccia della mia sborra: "Bevila mamma, bevila tutta".

Quando mamma si staccò, non prima di aver completamente ripulito il cazzo da ogni traccia di sperma, la guardai e realizzai davvero cosa era appena successo.

Lei col seno al vento ancora gocciolante di latte e la bocca sporca della mia sborra, in ginocchio davanti a me completamente nudo sul divano e la mia sorellina nella culla a pochi metri da noi. Bastò per farmelo tornare duro in pochi secondi, cosa che non sfuggì alla mia attentissima mamma.

Stavolta però toccava a lei prendersi la sua dose di piacere. Mamma senza dire una parola si sfilò anche gli slip e si impalò letteralmente sul mio cazzo iniziando a cavalcarmi come un'amazzone assatanata.

Sarà stato per via della gravidanza o perché mio padre la trascurava da troppo tempo ma sembrava una donna che non scopava da mesi. Una donna che aveva un disperato bisogno di cazzo e finalmente l'aveva trovato.

Lei mi cavalcava mentre io ripresi a succhiarle e leccarle le tette gonfie, prima una e poi l'altra palpandole anche il culo ancora sodo nonostante l'età non più giovanissima e i due parti.

Mamma dopo la gravidanza non aveva ancora ripreso a usare la pillola e io lo sapevo bene eppure non si stava facendo problemi a scopare con me senza nessun tipo di precauzione. Così quando capì di essere al limite toccò a me avvisarla, ma con mia grande sorpresa mamma non fece una piega: "Sborrami dentro, amore".

Avevo paura ma allo stesso tempo quella frase fu un detonatore di piacere impossibile da disinnescare e dopo pochi secondi allagai letteralmente la figa di mamma con un fiume di sborra calda. Lei rimase su di me ancora qualche minuto finché il mio cazzo finalmente non si rilassò.

Poi si alzò, raccolse i suoi slip dal pavimento e tornò dalla piccola Martina che reclamava un'altra poppata mentre dalla sua figa gocciolavano ancora le ultime gocce del mio piacere.

"Vatti a fare una doccia, tra poco torna papà", mi disse mamma nel modo più naturale del mondo come se fosse un'altra rispetto alla donna che pochi minuti prima mi aveva cavalcato.

Mi alzai dal divano completamente nudo e appagato, lasciandola sola con la mia sorellina ma sotto la doccia il pensiero tornò a ciò che era appena successo.

Al suo sapore di latte, alla sua bocca sul mio cazzo, al momento in cui le avevo riempito la figa. Il cazzo tornò duro e mi tirai una sega venendo proprio mentre mio padre apriva la porta di casa: "Sono tornato".
 

sergi117

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Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei genitori annunciarono a me, appena maggiorenne ed alla vigilia degli esami di maturità, che mi avrebbero regalato un fratellino o una sorellina.

D'altronde ci avevano provato per anni, senza fortuna. Poi all'improvviso il miracolo: mamma era di nuovo incinta. Finalmente. La notizia sul momento non mi fece un grande effetto. Mai avrei pensato che proprio quella notizia avrebbe cambiato tutto.

Nei mesi successivi assistetti alle nausee mattutine di mia madre, donna di 45 anni ancora in grande forma. Ma soprattutto notai il lievitare dei suoi seni.

Mamma non era una maggiorata, anzi, ma la gravidanza le regalò una terza più che abbondante tanto che quasi senza accorgermene mi trovai spesso a sbirciare nella sua scollatura o poggiare lo sguardo sui capezzoli turgidi che bucavano la camicia di notte mentre facevamo colazione insieme. L'estate fece il resto.

Mamma girava per casa sempre meno vestita ed io, invece di andare a mare con gli amici, preferivo spesso non uscire con la scusa di aiutarla e la speranza di intravedere le sue forme da donna gravida.

Ormai era diventato impossibile negarlo a me stesso: la visione del suo seno gonfio di latte mi turbava. Mi eccitava. Fu così che quasi ogni sera mi ritrovai sdraiato sul letto con i boxer abbassati ed il cazzo in mano mentre immaginavo di leccarle il seno e infilarglielo tra le tette gonfie.

Le nostre colazioni insieme col passare dei mesi diventarono una dolce tortura. Cercavo in tutti i modi di distogliere lo sguardo ma non c'era nulla da fare. I miei occhi erano sempre puntati all'altezza del suo seno tanto che pure mamma finì con l'accorgersi della mia nuova passione.

"Hai visto che mamma tettona hai?", mi disse una mattina scoppiando a ridere mentre beveva una tazza di latte proprio di fronte a me. Rimasi senza parole ma rischiai seriamente di venire nei boxer senza neppure toccarmi. Prima di alzarmi per raggiungere il bagno aspettai che l'erezione si calmasse un po', in modo che mia madre non si accorgesse dello stato in cui ero. Quando tornai però capì che non era servito a nulla.

"Vedo che ci siamo svuotati" osservò mamma lanciando un'occhiata verso i miei boxer ormai sgonfi. A una madre, d'altronde, non si può nascondere nulla. Aveva capito tutto. Sapeva cosa avevo appena fatto chiuso in bagno. A quel punto, imbarazzatissimo, preferì tornare in camera ma lei mi raggiunse quasi subito e si sedette accanto a me sul mio letto:

"Scusami, non volevo metterti in difficoltà ma noto come mi guardi da qualche settimana. Se ho fatto quelle battute è perché non vorrei che questa nuova situazione cambiasse il rapporto diretto che c'è sempre stato tra noi".

Mamma era una donna speciale, ma quello lo sapevo già. Però cosa potevo dirle? Come potevo confessarle che le sue 'nuove' tette mi facevano perdere la testa ed erano diventate la fonte principale delle mie seghe se non l'unica?

"E' complicato.... Sei mia madre", provai a spiegarle balbettando. Lei mi interruppe: "Sono anche una donna matura e tu sei un adolescente con gli ormoni a palla. Non devi sentirti in colpa per quello che senti".

"Neanche se mi faccio le seghe per le tue tette?". Improvvisamente avevo trovato il coraggio, ma subito dopo aver pronunciato quelle parole diventai rosso come un peperone.

Mamma sorrise e mi accarezzò il viso: "Tesoro....è una reazione fisica che voi maschietti non riuscite a controllare facilmente. Non voglio che lo vivi come un peccato. Mi hai sempre rispettato. Sei un figlio dolcissimo, premuroso. Non posso rimproverarti certo una fantasia adolescenziale... Noto che nelle ultime settimane stai soffrendo e mi dispiace. Posso fare qualcosa per alleviare questa tua sofferenza?".

Una cosa c'era. La guardai negli occhi: "Fammele vedere". Mia madre slacciò lentamente la vestaglia. I suoi seni erano nudi davanti a me per la prima volta. "Le hai mai toccate?".

Mamma prese la mia mano e la poggiò sulla sua tetta destra. Ci guardammo. La passai sopra il suo capezzolo duro, poi strinsi la mammella e feci lo stesso con l'altra mano sulla tetta sinistra.

Avevo entrambe le mani sul seno gonfio di mia madre e le palpavo le tette. Era abbastanza perché l'erezione tornasse a gonfiare prepotentemente i miei boxer, cosa che mamma notò immediatamente. Feci per lasciare la presa dal suo seno e coprirmi con le mani, ma lei mi bloccò con le sue mani. Le stesse mani che scesero velocemente ad abbassare i boxer lasciando il mio cazzo libero di svettare sotto gli occhi di mamma.

"Continua", mi disse mentre lei iniziava a segarmi lentamente facendo scorrere la sua mano per tutta la lunghezza dell'asta, dalle palle alla cappella già umida. Non avrei resistito ancora a lungo e lei lo sapeva.

Per questo ad un certo punto si inginocchiò davanti a me senza mai mollare la presa dal cazzo e se lo infilò rapidamente nel solco delle sue tette. Dopo pochi secondi il primo schizzo le arrivò sul mento, seguito da altri tre schizzi abbastanza densi che si raccolsero tra collo e seno.

Il mio sogno era diventato realtà, ma ora? Cosa sarebbe successo? Come saremmo tornati alla quotidianità mamma-figlio? Non avevo neppure il coraggio di guardarla negli occhi.

Ancora una volta fu lei a prendere l'iniziativa. Si alzò, raggiunse la scrivania e si ripulì alla meglio dalla mia sborra con un paio di fazzolettini. Poi si voltò verso di me e mi sorrise: "Cavolo, ne avevi ancora tanta...".

Quindi, dopo aver allacciato la vestaglia, si sedette di nuovo accanto a me e mi strinse la mano: "Visto? Non c'è niente di male in ciò che sognavi. Promettimi che quando avrai bisogno me lo dirai senza problemi". La guardai e annuii. Solo allora mamma mi stampò un bacio sulla guancia e uscì dalla mia stanza, lasciandomi travolto dalle emozioni di una mattina indimenticabile.

Dopo la mattinata speciale in cui mamma mi aveva permesso di venire sulle sue tette gonfie il rapporto tra noi era inevitabilmente cambiato. Appena papà usciva di casa non esistevano più tabù o intimità.

Così capitava che mentre mamma si faceva la doccia io entrassi tranquillamente in bagno completamente nudo e già duro, mi posizionassi in piedi davanti al water e mi masturbassi fissando il suo seno e il suo pancione sempre più grande.

Alcune volte invece mi avvicinavo al box doccia, lei si inginocchiava e accoglieva il mio cazzo tra le sue tette fino all'esplosione finale. Altre volte ancora era lei ad entrare mentre ero in doccia. Mamma notava subito la mia erezione, si avvicinava e mi aiutava spesso con le mani o più raramente col suo seno.

Quando eravamo soli in casa, specie d'estate, mamma prese l'abitudine di girare solo in slip mentre io non indossavo niente in modo che notasse immediatamente a reazione del mio corpo ogni volta che la guardavo.

Mamma partorì una splendida bimba, mia sorella Martina, una notte di fine marzo. E già dal giorno dopo il nostro diventò un appuntamento fisso: lei sul divano ad allattare Martina, io di fronte a loro completamente nudo a segarmi mentre le guardavo. Andammo avanti così per qualche settimana finché non fu mamma a prendere l'iniziativa.

Un pomeriggio, mentre come sempre allattava la piccola Martina, mamma mi chiese di avvicinarmi. Mi fece sedere accanto a loro completamente nudo e mentre in un braccio teneva mia sorella stretta al suo seno, con l'altra mano impugnò il mio cazzo già duro iniziando una lentissima sega.

Mamma aveva ovviamente notato che per tutto il tempo durante le mi seghe solitarie non staccavo gli occhi dalle sue mammelle e capì subito cosa sognavo: "Vuoi assaggiare?".

La guardai negli occhi: "Posso?". Mamma mi sorrise dolcissima, staccò un attimo la sua mano destra dal mio cazzo e me la mise sulla nuca spingendo leggermente la mia testa sul suo seno.

Ero a pochi centimetri dalla sua mammella. Lo guardai e poi con la lingua sfiorai per la prima volta il capezzolo. Sentì mamma fremere mentre con la mano scese rapidamente di nuovo sul mio cazzo per riprendere la sega.

Prima di quel giorno non avevo mai succhiato un seno. Alternai rapide leccate a piccoli baci finché finalmente non provai a succhiare. Mamma trasalì: "Amore, non usare i denti...". Le chiesi scusa e continuai con più attenzione. Il latte materno destinato a Martina entrò nella mia bocca mentre mia sorella contemporaneamente succhiava l'altra mammella di mamma.

Il sapore del suo latte era dolce, dolcissimo. Quasi come il latte di mandorle. Mentre succhiavo avido però senti il cazzo pulsare, ormai prossimo alla sborrata. Sollevai un attimo la testa dal suo seno e con uno sguardo feci capire a mamma che stavo per venire.

A quel punto mamma si alzò dal divano, adagiò delicatamente Martina nella sua culla e tornò rapidamente da me. Si inginocchiò ai piedi del divano, mise entrambi le mani sulle mie ginocchia e mi allargò le gambe: "Ora tocca a me assaggiare...", mi disse guardandomi negli occhi.

Vidi il viso di mamma affondare sul mio pube e quando sentì per la prima volta la sua lingua percorrermi l'asta una scossa elettrica mi attraversò per tutto il corpo. Era il mio primo pompino ed a farmelo era proprio lei: mia madre.

Ovviamente non resistetti molto. Ero già al limite e così, col sapore del suo latte ancora nella mia bocca, scaricai tutto il mio piacere nella sua bocca mentre senza neanche accorgermene la tenevo per la nuca premendole il viso sul mio cazzo in modo che ingoiasse ogni goccia della mia sborra: "Bevila mamma, bevila tutta".

Quando mamma si staccò, non prima di aver completamente ripulito il cazzo da ogni traccia di sperma, la guardai e realizzai davvero cosa era appena successo.

Lei col seno al vento ancora gocciolante di latte e la bocca sporca della mia sborra, in ginocchio davanti a me completamente nudo sul divano e la mia sorellina nella culla a pochi metri da noi. Bastò per farmelo tornare duro in pochi secondi, cosa che non sfuggì alla mia attentissima mamma.

Stavolta però toccava a lei prendersi la sua dose di piacere. Mamma senza dire una parola si sfilò anche gli slip e si impalò letteralmente sul mio cazzo iniziando a cavalcarmi come un'amazzone assatanata.

Sarà stato per via della gravidanza o perché mio padre la trascurava da troppo tempo ma sembrava una donna che non scopava da mesi. Una donna che aveva un disperato bisogno di cazzo e finalmente l'aveva trovato.

Lei mi cavalcava mentre io ripresi a succhiarle e leccarle le tette gonfie, prima una e poi l'altra palpandole anche il culo ancora sodo nonostante l'età non più giovanissima e i due parti.

Mamma dopo la gravidanza non aveva ancora ripreso a usare la pillola e io lo sapevo bene eppure non si stava facendo problemi a scopare con me senza nessun tipo di precauzione. Così quando capì di essere al limite toccò a me avvisarla, ma con mia grande sorpresa mamma non fece una piega: "Sborrami dentro, amore".

Avevo paura ma allo stesso tempo quella frase fu un detonatore di piacere impossibile da disinnescare e dopo pochi secondi allagai letteralmente la figa di mamma con un fiume di sborra calda. Lei rimase su di me ancora qualche minuto finché il mio cazzo finalmente non si rilassò.

Poi si alzò, raccolse i suoi slip dal pavimento e tornò dalla piccola Martina che reclamava un'altra poppata mentre dalla sua figa gocciolavano ancora le ultime gocce del mio piacere.

"Vatti a fare una doccia, tra poco torna papà", mi disse mamma nel modo più naturale del mondo come se fosse un'altra rispetto alla donna che pochi minuti prima mi aveva cavalcato.

Mi alzai dal divano completamente nudo e appagato, lasciandola sola con la mia sorellina ma sotto la doccia il pensiero tornò a ciò che era appena successo.

Al suo sapore di latte, alla sua bocca sul mio cazzo, al momento in cui le avevo riempito la figa. Il cazzo tornò duro e mi tirai una sega venendo proprio mentre mio padre apriva la porta di casa: "Sono tornato".
Spettacolo bel racconto
 

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