Casa cognata, mutandine dal cesto, era estate e credevo di essere solo. Invece la porta si spalanca e mi vedo mia cognata con gli occhi spalancati mezza incazzata e mezza stupita. Mi minaccia dicendo: "Ora a te ci penso io e se non fai come dico lo faccio sapere a mezzo mondo". Va a chiudere la porta torna, si toglie tutto rimanendo nuda non credevo ai miei occhi. "Adesso sono cazzi tuoi. Se ti permetti a sborrare prima che io ti dia il permesso di farlo sei finito" prese le sue mutandine nere appena sfilate, ancora umide e me le mise di forza un bocca. Io ero più morto che vivo ma stranamente avevo il cazzo in tiro. Così mi intimò appoggiandosi a gambe aperte sul lavabo "Scopati" io non parlai volevo vedere dove arrivasse. Cominciai a muovere la mano. Lei cominciò bagnandosi, si portò la mano sulla dica e la bagnò allungando un piede nudo e profumoso di scarpa strausata vicino al mio viso. In soli due metri quadri avevo la sua fuga a portata di lingua quasi e il mio cazzo poco sotto. Stavo impazzendo, ero sull'orlo di sborrare ma lei mi intimò di non azzardarmi. Così mi precipitati con la bocca sul suo clitoride amandolo come mai mai errore fu più azzeccato per la mia rovina, subito lei mi lasciò fare, mi trattennè la testa sulla sua fica odorosa ma dicendomi solo dopo con tanto sadismo "ora sono cazzi tuoi, non puoi venire ti ricordi oppure..." e io invece stavo letteralmente esplodendo anche senza toccarmi più. Lei si contorceva, si gonfiava, si dilatava nella mia bocca. La mano sua tra i capelli miei roteava confusa. Poi mi fermò, mi allontanò e mi disse, così non va bene devo fottere io te non tu me. Non credevo arrivasse a tanto, mai. Mi fece appoggiare al muro, con le gambe aperte verso lei e la mia verga in tiro puntata verso lei. Si girò e si inclinò appoggiandosi al lavabo, abbasso poi il suo buco caldo ma ancora non totalmente aperto sul mio cazzo. Lo fece entrare nella fica fino alla metà della mia lunghezza per poi uscire nuovamente. Continuò così, poi ancora e ancora e ancora nella mia follia ormai più totale. Volevo piangere per lo sforzo di non venire. Mia cognata si girò e mi vide sensibilmente confuso ed eccitato. Così aumentò il ritmo e in più portò la mia mano inserviente sul suo seno. Stavo scopando mia cognata a tutti gli effetti e senza averlo chiesto. Non c'è la facevo più, ero in trappola ormai comandava lei, la mia forza di volontà non bastava più, la mia bocca sigillata dalla sua mano calda, lei troppo avvantaggiata nella posizione per poterla spostare. Così, rassegnato all'inevitabile mi lasciai andare. Non ho idea di quanta ne uscì ma nel mentre ero lì confuso e svuotato vedevo lei roteare il culto come se volesse raccogliere tutto. Si alzò da me e notai che non le veniva fuori nulla. Si girò dicendomi: ora sono cazzi tuoi.
Conclusione: oggi sto con un'altra compagna, lei non disse mai nulla alla sorella ma io ero stato per un giorno in paradiso per poi cascare violentemente all'inferno.