Racconto di fantasia Il mio suocero

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Zafir45

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Posso dirmi una donna fortunata. Mi chiamo Daniela, 32 anni, sono funzionaria amministrativa di una azienda ospedaliera; sono sposata felicemente con Mauro, 35 anni, ingegnere presso una importante azienda elettronica; ho una suocera adorabile, Franca, di 60 anni, una matura signora ancora molto piacente, che insegna in un liceo, e un suocero, Gianni, di 63 anni, direttore di una filiale bancaria, fisico ancora molto giovanile, sempre allegro, gentile e premuroso.

Viviamo alla periferia di Orvieto, in una villetta bifamiliare.

Ma devo raccontarvi quello che ci è successo due anni fa in vacanza e che ha cambiato radicalmente il clima della nostra convivenza familiare.

La nostra vita andava avanti in modo sereno, la vicinanza dei genitori di Mauro -due persone splendide- aggiungeva sicurezza e tranquillità, non avevamo ancora avuto la piccola Noemi, che ha fatto da poco il suo primo compleanno, ma l’intesa sessuale con mio marito era soddisfacente.

Avevamo affittato un appartamento in Maremma, dalle parti di Castiglione della Pescaia, e nei fine settimana ci andavamo io e mio marito con i miei suoceri, un appartamento certo non grande, con una cucina all’americana, due camere da letto ma un solo bagno.

Un giorno al ritorno dalla spiaggia, credendo che nel bagno non ci fosse nessuno, entrai senza bussare e sorpresi mio suocero nudo che aveva appena fatto la doccia e si stava asciugando. Come lo vidi il mio sguardo, senza volerlo, andò al suo sesso, era lungo almeno 20 cm e particolarmente grosso; era molle penzoloni, ma mi fece impressione, mio marito non ce l’aveva così. Mi scusai ed uscii dal bagno, ero frastornata da quello che avevo visto, senza volerlo continuavo a immaginare come sarebbe diventato quel cazzone quando era in erezione.

Quella sera a tavola non riuscii a guardare in faccia mio suocero, avevo vergogna, ma lui appena alzati da tavola mi si avvicinò e mi disse sottovoce di non preoccuparmi, che non era successo nulla di irreparabile, e che per conto suo aveva già dimenticato il fatto.

Quella notte non riuscii a dormire, avevo ancora davanti ai miei occhi il suo sesso; in piena notte svegliai mio marito perché avevo voglia di fare l’amore, mi vergognai un po’ perché mentre mi scopava pensavo che al suo posto c’era mio suocero; godetti due volte al solo pensarci, perfino mio marito si accorse che qualcosa era successo e mi chiese a cosa era dovuta la mia forte eccitazione; lì su due piedi dissi che mi ero sognata che facevo l’amore con lui quando eravamo fidanzati.

Mio marito si addormentò subito ma io andai in bagno per fare un bidè, silenziosamente passai davanti alla camera dei suoceri e, dato che la porta era solo accostata, guardai dentro: alla luce fioca dell’abatjour vedevo che mia suocera era a gambe larghe e mio suocero la stava cavalcando alla grande. Ero come inebetita, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo che entrava e usciva quasi tutto dalla figona della moglie e vi entrava fino alle palle. La scopò a lungo senza eiaculare, trattenevo il respiro ma ero paralizzata dalla scena che mi bagnai ancora, mi era venuta una voglia di farmi scopare così forte che mentre ero sul bidè non resistetti a farmi un ditalino.

In quel fine settimana non successe nulla, ma la settimana successiva mio marito dovette rientrare in ditta a Milano per un problema urgente, e al mare io rimasi insieme ai miei suoceri.

Accadde che il mattino seguente mia suocera ci avvertì che non sarebbe venuta in spiaggia perché aveva preso appuntamento col parrucchiere, ci disse di andare al mare senza di lei. In spiaggia io mi sdraiai a prendere un po’ di sole e mio suocero si incamminò sul bagnasciuga per una camminata; stanca di stare al sole mi alzai e mi diressi dove era andato mio suocero, lo incontrai e ritornammo insieme al nostro bagno. Strada facendo parlammo del più e del meno ma senza accennare minimamente al fatto del giorno precedente; del resto, mio suocero si mostrava molto discreto e non voleva farmi pesare la mia leggerezza, ma quella visione era restata impressa nella mia mente.

Decidemmo di fare una bella nuotata e al termine ci incamminammo per ritornare a casa; entrai prima io nella cabina per cambiarmi, ma destino volle che non mi accorsi che per terra c’era un asse del pavimento dove usciva un chiodino e messo su di esso un piede mi bucai il tallone, emisi un grido che fece accorrere preoccupato mio suocero; gli dissi che mi ero fatta male al piede ma gli dissi di non entrare perché ero nuda. Rimesso il prendisole, ma senza rimettere le mutandine, lo invitai ad entrare, mi fece sedere sulla panchina e mi sollevò il piede per controllare la ferita. Subito prese dall’armadietto i medicinali di pronto soccorso che si trovavano nella cabina e mi disinfettò e bendò il piede.

Mi sollevò in piedi e per non farmi appoggiare il piede per terra mi abbracciò; in quel momento non capii nulla, mi strinsi di più a lui, sfregando il mio pube contro il suo cazzo che sentivo che si stava ingrossando. Messaggio più che eloquente che Gianni colse al volo: mi girò verso di lui e mi prese il viso a due mani, si avvicinò al mio viso e mi dette un bacio sulla bocca, prima a labbra chiuse e poi, sentendo che non mi tiravo indietro, mi baciò con la lingua in bocca.

Senza staccarsi dalla mia bocca prese un materassino che stava appoggiato alla parete e lo fece cadere per terra, ci abbassammo contemporaneamente, mi misi supina tirando in su il prendisole e aprendo le gambe gli feci vedere la mia figa che era già bagnata; si levò gli slip e spuntò fuori quel cazzo da paura, mi venne sopra e senza dire una parola mentre mi metteva ancora la lingua in bocca mi appoggiò la punta del glande sulla patatina e lo introdusse piano, spinse fino a quando non lo senti che era entrato tutto.

Era bellissimo, mi sembrava di essere in paradiso, mi sentivo riempita come non mai: iniziò una cavalcata che durò almeno 15 minuti, ebbi un paio di orgasmi, ma lui non aveva ancora goduto. Mi chiese se prendevo la pillola, ma io lo volevo sentire godermi dentro, gli misi le gambe dietro la schiena come per dire che l’avrei lasciato quando mi avrebbe lasciato il suo seme nel mio pancino. Finalmente la scarica di sperma arrivò e io ebbi l’ultimo spasimo orgasmatico.

Ero felice come non mai, avevo realizzato un sogno, ma ero anche piena di vergogna per aver tradito mio marito. Gianni, intuendo il mio turbamento, mi rincuorò dicendomi che era solo colpa sua, che era stato lui ad approfittare della situazione confessando che era da tempo che mi spiava e mi desiderava. Mi strinsi a lui e lo baciai come si bacia un amante, poi ci rivestimmo in fretta e ritornammo a casa svuotati. Mia suocera, vedendoci spossati, ci chiese come mai, ma lui prontamente le disse che eravamo andati a nuoto fino alla boa al largo.

Per un po’ di tempo non riuscimmo a restare soli ed a rifare l’amore; ma, due mesi dopo, un giorno mia suocera venne ricoverata per un attacco di appendicite e in quei giorni mio suocero veniva da noi a pranzo e cena. Al solo vederlo mi si bagnava la patatina, ma non ci arrischiavamo a isolarci per paura che mio marito se ne accorgesse.

Fortuna volle che mio marito, proprio in quei giorni, venisse mandato dalla sua azienda a fare un corso di aggiornamento addirittura in Germania per l’utilizzo di una macchina speciale, si sarebbe trattenuto tre giorni.

Ne approfittammo subito, la prima sera che mio marito partì andai nella camera di mio suocero, era già a letto nudo; come entrai mi spogliai nuda e mi coricai vicino a lui e incominciammo a baciarci; mi fece stendere supina sul letto, mi aprì le gambe e incominciò a leccarmi la patatina, leccava dal clitoride fino al buchetto posteriore. Sentendo la sua lingua sul buchino ebbi un brivido, pensai che se mi voleva scopare lì, mi avrebbe aperto in due con il suo affare, ero ancora vergine dietro.

Ad un tratto Gianni mi sussurrò:

– Adesso, cara la mia Daniela, ti farò provare come un uomo vuole la sua femmina.

Ho capito tutto, mi vuole scopare in culo, pensai. Feci una debole protesta.

-Gianni, ho paura, dietro non l’ho mai fatto, se introduci il tuo bestione mi apri in due.

Mi rassicurò dicendomi:

-Daniela, ti voglio troppo bene e non voglio certo farti male, non preoccuparti, sarò dolcissimo; anche mia moglie la prima volta aveva paura, ma dopo averlo provato dietro non riesce più a farne a meno…. sentirai che bello, mi ringrazierai, lo sfintere non è mica fatto di ferro, è un muscolo elastico, mettiti a pancia in giù con sotto la pancia due cuscini, al resto penso io.

Mi sdraiai come mi disse e attesi preoccupata, mi spalmò della crema che teneva nel comodino, era quella che usava con sua moglie, me la spalmò dolcemente frizionandomela sul buchino, prima mi introdusse un dito e poi massaggiandomi mi infilò due dita; quando si accorse che mi ero rilassata, mi venne dietro e appoggiò il suo pene sul buco e dicendomi di spingere come se dovessi andare di corpo, lo fece entrare spingendo piano ma senza fermarsi.

Sentii una fitta e supplicai:

-Fai piano che mi fa un po’ male.

Mi disse che se volevo smetteva subito, ma io lo incitai ad andare avanti, adesso ero io che lo volevo dentro tutto, mi sentivo allargare, mi sembrava che la pelle si strappasse ma non volevo che lo togliesse; quando lo sentii tutto dentro gli dissi di fermarsi un attimo per fare in modo che il buchino, o meglio dire il bucone, chiedeva una tregua per adattarsi al suo bestione.

Incominciò la sua cavalcata, all’inizio dava un po’ fastidio ma cominciavo a sentire piacere, gli orgasmi che ebbi non li contai; ma quando, dopo avermi eiaculato dentro, lo tirò fuori mi sembrava di essere vuota. Avevo un forte bruciore al culo ma ero felice, mi sentivo pienamente appagata, dopo quella inculata, capii di invidiare mia suocera, lei lo aveva per se tutti i giorni e notti per farsi scopare e inculare, capii perché era sempre cosi contenta, aveva il cazzo tutte le volte in tutti e due i suoi buchi, mentre mio marito non mi scopava mai abbastanza e non mi aveva mai chiesto il culo.

Fu una parentesi felice, scopammo senza risparmio per tre sere di seguito, avevamo scopato così tanto che avevo la figa in fiamme e passavo tanto tempo sul bidè per rinfrescarmi la fighetta e il buco.

Qualche settimana successiva stavamo prendendo il sole al mare, ma mi annoiavo e chiesi a mio marito se aveva voglia di portarmi a fare un giro sul pattino, che avrei preso il sole sdraiata, ma lui mi disse che era stanchissimo e voleva dormire sotto l’ombrellone.

Mio suocero, sentendo che suo figlio non mi accontentava, disse:

- Daniela, vuoi che ti porti io a fare un giro in mare? Mi sto annoiando anche io a stare qui a fare nulla.

Accettai subito, prendemmo un pattino di quelli che ci si può sdraiare, presi un asciugamano grande e ci avventurammo in mare; mio suocero era un vogatore provetto e in 10 minuti mi portò cosi lontano dalla spiaggia che non vedevamo nemmeno gli ombrelloni.

Mi sdraiai sull’asciugamano, mi tolsi gli slip e il reggiseno, aprii le gambe e feci vedere a mio suocero la mia patatina aprendo le piccole labbra, non staccava gli occhi dalla mia fessura era come incantato che gli dissi :

- Guarda che io sono pronta, dai vieni e scopami, ho perfino preso la pillola, così mi puoi venire dentro.

Si tolse gli slip e mi venne vicino, mi mise la sua lingua dentro e incominciò a leccarmi dentro, poi si inginocchiò tra le mie gambe e mi introdusse il suo bestione nella figa e mi prese in mano il seno massaggiandomelo; mi scopò per un tempo interminabile, avevo perfino perso la cognizione del tempo, non me ne fregava niente di ritornare, volevo solo godere e basta, una mazza cosi non capita tutti i giorni; era instancabile, mi scopava da tanto e non eiaculava, io godevo cosi tanto che mi sembrava di stare male, lo sentii rallentare il ritmo e sentii una sborrata contro l’utero, poi si accasciò su di me e mi disse che non ce la faceva piu’, lui era stanchissimo e io felice con la figa in fiamme.

Mentre eravamo sdraiati a riposare mi chiese:

-Ma mio figlio come è a letto ?

-Quando eravamo fidanzati lo facevamo tutte le sere, ma adesso solo due volte alla settimana, una sveltina e poi dorme, il piĂą delle volte non riesco nemmeno a godere, ho perfino pensato di farmi un amante, ma poi ho desistito, sono ancora innamorata di lui, e poi adesso che me ne faccio di un amante, ho te che mi scopi.

-Penso di sapere cos’è che lo frena. Se vuoi gliene parlo.

Reagii subito d’istinto, anche se la sua allusione misteriosa mi incuriosiva:

-Sei matto? E se si accorge di noi siamo fritti, io perdo lui e tu tua moglie.

Sorrise con una certa ironia, ma non mi contraddisse e aggiunse:

-Allora, dovrai accontentarti di me….
 

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Posso dirmi una donna fortunata. Mi chiamo Daniela, 32 anni, sono funzionaria amministrativa di una azienda ospedaliera; sono sposata felicemente con Mauro, 35 anni, ingegnere presso una importante azienda elettronica; ho una suocera adorabile, Franca, di 60 anni, una matura signora ancora molto piacente, che insegna in un liceo, e un suocero, Gianni, di 63 anni, direttore di una filiale bancaria, fisico ancora molto giovanile, sempre allegro, gentile e premuroso.

Viviamo alla periferia di Orvieto, in una villetta bifamiliare.

Ma devo raccontarvi quello che ci è successo due anni fa in vacanza e che ha cambiato radicalmente il clima della nostra convivenza familiare.

La nostra vita andava avanti in modo sereno, la vicinanza dei genitori di Mauro -due persone splendide- aggiungeva sicurezza e tranquillità, non avevamo ancora avuto la piccola Noemi, che ha fatto da poco il suo primo compleanno, ma l’intesa sessuale con mio marito era soddisfacente.

Avevamo affittato un appartamento in Maremma, dalle parti di Castiglione della Pescaia, e nei fine settimana ci andavamo io e mio marito con i miei suoceri, un appartamento certo non grande, con una cucina all’americana, due camere da letto ma un solo bagno.

Un giorno al ritorno dalla spiaggia, credendo che nel bagno non ci fosse nessuno, entrai senza bussare e sorpresi mio suocero nudo che aveva appena fatto la doccia e si stava asciugando. Come lo vidi il mio sguardo, senza volerlo, andò al suo sesso, era lungo almeno 20 cm e particolarmente grosso; era molle penzoloni, ma mi fece impressione, mio marito non ce l’aveva così. Mi scusai ed uscii dal bagno, ero frastornata da quello che avevo visto, senza volerlo continuavo a immaginare come sarebbe diventato quel cazzone quando era in erezione.

Quella sera a tavola non riuscii a guardare in faccia mio suocero, avevo vergogna, ma lui appena alzati da tavola mi si avvicinò e mi disse sottovoce di non preoccuparmi, che non era successo nulla di irreparabile, e che per conto suo aveva già dimenticato il fatto.

Quella notte non riuscii a dormire, avevo ancora davanti ai miei occhi il suo sesso; in piena notte svegliai mio marito perché avevo voglia di fare l’amore, mi vergognai un po’ perché mentre mi scopava pensavo che al suo posto c’era mio suocero; godetti due volte al solo pensarci, perfino mio marito si accorse che qualcosa era successo e mi chiese a cosa era dovuta la mia forte eccitazione; lì su due piedi dissi che mi ero sognata che facevo l’amore con lui quando eravamo fidanzati.

Mio marito si addormentò subito ma io andai in bagno per fare un bidè, silenziosamente passai davanti alla camera dei suoceri e, dato che la porta era solo accostata, guardai dentro: alla luce fioca dell’abatjour vedevo che mia suocera era a gambe larghe e mio suocero la stava cavalcando alla grande. Ero come inebetita, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo che entrava e usciva quasi tutto dalla figona della moglie e vi entrava fino alle palle. La scopò a lungo senza eiaculare, trattenevo il respiro ma ero paralizzata dalla scena che mi bagnai ancora, mi era venuta una voglia di farmi scopare così forte che mentre ero sul bidè non resistetti a farmi un ditalino.

In quel fine settimana non successe nulla, ma la settimana successiva mio marito dovette rientrare in ditta a Milano per un problema urgente, e al mare io rimasi insieme ai miei suoceri.

Accadde che il mattino seguente mia suocera ci avvertì che non sarebbe venuta in spiaggia perché aveva preso appuntamento col parrucchiere, ci disse di andare al mare senza di lei. In spiaggia io mi sdraiai a prendere un po’ di sole e mio suocero si incamminò sul bagnasciuga per una camminata; stanca di stare al sole mi alzai e mi diressi dove era andato mio suocero, lo incontrai e ritornammo insieme al nostro bagno. Strada facendo parlammo del più e del meno ma senza accennare minimamente al fatto del giorno precedente; del resto, mio suocero si mostrava molto discreto e non voleva farmi pesare la mia leggerezza, ma quella visione era restata impressa nella mia mente.

Decidemmo di fare una bella nuotata e al termine ci incamminammo per ritornare a casa; entrai prima io nella cabina per cambiarmi, ma destino volle che non mi accorsi che per terra c’era un asse del pavimento dove usciva un chiodino e messo su di esso un piede mi bucai il tallone, emisi un grido che fece accorrere preoccupato mio suocero; gli dissi che mi ero fatta male al piede ma gli dissi di non entrare perché ero nuda. Rimesso il prendisole, ma senza rimettere le mutandine, lo invitai ad entrare, mi fece sedere sulla panchina e mi sollevò il piede per controllare la ferita. Subito prese dall’armadietto i medicinali di pronto soccorso che si trovavano nella cabina e mi disinfettò e bendò il piede.

Mi sollevò in piedi e per non farmi appoggiare il piede per terra mi abbracciò; in quel momento non capii nulla, mi strinsi di più a lui, sfregando il mio pube contro il suo cazzo che sentivo che si stava ingrossando. Messaggio più che eloquente che Gianni colse al volo: mi girò verso di lui e mi prese il viso a due mani, si avvicinò al mio viso e mi dette un bacio sulla bocca, prima a labbra chiuse e poi, sentendo che non mi tiravo indietro, mi baciò con la lingua in bocca.

Senza staccarsi dalla mia bocca prese un materassino che stava appoggiato alla parete e lo fece cadere per terra, ci abbassammo contemporaneamente, mi misi supina tirando in su il prendisole e aprendo le gambe gli feci vedere la mia figa che era già bagnata; si levò gli slip e spuntò fuori quel cazzo da paura, mi venne sopra e senza dire una parola mentre mi metteva ancora la lingua in bocca mi appoggiò la punta del glande sulla patatina e lo introdusse piano, spinse fino a quando non lo senti che era entrato tutto.

Era bellissimo, mi sembrava di essere in paradiso, mi sentivo riempita come non mai: iniziò una cavalcata che durò almeno 15 minuti, ebbi un paio di orgasmi, ma lui non aveva ancora goduto. Mi chiese se prendevo la pillola, ma io lo volevo sentire godermi dentro, gli misi le gambe dietro la schiena come per dire che l’avrei lasciato quando mi avrebbe lasciato il suo seme nel mio pancino. Finalmente la scarica di sperma arrivò e io ebbi l’ultimo spasimo orgasmatico.

Ero felice come non mai, avevo realizzato un sogno, ma ero anche piena di vergogna per aver tradito mio marito. Gianni, intuendo il mio turbamento, mi rincuorò dicendomi che era solo colpa sua, che era stato lui ad approfittare della situazione confessando che era da tempo che mi spiava e mi desiderava. Mi strinsi a lui e lo baciai come si bacia un amante, poi ci rivestimmo in fretta e ritornammo a casa svuotati. Mia suocera, vedendoci spossati, ci chiese come mai, ma lui prontamente le disse che eravamo andati a nuoto fino alla boa al largo.

Per un po’ di tempo non riuscimmo a restare soli ed a rifare l’amore; ma, due mesi dopo, un giorno mia suocera venne ricoverata per un attacco di appendicite e in quei giorni mio suocero veniva da noi a pranzo e cena. Al solo vederlo mi si bagnava la patatina, ma non ci arrischiavamo a isolarci per paura che mio marito se ne accorgesse.

Fortuna volle che mio marito, proprio in quei giorni, venisse mandato dalla sua azienda a fare un corso di aggiornamento addirittura in Germania per l’utilizzo di una macchina speciale, si sarebbe trattenuto tre giorni.

Ne approfittammo subito, la prima sera che mio marito partì andai nella camera di mio suocero, era già a letto nudo; come entrai mi spogliai nuda e mi coricai vicino a lui e incominciammo a baciarci; mi fece stendere supina sul letto, mi aprì le gambe e incominciò a leccarmi la patatina, leccava dal clitoride fino al buchetto posteriore. Sentendo la sua lingua sul buchino ebbi un brivido, pensai che se mi voleva scopare lì, mi avrebbe aperto in due con il suo affare, ero ancora vergine dietro.

Ad un tratto Gianni mi sussurrò:

– Adesso, cara la mia Daniela, ti farò provare come un uomo vuole la sua femmina.

Ho capito tutto, mi vuole scopare in culo, pensai. Feci una debole protesta.

-Gianni, ho paura, dietro non l’ho mai fatto, se introduci il tuo bestione mi apri in due.

Mi rassicurò dicendomi:

-Daniela, ti voglio troppo bene e non voglio certo farti male, non preoccuparti, sarò dolcissimo; anche mia moglie la prima volta aveva paura, ma dopo averlo provato dietro non riesce più a farne a meno…. sentirai che bello, mi ringrazierai, lo sfintere non è mica fatto di ferro, è un muscolo elastico, mettiti a pancia in giù con sotto la pancia due cuscini, al resto penso io.

Mi sdraiai come mi disse e attesi preoccupata, mi spalmò della crema che teneva nel comodino, era quella che usava con sua moglie, me la spalmò dolcemente frizionandomela sul buchino, prima mi introdusse un dito e poi massaggiandomi mi infilò due dita; quando si accorse che mi ero rilassata, mi venne dietro e appoggiò il suo pene sul buco e dicendomi di spingere come se dovessi andare di corpo, lo fece entrare spingendo piano ma senza fermarsi.

Sentii una fitta e supplicai:

-Fai piano che mi fa un po’ male.

Mi disse che se volevo smetteva subito, ma io lo incitai ad andare avanti, adesso ero io che lo volevo dentro tutto, mi sentivo allargare, mi sembrava che la pelle si strappasse ma non volevo che lo togliesse; quando lo sentii tutto dentro gli dissi di fermarsi un attimo per fare in modo che il buchino, o meglio dire il bucone, chiedeva una tregua per adattarsi al suo bestione.

Incominciò la sua cavalcata, all’inizio dava un po’ fastidio ma cominciavo a sentire piacere, gli orgasmi che ebbi non li contai; ma quando, dopo avermi eiaculato dentro, lo tirò fuori mi sembrava di essere vuota. Avevo un forte bruciore al culo ma ero felice, mi sentivo pienamente appagata, dopo quella inculata, capii di invidiare mia suocera, lei lo aveva per se tutti i giorni e notti per farsi scopare e inculare, capii perché era sempre cosi contenta, aveva il cazzo tutte le volte in tutti e due i suoi buchi, mentre mio marito non mi scopava mai abbastanza e non mi aveva mai chiesto il culo.

Fu una parentesi felice, scopammo senza risparmio per tre sere di seguito, avevamo scopato così tanto che avevo la figa in fiamme e passavo tanto tempo sul bidè per rinfrescarmi la fighetta e il buco.

Qualche settimana successiva stavamo prendendo il sole al mare, ma mi annoiavo e chiesi a mio marito se aveva voglia di portarmi a fare un giro sul pattino, che avrei preso il sole sdraiata, ma lui mi disse che era stanchissimo e voleva dormire sotto l’ombrellone.

Mio suocero, sentendo che suo figlio non mi accontentava, disse:

- Daniela, vuoi che ti porti io a fare un giro in mare? Mi sto annoiando anche io a stare qui a fare nulla.

Accettai subito, prendemmo un pattino di quelli che ci si può sdraiare, presi un asciugamano grande e ci avventurammo in mare; mio suocero era un vogatore provetto e in 10 minuti mi portò cosi lontano dalla spiaggia che non vedevamo nemmeno gli ombrelloni.

Mi sdraiai sull’asciugamano, mi tolsi gli slip e il reggiseno, aprii le gambe e feci vedere a mio suocero la mia patatina aprendo le piccole labbra, non staccava gli occhi dalla mia fessura era come incantato che gli dissi :

- Guarda che io sono pronta, dai vieni e scopami, ho perfino preso la pillola, così mi puoi venire dentro.

Si tolse gli slip e mi venne vicino, mi mise la sua lingua dentro e incominciò a leccarmi dentro, poi si inginocchiò tra le mie gambe e mi introdusse il suo bestione nella figa e mi prese in mano il seno massaggiandomelo; mi scopò per un tempo interminabile, avevo perfino perso la cognizione del tempo, non me ne fregava niente di ritornare, volevo solo godere e basta, una mazza cosi non capita tutti i giorni; era instancabile, mi scopava da tanto e non eiaculava, io godevo cosi tanto che mi sembrava di stare male, lo sentii rallentare il ritmo e sentii una sborrata contro l’utero, poi si accasciò su di me e mi disse che non ce la faceva piu’, lui era stanchissimo e io felice con la figa in fiamme.

Mentre eravamo sdraiati a riposare mi chiese:

-Ma mio figlio come è a letto ?

-Quando eravamo fidanzati lo facevamo tutte le sere, ma adesso solo due volte alla settimana, una sveltina e poi dorme, il piĂą delle volte non riesco nemmeno a godere, ho perfino pensato di farmi un amante, ma poi ho desistito, sono ancora innamorata di lui, e poi adesso che me ne faccio di un amante, ho te che mi scopi.

-Penso di sapere cos’è che lo frena. Se vuoi gliene parlo.

Reagii subito d’istinto, anche se la sua allusione misteriosa mi incuriosiva:

-Sei matto? E se si accorge di noi siamo fritti, io perdo lui e tu tua moglie.

Sorrise con una certa ironia, ma non mi contraddisse e aggiunse:

-Allora, dovrai accontentarti di me….
PARTE SECONDA...
Passò qualche giorno mia suocera mi chiamò e mi chiese se potevo raggiungerla, voleva parlarmi in privato. Mi affrettai ad andare a casa sua, col cuore in sussulto, pensando di dover affrontare una scenata di gelosia. Invece, la trovai tutta sorridente ed affettuosa e, curiosamente, mi rivolse subito la stessa domanda che mi aveva fatto il marito:
-Daniela, scusami se mi permetto, ma come va con Mauro? … intendo dire a letto?
Sulle prime restai sorpresa e sconcertata, anche un po' imbarazzata; ma poi, respirando forte, le risposi misurando le parole:
-Cosa vuoi che ti dica, tutto normale, nulla di straordinario, ma non mi lamento ….
Lei si fece ancora piĂą dolce e confidenziale:
-Mia cara, non devi sentirti in difficoltà, tra noi possiamo dirci tutto senza problemi …. certe cose le capisco da me, e, se mi permetti, vorrei parlare da sola con mio figlio … vengo io a casa vostra o me lo mandi da me quando rientra?
Non sapevo cosa dirle, non riuscivo a capire il senso delle sue parole, ma mi affrettai a rassicurarla:
-Non c’è alcun problema … se vuoi restare sola con lui in tutta tranquillità, puoi venire qui domani pomeriggio. Mauro rientrerà per le 18, vi lascio soli, io ne approfitto per andare a far visita alla mia amica Loretta che sono mesi che mi ha invitato a prendere il tè a casa sua.
Mia suocera mi sorrise ancora, mi diede un bacio sulla guancia e mi sussurrò all’orecchio:
-Vedrai Daniela, conosco bene mio figlio, lasciami solo con lui…poi ne riparleremo.
Mia suocera Franca andò via ma la conversazione con lei mi lasciò in piena confusione. Ripensai all’allusione che nei giorni precedenti aveva fatto Gianni sempre a proposito di Mauro e crebbe la curiosità di capirci di più.
Il giorno successivo all’ora concordata Franca bussò alla mia porta. Ci abbracciammo e baciammo con molto affetto, poi io le dissi che ovviamente poteva muoversi come fosse a casa sua e poteva mettersi comoda perchè Mauro avrebbe forse tardato un quarto d’ora. Le dissi che, come d’accordo, io sarei uscita subito e non sarei rientrata prima di due ore. In realtà ci avevo pensato tutta la mattinata e mi ero riproposta di scoprire il senso misterioso dell’iniziativa di mia suocera restando in casa a sua insaputa, in una posizione protetta, nel buio di un soppalco dislocato proprio sopra il nostro salotto.
Feci finta di uscire sbattendo la porta dell’uscio, in realtà mi tolsi le scarpe e a piedi nudi andai a posizionarmi sul soppalco per seguire tutto quello che poteva accadere nella parte centrale della casa.
Mauro entrò in casa e subito esclamò ad alta voce:
-Daniela, dove sei?
Non ricevendo risposta si spostò subito verso il salotto e restò come fulminato nel vedere sua madre accomodata in poltrona tutta scosciata e sorridente:
-Tesoro, Daniela è uscita, ma mi ha detto che saresti rientrato presto, e quindi ti ho aspettato io.
Mauro non riusciva ancora a capire il motivo di quella presenza a sorpresa di sua madre, soprattutto era visibilmente colpito dal suo atteggiamento inconsueto, così disinvolto e spregiudicato, con la camicia sbottonata sul seno e con le cosce scoperte e socchiuse, per non parlare del sorriso accattivante.
-Sei sorpreso Mauro di questa mia visita? Non vieni neppure a salutarmi?
Mia suocera restava seduta sul divano, mio marito si avvicinò alla madre e si chinò ad accarezzarle il viso; lei allora gli chiese di darle un bacio e, mentre lui si sporgeva per baciarla sulla guancia, lei con malizia slacciò ancora di più la camicetta mettendo in bella mostra le tette prorompenti, matronali.
Mauro deglutì turbato, ma lei non gli diede il tempo di ritrarsi, prese il viso di mio marito con due mani e avvicinando le sue labbra gli diede un bacio sulla bocca:
-Amore della mamma, è da tempo che avevo in animo di restare un po' sola con te …. lo so che sei sposato ed hai una bella moglie …. ma la mamma è sempre la mamma, non te lo dimenticare.
Mauro contraccambiò il bacio e le loro bocche restarono incollate per molto tempo, la madre lo tirò verso di sé, tirò le tette fuori del reggiseno e le offrì alla bocca fremente del figlio, che non credeva ai suoi occhi:
-Mamma mamma …. ma è un sogno!
E mentre lui continuava a ciucciarle i capezzoli, mia suocera con una mano gli accarezzava la testa, con l’altra gli sbottonava la patta dei pantaloni, e gli sussurrava con dolcezza e passione:
-Amore mio, lo so bene che hai desiderato per tanto tempo un momento come questo…. pensi che non mi sia accorta che mi spiavi ogni volta che andavo in bagno o quando mi spogliavo in camera? ….
-Oh sì mamma… per tanti anni ti ho pensata, ti ho sognata, ti ho desiderata ardentemente …. chissà quante volte mi sono masturbato invocando il tuo nome …. ma ho sempre pensato che era un desiderio immorale e che non potevo mancare di rispetto a te e a papà…. poi ho conosciuto Daniela, ci siamo sposati e sono innamorato di lei …. ma ti confesso che non ho smesso di desiderarti….
Stavo assistendo ad una scena assolutamente impensabile e scoprendo una storia segreta del tutto inattesa. Faticavo a riconoscere due persone che pensavo di aver inquadrato in termini assai diversi: mia suocera, signora borghese inappuntabile e professoressa austera ed autorevole, sembrava quasi la tenutaria di un bordello; mio marito, sempre molto controllato e mai passionale, mai l’avevo visto così spregiudicato e infoiato. Trattenevo il respiro per non farmi scoprire, ero sconvolta ed eccitata al tempo stesso, non potevo muovermi, ma avvertivo che mi stavo bagnando.
Per fortuna i due erano entrati nel vortice del piacere e non avrebbero colto neppure qualche eventuale scricchiolìo; quindi non si accorsero della mia presenza neppure quando mi sporsi un po' di più per seguire meglio l’evolversi della situazione.
Intanto Franca si era tolta la camicia e vedevo le sue tettone ballonzolare libere; anche Mauro si stava denudando completamente e aiutava la madre a sfilarsi la gonna e gli slip.
-Vieni amore di mamma…. sono qui tutta per te …. sì, vienimi dentro ….. ti voglio.
Franca si era allungata sul divano a cosce larghe e mostrava orgogliosa la sua ficona; vedevo mio marito di spalle che si calava sul corpo giunonico della madre indirizzando il suo cazzo eretto verso quella caverna pelosa, e poi subito dopo una cavalcata furibonda che molto raramente avevo avuto modo di apprezzare. Ascoltavo le parole di fuoco che si scambiavano, sentivo i loro gemiti e persino il risucchio del suo cazzo nella fica grondante di lei; scopavano con la voluttà di due amanti che non si vedevano da molto tempo, difatti non resistettero molto e dopo una decina di minuti lui eiaculò dentro di lei con un grido acuto, accompagnato da un gemito profondo di Franca:
-Dio santo che felicitĂ  mi stai dando figlio mio!
-Mamma, è una vita che sognavo questo momento e ormai non ci contavo più.
Erano ancora nudi e abbracciati e limonavano con libidine, continuando a scambiarsi parole d’amore. Restarono ancora altri 10-15 minuti a godersi l’amplesso, poi si ricomposero e vidi che si diressero verso il bagno per rinfrescarsi. Quando ritornarono in salotto erano rivestiti per bene, anche se continuavano a toccarsi, a strusciarsi e a baciarsi. Poi sentii che si salutavano promettendosi di rivedersi presto. Sentii Mauro che le diceva:
-Ora che finalmente ti ho avuta non penserai che mi accontenti di una sola volta ….
E lei con una risata squillante che gli rispondeva:
-Non ti preoccupare, faremo in modo di sfruttare i momenti in cui Gianni e Daniela sono impegnati fuori casa…. puoi contarci.
Uscita mia suocera, Mauro si era spostato verso la camera da letto per mettersi in pigiama, come era solito fare quando rientrava. Ne approfittai per scendere giĂą dal soppalco e per simulare il mio rientro in casa, senza destare il minimo sospetto.
Ovviamente sul momento feci finta di niente, anche se niente era più come prima, avevo appena scoperto una realtà di famiglia che non mi sarei mai aspettata. Ma, a ben pensarci, era una realtà che non mi dispiaceva affatto. Mi ero molto colpevolizzata per aver tradito mio marito con suo padre. Averlo visto così ardentemente impegnato a scoparsi sua madre mi aveva interiormente sollevata: mi sentivo in qualche modo autorizzata a concedermi sempre di più a Gianni, col quale difatti intensificai gli incontri segreti. Tanto che, quando rimasi incinta di Noemi, ebbi il dubbio che con ogni probabilità era stato il seme di Gianni a ingravidarmi. Un dubbio che, in verità, non mi turbò più di tanto: in fondo era lo stesso sangue di mio marito.
 

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