Racconto di fantasia Il primo pelo non si scorda mai.

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Con la pubertà, si sa, che si cambia radicalmente: le prime erezioni a volte anche spontanee, il vedere l'altro sesso in un altro modo...normalità.
Così come le prime masturbazioni, magari in compagnia di un giornaletto porno (Internet all' epoca non era neanche tra i sogni). O peggio ancora, qualche incontro ravvicinato con qualche ragazza: non ero così fortunato e corteggiato.
Nonostante avessi la sorella, di 3 anni più grande di me, non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di spiarla, magari in bagno o in camera, quando schizzavano e tremila gli ormoni.
Lea è il suo nome: 1.70 circa, formosetta abbastanza, lei si accusa grassa, ma modestamente Ci sta molto peggio. Già alla tenera età si poteva prevedere che diventasse una promettente tettona: infatti vanta di una ottava. Lei si sentiva un po' imbarazzata all'inizio, magari qualcuna la prendeva pure in giro, o i maschietti che ci bavavano intorno. Ovvio che ora ne ha fatto del suo punto di forza, ci mancherebbe.
Nonostante quel fisico invitante, da parte mia nessuna reazione: era la sorella punto e basta...il cervello ragiona così. A parte anche il suo modo di vestire non era dei più invitanti: cercava sempre di nascondersele con maglioni, ecc. , anche in occasioni "eleganti" faceva il possibile per limitare il panorama. Al mare non si presentava neanche sotto tortura.
Si fece il ragazzo, un tipo che a me non piaceva: diverse volte glielo confessai a Lea ma lei non ne volle sapere di quello che penso...cazzi suoi dopotutto. Sicuramente col tipo ci avrà fatto sesso sicuramente. Per fortuna i due si mollarono quando Lea fece 18 anni.
Credo che normalmente, quando si tronca una relazione, anche adolescenziale, un po' di "disperazione " ci starebbe: lei No! Sembrava che si fosse liberata di un peso. Cercavo di capire se avesse trovato un nuovo ragazzo, ma non era intenzionata affatto: voleva rimanere libera...anche questi erano cazzi suoi.
Per un periodo abbiamo dovuto dividere la stessa camera, la mia, in quanto nella sua ci sistemammo la nonna che non stava bene e aveva bisogno di assistenza. La cosa mi rompeva: detesto fare a meno dei miei domini, specie nelle notti che mi dedicavo a segarmi spiando, tramite cannocchiale dalla finestra, una coppia del palazzo di fronte che se la passavano abitualmente a scopate varie.
Una di quelle sere, ognuno al suo di letto, io concentrato ad ascoltare musica in cuffia da walkman (anche se avevo a portata di mano una cassetta dove c'erano audio registrazioni tratte da un film porno, nel caso potessi segarmi al volo) , Lea intenta a leggere una rivista.
Spense la luce, forse lo disse, ma ero intrappolato in cuffie. Mi ci addormentai in quel modo e non mi accorsi che il walkman esauri' le pile.
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Mi svegliai con le cuffie che non coprivano le orecchie, a causa di qualche ipotetico movimento della testa appoggiata sul cuscino. Quei decimi di secondo che passarono per realizzare il fatto di risistemare quello che avevo di troppo per tornare a dormire, mi diedero la possibilità di sentire dei rumori, simili a sciacquetii: un soffocato sospiro e a quel rumore mi fecero rizzare i capelli... la sorellona si stava masturbando! Era buio e non si vedeva Niente, a parte essendo talpa senza occhiali ancora peggio. Non feci nessun movimento, glielo lasciai fare e immaginando il tutto mi stava venendo un erezione...abitavo comunque qualsiasi rumore, compreso quello di toccarmi. Lea ignara sul fatto che fossi sveglio continuava la sua attività solitaria.
Quando smise, subito dopo accese la luce per alzarsi e andare in bagno. Io facevo finta di dormire e a parte la mia vista annebbiata per una frazione di secondo notai che si risistemare il pigiama mentre abbandonava la cameretta.
 
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Era la prima volta che sentivo quei "rumori" dal vivo e ravvicinati: ripresi coscienza che fosse la sorella...Ovvio che tutti possano concedersi qualcosa di intimo e personale.
Qualche sera dopo si verificò al contrario. Eravamo tutti a casa a guardare la tv e fui il primo ad andare a letto mentre il resto tutti concentrati a ciò che veniva trasmesso. Stando solo in cameretta decisi di dare una sbirciatina col cannocchiale nel caso che la solita coppia del palazzo di fronte si stesse divertendo: fui fortunato! Erano già in azione. A quella spiata mi cominciai a segare.
Mi godevo lo spettacolo quando Lea piombo' in camera: ero al buio, frettolosamente lo rimisi dentro ancora bello in tiro prima che se ne accorgesse.
"Cazzo stai facendo?"Mi disse
"Niente di che... Giove è veramente interessante stasera da osservare" la prima cosa che mi venne in mente.
" ...mm...fammi dare un occhiata anche a me...". Merda che ora mi sgama pensai: lo strumento era puntato a fare lo spione no l'astrologo.
Ovvio che scoprì la marachella. " ah...la sta Giove? Porco e pervertito... scommetto che ti stavi pure masturbando!".
Rosso di vergogna non risposi niente e mi infilai a letto.
"Perciò ancora non ti fai la ragazza...ti ammazzi di seghe!" Aggiunse con un filo di ironia
"Pensa ai cazzi tuoi..." presi il walkman per distrarmi com un po' di musica.
Fortuna che durò poco tempo il condividere la camera insieme. Quando la nonna tornò a stare meglio, Lea riprese la sua di cameretta. Così ognuno per i cazzi suoi.

Era il periodo delle prime sigarette per me, che ovviamente si fumavano di nascosto. Approfittavo di salire sul tetto del palazzo, accessibile e sfruttato un po' da tutti, come stendere le lenzuola o qualcosa di ingombrante, oppure il locale tecnico dell' ascensore e cavolate varie. Era buio e mi fumavo la sigaretta in tranquillità quando ad un certo punto la sentii la porticina aprirsi: era uno dei condomini, Filippo un cinquantenne sposato del primo piano, lo riconobbi dalla poca luce che veniva da una finestra di fianco la porta. Evitai di farmi notare stando al buio: rimaneva lì immobile, non capivo cosa dovesse fare. Passò qualche minuto e arrivò un altra presenza: sgranai gli occhi...era Lea! Cazzo ci faceva la!
Si sussurrarono poche parole quando vidi chiaramente che il tipo si sbraco' tirandosi fuori il cazzo e Lea glielo maneggiava. Anche con poca luce, vedevo chiaramente ad una distanza di 6/7 metri.
Erano in piedi, vicini, appiccicati. Lea lo stava segando, mentre Filippo gli palpava le tette, imprigionate sotto la maglia. Si inginocchio' a lui e lo prese addirittura in bocca: la sorellona in azione di pompino...chi ci avrebbe creduto! Mi stava comunque eccitando. Se mi fossi fatto scoprire sarebbe sta un macello: la sorella con un uomo sposato...un bel casino.
Lea si alzò e dando le spalle all' uomo so abbassò il pantalone della tuta, si chino' appoggiandosi con le mani alle ginocchia e Filippo la penetro': la cosa durò qualche minuto, il tempo di sfilarlo fuori e con due colpi di mano dell' uomo sborro' per terra. Si risistemarono e Filippo diede qualcosa a Lea ma non capivo cosa. Andò via prima lei e dopo qualche minuto anche lui.
Rimasi di stucco: ancora duro per l'eccitazione ma incredulo e sorpreso da quella scena. Quando finalmente scesi e rientrati in casa, Lea era nella sua camera.
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Ovvio che da quella sera vedevo la sorella con occhi diversi: era un incontro clandestino, un fatto molto delicato. Poi, vederla in azione, specie col pompino, sono cose che non si dimenticano facilmente. Convivevo con tanti di quei pensieri...chissà cosa sarebbe stata capace di fare oltre a questo.
Col tempo cominciai a capire che con Filippo era una cosa di routine: capivo quando si incontravano sul tetto. Quando la vedevo uscire la sera, per un paio di volte sgamai l'uomo in giro per il palazzo, non ci mettevano mai troppo tempo, i furbi.
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Un giorno capitò che i nostri genitori ci lasciarono soli a casa per andare a un ricevimento. Era un sabato, perdipiu senza scuola, nonostante fosse una bella giornata di sole, decisi di rimanere a casa per i fatti miei. Lea uscì la mattina per la spesa: pranzammo insieme e dopo nel pomeriggio mi chiusi in camera mia...cazzeggio totale. A una certa busso' alla porta: " ma rimarrai tutto il giorno ficcato in casa?"si rivolse a me. " boh...Non ho voglia di fare niente...".risposi.
"Vabbè..." se ne andò con aria scocciata.
Mi frullo' in mente qualcosa: non è che voleva rimanere sola per qualche sua porcata con Filippo? E venne il lampo di genio: presi i due walky talky che avevo, ne accesi uno bloccando il pulsante per la conversazione, preso l'altro uscii dalla camera. Lea era in soggiorno a leggere e le dissi che avevo deciso di fare un giro. Invece andai sul tetto posizionandomi quantomeno più vicino possibile alla mia camera per captare il segnale dell'altro walky talky lasciato in casa, nascosto on corridoio. Aspettando qualche segno, a malapena arrivava il chiacchiericcio della tv.
Non più di dieci minuti e arrivarono le prime voci: sentivo perfettamente, gli apparecchi erano di buona qualità. Riuscii a riconoscere anche la voce di Filippo che insieme alla sorella attraversarono il corridoio sicuramente per dirigersi in camera.
Convinto di scendere giù per spiarli, anche se un po' titubante, lo feci senza perdere tempo. Mi intrufolai a casa mia come un ladro: alla porta di ingresso Lea non diede nessuna mandata, perciò il mio ingresso fu più che silenzioso. In punta di piedi attraversai il soggiorno e il corridoio: sembrava che non ci fosse nessuno. La porta della camera mia era spalancata come lo avevo lasciata. Decimi di secondi per capire che si erano intrufolati dentro la camera da letto dei nostri. Uno specchio posto su un lato del corridoio mi facilitava di osservare ciò che stavamo combinando senza essere visto. Filippo già disteso sul letto con solo una canottiera e Lea su di lui a fargli un pompino, un intenso su e giù della testa di lei su quel cazzo già dritto.
Dovevo stare attento:l'unica via di fuga era la mia cameretta. Dovevo fare il ladro spione a casa mia...mah!
Quando Lea smise di ciucciare si alzò e iniziò a spogliarsi: era in tuta. Abbassò la zip del giacchino tuta togliendoselo rapidamente: era senza reggiseno, le tettone sobbalzavano a ogni suo movimento. Era la prima volta che vedevo delle tette, dal vivo, specie così enormi e perdipiu di mia sorella: capezzoli grossi e turgidi, sembravano dei pomelli. Mi si rizzarono i capelli e non solo. Avevo il cazzo durissimo, quasi esplodeva.
Completato lo striptease potei finalmente ammirarla completamente nuda: era abbastanza pelosa di fica, sempre la prima che vidi...mi eccitavo sempre piu. Lea salì su Filippo aiutandosi con la mano a infilarsi il cazzo in fica e iniziarono a scopare. Stavo per esplodere, non resistendo me lo tirai fuori per segarmi a quella visione. Era brava a galoppare: le tettone si muovevano liberamente a ogni colpo di chiavata. Di tanto in tanto Filippo ne affermava una per ciucciarla. Cambiarono posizione: Lea sotto e lui tenendola per le gambe la penetro' di nuovo. Non resistetti e mi sborrai cercando di contenere tutto lo sperma in un palmo della mano, qualche goccia cadde, non potevo farci niente. Mi nascosi in camera mentre i due continuavano ignari la scopata
 
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Una volta entrato nella mia stanza, accostata la porta, ancora emozionato per lo spettacolo cercavo di pensare a cosa andavo incontro: potevo uscire di casa così come ci ero entrato a rischio e pericolo, peggio ancora irrompendo e disturbando quella clandestinità (sarebbe successo un macello). Decisi di rimanere zitto e cauto nella mia camera, dopo si sarebbe visto il cosa fare, mi sembrava la cosa più giusta.
Anche dalla mia camera si sentiva chiaramente l'attività sessuale dei due. Una volta terminato, il tempo che si risistemarono e attraversando il corridoio, il trombatore uscì di casa.
Lea non si accorse che ero lì in camera quando passò per andare a sistemare il letto dei miei, lo fece dopo e a rischio di infarto, quando riattraverso' il corridoio mi notò in camera: " tu cazzo ci fai in casa...e quando cazzo ci sei rientrato!" . Era impallidita. "Abito qui..." riuscii a tirare fuori con indifferenza.
Andò via in soggiorno per poi tornare da me abbastanza furiosa: " sei uno stronzo se fai la spia sono cazzi tuoi". Presi la palla in balzo " senti tu... guarda che sei te che stai facendo cazzate... perciò muta...zoccola".
Si mise le mani tra i capelli e di nuovo si dileguo' in soggiorno. La raggiunsi ma non le dissi niente: era seduta sul divano, si manteneva la testa con una mano guardando il pavimento.
"Scusami" le dissi "sono cose tue...mi rendo conto anche della pericolosità. Rimarrà in segreto...giuro"
"Scusami tu...e grazie" rispose
"Ma tra tanti... perché lui? Può essere padre..."
Mi guardò seria:"lo vuoi proprio sapere? Perché mi paga!"
"Ti fai pagare?
"Che ti credi...che la do così... quel coglione mi da 50000 lire".
Rimasi di stucco. "Ma dai...fino a quei livelli sei arrivata "
"Unisco l'utile al dilettevole " rispose quasi vantandosi.
"Allora stai facendo un bel gruzzolo"
"Più o meno si" si stava riassenerando." Veramente mi prometti che rimarrà in segreto?". Glielo giurai.
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Passammo gran parte del pomeriggio a parlare: mi racconto' delle sue avventure, di come "si guadagna la pagnotta " (Filippo non è l'unico), del suo approccio sul sesso senza minimi termini. Non lo faceva per denaro, non siamo così messi male, ma qualche soldino in più non guasta mai.
Ovvio che volle sapere qualcosa di me: io, sfigato come ero, non nascosi che non ero mai stato con una femmina, sottolineando che le uniche tette e figa che ho potuto vedere fino all' ora erano le sue. " mi hai spiato altre volte...magari in bagno?"
"No...assolutamente " risposi drasticamente.
"Come ti sembro?"
"Sei splendida..." risposi
"Anche così... cicciona?"
"Guarda che non sei affatto grassa...immagino quante ragazze ti invidiano...per quel seno "
"Tu dici?"
"Lo sai a quanti miei amici fai gola!"
"Dai...esagerato"
"Credimi è così!".
Altri discorsi si susseguirono: alla mia domanda su quando perse la verginità: " avevo 15 anni...con Sergio, capito chi?". Risposi di si.
"E tu...invece"
"Io..." titubante " Io niente...mai fatto!"
"E che aspetti..." disse quasi ridendo. Ci risi su anch'io.
"Vabbè...finiamola con questi discorsi...promesso allora" disse
"Giuro sul mio nome"
"Bravo fratellino... se hai bisogno di qualcosa contaci ciecamente "
" ehm...magari..."
"Magari che"
" stavamo in tema...vorrei fare sesso anch'io...aiutami "
" e cosa vorresti che io faccia!"
"Non lo so...qualche tua amica...fa tu"
"Boh...mo' vedo..."
"Ti impegnerai per me, sorella?"
"Sono in debito con te...tutto quello che vuoi "
"Tutto?"
"Ehm...quasi tutto...maialino" guardandomi tra le gambe per l' accenno di erezione che mi si mostrava " mai con te..."
"Ci mancherebbe"risposi "... magari... a dargli un'altra occhiatina...alla tua..."
Schiatto' a ridere: "Sono tua sorella..."
" Guarda che prima ti ho vista...nuda ed in azione!"
"Sei un po' mascalzone..." disse abbassandosi il pantalone...era senza slip. Si avvicinò di più a me per farsi osservare meglio.
"Contento" disse mentre io a bocca aperta feci segno di si
"Giacché che ci troviamo...fammi vedere come sei fatto tu". Mi appaggiai di schiena alla poltrona abbassandomi i pantaloni mostrandomi in piena erezione.
"...ma...è...enormeee...caspita " si meraviglio' non poco rimanendo con gli occhi spalancati. Non mi sono mai curato del particolare che il mio cazzo fosse fuori misura: in primis che era la prima volta che qualcuna me lo vedesse.
"Avrai tanto successo con quel coso...così grosso"
"Dici?"
"Puoi scommetterci...così massiccio farai godere chiunque...ah se non fossi mio fratello...Dai...rimettilo a posto...a cuccia".
Temporeggiai un po' dopo che scambiammo discorso: ero sempre eccitato e all' occasione di andare in bagno mi sparsi un'altra sega.
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Nonostante fosse sabato entrambi decidemmo di non uscire ognuno per i fatti propri: i nostri sarebbero ritornati sicuramente a tarda ora e organizzammo di cenare insieme andando a prendere delle pizze.
Comunque si chiacchierava Come mai avessimo fatto fino allora: sempre si riceveva sullo stesso tema...sesso. Mi chiese se mi interessasse qualcuna in particolare: "mi ammazzo di seghe con katia..."gli confessai
"Katia chi?...ma non vorrai dire..."
"Si...proprio lei..." timidamente confermai. Katia è una nostra cugina, trentenne, da come si vocifera in famiglia anche abbastanza allegra, nonostante fosse sposata. Abita in un paese vicino e ogni volta che capita che ci si vede mi carico come non mai di ormoni, per come si veste, sempre molto provocante e anche il suo atteggiamento che fa confermare il suo grado di porcaggine.
"Non mi meraviglia che un giorno te la dara' quella zoccola..." disse "provaci..."
"Seee...che speranze ho io..."
"Senti... ti dispiacerebbe se appena finiamo la pizza, faccio venire Jessica (sua amica) per due chiacchiere?
"Fai pure..." risposi.
Tempo di sparecchiare, Lea chiamò per telefono l'amica che viveva nello stesso quartiere. Quando arrivò, solo il tempo di un cordiale saluto e le lasciai sole in salotto andando nella mia camera.
Tenendo comunque accesa la tv, sentivo le loro chiacchiere, su tutto quando Lea confessò alla Jessica le dimensioni del mio cazzo in tiro:"l'ho visto mentre si tirava una sega...una cosa micidiale!". Seguirono altri commenti, in parte non capite da me. Perché mai gli ha detto quella cosa! Forse di queste cose parlano le ragazze...mah!
Jessica ando' via. Pochi minuti dopo raggiunsi Lea che era nella sua camera: si stava mettendo il pigiama: nonostante in slip e reggiseno era uno spettacolo magnifico. Lei si fece osservare senza problemi:" perché gli hai detto del mio pisello?"
"Dai...tanto per...un complimento...poi se ti piacerebbe passare un po' di tempo con lei...Non è una tipa che si tira indietro! Pensaci...". L'idea non mi dispiaceva affatto:anche Jessica come lei era molto generosa di curve, forse un po' meno di Lea ma nel mio caso non è che avevo tanta scelta.
"Magari...perché no" risposi già con l'acquolina in bocca.
"Se vuoi combino qualcosa..."
"Ok mi fido di te..."
"Quando puoi, procurati i preservativi " disse
"Veramente...già lì ho..."
"Cazzo ci fai...se non scopi"
"Ho sempre la speranza..." dissi ridacchiando
"Fammeli vedere... saranno extralarge..." rise anche lei. Dovetti scendere giù in garage, ce li avevo imboscati bel bauletto del motorino. Tornai su e gli mostrai la scatola.
Prese la confezione studiandola come un reperto archeologico: ne sfilò uno osservando sempre con interesse. "Provatene uno..."disse
"Mah..."
"Dai...qual è il problema...oramai siamo in confidenza".
Qualche secondo di titubanza ma feci ciò che mi chiese: stando in piedi di fronte a lei sul divano, cercavo di mettere in tiro il pisello, avevo comunque un po' di timidezza. Se ne accorse: " mi sa che vuoi un aiutino!". Si tirò su la maglia, slaccio' il reggiseno e liberò le tette e se le massaggio'. Era più che sufficiente per tirarmelo durissimo. Indossai il condom sotto la sua stretta osservazione mentre continuava a massaggiarsi il seno giocherellando con i capezzoli.
"Okay...basta così..." si riabbasso' la maglia, prese il reggiseno poggiato sul bracciolo del divano e lo portò in camera sua. Io ancora col cazzo duro di marmo tolsi il cappuccio per andare nella mia di camera per segarmi.
Appena iniziata la sega, disteso sul letto, Lea aprì la porta:"immaginavo... sono curiosa di sapere quanta ne tiri fuori...continua...Non ti preoccupare ". Continuai a menarmelo in sua presenza. " mettiti in piedi...fammi vedere come schizza lontano". Feci così come mi chiese, diversi colpi decisi e sborrai copiosamente: i primi schizzi violenti superarono il metro: l'avrei colpita se non si fosse messa di lato. Ai miei piedi una bella pozzanghera di sperma. Non era scontato il suo stupore complimentandosi vivamente
 
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Da lì in poi inizio quella sorta di collaborazione tra me e la sorella: non ci cercavamo assolutamente ma quanto capitava di stare soli in casa, ci si sbizzariva a farci vedere nudi, magari in bagno o in camera, passando il tempo addirittura ci masturbavamo insieme, ma mai ci toccavamo...ognuno per se: una volta mi disse di scaricare lo sperma in un bicchiere, curiosa di sapere quanto ne riempissi. In quel caso col bicchiere contenentela mia sborra in mano come un trofeo, gli chiesi se aveva avuto modo di berlo: " a volte mi schizzano in bocca...sputo via tutto e subito. Mi fa schifo " rispose disgustata. Aggiunse"anche noi donne tiriamo fuori il succo...a chi piace e a chi no!" Ascoltavo con interesse la lezione sessuale. Aggiunse " in alcuni casi le donne schizzano fuori getti copiosi...come fosse pipì ma non lo è assolutamente...si chiama squirting. Avevo imparato un altra cosa e chiesi qualche dettaglio in più della cosa. "Non lo so...Non mi è mai capitato...mi bagno si ma tiro fuori nessun getto...è una cosa particolare. Una delle mie amiche ci riesce...mi sembra col vibratore...credo".
"Sono curioso della cosa..." risposi
" anche io...sembra eccitante...ci vorrebbe qualcosa che stimola...il vibratore non ce l'ho!"
"Non so aiutarti...mai visto una cosa del genere..." cercando di capire il 'meccanismo' aggiunsi " magari con della crema...Non so...massaggiandoti...si otterrà la cosa!"
"Posso provare...mai usata crema o gel per masturbarmi" disse questo e si alzò per andare in bagno. Dopo poco mi chiamò dicendo di raggiungerla proprio in bagno: era completamente nuda, in piedi nella vasca da bagno dove la stava facendo riempire di acqua.
"Proverò questo.." disse mostrandomi un flacone di sapone per parti intime.
Si distese in vasca con l'acqua che a malapena la copriva per 3 dita. Mi bloccai alla vista della sua figa pelosa: rimasi ipnotizzato...troppo forte per non eccitanti.
Prese una quantità di sapone dal flacone e se lo spalmo' tra le gambe massaggiando energicamente: il tutto la faceva godere, gemendo e do tanto in tanto si infilava un dito dentro.
Accellerando il ritmo del massaggio, con gli occhi chiusi si intensificarono i suoi gemiti: non resistendo me lo tirai fuori e mi segai.
Sembrava entrata in ectasy: non diminuiva l'intensità del massaggio, tanburellandosi l'altezza delle labbra della fica quando da essa uscì un getto di liquido subito seguito da un altro: scrollata la testa per quanto godeva. Quei gemiti, tettone fluttanti e fica pelosa contribuirono a farmi venire.
 
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Come promesso, Lea combino' l'incontro tra me e la sua amica Jessica. Mi diede tante raccomandazioni: si sapeva che era la prima volta per me e voleva farmi evitare brutte figure.
Un pomeriggio, dopo la scuola, Jessica sarebbe venuta a casa nostra e si approfittavo del fatto che i nostri genitori non ci fossero. "Mi raccomando...Non masturbarti prima... resisti un paio di giorni...devi essere carico carico" fu una delle ultime raccomandazioni di Lea qualche giorno prima.
Tutto programmato: è stata dura, specie per in quindicenne con la routine della sega quotidiana, peggio ancora con il pensiero di quello che sarebbe successo.
Il pomeriggio era freddo e piovoso: ideale per rimanere a casa al caldo. Alle 3.00 circa arrivò Jessica: io ero nella mia camera, Lea la accolse e rimasero in salotto con la tv accesa. Sarei dovuto piombare di là da loro, ma ecco che affiora la titubanza...Non sapevo cosa è come fare.
Lea venne da me: " vieni di là... il videoregistratore non va...Non riesco a farlo funzionare ". Mi feci coraggio e le raggiunsi in sala. Salutai l'amica e cominciai a smanettare al videoregistratore per capire cosa avesse: era solo staccata la spina...lo fece Lea di proposito (Jessica non sapeva niente di ciò che era pianificato, Lea comunque era fiduciosa del fatto che l'amica non si sarebbe tirata indietro).
"...ecco...adesso è apposto " dissi mettendo la vhs e facendo partire il video
"Grazie mille..." ricevetti dalla sorella aggiungendo " perché non rimani con noi...interesserà pure a te!". Jessica rise quasi arrossando. Accettai e mi sedetti sulla stessa poltrona al fianco di Lea.
Il video era "Dracula"... ma porno e si capiva dai primi secondi avendo riconosciuto Selen: spalancai gli occhi rimanendo muto. Ma sapevano cosa stessero vedendo? Pensai.
I primi minuti, classica introduzione "tranquilla": alle prime scene di sesso stupore generale, risatine e schiamazzi.
Durante una delle scene Lea disse: " il suo è più grosso..." facendo segno verso di me all' amica.
"Ma dai...finiscila..."Risposi impacciato
"Non essere modesto...Jessica lo sa ma non ci crede... vero Je'? Guarda gli il pacco!"
L'amica rispose con una risatina, era titubante anche lei e notai che diede una rapida occhiata alle mie parti basse dove era inevitabile il cenno di erezione , essendo avidamente interessato alla visione di quel porno.
Si continuava alla porno visione tra battute varie: lo avevo completamente duro e cercavo di nasconderlo. Anche le ragazze erano eccitate: Lea si teneva una mano tra le gambe strette.
Ad un tratto Lea si alzò per andare in bagno: rimasi solo in poltrona con Jessica, distanti dallo spazio lasciato dalla sorella.
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Non sapevo se dire qualcosa: non è che ci avevo confidenza più di tanto. Entrambi silenziosi e concentrati al porno video. C'era anche una certa differenza di età: lei già 25enne poteva sembrare strano che si interessasse di me di 5 anni più piccolo e tra l'altro neanche affascinante top model.
Di istinto cercai di sistemare l'erezione che pensava tremendamente nei pantaloni, lei se ne accorse e ci sorrise:" sembra che tu abbia bisogno di masturbarti!".
Non risposi.
" guarda che è più che naturale...specie per voi maschietti "
"Si...credo che sia così "
"Fallo pure...Non preoccuparti di me..."
"No...Non riesco così...qua...con te"
Torna Lea e sentendo ciò disse: "cosa non ti riesce"
"Vorrebbe masturbarsi..." rispose la Jessica
"Embè...Fallo...no?"
Io sempre muto
 
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Andai via cercando di coprirmi con una mano il pacco. Mi chiusi in camera: mi sentivo a disagio, nonostante tutto programmato mi bloccai pensando che fosse una figura di merda.
Dopo qualche minuto venne Lea:" cazzo combini...ne abbiamo parlato o no? Dai che stai facendo la figura del Coglione "
"No...Non me la sento..."
"Sei proprio un coglione..." concluse la sorella e se ne andò.
Pensai e ripensai ma niente...blocco totale. Bussarono alla porta: diedi l'ok per entrare. Era Jessica:" scusami... forse ti ho detto qualcosa di male... ti ha imbarazzato. Non era mia intenzione...di nuovo scuse ".
" no...tranquilla...Non hai fatto niente di male..." Risposi alzandomi dalla sedia della scrivania.
Stava di fronte la porta senza entrare e disse:"Lea è scesa per comprare le sigarette...".
"Ah...ok... ti farò compagnia allora"
"Cosa fai di bello?" Disse entrando in camera scrutandosi intorno.
"Niente di che..."
"Wow...bello in cannocchiale! Lo usi per guardare il cielo notturno?"
"Si..." e non solo...pensai
"Ma sei sempre così timido...con le ragazze?"
"...forse anche troppo " risposi
" il video è mio...se vuoi te lo lascio! Non hai visto nemmeno metà " e mi porse la videocassetta.
" ok...grazie..."
"Ci farai sicuramente Buon uso..." disse con un tono malizioso
"Ehm...si..." mi sentivo una leggera scossa che anticipava un cenno di erezione, specie con lei di fronte che mi osservava senza batter ciglio
"Che c'è? Ti imbarazza di nuovo?"
Lo confermai con un cenno della testa
" timido si...ma l'amichetto laggiù reagisce diversamente " disse osservandomi il paccotto gonfio.
Feci un lungo respiro, presi coraggio, era inutile girarci intorno, on un baleno mi abbassai tuta e slip facendo schizzare fuori il cazzo completamente duro e rivolto in alto, favorendo una visione completa sollevandomi la maglia.
Jessica pietrificata e a bocca aperta per l'entusiasmo, forse non se lo aspettava, quantomeno in quel momento e in quel modo brusco.
"...amichetto? Ammazza che amichetto! Amicone casomai" si sedette sul letto non distogliendo lo sguardo dalle mie parti basse, sempre con stupore. Me lo presi e me lo accarezzai delicatamente.
"Ma è enorme...aveva ragione Lea! Mai visto una cosa del genere. Beata chi lo ha provato. Chi è la fortunata?
"...Ehm...veramente nessuna..."
"Ma...scherzi...vero?"
"No...Non ho una ragazza..."
"...e mai fatto sesso" disse guardando il soffitto
Lo confermai.
"Posso toccarlo?" Sussurro'. Ormai era fatta e mi rilassai. Mi avvicinai a lei quel tanto che poté toccarmi: con un dito scorreva intorno la cappella e poi per la lunghezza del asta, diverse volte. Con una mossa decisa sprofondo' la mano per impegnarmi le palle:" che bel sacchettone!" Esclamò. A ogni suo movimento , il cazzo pulsata sempre più forte.
"È troppo grosso...Non so se c'è la faccio..." impugno' il cazzo con ambo" le mani e lentamente lo massaggio': era già troppo per me. Anche se era una sega lenta, sommato all' emozione della prima volta che qualcuna me la stesse facendo le sussurrai che non avrei resistito molto in quel modo. Non interruppe, anzi aumentò il ritmo alzandosi e mettendosi sul mio lato mi fece sborrare proteggendo con il palmo della mano i copiosi schizzi di sperma che avrebbero sporcato il letto di fronte. Una pozzanghera di sborra giaceva ai mie piedi.
"Caspita quanta roba"esclamo. Infatti era veramente tanta.
 
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Quando rientrò Lea ero impegnato a pulire il mio sperma. Jessica la raggiunse in sala. Il tempo di sistemare il tutto le raggiunsi. Lo sguardo soddisfatto e incuriosito di mia sorella rivolto a me mi fecero capire che l'amica ha avuto modo di raccontargli ciò che era successo. Feci finta di niente e me tornai in camera. Da lì a poco jessica sarebbe andata via.
"Fratellino caro...hai fatto colpo!"
Gli sorrisi dicendo che era successo poco...
" Non era poco per lei...anzi..."
" Non credo che lo farà..."
" pazienza, giovane...pazienza! Non sai peso al tuo potenziale! Ahhh quanto la invidio..."
Tempo di farmi una doccia mi feci un giro in centro lasciando Lea sola a casa.
Quando tornai a casa, poco prima di cena, ci trovai solo mia madre, rientrata poco prima. A braccia conserte mi osservava severamente ancora sul portoncino d'ingresso: " cos'è questo schifo?"indicando con la mano in direzione bracciolo del divano. Muto mi avvicinai per osservare: era uno schizzo... di sperma in bella vista, se ne sarebbe accorto chiunque, la pelle non lo ha assorbito affatto.
Non era mia assolutamente: immaginavo che Jessica, essendo sola, ha approfittato per incontrare Filippo o qualcun'altro.
La mamma inferocita ne disse di tutti i colori: non potevo difendermi spifferando il segreto...sarebbe stato peggio!
Mi presi le colpe non mie e mi sigillai in camera: per punizione mi lasciò senza cena barricato in camera.
Quando rientrò Jessica e non capendo cosa era successo, sul tardi, alla prima occasione fece irruzione nella mia stanza: "ché è successo? Cosa hai combinato stavolta?"
" io...un bel niente..." risposi aggiungendo di essermi preso il rimprovero per coprire la sua marachella.
"Cazz... vabbè be parliamo domani" e mi lasciò.
Ci volle qualche giorno per calmare i bollenti spiriti in casa: mi sentivo comunque in difetto. Era comunque "normale " per un ragazzino sfogarsi in quel modo...in giro c'è chi fa di peggio, per un genitore è sicuramente l'ultimo dei problemi. Comunque passò.
Me la presi comunque con mia sorella per quella stronzata, ora era veramente in debito con me: "farò tutto quello che vuoi" mi disse anche in diverse occasioni, comprese quando ci masturbavamo insieme: infatti, sempre quando si poteva, si continuava con le nostre attività e perversioni, non andando mai oltre.

Una sera infrasettimanale volle che andassi con lei al cinema in compagnia di Jessica. Ritrovatoci tutti e tre dinanzi al locale in attesa della proiezione, presi i biglietti andammo in sala a prendere posto. Come sempre si sceglievano i posti migliori, avendo piena possibilità data la poca affluenza di pubblico di quella serata. Quasi per caso mi sedetti tra le due ragazze: alla vista di qualcuno potevo passare per un grande corteggiato...alla fonzie!
Le luci si spensero e partì il film: tutti e tre avevamo i propri giubbini poggiati sulle gambe, nonostante potessimo usare i tanti sedili vuoti che ci circondavano: era abbastanza freschetto, motivo in più per tenerli in quel modo.
Era appena avviata la proiezione, scorrevano ancora le scritte classiche da inizio film, quando leggeri colpi della gamba di Jessica contro la mia: sembravano casuali e spontanei ma mi resi conto, girandomi verso di lei, sorridente in viso e per nulla interessata al film, che erano segni voluti da parte sua. Risposi anche io nello stesso modo. Chiari segni erano, non mi scombussolai più di tanto e feci la prima mossa: le poggiai una mano sulla coscia. Non si poteva vedere, dato completamente coperti dai giubbini.
Appena poggiata la mano sulla sua coscia reagì allargandole: temporeggiai per la mossa successiva: quella di avvicinare la mano più all'interno delle gambe. Quando arrivai al capolinea, quasi salto dal suo posto, adagiandosi meglio allargando di più le gambe: si fece accarezzare e lo gradiva.
Passò qualche minuto e lei ricambio' con lo stesso gesto massaggiandoti il pacco già gonfio. Andò oltre cercando di aprirmi la slip senza riuscirci: diedi una mano a farlo con la mia mano libera e mi liberò il cazzo e iniziò a segarmi.
Il movimento di mano sotto la copertura del mio giubbotto non passò inosservato a Lea: quando mi girai verso di lei, ci osservava sorridendo.
Jessica sempre con lentezza continuava a masturbarmi, interrompendo di tanto in tanto, evitava di farmi venire, forse. Da parte mia, non staccai minimamente la mano dalle sua parti intime, andando oltre facendomi spazio riuscendo a sbottonargli il jeans che indossava e scostando l'elastico del suo slip potei tastare il suo pube: al tatto non mi sembrava tanto pelosa. Approfittai, una volta che si sistemo' al meglio abbassandosi di più i pantaloni ad arrivare alle labbra della sua fica. Era caldissima e bagnata: la prima volta per me tastare quella bontà. Jessica cominciò ad ansimare a quel contatto accellerando il ritmo della sega. Ci bloccammo quasi in contemporanea: era imminente che sborrassi di quel passo, lo avevamo capito entrambi come per telepatia.
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Alla pausa tra il primo e il secondo tempo le luci in sala si accesero: frettolosamente ci risistemammo. Le ragazze approfittarono per andare in toilette.
Quando rientrarono in lontananza mi fecero di seguirle fin su', agli ultimi posti. Prendemmo posto, nessuno aprì bocca per quella decisione.
Ripartì la proiezione: io sempre in mezzo alle due ragazze. Davo per scontato che ci sarebbe stato un seguito a quello di prima, già mi slacciai i pantaloni senza farmi accorgere, anche se il promontorio comparso sul giubbotto faceva liberamente capire cosa ci fosse sotto. Pochi attimi e si ripresento' la mano di Jessica, trovando il cazzo già in tiro. Sembrò meravigliarsi: evidentemente non mi ha notato mentre mi liberavo sotto. Lo impugno' e lentamente ricomincia la sega, molto lentamente. Lea, anche in questo caso se ne accorse e senza dire niente si alzò e andò via.
Eravamo all' ultima fila ed solo noi: nessuno ci avrebbe notato, a meno che qualcuno dei presenti in fondo la sala si sarebbe voltato verso di noi, comunque in penombra. Appena Lea si allontanò, spostai il giubbotto che mi copriva: Jessica si concentrò ad osservare il cazzo che prepotentemente e duro gli pulsava in mano. Non esitò a chinarsi e ingoiarlo: il primo pompino! Gli occhi mi uscivano dalle orbite: alzai la testa al soffitto. Una sensazione mai sentita: il calore della bocca, il rumore di sciacquetii di saliva e ogni singolo movimento della lingua intorno la cappella...paradiso.
"Madonna...ma è troppo grosso...Non ce la faccio..." disse pompando.
Stavo per esplodere, credo che lei se ne accorse, sicuramente per l'ingrossamento della cappella, intesifico' la pompa, no resistetti e gli scaricai tutto in bocca. Mi trattenni con una mano in bocca il grido, specie dopo la sborrata: era molto più sensibile con lei che continuava a ciucciare.
Aveva completamente pulito tutto, era stata fantastica. Mi risistemai.
Solo dopo questo mi guardai intorno per capire dove fosse Jessica, non trovandola.
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"Ti é piaciuto" Jessica si rivolse a me.
" ...e me lo chiedi? Fantastico...grazie"
"Grazie a te...figurati. ora possiamo andare...Non credo che ci interessi il film. Io non mi sono goduta neanche un minuto ". Era vero. Neanche io. E neanche Lea, che infatti era uscita fuori. La trovammo seduta su una panchina di fronte all' ingresso del cinema.
Decidemmo di andare a prendere qualcosa da bere, ma al chiosco sotto casa nostra, perciò ci incamminammo a piedi verso il nostro quartiere.
 
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Arrivati al bar, Lea in disparte mi disse: " se non li hai, corri a prenderti i profilattici "
" lì ho con me..." risposi spalancando gli occhi: a malapena mi stavo riprendendo dal pompino e già si stava concretizzando un altro sogno: scopare.
Tempo qualche chiacchiera, anche con i pochi presenti del chioschetto si decise di andar via.
Arrivati sotto il palazzo di Jessica, Lea:" vi lascio qui...vado a casa!" Rimanemmo in silenzio.
Jessica abitava con i suoi, ma proprio sotto il suo palazzo, in uno dei locali commerciali aveva il suo salone essendo parrucchiera in società con la sorella. Era proprio lì che ci prestammo ad entrare una volta tirata su la saracinesca, guardandoci intorno da ipotetici sguardi indiscreti: in giro non c'era nessuno. Non si accese nessuna luce e una volta riabbassata la saracinesca a tentoni si raggiunse il retrobottega.
Eravamo al fatidico momento: soli e taciturni. Il retrobottega, una sorta di ripostiglio, piccoletto e senza finestre con al lato la porticina del bagno. Un grosso tavolo con sopra alcune scatole che Jessica si appresto' a liberare. Prese alcuni teli posti su uno scaffale e apparecchio' il tavolo.
Io osservavo immobile.
Si rivolse a me:" cosa c'è? Ti torna la timidezza?" Si tolse il giubbotto: jeans e maglietta attillata davano bella idea del potenziale prosperoso che disponeva.
" dai...mettiti comodo pure tu". Toltomi il giubbotto, misi da parte la titubanza e mi avvicinai a lei per abbracciarla. "Hey...calma...Non vuoi perdere tempo...". Mi sfrenai: le palpai un seno...finalmente. ovvio nessuna resistenza di lei scostandosi solo dopo per sfilarsi la maglia: seno grosso e duro racchiuso in un reggiseno che faticava a tenere dentro tutto quella bontà.
Ci spogliammo entrambi rapidamente: era un po' freddo. Jessica attivo' uno scaldino poggiato da un lato: facendo questo potei ammirare il culo, chiappe grosse e gustose. Avevo gli ormoni a palla
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Tornai ad abbracciarla in un modo goffo e nervoso: era la prima volta che facevo questo a una donna. Jessica più tranquilla e serena mi invitò a stare più calmo:"rilassati...abbiamo tutto il tempo che ci occorre".
Mi concentrai a massaggiargli le tettone: sode, grosse e pesanti con in capezzoli rigidi come pietruzze: a lei piacque quello che stavo facendo, sentendola ansimare. Si dedico' al mio cazzo accarerezzandolo dolcemente e infine con più decisione ditarellando con la sacca delle palle.
"Accomodati su". Eseguii l'ordine adagiandomi sul tavolo. Mi invitò, con il palmo della mano sul mio petto a distendermi quel tanto per liberare il campo operatorio del cazzo eretto e in bella mostra: mi poggio' entrambi le sue mani sulle mie cosce, concentrata alla ceppa rivolta per l'aria, come fosse un rito spirituale, lentamente ci si avvicinò infilandoselo in bocca.
Da paonazzo com' ero, vedevo chiaramente quello che mi fece qualche ora prima: ora non sentivo solo il piacere del pompino, avevo la visione di una che se lo stava prendendo in bocca...il mio. Mai potevo pensare una cosa del genere: sembrava una cosa al top, di classe...il su e giù della testa... il calore della bocca...la delicatezza mista all' inevitabile azione delle sue labbra che facevano apparire e scomparire la mia cappella. Ma quello che più mi faceva impazzire era la lingua che faceva sforbiciare fuori come una serpe: era grossa e carnosa che entrava e usciva dalla sua bocca impegnata della mia ceppa.
Si staccò e mi invitò al cambio posto. Senza dire niente, presi dal taschino del giubbino uno dei profilattici. "Aspetta...lascia fare a me..." disse prendendolo e me lo infilò. Poi si concentrò a cercare qualcosa nella sua borsa: tirò fuori un tubetto, era gel. Ne prese una quantità e lo distese sulla mia ceppa incappucciata; salì sul tavolo e spalancate le coscie se la distribui' in fica.
Non era pelosa, anzi, se la curava. Quello che avevo sentito ore prima ora lo vedevo: pelo superfluo che si diradavano fino in fondo a grosse labbra carnose e umidicce.
"Fai piano...mi raccomando...".
Ero confuso a quello spettacolo. Mi diedi una mossa solo al suo 'dai...infilarlo dentro...piano però!"
Direzionata la cappella al suo pertugio, sempre a moviola, sentii quasi un vuoto, quasi me lo catturava. Ma era grossa per quell' apertura che l'inevitabile grido di lei seguì il 'Pianoooo...'.
Cercavo il cosa fare: non disse nient'altro, gemitava. Sempre a moviola cercavo la penetrazione che raggiunta, quasi per istinto, mi fece fare su e giù. Anche questo era troppo, mi scoppiava la testa e non solo. Non riuscii più di tanto e il mio '...oh Cazz...' anticipò la sborrata.
 
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Avevo godudo ma allo stesso tempo ero dispiaciuto: pochissimi colpi per scaricare maldestramente.
Jessica se ne accorse della mia reazione mentre mi osservavo il pisello rivolto in giù, incappucciato con relativo carico di sperma voluminoso in punta:" dai...Non te la prendere...è normale. Forse si poteva evitare il pompino..."
Risposi scusandomi e arrossito.
"Rilassati ora... possiamo stare ancora un po' se vuoi ".
Non risposi e lei, sempre rimasta sul tavolo ancora a cosce spalancate disse accarezzandosi il pube :" ti andrebbe di baciarla?"
Di scatto lo feci sprofontando la testa tra le sue gambe. Leggeri gemiti di lei: "...Usa la lingua... leccala...". Obbedii come meglio potessi fare, credo. La risposta al suo gemere doveva essere una cosa positiva con fermato da un '...bravo...siiii...cosiii...ancora...' e tanto altro.
Non staccavo la bicca dalla sua passera nemmeno per respirare e Nel frattempo mi toccavo la ceppa che pian piano riprese vigore.
Decisi di smettere e mostrare a lei la nuova erezione: " voi ragazzi siete sempre carichi...wow" fu la sua reazione sorridendo leggermente.
Non persi tempo a infilarmi il preservativo mentre lei sempre a gambe aperte giocherellando con le dita tra le labbra della sua fica. Presentai di nuovo la cappella da imbucare aiutandomi con la mano dopo che lei ci si spalmo' altro gel. Con più decisione ma sempre lentamente senza fermarmi la penetrai fino al fondo: un leggero urlo da parte sua con gli occhi spalancati a cercare qualcosa sul soffitto.
" così così...bravo...Siii...cazzo come grosso..." sembrava esasperata per come faceva e cosa diceva, era una cosa continua. Di natura non era affatto chiacchierona, ma durante quella scopata non stava zitta un attimo.
Un lungo 'ooooooohhhhh' anticipò una botta di calore che mi avvolse il cazzo, vedevo uscire un liquido biancastro dalla fica a ogni colpo: era venuta. Sentivo molto meno attrito e la cosa mi fece aumentare il ritmo della penetrazione.
Pian piano rallentai per poi sfilarlo.
" cazzo...come ho goduto...mi stai distruggendo " disse con affanno scendendo dal tavolo. Mi accarezzo' il cazzo: " sei una forza...Mmmm...".
Mi diede le spalle e si appoggiò al tavolo con i gomiti invitandomi a proseguire: aveva un bel culo, grosso e invitante. Non esitai a avvicinarmi per trovare l'apertura: aiutò lei accompagnado il cazzo dentro. La posizione, meno naturale, permetteva più resistenza e piacere per entrambi. La tenevo bloccata per i fianchi e sempre a ritmo sostenuto avviai alla grande la mia prima pecorina, che vedevo solo nei film.
Lei godeva e gemeva più intensamente di prima: credo che con il silenzio della notte, se qualcuno fosse passato davanti al salone avrebbe sentito quello schiamazzo.
Mi chiami di più verso lei e con le mani gli afferrai le tettone che ballonzolavano libere: mi concentrai per venire e senza allentare il ritmo sborrai.
Ora mi sentivo soddisfatto e anche lei, vedendola in volto contenta e rilassata.
"Credo che per ora basti" disse. Bastava si, e stata una serata intensa, indimenticabile soprattutto per me. Risistemati, uscimmo ci salutammo e ognuno a casa sua.
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Il pomeriggio del giorno seguente al ritorno dalla scuola, Lea mi chiese come fosse andata la sera prima
"Bene..." risposi.
"...adesso Fai pure il misterioso e gradasso!" Disse sorridendoci su " guarda che so tutto... poco prima ci siamo viste...mi ha raccontato tutto...i minimi dettagli! Bravo...complimenti fratellino!".

Come tutte le belle cose, specie per quanto riguarda il sesso, si sa, ci si perde la testa. Mi sentivo sbloccato , ne volevo ancora, ma qualcosa dentro di me mi faceva pensare che quella poteva essere l' unica occasione con Jessica: non nascondo che la provai a cercare, magari gironzolando dalle parti del suo salone. Chiesi consiglio a Lea: " credo che è meglio che lasci perdere...a parte che è più grande di te e soprattutto si vede con uno. E stata una cosa così...mettiti l'anima in pace.
Inevitabile che un po' mi demoralizzai, infantilmente.
"Comunque sappi che ne è rimasta benissimo...con te! Sapessi come la invidio...per aver provato quel ceppone"
" anche lei è stata grande " risposi
"Sarà più brava di me " arriccio' gli occhi in segno di sfida.
"C'è un solo modo per saperlo..."
Mi guardò severa: " Non ci pensare minimamente...cazzo pensi... io e te mai!"
"No...assolutamente no...tra noi due mai..." risposi "... un modo per capirlo? Fammi assistere a quando lo fai e darò giudizio a chi è più brava a scopare!"
"Ah...se è per così poco...perché no!".
Ci ridemmo su quella cosa. Con spavalderia gli chiesi comunque di aiutarmi a trovare qualcuna per me: " tutto quello che vuoi fratello".
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Giorni dopo Lea si organizzò per incontrare clandestinamente Filippo, lo sposato del primo piano e mi diede la possibilità di fare lo 'spione'. Si aveva la possibilità di sfruttare la casa della nonna, che per alcuni giorni alloggiava a casa della zia fuori regione: Lea aveva le chiavi perché di tanto in tanto ci andava per la posta o per far prendere un po' di aria. Casa in campagna fuori città, tranquilla per le imboscate.
La sera dell' incontro , in macchina, andammo insieme a casa della nonna. Si aveva un margine di tempo prima che arrivasse Filippo. Quando arrivò mi nascosi in una delle camere, al buio, proprio di fronte la camera da letto dove i due avrebbero consumato. Aspettai in silenzio.
Non era Filippo ma bensì Jessica: mi meravigliai, non sapevo della sua presenza, mi decisi di uscire allo scoperto quando Lea venne verso il lato notte , mi trovò e a bassa voce mi disse di rimanere zitto là dentro: Jessica non sapeva niente di me. Cosa avranno dovuto combinare mi chiesi.
Ecco che arrivò Filippo: sentivo le voci di là in cucina, poco dopo attraverso il corridoio si sistemarono tutti e tre in camera da letto: li vedevo chiaramente...io muto nell' oscurità.
Non persero tempo a spogliarsi, chi prima chi dopo si denudarono completamente: l'uomo avrebbe avuto un bel po' da fare con quelle due li. Carne in abbondanza, troppa per uno solo. Così nude le ragazze, si notava chiaramente l'enorme misura di seno della sorella in confronto a quello di Jessica, almeno di due misure, anch'essa, si sa, ben fornita.
L'uomo si distese sul letto e automaticamente le ragazze lo assalirono: si alternarono, chi massaggiando il busto del maschio, chi impossessandosi a sbocchinare. Si fecero anche leccare la fica a turno.
Con quel miscuglio di corpi intenti a divertirsi, mi masturbavo tranquillamente: spettacolo interessante. Sempre a turno le ragazze cavalcarmi l'uomo, sembrava quasi inerme e passivo a loro due.
Diversi cambi di posizioni, addirittura anche un secondo round (fortunato Filippo ) conclusero quella partita.
Svuotato e soddisfatto dello spettacolo aspettai che liberassero la casa.
Filippo andò via e le due ragazze rimasero in cucina chiacchierando. A quel punto Jessica scoprì la mia presenza quando uscii dalla camera e piombai in cucina:"e tu... cosa ci fai qui?"disse sorpresa.
"Io...voi piuttosto !" risposi. Lea rideva sotto i baffi: piacque la mia mossa di irruzione, non era in programma.
"Ma hai visto qualcosa..." mi venne chiesto e lo affermai.
Crebbe in me un forte senso di arroganza e spavalderia...e non solo: mi abbassai i pantaloni mostrandomi in piena erezione e me ne liberai sedendomi sul divanetto menandomi.
"...mah...che fai...davanti a tua sorella?"disse attonita Jessica.
" sa come sono fatto...qual è il problema!"risposi sempre con spavalderia.
Passò qualche secondo e Lea so alzò per andare di là senza dire niente: io continuavo al massaggio del mio membro e Jessica non stoglieva lo sguardo. Un suo attimo di titubanza e venne verso di me , me lo afferrò e mi masturbo' , abbracciandomi e gurdandomi negli occhi.
Quando tornò Lea, l'amica era intenta a farmi un pompino.
" se volete rimanere soli...vi lascio"disse. Nessuno gli rispose. Jessica continuava la sua attività orale.
Volevo scopare e glielo feci capire facendola interrompere mostrandomi il profilattico: lo prese senza dire niente e me lo indossò. Lea nel frattempo prese posto a tavola, osservandoci in silenzio.
Jessica si tolse i pantaloni e cercò di adagiarsi su di me per impalarsi: mi attivai per sbottonargli la camicia che aveva e tirargli fuori le tette dal reggiseno per ciucciarle.
"Cazzo com'è grosso...uff..." gemendo su di me Jessica si muoveva lentamente con il mio cazzo intrappolato dentro di lei. Non feci niente se non quello di palparla o leccare uno dei capezzoli irti. Lo smorzacandela durò fino a quando venne allagando le nostre parti intime di un colabrodo di fuoco. Si staccò poggiandosi al mio lato. Mi alzai e mi liberai del preservativo. Sempre senza dire niente, mi avvicinai a lei, magari per metterglielo in bocca. Invece impostandosi se lo piazzò in mezzo le tette massaggiandoselo in mezzo: ci concentrammo in uno sguardo quasi ipnotico, con gli occhi. Sborrai tra le sue tettone.
 
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Anche questa fu una serata gloriosa per me: mi rincuorava di più il fatto che Jessica mi garantì la possibilità di rivederci di nuovo, ma con discrezione, per cose sue, ovvio: a me stava benissimo la cosa, anzi. Lea, peggio, mi trattava come una superstar, compkimentandosi...di tutto di più! Durante la strada di ritorno a casa, volle comunque farsi sentire che lei era migliore della Jessica per come si destreggiava a scoparsi Filippo: comunque era la verità in quanto Jessica sembrava più dolce e passionale (parere mio distorto dal fatto che io ci feci sesso), la sorella più selvaggia e sporadica in tutto.

Agli inizi di maggio furono tutti invitati a in matrimonio di un parente. Come si sa, in quelle occasioni è possibile ammirare in ghingheri un bel po' di gnocca, il mio primo pensiero era Katia la cugina: confessai il pensiero morboso a Lea. "Dopo mi dirai se sarò più bella io anziché lei..." mi rispose. Vestita di un lungo vestito blu celestiale che ammorbidivano di un po' le sue curve e tacco alto si rendeva un bel bocconcino: glielo dissi complimentando la sua bellezza, non esageravo a dirlo, mi diede un bacio fraterno sulla fronte dicendo 'maialino'.

Solo dopo la cerimonia, giunti al resort per il megapranzo potei affrontare la cugina Katia: al massimo dell'eleganza e porcaggine che non poteva nascondere. Abito lungo ma stretto, col fisico da modella che poteva permettersi di indossarlo, décolleté da sballo di una quarta di seno... era uno sballo.
Lea lo sapeva e non perdeva occasione per sbattermi in faccia ironicamente che stavo facendo il pesce lesso per la cugina.
A festa inoltrata, forse per enfasi di alcool e divertimento, Lea e katia , durante quei balli stupidi che abitualmente si fanno in queste occasioni, nel momento della mia partecipazione mi coinvolsero in quella casino. Pian piano ci allontanammo tutti e tre, ridendo e scherzando: dubbi dei presenti, nel caso che ci avessero notato erano nulli dato lo stretto legame di parentela di noi tre.
Ovviamente mi persi qualche passaggio, era un modo per farmi combinare qualcosa che io non sfruttai: qualcosa si dissero le due, lo capii dopo, Katia mi guardava con occhi diversi.
 
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Credendo stupidamente di avere strada facile, all'occasione di una delle tante foto fatte nella giornata di ritrovarmi alle spalle della cugina Katia, senza farmi notare, feci la mano morta toccando il bel culo a mandolino: la sua reazione fu un acido 'smettila!'.
Mortificato e rosso per la vergogna cercai di evitarla nel corso della serata: avevo esagerato, non era neanche il caso, specie in quelle circostanze. Avevo forse bruciato qualche tappa...pazienza. confessai quella figura di merda a Lea che rispose solo scrollando le spalle.
Decisi di giocarmi l'ultima carta: quello di scroccargli una sigaretta che mi sarei andato a fumare di nascosto. Lei lo capì e addirittura accettò di avermi fatto compagnia.
Fuori dal resort in disparte a un lato del grosso parcheggio in penombra, Katia mi offrì la sigaretta, accendemmo ognuno la sua.
"Che ti succede? " riferendosi a prima.
"Niente...scusa...ho perso la testa..."
"Sei troppo giovane per me e dopotutto siamo cugini"
"Vero...figuraccia... ma sei troppo sexy...Non mi sono controllato "
"Me ne accorgo...mica sono scema...ma non si può! Mi spiace..."
Feci la parte del rattristato, la vita reale e diversa e me ne feci una ragione.
"Ti masturbi?"
"Si...per forza...Non ho una ragazza...per liberarmi...sai com' è..."
" è lo fai pensando a Me?"
"Si... sei bellissima...è inevitabile ". Mi sorrise e mi diede un pizzicotto sulla guancia.
" tornerai a casa e ti darai da fare...scommetto"
Feci un segno di affermazione con la testa, mi stavo eccitando, non perdevo quella occasione di tenerla di fronte a Me, con quei discorsi poi, e le osservavo il décolleté. Se ne accorse e ci rise su mettendosi una mano sul petto.
"Dai liberati...se non puoi fare a meno" disse guardandosi intorno
"Mah... com..." reagii
" sbrigati prima che arriva qualcuno...". Mi trascino con una mano sul braccio e Andammo più in disparte tra le auto e ina grossa siepe: "Dai muoviti "Sempre osservandoci intorno.
Lo tirai fuori, già duro, e mi concentrai su lei masturbandomi. All'occasione di dargli un occhiata, Katia esclamò un wow.
Presi coraggio e le palpai un seno, non si oppose: era sodo. Mi diede le spalle, sempre con l'intento di controllare l'ipotetico arrivo di qualcuno e le palpai il culo scendendo con la mano lungo la gamba: tornò di fronte e sollevando leggermente un ginocchio, tirò di la stretta gonna favorendo la visione del pizzetto del suo autoreggente: sborrai copiosamente.
Ci affrettammo per rientrare, non se ne accorse nessuno della nostra assenza, Lea compresa.
Katia comunque assicurò che a quella cosa non ci sarebbe stato un seguito, mi dovevo mettere l'anima in pace. Pensai di fare ciò solo quella sera, volevo scoparla a tutti i costi.
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Diventò un pensiero fisso, soprattutto dopo quel episodio.
Giorni dopo glielo confessai a Lea: " e più facile di quello che pensi. È zoccola...mette le corna al marito. Magari ricattala e te la sarà!"
" ma come faccio!"
"Se quel giorno non fossi stato così stupido di pensare ai cazzi tuoi, avresti avuto l'occasione di coglierla con le mani nel sacco. Si é infrattata con uno dei camerieri del ristorante, potevi scoprirlo e magari ricattandola per non spifferare qualcosa...te la facevi pure tu".
"...a saperlo... ho perso l'opportunità!".
" anche lei ha le chiavi della casa di nonna... forse farà qualcosa pure la...spero"
"Grazie per l'idea...sorellona mia".
Mi eccito' la cosa. Mi chiusi in camera per masturbarmi.
Durante la mia solitaria entrò Lea. Mi disse pipparolo. Continuai lo stesso mentre lei cercava tra le mie musicassette.
" cazzo che mi fai venire la voglia pure a me..."esclamò poggiandosi le mani ai suoi fianchi. Prese la sedia posizionandola al lato del letto, si alzò il vestito spalancando le gambe e si masturbo' anche lei. La vista della sua figa pelosa era sempre eccitante. Venimmo contemporaneamente.
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Tutti i pomeriggi , dopo la scuola, presidiavo come un cecchino la casa della nonna. Noia totale: non succedeva nulla. Le probabilità era minime se non nulle. Non si aveva minima prova che Katia incontrasse qualcuno li. Non avendo alternativa, si continuava così fino a diradare gli appostamenti.
Un sabato mattina decisi di marinare la scuola e dirigermi in campagna col motorino a casa della nonna. Imboscati il mezzo nel garage e mo intrufolai in casa.
Per ammazzare il tempo, decisi per la sega quotidiana. Proprio durante la mia solitaria un rumore di auto lungo il vialetto. Corsi alla finestra: era Katia in compagnia di un tizio. Non ci speravo più e colto all' improvviso quasi non sapessi cosa fare se non quello di nascondermi nella cameretta. Nell' aria se sentiva tracce di fumo di sigaretta, speravo che non se ne accorgessero.
I due entrarono e si piazzarono in cucina: parlavano di lavoro, da quello che si dicevano pensai che fossero colleghi (Katia era avvocato). Dai rumori Si capiva che stesse preparando il caffè, confermato dopo dal profumo, mentre continuavano scambi di opinioni e cose varie. Non potei vedere niente dal mio nascondiglio ma seguivo attentamente ciò che dicevano: un click fece capire l'accensione di una sigaretta.
I toni si attenuarono, quasi bisbigliavano: era il momento! I due si spostarono in camera da letto passandomi a un metro dal mio nascondiglio al buio. Erano in tenuta di lavoro da ufficio: lui giacca e cravatta, Katia in completo a righe , gonna fin sopra il ginocchio e tacchi a spillo.
Li vedevo senza impedimenti: in piedi di fronte a letto si unirono a pomiciare.
So spogliarono: Katia si sfilò la gonna , giacca e camicia per rimanere in intimo e autoreggenti, tutto nero e di pizzo...magnificamente sensuale . Con lui, completamente nudo si attorcigliarono sul letto come serpi fino a inpossessarsi del cazzo in bocca.
Mi preparai a masturbarmi: raggiunsi il massimo dell' eccitazione quando Katia si liberò di reggiseno e slip, per adagiarsi sul maschio. Scoparono uno smorzacandela magnifico: era bravissima, sembrava di vedere un film per la qualità di quell' attività sessuale, artistico specie per il suo corpo perfetto. Era troppo per resistere alla sborrata, non curandomi di aver sporcato tutto per terra per quanto fosse magnifico per me.
Secondo i piani, la mia sega era relativa. Ripresa la lucidità, approfittando in seguito che stessero scopando a pecorina standomi di spalle, uscìi dal mio nascondiglio direzione portone d'ingresso simulandoci l'apertura e il mio finto ingresso: ovvio che interruppero. Un secondo dopo Katia si affaccio' solo con la testa dalla porta della camera e sbigottita disse:"...e tu...cosa ci fai.qua?"
"Niente...passavo per la posta... te invece?"
Non sapeva cosa fare e io facendo finta di niente mi avviai verso di lei che cercò di chiudere la porta " no aspetta...mi sto cambiando" cercando di nascondere sua il tipo e cosa stesse facendo.
Senza farci tanto il giro intorno gli spiantellai con tono deciso: " chi c'è con te!".
Non sapeva cosa fare, era imbarazzata e confusa sulla mia insistenza, non seppe reagire. Non insistetti più di tanto e andai in cucina: mi accesi una sigaretta e aspettai.
Quando venne da me, vestita, rimase per un po' in silenzio, cercava le parole, si capiva. Anticipai:" so cosa stavi facendo..."
"Si...ma...capisci che..."
"Capisco...capisco..." risposi palpandomi il pacco fiero della riuscita del progetto.
Frettolosamente tornò dal suo amante e poco dopo uscirono: il tipo velocemente uscì fuori, evitando di farsi notare da me. Katia si rivolse a me: " ora cosa farai..."
"Niente...Non ho niente da fare...rimarrò qua!". Mi guardò muta e severa per poi andare via. Si misero in auto e andarono via: li osservai dalla finestra.
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Una parte del piano era riuscita alla grande. Potevo tranquillamente andare via se non fosse il fatto che avevo marinato la scuola: erano ancora le 11.00 e per un paio di ore dovevo rimanere lì.
Soddisfatto del risultato e di nuovo eccitato, avendo tempo mi dedicai un'altra sega comodamente sul divano in cucina. Di nuovo rumore di auto che giungeva. Mi affacciai : era tornata katia, da sola stavolta, si notava il broncio, il volto scuro. Me ne fregai e tornai a sedermi sul divano, a pantaloni calati massaggiandomi l'asta.
Katia entrò e quasi si bloccò vedendomi in quell' operazione. Effettivamente ero troppo sfacciato, l'attimo di rimorso in me mi fece stoppare per ritirarmi su i pantaloni.
Silenzio di tomba. Io non avevo niente da dire... erano solo ed esclusivamente cazzi suoi, spettava lei decidere cosa fare.
"Allora..." iniziò " come la mettiamo?"
"Chiedi a Me?"dissi con un leggero sorriso
"...Non dirai niente a nessuno spero..."
Feci la parte dell' attore:"Mi hai deluso, non mi aspettavo queste cose da te... Non dire che è normale...". La cugina guardava il pavimento mentre continuavo a quella sorta di rimprovero.
Reagì: " ok...scusa... penso che c'è un modo per comprare il tuo silenzio...sappiamo come". Rizzai le orecchie...era fatta: già sentivo un tremolio tra le gambe.
" ma credimi...con tutto il cuore... Non riuscirei ad accontentarti...sei giovanissimo...Non me la sento di fare la pedofila...ti prego...Non mi far scendere a quello schifo di livello...ti prego".
Il grado di serietà e umanità mi calmo': purché troia aveva una coscienza. Non era un rifiuto il suo, era un senso di dignità, dovevo rispettare ciò, era giusto che lo facessi.
"Tranquilla...Non lo dirò a nessuno...promesso"
"Sei un bravo ragazzo...grazie..."
Nel frattempo che mi alzai mi venne vicino e mi diede un bacio sulla guancia "Non ti preoccupare "dissi" rimarrà un segreto..."
"Mi dispiace che... avresti desiderato quella cosa...con me...vero?"
"Per me è sempre un sogno...ma ti rispetto!"
"Grazie...tesoro..." mi accarezzo' la guancia " ti prometto che un giorno ti farò contento...ma dovrai essere un po' più grandicello...ok?"
"Aspetterò una vita a te" dissi questo è ci ridemmo tutti e due. Tornò a gonfiarsi il pacco: l'azione che feci di tastarmelo involontariamente non sfuggì a lei. "Ma ti eccito cosi tanto?"
"Non puoi immaginare come...".
Si allontanò:" se vuoi puoi continuare quello che stavo facendo..."
" vorrei..."
"Fallo...ora" Si girò una sedia, accavvallo' le gambe con eleganza mentre io mi sedetti sul divano toccandomi.
"Fatti vedere meglio?" Mi ordinò e lo feci tirandomi fuori il membro.
Spalanco' gli occhi con un 'azz...'
Mi segai al suo sguardo attento e sereno: anche vestita ispirava il top di sega. Senza che glielo chiedessi, mi omaggio' sbottonandosi la camicetta tirandosi fuori un seno giocherellando col capezzolo: spettacolare. Mi alzai e sempre rivolto a lei e masturbandomi le chiesi se me lo facesse vedere. Non disse niente: si alzò, si mise di spalle a me per abbassarsi la zip dietro della gonna, facendosela scivolare ai piedi, se ne liberò così come delle mutandine. Mise un piede sulla sedia, mi inginocchiai a osservargli la fica depilata mentre se lo accarezzava con un dito. Mi alzai accellerando il ritmo della sega sborrandogli addosso, alcuni schizzi la raggiunsero al pube e sulle autoreggenti.
 
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Come promesso, non feci parola a nessuno di quello che è successo, specie a Lea che a volte mi chiese se ci fosse stato qualche risvolto positivo della cosa, ovviamente negandola.
Tra me e me mi confortava il fatto che avrei dovuto aspettare solo qualche anno, tre per l'esattezza, un po' troppi, meglio di Niente!
Con il tempo comunque tornò impellente la necessità di una solenne scopata: assillavo continuamente la sorella, specie per Jessica...ma senza speranze.
Si presentò la situazione di aver conosciuto un ragazza, mia coetanea. Mi ci misi insieme: almeno era un avventura seria e non clandestina. Classico che all' inizio solo pomiciatine e palpate varie. Con il tempo, approfondendo la cosa si cercò di passare oltre, ma la prima occasione di farmi conoscere là sotto, risultò terrificante per la mia lei, viste le dimensioni, chiedendomi di aspettare: era vergine! Riuscii' comunque a rimediare seghe e più in là pompini: era inesperta, aveva bisogno di imparare. Comunque mi accontentai, ci mancherebbe.
Non nascondendo la cosa a Lea, lei mi prendeva in giro, un classico tra fratelli e sorelle.
Desideravo comunque arricchire il mio bagaglio "tecnico" magari con qualche avventura 'osè ', l'unica che potenzialmente poteva fare ciò era Jessica, sempre più inavvicinabile: col tempo ci persi le speranze.

Venne il giorno che Lea andò a convivere, sempre rimanendo nella stessa città, col suo spasimante, un ragazzo della sua età che frequentava da un paio di anni. Quando si poteva ci si vedeva anche se sporadicamente.
Una mattina, d'estate, mi chiamò dicendomi di raggiungerla a casa dove viveva. Gli dissi di sì dicendo che tempo un oretta sarei stato da lei.
Giunto alla palazzina dove risiedeva e salito fino al piano, mi aprì che era in accappatoio con un asciugamano in modalità asciugatura capelli. Mi fece accomodare tornandosene in bagno dicendo che era appena uscita dalla doccia. Un minuto dopo tornò sempre in accappatoio con i capelli umidi e sciolti, sedendosi a fianco a me sulla poltrona: aveva un aria nervosa e tesa, confermata dalle fredde risposte e domande varie che ci scambiammo.
"Dimmi tutto, di cosa hai bisogno...e soprattutto che ti è successo ?"gli domandai.
'Ufff ' anticipò una scarrelata di sfogo da parte sua : ha avuto un battibecco col convivente. Voleva sfogarsi e glielo feci fare tranquillamente, giusto.
" mi serve il tuo aiuto...per una cosa"
"Tutto il possibile...sorellona..."
Si alzò e andò nel lato notte della casa, per poi tornare da me con una borsetta, di quella da bagno.
"Lo sai cosa mi manca?"si rivolse a me
"Sentiamo..." Non capendo cosa volesse
"Ehm...Non riesco a farmi penetrare dietro..."
" ....cosaaa?" Rimasi attonito" dietro che..."
" il culo...fratello...anale non capisci?"
Ammutolii. Si calmo' dall' imbarazzo, logico che non era una cosa normale e mi racconto' che la coppia desiderava che si completasse con quella pratica e per colpa sua non si concretizzo' mai.
" vabbè...io come posso aiutarti...ne so meno di te!"
"Mi aiuti...a romperlo" rispose fredda
"Ma...sei pazza...io no...Non ci penso...neanche tu dovresti"
"...ho pensato...Non direttamente come si dovrebbe fare"
Continuavo a capirci poco.
Proseguì illustrandomi il suo 'piano': penetrarla con un oggetto, per renderla meno resistente a un cazzo vero.
"Scusami...ma non vedo la differenza! A meno che Mauro (il compagno) lo ha talmente grosso... più del mio, che ti fa rimanere perplessa"
Rise: "eh...si più o meno come il tuo...potrebbe farmi male..."
" Fatti aiutare da lui con queste alternative, scusa!"
" una cosa ti chiedo e manco la vuoi fare..."
"Va bene va bene...dai...dimmi cosa fare" quasi mi scocciava la sua insolenza ma mi incuriosi' non poco.
Tirò fuori dalla borsetta un flacone di gel e me lo diede, si slaccio' l'accappatoio mostrandosi completamente nuda dinanzi a me: d'istinto mi irriggidi', compreso la parte bassa alla vista di tettone e figa. Titubante abbassai un po' lo sguardo: " cos'è...Non ti piaccio più...mi trovi ingrassata?"
"No... ci mancherebbe... sai com' è..." arrossato risposi a quello. Mi sorrise e a gattoni si adagio' sulla poltrona, piazzandomi il proprio sedere in bella vista.
"Passami un po' di quella cosa!"mostrandomi il palmo della mano a mo' di elemosina. Gliene misi una porzione e se lo massaggio' tra le chiappe. Ne volle un'altro po' e continuò al massaggio per poi far sparire il suo indice nell'ano: tirò fuori un gemito, per un po' continuò con dentro e fuori del dito nel suo buco. Io la osservavo senza fare niente.
Mi ordinò di prendere ciò che era in borsa: lo feci e tirai fuori in cazzo finto con ventosa, identico per fattezze a uno reale con tanto di venuzze e cappella ingrossata...mi fece quasi senso!
Sussegui' un altro ordine: quello di lubrificarlo e presentarlo nel suo ano. Feci questo e al momento Lea con ambo le mani si allargò le chiappe aprendo il sipario a me del suo culo e delle labbra della fica circondato da folto pelo. Mi fece perdere la testa e liberai il cazzo pulsante dal pantaloncino: lo notò con la coda dell' occhio e non disse nulla.
"Aiutami a tenere le chiappe aperte" disse di nuovo penetrandosi con due dita questa volta, e con l'altra mano su una chiappa: la restante chiappa aspettava me. Ci poggiai la mano, era la prima volta che gli tastavo il culo, anzi la prima che la toccassi così intimamente.
Era un culo enorme e delizioso ma mi concentrai per rimanere passivo e freddo nell' eseguire solo quello che mi venne chiesto.
Poggiai la capoccia del finto cazzo sul muscolo rosso e unto del suo ano, strusciandolo leggermente e senza pressione: si dilatava e si restringeva a intermittenza. Con determinazione cercai di infilarlo, con stupore sembrò quasi che lo risucchiasse dentro: parte della finta cappella era dentro...la sorella ansimava con una mano a smorzare i suoni che uscivano dalla bocca. Di istinto ci buttati altro lubrificante e similai la finta inculata facendo entrare e uscire il plasticone tra le chiappe di Lea
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L'operazione culo rotto era riuscita: l'iniziale dolore di Lea diventò piacere. Infatti, nonostante il buco del culo ancora occupato dal cazzo finto, si concentrò con una mano a massaggiarsi furiosamente la fica. Durante tutto questo, comunque mi masturbai tirando fuori il mio seme ancora prima della parola fine della sorella.
Esplodemmo in sonore risate, era comunque una cosa fuori da comune, si era a un passo nel perdere il controllo, non ce lo potevamo permettere.
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Giorni dopo, sentii telefonicamente Lea è mi confermò che finalmente riuscì ad ottenere il suo primo anale. Accordammo se riuscissimo a parlarne di persona:ero curioso di sapere i particolari.
Passai un pomeriggio a casa sua, avvisai prima la mia visita. Mi accolse e parlando del più e del meno prima mi racconto' dettagliatamente la sua esperienza : era entusiasta, al momento lo preferiva allo 'standard '! Sapevo che avevo una sorella porcella, acquistava sempre più punti. Confessai che desideravo di vederla all' opera, ma purtroppo non era possibile dato che scopava solo e esclusivamente col compagno, nessuna avventura losca, almeno per il momento.
Io comunque rimanevo a secco di fica: niente la mia ragazza proprio non ne voleva sapere di scopare, andava troppo per le lunghe, la tolleravo sempre meno. Dopo un po' ci lasciammo.

Finalmente arrivò il mio diciottesimo compleanno: un traguardo.
Organizzai da tempo la relativa festicciola, che si sarebbe tenuta, tra un paio di giorni, di sabato ( due giorni dopo il giorno di compleanno) con gli amici in un locale poco distante da casa mia.
Già da appena mattina le prime chiamate di auguri da parenti vari, compresa (quasi non me l'aspettavo) della cugina Katia: "Buon compleanno cuginetto!"
"Grazie cuginetta..."
"Mi dispiace tanto ma ti confermo che non possiamo partecipare alla tua festa sabato...abbiamo un ricevimento fuori zona..."
" Si...Non vi preoccupate..."
"Vorrei passare a casa per lasciarti il regalo, ma sono sommersa di lavoro qua nello studio ".
Risposi che sarei comunque uscito per fare le ultime compere per la festa e avrebbe trovato a casa solo mia madre.
" ti è possibile passare qua da me per prenderlo?" mi chiese
Risposi non prima di mezzogiorno: gli andava bene e rimanemmo così.
Lo studio di Katia era in pieno centro. Mi concentrai prima di concludere le mie cose e dirigermi da lei.
Studio super raffinato ed elegante che divideva con un altra collega che al momento di aprirmi la porta coincise il fatto che stesse uscendo. Mi accomodai mentre katia mi invitava a sedermi sulla sedia di fronte la sua scrivania continuando una conversazione telefonica.
Mi osservai intorno e osservai lei concentrata a quell' acceso dialogo con l'apparecchio.
Solo quando termino' la telefonata, si alzò per salutarmi con un abbraccio e baci sulle guance potei ammirarla per come era vestita: minigonna e giacca, tutto in bianco con body a balconcino celestino, tutto su tacchi alti. Da acquolina in bocca.
Si parlò del più e del meno, di come avessi organizzato la festa e quant'altro.
"A me e a Aldo dispiace un sacco di non esserci..." disse alzandosi per prendere un bustone poggiato su una sedia al muro: ne sfilò un pacco regalo. Era per me: ringraziai e dissi che lo avrei aperto al momento. " no...mi imbarazza...fallo con più calma se vuo". Lascai perdere aprire il pacco poggiandomelo sulle gambe. " abbiamo deciso" katia proseguì " se ti va di passare qualche giorno alla nostra casa in montagna, se ti va, portaci chi vuoi...". Risposi titubante ma lei insistendo accettai ringraziandola per tornare a abbracciarla con un bacio sulla guancia, più calorosamente: ebbi una sua risposta all' abbraccio molto invitante. Ci guardammo a fondo e silenziosamente.
"Ci sarebbe altro che ti ho promesso...ricordi? Quelle sue parole mi fecero venire un nodo in gola: mi irriggidi'.
"...calmati"sussurro' " ogni promessa è debito!".
Mi fece accomodare di nuovo sulla sedia: fece un giro intorno a sé lentamente chiedendomi se le piacevo. Balbettai qualcosa che la fece sorridere e si tolse la giacca. Seguì l'azione di sedersi sulla scrivania spostando alcuni oggetti con la mano, facendo scoprire gran parte delle coscie mostrando il pizzo delle autoreggenti color carne. Si accarezzava le gambe osservandomi con lussuria .
"Perché non ti metti più comodo? Spogliati su...". Lo feci, quasi tremavo. Lei osservava ogni mio movimento rimanendo sempre seduta a bordo scrivania.
Nonostante il mio nervosismo, ero completamente duro: a malapena mi si conteneva il cazzo nei box. Era evidente: Katia aguzzo' gli occhi , si avvicinò a me è abbassò lei stessa l'ultimo capo rimasto facendo schizzare fuori come una molla il membro duro e rivolto verso l'alto.
"Oh mio dio..." esclamò portandosi una mano sulla bocca osservando senza batter ciglio il cazzo pulsante. "...è...enorme..." aggiunse e lo accarezzo' con la sola punta di un dito.
"Siediti qua'...e rilassati. Sei troppo teso" disse poggiando la mano sulla scrivania. Lo feci sedendomi e lasciando le gambe penzoloni. Si prese la sedia e si avvicinò direzionandosi tra le mie gambe e sempre con il massimo della lentezza mi accarezzo dalle ginocchia a man mano fino ad arrivare alle parti intime: mi sego' , con ambo le mani,molto lentamente, a moviola. Riuscì a rilassarmi, non so come vista la situazione: lei lo avvertì e non mi accorsi per come rapidamente si ingoio' il cazzo in bocca.
Ero su un altro pianeta: era magnifica a quel pompino, non volevo che smettesse. " Non penserai che sia solo questo? Non venire mi raccomando". Fu difficile ma ci riuscii a evitare di sborrare.
So staccò da me: si liberò di tutto il suo vestiario rimanendo in autoreggenti e tacchi a spillo: " ti dovrai calmare un po'...sennò esploderai " era vero. Si voltò e si appoggiò sulla sedia con le mani , a gambe larghe e tese si mise a pecora di fronte a me nella bellissima visione del suo magnifico culo. " prova a baciarmela...leccala...senti il sapore che ho ". Non persi tempo a farlo e sprofondati la faccia tra le sue chiappe e leccai la sua depilata fica infilandoci, senza richiesta un dito: a lei piacque tanto, lo disse.
Si sollevò ma per una frazione rimasi incollato in quel paradiso: si doveva proseguire con altro. Katia cercò di liberare più possibile dalle poche cose sulla scrivania e mi invitò a distendermi su: obbediente lo feci e lei sempre con il massimo dell'eleganza si mise in piedi a me, inprigionando il mio bacino tra i suoi piedi, rimanendo per qualche secondo impostata come una statua. Sempre con la stessa eleganza arco' le gambeper impadronirsi del mio cazzo facendolo scomparire in fica. Non ci fu resistenza: nonostante le dimensioni, penetrai con facilità. Era larga e spanata: si sapeva che scopava alla grande. A mano a mano incrementava il suo su e giù e godeva tanto, tantissimo per come gemeva.
Era molto brava in quello smorzacandela, cose che si vedono solo ai film, inutile dire che non potei resistere più di tanto: dissi che stavo per sborrare, dato che ero senza preservativo ma lei non si curò minimamente continuando a scoparmi vivacemente: schizzai tutto il contenuto che gran parte sbrodolo' fuori al ritmo della scopata che lei sembrava che non volesse terminare
 
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Sollevandosi Katia si liberò del mio cazzo che si stava afflosciando, con alla base un lago di sperma: anche dalla sua passera goccioloni del mio seme che mi ricadevano addosso. " diamine quanta ne hai tirata fuori...straordinario! Mi hai riempita!". Dissi, con aria da zombie, se fosse un problema. "Scherzi, sciocco... il trucco c'è..." rispose scendendo dalla scrivania e dirigendosi fuori la stanza per subito tornarci con uno scatolo di fazzoletti umidificati, con cui ci pulimmo le rispettive parti intime.
"Butta tutto qua dentro " direzionandomi a un cestino tirato fuori dalla sua postazione. " credi che finisce qui? Io, non do te, ma ho tutta la giornata...tutta per te...se ti Va!" L'invito mi garbava di brutto: a casa non mi aspettava nessuno: i miei erano fuori per lavoro, sarei dovuto andare a pranzo da mia sorella. Perciò chiesi se era possibile fare una telefonata per avvisarla che non sarei andato. Me lo fece fare: durante questo, io intento a giustificare la mia assenza a Lea, Katia si riprese il mio cazzo in bocca ciucciandolo avidamente e con maestria. Probabilmente la sorellona si sarebbe accorta di qualcosa per il mio tono di voce da ipnotizzato.

L'eleganza dell'attività da amante della cugina aveva perso spessore: leccava e pompava con più foga e avidità, come per astinenza. Quando fu soddisfatta del grado di durezza che il cazzo raggiunse disse: " wow...che splendore...di nuovo come prima. Ora però farai divertire anche me! Fammi vedere come sei bravo a scoparmi..." mi sollevai e lei prese il mio posto adagiandosi sulla scrivania su di un lato, poggiandosi la testa con una mano e a gambe unite si mise in mostra con quel panorama di coscie e culo: " muoviti...scopami " facendo segno con l'indice la direzione fica.
La penetrai: la posizione a gambe strette rendevano più piacevole la scopata. Diedi il meglio di me con il movimento del bacino, martellante, intermittente e deciso. Questo fece perdere tutta L'eleganza di Katia, mettendo in risalto il suo lato porco, soprattutto per i suoi dialoghi al limite del porno più spinto: godeva alla grande e non esita a ad assecondare i miei di movimenti ai suoi. Perse il senso del pudore per tornare a cavalcarmi nel modo più selvaggio immaginabile, una volta cambiata posizione. Inevitabile che sborrai, fotocopia alla prima
 
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E si continuò ancora per tutto il tempo fino all' esaurimento di forze ed ormoni da ambo le parti: non pranzammo, a me non passò neanche in mente. Solo brevi pause tra un round e un altro, oppure per rispondere al telefono.
Ero nelle sue mani: mi meravigliai per come fosse, mai pensavo quei livelli. Mi sentivo prosciugato, ma sentendo il suo essere appagata, soddisfatta delle mie prestazioni, mi dava una marcia in più.
" Sei veramente fantastico come scopatore, uomo completo...cosa mi sono persa in tutto questo tempo!" e tanti altri complimenti.
Tornai a casa che era già buio: ci trovai i miei, mi inventai un paio di scuse. Ci sarebbe stata una cena, tra noi stretti familiari, per festeggiare il mio compleanno: importava poco...avevo già festeggiato alla grande con il regalo più bello che potessi aver avuto in dono.
Anche Lea e compagno sarebbero venuti: quando arrivarono, ovvio che lei mi chiese perché non fossi andato a pranzo da lei. Gli mormora, quel tanto che gli altri non potessero sentire di essere stato con katia.
Capì cose è successo, logico: diventò di pietra, guardandomi severa. Per un attimo pensai che non fosse affatto contenta di ciò, avevo il dubbio e glielo chiesi.
" stronzo...mi hai deluso..." fredda e spigolosa: non mi rivolse la parola per tutta la serata. Non capivo.
Partecipò comunque alla mia festicciola, tenuta il sabato, comportandosi quasi da estranea, si vedeva, continuavo a non capire il perché.
Con il passare dei giorni riuscii a capire il motivo: tra le due ci è stato un battibecco in passato, io non ne sapevo nulla: si contendevano lo stesso ragazzo. Finirono per litigare di brutto. Cercavo di giustificarmi ma Lea non volle saperne.
Ero dispiaciuto per questo, peggio ancora del fatto che continuavo a incontrare Katia, quando si poteva, diventando il suo schiavetto di turno.
Passò un sacco di tempo. Dopo tante mie insistenze, Lea accettò di perdonarmi. Mi invitò a pranzo, un giorno, era sola a casa.
"Ti perdonero' in una sola condizione: quella di non rivederla mai più!"
"...ma è lei che mi cerca...si sa com'è !"
"Non mi interessa...cazzi tuoi...toglitela di tornò se no lo dico a tutti...sai che sono capace".
Mi terrorizzai e mi dispiacietti : abbandonare una fonte garantita di sesso non è per nulla facile. Mi feci coraggio e con varie scuse, tempo e bugie non rividi più Katia: ovvio che ci rimase male.
Anche per me c'era rabbia: dopotutto io senza colpe, non centravo niente nei suoi affari, prendendomela con mia sorella per quel capriccio/ricatto. E un giorno glielo sbatti in faccia:" per colpa tua non scopo più, costretto a tornare a farmi le seghe!"dissi con tono incazzato. Cercò di rincuorarmi ma la mandai a quel paese. Dovevo reagire, non potevo fare diversamente.
Cercavo di evitarla. Purtroppo in un occasione, quella che mia madre mi mando' da lei per una faccenda, fui costretto ad andare a casa sua.
Mi fece entrare: era sola. Con fretta e freddezza da parte pia cercavo di sbrigare quella faccenda. Lei temporeggio' facendomi accomodare offrendomi da bere. Sapeva che ce l'avessi ancora con lei, non era cambiato niente, rimanevamo distanti.
Suonarono alla porta e Lea si alzò per aprire: entrò una signora, sulla quarantina, amica e collega di Lea. Ci presentammo e si aggiunse a tavola con noi.
Durante i dialoghi, capii che la signora era una fisioterapista ed era passata da Lea in quanto la seguiva in dei massaggi programmati per dei problemi alla schiena. Mi preparai per dileguarmi:" rimani"disse Lea "prova anche tu uno dei massaggi di Carla...ti farà bene". Non so come ma accettai incuriosito: la signora meritava interesse. Era di nazionalità russa, non snella ma dal corpo sodo e tonico, credo facesse qualche tipo di sport, essendo anche vestita in tuta.
Di là in una delle camere c'era un lettino proprio da centro massaggi, dov'è che si dicessero le due: "perché rimani di là...vieni a farci compagnia" urlò la sorella a me. Ci andai. Lea cominciò a spogliarsi e con lo sguardo Carla si domandò il perché avesse richiesto la mia presenza:" siamo fratello e sorella...sa come sono fatta" giustifico' Lea continuando a spogliarsi completamente e mettersi a pancia in giù sul lettino.
Attraversai la camera per appoggiarmi al gradone della finestra osservando l'operazione delle due.
Carla manovrava energicamente le mani lungo la schiena della sorella che sembrava provasse dolore: " le tette troppo pesanti...cara... sono la causa" la signora riferendosi a Lea. Quelle parole mi diedero una scossa tra le gambe: effettivamente erano più grandi, quasi non me le ricordavo cosi, non era ingrassata, anzi il contrario, perciò mi sembrò che fossero più grosse del solito.
A un tratto Carla passò a massaggiargli le cosce, distribuendo dell' olio e le chiappe: spalancai gli occhi quando gli infilò una mano nello spacco facendo mugolare la sorella: il sesto senso mi disse che c'era altro
 
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Terminato il massaggio a Lea venne il mio turno: si alzo' mostrando tutta il suo nudo, senza vergogna. Si confermò la cosa che le tette erano prepotentemente più grosse.
La signora mi invitò a spogliarmi e rimanere solo in slip. Così feci per poi distendermi sempre a pancia in giù sul solito lettino: iniziò a palparmi. Non avendo mai avuto un simile trattamento non sapevo de fosse brava o meno: comunque era rilassante e piacevole per me.
Intanto Lea andò via: sentii in lontananza rumori di acqua, probabilmente era per la doccia.
Terminato il lato schiena, Carla ordinò di voltarmi. E a quel punto pensai del fatto che il mio slip stretto mettesse in risalto il pacco, anche se moscio, in bella vista per lei. Furbamente cercai di riavvivarlo un po', magari pensando a qualcosa di hot: inevitabile la reazione ai bassi fondi. La signora se ne accorse e fece un segno di sorriso, continuando a massaggiarmi petto e spalle:prima o poi fosse scesa più in basso. Pensando a questo il pacco diede un altro segno di gonfiamento.
Solo dopo che tornò Lea, la signora si spostò al massaggio coscia.
"Stai attenta, cara, il fratellino è un po' pericoloso da quelle parti" disse Lea ridendo: anche la signora lo fece.
Un altro colpo della sorella:"sembra che sta soffocando là sotto, vero?"
"Non mettermi in imbarazzo " risposi. Sentivo il cazzo che si faceva spazio al lato dello slip, anche se non del tutto duro, rendeva bene l'idea della grossa dimensione. Ridacchiando Lea andò via, credo verso la cucina.
Carla continuava con finta indifferenza: " se vuoi, userò dell' olio , ma il rischio che ti si sporchera' lo slip!"
"Lo tolgo?"dissi con un filo di imbarazzo
"Se vuoi...nessun problema "
L'azione di sfilarmi lo slip e l'emozione mi fecero irriggidire completamente il cazzo, io tornato a distendermi, lo fece magnificamente apparire slanciato verso l'alto come un razzo.
"Mamma mia..." fu la reazione della signora che prese una porzione del suo liquido per tornare a spalmargli su di me, sempre con indifferenza, almeno è quello che faceva credere.
Il momento che si avvicinò alle mie parti calde alzai lo sguardo verso il cazzo eretto e pulsante la cappella parzialmente coperta. Anche lei lo osservava con aria soddisfatta. Non avevo il coraggio di dire niente, credo anche lei. Quando mi concentrai a catturare il suo sguardo, capì la partecipazione e desiderio di lei, reagendo con lo sfiorare delle dita la base dell' asta e poi con più decisione a scendere tra le mie gambe massaggiando i testicoli: era fatta, ci siamo.
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Carla prese il flacone del prodotto versandone una buona quantità alla sommità della mia ceppa, distribuendolo completamente sulla superficie con una mano, mentre l'altra sempre impegnata al massaggio della sacca del mio tesoro. In modo lento e rituale lubrifico' completamente l'asta dura e ora luccicante, scoprendo nella sua completezza e corposità il glande. Sempre con lentezza il su e giù della mano fermamente impugnante il pezzo di carne.
Era bellissimo: osservavo a bocca aperta ciò che il mio cazzo stava deliziando: "piace così?" mi venne chiesto, rispondendo da paonazzo con un gesto di affermazione della testa mentre mi appoggiato sui gomiti per godermi al meglio lo spettacolo. La signora sposto la mano impegnata alle palle, per stringersi alla base del pene, mentre con l'altra aggiunse altro prodotto per poi giocherellare con le dita intorno la cappella, concentrandosi più in seguito al frenulo, accarezzandolo vivacemente con il dorso del pollice: fu una sensazione molto intensa quest' ultima, anche se poco meccanica, ma senza ombra di dubbio spiazzante e straordinaria. Ci capii poco e niente che sborrai getti copiosi che ricaddero su di me, contorcendomi leggermente e gemendo, mentre lei non fermandosi al solo guardare si impossesso' a mano piena a funzionare il cazzo per tutta la lunghezza. Lo fece e continuò senza sosta anche quando perse la rigidità ormai.
La ipersensibilità mi fece gridare ma Carla non sembrava volerla smettere di masturbarmi: gel misto a sperma coprivano il cazzo che sembrava come innevato.
Ai miei gemiti, si ripresento' Lea, come per accorrere in aiuto. Rimase lì ad osservare e disse rivolgendosi all' amica:" hai visto che roba?"
"Straordinario...perfetto... " fu la risposta di Carla sempre concentrata nella masturbazione che continuò fino, a non so come, a un'altro scarico di sperma, di quantità molto inferiore alla prima.
Fu solo allora che mi diede tregua: mi vedevo il glande rosso paunazzo al mix biancastro di umido.
Mi venne chiesto se mi fosse piaciuto affermandolo come un cucciolotto: ridemmo in contemporanea tutti e tre.
"Se mi dai la possibilità, vorrei tanto approfondire con te" mi chiese la signora. Mi voltai verso Lea come per volere il suo consenso dimostrandosi più che propensa alla cosa e diedi conferma della mia voglia e disponibilità a quella nuova avventura, che subito dopo venne pianificata per il giorno dopo a casa della massaggiatrice.
 
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Ripreso dall' esperienza mi risistemai dopo una sciacquata in bagno. Appena uscito da questo raggiunsi le donne in soggiono: Carla era in procinto di andare via confermando l'incontro per il giorno dopo. Appresi da mia sorella, dopo che l'amica andò via, dov'è che viveva, risultava facile da raggiungere e che soprattutto viveva sola.
"Allora...come ti è sembrata?"
"Perché hai fatto questo per me?" le chiesi avendo capito che aveva combinato tutto lei per quell' occasione.
"Era per farti felice, non ti voglio distaccato com' è ultimamente. Se non ti va, puoi sempre rifiutare, Carla non si offendera' mica"
"E tu? Ti offenderai? Anche con katia mi hai dato via libera...e dopo..."
"Lo sai...sono cambiate tante cose...Non ritorniamo su questo argomento "
"Va be...ormai è fatta !" aggiunsi
" buon per te...ne vedrai di belle con lei, fidati...altro con quella zoccola della cugina. Quelle parole mi fecero riaffiorare gli morbosi incontri più che magnifici con katia. Cosa avrà avuto di più di lei la signora Carla pensai dentro di me.
"Ci sarebbe in ultima cosa però " aggiunse Lea
" sentiamo "
Abbassò lo sguardo, fece in mezzo respiro e disse:" sicuramente Carla ti darà una cosa che non hai mai provato"
Feci un segno con la testa di continuare a parlare.
" Ehm...Non so...ora sono un po' confusa..."
"Senti...o lo dici o no...ti preoccupa qualcosa?"
Lea si fece coraggio:" allora...certamente con lei...proverai l'anale..."
Mi rabbribidii di piacere rimanendo in silenzio per poi ringraziarla di avermelo detto
" è una fanatica di quel tipo di rapporto " continuai ad ascoltarla senza dire niente
"Però..." ancora con questi mezzi messaggi mi spazientirono sbuffando:" ancora...sputa il rospo!"
"L'idea che farai anale con lei...Non mi va giù " Lea liberò questo suo pensiero e le dissi che non l'avrei fatto.
" Non ci credo proprio, come farai a non farlo, dai che non è credibile, lo dici per farmi contenta, ammettilo"
"Allora...come si fa... okay rinuncio alla cosa con quella...contenta?"
" no no no...Non voglio questo...al contrario..."
" guarda che sei strana di brutto...neanche te sai cosa vuoi!"
" okay...Lo dico..." mancava solo il rullo di tamburi per quando era complicata. Si mise una mano in fronte, come per misurarsi la febbre e disse: " desidero che il tuo primo culo fosse il mio!"
Silenzio di tomba.
Tempo ci misi per trovare il coraggio di aprire bocca
" ma sei pazza...maledettamente pazza... Non è così. Siamo andati oltre in tante cose...ma questo è troppo!"
"Lo so...scusa..."
"Io non lo farò mai a te... neanche ti sfioro...mai fatto.
Altro silenzio glaciale.
Riattivo' la bocca: " pensavo che solo quello non sarebbe stato grave...una cosa meccanica, capisci? Quante volte ti sei segato davanti a me! Ora devi solo infilare il coso dentro e dietro. Neanche ci guardiamo negli occhi... questo è quello che penso ".
Reagìi dopo un po' chiedendo se potessi accendermi una sigaretta. Lei acconsentì andando a cercare un posacenere. Mi prendevo tempo per pensare: in fondo lei aveva ragione che insieme facemmo tante cose fuori dal comune. Rimanemmo a lungo senza parlare.
Presi la decisione:" okay...si farà come vuoi tu!"
Ci guardammo intensamente e mi abbraccio' dopo avermi baciato sulla fronte.
"Possiamo pensarci ancora un po'..." mi sussurro. Dissi che era inutile girarci intorno.
Rimanemmo per un po' vicini in silenzio. Si allontanò leggermente da me e con gli sguardi fissi agli occhi, si alzò la gonna per sfilarsi le mutandine che buttò sul divano. Si voltò e si inginocchio' sul tappeto persiano sotto i nostri piedi scoprendosi il culo dalla gonna che raggomitolo sulla schiena, assumendo la classica posizione canina attendendo la mia mossa. Il mio grado di titubanza sparì e mi abbassai i pantaloni e slip mentre lei si lubrificava l'ano con la sua saliva dopo che si era portata due dita in bocca.
Con il cazzo in mano, scapocciato e menandomelo per l'erezione ottimale che stentava a verificarsi, di istinto lo lubrificai anche io con la mia saliva che mi sputai sul palmo della mano: lentamente mi inginocchiai dietro di lei ancora impegnata a esplorarsi l'ano con indice e medio della mano.
Tolse la mano: non c'era bisogno di dirmi cosa dovessi fare. Poggiai il glande sul suo buco e lentamente con una leggera pressione tenendomi sempre la ceppa con una mano la penetrai fino a far combaciare i corpi. Un lungo suo sospiro: anche io sospirai. Automaticamente mi mossi dentro, leggeri colpetti fino ad intensificarli più profondamente. Non la toccavo minimamente: l'unico contatto era il mio sesso dentro il suo culo. I suoi rumori emessi sembravano causa di dolore ma ci stava godendo. Era bellissimo anche per me: non era come scopare in fica, si provava qualcosa di diverso.
Quando venni, completamente catturato dall' emozione, involontariamente poggiai le mani sulle sue chiappe, quasi per reggermi.
 

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Hai la capacità di farmelo venire duro leggendo. Come te le immagini ste donne che descrivi? Somigliano a qualche vip oppure a qualcuno che conosci?
 
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Hai la capacità di farmelo venire duro leggendo. Come te le immagini ste donne che descrivi? Somigliano a qualche vip oppure a qualcuno che conosci?
Tutto in astratto, così come mi passa in mente e frutto di esperienze personali.
Grazie per l'interessamento.
Mi piace che venga gradita questa piccola cosa
Grazie a tutti
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fantastico, me lo fai venire duro
Grazie mille
 
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