Esperienza reale Il ritorno di Susanna

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Holden90

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Grazie dei commenti ragazzi. A dire la verità l’ultimo capitolo è proprio l’ultimo, non della storia tra me e Susy ma di quello che ho chiamato “Il ritorno di Susanna”.

Al di là del poco tempo a disposizione per scrivere, confesso che speravo in una maggiore partecipazione (c’è bisogno di commenti e domande per motivarsi a scrivere ancora), ma rispetto ad altri racconti sono stati sempre i soliti a scrivere (graditissimi) apprezzamenti.

Quindi sono indeciso se proseguire…
 

Mikyelino

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Grazie dei commenti ragazzi. A dire la verità l’ultimo capitolo è proprio l’ultimo, non della storia tra me e Susy ma di quello che ho chiamato “Il ritorno di Susanna”.

Al di là del poco tempo a disposizione per scrivere, confesso che speravo in una maggiore partecipazione (c’è bisogno di commenti e domande per motivarsi a scrivere ancora), ma rispetto ad altri racconti sono stati sempre i soliti a scrivere (graditissimi) apprezzamenti.

Quindi sono indeciso se proseguire…
Dai fratello siamo tutti con te con Susy e il suo amico
 
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32 - Preparativi

Con il capitolo precedente si conclude quello che io ho intitolato “Il ritorno di Susanna”, ovvero come Susy è rientrata nella mia vita, con incredibile passione, stravolgendola. Questo ritorno e queste nostre avventure insieme rappresentano anche la storia di come sono entrato a far parte del cosiddetto mondo cuckold. A scriverlo ancora oggi un po’ mi imbarazza, ma in fondo mi rendo conto che questo “ritorno” non è altro che il racconto di come sono diventato un cornuto consapevole e di come ho iniziato a provare estremo piacere nell’esserlo.
Quella notta nel parcheggio la considero l’apice di questo processo, nondimeno la mia resa. Negare sarebbe stato nascondersi dietro a un dito e questo lo sapevamo entrambi.

Quello che successe a seguire fu in effetti abbastanza ovvio. Marco e Susy si rividero e lui la scopò. Per la prima volta fui completamente consenziente, dall’inizio alla fine. Ma Susy come al solito volle giocare con me e prima dell’appuntamento con Marco mi ritrovai a casa di lei ad aiutarla a scegliere l’outfit più adatto.

Nessuno di noi parlò apertamente. Non ci fu un momento in cui lei disse chiaramente “vado a scopare con Marco”, ma ogni piccolo gesto o battuta maliziosa ammiccava a quello. Mi ritrovai quindi in quella che devo dire essere una situazione piuttosto umiliante. Stavo aiutando la mia ragazza a scegliere l’abbigliamento adatto a un appuntamento con un altro uomo, un incontro che doveva portarla a un solo epilogo: farsi scopare.
Iniziammo a guardare una serie di capi piuttosto provocanti. Susy ne provava alcuni davanti a me, tra un sorrisino e l’altro. Una magliettina attillata e scollata. Una gonna con la zip sul culo. Una giacca elegante con sotto solo un elaborato reggiseno di pizzo. E io stavo lì a cazzo duro, guardandola, consapevole che avrebbe fatto lo stesso effetto a un altro da lì a poche ore.

“Ti lascio scegliere basta che sia un outfit da porca” mi disse ridacchiando.

Io le feci indossare un vestitino a fiori, stretto in vita da una cintura nera molto fine. Era decisamente scollato e quella sera sarebbe stato molto difficile guardarla negli occhi.

“E sotto amore?”

Aperto il cassetto della biancheria fu un tripudio di perizomi e brasiliane, di reggiseni più o meno provocanti. Ne scelsi uno a balconcino, che faceva risaltare ancora di più le sue belle tettone, per poi estrarre un perizoma di pizzo. Anche se devo confessare che di pizzo ce n’era ben poco. Si trattava di quelli classici con il triangolino dietro e il filo che correva intorno al culo. Lo indossò davanti a me, alzando il vestitino.
“Io avevo detto porca, ma tu mi vuoi troia amore…”
Preso da un irrefrenabile impulso mi gettai su di lei, abbracciandola e palpandole il culo avidamente. Schiacciai il pacco sulla sua coscia per farle sentire quanto ero duro e provai a baciarla.
Susy però mi spinse da parte, rifiutando le mie avances.

“Stai buono. Questa sera non è il tuo turno!”
Mi fece una linguaccia.
“Perché no? Magari solo una sega… un pompino…”
“Perché ho deciso di no” rispose secca, mentre si specchiava piuttosto soddisfatta.

Rimasi in silenzio, seduto sul suo letto, guardandola sistemarsi i capelli e dare gli ultimi ritocchi al trucco. Poi frugò un’altra volta tra i suoi cassetti e ne estrasse una palla di tessuto nero. Sembravano calze. Me le lanciò addosso.
“Queste le ho prese apposta per l’occasione, cosa ne dici?”
Sciolsi il groviglio che tenevo in mano e mi resi conto che si trattava di un paio di autoreggenti. Susy rise di gusto.

“Ti piacciono?”
“Molto.”
“Se vuoi puoi mettermele tu.”

Non me lo feci ripetere e mi misi in ginocchio ai piedi del letto, mentre lei mi porgeva un piedino. Appallottolai le calze e lo infilai dentro, per poi farle risalire lungo le gambe. Sistemai il bordo delle autoreggenti sulle cosce e guardai l’effetto estasiato, con il cazzo che premeva nei pantaloni.
Susy si alzò in piedi e fece un paio di piroette per vedere come stava. Si chinò un paio di volte e l’orlo delle autoreggenti sbucò appena dal vestitino. Poi si sedette di nuovo per vedere quanto saliva. A quel punto era evidente che le indossava. Mi fece l’occhiolino e sollevò un poco il bordo della gonna, mostrando completamente l’autoreggente.

“Allora, cosa ne dici?”
Ero ancora in ginocchio e mi adagiai su di lei, baciandole le calze. Tanti piccoli bacini sulla gamba e poi sulla coscia, fino a superare il bordo dell’autoreggente.
Lei mi prese per i capelli con dolcezza.
“Direi test superato! Vuoi mettermi anche le scarpe amore?”
Scelsi un paio di stivaletti con il tacco e li infilai ai suoi piedi, completando l’opera. Avevo appena vestito la mia ragazza per farla scopare con un altro.
“Bravo amore, hai buon gusto. Se fai il bravo ti racconto tutto quando torno a casa.”
 

Mikyelino

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Con il capitolo precedente si conclude quello che io ho intitolato “Il ritorno di Susanna”, ovvero come Susy è rientrata nella mia vita, con incredibile passione, stravolgendola. Questo ritorno e queste nostre avventure insieme rappresentano anche la storia di come sono entrato a far parte del cosiddetto mondo cuckold. A scriverlo ancora oggi un po’ mi imbarazza, ma in fondo mi rendo conto che questo “ritorno” non è altro che il racconto di come sono diventato un cornuto consapevole e di come ho iniziato a provare estremo piacere nell’esserlo.
Quella notta nel parcheggio la considero l’apice di questo processo, nondimeno la mia resa. Negare sarebbe stato nascondersi dietro a un dito e questo lo sapevamo entrambi.

Quello che successe a seguire fu in effetti abbastanza ovvio. Marco e Susy si rividero e lui la scopò. Per la prima volta fui completamente consenziente, dall’inizio alla fine. Ma Susy come al solito volle giocare con me e prima dell’appuntamento con Marco mi ritrovai a casa di lei ad aiutarla a scegliere l’outfit più adatto.

Nessuno di noi parlò apertamente. Non ci fu un momento in cui lei disse chiaramente “vado a scopare con Marco”, ma ogni piccolo gesto o battuta maliziosa ammiccava a quello. Mi ritrovai quindi in quella che devo dire essere una situazione piuttosto umiliante. Stavo aiutando la mia ragazza a scegliere l’abbigliamento adatto a un appuntamento con un altro uomo, un incontro che doveva portarla a un solo epilogo: farsi scopare.
Iniziammo a guardare una serie di capi piuttosto provocanti. Susy ne provava alcuni davanti a me, tra un sorrisino e l’altro. Una magliettina attillata e scollata. Una gonna con la zip sul culo. Una giacca elegante con sotto solo un elaborato reggiseno di pizzo. E io stavo lì a cazzo duro, guardandola, consapevole che avrebbe fatto lo stesso effetto a un altro da lì a poche ore.

“Ti lascio scegliere basta che sia un outfit da porca” mi disse ridacchiando.

Io le feci indossare un vestitino a fiori, stretto in vita da una cintura nera molto fine. Era decisamente scollato e quella sera sarebbe stato molto difficile guardarla negli occhi.

“E sotto amore?”

Aperto il cassetto della biancheria fu un tripudio di perizomi e brasiliane, di reggiseni più o meno provocanti. Ne scelsi uno a balconcino, che faceva risaltare ancora di più le sue belle tettone, per poi estrarre un perizoma di pizzo. Anche se devo confessare che di pizzo ce n’era ben poco. Si trattava di quelli classici con il triangolino dietro e il filo che correva intorno al culo. Lo indossò davanti a me, alzando il vestitino.
“Io avevo detto porca, ma tu mi vuoi troia amore…”
Preso da un irrefrenabile impulso mi gettai su di lei, abbracciandola e palpandole il culo avidamente. Schiacciai il pacco sulla sua coscia per farle sentire quanto ero duro e provai a baciarla.
Susy però mi spinse da parte, rifiutando le mie avances.

“Stai buono. Questa sera non è il tuo turno!”
Mi fece una linguaccia.
“Perché no? Magari solo una sega… un pompino…”
“Perché ho deciso di no” rispose secca, mentre si specchiava piuttosto soddisfatta.

Rimasi in silenzio, seduto sul suo letto, guardandola sistemarsi i capelli e dare gli ultimi ritocchi al trucco. Poi frugò un’altra volta tra i suoi cassetti e ne estrasse una palla di tessuto nero. Sembravano calze. Me le lanciò addosso.
“Queste le ho prese apposta per l’occasione, cosa ne dici?”
Sciolsi il groviglio che tenevo in mano e mi resi conto che si trattava di un paio di autoreggenti. Susy rise di gusto.

“Ti piacciono?”
“Molto.”
“Se vuoi puoi mettermele tu.”

Non me lo feci ripetere e mi misi in ginocchio ai piedi del letto, mentre lei mi porgeva un piedino. Appallottolai le calze e lo infilai dentro, per poi farle risalire lungo le gambe. Sistemai il bordo delle autoreggenti sulle cosce e guardai l’effetto estasiato, con il cazzo che premeva nei pantaloni.
Susy si alzò in piedi e fece un paio di piroette per vedere come stava. Si chinò un paio di volte e l’orlo delle autoreggenti sbucò appena dal vestitino. Poi si sedette di nuovo per vedere quanto saliva. A quel punto era evidente che le indossava. Mi fece l’occhiolino e sollevò un poco il bordo della gonna, mostrando completamente l’autoreggente.

“Allora, cosa ne dici?”
Ero ancora in ginocchio e mi adagiai su di lei, baciandole le calze. Tanti piccoli bacini sulla gamba e poi sulla coscia, fino a superare il bordo dell’autoreggente.
Lei mi prese per i capelli con dolcezza.
“Direi test superato! Vuoi mettermi anche le scarpe amore?”
Scelsi un paio di stivaletti con il tacco e li infilai ai suoi piedi, completando l’opera. Avevo appena vestito la mia ragazza per farla scopare con un altro.
“Bravo amore, hai buon gusto. Se fai il bravo ti racconto tutto quando torno a casa.”
Che donna incredibile
 

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