Esperienza reale Racconto di fantasia IL SEGRETO DELLA VILLA

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Zafir45

Guest
Questo racconto è frutto di pura fantasia. Dopo aver condiviso vari racconti nel nostro forum, mi sono reso disponibile per creare storie su richiesta. Di conseguenza, diverse coppie mi hanno raggiunto. Una di loro era particolarmente interessata a esplorare il tema dell'infedeltà nella narrazione. Nomi, personaggi, e luoghi sono frutto di immaginazione.

Prologo

Io e Sabrina, entrambi sulla quarantina, siamo marito e moglie da molti anni. Nonostante la vita frenetica e i numerosi impegni, non manchiamo mai di passare del tempo insieme a mia cognata Sonia e a suo marito Claudio, consolidando così i nostri rapporti familiari.
Mia moglie Sabrina, con un'altezza di un metro e sessantacinque, emana un'aura sensuale e intrigante. I suoi capelli castani, che talvolta sfumano in sfaccettature ramate, le cadono dolcemente sulle spalle. Pur avendo una corporatura magra, la sua silhouette sottolinea curve naturali, in particolare le sue forme del suo sedere sodo e rotondo, quel classico fisico a pera. Il suo seno, ben modellato e tonico, si abbina perfettamente alla sua figura snella, contribuendo alla sua aura di femminilità sottile. Gli occhi, profondi e scuri, ti trascinano in un abisso di mistero e seduzione.
Sonia, sorella di Sabrina, anche se di statura minore, irradia una presenza inconfondibile. Sfoggia una chioma bionda con sfumature dorate tagliata in uno stile audace e maschile che mette in risalto la sua pelle chiara. I suoi occhi verdi brillano di una luce maliziosa, che amplifica ulteriormente la sua aura sexy. La sua figura, robusta e formosa, racconta storie di forza e femminilità. Il suo seno, abbondante e di una quarta misura, si staglia orgogliosamente sul suo torace, bilanciato da spalle larghe e un girovita che enfatizza ulteriormente le sue curve. Le sue cosce sono piene e toniche, e si uniscono in un fondoschiena generoso e arrotondato. Le sue cosce sono piene e toniche, e si uniscono in un fondoschiena generoso e arrotondato. Ogni suo gesto, dalla camminata al modo in cui lancia uno sguardo, è un cocktail di audacia e sensualità.
Una sera, con un misto di sorpresa ed eccitazione, Sabrina e Sonia ci rivelarono di essere state invitate a una festa in una splendida villa da alcuni dei loro amici più facoltosi.
Indossammo vestiti eleganti, meticolosamente dettagliati e con tocchi di raffinatezza che riflettevano la cura con cui erano stati scelti. Il palpabile entusiasmo nell'aria era contagioso mentre ci preparavamo ad entrare nella grandiosa villa, un gioiello architettonico che prometteva di ospitare un party indimenticabile. L'idea di mescolarci con gli invitati e condividere momenti gioiosi e spensierati rendeva l'attesa ancora più elettrizzante.
La villa sorgeva in cima a una collina, circondata da un sottile velo di nebbia che la rendeva quasi irreale. L'ingresso principale era illuminato da torce ardenti, le cui fiamme danzavano sotto la brezza leggera della notte. Malgrado la sua esteriore bellezza, il luogo emanava un'aura misteriosa, quasi come se custodisse antichi segreti.
All'ingresso, Sabrina, con un vestito lungo elegante e un'aria di aspettativa, sembrava quasi trascinata in un mondo che le era sconosciuto eppure irresistibile. Sonia, con un sorriso enigmatico, le stava accanto come una guida rassicurante. Claudio ed io ci guardammo confusi, ignari di ciò che stava accadendo, ma era chiaro che avevamo entrambi scelto di avventurarci insieme in quella situazione.
L'interno della villa era un tripudio di colori e profumi. Candelabri d'argento illuminavano le sale, e i muri erano decorati con simboli e icone di un culto antico. La musica, un misto di melodie orientali e canti cerimoniali, permeava l'ambiente.

Capitolo: “Sabrina”

Man mano che la serata avanzava, l'atmosfera diventava sempre più carica. Sabrina venne condotta al centro di un grande cerchio tracciato sul pavimento. Sonia, con un gesto cerimoniale, le consegnò un piccolo amuleto, e mia moglie lo prese con reverenza.
Le persone intorno al cerchio iniziarono a intonare un canto ipnotico. Sabrina, guidata dal ritmo e dalla melodia, iniziò a danzare al centro del cerchio, perdendosi in una trance profonda. I partecipanti, con le loro maschere e mantelli, la circondavano come guardiani di un rito ancestrale.
Claudio, visibilmente affascinato e inquieto allo stesso tempo, mi sussurrò: "Cosa pensi stia succedendo veramente qui?"
Prima che potessi rispondere, un'anziana sacerdotessa si fece avanti, portando con sé una coppa d'oro. Mise alcune gocce del suo contenuto sull'amuleto di Sabrina, che brillò di una luce sovrannaturale. Con un gesto solenne, la sacerdotessa lo consegnò a mia moglie, che lo indossò orgogliosamente.
Quando il rito si concluse, Sabrina tornò da noi con uno sguardo trasformato, come se avesse attraversato un portale verso un altro mondo e fosse tornata con nuove conoscenze.
La serata continuò in un vortice di festeggiamenti e danze. La sensualità della notte era palpabile, ogni sguardo scambiato tra gli ospiti sembrava carico di significati nascosti e desideri inespressi. In un angolo appartato, Sabrina e Sonia sussurravano tra loro, lanciando occhiate provocanti a me e Claudio.
Il palpabile desiderio nell'aria si intrecciava con la magia che permeava la villa. Ciascuna torcia, con le sue fiamme danzanti, creava un gioco d'ombra sensuale sui muri antichi, suggerendo promesse di piaceri proibiti.
Sabrina, ancora risplendente e magnetica dal rituale, non poté resistere allo sguardo di Rolando, uno dei partecipanti al rito. Era un uomo affascinante, dal portamento regale, con occhi neri penetranti che parevano sondare l'anima. Mentre si avvicinava, le loro energie vibravano in simbiosi. La mano di Rolando sfiorò la curva del collo di Sabrina, inducendola a un brivido involontario. Lentamente, con passi misurati, si allontanarono dalla folla, cercando intimità in una delle molteplici stanze nascoste della villa. All'interno, i drappi pesanti li isolavano dal resto del mondo, e nel tepore soffuso della stanza, si esplorarono con una passione incontenibile.
Dopo che se ne furono andati, rimasi solo per un po', poi mi sentii incuriosito e decisi di andare a vedere dove fossero finiti. Ad un tratto, li vidi in una stanza con la porta socchiusa. Da dentro, potevo vedere solo le loro ombre, che si muovevano in modo sinuoso. Le loro voci erano basse e sussurrate, ma potevo percepire la passione che le animava.
Mi avvicinai piano, per non farmi sentire. La stanza era buia, ma i miei occhi si abituarono presto alla penombra. I due amanti erano abbracciati, i loro corpi si fondevano insieme. I loro baci erano profondi e appassionati, le loro lingue si intrecciavano in un vortice di desiderio. Sentivo schioccare le loro labbra per poi cadere tutto nel silenzioso bacio profondo, lui la stringeva a se con vigore, i loro corpi aderenti e le loro mani si perdavano nei punti più nascosti, lui sollevò delicatamente il vestito e inizio a palpare con ardore il suo culo rotondo, sodo, mentre lei molto eccitata cercava freneticamente il cazzo di Rolando. In un attimo, lui le sfilò le mutandine e cominciò a massaggiare con vigore la sua figa calda ed umida.
L’eccitazione di quella scena mi pervase, Sabrina si stava scoprendo molto più disinibita di come la conoscevo. Io ormai ero in preda ad una forte eccitazione, e quella scena mi sconvolse ma nello stesso tempo suscitava in me una forte eccitazione. Vedo la lussuria ed il godimento di Sabrina dipingersi nel suo volto, avida di quel cazzone ed esaltata nel dare piacere. Dio, mi fa impazzire vedere mia moglie così senza remore o inibizioni.
Rolando quindi alzò la gamba sinistra di Sabrina ed continuo’ a massaggiarle la fica, lei abbracciò le spalle di Rolando continuando a limonare profondamente, ma gli effetti delle mani sapienti e navigate di lui non le lasciarono scampo: si staccò dalle sue labbra ed iniziò ed emettere suoni di godimento, teneva la bocca aperta e gli occhi chiusi, lui sentendola così coinvolta accelero il ritmo delle sue dita nella vagina che lei assecondo completamente allargando di più le gambe.
L’amplesso di Sabrina era ormai vicino, teneva le gambe sempre piu aperte e Rolando sembrava essere instancabile, si sentiva il suono delle dita sulle labbra fradice, lei godeva come non l’avevo mai vista, gli diceva di non fermarsi e dopo un breve silenzio emise un lungo verbo di godimento, chiudendo le gambe e stringendosi a lui con tutte le sue forze. La scena a cui avevo assistito aveva maturato in me un’eccitazione indescrivibile, avrei voluto io continuare al posto di Rolando.
Lui le tira la cerniera del vestito di Sabrina e glielo lascia cadere lungo i fianchi. Così lei adesso è completamente nuda. Lui la contempla ammirato, lei è bellissima e nella poca luce le sue forme sono esaltate: il suo collo, le tette piccole ma sode con i capezzoli turgidissimi, la pancia piatta, la curva della schiena, le sue gambe lunghissime.
Rolando gli passa un dito sulle labbra, lei lo accoglie e glielo succhia, allora Rolando glielo toglie di bocca e va a cercare il culo di lei, e mentre ancora si baciano capisco da un movimento brusco di Sabrina che Rolando gli ha messo il suo ditone nel culo. Vedo la sua mano che si muove e il suo dito spingere e riuscire per un po’ di volte. Poi si staccano e lui le fa capire che è ora di abbassarsi e liberargli il cazzo.
Lei si abbassa - Ma è vero? Oh, mio Dio è enorme!
Sabrina rimane un po’ lì a fissarlo poi si avvicina e lo incomincia a baciare, a leccare e a succhiare.
Mentre lei carezzava con la sua lingua la cappella turgida del suo membro, Rolando fece scivolare via il suo mantello, svelando una camicia finemente tessuta. Con movimenti sicuri, la rimuoveva, mostrando i muscoli definiti, e lentamente si slacciò la cintura di cuoio.
Gli fa un cenno e lei si stacca e si sdraia sul letto pronta a riceverlo. Lui si siede accanto a lei, si toglie scarpe e pantaloni e gli si mette sopra iniziandola a baciare appassionatamente. Sabrina allarga le gambe e lo cinge in vita, ha la figa che è un brodo e non appena Rolando gli appoggia la cappella questa scivola subito giù. Lei è tutta un lamento di goduria.
- Ahhh, sììì. Ma fai piano che non sono abituata, è troppo grosso per me.
E intanto lui avanza, lentamente, ma inesorabilmente. Fino ad arrivare ai coglioni. A questo punto lei dice:
-Mhh, non mi ero mai sentita così piena, mi sembra di sentire un palo conficcato nelle mie gambe, è bellissimo.
Vedere quel cazzone gigante scomparire dentro la fighetta di Sabrina è un emozione indescrivibile, sento eccitazione, rabbia, gelosia, orgoglio e anche invidia per non essere al suo posto. Insomma un vortice di emozioni che solo chi ha provato una cosa del genere può capire.
I gemiti di Sabrina si fanno sempre più incalzanti e vicini fino a che non emette un lungo grido simile ad un singhiozzo che fatica ad arrestarsi.
La sento gemere e venire, gli spasmi dell’orgasmo che si riverberano dal suo centro di piacere ai piedi, alla pancia, alle braccia, alle sue sue tette fino al suo viso. La sento vibrare di fremiti di puro piacere. Le contrazioni della sua figa e del suo culo sembrano voler strozzare il suo membro.
Dopo neanche 5 minuti di intensa scopata, Giulia si lasciò andare a un sospiro di goduria: - Cazzo sono già venuta 2 volte, sei fantastico. Continua così..
Cambiano posizione e lei gli si mette di sopra, vedo che prende il grosso membro di Rolando e se lo punta all’ingresso della vagina per poi scendere e farselo sparire tutto dentro. Lui la fa avvicinare a se e iniziano a baciarsi, il ritmo aumenta ed ogni tanto il cazzo esce fuori e lei è costretta a riprenderlo e rimetterselo dentro. Ormai la pompa come un toro, Mario, proprio all’ultimo gli si sfila e la tira su puntandogli il cazzo davanti alla faccia e il suo cazzo, grosso e possente, inizio’ a spruzzare fiotti di sborra calda sul viso. La faccia di Sabrina era totalmente coperta di sborra densa.
Alla fine Mario con le dita raccoglie la sborra che aveva in faccia Sabrina e gliela infila in bocca facendosele ripulire. Dopo di che gli ha rinfila il cazzo in bocca per farselo pulire bene.
Non avevo mai provato un'eccitazione così grande come vedere mia moglie scopata cosi fortemente da un altro uomo.
All'improvviso una mano mi ha sfiorato la spalla. Mi sono girato di scatto con il timore di essere soppreso, era Sonia, che mi ha sorriso in modo beffardo. "Non preoccuparti," mi ha sussurrato. "Vedo che ti è piaciuto molto vedere la tua mogliettina scopata da un altro uomo con un grosso cazzo. Adesso però vieni con me andiamo a divertirci un po' anche noi."

Capitolo: “Sonia”

Sonia si avvicinò a me, i suoi occhi cercavano i miei in un silenzio carico di tensione. Lei mi aveva stregato con il suo sguardo provocante e la sua proposta indecente. La sua mano si appoggiò sulla mia e, con un cenno della testa, mi invitò a seguirla in una stanza appartata, le luci erano tenue e creavano un'atmosfera intima e raccolta. All'improvviso, mi accorsi che anche Claudio ci stava raggiungendo.
Sentivo il suo respiro, mentre il suo corpo si premeva leggermente contro il mio. Era un momento sospeso, un frammento di eternità che sembrava durare all'infinito.
Mi resi subito conto che dietro un'apparenza così estroversa, solare e con la sua contagiosa allegria, si celava una donna dalle intense passioni libidinose, una gran troia affamata di cazzo.
Ad un angolo della stanza, Claudio, il suo compagno, ci osservava. I suoi occhi erano calmi, ma intensi. Mi guardò e annuì lentamente, un gesto di consenso e comprensione. Ero sorpreso, non mi aspettavo una tale maturità da parte sua, ma quel suo gesto eliminò ogni dubbio e incertezza che avrei potuto avere.
Sonia e io eravamo come magneti, attratti l'uno verso l'altra da una forza irresistibile. Ma la presenza di Claudio, con il suo sguardo profondo e comprensivo, ci ricordava che ogni gesto, ogni tocco, ogni parola aveva un significato più profondo.
Era evidente che tra loro esisteva una complicità unica, una fiducia che andava oltre la normale dinamica di coppia, e la loro apertura verso di me aveva creato un legame inaspettato. E quel gesto di Claudio, quel semplice annuire, era la prova che l'amore, nella sua forma più pura, può superare qualsiasi barriera e pregiudizio.
Claudio si mosse silenziosamente attraverso la stanza, i suoi passi erano leggeri ma decisi. Avvicinandosi, mise le mani sulle spalle di Sonia, scivolando poi delicatamente intorno alla sua vita. Lei chiuse gli occhi per un momento, lasciandosi cullare dal calore di quell'abbraccio familiare e rassicurante. E in quel momento, ci trovammo in un abbraccio a tre, un cerchio di calore e affetto in cui le energie si mescolavano in un balletto di sensazioni e emozioni.
Sentii il respiro profondo misto di eccitazione di Claudio, mentre Sonia, ancora tra le mie braccia, poggio la testa all'indietro, trovando conforto sulla spalla di Claudio. Era un contatto così intimo e potente, come se le nostre anime stessero danzando insieme, sospese in quel momento etereo.
"Siamo insieme in questo," sussurrò Claudio, le sue parole erano cariche di significato, un riconoscimento del legame che ci univa tutti e tre.
Sonia aprì gli occhi, quegli occhi profondi e luminosi che erano stati testimoni di tanti momenti condivisi. "Grazie," disse semplicemente, la sua voce tremante per l'emozione.
Le luci diffuse della stanza avvolgevano tutto in una dolce penombra, e per qualche minuto, il tempo sembrò fermarsi. Non c'erano parole da dire, solo emozioni da sentire e condividere. Era come se, in quel momento, avessimo creato un rifugio dal mondo esterno, un luogo sicuro dove le barriere si dissolvevano e i cuori si univano.
Sonia rivelò il lato più audace di se stessa. Con movimenti lenti e sensuali, iniziò a svelare il suo corpo, invitandoci a partecipare al gioco di seduzione.
Lei prese la mia mano e la posizionò sul suo fianco, guidandomi in un'esperienza che mai avrei pensato di vivere. Mentre il nostro trio si avvolgeva in un danza sensuale, le barriere tra di noi si dissolsero.
Con un gesto deciso, Claudio fece scivolare l'abito di Sonia, rivelando un corpo sinuoso e un seno grande e ben definito, coronato da grandi capezzoli. Percependo la crescente tensione dell'istante, mi liberai rapidamente dei miei vestiti, trovandomi anch'io nudo. Allora Claudio in un impeto di desiderio, prese il seno turgido di sua moglie e lo portò perentoriamente alle mie labbra, come a voler condividere con me un momento di afrodisiaca eccitazione.
Io, preso dalla passione, non resistetti e iniziai a baciare i grossi seni e a mordicchiare i duri capezzoli. Sentivo il calore della sua pelle contro la mia, e ogni singolo contatto mandava brividi lungo la mia schiena. Le sue dita scorsero sui miei capelli, tirandomi lentamente verso di lei. I nostri respiri si fusero, diventando indistinguibili. In quel momento, non esistevano più distanze o limiti, solo noi e l'incanto di quella notte. Mentre la mia mano si avventurava a esplorare le sue cosce rotonde massaggiandole la figa già bagnata di lussuria. Con frenesia le masturbavo il clitoride, e lo facevo davanti a suo marito. Si lasciò masturbare il clitoride traendone grande godimento.
Le braccia di Sonia a quel punto si aggrappano al mio collo come a volermi strozzare. Con delicatezza e un'intensità palpabile, Claudio tracciò una serie di baci lungo la morbida curva del collo di lei, già presa dalla passione.
Poi lei si voltò verso di lui e invertendo la sua posizione, si chinò e si mise a succhiare con avidità il cazzo di suo marito. Messa così mi porgeva il suo bel culo verso di me, chiaro invito rivolto a me. Mentre la sento pompare bene e ingoiare il cazzo di Claudio, io affondo la mia faccia tra le sue cosce, allargandole bene le natiche e leccandole per bene passera e buchetto del culetto. Grazie alla mia posizione privilegiata, vedo sballonzolare da sotto la sua figa fradicia, quelle grosse tette sode e con i capezzoli durissimi, lui le afferra un seno e la accarezza, mentre lei continua imperterrita a pomparlo. Sonia inizia a lavorarselo per bene, gli lecca per bene l’asta, le palle, lo masturba e poi lo rimette in bocca.
Mi immergo tra le sue cosce mentre lei è ancora a 90 gradi, stuzzicandole il clitoride con le dita mentre affondo la lingua nel suo culo. Questo la fa impazzire e la sento che si lascia sfuggire un lamento di piacere, quasi un piccolo urlo, stavolta senza doversi preoccupare di trattenerlo.
Dai mugolii di Claudio, capisco che sta impazzendo di piacere. Dopo un tempo indefinito, prima che uno dei due venga, la fermo gentilmente e la faccio alzare.
Sonia mi abbraccia cominciandomi a baciare con la lingua. La sento aderire con tutto il suo corpo che preme su di me, dalle tette alla pancia al suo sesso caldo e bagnato. Sento anche il leggero sapore agrodolce nella sua bocca che mi ricorda che ha appena finito si spompinare per bene i nostri cazzi.
Dietro di lei Claudio la circonda, si struscia sulla sua schiena e la bacia, la tocca, la esplora, toccando ogni tanto anche me con carezze che non capisco se sono volute o meno.
Sonia è in mezzo a noi due, continua a baciarmi cingendomi le sue braccia al collo. Sento Claudio che le preme sulla schiena e la esplora con le mani, con il cazzo che la punta tra le natiche, strusciandosi per bene.
Poi, come guidati da un'intesa silenziosa, ci distendiamo dolcemente sul letto, godendo del calore di un tenero abbraccio, conservando il nostro avvolgente abbraccio a tre.
Sonia , appoggiata lateralmente, mi abbraccia e alza la gamba sinistra, invitandomi, accogliendomi. La penetro e mi abbandono a lei. Dietro a lei c'è Claudio, appiccicato alla sua schiena, che la bacia, la palpa, le tocca le tette, il culo e il cui cazzo si insinua tra le sue gambe. Lo sento spesso che si struscia proprio tra di noi, come se volesse entrare anche lui e partecipare alla festa.
Sonia geme e gode, una dea adorata dai suoi stupidi sudditi.
Dopo un po’, scioglie il suo abbraccio su di me e si gira verso Claudio, invertendo le posizioni. Muoio di invidia nel momento in cui sento Claudio che la penetra e comincia a pomparla in modo ritmato, sempre più veloce.
Sonia gode e geme.
Con una mano mi afferra il cazzo e continua a segarmi mentre io la bacio e sento Claudio, a pochi centimetri dalla mia faccia che mugola di piacere. Sonia e’ praticamente avvolta da noi, con la faccia affondata tra la mia e quella di Claudio.
Sento la mano di Sonia afferrare il mio sesso e guidarlo verso suo buchetto: ho il cazzo ricoperto dei suoi umori e bagnatissimo, non serve neanche il lubrificante. Mi invita ad entrare.
Spingo un po’, cerco di adattarmi al ritmo di Claudio che sta scopando con foga mia moglie.
Sonia tiene alzata e piegata la gamba destra con la mano, allargando così i suoi buchetti e facilitando la nostra cavalcata.
La penetro da dietro.
Sento gemere Sonia .
È il paradiso, mi devo trattenere per non venire.
Sonia comincia ad ansimare, non riesce a trattenersi e ci sussurra un “piano”; la sentiamo cercare di imporre un ritmo a tutti e due con il suo movimento pelvico.
Claudio, che capisce, si adegua ad un ritmo più calmo e rilassato, meno irruente. Io faccio lo stesso. Sento perfettamente il suo cazzo che entra ed esce, che praticamente si struscia anche sul mio essendo separati da una sottilissima parete. Sincronizziamo i movimenti che diventano alternati: mentre lui esce, io spingo, mentre lui spinge, io esco.
Dopo alcuni tentativi ed esitazioni, i nostri ritmi appaiono più allineati e rimici. Sonia guida, sembra danzare, noi coordinati la seguiamo.
L’effetto che si produce non riesco a scriverlo. Sentiamo crescere tutti il ritmo imposto, sta arrivando l’orgasmo, ci abbandoniamo all’ultimo rush finale cercando di non spezzare il ritmo.
I gemiti di Sonia si fanno sempre più incalzanti e vicini fino a che non emette un lungo grido simile ad un singhiozzo che fatica ad arrestarsi.
La sentiamo gemere e venire, gli spasmi dell’orgasmo che si riverberano dal suo centro di piacere ai piedi, alla pancia, alle braccia, alle sue sue tette fino in faccia. La sentiamo vibrare di fremiti di puro piacere. Le contrazioni della sua figa e del suo culo sembrano voler strozzare i nostri membri. Per me è troppo.
Mi lascio andare raggiungo l’apice del godimento un paio di secondo dopo il suo e le vengo dentro, svuotandomi completamente, aggrappandomi a lei, strizzandola tra le mie braccia e soffocando il mio gemito tra i suoi capelli.
Sento un’esplosione di calore laggiù in fondo e Sonia afferrarmi una natica - l’unico movimento che può fare in quella posizione - per cercare di bloccarmi dentro di lei e congelare il più possibile questo attimo di orgasmo.
Penso che Claudio stia venendo anche lui dai gemiti che fa.
Non mi importa.
Nella penombra sentiamo solo i nostri respiri affannosi che si calmano a poco a poco.
Siamo sfiniti.
Rimaniamo così per un tempo indefinito ad aspettare che i nostri battiti cardiaci ritornino ad un livello accettabile e di riprenderci dall'orgasmo estremo.

Capitolo: “Foursome”

Il silenzio regnava nel stanza. Io, Sonia e Claudio stavamo parlando a bassa voce, tra sorrisi sottintesi e sguardi complici. Era una di quelle serate in cui tutto sembrava magico, in cui il tempo sembrava essersi fermato. La luce soffusa proveniente dalla lampada d'angolo rendeva l'atmosfera ancora più intima e raccolta.
Improvvisamente, il suono di una porta che cigolava, rompendo quella sfera di tranquillità, ci fece voltare tutti verso l'ingresso. Lì, sulla soglia, si trovava Sabrina. I suoi lunghi capelli castani cascavano sulle spalle, e il suo abito lungo si adattava perfettamente al suo portamento regale. Gli occhi scrutavano la stanza, e una volta posati su di me, vi rimasero fissi, profondi, enigmatici.
Non c'era sorpresa sul suo viso. Anzi, c'era una certa serenità, come se fosse già a conoscenza di quello che stava accadendo. Un sottile sorriso giocava sulle sue labbra mentre avanzava lentamente verso di noi. Ogni passo che faceva rivelava una certa confidenza, un'assoluta padronanza della situazione.
Io mi resi conto, in quel momento, che forse non conoscevo davvero Sabrina come credevo. C'era qualcosa di nascosto dietro quel suo sguardo, una storia, un segreto. E la sua calma mi fece pensare che, forse, aveva già condiviso momenti intimi non solo con sua sorella Sonia ma, inaspettatamente, anche con Claudio.
"Sabrina...", cominciai, cercando le parole.
Prima che potessi continuare, lei si avvicinò, riducendo la distanza tra di noi. Il suo profumo avvolgente mi inondò, e un forte desiderio montò in me. Desideravo conoscerla, capirla, scoprire ogni angolo nascosto della sua anima.
"Shh...", sussurrò, poggiando un dito sulle mie labbra. "Non c'è bisogno di parole."
Con quella semplice azione, Sabrina ci aveva accolti nel suo mondo, un mondo di misteri e desideri inespressi. Era chiaro che quella notte avrebbe portato rivelazioni e nuove scoperte per tutti noi. E io, incuriosito e affascinato, ero pronto ad esplorarle insieme a lei.
Sorprendendomi sempre più, Sabrina dopo essersi spogliata nuda, andò verso sua sorella, la stese sulla schiena, le allargò le cosce e cominciò a passarle la lingua sulla fica.
Rimasi un pò interdetto dall’iniziativa, ma di fronte alla irresistibile scena di mia moglie che leccava la fica pelosa di sua sorella, mi eccitai come un matto e mi misi leccare assieme a lei. Mia cognata, sotto la furia di due lingue che le leccavano voracemente la vulva, iniziò a gemere sempre più forte; dopo un’altra ripassata al clitoride, mi misi sopra di lei e le accostai il cazzo alla bocca. Velocemente me lo ingoiò tutto iniziando a succhiarmelo e insalivarmelo con piacere.
Mentre la bocca mi suggeva rumorosamente la verga, mi allungai fra le sue cosce e continuai il mio gioco di lingua. Sabrina nel frattempo aveva preso di mira il buchetto dell’ano di Sonia e, leccandolo, alternava la lingua al dito medio che prima piano, poi sempre di più, affondava nello sfintere della sorella muovendolo ritmicamente come un cazzo in monta. Io, col cazzo in gola alla sorella, le leccavo goduriosamente l’interno della vagina.
Claudio arrapato da questa situazione intrigante iniziò a leccare la figa di Sabrina.
Non so se Sonia fosse del tutto pronta ad una situazione così, tuttavia mi appariva pienamente inserita in quella ammucchiata, tanto che guaiva come una cagna. Sentivo la sua bocca e la sua lingua che mi mungevano il cazzo, mentre le sue mani mi massaggiavano i coglioni e il buco del culo. Imitando la sorella che la stava inculando con un dito, mi infilò il medio nel culo e iniziò a spingerlo su e giù. Dopo un quarto d’ora di leccamenti e pompini, mi staccai, presi Sonia per le cosce e mi sistemai per fotterla. Lei allargò le gambe e con un colpo violento le introdussi il cazzo nella fica bagnata.
"Aspetta disse Sabrina, voglio anch’io un po’ di cazzo …si rivolse a Claudio tutta eccitata". Presto fatto, ingoiò il suo uccello fino in fondo alla sua figa.
"Cazzo che bello! …godo… dài, pompami…cazzo com’è grosso! cazzo godo! …godooo! .., mmmhhhh, dio, che montone che sei!
Io nel frattempo girai Sonia, le allargai bene la fica con le mani e, montandola alla pecorina, la penetrai violentemente facendole battere i denti dal contraccolpo. La fica di Sonia era più stretta di quella di Sabrina ma, bagnata com’era, mi sembrava di affondare il cazzo in un vasetto di miele. Tenendola ferma per le chiappe, iniziai a sbatterla furiosamente facendola urlare di piacere.
Sabrina, sazia per il godimento, assisteva ora alla mia monta accarezzandosi dolcemente la fica arrossata e stringendomi i coglioni, quasi per far accumulare la sborra, e con la lingua partecipava alla chiavata leccandomi l’asta che stantuffava e la fica sbrodolante della sorella.
Sotto quei colpi di cazzo e di lingua Sonia cominciò ad andare di testa. "Piano… piano… no… no… forte, più forte… cazzo, godo! …porco… che bello!… non ho mai chiavato così forte… sorella, scusami, ma tuo marito me lo devi prestare più spesso …. mmhhh che montone!... dài, sì …riempimi di sborra… riempimi la pancia … fammi fare un sacco di figli … sììì … dài, ti darò anche il culo dopo… dài godi… godi montone mio …. aaahhh …. ecco perché non rimanevo incinta!... non mi ha fatto mai godere tanto quel cornuto di mio marito! … mmmmhhh sento che diventa più grosso …basta! non ce la faccio più!… sì, godi…godi… sììì, dài, sborra che mi sento mancare!".
Tutto sudato pompavo come un ossesso, non avevo mai fatto una chiavata come quella, alla fine godetti sborrando un ettolitro di sperma dentro quella fica vorace. Continuai per inerzia ad assestare altri colpi, poi, uscito dalla fica, ficcai il cazzo in gola a mia moglie che me lo ripulì di tutto l’umore di cui era impregnato.
Sonia, con gli occhi ancora trasognati, si rivolse alla sorella con voce arrochita dalla goduria:
"Sabrina, non ti ringrazierò mai abbastanza per la chiavata di oggi …. Scusami se mi sono lasciata andare, ma tuo marito è un montone di razza! … beata te!”
Al che Sabrina si chinò verso di lei e, baciandola sulla bocca, le sussurrò:
“Tesoro, ora stai ferma un po’, fallo scendere nell’utero il ripieno di sperma che mio marito ti ho scaricato…. La prossima volta lo rifacciamo, per essere più sicuri …. Ma poi basta, non prenderci gusto!... il montone torna nella stalla".
Sabrina aveva pronunciato quelle parole con un ghigno ironico, ma in maniera piuttosto netta e tagliente. Pensai bene di non mettere becco nel dialogo delle due sorelle, anche se, in cuor mio, non rinunciavo all’idea di potermele scopare entrambe.
Nel cuore della notte, la villa sembrava vivere di luce propria, riflettendo e amplificando le passioni che si consumavano al suo interno. I corridoi risuonavano di risate sussurrate, gemiti velati e sospiri di estasi.

Con l'avvicinarsi dell'alba, le energie cominciarono a placarsi. Noi ci ritrovammo sul balcone, i nostri corpi intrecciati in un abbraccio post-passionale, il fresco dell'alba a baciare la nostra pelle infuocata.

Quando il sole sorse, illuminando la nebbia che avvolgeva la villa, sapevamo che qualcosa in noi era cambiato. Avevamo attraversato un confine, svelato desideri e passato una notte indimenticabile. Il legame tra noi era ora più profondo, e mentre lasciavamo la villa, lo sguardo di complici intese che scambiammo prometteva che quel segreto sarebbe rimasto solo nostro.

All'alba, lasciammo quella dimora di piacere, i nostri corpi esausti ma le nostre menti ancora inebriate. Sabrina, Sonia, Claudio ed io ci scambiammo sguardi complici, consapevoli che quella notte aveva cambiato il nostro rapporto per sempre. E sebbene la villa avesse svelato i nostri desideri più nascosti, sapevamo che il legame tra noi era ora più forte che mai.
 

Allegati

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