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Eccomi di nuovo qui a raccontare qualche altra cosa sulle esperienze della mia Mary.
Come già noto dagli altri post, mia moglie oltre al suo vizietto e quel poco di esibizionismo, mi ha raccontato tutto, anche le cose è più spinte delle avventure in fatto di sesso con i suoi ex.
Brevemente riassumo. Un primo ragazzo; intorno ai 16 anni, solo toccamenti e leccate reciproche. A 18, sverginata da un nuovo fidanzato, sia lato A che B. E’ stato questo che le ha insegnato i piaceri del sesso. Poi un terzo; dopo il diploma e qualche impiego saltuario, intorno ai 22 anni, quando venne assunta in una grossa ditta come aiuto segretaria del titolare Dott. Giovanni R. . Un uomo trentacinquenne sposato e con figli di cui ne divenne l’amante fino a quando conobbe me che l’ho sposata da ormai 34 anni.
Sulla loro storia ho già rapportato qualcosa, ma adesso voglio farvi conoscere qualcosa di più, cominciando dall’inizio.
Appena assunta, già dopo un mese, il suo capo cominciò ad interessarsi a Mary con complimentandosi del suo impegno e la sua precisione in campo lavorativo, ma anche della sua bellezza e dal suo portamento. Il suo sguardo spesso si prolungava sul suo seno e quando indossava le gonne spudoratamente ammirava le sue gambe, tanto che per non sentirsi a disagio, ormai, a lavoro indossava solo pantaloni.
Un giorno il suo boss, in assenza dell’attempata segretaria, le disse di ordinare un poco la sua scrivania che era ingombra di carte e mentre Mary stava chinata in avanti nel sistemare le pratiche lo sentì strusciarsi sul suo sedere con il basso ventre. Gli scattò allora il suo vizietto (quello di eccitarsi ai toccamenti improvvisi) e rimase con le carte in mano immobile senza reagire subito. Durò pochissimo, lei divenne rossa come un peperone ma ebbe anche un fremito di piacere, mentre lui, con disinvoltura si scostò da lei, scusandosi del contatto..
Il dott. Gianni, però aveva certamente memorizzando il brivido e la tardiva reazione di Mary perché da allora, i suoi complimenti e i suoi strusciamenti divennero sempre più audaci. Allontanando la sua segretaria dall’ufficio, con vari tipi di scuse cercava di stare sempre da solo con Mary e ogni occasione era buona per lambirgli i seni o il sedere . Lei voleva respingerlo ma essendosi lasciata con il suo ragazzo da un po’ e considerando la situazione era per lei intricante e piacevole, lo lasciava fare.
Un tardo pomeriggio il boss le chiese se, in sostituzione della segretaria titolare, potesse trattenersi oltre l’orario di lavoro per sbrigare una trattazione e fu li che la situazione precipitò. Dopo aver risolto la pratica, che era solo una scusa, il capo cominciò a scambiare confidenze con Mary. Gli chiese se era fidanzata se il lavoro era soddisfacente, cosa desiderava dalla vita ecc. Lui invece, si prodigò sulle responsabilità della ditta, sui problemi di casa e del suo rapporto con la moglie, ormai, da alcuni anni, incrinato. Poi si avvicinò a Mary che stava seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania, si sedette di fianco e cominciò ad insidiarla verbalmente. Le disse che era colpito dalla sua bellezza, che la preferiva con le gonne che esaltavano le sue forme e che provava delle forti sensazioni nel vederla muoversi in ufficio. Successivamente passò a lamentarsi della sua forzata astinenza sessuale e le chiese, se non era indiscreto, come facesse a reprimere o soddisfare le voglie che a quella età erano certamente pressanti senza una ragazzo. Mary con il viso paonazzo per quelle frasi cercò di smorzare l’argomento, ma lui incalzava con frasi sempre più spinte e lei a quel punto cercò di alzarsi per uscire dall’ufficio farfugliando che non erano cose da parlare con lui. Invece il nostro dott. Giovanni con una mano gli fece cenno di risedersi e alzandosi si posizionò davanti a lei chiedendogli supplichevole di dargli un poco di conforto, anche una piccola cosa, come si poteva rifiutare ad un uomo così sconsolato una carezza o un bacio? Quindi si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori un cazzo semirigido bello grosso.
Io mi immagino la scena con gli occhi di Mary: il viso rosso, il suo imbarazzo a quella proposta oscena, ma anche al suo vizietto, alla sua voglia di sesso e il suo sguardo su quel cazzo che si avvicinava sempre più alle sue labbra.
Infatti, dopo infelici tentativi di rifiuto Mary, cedette ai lamenti del suo capo che la imploravano di dargli un po’ di sollievo e permise che il suo arnese gli strusciasse il viso. Si era eccitata! Ne annusò l’odore e spontaneamente aprì le labbra cominciando a baciarlo. Lo sentì indurirsi come un marmo mentre glielo massaggiava con una mano e se lo mise in bocca Iniziando un lento e piacevole pompino.
Era il cazzo più grande e lungo che aveva mai toccato, leggermente curvato, scuro e nerbuto. Mary se lo faceva scorrere tra le labbra, lo slinguava e scappellandolo gli succhiava la cappella. Rifiutò la prepotenza del suo capo che nel tentativo di farglielo sentire in gola la spingeva sulla sua nerchia con una mano dietro la nuca e da sola, pian piano, aiutandosi con la mano cercò di infilarlo tutto in bocca. Una goduria sentirsi scorrere quella cappella e quella grossa mazza dalle labbra a fin sotto il palato, lentamente, avanti e indietro. Poi avvertì l’aumento del ritmo e i fremiti del boss che annunciavano la sua sborrata.
Mary si sentiva le mutandine inzuppate dei suoi umori e anche senza essere toccata era venuta come l’avessero sgrilletta. Stava godendo tanto e quando il dott. Giovanni si ritrasse per sborrare, lei prendendolo per le natiche si spinse il cazzo in bocca per bere il suo sperma. Per entrambi furono attimi di estasi!
Immaginate. Lui che con le gambe tremolanti che le sborra in bocca!. Mary che ingoia e con ingordigia continua a succhiagli il cazzo fino a svuotarlo completamente. Dopo il boss si ricompose e baciò appassionatamente con la lingua nella bocca ancora impastata di sperma Mary che, ancora intontita e stralunata dal piacere appena avuto stava stesa sulla poltrona dell’ufficio. Ci sarebbe stato certamente un seguito ma purtroppo una telefonata inattesa di un fornitore interruppe l’atmosfera che si era creata. Mary, allora si affrettò ad andare via e sull’uscio dell’ufficio affermò che quanto successo non doveva più ripetersi altrimenti si sarebbe licenziata. Il suo capo la rassicurò, ma erano solo frasi prammatica perché da li iniziò la loro relazione.
Continuo?
Come già noto dagli altri post, mia moglie oltre al suo vizietto e quel poco di esibizionismo, mi ha raccontato tutto, anche le cose è più spinte delle avventure in fatto di sesso con i suoi ex.
Brevemente riassumo. Un primo ragazzo; intorno ai 16 anni, solo toccamenti e leccate reciproche. A 18, sverginata da un nuovo fidanzato, sia lato A che B. E’ stato questo che le ha insegnato i piaceri del sesso. Poi un terzo; dopo il diploma e qualche impiego saltuario, intorno ai 22 anni, quando venne assunta in una grossa ditta come aiuto segretaria del titolare Dott. Giovanni R. . Un uomo trentacinquenne sposato e con figli di cui ne divenne l’amante fino a quando conobbe me che l’ho sposata da ormai 34 anni.
Sulla loro storia ho già rapportato qualcosa, ma adesso voglio farvi conoscere qualcosa di più, cominciando dall’inizio.
Appena assunta, già dopo un mese, il suo capo cominciò ad interessarsi a Mary con complimentandosi del suo impegno e la sua precisione in campo lavorativo, ma anche della sua bellezza e dal suo portamento. Il suo sguardo spesso si prolungava sul suo seno e quando indossava le gonne spudoratamente ammirava le sue gambe, tanto che per non sentirsi a disagio, ormai, a lavoro indossava solo pantaloni.
Un giorno il suo boss, in assenza dell’attempata segretaria, le disse di ordinare un poco la sua scrivania che era ingombra di carte e mentre Mary stava chinata in avanti nel sistemare le pratiche lo sentì strusciarsi sul suo sedere con il basso ventre. Gli scattò allora il suo vizietto (quello di eccitarsi ai toccamenti improvvisi) e rimase con le carte in mano immobile senza reagire subito. Durò pochissimo, lei divenne rossa come un peperone ma ebbe anche un fremito di piacere, mentre lui, con disinvoltura si scostò da lei, scusandosi del contatto..
Il dott. Gianni, però aveva certamente memorizzando il brivido e la tardiva reazione di Mary perché da allora, i suoi complimenti e i suoi strusciamenti divennero sempre più audaci. Allontanando la sua segretaria dall’ufficio, con vari tipi di scuse cercava di stare sempre da solo con Mary e ogni occasione era buona per lambirgli i seni o il sedere . Lei voleva respingerlo ma essendosi lasciata con il suo ragazzo da un po’ e considerando la situazione era per lei intricante e piacevole, lo lasciava fare.
Un tardo pomeriggio il boss le chiese se, in sostituzione della segretaria titolare, potesse trattenersi oltre l’orario di lavoro per sbrigare una trattazione e fu li che la situazione precipitò. Dopo aver risolto la pratica, che era solo una scusa, il capo cominciò a scambiare confidenze con Mary. Gli chiese se era fidanzata se il lavoro era soddisfacente, cosa desiderava dalla vita ecc. Lui invece, si prodigò sulle responsabilità della ditta, sui problemi di casa e del suo rapporto con la moglie, ormai, da alcuni anni, incrinato. Poi si avvicinò a Mary che stava seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania, si sedette di fianco e cominciò ad insidiarla verbalmente. Le disse che era colpito dalla sua bellezza, che la preferiva con le gonne che esaltavano le sue forme e che provava delle forti sensazioni nel vederla muoversi in ufficio. Successivamente passò a lamentarsi della sua forzata astinenza sessuale e le chiese, se non era indiscreto, come facesse a reprimere o soddisfare le voglie che a quella età erano certamente pressanti senza una ragazzo. Mary con il viso paonazzo per quelle frasi cercò di smorzare l’argomento, ma lui incalzava con frasi sempre più spinte e lei a quel punto cercò di alzarsi per uscire dall’ufficio farfugliando che non erano cose da parlare con lui. Invece il nostro dott. Giovanni con una mano gli fece cenno di risedersi e alzandosi si posizionò davanti a lei chiedendogli supplichevole di dargli un poco di conforto, anche una piccola cosa, come si poteva rifiutare ad un uomo così sconsolato una carezza o un bacio? Quindi si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori un cazzo semirigido bello grosso.
Io mi immagino la scena con gli occhi di Mary: il viso rosso, il suo imbarazzo a quella proposta oscena, ma anche al suo vizietto, alla sua voglia di sesso e il suo sguardo su quel cazzo che si avvicinava sempre più alle sue labbra.
Infatti, dopo infelici tentativi di rifiuto Mary, cedette ai lamenti del suo capo che la imploravano di dargli un po’ di sollievo e permise che il suo arnese gli strusciasse il viso. Si era eccitata! Ne annusò l’odore e spontaneamente aprì le labbra cominciando a baciarlo. Lo sentì indurirsi come un marmo mentre glielo massaggiava con una mano e se lo mise in bocca Iniziando un lento e piacevole pompino.
Era il cazzo più grande e lungo che aveva mai toccato, leggermente curvato, scuro e nerbuto. Mary se lo faceva scorrere tra le labbra, lo slinguava e scappellandolo gli succhiava la cappella. Rifiutò la prepotenza del suo capo che nel tentativo di farglielo sentire in gola la spingeva sulla sua nerchia con una mano dietro la nuca e da sola, pian piano, aiutandosi con la mano cercò di infilarlo tutto in bocca. Una goduria sentirsi scorrere quella cappella e quella grossa mazza dalle labbra a fin sotto il palato, lentamente, avanti e indietro. Poi avvertì l’aumento del ritmo e i fremiti del boss che annunciavano la sua sborrata.
Mary si sentiva le mutandine inzuppate dei suoi umori e anche senza essere toccata era venuta come l’avessero sgrilletta. Stava godendo tanto e quando il dott. Giovanni si ritrasse per sborrare, lei prendendolo per le natiche si spinse il cazzo in bocca per bere il suo sperma. Per entrambi furono attimi di estasi!
Immaginate. Lui che con le gambe tremolanti che le sborra in bocca!. Mary che ingoia e con ingordigia continua a succhiagli il cazzo fino a svuotarlo completamente. Dopo il boss si ricompose e baciò appassionatamente con la lingua nella bocca ancora impastata di sperma Mary che, ancora intontita e stralunata dal piacere appena avuto stava stesa sulla poltrona dell’ufficio. Ci sarebbe stato certamente un seguito ma purtroppo una telefonata inattesa di un fornitore interruppe l’atmosfera che si era creata. Mary, allora si affrettò ad andare via e sull’uscio dell’ufficio affermò che quanto successo non doveva più ripetersi altrimenti si sarebbe licenziata. Il suo capo la rassicurò, ma erano solo frasi prammatica perché da li iniziò la loro relazione.
Continuo?