Esperienza reale Il vizietto di mia moglie

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Eccomi di nuovo qui a raccontare qualche altra cosa sulle esperienze della mia Mary.

Come già noto dagli altri post, mia moglie oltre al suo vizietto e quel poco di esibizionismo, mi ha raccontato tutto, anche le cose è più spinte delle avventure in fatto di sesso con i suoi ex.

Brevemente riassumo. Un primo ragazzo; intorno ai 16 anni, solo toccamenti e leccate reciproche. A 18, sverginata da un nuovo fidanzato, sia lato A che B. E’ stato questo che le ha insegnato i piaceri del sesso. Poi un terzo; dopo il diploma e qualche impiego saltuario, intorno ai 22 anni, quando venne assunta in una grossa ditta come aiuto segretaria del titolare Dott. Giovanni R. . Un uomo trentacinquenne sposato e con figli di cui ne divenne l’amante fino a quando conobbe me che l’ho sposata da ormai 34 anni.

Sulla loro storia ho già rapportato qualcosa, ma adesso voglio farvi conoscere qualcosa di più, cominciando dall’inizio.

Appena assunta, già dopo un mese, il suo capo cominciò ad interessarsi a Mary con complimentandosi del suo impegno e la sua precisione in campo lavorativo, ma anche della sua bellezza e dal suo portamento. Il suo sguardo spesso si prolungava sul suo seno e quando indossava le gonne spudoratamente ammirava le sue gambe, tanto che per non sentirsi a disagio, ormai, a lavoro indossava solo pantaloni.

Un giorno il suo boss, in assenza dell’attempata segretaria, le disse di ordinare un poco la sua scrivania che era ingombra di carte e mentre Mary stava chinata in avanti nel sistemare le pratiche lo sentì strusciarsi sul suo sedere con il basso ventre. Gli scattò allora il suo vizietto (quello di eccitarsi ai toccamenti improvvisi) e rimase con le carte in mano immobile senza reagire subito. Durò pochissimo, lei divenne rossa come un peperone ma ebbe anche un fremito di piacere, mentre lui, con disinvoltura si scostò da lei, scusandosi del contatto..

Il dott. Gianni, però aveva certamente memorizzando il brivido e la tardiva reazione di Mary perché da allora, i suoi complimenti e i suoi strusciamenti divennero sempre più audaci. Allontanando la sua segretaria dall’ufficio, con vari tipi di scuse cercava di stare sempre da solo con Mary e ogni occasione era buona per lambirgli i seni o il sedere . Lei voleva respingerlo ma essendosi lasciata con il suo ragazzo da un po’ e considerando la situazione era per lei intricante e piacevole, lo lasciava fare.

Un tardo pomeriggio il boss le chiese se, in sostituzione della segretaria titolare, potesse trattenersi oltre l’orario di lavoro per sbrigare una trattazione e fu li che la situazione precipitò. Dopo aver risolto la pratica, che era solo una scusa, il capo cominciò a scambiare confidenze con Mary. Gli chiese se era fidanzata se il lavoro era soddisfacente, cosa desiderava dalla vita ecc. Lui invece, si prodigò sulle responsabilità della ditta, sui problemi di casa e del suo rapporto con la moglie, ormai, da alcuni anni, incrinato. Poi si avvicinò a Mary che stava seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania, si sedette di fianco e cominciò ad insidiarla verbalmente. Le disse che era colpito dalla sua bellezza, che la preferiva con le gonne che esaltavano le sue forme e che provava delle forti sensazioni nel vederla muoversi in ufficio. Successivamente passò a lamentarsi della sua forzata astinenza sessuale e le chiese, se non era indiscreto, come facesse a reprimere o soddisfare le voglie che a quella età erano certamente pressanti senza una ragazzo. Mary con il viso paonazzo per quelle frasi cercò di smorzare l’argomento, ma lui incalzava con frasi sempre più spinte e lei a quel punto cercò di alzarsi per uscire dall’ufficio farfugliando che non erano cose da parlare con lui. Invece il nostro dott. Giovanni con una mano gli fece cenno di risedersi e alzandosi si posizionò davanti a lei chiedendogli supplichevole di dargli un poco di conforto, anche una piccola cosa, come si poteva rifiutare ad un uomo così sconsolato una carezza o un bacio? Quindi si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori un cazzo semirigido bello grosso.

Io mi immagino la scena con gli occhi di Mary: il viso rosso, il suo imbarazzo a quella proposta oscena, ma anche al suo vizietto, alla sua voglia di sesso e il suo sguardo su quel cazzo che si avvicinava sempre più alle sue labbra.

Infatti, dopo infelici tentativi di rifiuto Mary, cedette ai lamenti del suo capo che la imploravano di dargli un po’ di sollievo e permise che il suo arnese gli strusciasse il viso. Si era eccitata! Ne annusò l’odore e spontaneamente aprì le labbra cominciando a baciarlo. Lo sentì indurirsi come un marmo mentre glielo massaggiava con una mano e se lo mise in bocca Iniziando un lento e piacevole pompino.

Era il cazzo più grande e lungo che aveva mai toccato, leggermente curvato, scuro e nerbuto. Mary se lo faceva scorrere tra le labbra, lo slinguava e scappellandolo gli succhiava la cappella. Rifiutò la prepotenza del suo capo che nel tentativo di farglielo sentire in gola la spingeva sulla sua nerchia con una mano dietro la nuca e da sola, pian piano, aiutandosi con la mano cercò di infilarlo tutto in bocca. Una goduria sentirsi scorrere quella cappella e quella grossa mazza dalle labbra a fin sotto il palato, lentamente, avanti e indietro. Poi avvertì l’aumento del ritmo e i fremiti del boss che annunciavano la sua sborrata.

Mary si sentiva le mutandine inzuppate dei suoi umori e anche senza essere toccata era venuta come l’avessero sgrilletta. Stava godendo tanto e quando il dott. Giovanni si ritrasse per sborrare, lei prendendolo per le natiche si spinse il cazzo in bocca per bere il suo sperma. Per entrambi furono attimi di estasi!
Immaginate. Lui che con le gambe tremolanti che le sborra in bocca!. Mary che ingoia e con ingordigia continua a succhiagli il cazzo fino a svuotarlo completamente. Dopo il boss si ricompose e baciò appassionatamente con la lingua nella bocca ancora impastata di sperma Mary che, ancora intontita e stralunata dal piacere appena avuto stava stesa sulla poltrona dell’ufficio. Ci sarebbe stato certamente un seguito ma purtroppo una telefonata inattesa di un fornitore interruppe l’atmosfera che si era creata. Mary, allora si affrettò ad andare via e sull’uscio dell’ufficio affermò che quanto successo non doveva più ripetersi altrimenti si sarebbe licenziata. Il suo capo la rassicurò, ma erano solo frasi prammatica perché da li iniziò la loro relazione.

Continuo?
 

bullpv

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i baci sborra in bocca sono l'apoteosi della trasgressione e il massimo dell'intimità erotica
 
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Brevemente riassumo. Un primo ragazzo; intorno ai 16 anni, solo toccamenti e leccate reciproche. A 18, sverginata da un nuovo fidanzato, sia lato A che B. E’ stato questo che le ha insegnato i piaceri del sesso. Poi un terzo; dopo il diploma e qualche impiego saltuario, intorno ai 22 anni, quando venne assunta in una grossa ditta come aiuto segretaria del titolare Dott. Giovanni R. . Un uomo trentacinquenne sposato e con figli di cui ne divenne l’amante fino a quando conobbe me che l’ho sposata da ormai 34 anni.

Sulla loro storia ho già rapportato qualcosa, ma adesso voglio farvi conoscere qualcosa di più, cominciando dall’inizio.

Appena assunta, già dopo un mese, il suo capo cominciò ad interessarsi a Mary con complimentandosi del suo impegno e la sua precisione in campo lavorativo, ma anche della sua bellezza e dal suo portamento. Il suo sguardo spesso si prolungava sul suo seno e quando indossava le gonne spudoratamente ammirava le sue gambe, tanto che per non sentirsi a disagio, ormai, a lavoro indossava solo pantaloni.

Un giorno il suo boss, in assenza dell’attempata segretaria, le disse di ordinare un poco la sua scrivania che era ingombra di carte e mentre Mary stava chinata in avanti nel sistemare le pratiche lo sentì strusciarsi sul suo sedere con il basso ventre. Gli scattò allora il suo vizietto (quello di eccitarsi ai toccamenti improvvisi) e rimase con le carte in mano immobile senza reagire subito. Durò pochissimo, lei divenne rossa come un peperone ma ebbe anche un fremito di piacere, mentre lui, con disinvoltura si scostò da lei, scusandosi del contatto..

Il dott. Gianni, però aveva certamente memorizzando il brivido e la tardiva reazione di Mary perché da allora, i suoi complimenti e i suoi strusciamenti divennero sempre più audaci. Allontanando la sua segretaria dall’ufficio, con vari tipi di scuse cercava di stare sempre da solo con Mary e ogni occasione era buona per lambirgli i seni o il sedere . Lei voleva respingerlo ma essendosi lasciata con il suo ragazzo da un po’ e considerando la situazione era per lei intricante e piacevole, lo lasciava fare.

Un tardo pomeriggio il boss le chiese se, in sostituzione della segretaria titolare, potesse trattenersi oltre l’orario di lavoro per sbrigare una trattazione e fu li che la situazione precipitò. Dopo aver risolto la pratica, che era solo una scusa, il capo cominciò a scambiare confidenze con Mary. Gli chiese se era fidanzata se il lavoro era soddisfacente, cosa desiderava dalla vita ecc. Lui invece, si prodigò sulle responsabilità della ditta, sui problemi di casa e del suo rapporto con la moglie, ormai, da alcuni anni, incrinato. Poi si avvicinò a Mary che stava seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania, si sedette di fianco e cominciò ad insidiarla verbalmente. Le disse che era colpito dalla sua bellezza, che la preferiva con le gonne che esaltavano le sue forme e che provava delle forti sensazioni nel vederla muoversi in ufficio. Successivamente passò a lamentarsi della sua forzata astinenza sessuale e le chiese, se non era indiscreto, come facesse a reprimere o soddisfare le voglie che a quella età erano certamente pressanti senza una ragazzo. Mary con il viso paonazzo per quelle frasi cercò di smorzare l’argomento, ma lui incalzava con frasi sempre più spinte e lei a quel punto cercò di alzarsi per uscire dall’ufficio farfugliando che non erano cose da parlare con lui. Invece il nostro dott. Giovanni con una mano gli fece cenno di risedersi e alzandosi si posizionò davanti a lei chiedendogli supplichevole di dargli un poco di conforto, anche una piccola cosa, come si poteva rifiutare ad un uomo così sconsolato una carezza o un bacio? Quindi si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori un cazzo semirigido bello grosso.

Io mi immagino la scena con gli occhi di Mary: il viso rosso, il suo imbarazzo a quella proposta oscena, ma anche al suo vizietto, alla sua voglia di sesso e il suo sguardo su quel cazzo che si avvicinava sempre più alle sue labbra.

Infatti, dopo infelici tentativi di rifiuto Mary, cedette ai lamenti del suo capo che la imploravano di dargli un po’ di sollievo e permise che il suo arnese gli strusciasse il viso. Si era eccitata! Ne annusò l’odore e spontaneamente aprì le labbra cominciando a baciarlo. Lo sentì indurirsi come un marmo mentre glielo massaggiava con una mano e se lo mise in bocca Iniziando un lento e piacevole pompino.

Era il cazzo più grande e lungo che aveva mai toccato, leggermente curvato, scuro e nerbuto. Mary se lo faceva scorrere tra le labbra, lo slinguava e scappellandolo gli succhiava la cappella. Rifiutò la prepotenza del suo capo che nel tentativo di farglielo sentire in gola la spingeva sulla sua nerchia con una mano dietro la nuca e da sola, pian piano, aiutandosi con la mano cercò di infilarlo tutto in bocca. Una goduria sentirsi scorrere quella cappella e quella grossa mazza dalle labbra a fin sotto il palato, lentamente, avanti e indietro. Poi avvertì l’aumento del ritmo e i fremiti del boss che annunciavano la sua sborrata.

Mary si sentiva le mutandine inzuppate dei suoi umori e anche senza essere toccata era venuta come l’avessero sgrilletta. Stava godendo tanto e quando il dott. Giovanni si ritrasse per sborrare, lei prendendolo per le natiche si spinse il cazzo in bocca per bere il suo sperma. Per entrambi furono attimi di estasi!
Immaginate. Lui che con le gambe tremolanti che le sborra in bocca!. Mary che ingoia e con ingordigia continua a succhiagli il cazzo fino a svuotarlo completamente. Dopo il boss si ricompose e baciò appassionatamente con la lingua nella bocca ancora impastata di sperma Mary che, ancora intontita e stralunata dal piacere appena avuto stava stesa sulla poltrona dell’ufficio. Ci sarebbe stato certamente un seguito ma purtroppo una telefonata inattesa di un fornitore interruppe l’atmosfera che si era creata. Mary, allora si affrettò ad andare via e sull’uscio dell’ufficio affermò che quanto successo non doveva più ripetersi altrimenti si sarebbe licenziata. Il suo capo la rassicurò, ma erano solo frasi prammatica perché da li iniziò la loro relazione.

Continuo?
a me è piaciuto molto!!! Non vedo l'ora di leggere la continuazione

controlla i pronomi "gli" o "le" perchè mi sembra che ce ne sia qualcuno sbagliato (errori che facciamo tutti quando non sempre abbiamo tempo di rileggere, a me capita spessissimo) :)
 

tony56

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Come già noto dagli altri post, mia moglie oltre al suo vizietto e quel poco di esibizionismo, mi ha raccontato tutto, anche le cose è più spinte delle avventure in fatto di sesso con i suoi ex.

Brevemente riassumo. Un primo ragazzo; intorno ai 16 anni, solo toccamenti e leccate reciproche. A 18, sverginata da un nuovo fidanzato, sia lato A che B. E’ stato questo che le ha insegnato i piaceri del sesso. Poi un terzo; dopo il diploma e qualche impiego saltuario, intorno ai 22 anni, quando venne assunta in una grossa ditta come aiuto segretaria del titolare Dott. Giovanni R. . Un uomo trentacinquenne sposato e con figli di cui ne divenne l’amante fino a quando conobbe me che l’ho sposata da ormai 34 anni.

Sulla loro storia ho già rapportato qualcosa, ma adesso voglio farvi conoscere qualcosa di più, cominciando dall’inizio.

Appena assunta, già dopo un mese, il suo capo cominciò ad interessarsi a Mary con complimentandosi del suo impegno e la sua precisione in campo lavorativo, ma anche della sua bellezza e dal suo portamento. Il suo sguardo spesso si prolungava sul suo seno e quando indossava le gonne spudoratamente ammirava le sue gambe, tanto che per non sentirsi a disagio, ormai, a lavoro indossava solo pantaloni.

Un giorno il suo boss, in assenza dell’attempata segretaria, le disse di ordinare un poco la sua scrivania che era ingombra di carte e mentre Mary stava chinata in avanti nel sistemare le pratiche lo sentì strusciarsi sul suo sedere con il basso ventre. Gli scattò allora il suo vizietto (quello di eccitarsi ai toccamenti improvvisi) e rimase con le carte in mano immobile senza reagire subito. Durò pochissimo, lei divenne rossa come un peperone ma ebbe anche un fremito di piacere, mentre lui, con disinvoltura si scostò da lei, scusandosi del contatto..

Il dott. Gianni, però aveva certamente memorizzando il brivido e la tardiva reazione di Mary perché da allora, i suoi complimenti e i suoi strusciamenti divennero sempre più audaci. Allontanando la sua segretaria dall’ufficio, con vari tipi di scuse cercava di stare sempre da solo con Mary e ogni occasione era buona per lambirgli i seni o il sedere . Lei voleva respingerlo ma essendosi lasciata con il suo ragazzo da un po’ e considerando la situazione era per lei intricante e piacevole, lo lasciava fare.

Un tardo pomeriggio il boss le chiese se, in sostituzione della segretaria titolare, potesse trattenersi oltre l’orario di lavoro per sbrigare una trattazione e fu li che la situazione precipitò. Dopo aver risolto la pratica, che era solo una scusa, il capo cominciò a scambiare confidenze con Mary. Gli chiese se era fidanzata se il lavoro era soddisfacente, cosa desiderava dalla vita ecc. Lui invece, si prodigò sulle responsabilità della ditta, sui problemi di casa e del suo rapporto con la moglie, ormai, da alcuni anni, incrinato. Poi si avvicinò a Mary che stava seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania, si sedette di fianco e cominciò ad insidiarla verbalmente. Le disse che era colpito dalla sua bellezza, che la preferiva con le gonne che esaltavano le sue forme e che provava delle forti sensazioni nel vederla muoversi in ufficio. Successivamente passò a lamentarsi della sua forzata astinenza sessuale e le chiese, se non era indiscreto, come facesse a reprimere o soddisfare le voglie che a quella età erano certamente pressanti senza una ragazzo. Mary con il viso paonazzo per quelle frasi cercò di smorzare l’argomento, ma lui incalzava con frasi sempre più spinte e lei a quel punto cercò di alzarsi per uscire dall’ufficio farfugliando che non erano cose da parlare con lui. Invece il nostro dott. Giovanni con una mano gli fece cenno di risedersi e alzandosi si posizionò davanti a lei chiedendogli supplichevole di dargli un poco di conforto, anche una piccola cosa, come si poteva rifiutare ad un uomo così sconsolato una carezza o un bacio? Quindi si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori un cazzo semirigido bello grosso.

Io mi immagino la scena con gli occhi di Mary: il viso rosso, il suo imbarazzo a quella proposta oscena, ma anche al suo vizietto, alla sua voglia di sesso e il suo sguardo su quel cazzo che si avvicinava sempre più alle sue labbra.

Infatti, dopo infelici tentativi di rifiuto Mary, cedette ai lamenti del suo capo che la imploravano di dargli un po’ di sollievo e permise che il suo arnese gli strusciasse il viso. Si era eccitata! Ne annusò l’odore e spontaneamente aprì le labbra cominciando a baciarlo. Lo sentì indurirsi come un marmo mentre glielo massaggiava con una mano e se lo mise in bocca Iniziando un lento e piacevole pompino.

Era il cazzo più grande e lungo che aveva mai toccato, leggermente curvato, scuro e nerbuto. Mary se lo faceva scorrere tra le labbra, lo slinguava e scappellandolo gli succhiava la cappella. Rifiutò la prepotenza del suo capo che nel tentativo di farglielo sentire in gola la spingeva sulla sua nerchia con una mano dietro la nuca e da sola, pian piano, aiutandosi con la mano cercò di infilarlo tutto in bocca. Una goduria sentirsi scorrere quella cappella e quella grossa mazza dalle labbra a fin sotto il palato, lentamente, avanti e indietro. Poi avvertì l’aumento del ritmo e i fremiti del boss che annunciavano la sua sborrata.

Mary si sentiva le mutandine inzuppate dei suoi umori e anche senza essere toccata era venuta come l’avessero sgrilletta. Stava godendo tanto e quando il dott. Giovanni si ritrasse per sborrare, lei prendendolo per le natiche si spinse il cazzo in bocca per bere il suo sperma. Per entrambi furono attimi di estasi!
Immaginate. Lui che con le gambe tremolanti che le sborra in bocca!. Mary che ingoia e con ingordigia continua a succhiagli il cazzo fino a svuotarlo completamente. Dopo il boss si ricompose e baciò appassionatamente con la lingua nella bocca ancora impastata di sperma Mary che, ancora intontita e stralunata dal piacere appena avuto stava stesa sulla poltrona dell’ufficio. Ci sarebbe stato certamente un seguito ma purtroppo una telefonata inattesa di un fornitore interruppe l’atmosfera che si era creata. Mary, allora si affrettò ad andare via e sull’uscio dell’ufficio affermò che quanto successo non doveva più ripetersi altrimenti si sarebbe licenziata. Il suo capo la rassicurò, ma erano solo frasi prammatica perché da li iniziò la loro relazione.

Continuo?
Certo che devi continuare. Vogliamo sapere tutto di tua moglie e il suo capo.
 
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Dopo la prima volta che ho raccontato, ci furono giorni di imbarazzo poi la relazione clandestina tra Mary e il dott. Giovanni iniziò. Quando lei entrava in ufficio il suo capo ne approfittava subito per abbracciarla e manifestargli il suo amore e come spesso succede in gioventù, la mia futura moglie, si fece abbindolare e cascò nelle sue braccia per poco più d due anni.
Gli sguardi di intesa, le frasi sussurrate e gli improvvisi rossori di Mary non sfuggirono però agli occhi e alle orecchie della segretaria titolare che in disparte informò Mary della particolare predisposizione del dott. Gianni nel circuire le dipendenti più giovani e belle. Di fare attenzione perché poco affidabile e che dopo aver soddisfatto le proprie voglie l’avrebbe licenziata. Parole inutili perché Mary ormai si era innamorata di quell’uomo maturo che gli prometteva di divorziare per poi sposarla. Ansi pensò che l’attempata donna fosse invaghita del suo capo e parlasse così solo per invidia.
Nei primi tempi, proprio per evitare complicazioni si incontravano, prevalentemente in auto e i loro rapporti si limitavano a pompini e palpeggiamenti reciproci. Sembrava ad occhi estranei un normale rapporto tra fidanzati, ma successivamente Il dott. Giovanni cominciò a chiedere di più e Mary che invaghita, non sapeva dirgli di no. A Mary, la sua natura richiedeva pressantemente di più e il suoi vizietti reclamavano soddisfazione, quindi tra i due era nata una speciale complicità, lei vogliosa di avere un uomo affascinante, maturo ed esperto. Lui perchè poteva soddisfare il suo istinto a volte brutale.
L’ufficio era per eccellenza diventato l’alcova preferita dai due perché attizzava i loro desideri nascosti. Alla richiesta del suo capo, Mary accettò di buon grado di indossare solo gonne e di girare per la ditta senza intimo e lui accettò di non chiudere mai la porta dell’ufficio quando stavano insieme per creare un clima di suspance .
Quasi ogni sera al temine del lavoro regolarmente scopavano, ma anche durante la giornata ogni occasione era buona per fare i porcelli.
Le provocazioni erano frequenti per entrambi. Spesso Mary apriva le cosce e gli mostrava la figa mentre girava per l’ufficio o si toccava i seni leccandosi le labbra socchiuse. Il suo capo la stuzzicava stringendosi il pacco tra le mani o con la mano facendogli il segno di “vuoi scopare?”.
Ma tra le cose che lei preferiva era quella di mettersi in ginocchio sotto la scrivania mentre il dott. Giovanni stava a telefono e fargli un pompino con la paura che qualcuno potesse entrare all’improvviso.
A lui,invece, piaceva sollevargli la gonna e mettendola a 90 gradi sulla scrivania stantuffargli la figa e il culo che prediligeva molto approfittando che Mary non usava contraccettivi e a lui, il preservativo gli dava noia.
Certo non sto qui a raccontare tutte le volte, che in quell’ ufficio si sono reciprocamente sollazzati, credo che tutti voi possiate immaginare le peripezie e i vari modi di come l’abbiano fatto.
Di sicuro il porco sapeva ben gestire la relazione, infatti per tutto il tempo che restarono insieme non successe nessuno scandalo. Pensate che riuscì a farsi raggiungere da lei mentre stava in villeggiatura con la famiglia e con la scusa di dover sbrigare delle pratiche importanti l’aveva incularla mentre la moglie e i figli stavano giù in giardino.
Mary in quel periodo solo poche volte cedete ai suoi vizietti, il porco la soddisfaceva in pieno e lei conoscendone il carattere egocentrico e altezzoso li aveva con cura tenuti nascosti.
Ciò mi ha fatto ricordare quando, un tardo pomeriggio, mentre i due amanti, stavano in auto a pomiciare in una strada frequentata da coppie, Mary si accorse di essere spiata da due guardoni. Nel vederli si senti avvampare dal desiderio di mostrarsi e dalla paura che il suo capo potesse reagire violentemente a quella situazione. Cercò quindi il sistema per soddisfare la sua voglia e far sembrare il tutto come una piacevole “anormalità”.
Cominciò, mentre il suo capo si deliziava a leccargli i capezzoli, a dirgli di come gli sarebbe piaciuto vedere il desiderio e l’invidia che il suo uomo suscitava agli occhi di altre persone, mentre la stava scopando e all’eccitazione che lui avrebbe destato a quei sfigati come la sua segretaria che si poteva accontentare solo di masturbarsi la figa e al massimo di guardare mentre scopavano in ufficio.
Il discorso sembrava aver sortito effetto, infatti il dott. Gianni gli sollevò la gonna e calandosi i pantaloni gli mise violentemente il cazzo in figa che fortunatamente era già ben lubrificata. Lo senti dentro che la apriva tutta e la penetrava a fondo e quando gli chiese di girarsi per prenderla da dietro il capo notò i due guardoni.
La prima reazione fu di scendere immediatamente dall’auto per metterli in fuga ma Mary lo trattenne dicendo:
“Non badarli, si stanno limitando a guardare! Siamo in auto e si vede che non sono pericolosi! Non smettere proprio adesso che ti voglio. Ma li vedi come ti ammirano? Loro poveretti possono solo segarsi mentre tu mi stai scopando! Dai fargli vedere che bel cazzo hai!”.
Le parole e la particolare situazione coinvolsero il dott. Gianni che eccitato mostrò il suo pene ai guardoni mentre Mary fece cenno ai due di avvicinarsi alla macchina.
Loro, entrambi sui trent’anni, eseguirono e si misero ogni uno da un lato dell’auto a sbirciare dai finestrini a menarsi il cazzo. Sembravano ben dotati questa cosa stimolò ancor di più Mary che gli mostrò le tette e si fece scopare volentieri, a pecora, dal suo boss.
Era un connubio di sensi. Ogni uno stava godendo delle proprie sensazioni. Mary dal piacere di mostrarsi spudoratamente a sconosciuti; il suo capo che godeva nel sentirsi magnificato da come stava trombando la sua amante; i guardoni che segandosi avevano avuto il piacere e l’occasione di gustarsi una trombata dal vivo.
I due vennero quasi insieme imbrattando i finestrini. Mary che nel vedere tutta quello sperma schizzargli quasi in faccia ebbe un forte orgasmo e il dott. Gianni galvanizzato da tutta la situazione sborrò tra le chiappe della mia futura moglie. Soddisfatti due salutarono e sparirono dalla stradina mentre Mary dopo essersi fatta pulire con un fazzoletto il culetto imbrattato, soddisfatto il suo vizietto, abbracciò il suo amante facendogli notare come era stato bello farlo in quel modo e che se era d'accordo voleva ripetere l'esperienza.
 

Giannisono

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La mia ne ha combinate tante sia prima che dopo con me. Ha conosciuto parecchi cazzi e anche qualche figa.
La tua però tra pompini e inculate non può lamentarsi.
Deliziaci ancora con le sue avventure.
 
OP
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mary è sempre fantastica


rileggi il racconto perchè mi sembra che ci siano degli errori di battitura o del correttore del cell :D


dammi il tempo di leggerlo :D
Mi scuso con te e tutti quelli che mi leggono per qualche errore di battitura ma non è semplice per me scrivere qui in ufficio, nei ritagli di tempo che riesco a racimolare.
Sembrerà strano, ma ci credete che ancora non sono riuscito a leggere di seguito tutto quello che ho pubblicato?
In genere, quando mi rammento di qualche storia tra quelle vissute o raccontate da mia moglie, scrivo di getto su un foglio word e poi dopo una rapida rilettura lo pubblico. Cerco di fare sempre così perchè altrimenti con continue modifiche cambierei il senso di quello che voglio rappresentare.
Mi perdonerete?
 

zumpappa

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Mi scuso con te e tutti quelli che mi leggono per qualche errore di battitura ma non è semplice per me scrivere qui in ufficio, nei ritagli di tempo che riesco a racimolare.
Sembrerà strano, ma ci credete che ancora non sono riuscito a leggere di seguito tutto quello che ho pubblicato?
In genere, quando mi rammento di qualche storia tra quelle vissute o raccontate da mia moglie, scrivo di getto su un foglio word e poi dopo una rapida rilettura lo pubblico. Cerco di fare sempre così perchè altrimenti con continue modifiche cambierei il senso di quello che voglio rappresentare.
Mi perdonerete?
vai tranquillo... non voglio sembrarti quello pedante è solo che mi sembrano appunto errori di "non rilettura" ma è capibile visto che scrivi nei ritagli di tempo del lavoro!!!
tu continua a scrivere fregatene dei rompipalle come me ahahahhaha

grazie!!!!!!
W Mary!!!!
 

cicciosv

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Dopo la prima volta che ho raccontato, ci furono giorni di imbarazzo poi la relazione clandestina tra Mary e il dott. Giovanni iniziò. Quando lei entrava in ufficio il suo capo ne approfittava subito per abbracciarla e manifestargli il suo amore e come spesso succede in gioventù, la mia futura moglie, si fece abbindolare e cascò nelle sue braccia per poco più d due anni.
Gli sguardi di intesa, le frasi sussurrate e gli improvvisi rossori di Mary non sfuggirono però agli occhi e alle orecchie della segretaria titolare che in disparte informò Mary della particolare predisposizione del dott. Gianni nel circuire le dipendenti più giovani e belle. Di fare attenzione perché poco affidabile e che dopo aver soddisfatto le proprie voglie l’avrebbe licenziata. Parole inutili perché Mary ormai si era innamorata di quell’uomo maturo che gli prometteva di divorziare per poi sposarla. Ansi pensò che l’attempata donna fosse invaghita del suo capo e parlasse così solo per invidia.
Nei primi tempi, proprio per evitare complicazioni si incontravano, prevalentemente in auto e i loro rapporti si limitavano a pompini e palpeggiamenti reciproci. Sembrava ad occhi estranei un normale rapporto tra fidanzati, ma successivamente Il dott. Giovanni cominciò a chiedere di più e Mary che invaghita, non sapeva dirgli di no. A Mary, la sua natura richiedeva pressantemente di più e il suoi vizietti reclamavano soddisfazione, quindi tra i due era nata una speciale complicità, lei vogliosa di avere un uomo affascinante, maturo ed esperto. Lui perchè poteva soddisfare il suo istinto a volte brutale.
L’ufficio era per eccellenza diventato l’alcova preferita dai due perché attizzava i loro desideri nascosti. Alla richiesta del suo capo, Mary accettò di buon grado di indossare solo gonne e di girare per la ditta senza intimo e lui accettò di non chiudere mai la porta dell’ufficio quando stavano insieme per creare un clima di suspance .
Quasi ogni sera al temine del lavoro regolarmente scopavano, ma anche durante la giornata ogni occasione era buona per fare i porcelli.
Le provocazioni erano frequenti per entrambi. Spesso Mary apriva le cosce e gli mostrava la figa mentre girava per l’ufficio o si toccava i seni leccandosi le labbra socchiuse. Il suo capo la stuzzicava stringendosi il pacco tra le mani o con la mano facendogli il segno di “vuoi scopare?”.
Ma tra le cose che lei preferiva era quella di mettersi in ginocchio sotto la scrivania mentre il dott. Giovanni stava a telefono e fargli un pompino con la paura che qualcuno potesse entrare all’improvviso.
A lui,invece, piaceva sollevargli la gonna e mettendola a 90 gradi sulla scrivania stantuffargli la figa e il culo che prediligeva molto approfittando che Mary non usava contraccettivi e a lui, il preservativo gli dava noia.
Certo non sto qui a raccontare tutte le volte, che in quell’ ufficio si sono reciprocamente sollazzati, credo che tutti voi possiate immaginare le peripezie e i vari modi di come l’abbiano fatto.
Di sicuro il porco sapeva ben gestire la relazione, infatti per tutto il tempo che restarono insieme non successe nessuno scandalo. Pensate che riuscì a farsi raggiungere da lei mentre stava in villeggiatura con la famiglia e con la scusa di dover sbrigare delle pratiche importanti l’aveva incularla mentre la moglie e i figli stavano giù in giardino.
Mary in quel periodo solo poche volte cedete ai suoi vizietti, il porco la soddisfaceva in pieno e lei conoscendone il carattere egocentrico e altezzoso li aveva con cura tenuti nascosti.
Ciò mi ha fatto ricordare quando, un tardo pomeriggio, mentre i due amanti, stavano in auto a pomiciare in una strada frequentata da coppie, Mary si accorse di essere spiata da due guardoni. Nel vederli si senti avvampare dal desiderio di mostrarsi e dalla paura che il suo capo potesse reagire violentemente a quella situazione. Cercò quindi il sistema per soddisfare la sua voglia e far sembrare il tutto come una piacevole “anormalità”.
Cominciò, mentre il suo capo si deliziava a leccargli i capezzoli, a dirgli di come gli sarebbe piaciuto vedere il desiderio e l’invidia che il suo uomo suscitava agli occhi di altre persone, mentre la stava scopando e all’eccitazione che lui avrebbe destato a quei sfigati come la sua segretaria che si poteva accontentare solo di masturbarsi la figa e al massimo di guardare mentre scopavano in ufficio.
Il discorso sembrava aver sortito effetto, infatti il dott. Gianni gli sollevò la gonna e calandosi i pantaloni gli mise violentemente il cazzo in figa che fortunatamente era già ben lubrificata. Lo senti dentro che la apriva tutta e la penetrava a fondo e quando gli chiese di girarsi per prenderla da dietro il capo notò i due guardoni.
La prima reazione fu di scendere immediatamente dall’auto per metterli in fuga ma Mary lo trattenne dicendo:
“Non badarli, si stanno limitando a guardare! Siamo in auto e si vede che non sono pericolosi! Non smettere proprio adesso che ti voglio. Ma li vedi come ti ammirano? Loro poveretti possono solo segarsi mentre tu mi stai scopando! Dai fargli vedere che bel cazzo hai!”.
Le parole e la particolare situazione coinvolsero il dott. Gianni che eccitato mostrò il suo pene ai guardoni mentre Mary fece cenno ai due di avvicinarsi alla macchina.
Loro, entrambi sui trent’anni, eseguirono e si misero ogni uno da un lato dell’auto a sbirciare dai finestrini a menarsi il cazzo. Sembravano ben dotati questa cosa stimolò ancor di più Mary che gli mostrò le tette e si fece scopare volentieri, a pecora, dal suo boss.
Era un connubio di sensi. Ogni uno stava godendo delle proprie sensazioni. Mary dal piacere di mostrarsi spudoratamente a sconosciuti; il suo capo che godeva nel sentirsi magnificato da come stava trombando la sua amante; i guardoni che segandosi avevano avuto il piacere e l’occasione di gustarsi una trombata dal vivo.
I due vennero quasi insieme imbrattando i finestrini. Mary che nel vedere tutta quello sperma schizzargli quasi in faccia ebbe un forte orgasmo e il dott. Gianni galvanizzato da tutta la situazione sborrò tra le chiappe della mia futura moglie. Soddisfatti due salutarono e sparirono dalla stradina mentre Mary dopo essersi fatta pulire con un fazzoletto il culetto imbrattato, soddisfatto il suo vizietto, abbracciò il suo amante facendogli notare come era stato bello farlo in quel modo e che se era d'accordo voleva ripetere l'esperienza.
Furbetta e grande maiala la tua Mary.
 
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Prima di andare in vacanza, vorrei chiudere il ciclo dei racconti su Mary con un breve accenno alle sue ultime scopate fatte con il suo capo.

Giunti a Linate con un volo Alitalia per un meeting di lavoro, Mary e il dott. Giovanni si recarono in albergo. Qui il suo capo la volle prendere, come ormai suo solito da dietro. Non gli diede neanche il tempo di andare in bagno che furiosamente gli tirò giù collant e mutandine e gli infilò in figa il suo cazzone. A lui piaceva così perché con la vescica piena a Mary gli scappavano getti di pipì che gli colavano tra e cosce. Poi con il pene bagnato di urina la inculò con forza .

Nel tempo, purtroppo, il porco aveva manifestando la sua indole violenta, perversa e dominante. Mary invece, non sopportava molto la sua aggressività e si arrabbiò molto per quanto successo. Fecero storie per tutta la serata, gli tenne il muso e non volle concedersi la notte perché si sentiva ancora spaccata in due per come era stata posseduta.

L’indomani furono assorbiti dalle varie conferenze e dal pranzo sociale. Tutto sembrava appacificato e la sera, rientrati in camera stavano stesi sul letto, Mary coperta appena da una vestaglietta trasparente sfogliava nervosamente un depliant dell’albergo mentre il dott. Giovanni in mutande stava parlando con la moglie. A un certo punto imperiosamente con la mano fece cenno a Mary di abbassargli le mutande e di chinarsi per fargli un bocchino. Lei non voleva, ma il fatto che c’era quella stronza della moglie al telefono, solleticò il suo vizietto e succube del suo amante, che in quel modo manifestava la sua dominanza, cominciò a spompinarlo. Glielo stava facendo con forza e stringendogli l’asta con una mano e gli mordicchiava la cappella gustandosi la reazione irritata del suo capo che troncando in fretta la comunicazione brutalmente la prese per i capelli facendola girare su se stessa a faccia in giù e glielo mise nel culo.
Questa volta però le fece davvero male. Ai gridi di dolore di Mary, il suo capo si eccitava sempre di più, la penetrava violentemente nel culo e solo dopo aver sborrato, con un grugnito si ritrasse soddisfatto. Mary non aveva per niente gradito questo comportamento e toccandosi l’ano in fiamme scoprì che il porco gli aveva fatto sangue. Arrabbiatissima e senza quasi parlare, l’indomani rientrarono in sede.

Nei giorni successivi, lei cercò dei chiarimenti al suo comportamento sempre più negativo, affermò convinta che era sempre innamorata di lui e per questo sottostava alle sue voglie e angherie. Inoltre gli disse che ormai, dopo quasi due anni, era giunto il momento di legalizzare la loro relazione e chiedere la separazione dalla moglie.

Inutile dire che il Dott. Giovanni non aveva mai preso in considerazione una tale eventualità e da lì i rapporti andarono inevitabilmente a deteriorarsi. In ufficio Mary fu costretta ad altri rapporti forzati e all’epilogo, il porco gli chiese se poteva, per la stipula di un contratto con un altro imprenditore, accompagnarsi con questi.

Solo allora a Mary si aprirono gli occhi. Per il suo boss, era stata solo un attrezzo sessuale per sfogare le voglie represse e adesso anche ceduta come un oggetto di piacere a terzi! Dando quindi ragione a quella vecchia megera della segretaria titolare che l'aveva messa sull'avviso, capì il suo errore e il giorno dopo si licenziò.
Fu in quel periodo che io la conobbi e dopo un anno di fidanzamento convolammo a nozze.

Se mi verranno altri ricordi o nuove esperienze circa i vizietti di mia moglie non mancherò di trascriverli su questo post.
Mi auguro che almeno questi vi siano piaciuti e accetto i vostri pareri e le vostre curiosità a cui mi prometto di rispondevi appena possibile.
 

zumpappa

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buone vacanze!!!
speriamo in tante occasioni per dar sfogo ai suoi vizietti!!!!


non lesinare sulle foto in spiaggia!!!

buon tutto Teo!!! buon tutto Mary!!!!


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Ho letto il racconto. Ammetto che non mi ha eccitato ma il racconto mi è piaciuto. Ho trovato interessante l'evoluzione del rapporto con capo e mi dispiace un sacco per Mary però, come si dice dalle mie parti, "chiusa una porta, si apre un portone", finita la storia con lo stronzo del capo ha trovato il suo Uomo (con la U maiuscola). In bocca al lupo ragazzi!!! ....e ancora BUONE VACANZE!!!!
 
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Giannisono

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Ho letto il racconto. Ammetto che non mi ha eccitato ma il racconto mi è piaciuto. Ho trovato interessante l'evoluzione del rapporto con capo e mi dispiace un sacco per Mary però, come si dice dalle mie parti, "chiusa una porta, si apre un portone", finita la storia con lo stronzo del capo ha trovato il suo Uomo (con la U maiuscola). In bocca al lupo ragazzi!!! ....e ancora BUONE VACANZE!!!!
Il racconto è stato simpatico, semplice e diretto. Se particolareggiato o dialogato sarebbe stato meglio.
 

tony56

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Le storie nate sui luoghi da lavoro difficilmente vanno a buon fine. Comunque giustifico la Mary per la sua giovane età e nonostante i suoi vizietti credo le sia servita di lezione.
Il racconto anche se breve è stato piacevole e conciso lasciando alla mia fantasia immaginare le varie scene.
Continua!!!!
 

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