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<blockquote data-quote="theAeronaut" data-source="post: 20760179"><p>Jimmy aveva pensato a quel momento per tutta la giornata: falciando il prato; bevendo una limonata fresca all'ombra del vecchio acero al limitare della proprietà, dove facilmente si poteva trovare quiete e refrigerio dalla calura estiva; passeggiando con gli amici senza una meta; ingollando velocemente la cena che la madre gli aveva preparato con tanta premura. Persino adesso, nella solitudine della sua stanza, non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine del suo corpo nudo. E quelle forme, la sinuosità dei seni e del ventre, dei glutei e delle cosce, gli provocavano sempre una vistosa erezione che a stento gli slip riuscivano a nascondere.</p><p></p><p>Sua madre aveva cinquantadue anni, ma ne dimostrava molti meno. Non aveva nulla da invidiare alle donne più giovani. Lunghi ricci neri le solleticavano le spalle, coronandole l'ovale del viso e le labbra carnose. Il corpo aveva mantenuto il vigore della gioventù, come se il tempo si fosse arreso di fronte all'ostinazione della donna di voler apparire bella e desiderabile il più a lungo possibile.</p><p></p><p>Jimmy stava immaginando di avvolgere quei riccioli corvini tra le dita, quando la sentì spegnere la luce della sala e percorrere il corridoio, strascicando le pantofole sul vecchio linoleum, oltre l'uscio di camera sua. La donna entrò in bagno e vi si chiuse dentro.</p><p></p><p>Il ventiduenne analizzò con attenzione ogni più flebile rumore: la maniglia che si sollevava, la serratura che scattava, il sospiro della donna, i vestiti sfilati e abbandonati sulla porcellana del pavimento.</p><p></p><p>Si alzò dal letto, tentando di non abbandonarsi alla frenesia, di fare piano; uscì da camera sua e si inginocchiò davanti alla porta del bagno.</p><p></p><p>Avvicinò l'occhio destro e la vide, nuda e succosa, intenta a guardarsi allo specchio, tastandosi i seni e soppesandoli. La donna si strizzò un capezzolo e trattenne un gemito in gola, mordicchiandosi il labbro per meglio resistere alla lussuria.</p><p></p><p>Jimmy infilò una mano dentro le mutande e tastò la vigorosa erezione. Iniziò ad accarezzarsi mentre Kate, a pochi passi da lui, faceva altrettanto con i suoi fianchi.</p><p>La vide sfiorarsi il ventre e stuzzicare con le dita il folto ciuffo di peli neri. Accelerò, seguendo la frenesia del momento. La donna si voltò, mostrandogli i glutei carnosi, e si piegò in avanti per raccattare qualcosa dal pavimento. Il ragazzo ebbe una fugace visione di ciò che la madre custodiva tra le cosce. Si fece più audace e aumentò ancora il ritmo con cui la mano gli sfregava l'asta, immaginando che fosse quella di Kate a dargli piacere.</p><p></p><p>Si posizionò meglio e cambiò occhio, giusto in tempo per vederla sedersi sulle mattonelle fresche, divaricare le gambe e iniziare ad accarezzarsi l'interno coscia.</p><p></p><p>"So che mi stai guardando, Jimmy. Non entrare, e potrai continuare a star lì."</p><p></p><p>Il ragazzo non seppe cosa dire, spiazzato. Tossicchiò, poi accettò la proposta.</p><p></p><p>"Non dirmi però ciò che stai facendo, lo posso ben immaginare!".</p><p></p><p>Così dicendo, Kate portò una mano al capezzolo e iniziò a solleticarlo, mentre la destra percorreva leggera il perimetro esterno delle grandi labbra, già umide e cupide. Jimmy osservò come la donna si stava solleticando dolcemente la carnosa, smaniosa e calda clitoride, immaginando che quei polpastrelli fortunati fossero i suoi, che ci fosse la sua lingua lì a stimolarla.</p><p></p><p>Kate titillò la clitoride per qualche secondo, poi infilò un paio di dita e cominciò a gemere di passione. I suoi mugolii furono accompagnati da quelli del figlio al di là della porta, l'unica barriera che ancora separava la fantasia dal tabù.</p><p></p><p>Ansimarono entrambi, a pochi passi di distanza ma lontani anni luce, finché raggiunsero l'orgasmo: lui osservando il corpo sudato e sensuale di Kate, lei pensando al figlio che la ammirava e desiderava, immaginando fantasie proibite che mai si sarebbe sentita di realizzare.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="theAeronaut, post: 20760179"] Jimmy aveva pensato a quel momento per tutta la giornata: falciando il prato; bevendo una limonata fresca all'ombra del vecchio acero al limitare della proprietà, dove facilmente si poteva trovare quiete e refrigerio dalla calura estiva; passeggiando con gli amici senza una meta; ingollando velocemente la cena che la madre gli aveva preparato con tanta premura. Persino adesso, nella solitudine della sua stanza, non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine del suo corpo nudo. E quelle forme, la sinuosità dei seni e del ventre, dei glutei e delle cosce, gli provocavano sempre una vistosa erezione che a stento gli slip riuscivano a nascondere. Sua madre aveva cinquantadue anni, ma ne dimostrava molti meno. Non aveva nulla da invidiare alle donne più giovani. Lunghi ricci neri le solleticavano le spalle, coronandole l'ovale del viso e le labbra carnose. Il corpo aveva mantenuto il vigore della gioventù, come se il tempo si fosse arreso di fronte all'ostinazione della donna di voler apparire bella e desiderabile il più a lungo possibile. Jimmy stava immaginando di avvolgere quei riccioli corvini tra le dita, quando la sentì spegnere la luce della sala e percorrere il corridoio, strascicando le pantofole sul vecchio linoleum, oltre l'uscio di camera sua. La donna entrò in bagno e vi si chiuse dentro. Il ventiduenne analizzò con attenzione ogni più flebile rumore: la maniglia che si sollevava, la serratura che scattava, il sospiro della donna, i vestiti sfilati e abbandonati sulla porcellana del pavimento. Si alzò dal letto, tentando di non abbandonarsi alla frenesia, di fare piano; uscì da camera sua e si inginocchiò davanti alla porta del bagno. Avvicinò l'occhio destro e la vide, nuda e succosa, intenta a guardarsi allo specchio, tastandosi i seni e soppesandoli. La donna si strizzò un capezzolo e trattenne un gemito in gola, mordicchiandosi il labbro per meglio resistere alla lussuria. Jimmy infilò una mano dentro le mutande e tastò la vigorosa erezione. Iniziò ad accarezzarsi mentre Kate, a pochi passi da lui, faceva altrettanto con i suoi fianchi. La vide sfiorarsi il ventre e stuzzicare con le dita il folto ciuffo di peli neri. Accelerò, seguendo la frenesia del momento. La donna si voltò, mostrandogli i glutei carnosi, e si piegò in avanti per raccattare qualcosa dal pavimento. Il ragazzo ebbe una fugace visione di ciò che la madre custodiva tra le cosce. Si fece più audace e aumentò ancora il ritmo con cui la mano gli sfregava l'asta, immaginando che fosse quella di Kate a dargli piacere. Si posizionò meglio e cambiò occhio, giusto in tempo per vederla sedersi sulle mattonelle fresche, divaricare le gambe e iniziare ad accarezzarsi l'interno coscia. "So che mi stai guardando, Jimmy. Non entrare, e potrai continuare a star lì." Il ragazzo non seppe cosa dire, spiazzato. Tossicchiò, poi accettò la proposta. "Non dirmi però ciò che stai facendo, lo posso ben immaginare!". Così dicendo, Kate portò una mano al capezzolo e iniziò a solleticarlo, mentre la destra percorreva leggera il perimetro esterno delle grandi labbra, già umide e cupide. Jimmy osservò come la donna si stava solleticando dolcemente la carnosa, smaniosa e calda clitoride, immaginando che quei polpastrelli fortunati fossero i suoi, che ci fosse la sua lingua lì a stimolarla. Kate titillò la clitoride per qualche secondo, poi infilò un paio di dita e cominciò a gemere di passione. I suoi mugolii furono accompagnati da quelli del figlio al di là della porta, l'unica barriera che ancora separava la fantasia dal tabù. Ansimarono entrambi, a pochi passi di distanza ma lontani anni luce, finché raggiunsero l'orgasmo: lui osservando il corpo sudato e sensuale di Kate, lei pensando al figlio che la ammirava e desiderava, immaginando fantasie proibite che mai si sarebbe sentita di realizzare. [/QUOTE]
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