Racconto di fantasia Inaspettatamente Porca

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Ebbene si... Forse per sfiga o per incapacità, niente sesso reale: alle porte del diciottesimo compleanno ancora niente sesso, neanche lontanamente... Seghe a non finire , anche una dietro l'altra, una routine quotidiana. Ma la condizione di approfondire con l'ipotetica compagna di classe o amica di gruppo...neanche lontanamente! Sarò coglione e imbranato...me lo dico da solo e non ci posso fare niente...le cose vanno così e si va avanti con la speranza che cambi il vento, spero a mio favore.
Proprio con l'occasione del mio diciottesimo compleanno, decisi di spezzare questa maledizione, pianificando nei miei pensieri di cercare una figa reale, disposto anche a pagarla: ovvio che il pensiero cade sulle tante che occupano le varie strade o incroci ( più alla portata di mano)...ma come ci si va! In motorino? Esplorando anche i tanti siti di incontri di escort, cercando di scegliere secondo i miei gusti ( milf e super tettona), selezionando, sempre con un occhio di riguardo a non incappare in qualche fregatura o zone frequentate da conoscenti o amici. Lo step successivo era quello di fare capire le mie reali condizioni ( tanto si sarebbe capito subito) ma la maggior parte delle "signore" , capendo la cosa, mi liquidarono subito, qualcuna anche mandandomi a quel paese. Fui comunque molto paziente e non frettoloso: alla prima avventura non volevo fare cazzate, mettendo anche in secondo piano la mia performance che devo per scontato che sarei stato una schiappa ma mi rincuoravo dicendomi " vada come vada, almeno vedrai tette e culo veri!!!".
Venne il giorno del compleanno così come la fretta di concretizzare il mio sogno e forse con una dose di fortuna sembrò che la cosa potesse diventare realtà. L'annuncio portava di questa signora di 45 anni e un ottava di seno, foto non reali, ricosciute subito dato che erano della pornostar Alura Jenson: altra cosa fondamentale, anche in fase di ricerca, che fosse europea ( non perché ho qualcosa contro le straniere o di colore, e perché specie quest'ultime siano sfruttate o peggio ancora maltrattate, che fanno quel mestiere forzatamente...ed è vero). La tipa disse di essere spagnola, anche se, sentendola telefonicamente, dall'accento non lo si capì.
"Signora, ci tengo a precisare, che ahimè e la prima volta...non vorrei farle perdere tempo" dissi con un tono timido
" Oh...quando sei caro e gentile...non ti preoccupare. Già mi è capitato qualcosa di simile...non è la prima volta per me. L'importante che sei maggiorenne". Glielo confermai mandandole, dato che lo usava, su WhatsApp la foto del mio documento d'identità. Ci accordiamo per il giorno dopo, di mattina, all'orario stabilito da lei stessa: " in genere di mattina non lavoro... Ma per te faccio un eccezione, così stiamo tranquilli...facciamo tutto con calma"disse e interrompemmo la conversione.
Era fatta: appena chiusa la telefonata mi masturbai contento immaginando cosa sarebbe successo il giorno dopo: volevo evitare di andarci carico, col rischio di venire ancora col ceppo nei pantaloni,di fronte a lei; e neanche esageratamente scarico, a rischio di fare cilecca. Tanti dubbi, così come tanta euforia aspettai: lunga fu la nottata, evitando di menarmelo se non di mattina prima dell'incontro.
 
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La mattina seguente, sprizzante di gioia e ormoni, mi precipitai per uscire. L'appartamento era fissato per le 10, ma alle 8.30 già ero fuori direzione terminal. La condizione meteo, freddo, leggera pioggia nebbia, mi rassenarava per la cosa losca che stavo per fare: poca gente in giro è meglio e io, incappucciato per bene cercavo di passare inosservato. Scendendo per prendere la metro, la sensazione di essere osservato da chiunque era fissa: quasi sembrava che fosse scritto sulla schiena che stessi andando a puttane! Avevo una mezz'ora di treno da fare per la destinazione, un bel po'di tempo a disposizione, tanto per evitare sorprese...le pensavo tutte... Metro che si guasta, improvviso nuovo lockdown, guerra civile, mix di pippe mentali che la metà bastava.
La folla del vagone era nella media di un classico giorno lavorativo e trovai comunque posto a sedere pensando sempre a cosa sarebbe successo. Mi eccitai al pensiero: me lo sentii duro da strappare i pantaloni, e se non fosse stato per il grosso cappotto che mi copriva tutto non sarebbe passato inosservato. Immaginando anche la reazione della tipa nel vedere il mio cazzo duro: benché non avessi mai confrontato con qualcun altro o il giudizio di qualche ragazzo, ero consapevole di avere un bel pistolone di 25 centimetri, tozzo come una baguette.
Seduto e con il cervello in sovraccarico e lo sguardo fisso al pavimento quasi non mi accorsi che mi stessero chiamando: " Hey Marco... Marco... buongiorno!"
Quasi a moviola alzai lo sguardo: un lungo cappotto scuro dinanzi a me, con tanto di sciarpa e cappello di lana con sotto un viso familiare...era mia zia Sara, sorella di mio padre. Decimi di secondi per realizzare...a malapena riuscii a mugulare la risposta al saluto
" ...come mai qui?" Mi chiese.
Stavo già formulando la risposta prima che me lo chiedesse: stavo marinando la scuola e non sarebbe stato saggio nasconderlo.
" Oggi faccio passo a scuola...sto andando da Francesco...passiamo in po'di tempo a strimpellare...tanto per...".
Viviamo nello stesso stabile: casa indipendente di due famiglie, le nostre. Sara, la zia, donna piacevole di 48 anni, sempre stata al centro delle mie attenzioni e attività segaiole per via del suo grosso seno, enorme. Non era grassa, diciamo piacevolmente curvy, bel culo generoso. Specie d'estate con abbigliamento leggero, non perdevo occasione di spiarla dalla finestra mentre girava fuori in giardino di casa. Normalmente vestiva sempre molto sobria, mai esageratamente sexy,. Ma le tette enormi non si nascondono facilmente. Una volta sbirciai tra la sua biancheria ad asciugare fuori: reggiseno di una settima coppa G...due paracadute!!!
Parlammo per tutto il percorso... Pensai " magari fosse una come lei... sarebbe il massimo" lo speravo.
Tanto bene, coincideva che scendesse alla mia stessa fermata, ma io furbamente mi dirottai per la stazione successiva...avevo tempo per tornare indietro e togliermi di torno un ipotetica conoscenza
 
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Nonostante l'allungo comunque avevo un quarto d'ora di anticipo: il posto si trovava non tanto lontano dalla stazione. Arrivato a ridosso del palazzo indicatomi chiamai la bagascia: non rispose. Ero in anticipo di almeno 5 minuti, aspettai, confondendosi tra la gente e osservando una vetrina di cianfrusaglie casalinghe.
Richiamo e subito rispose scusandosi e mi diede le ultime indicazioni: trovai già il portone aperto per via di un signore appena uscito. L'appartamento era all'ultimo piano: ascensore e via! Quasi tremavo...sentivo fuoco dappertutto: cercai di rilassarmi pensando ad altro.
Ultimata la corsa,due rampe di scale per arrivare al piano superiore: silenzio dappertutto, nessuno nei paraggi, la cosa mi tranquillizzo ulteriormente. Al pianerottolo contai 6 porte, tutte chiuse: quella che interessava a me doveva essere con lo zerbino verde, a detta di lei. Mi tolsi il cappello e mascherina simulando un colpo di tosse per fare avvertire la mia presenza e la porta si aprì: già scoppiavo!
Ero in apnea e guardavo in basso come per trattenere il fiato. All'apertura della porta partì l'osservazione della figura in penombra con poca luce sul rosso che caratterizzava l'ambiente. Avevo timore di guardarla in faccia concentrato a tacchi vertiginosi e autoreggenti nere.
"Carissim..." Ma immediatamente partì un gridolio. Pietrificai guardarla in volto... Era la zia che di tratteneva con una mano la bocca con gli occhi spalancati. Silenzio di tomba da entrambi. Fu lei la prima a reagire cercando di coprirsi per nascondere l'abbigliamento sexy: " che ci fai...qui!". In preda al panico l'unica reazione fu quella di scappare via: non aspettai nemmeno l'ascensore e con la rapidità di flash scesi tutte le scale come se fossi un ladro.
 
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Abbandonato l'edificio, camminai come braccato da cani feroci: non potevo tornare a casa,almeno fino alle 2 dovevo stare fuori.
Cercavo di capire: quello che avevo visto era troppo grande. La zia Sara che fa la troia... perché? Stentare a crederci è inevitabile ma purtroppo era così. Ma il fatto è peggio se penso di me: stavo andando a troie. Razionalmente la faccenda toccava tutti e due di uguale peso: pensavo comunque a me,alla mia figura di merda, e a lei che si fa sbattere.
Che fosse al centro delle mie fantasie erotiche è un dato di fatto, ma non sarei mai andato oltre, compreso quello di pensare che era una poco di buono: sempre considerata una donna seria, di famiglia, che ama il marito e i figli, quella doppia identità era un fulmine a ciel sereno.
Mi venne in mente a cosa sarebbe successo ora...non sarebbe stata più la stessa cosa...come di farà?
"Sei proprio sfigato ragazzo" pensai " alla prima scopata certa...ancora casini".
Ci misi tempo a mettermi l'animo in pace e rassegnato aspettai gironzolando qua e là in attesa di ritornare a casa.
Era quasi mezzogiorno quando realizzai che avevo il cellulare senza suoneria, per quanto fossi rincoglionito: tre chiamate perse, proprio della zia Sara, ma col suo numero privato, ovvio che non quello del "lavoro". Ebbi timore di connettermi e giustamente, una volta fatto non mi meravigliai che c'erano un suo messaggio scritto e uno vocale, ma che dicevano la stessa cosa " dove sei...perché sei scappato... dobbiamo parlare". Non risposi, mi prendevo tempo, inutilmente.
 
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Tornato a casa, frettolosamente pranzai con mia madre. Pensai di uscire di nuovo: avevo paura di affrontarla, non sapendo se ci fosse in casa sua, non avendola sentita rientrare, almeno nel tempo che ci stetti io. La zia viveva al piano di sotto. Quando uscii senti la TV accesa , era in casa. Scappai via come un topo. Poco dopo ricevetti un altro messaggio da lei, chiedendomi di parlare: ci fu di nuovo la mia non risposta.
Rientrato solo per ora di cena. Il babbo, vedendomi disse: " ti cercava tua zia prima...non so cosa volesse...". Risposi solo con un "vabè". Pensai: inutile girarci intorno, prima o poi si deve affrontare la questione.
Dopo cena scesi al piano di sotto e aprì mia cugina Grazia
"Mi cercava la zia..."dissi entrando.
Era a lavare i piatti e si interruppe appena mi vide. Apparentemente tranquilla, al contrario di me, con l'aria da condannato a morte.
"Senti...scusa...ti ho cercato perché ho qualche problema con il tablet. Vorresti dargli un'occhiata?". Risposi di si e salutato lo zio che era in salotto a guardare la TV, e l'altra cugina che uscì dalla sua stanza per salutarmi, mi cimentai a vedere che problema avesse il tablet, passatomi dalla stessa zia Sara. Ci misi poco a capire che era una scusa e dato che nessuno si curava di noi sottovoce mi disse:" che cazzo è successo oggi!".
Io non riuscii a dire niente, rosso paonazzo desideravo sparire.
Lei, era più tranquilla, invece.
"Ci sei rimasto male...lo so" continuò sempre sottovoce. Risposi che la figuraccia l'ho fatta pure io. Sorrise a quello che dissi, ma un sorriso di complicità, di mistero, mi diedero quasi una scossa.
"...ne parleremo con più calma..."aggiunse accarezzandomi la guancia.
Simulato il ripristino del tablet salutai tutti e tornai a casa mia.
Chiuso in camera, ripensai a come venni affrontato dalla zia: un pensiero a quello sguardo sincero ma malizioso mi eccitò non poco... chissà. Ancora di più quando ricevetti un messaggio da lei di buonanotte con un cuoricino.
 
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La notte fu insonne: non capivo la reazione della zia, eppure doveva essere quantomeno turbata. Possibile che l'unico in difetto ero io? Il pensiero della zia Sara escort mi turbava ma allo stesso tempo mi eccitava parecchio: non riuscivo a crederci che si menava attivamente a scopate, pompini e chissà cos'altro ancora che attiva il mondo del sesso/porno. La cosa mi ispirò una gloriosa sega.
La mattina seguente quasi di istinto mi connessi con lo smartphone per mandarle il buongiorno: mi anticipò lei. Nonostante i pochi metri che ci separavano da un piano e l'altro messaggiammo non poco: era un sabato e non sarei andato a scuola comunque e solo in casa, motivo in più di pensare che succedesse qualcosa.

"...allora... Ti sei tranquillizzato un po'?"

"Insomma... Non sono cose da poco conto"

"Già... infatti...ti ha dato fastidio?

"...poiché fastidio... è shock!"

"Scusami caro...cosa penserai di me...ora"

"Perché lo fai...non capisco..."

"Non so...forse per noia...non per soldi sicuro. Non è comunque come pensi...lo faccio per qualche giorno alla settimana, in complicità con una mia amica, che è la proprietaria dell'appartamento dove ci siamo beccati. È stato un caso che ti risposi io dato che lei per qualche giorno è fuori...ho fatto le sue veci...gli do una mano"

Altro che mano... da la fica, pensai!

"Piuttosto tu...non sarai troppo giovane per queste cose?"

"Sì... infatti...e me ne pento...non era mai successo..."

"Ti voglio credere... spero che sia così"

"Lo è...giuro"

"Ma perché? Pagare qualcuna per sesso?un giovanotto come te!"

"...non so... così..."

"...mi sa di un argomento serio...ne dovremmo parlare di persona"

"Sono solo in casa...su"

"Io ho le tue cugine tra i piedi...e tra un po'tornerà tuo zio"

"Ok...fa niente"

"...se riesco salgo un attimo su"

"Sto qua"

Cercavo di contenermi...mi stava eccitando la cosa...cosa succederà ora? Mi controllai comunque, soprattutto per evitare un ipotetica erezione difficilmente contenibile nel pantalone della tuta: aspettai ansioso.
 
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Non passarono 5 minuti e zia Sara bussò alla porta. La feci entrare : nessuno disse nulla. Vestita di maglione bianco e jeans,lontana anni luce da come, seppur per pochi secondi, in tenuta da zoccola dinanzi a me.
"Abbiamo pochissimo tempo..." disse con un sorriso. Io palpitante, non capivo niente.
"Allora...dimmi qual'e' il problema! Perché cercare donne a pagamento? Poi... soprattutto donne? Non era meglio una ragazza quantomeno della tua età... preferibilmente non pagando."
"Zia...me ne vergogno non poco"risposi" ma...mi manca..."
"Vabè pazienza...mettici un po'di impegno e te la trovi una ragazza"
"Il fatto è... Che non ho mai fatto sesso"
"Non mi dire che sei vergine..."
" Non proprio"
"Va be'...ovvio che ti masturbi... logico"
Arrossii a quelle parole e stetti in silenzio e involontariamente facendo cascare il mio sguardo sul rigonfiamento del suo maglione che contenente il seno: la cosa non sfuggì alla zia che prontamente esclamò: " che c"'e'!... Sempre attratto dal mio seno...neanche si vede!"
Arrossendo sempre più mi grattai il capo per non aver saputo evitare l'ennesima figura di merda.
"Tanto lo sapevo già...che ti piace!" disse con voce rincuorante " mi credi stupida che non me ne accorgo da come guardi? Anche in altre occasioni, specie quest'estate al mare...ricordi?". Vero, in spiaggia con lei e le famiglie al completo: non so quante seghe dedicai a quel paesaggio di tettone contenute in costume da bagno, ancora di più vederle sobbalzare quando giocammo a racchettoni.
Partì una sua risata: stavamo pensando allo stesso ricordi.
" Ora vado...fai il bravo..." disse facendo l'occhiolino. Io, muto la accompagnai con lo sguardo per tutta la discesa delle scale: si voltò e sorridendo mi fece un altro occhiolino.
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Ma scusa: nel racconto dici di averle mandato la foto della carta di identità, quindi lei sapeva chi eri 😅
...solo per la data di nascita! Lo avevo dato per scontato... Chiedo scusa
 
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Inutile dire che da quel momento fu drammatico convivere con quel pensiero: la zia ha accettato il mio essere marpione e il che ingenuamente mi fece pensare che ci sarebbe stata la possibilità di andare oltre, ma il tutto non era assolutamente certo...cercavo di rimanere con i piedi per terra, era ancora un sogno. Dopotutto non fece niente per confermare che ci fosse 'disponibilita'' da parte di lei, anche per il fatto che non ne riparlammo più: sembrava che lei volesse fare passare il tempo per dimenticare ciò che era successo.
Ma a me il tempo non passava mica: non pensavo a nient'altro che alle porcate che faceva, concedendomi la sega quotidiana pensando a lei. Peggio ancora quando casualmente scoprii, girovagando sul web, di una pornostar americana di nome Samantha 38g (che somiglia parecchio a zia Sara) e fantasticando sulla patente che scopava a più non posso.
 
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Arrivarono le feste natalizie e come di tradizione si organizzò la classica rimpatriata familiare per la vigilia di Natale, tanto bene da noi, in garage/tavernetta: oltre alla mia di famiglia, anche quella di zia Sara, i nonni e gli altri zii.
I grilli per la mia testa erano sempre più che attivi, dato la presenza della zia escort, che nonostante il suo abbigliamento più che sobrio, classico maglione e pantalone di velluto, ai miei occhi era sempre fantasiosamente nuda e soprattutto in azione di sesso.
La serata fu inevitabilmente allegra, forse anche per l'alcool da parte dei veterani, in primis il nonno, che a un certo punto, tra una barzelletta, un brindisi e un cenno di ballo di mazurka casereccio, mi ritrovai a offrire il mio aiuto a togliere stoviglie e piatti di troppo e consegnare il tutto alla lavastoviglie di turno che era proprio zia Sara... volutamente e stando attento che nessuno lo vedesse, gli sfiorai a mo'di mano morta il sedere: se ne accorse e mi sorrise.
A quella reazione mi rafforzai, credendo ingenuamente di aver fatto centro: cercavo un ulteriore scusa per aver più contatto con lei che fortunatamente si avverò, con un improvvisata ballo di valtzer proprio con noi due: sembrava fatta, dato che lei volutamente premeva sul mio corpo zizzoni! A fine ballo ne sfiorai uno con la mano, lei apertamente,sempre sorridente, mi disse " ...cazzo fai!"
L'arrapamento e l'ingenuità fanno andare oltre alla prima occasione di vederla allontanarsi per andare in gabinetto la seguii, stando comunque attendo a non essere notato.
La spiai dal buco della serratura mentre stava seduta sulla tazza: la vedevo chiaramente, specie quando si alzò e alla visione del folto pelo della sua fica eccitarono non poco. Aspettai che uscisse, stupidamente, credendo di concretizzare qualcosa. Infatti, si incazzò vedendomi depravato all'apertura della porta, dicendomi di tutto e di più... l'avevo fatta grossa.
 
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Nonostante tutto, convinto sempre di ottenere qualcosa, alla mezzanotte con il classico scambio di auguri tra tutti, non esitai, grazie anche a caos del momento, di palparle un seno nel momento di abbracciarla per il buon Natale. Il suo volto si fece molto serio, scuro e dopo qualche decimo di secondo mi sussurrò: " non hai capito proprio niente...". Mi gelai per l"'ennesima cazzata fatta e ci separammo continuando senza nulla fosse la rimpatriata.
Fu solo dopo, a festa finita, dedicandomi alla lettura dei vari messaggi di auguri ricevuti su smartphone, i miei bollenti spiriti si affievolarono repentinamente leggendo proprio il suo mandatomi forse ancora prima della buonanotte della festa.
" Posso immaginare cosa ti passa per la testa, è quasi logico ma ti consiglio di lasciar perdere...non si può e sai a cosa mi riferisco. Ti ho visto crescere e lo stretto legame di parentela non si può annullare con quelle cose. Spero che la tua sia solo ingenuità ma ti reputo, e lo sei, una persona intelligente che deve capire dell'impossibilità della cosa. Non vorrei che pensi di me come una donna facile da abbordare...se la pensi così mi deludi...non posso darti quello che cerchi.
Mi rattristii non poco: aveva ragione! Mi stavo sbilanciando solo per il fatto di aver scoperto che facesse porcate nascoste, ma rimanevo comunque suo nipote. Cercai di mettere l"'animo in pace, sapendo che ci sarebbe voluto tempo.
 
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Inevitabile che comunque la cosa fece cambiare molto, specie della routine: nonostante l'essermi rassegnato alle fantastiche morbosità sulla patente, non c'era modo di annullare il fatto che zia Sara allegramente accontentasse cazzi. Quella cosa non si poteva cancellare dalla mia mente e comunque mi feci la ragione di accettare e tenere per me ciò che ho scoperto. Comunque fu inevitabile di mostrarmi a lei deluso e schivo, non ci potevo fare niente.
Col tempo lei se ne accorse e anche se non ne parlammo più , benché non ci fosse neanche occasione, si arrivò anche a non parlarci, evitando volutamente il minimo rapporto.
Forse l'occasione che fece cambiare il corso delle cose e stato un mio rifiuto di non partecipare alla sua festa di compleanno che si sarebbe svolta dopo un paio di mesi : feci il bidone e l'intenzione non era di fare dispetto... sinceramente non volevo vederla.
 
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Sembrava che tutto fosse destinato ad andare nel dimenticatoio fino al giorno che mi mandò una WhatsAppata, nonostante regolarmente ci si vedeva, ci si salutava.

"Caro... Ma c'è l'hai ancora con me?"

" Sono io che ho esagerato...e ti ho già chiesto scusa"

" Ma ora sei diverso"

"Logico... Convivere con quel segreto cambia la vita"

" Immagino. Ma non mi va di vederti così...triste o arrabbiato. Ma hai poi risolto quella cosa?"

"Cioè?"

"Fare sesso"

"No"

" Se ti va l'idea, posso chiedere a quella mia amica"

Mi si rizzarono le orecchie e non solo. Feci finta di essere titubante ma accettai la sua offerta: in fin dei conti era cominciato tutto da lì...di andare a puttane!
Proprio la zia Sara organizzò l'incontro, il posto già lo sapevo, per il giorno dopo. Mi risollevai non poco.

All'orario prefissato giunsi sotto al palazzo della escort, la chiamai e subito mi aprì dicendomi di e arrivare, che comunque già sapevo.
Solito deserto all'interno: nessun rumore o voci. Ritrovatomi al pianerottolo la porta dell'appartamento già aperta ma leggermente accostata. Al primo segno della mia presenza si spalancò: Donna alta quanto me (1.80 circa) rossa da lunghi capelli ricci, corpetto con calze di pizzo e reggicalze, tutto rigorosamente nero, tacchi a spillo. Timidamente risposi al suo benvenuto e mi fece accomodare.
Cercò di farmi ambientare dialogando, come se ci conoscessimo già, e ci riuscì magistralmente: sapeva fare il suo mestiere. Al mio cenno di prendere il denaro si rifiutò: " la tua zietta mi ha già detto tutto...stai tranquillo...sei in buone mani"disse.
"...ehm...e cosa ti ha detto..."
"... Che ancora non sei mai stato con una donna! Sono il tuo regalo di compleanno"rispose.
Non era proprio così ma non dissi niente mentre mi accompagnò lungo il corridoio fino in camera da letto, e io la studiai dalla cima ai piedi: bel fisico tonico, forse faceva anche palestra. Seno perfetto ma non grosso...il pezzo forte era il dondolare delle chiappe in un perizoma da pornostar.
Mi invitò a spogliarmi mentre lei, parlandomi (capii che era abbastanza chiaccherona di suo), mi osservò seduta a gambe incrociate sui piedi del letto. Eliminando un capo dopo l'altro, mi cresceva un certo disagio, perciò, almeno io non mi meravigliai di non aver erezione: me lo guardai quasi dispiaciuto, il pisello dormiente dinanzi a una figa.
Stefania, il suo nome, alzandosi mi sorrise accarezzandomi all'altezza del mento e disse: " sei ancora troppo nervosetto...ma si capisce che hai un bel amichetto laggiù...seguimi".
Mi accompagnò in bagno, mi fece sedere sul bidet, aprì l'acqua e una volta che si insaponò la mano mi lavo' le mie parti intime, sussurrandomi parole dolci all'orecchio. Sì concentrò al massaggio del pene insaponato, che crebbe immediatamente.. godevo a quella sega lenta e sublime.
"Cavolo che bello...grosso!!!" disse spalancando gli occhi al sentire il cazzo duro tra le sue mani, ripetendolo di nuovo quando mi alzai: mi asciugò quasi frettolosamente e prendendomi per la ceppa mi guido' di nuovo in camera.
Mi sentivo scoppiare, non so quanto potevo resistere. Ma lei lo sapeva, credo che lo sentisse, perciò sembrava che evitasse il contatto col mio sesso.
Mi fece sdraiare sul letto e io involontariamente mi presi il cazzo per massaggiarmelo ma lei mi rimproverò:" fermo con le mani...sei pericoloso così...penso io a te...calmati". Era vero: mi sentivo le palle esplodere, non ci voleva nulla per scaricare tutto.
In ginocchio sul letto, al mio fianco lentamente si liberò del corset: bella visione di un seno perfetto con aureole piccole ma a regola d'arte. Sì massaggio' lentamente con le mani che sensualmente esploravano il suo corpo, erotismo allo stato puro.
Chinandosi verso di me, sempre lentamente poggiò un seno sul mio cazzo duro e ritto: quel contatto mi fece sobbalzare, inevitabilmente feci un gemito. Continuò per qualche secondo e si distese sul mio fianco e con un dito giocherellava per tutta la lunghezza dell'asta, fino all'altezza del prepuzio che massaggio' con uno o due dita: non resistetti e sborrai copiosamente a multi getti che mi imbrattarono l'addome e parte del petto. Un "wow" entusiasta fu la sua reazione.
 

francoros

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Sembrava che tutto fosse destinato ad andare nel dimenticatoio fino al giorno che mi mandò una WhatsAppata, nonostante regolarmente ci si vedeva, ci si salutava.

"Caro... Ma c'è l'hai ancora con me?"

" Sono io che ho esagerato...e ti ho già chiesto scusa"

" Ma ora sei diverso"

"Logico... Convivere con quel segreto cambia la vita"

" Immagino. Ma non mi va di vederti così...triste o arrabbiato. Ma hai poi risolto quella cosa?"

"Cioè?"

"Fare sesso"

"No"

" Se ti va l'idea, posso chiedere a quella mia amica"

Mi si rizzarono le orecchie e non solo. Feci finta di essere titubante ma accettai la sua offerta: in fin dei conti era cominciato tutto da lì...di andare a puttane!
Proprio la zia Sara organizzò l'incontro, il posto già lo sapevo, per il giorno dopo. Mi risollevai non poco.

All'orario prefissato giunsi sotto al palazzo della escort, la chiamai e subito mi aprì dicendomi di e arrivare, che comunque già sapevo.
Solito deserto all'interno: nessun rumore o voci. Ritrovatomi al pianerottolo la porta dell'appartamento già aperta ma leggermente accostata. Al primo segno della mia presenza si spalancò: Donna alta quanto me (1.80 circa) rossa da lunghi capelli ricci, corpetto con calze di pizzo e reggicalze, tutto rigorosamente nero, tacchi a spillo. Timidamente risposi al suo benvenuto e mi fece accomodare.
Cercò di farmi ambientare dialogando, come se ci conoscessimo già, e ci riuscì magistralmente: sapeva fare il suo mestiere. Al mio cenno di prendere il denaro si rifiutò: " la tua zietta mi ha già detto tutto...stai tranquillo...sei in buone mani"disse.
"...ehm...e cosa ti ha detto..."
"... Che ancora non sei mai stato con una donna! Sono il tuo regalo di compleanno"rispose.
Non era proprio così ma non dissi niente mentre mi accompagnò lungo il corridoio fino in camera da letto, e io la studiai dalla cima ai piedi: bel fisico tonico, forse faceva anche palestra. Seno perfetto ma non grosso...il pezzo forte era il dondolare delle chiappe in un perizoma da pornostar.
Mi invitò a spogliarmi mentre lei, parlandomi (capii che era abbastanza chiaccherona di suo), mi osservò seduta a gambe incrociate sui piedi del letto. Eliminando un capo dopo l'altro, mi cresceva un certo disagio, perciò, almeno io non mi meravigliai di non aver erezione: me lo guardai quasi dispiaciuto, il pisello dormiente dinanzi a una figa.
Stefania, il suo nome, alzandosi mi sorrise accarezzandomi all'altezza del mento e disse: " sei ancora troppo nervosetto...ma si capisce che hai un bel amichetto laggiù...seguimi".
Mi accompagnò in bagno, mi fece sedere sul bidet, aprì l'acqua e una volta che si insaponò la mano mi lavo' le mie parti intime, sussurrandomi parole dolci all'orecchio. Sì concentrò al massaggio del pene insaponato, che crebbe immediatamente.. godevo a quella sega lenta e sublime.
"Cavolo che bello...grosso!!!" disse spalancando gli occhi al sentire il cazzo duro tra le sue mani, ripetendolo di nuovo quando mi alzai: mi asciugò quasi frettolosamente e prendendomi per la ceppa mi guido' di nuovo in camera.
Mi sentivo scoppiare, non so quanto potevo resistere. Ma lei lo sapeva, credo che lo sentisse, perciò sembrava che evitasse il contatto col mio sesso.
Mi fece sdraiare sul letto e io involontariamente mi presi il cazzo per massaggiarmelo ma lei mi rimproverò:" fermo con le mani...sei pericoloso così...penso io a te...calmati". Era vero: mi sentivo le palle esplodere, non ci voleva nulla per scaricare tutto.
In ginocchio sul letto, al mio fianco lentamente si liberò del corset: bella visione di un seno perfetto con aureole piccole ma a regola d'arte. Sì massaggio' lentamente con le mani che sensualmente esploravano il suo corpo, erotismo allo stato puro.
Chinandosi verso di me, sempre lentamente poggiò un seno sul mio cazzo duro e ritto: quel contatto mi fece sobbalzare, inevitabilmente feci un gemito. Continuò per qualche secondo e si distese sul mio fianco e con un dito giocherellava per tutta la lunghezza dell'asta, fino all'altezza del prepuzio che massaggio' con uno o due dita: non resistetti e sborrai copiosamente a multi getti che mi imbrattarono l'addome e parte del petto. Un "wow" entusiasta fu la sua reazione.
Molto bello....continua
 
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Mi scusai ma lei prontamente cercò di rincuorarmi: " tesoro... è normalissimo...ci mancherebbe. Davo quasi per scontato che fossi venuto scarico ma non fa niente...non mi meraviglia affatto". Strappò della carta per asciugare tutto e mi diede anche delle salviette detergenti profumate.
" Sinceramente...ho scaricato prima di venire qua"dissi pulendomi
" Ah beh...allora ne hai di munizioni da sparare". Ridemmo entrambi a quella battuta.
Prese anche lei una salvietta e mi pulì per benino l'asta e la cappella che avevamo perso abbastanza vigore: era molto sensibile e gemitai socchiudendo gli occhi. E proprio in quell'attimo, sentendo un calore avvolgente sul glande, aprendo gli occhi la vidi intenta a farmi un pompino, lento e sensuale. Non ci volle tanto a tornare duro.
"Hai proprio un bel pene...grosso! Avrai fortuna tesoro mio". Non dissi niente, mi godevo il primo pompino fattomi, osservando tutti i suoi movimenti di bocca e di lingua.
" Sarai più resistente ora...spero"disse tra una slinguata e un altra.
Risposi "spero"
"Se vuoi smetto... possiamo fare altro..."
" È bellissimo quello che stai facendo...ti prego... continua"
"Sicuro?"
Al mio cenno di affermazione, pompò con più figa e determinazione, la lingua era più prepotente al frizionare la cappella: volevo quasi rimangiarmi quello appena detto. Ero comunque più rilassato di prima, credevo di resistere abbastanza.
Interruppe il pompino senza dire niente e allungando la mano prese un preservativo da dentro il comodino e me lo mise.
"Ne mettiamo due... Sarai meno sensibile" disse facendolo. Io rimasi muto non perdendomi nessuna sua azione, compresa quella, che una volta sfilatosi il perizoma si lubrificò la fica con del gel anch'esso preso dal comodino. Passera depilata, era la prima che vedevo dal vivo, labbra rosee e carnose.
Mi salì in groppa tenendo l'uccello e puntandolo nella sua apertura: lentamente ci sparì dentro accompagnato da un suo lungo gemito. Tutto il cazzo era accalorato, lo sentivo benissimo, se lo fece sparire dentro allargando di più l'apertura prima con una poi con l'altra gamba, accavallandomi. "Cavolo...adesso lo sento proprio enorme..." Ansimò e sempre lentamente fece su e giù poggiandosi con le mani sulle sue ginocchia. Gemitavo con gli occhi spalancati alla sua azione di smorzacandela, cosa che vedevo solo nei video porno.
" Cazzo che mi stai facendo godere..." Bisbigliò senza interrompere l'azione della scopata. Una vampata di calore mi avvolse il cazzo, il suo " vengooo", detto ansimando venne accompagnato da un rivolo biancastro che sgorgava dalla sua fica impegnata dal cazzo: sembrava quasi fossi venuto io di nuovo. Era più fluida la penetrazione ora, ma quasi immediatamente aumentò il ritmo della cavalcata...non resistetti e sbrodolai di nuovo.
 
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Stefania sembrò più euforica di me all'atto sessuale appena concluso dicendo " wow che bello...bravo" e si distese a fianco a me
" Ma...hai fatto tutto tu!"
" Che carino che sei...ti è piaciuto?"
"Molto... signora"
" Non chiamarmi signora, tesoro..."
Parlammo per un po', chiedendoci cose di noi, fu molto rilassante, il tempo sembrò fermarsi, era un abile ascoltatrice e dialogando del più e del meno sembrò di essere a una seduta psicologa.
Dando per scontato che la missione fosse conclusa mi alzai dal letto, non prima che lei mi liberò il pisello dal cappuccio pulendolo dalle tracce di sperma. Lentamente mi risistemai dei vestiti mentre lei sempre sdraiata, osservando me, continuava a socializzare.
Pronto per abbandonare la scena, Stefania mi invitò per prendere un caffè e io accettai.
Andammo in cucina mi sedetti a un lato del tavolo osservandola intenta a preparare la moca: era solo in calze e reggicalze. Di spalle non le toglievo lo sguardo di dosso continuando la chiacchierata. Mi crebbe il desiderio di farlo di nuovo, ma dubitavo che fosse ricambiato: aveva già dato tanto a me.
Preparato il caffè si sedette anche lei e lo prendemmo: non capita tutti i giorni una tazza di caffè con una donna nuda di fronte: evitavo di fissargli le tette ma era impossibile, lei lo capiva e faceva finta di niente.
Finito il caffè e non avendo il coraggio di chiedergli il reprise decisi di andare via: alzandomi, Stefania tempestivamente sì concentrò a fissarmi il pacco. Ero ancora eccitato e si capiva.
"...il tuo amico è ancora sveglio, direi" disse con voce maliziosa.
" Mi sa di sì..."
Per qualche secondo rimanemmo in silenzio. Si alzò, scambiandoci sguardi lussuriosi: sembrava aspettasse una mia mossa. Di istinto la abbracciai incollando una mano a un suo seno.
"Hey...che determinazione...sei proprio un peperino"
Mi abbassai quel tanto di impossessarmi con la bocca di una tetta e la ciucciai. Lei rise a questo mettendomi una mano tra i capelli.
Cercò di staccarmi e quando ci riuscì, avvicinandosi al tavolo ci salì su e allargò le gambe mostrandomi la passera. Non disse niente ma era un chiaro segnale. Mi avvicinai a lei tra le sue gambe togliendomi la maglia. Mi accarezzò la testa, invitandomi a abbassarmi tra le sue coscie: sapevo quello che dovevo fare solo per averlo visto fare ai film. Non lo disse ma voleva essere leccata alla fica. Non l'avevo mai fatto ma di istinto e velocemente avvicinai la bocca tra le due gambe. Un odore nuovo e forte e la prima cosa che avvertii. La stavo baciando la sua parte intima, lei gemente mi tenne sempre per la testa, come per non farmi staccare.
" La lingua ...usa la lingua ..."disse ansimando stendendosi di più sul tavolo. Lo feci come meglio credevo.
"Oh cazzo...ma sei proprio bravo...mmmm....siiiii". Ne diceva tante... sembrava un altra persona dato che usava parole volgari.
Mi sentivo di nuovo duro e me lo tirai fuori segandolo.
" Ora scopami...cazzo...scopami con quel cazzone..."
Obbidiente stoppai l'azione di leccata di fica, alzandomi con il cazzo già in tiro.
" Che aspetti... Chiavami!"
"Ma... E il preser..."
"Muoviti...spaccami la fica...subito..."disse quasi urlando.
Lo feci. La ceppa letteralmente inghiottita da quel buco: me lo osservai mentre spariva in lei che gemeva abbastanza forte.
"Spingi cazzo...spingi con tutte le tue forze...muovi quel cazzo...muovi quel bacino...siiiii".
Presi lucidità e mi azionai come meglio potevo a trapanarla. Godeva parecchio, era proprio un altra persona.
"Bravo...così...che cazzo bellissimo...mmm...ooooo...sei...splendidooo...".
Vedevo umori uscire dalla sua fica, era caldissima. La stavo scopando senza preservativo, pensai di non sborrarci dentro lo tirai fuori quando venne la necessità di farlo.
"Cazzo...fai...sciocco...rimettilo dentro...fammi sentire la tua sborra che mi riempie...". Al comando tornai in azione e una serie di colpi scaricai tutto dentro.
"Uhmmm... bellissimo...sei grande"disse la vacca.
Era in estasi, sembrava la prima volta, non mi spiegavo il perché.
Mi riempii di complimenti, ripetutamente per tutto il tempo " sei e sarai un grande scopatore...fidati...quando vorrai ci sarò sempre per te...ovvio non per lavoro."
La cosa mi sollevò non poco: la prima volta con una donna e avere la certezza di una scopata futura... cosa volere di più dalla vita.
 
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Prosciugato e rilassato abbandonai la Stefania: sembrava di volare. Vedevo tutto rose e fiori.
Era passato abbondantemente il mezzogiorno e l'istinto di recupero di energie comprai un pezzo di pizza per divorarlo avidamente.
Tornai a casa, la mamma stava già risistemando ma la tranquillizzai dicendole che avevo già pranzato.
Stando per dileguarmi in camera mia quando piombò in casa zia Sara: chiese a mia madre se potesse usare la sua macchina da cucire. Mi osservò in modo furtivo e soddisfatto confermandomi che sapeva del fatto mio.
Le donne si organizzarono per il non mancabile caffè pomeridiano: feci finta di partecipare girando in zonzo per la casa. Alla prima occasione, con la mamma in disparte occupata a telefono non so con chi, la zia mi prese in disparte:
" Allora... com'è andata?"
"Bene" risposi di soddisfatto
"Solo...bene? Niente più?
" Che vuoi che ti dica? I particolari? E stato bello!"
" Bello? Ok... Mi fa piacere... Hai l'aria di uno che ancora si riprende!"
"Sì... infatti..." risposi. Sorridemmo tutti e due ma data l'impossibilità di dialogo tornammo per i fatti nostri.
Effettivamente avevo l'aria del coglione: erano passate già diverse ore e solo al pensiero mi torno la voglia di assaporare la fica, quella di Stefania. Temporeggiai parecchio ma non resistetti a chiamarla."

Caro...ma proprio ho fatto questo effetto con te" disse gentilmente.

" Non posso fare a meno di pensarci..."

"Ora sto 'lavorando'...capisci?"

"Sì...immaginavo"

"Facciamo una cosa... Spero che non sia tardi per te stasera dopo le 10!"

"No assolutamente..."

"Allora sai dove trovarmi...a dopo caro. Saremo i e te...tranquilli senza nessuno che ci dà fastidio!"

Era fatta. Mi eccitai a quell'appuntamento, volevo segarmi ma resistetti sussurrandomi al pistolone di resistere.
Era sabato e mi potevo permettere di fare ore piccole.

Alle 22 in punto ero già sotto lo stabile. Telefonai alla Stefania che subito mi aprì e alla velocità della luce già piantonavo il suo pianerottolo.
Era in accappatoio. Disse che aveva da poco 'accontentato' un cliente. Visione diversa dalla mattinata ma comunque eccitante. " Ora mi farò bella solo per te! disse facendomi entrare in casa e accomodarmi in cucina, prima di sparire dileguandosi dall'altra parte della casa.
Quando tornò, solo in autoreggenti e tacchi a spillo e nient'altro che i capelli raccolti in una coda, non ebbe l'aria sorpresa di trovarmi completamente nudo a cazzo dritto. Inutile ricordarsi i vari step tra pompini, chiavate in chissà quante posizioni, in ogni angolo della casa, compreso il gabinetto. Sborratoio perenne, spremuto fino all'ultima goccia: classico della milf che ha trovato il giovane bull in forza, che non lo faceva per mestiere ma semplicemente che adorava il cazzo.
 
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Passarono pochi giorni da quel fantastico weekend e non so se inevitabile o inaspettato, arrivò il messaggio su WhatsApp della zia Sara:
" Hey campione... Fai anche il modesto. Stefania mi ha raccontato tutto"

" Te l'ho detto... tutto tranquillo"

"Tranquillo? Ma sei stato con lei tutta la notte?"

" Ehm...si"

"So' tutto...anche i particolari"

" Sì vabè... Capitato così"

" Ah... facciamo i misteriosi...ok...ne parleremo di certo"

Benché solo scritto, mi sembrava quasi minacciosa, sinceramente mi curai poco, ma gli diedi poco peso. Qualche dubbio mi sorse, arrivato il sabato successivo che Stefania annullò il nostro incontro. Stessa cosa la settimana successiva.
Tornai a pensare positivo solo dopo aver reincontrato la Stefania che non so' perché, dato che neanche lo chiedi, anziché il sabato notte, preferì di giorno, mattina o pomeriggio, dipendentemente dagli impegni di entrambi.
 
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Comunque con zia Sara le cose non cambiarono: sembrava offesa. Neanche ci provavo a contattarla, sia di persona o in chat. Solo mesi dopo, era estate, casualmente ci incrociammo al cancello di casa, freddamente disse: " ti vedi ancora con quella?". Anche se molto di rado erano gli incontri con Stefania negai la cosa: era una bugia e mi sorse il dubbio di aver fatto la cosa giusta. Astutamente chiesi: " cosa c'è che non va! Mi vi hai mandato proprio tu?"
"Non si fa e basta!" rispose scocciata.
"...anche fare escort come seconda vita...non si fa!"freddamente risposi.
Muta si offese a quelle parole. Dopotutto avevo ragione ma mi dispiacque dirlo, ma se le cercò quelle parole.
 
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Una domenica mattina i miei si organizzarono per andare al mare: io rifiutai drasticamente e all'ultimo minuto si aggregarono le mie cugine. Io rimanevo solo a casa, volevo ciò, ci mancherebbe, volendo dormire fino a tarda mattinata.
I rumori che venivano dal giardino ( lo zio col decespugliatore) mi fecero comunque alzare alle 10. Classico di una domenica mattina, mannaggia.
Oramai sveglio e progetti zero comunque mi attivai per trascorrere la mattinata in solitudine non andando oltre alla boccata d'aria sul terrazzo.
Notai zia Sara, seduta su una sdraio, proprio sotto il mio terrazzo, per i fatti suoi a cazzeggiare con lo smartphone ( pensai... mi messaggera'?). La maglietta molto scollata generosamente lasciava uno spacco in bella vista delle tettone, sembrava quasi fatto apposta. Non mi scomposi più di tanto e tornai per i fatti miei.
Credo che la mia presenza sia stata percepita o quantomeno cercata alle parole della zia rivoltosi al marito: "... Ma non sarà il caso che ti dedicassi a un altra aiuola?". A quella frase mi rizzarono le orecchie: stando seduto non poterono notarmi.
Cautamente tolsi la suoneria allo smartphone e come per magia o sesto senso arrivò il messaggio della zia: " goditi lo spettacolo...segaiolo!"
Per qualche secondo non capii cosa succedesse, ma rimasi silenzioso e mi dileguai in casa per piantarmi alla finestra che sporgeva sullo stesso cortile.
Di nuovo la zia al marito: " amò... ma 'sto cespuglio no eh?". Rimasi a bocca aperta a vedere zia Sara, sempre seduta a gambe aperte, sollevando il gonnellino a fiori e implorando il marito.
" Ma sei matta... Neanche le mutande..."
"Fa caldo..."rispose arieggiando le cosce con il vestiario. "Non c'è nessuno... Cazzo ci vede" aggiunse.
Sapeva che ero in casa, la conferma, il messaggio inviato a me. Cosa combineranno i due? Già ero a cazzo impennato.
 
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Lo zio con calma smise la sua attività di giardiniere e avvicinandosi alla moglie le disse: " ...sei matta! Non ci hai dormito stanotte?". Da dove stavo lo capii chiaramente. Davo per scontato che non avrebbero fatto sconciarie là fuori: troppo vicino alla strada e agli altri stabili, impossibile.
"Ok... andiamo..." disse lo zio avviandosi in casa dopo essersi dato un sciacquata al lavandino posto all'esterno.
Sì intrufolarono in casa e il senso di andare a dare una sbirciata era forte. Ma come potevo? Origliare al muro? Macché. Sbirciare alla finestra, con la luce del giorno era un suicidio. Comunque scesi le scale e come per incanto la porta del loro appartamento aperta, sparazzata. Diventai un gatto, sia per silenziosità che per le movenze: la troia volutamente la lasciò aperta. Furtivamente mi fermai dinanzi la loro porta in attesa di segnali incoraggianti che non tardarono ad arrivare: ridolii e parole dai due provenienti da qualche parte della casa. Davo per scontato cosa avrebbero fatto e aspettai paziente.
Al primo mugolio mi feci coraggio ed entrai. Attraverso il soggiorno, un corridoio collegava la varie camere: le voci provenienti dalla loro camera matrimoniale mi incoraggiarono per il fatto che fossero impegnati tra loro, ma allo stesso tempo paura di avermi fatto scoprire: pensai parecchio alla mossa successiva, troppo pericoloso.
La titubanza fece passare non poco tempo: li sentivo ma non avanzavo oltre per spiarli. Il sesto senso mi disse di tirarmi indietro: troppo pericoloso.
Tornai fuori alla loro porta e indistintamente captai il sonoro della loro scopata.
 
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Mi eccitò molto e mi sarebbe piaciuto ma feci la cosa giusta. Me ne tornai in casa .
Sentii di nuovo il rumore di decespugliatore e decisi di anticipare l'ipotetico messaggio della zia, rispondendole alla domanda di prima "quale spettacolo?"
Non tardò la risposta:
" Oltre che segaiolo anche dormiglione? Impossibile che non hai sentito nulla. Lo si che eri sul terrazzo prima? Mi prendi per scema?"
"Non so di cosa parli"risposi.
Passò una mezz'ora e proprio lei mi citofono': " sei solo...pranzi con me e lo zio? Ci saranno anche i nonni". Accettai l'invito.
Scesi poco prima di mezzogiorno, al momento che lo zio, salutandomi, disse di andare a prendere i nonni.
Feci un giro in zonzo nel cortile, pensando a ciò che successe prima e soprattutto al fatto che eravamo soli io e la zia. Neanche notai che era sull'uscio di casa, a braccia conserte osservadomi.
" Che fai li imbambolato?" disse
"prendo il sole"
"Ah ok...tra una mezz'ora è pronto...appena arriveranno tutti...non ti dileguare"
"Non mi muovo di qui"
"E fai bene"disse con tono ironico ma prepotente.
In quel momento, neanche me ne accorsi che suonarono al cancelletto: ero lì e aprii. Ragazzo che non conoscevo, mai visto. All'istante la voce della zia al citofono " entra tranquillo".
Entrò senza dire niente, a malapena mi guardò passandomi di fianco: cercavo di capire chi fosse e cosa facesse a casa nostra.
Il pensiero perverso è sempre dietro l'angolo, non mi meraviglia più niente. Tempo di farmi una ragione rientrai nello stabile: portone aperto ma la porta dell'appartamento degli zii chiusa. Non mi curai, davo quasi per scontato cosa ci facesse quel visitatore lì feci le scale per andare nel mio di appartamento. Nel momento di aprire la mia di porta, delle voci provenienti dalla mansarda di sopra mi bloccarono il fiato.
La mansarda era grezza, un appartamento futuro, senza porte senza niente, usata solo come magazzino di cocci e cianfrusaglie varie. Mi fermai e aspettai senza senso: lo potevo fare, dopotutto era anche casa mia e un chiaro invito.
Le due rampe di scale fatte senza far rumore, neanche se ne sarebbero accorti dato il riverbero delle loro chiacchiere da dentro. Arrivato al pianerottolo mi poggiai sul divisorio facendomi coraggio a scorgere la testa. Li sentivo, a occhio e croce, a una distanza di cinque metri, non mi andava di fare figuracce: aspettai.
Sussurravano, sembrava che amoreggiassero, anzi lo era. Mancava ancora il coraggio di affacciarmi dentro.
Passò pochissimo, ai primi gemiti trattenni il fiato. Prima era un certezza, ora è realtà vera e propria: stanno scopando.
Sospirai e decisi di dare un occhiata, piano piano: la zia Sara, appoggiata con i gomiti a un tavolo e il tipo che la stantuffava energicamente da dietro. Godevano come porci i due, eccitante anche per me. Non potevano vedermi, se non intenzionalmente. Me lo tirai fuori e mi masturbai alla vista di quella pecorina, bellissima ed inaspettata. Non si spogliarono, se non per l'essenziale: la gonna copriva tutto e di tanto in tanto lui la sollevò mettendo in bella mostra il culo. Le palpava le tettone ancora intrappolate nella maglietta: quando ne liberò palpandola e strizzandola per poi lasciarla penzolare come una campana al ritmo della scopata, non resistetti e sborrai.
 
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Svuotato lo sperma, li lasciai soli tornando in giardino: non ci avrebbero messo molto, dato che lo zio non ci avrebbe messo più di mezz'ora a tornare coi nonni. Così fu: il tizio, a testa bassa abbandonò la proprietà facendo finta di non notarmi. Pochi secondi dopo arrivarono zio e nonni.
Una volta accolti i parenti insieme entrammo in casa in attesa del pranzo. Occhiate fugaci ci scambiammo io e zia ma non andammo oltre: aveva cambiato la t-shirt, forse perché sudata di dopo la furtiva scopata, notando che aveva le tettone intrappolate nel reggiseno...cosa che non indossava in tutta la mattinata.
Capivo che mi stava provocando ma non il perché: quello che era successo la mattina chiaramente non era improvvisato o casuale, sembrava fatto apposta ma non capivo il perché.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo, ritiratomi a casa mia un suo messaggio :" allora... piaciuto lo spettacolo!". Risposi di si.
L'unica persona che poteva rispondere alle mie domande non poteva essere che Stefania: frequentandola non ci siamo mai curati del rapporto del soggetto (zia Sara) che abbiamo in comune. Ci incontrammo è dopo la routine scopareccia gli confessai di come mi stesse trattando la zia.

" Senti..." disse " il fatto che ci vediamo ancora si da per scontato che lei non lo sa! Ha esplicitamente detto che io e te non dobbiamo più vederci, il prezzo è l'amicizia tra me e lei. Per me è una carissima amica e mi dispiace farle male... così"

" Io glielo negato che ci vediamo io e te...da tempo"

"Bravo...rimane il fatto che mi sento in disagio che... Come se la sto tradendo...capisci?"

"... È chiarissimo"

"Rimanga una storia segretissima..." disse portandomi di nuovo l'uccello in tiro per l'ennesima performance e lo lasciai fare eccome.
 

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