Racconto di fantasia Inaspettatamente Porca

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Nel tardo pomeriggio, raggiunsi il terminal bus con la macchina: Virginia mi avrebbe riaggiunto proprio lì, evitando di farci notare di uscire insieme.
Appena ci notammo, dritti in macchina e appena dentro ci mettemmo a pomiciare: il buio e i vetri appannati nascosero la nostra attività, con l'aggiunta di una sega.
Decidemmo di andare a prendere qualcosa da bere e raggiungemmo un locale per consumare un aperitivo cenato.
Parlammo per tutto il tempo: avevamo tanto da dirci. Inevitabile il prendere discorso del morboso intreccio che legava me, lei e la madre.
" ... quando sei uscita oggi...lo facemmo di nuovo"
"Immaginavo... ma quando durerà te lo sei chiesto?"
" Non so...ci penso e credo che anche lei lo faccia... Fortuna che non ci sono qui... almeno non si incappa in qualche guaio"
"Non ci sarai neanche per me... purtroppo"
" Credo che sia più pericoloso...il sesso vi ha complicato la vita...per sempre"
" Ma... è proprio così brava...con gli uomini"
" Sì... Prendilo come complimento, ma è una pornostar mancata...credimi"
"Esagerato... Cosa fa di tanto straordinario!"
"È tutto un insieme di cose, forse anche indescrivibile..."
" Dai... fisicamente come pornostar...ci passa lontano"
" Credo che sia una cosa soggettiva... Classico e credere o volere la top model, fisico perfetto! Anche per le donne è così...credo. Ma in certi casi non si sa cosa veramente attrae"
"...a te...le tette" rise dicendo questo
"Ahahahah...quelle poi...mi fanno perdere la testa"
"Penso che sia brava ad attrarre...non solo per il seno...vero"
"Credo proprio di sì"
"Però così sfacciata...da puttana...non lo capirò mai"
"Gli piace... è un motivo di appagamento... credo"
"Appagante...se non si viene sottomesse! Non penso che sia tanto passiva...penso... conoscendola"
"Appunto per questo...ha sempre il controllo! Sì, credo che questo è il suo punto di forza"
" Vorrei essere forte anche io come lei..."
Sembrava che provava più ammirazione che dissenso nei confronti della madre dicendo questo e prontamente aggiunsi: " ci vuole carattere..."
"Pensi che sarò brava anche io con gli uomini?"
Aspettai prima di rispondere: " brava?...già lo sei... Ma cosa intendi per brava!"
"Soddisfare... Non mi va l'idea che uno viene con me e poi se ne scappa o solo per convenienza..."
"Esperienza... questo è"
"Voglio essere come lei"
"Dai esageri"
"Non sarò santa...e non la darò a tutti, ma voglio che mi cercano in disperazione. Il trucco c'è e lei lo sa!"
"Boh...se lo dici tu!"
"Come fa? Intendo a letto...dimmi i particolari su!"
"Dai...le cose che si fanno ...come capita...non saprei e non ti far dire i particolari...non ha senso. Mica ci sta un copione da seguire"
"Sono curiosa di vederla all'opera..."
"Se pensi di... Spiarmi, spiarci no assolutamente...già provo fastidio, ti prego...no"
"Ok... rispetto il tuo ritegno. Allora...aiutami a togliermi questa curiosità"
"E come!"
" Vederla all'opera con qualcuno"
"E che ne so se si vede con qualcun altro...tra tre giorni riparto...addio"
"Possibile che sei rimasto... l'unico"
"Solo lei può rispondere... giuro che non so!"
 
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Virginia, sempre più convinta, ne penso' di tutti i colori e io prontamente cercai di deviarla con dubbi e indecisioni: " ma scusa ... Te stessa dicevi di spiare i tuoi genitori...non ti basta"
"Credi che sia la stessa cosa?". Conoscendo la porca pensai proprio a no secco; "vedi... Non può essere la stessa cosa... perciò..."
" Avrei potuto chiedere a Stefania, ma da tempo non praticano più a casa sua...l'ha data in affitto"
"Ah già...quella! Ti divertivi pure con quella là"
"Dai...non fare la gelosa... acqua passata. Forse in campagna dal nonno! Lei ha le chiavi... chissà!"
"Può essere... Sempre che no ci sia il nonno... perciò"
"O in mansarda...già è capitato"
"... Con i muratori magari "
"Muratori?"
"Ah forse non sai...ma stiamo aggiustando la parte nostra...questi giorni non c'erano e torneranno domani mattina"
"Pensi...che..."
"La settimana scorsa con la scusa del caffè... forse...per il tempo che ci ha messo per riscendere penso proprio di sì".
"Azz..."
"Sì...penso che sia l'unica soluzione... Allora domani mattina uscirò con una scusa. Tu cerca di capire qualche movimento losco...poi mi avvisi e torno a casa. Anzi, i tuoi non ci sono, giusto? Allora farò finta di uscire e invece starò a casa da te...e vediamo"
"Fai tutto tu ... "risposi alzando le spalle "proviamo...".
Finito l''aperitivo e il meeting strategico tornammo in macchina con l'intento di andare a casa: desideravo darle una bella buonanotte lo capì, dato che presi una strada diversa: "eh no cuginetto ... Prima il dovere...poi... Dopotutto la sega te lo fatta..."
Non insistetti minimamente, nonostante ci palpammo a vicenda le parti basse e tornammo a casa.
 
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La mattina, mi sveglio' il telefono squillante: era Virginia che subito riattaccò senza parlare. Rincoglionito di sonno, ci misi non poco tempo a capire di avere un SMS, il suo " dammi l'ok di quando posso salire". Verificato che fossi solo in casa, lo feci: sentivo un po'di schiamazzi e rumori che venivano da sopra, davo per assodato che fossero i famosi muratori e aprii la porta senza spalancarla, facilitando l'imminente intrusione di cugina Virginia, che avvenne un minuto dopo.
"Secondo me... è una perdita di tempo..."
"Spero di no... Era in bagno quando uscii di casa. Sa che è sola...o meglio...lei, i muratori e tu"
"Appunto!... Io..."
"Già...tu!... Puoi sempre dire che non sei in casa o che hai da fare!"
"Facile a dirsi, non sono bravo a bugie... intanto un caffè e d'obbligo!" Lo feci dopo che anche lei accettò di farmi compagnia a quello.
Squillò il mio smartphone ed era zia Sara: " caro...sei in casa?"
"Stavo per uscire... è una faccenda importante da sbrigare in mattinata!"
"Sei potevi fare un favore...sai...avevo una cosa da fare...in mansarda...sai di cosa parlo...capisci. potresti ritardare di qualche minuto". Mentre ascoltavo la zia,di fronte a me Virginia che mimava indistintamente la parola puttana. Risposi:" ci possiamo vedere pomeriggio...e più tranquillo per me"
"Magari si...con te...ma ora sai c'è qualcuno interessante su...dai che hai capito"
"Ah...scusa...ora ho realizzato...i muratori"
"E si...mi aiuti...per favore..."
"Ok...so quello che devo fare"
"Sei un angelo... A Dopo tesò!".
Riattaccai e sorrisi alla cugina che scrollava la testa.
"Sembra fatto apposta..." dissi
"Siamo stati fortunati...buono!"
"Sì...ma...quanti sono?"
"Un paio sicuri, se non di più"
"...e che farà...un bordello"
Stammi parecchio attenti a ciò che si udiva sentire da fuori le scale, percependo solo rumori e una lontana radiolina che echeggiava, provenienti dalla mansarda. Ci stavamo annoiando, manco a poter accendere la TV.
Dopo poco si sentirono dei passi pesanti scendere: Virginia si appiccicò con l'orecchio alla porta mentre io mi diressi verso la finestra, dando per scontato che qualcuno uscisse. Così fu: due tipi grossi come armadi che vidi attraversare il giardino, uscendo fuori per strada fino a un furgone. Uno rovistò dentro il cassone e l'altro si mise a bordo, accese e quando il collega trovò ciò che cercava, andò via. Il tipo rimasto tornò dentro: dopo un po', solito passo pesante che saliva le scale.
Entrambi eravamo concentrati a origliare, neanche respiravamo, si evitavano tutti i rumori possibili, fino all'aspettato passetto che echeggiava: la zia stava salendo su.
Bussò alla mia porta: Virginia come un lampo si nascose dietro il divano. Aprii.
"Tutto ok..." disse sottovoce. Sembrava una zingara per come era vestita: gonna lunga e un maglioncino che al bottone mancante si intravedeva lo spacco delle tette.
"Tranquillo..."
"Ok...a dopo" rispose e dopo l' andò via.
 
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Aspettammo, piu ché altro per capire come meglio fare. Era chiaro: approfittando dell'assenza del collega, il bruto si poteva sbattere la padrona di casa. Tutto ben organizzato, ancora meglio con chi ti guarda le spalle.
Quando la musica della radio sparì era il chiaro segno, mi attivai per uscire dopo aver detto a Virginia di aspettare il mio segno una volta arrivato su.
Arrivato su, molto cautamente, dato che non sentivo nessun rumore o voci, motivo in più per essere titubante e rimanere dietro la spalla d'ingresso senza vedere ed essere visto. Voltandomi alle scale Virginia mi osservava, aspettando un mio cenno.
Una sorta di grugnito e dei sciacquettii. Aspettai ancora, immaginavo cosa stessero facendo. Ma solo dopo aver sentito " ohhh signo'... Che bocca...mmm" diedi un occhiata dentro: non li vedevo ma li sentivo chiaramente. Mi incamminai sempre più dentro, evitando di far rumore: pannelli di cartongesso poggiati a un lato coprirono la visuale fino all'ultimo e fui fortunato perché nella stanza c'era un vecchio armadio con le ante a specchio, vedendo riflesso i due senza che fossi scoperto. Avendo via libera, feci marcia indietro per chiamare la cugina, ma era già dietro di me. Doveroso segno di stare muti e anche lei ebbe modo di vedere ciò che gli specchi rifraevano: la zia, seduta sulla sedia che spompinava tranquillamente l'omone. Già in tiro, mostrando anche di essere ben fornito, sia per lunghezza che circonferenza. Con una mano sul suo fianco e l'altra sulla testa di zia Sara si godeva la bocca in evidente difficoltà a tenersi dentro la sostanziosa verga: i metri che ci dividevano erano sufficienti per capire e vedere chiaramente i dettagli, compreso quello dei testicoli, quando si calo'completamente i pantaloni ai piedi e che zia di tanto in tanto li massaggiava, quasi come due palle da tennis.
 
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Sì sentì chiaramente il portone giù chiudersi: qualcuno era entrato. Chi!
In panico indietreggiammo, cercai di rimanere lucido sul da farsi: la mia presenza si poteva anche tollerare, ma quella di Virginia no. Ma soprattutto, non sapendo chi fosse, il primo pensiero era quello del grosso guaio.
Tornati sul pianerottolo, oltre a capire chi fosse entrato, era il non farsi scoprire dai due là dentro: furtivamente mi affacciai alla tromba delle scale e capii che era il muratore collega che stava rientrando.
Assodato questo, il guaio era la presenza di Virginia. Fortuna volle che potremmo nasconderci dall'altro lato del piano, la parte di mansarda dei miei, grezza e senza porte: ci intrufolammo dentro con il favore del buio del locale.
Il tipo irruppe nella scena esclamando: " no dai...cazzo... cominciate senza di me!". Capii all'istante che non era una sorpresa sentendo ciò.
"Li hai trovati" disse la voce grugnosa del cazzone spompinato, mentre noi nascosti al buio ascoltavamo ciò che si dissero.
Zia: " ... spero che siano extra large...con una cosa del genere ci vuole una busta della spesa"
Il tipo appena arrivato rispose ironizzante, così come i vari scambi di battute tra i tre. Capii che il tipo uscì per preservativi, nulla per scontato.
Quando le chiacchiere affievolarono, specie quelle di zia, che anche un cieco capiva che avesse la bocca impegnata, uscimmo dal nascondiglio. Io fui più titubante, implorando alla cugina di lasciare perdere,diventava sempre più pericoloso: con una smorfia confermò la sua testardaggine di voler continuare.
Non avendo trovato sostegno al ritiro di spia, uscimmo allo scoperto.
L'insignificante lampadina accesa appena varcato il disimpegno era spenta: probabilmente e involontariamente spenta da l'ultimo arrivato. Meglio per noi guardoni.
Con meno perplessità tornammo alla visione della scena: il nuovo tipo, già pronto a ceppo di fuori, di misure nettamente inferiori al gigante di prima, prese il posto del collega, godendosi il pompino. Era più chiaccherone del omone, dicendo cose tipo " mmm...che bocchinara la signora...ciuccia forte porcella...".
La zia assecondava a ciò, ridendo e ribadendo di essere golosa di cazzo e quant'altro, mentre il gorilla di prima si accomodò sulla pila di sacchi, probabilmente di rasante o scagliola, facendo da spettatore ai due e menandosi alla visione del pompino di fronte a lui, per poi concentrarsi a trovar modo di infilarsi il preservativo: fece fatica ma ci riuscii, dovuto al fatto del ceppo sproporzionatamente grosso.
 
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"incappucciati pure tu" disse zia Sara all'ultimo arrivato, lasciandolo a cazzo dritto, per concentrarsi al ceppone già sigillato dell' omone che lo indirizzava con fierezza in alto.
"Mado'...che bestia!" disse la zia una volta a contatto col tipo seduto sui sacchi che con una mano si teneva il cazzo se l'altra cercava contatto con la femmina, come un forsennato. La zia gli diede le spalle e si alzò il lungo gonnone nero, quel tanto per fare avere strada libera al ceppone che sarebbe entrato a momenti dentro di lei.
I sessi erano coperti della gonna ma era chiaro il momento della definitiva penetrazione per via dei gemiti e spasmi: zia Sara non fece altro che attivarsi al su e giù di un reverse smorzacandela facendosi leva con le mani alle ginocchia.
La mole del grosso cazzo in fica faceva la differenza: infatti i movimenti di zia furono poco reattivi. L'altro non si accontento' al solo guardare: mentre i due si godevano la scopata, liberò la zia dal maglioncino e reggiseno e solo dopo aver detto " mado'...che zizzoni giganti c'ha la signora!" ( e all'istante pensai " te ne sei accorto solo adesso?)", ci piazzò la ceppa in mezzo e in automatico la zia reagì con una spagnola.
 
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Sotto la nostro attento spionaggio, i tre se la spassarono allegramente e senza ritegno.
Diedi più spazio a Virginia a quella visione, ponendomi alle sue spalle. Per come era concentrata al porno spettacolo, sembrava neanche accorgersi che la premevo al mio corpo.
Ero abbastanza eccitato e me lo tirai fuori, facendolo sentire alla cugina picchiettando il cazzo sul suo fianco: me lo prese per un attimo per menarlo velocemente, ma con un segno della mano, come per dire 'calma' mi mise a cuccia.
Ad un tratto si voltò verso di me con le mani in aria come per dire basta, ma le feci cambiare idea: il bello sarebbe venuto a breve, ci speravo e ci credevo. Non obbietto' minimamente e tornò a fare la spiona.
Infatti, come premeditato da me, il momento top si concretizzò subito dopo: la zia che cavalcava il gorilla e il collega che completò l'opera trapanandola da dietro.
"No...in culo..." sussurrò sorpresa Virginia con la mano in bocca: per lo schiamazzo dei tre percepii solo io lo stupirsi della ragazza.
"Dai...ora di andare..." le dissi all'orecchio e ubbidiente andammo via.
"...vieni da me..." mi implorò al momento di aprire la porta di casa mia e così feci.
Una volta chiusi in casa sua col massimo della sbalordaggine disse: " ma pure in culo se lo fa mettere...". Rimasi muto
"...e...anche tu...lo hai fatto..."
"Sì... anche io..."
"Ma...come si fa...e innaturale... inconcepibile"
"Se sceglie di farlo...un motivo ci sarà. Se può sollevarti la cosa...anche zio...lo fa"
Rimase muta con i postumi della sorpresa:" possibile?"
"A detta sua...si. vabè...io vado...a momenti finiranno...spero"
"Non me ne frega un cazzo... andiamo in camera mia .. voglio scopare"
"Ma dai... tornerà e ci vedrà..."
"Cazzo me ne frega... voglio fare porcate anche io.
Mi lasciai trascinare da lei, poche erano le mie titubanze e accettai di accontentarla che già si maneggiava il mio cazzo in mano
 
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"...dai... forse è meglio lasciar perdere..." dissi a Virginia, implorando di smetterla. Con un leggero strattone liberai il cazzo dalla presa della sua mano e me lo risistemai dentro appena in tempo: secondi dopo la porta si aprì e zia Sara rientrò in casa.
"...voi due...che fate?"
"...niente Ma'... Si parlava..."rispose la cugina
Credo che comunque zia abbia notato il volume del mio pacco, nonostante non fossi completamente in tiro, ma non disse nulla e come se nulla fosse, si dileguò dall'altra parte della casa.
"Forse è meglio andare a fare un giro" dissi a Virginia che accettò senza esitare: "Ma'...noi usciamo..."
"Ok... A dopo..."rispose la zia in lontananza
Salimmo in macchina, per qualche minuto fummo taciturni entrambi:
"Ma farà male... quella cosa?
"Quale?" risposi alla cugina, ma già sapevo a cosa si riferisse
"Dai...non fare il finto tonto...sai a cosa mi riferisco"
"Credo di sì... forse all'inizio... comunque anche pericoloso...se ti documenti un po'...ma seriamente, ci sono i pro e i contro. Ma levatelo dalla testa"
"Sarà... Di per scontato che non mi aiuterai"
"L'hai detto...scordatelo...non sarò responsabile del 'sverginarti' là!"
Non rispose. Dopo un po' disse: "passiamo da Clara...mi aspetta". Clara era una sua amica, la conoscevo di vista e specie fama ai tempi della scuola: seghe e pompini all'ordine del giorno a tanti eccetto a me, ovvio.
Arrivati a casa dell'amica, Virginia salì a chiamarla. Minuti dopo scesero e salirono in macchina. Erano secoli che non la rivedevo: non era un gran che all'epoca, forse ora è un po' peggio, essendo appesantita di parecchi chili. Ci salutammo e di nuovo in strada in direzione ignota.
"Andiamo in campagna dal nonno? disse Virginia
"A fare ché! Non ho più le chiavi"
"Le ho io ...le ho prese" rispose facendomele vedere
"Ma... Ci sarà sicuramente anche lui ( il nonno)"
"Non credo... Ho sentito dai miei che oggi sarebbero andati a trovare a zio Osvaldo"
Non risposi, pensando più che altro a cosa avesse in mente quella matta di cugina.
Arrivati in campagna, occupammo la proprietà: le ragazze parlarono di cazzate che neanche le ascoltai. Puntai le tettone di Clara: sarà che fosse ingrassata dai tempi della scuola, ma gran parte del volume era proprio il seno " che cacchio di misura porterà" pensai tra me e me.
"Sì...ma che dobbiamo fare qua" dissi a Virginia nel momento di distrazione dell'amica
"Boh...quello che ci va di fare..." rispose "... intanto vado a fare pipì...tu fai il bravo con Clara"
Rimasi solo con l'amica, gironzolando qua e là intorno alla cassetta, parlando di cose in generale. Dovevo fare il bravo ma avevo solo in mente la scopata persa con Virginia e lo spettacolare threesome di zia Sara. Clara era comunque una che di cazzi ne ha visti e collaudati e davo già conclusioni a riguardo di me, che non mi ha mai cagato neanche di striscio, che fosse la volta buona, nonostante non mi inspirava più di tanto se non per le tettone voluminose.
"... Ma ci sarà qualcosa...per improvvisare un aperitivo?" disse Virginia appena tornò, mettendosi a cercare in zonzo dentro la casetta. In dispensa, in mezzo ad altri cocci trovò una bottiglia ed esclamò:"Ahh...immaginavo ... Sarà vino...meglio di niente". Era la riserva del nonno, benché non fosse un ubriacone o alcolizzato, ci teneva al sorsetto di buon vino, magari accompagnato da qualcosa di gustoso come salumi e formaggi, durante le sue scampagnate.
Subito si servirono, le due, anche abbastanza euforiche, riempiendo un bicchiere a testa: " andateci piano..." dissi loro, partecipando anche io al brindisi. Era un vinello beverino, ma comunque da tenere a bada.
Non andammo oltre il mezzo bicchiere e già le due picchiarono in testa, ridacchiando e sparlando come pazze, specie Virginia che in euforia esclamò all'amica:" al cuginetto mio piacciono le tue tette".
Relativo ridacchiare su quella battuta con Clara che se le strizzo.
"Dai...cugino...facci vedere il pisello!"
"Virgi'...ma sei ubriaca...ma che dici...dai andiamo" ribadii anche abbastanza imbarazzato: Clara non smettava di ridere.
Seguirono altre battute: parer mio che fingevano di essere brille, logico.
"Il cuginetto ce l'ha piccoletto... perciò si ostina a mostrarlo"
"Finiscila" replicai a Virginia: sapevo perfettamente dove volesse arrivare, ma non era da me tirarmela più di tanto e cedetti a mostrare il membro ancora barzotto.
Clara spalancò gli occhi come ingoiando un rospo smettendo all'istante di ridere: "alla faccia che era... piccoletto!" disse quasi in modo balbuziente
"Cara... Lo devi vedere in tiro com'è!" replicò Virginia avvicinandosi a me e si adatto' in ginocchio per sbocchinarmi sotto gli occhi increduli di Clara: la lasciai fare tranquillamente.
 
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L'opera del pompino di Virginia diede subito il suo frutto, portandomi il cazzo perfettamente in tiro: non ci curammo minimamente della spettatrice che stava lì impalata a osservarci.
"Clara...dai...tocca a te...su!"
L'amica reagì timidamente con una mezza risata: non ci pensai due volte a prendere iniziative per metterla più in agio, separandomi dalla cugina e avvicinandomi alla Clara ancora sbigottita, prendendola per i fianchi. Il cazzo duro e dritto che le premeva il ventre, ma non visibile alle proprie prospettive per l'enorme seno che copriva la visuale.
"Dai...scopate" incito' Virginia: entrambi la guardammo come se aspettassimo il suo ordine.
Mi attivai per alzargli la maglia e Clara facilito' la cosa liberandosene: "ma...che taglia porti" dissi accarezzandola all'altezza delle spalline del grosso reggiseno.
"Ehm...decima"
"Mmm..."replicai massaggiandola sulle spalle per poi abbassare le spalline e liberare la mole di tette che balzarono fuori come da un sottovuoto: le soppesai ed erano pesantissime, almeno 3 chili l'una.
"Dai...che aspettate... ragà" Virginia implorando"... Ho preparato...il letto" disse indicando un panno disteso per terra.
Una volta tolto il resto dei vestiti, Clara si distese e, messo il preservativo, in automatico la penetrai.
Virginia assistette senza dire niente: solo dopo il cambio posizione ( pecorina) si immischiò sussurrandomi all'orecchio " mettilo in culo". Non la ascoltai e continuai a il cazzo in fica. Non avendo ricevuto risposta fece la stessa cosa all'amica che immediatamente reagì : " siii...in culo...mi piace siii....". Non avendo bisogno di altro lo feci.
Culo già bello sfondato e la cosa mi meravigliò: chiappone grosse che praticamente fecero scomparire il mio non proprio piccolo ceppo. Continuai fino alla sborrata.
" Mi piacerebbe anche a me...farlo" disse Virginia nel frattempo che ci stavamo rivestendo.
"Te l'ho detto già..." risposi io
"Clara...aiutami tu allora"
"Virgi'...non è facile... specie con un cazzo grosso così. Io da tempo che c'è l'ho rotto, ma quelle dimensioni non sono poche...fa male...piacere di ma dolore!"
Una volta risistemati andammo via riportando l'amica a casa sua.
"Ma...ti va di stare ancora insieme?" disse Virginia. Glielo confermai e tornammo di nuovo in campagna, dopo aver comprato un paio di pezzi di pizza come pranzo, e goderci il pomeriggio di solo sesso.
 
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La distanza da casa quantomeno limitava i danni: le due storie, Virginia da una parte e la zia Sara da un'altra, prendevano una piega molto pericolosa, forse anche ingestibile. Perciò stare lontano dai guai, seppur bellissimi guai, era la soluzione migliore. Impellente era anche una sorta di normalità, di avere magari storie "tranquille". Ma anche in lontananza il tutto sembrava che ci sarebbe voluto ancora molto tempo, non per dimenticare, che è impossibile, ma quantomeno prendere altre direzioni o altro, soprattutto in meglio o in normalità.
Con Virginia saltuariamente ci si messaggiava, nonostante si fosse fatto il ragazzo, andando oltre lo scrivere, a volte, concedendoci e scambiandoci porcate varie; la zia, molto meno: saluti vari e poco più.
Capito' che fummo invitati a un matrimonio di un cugino, non in zona: per il poco tempo a disposizione che avevo, raggiunsi la famiglia. Per l'occasione, furono riservate delle camere in un albergo, delle camere per noi che venivamo da fuori.
Il matrimonio si sarebbe tenuto di sabato, io raggiunsi il posto il venerdì pomeriggio. Fui il primo: i miei, oltre ad altri, compresi gli zii, nonni e cugine lo avrebbero raggiunto a breve.
Nel frattempo che aspettai il ricongiungimento della parentela, mi insediai nella mia camera, dopo che fui accolto dal futuro sposo, che da tempo non rivedevo.
Già immaginavo come sarebbe stato rivedere le due, quella sera e tantomeno il giorno dopo, sperando di non incappare in qualche casino.
Arrivarono che era quasi buio, poco prima delle 8, con un pulmino noleggiato: sembravano alunni di scuola in vacanza per gli schiamazzi che facevano, tutti euforici e allegri. Salutai tutti, compreso zia Sara e Virginia, che mi presentò anche il suo boyfriend: un armadio spalestrato.
"Chi ti porti appresso...a Terminator?" dissi scherzando, facendolo sentire un po' a tutti i presenti, durante i saluti, con inevitabile risata collettiva. Virginia, si trattenne di più a parlare con me, ma alla prima occasione, con tutto il gruppo che pensava ad altro, compreso il ragazzo, mi disse a bassa voce: "si... è proprio un Terminator... Sapessi che fucile che ha!". Concluse la battuta con un occhiolino.
Non risposi, presi la cosa come una provocazione, non come lodare le doti del suo boyfriend.
Zia Sara fu più distaccata, poche parole, ma i suoi sguardi confermarono la sua voglia continua di sesso: non si andò oltre, facendole capire che assecondavo i suoi desideri dando rapide occhiate alle sue tettone intrappolate dentro la camicia.
La reunion sarebbe proseguita con la cena, dopo che tutti si sarebbero sistemati negli alloggi riservati.
 
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Ovvio che a tavola fu un continuo scambio di sguardi, un triello peccaminoso tra me, zia e Virginia che si combatteva fantasiosamente, che aumentò con il passare del tempo, vino e risate varie. Davo comunque per scontato che nulla fosse successo, le condizioni erano impossibili, perciò mi misi l'animo in pace, oltre al pisello.
Trovai un messaggio di Virginia su WhatsApp, furbamente mandato di nascosto:
"... praticamente state scopando davanti a tutti!".
Non risposi e mi diedi una calmata: anche quella era una provocazione, altro che richiamo.
Ultimato la rimpatriata, chi prima, chi dopo, ci si ritirava nelle camere. Io fui l'ultimo, prendendo tempo inutilmente: l'alta carica di ormoni, comunque mi eccitarono, cercando l'alternativa alla sega in solitaria, temporeggiando con un cicchetto al bancone del bar.
Accettata l'amara realtà di zero fica, mi diressi nel mio alloggio, che era nella stessa struttura di quelli occupati dal resto della famiglia, dato che era un albergo diffuso, come una sorta di motel all'americana, tutti su un piano e uno di fianco all'altro.
Accesi la TV ma non la calcolai minimamente. Opposta alla porta di ingresso della camera un finestone permetteva di comunicare con l'esterno a un giardino buio: anche le altre camere avevano ciò e approfittai dell'oscurità di dare una sbirciata. La camera di fianco la mia era occupata dai nonni, a seguire quella di Virginia, dei miei e in fondo zia Sara. Quelle interessante, nonostante il vedere luce proveniente dal loro interno, delle pesanti tende impossibilitarono qualsiasi tipo di spionaggio. Rientrai, presi qualcosa da bere dal frigo bar e mi accontentai del televisore.
Messaggio di Virginia
"...dopo la doccia... proprio ci vuole una bella scopata!"
" Beati voi... Mi devo accontentare di Palmina..." risposi
"Spero di non fare tanto baccano. Vorrei farlo qua fuori...in giardino"
"Tu sei pazza"
"Si...pazza e bagnata...uff quando ci mette a uscire dal bagno. Sono nuda davanti la finestra a tende spalancate e me ne frego se mi vede qualcuno...voglio scopare"
 
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Mi precipitai di nuovo fuori per raggiungere rapidamente il finestrone della camera di Virginia: era tutto blindato dalle tende. La stronzetta si stava prendendo gioco di me. Borbottai un vaffanculo e me tornai dentro.
Controllai il telefono: inevitabile il messaggio di Virginia con un emoticon di risata e con scritto "credi che sia così scema di tenere tutto in bella vista? Buonanotte cuginetto!"
Accettai lo scherzo e ricambiai il saluto.
Passarono una decina di minuti e bussarono alla mia porta:
"Chi è?" dissi avvicinandomi all'uscita
"Sono io scemo" era Virginia: sentendola mi venne un cenno di erezione. Ero solo in mutande e non esitai ad aprire in quelle condizioni.
Era con mr muscolo. " Che fai, già dormivi? Perché non passiamo un po' di tempo...a fare casino" disse la cugina.
Li feci entrare, in contemporanea sfilai un accappatoio appeso sulla porta del bagno e lo indossai.
Chiaccherammo del più e del meno, accompagnandosi con drinks, conoscendo meglio il cyborg, che contrariamente a come si mostrava con quei chili e chili di muscoli, era docile come un agnellino.
Lunghe e varie chiacchiere e arrivò la fatidica domanda, da parte di Virginia: " lo puoi fare il favore di lasciarci un po' soli in camera tua? Sai com'è... In camera da noi c'è mia sorella... Capisci..."
Diedi disponibilità e ringraziandomi me ne uscii fuori, dopo essermi infilato qualcosa di decente.
Nel dirimpetto c'era una panchina e la occupai.
Tutto in silenzio e in penombra, solo il classico sound campagnolo notturno.
Sentii una porta aprirsi in fondo: era zia Sara che percorreva il lastricato sino la porta della camera di Virginia, probabilmente per dire qualcosa alle figlie. Lei non poteva vedermi, nonostante i pochi metri e mi feci notare con un "PSS..." prima che bussasse.
Inevitabile un suo cenno di spavento, ma sbucato fuori dall'ombra su tranquillizzo: " che ci fai fuori?" disse a bassa voce
"Io...tu piuttosto...in vestaglia"
"Ho dimenticato il caricabatterie...venivo a chiederlo alle ragazze"
"Virginia non è in camera..."
"E dov'è!"
Feci segno alla mia di camera.
"...non è servito a nulla che gli ho lasciato la sorella..."
"Perché tu che avresti fatto!"
"Si...va be'...lasciamo perdere. A te ti tocca fare il piantone"
"Me lo ha chiesto...per favore. E eccomi qua"
"Allora è meglio che rientro... meglio evitare discussioni a quest ora. Spero che non ti facciano passare la notte fuori"
"Al limite busserò alla porta...o sul retro"
"Retro? Perché è accessibile?"
"Si. Tutte le camere comunicano con il giardinetto dietro"
"Non ci ho fatto caso...non sono uscita per niente fuori. Andiamo a vedere allora!"
"Che cosa..."
"Che combinano quei due"
"Ma se ci vede qualcuno a quest'ora? Dai no... E poi... Rientra, zio che penserà"
"See...quello già dorme a sette cuscini, con tutto il vino che ha bevuto!"
Mi convinse e girammo per tutto il perimetro dello stabile: qua e là la fioca diffusione di luci da lampade interrate, permettevano di camminare tranquillamente. Un po' meno nel retro, l'unica luce proveniva da un lontano lampione.
L'unica luce proveniva da camera mia, soffocata dalla tenda: dell'interno non si vedeva nulla. Zia, imperterrita, su avvicinò comunque, a scrutare. Io più distaccato mi giravo intorno, per sincerarmi che nessuno potesse beccarci, rincuorandomi dell'alta siepe a dieci metri dallo stabile che impediva la visione al mondo esterno al complesso.
"Non si vede un cazzo..."
"Che credevi..." risposi avvicinandomi anche io al vetro. Ci poggiai l'orecchio e chiaramente sentii gemitare: erano ancora all'opera. Fece così anche la zia: " ...stanno scopando!"
"Strano...credevo che giocassero a monopoli!" dissi ironicamente, concentrandomi a un sottile spiraglio tra i due pezzi delle tende, pochi millimetri, notando il dorso nudo di Virginia che si muoveva, chiaro ondeggiare di uno smorzacandela. Dissi alla zia di guardare dove indicato da me, lo fece per qualche secondo e disse: " uff...non si vede un cazzo"
"Infatti...non lo vedi...ma lo sentirai" dissi anticipando in modo repentino l'afferrarla da dietro attaccandomi a lei: non ci volle tanto per farle sentire la gradevole erezione sulle chiappe.
" Che fai...porcello...mmm..." disse non distraendosi al captare ciò che i due combinavano là dentro.
"Sai cosa voglio..." le sussurrai all'orecchio mentre lentamente con le mani esploravo il suo corpo fino a concentrarmi a palpare le grosse e burrose tettone, libere da reggiseno sotto la sottile vestaglia.
Ci allontanammo dalla finestrata, senza perdere il contatto: " caro...non si può...no"
" ...senti come è duro...non c'è la faccio a resistere..."
Infilò la mano facendosi largo alla molla del pantalone: tastò il cazzo, concentrandosi a massaggiare le palle.
" Mmm...che bello...da quando tempo... Dai...lasciamo perdere... Non si può". Si staccò da me dicendo di andare via.
Deluso del rifiuto, senza insistere la assecondai, accompagnandola sino al vialetto adiacente le porte delle camere: un muto saluto e si dileguò in camera sua.
 
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Erano quasi le due quando Virginia e Terminator liberarono la camera e io che aspettavo come un coglione fuori. Ci demmo la buonanotte e tornai dentro.
Il letto tutto trasandato, con evidenti chiazze di sperma o umori vari. Mi schiafai al pensiero di dormirci su: un divanetto apparentemente comodo fu l'unico modo per cercare di riposare, pensando sempre al fatto di non poter sfruttare la situazione di due potenziali fiche.

La sveglia fu traumatica, più che altro per le articolazioni indolenzite dalla cattiva posizione del riposo notturno, oltre al drill del telefono. Persi la chiamata, non avendo fatto in tempo a rispondere. Diedi un occhiata a chi fosse: era Virginia che di nuovo provò a ricontattarmi.
" Svegliati...cazzo! Aprimi e fammi entrare...". Riagganciò senza darmi nessuna possibilità di rispondere.
Cercai di riattivarmi velocemente, andando ad aprire. Diedi un occhiata veloce fuori, ma tempestivamente la cugina sbucò facendosi largo per entrare dentro.
"Dormi sempre così tanto?" disse una volta barricati dentro. Era vestita in tenuta ginnica: capelli raccolti, giacca antivento, leggings e scarpette da ginnastica.
"Dormire...nel modo che sono stato costretto di fare, tutto è tranne che riposare... dopotutto sono appena passate le 7..."
"Si... va be'... E tardi!"
"Per cosa cugi'!"
"Passavamo un po' di tempo... insieme"
" Ma...come...il tuo..."
"Naaa...dorme ancora. Ho messo la scusa di fare un po' di jogging..."
"Beh...si capisce da come sei conciata"
" Scusa buona... e funzionale" rispose non perdendo tempo a trovare contatto con il mio corpo. "Mi sei mancato... cuginetto mio"
"Pensi che sia la stessa cosa per me?"
"Sentendo come risponde 'sto coso..." tastandomi il pacco "...penso proprio di sì".
Ci palpammo a vicenda, ma fui il primo ad andare avanti infilando una mano nel leggings, in cerca della sua passera già umida: immediatamente la trapanai con un dito.
Avvicinandoci al letto, feci notare in che modo lo lasciarono, lei e il gigante: "...non ci ho dormito..."
"...per così poco... Stai diventando troppo permaloso cugi'!". Aprì la porta dell'armadio e prese una grossa coperta e la adagiò sul letto: " ...ecco! Sparito tutto! Quindi... all'opera cuginetto mio!". Ci catapultammo sul letto e selvaggiamente a cercare contatto tra i corpi in tutto il tempo che si liberassero dagli indumenti. Anticipai anche la mossa successiva: quella di leccarle la fica, umida e impregnata di odori forti. Step successivo era quello di masturbarci a vicenda: nonostante la situazione, ci godevamo in pieno il farlo per la prima volta su un letto vero.
 
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Disteso a letto a deliziarmi il pompino, neanche mi accorsi che qualcuno bussava alla finestra
" Chi cazzo è! " borbottò Virginia continuando serenamente a sbocchinarmi.
"...e che ne so ... Boh!" risposi, sollevandomi leggermente cercando di capire chi fosse, nonostante la tenda. Comunque il bussare continuò in modo cadenziale.
"Forse sarà il nonno" dissi cercando di distaccarmi dalla cugina che reagì con uno sbuffo.
Mi affacciai quel tanto di scorgere la testa tra le tende: era zia Sara, che proprio in quel momento cercava di guardarsi intorno.
" Cazzo...tua madre..." allarmai la cugina. Evidentemente non fece in tempo a notarmi, perciò continuò a picchiettare la vetrata.
"...e che vuole..."
" Devi sparire... muoviti"
"Io lo sapevo che questa deve sempre guastare tutto..." borbottò Virginia " liberati di lei...in fretta. Rimango qui chiusa in bagno"
Non ci ragionai sulla cosa e glielo feci fare, mentre mi infilavo l'accappatoio.
Scostai la tenda e feci finta di meravigliarmi di vederla e la feci entrare
"Dormiglione...e mezz'ora che bussò..."
"Ero in bagno...scusa zia!"
"Ti stai facendo bello?"
"Veramente mi sono appena svegliato"
"Vedo... vedo..." rispose abbassando lo sguardo ai miei bassi fondi: il barzottone faceva capolinea sotto il telo dell'accappatoio " classico alzabandiera mattutino"
"Eh sì..." risposi imbarazzato, pensando al pompino interrotto, tanto bene proprio di sua figlia.
"Che ci fai in giro...e soprattutto sul retro. Ma se ti vede qualcuno"
"Ho appena fatto colazione e ho un appuntamento per l'acconciatura dei capelli...aprofitto di un po' di... libertà! Che dici!"
Capii subito a che tipo di libertà si riferisse, il problema grosso era Virginia chiusa in bagno: si capiva della mia titubanza e non passò inosservata: " che c'è caro...non ti va di stare un po' con zia tua?" disse liberandosi della camicia, mostrandosi solo in reggiseno.
Non ci pensai due volte a fregarmene della cugina, alla vista di quelle due tettone. Mi liberai dell'accappatoio mostrandomi completamente nudo a cazzo perfettamente duro e pulsante.
Immediatamente ci ritrovammo sul letto e zia non perse tempo a ciucciarmelo: " mi mancava tanto..."
Mugolai qualcosa: anche a me mancava la perfezione dei fantastici pompini di zia Sara: " ti piace così? Spompinare come solo la zia sa fare?". Affermai con gemiti e vocalizzi vari a tutte le porcate che diceva: era sempre come la prima volta, godermi le sue maialate.
Si liberò dei restanti indumenti. Completamente nuda si accavallo' su di me, armeggiando il ceppo ad infilarselo dentro: "la mattina sono sempre un po' frigida...strettina! Cavolo se non lo sentirò 'sto cazzone!"
Se ne impossessò fino in fondo, facendosi leva con le mani sul mio addome: a penetrazione completata si attivo'a cavalcare. Durò poco la resistenza della fica, lo sentivo chiaramente, come una morsa che mi stringeva la nerchia: infatti pochi colpi ebbe un copioso orgasmo che acconsentì una buona lubrificazione e rendere la scopata più dinamica.
Desideravo un cambio posizione, cercando di farglielo capire, ma era in procinto di un secondo orgasmo, che la catturò completamente dandole marcia in più per continuare lo smorzacandela. Completamente imprigionato sotto i colpi di zia e soprattutto dei due palloni di tettone palleggianti in faccia, egregiamente resistetti con grande piacere di entrambi. Esaudii il suo desiderio di riempirle la fica: la sborrata coincise con un altro suo orgasmo.
 
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Osservai sdraiato sul letto, immobile, zia Sara rivestirsi per poi uscire silenziosamente da dove entrò.
Quasi scordavo di Virginia, che avendo capito che zia Sara fosse andata via, uscì allo scoperto dal bagno a braccia conserte e scrollando la testa, senza dire niente.
"Fammi chiudere, evitiamo sorprese..." furono le sue prime parole andando a chiudere il finestrone.
Rimanendo sempre a letto gli chiesi scusa: "... stavolta non me la sono cercata..."
"Scusa un corno...ti scopi ancora mia madre!"
" ... veramente... è lei che ha scopato me..."
"Stronzo...lo volevo io... Va be'...fa niente...mi accontento della seconda... Se c'è la fai!" disse adagiandosi sul letto, già con un asciugamano per pulirmi il piano di lavoro. Quando fu soddisfatta della pulizia, sì prese il cazzo moscio in bocca.
Il pompino diede il suo risultato: sistematicamente il cazzo tornò in tiro in un modo dinamico, intrappolato tra le fauci della cuginetta. Entrambi ci meravigliò: " cugi'...sei una forza!" disse Virginia alternandosi bocca e mani a lavorarci la lucida ceppa. Godevo quella azione nel massimo del relax, pregando di continuare: era migliorata parecchio nell'arte orale, con magistrali slinguate alla cappella col relativo giocherrellare del massaggiare la sacca delle palle.
" Strano...che si è limitata a fare sesso solo sopra" disse Virginia
"... Ci hai spiato? E se ti scopriva?"
"Non è successo...e quindi?" rispondeva sempre senza perdere il controllo del pompino.
" Ti meraviglia ancora di vedere tua madre...scopare"
"...io sono meglio! Però...più fantasia...dai! Mi deludi pure tu!"
"... andava bene così... dopotutto ancora non è diverso dalla sveltina...vista la circostanza"
"Giusto cugi'... Strano che non si è fatta inculare!"
"Se non voleva...un motivo ci sarà...che ne sai!
"Lo so...eccome! Allora significa che lo darai a me!"
"Non ci pensare..."
"Guarda che è tutto ok...lo voglio...in culo"
"Virgi'...mi sa che oggi ci vuoi fare ricordare la festa... lasciamo perdere co 'sta storia"
"Allora non hai capito...". Interruppe il pompino, sistemandosi a cagnolino sul letto " fallo...e basta!"
Era una delizia vederla in quel modo, provocante e maialetto, con lo sguardo da porcellina. Senza pensarci mi posizionai dietro di lei: la sua figa carnosa e depilata era tanto invitante che a calamita la cappella gli diede rapide tastate.
"Ok... cugi'...prima in fica...ma dopo in culo!"
La penetrai in fica: il cazzo venne praticamente risucchiato. Già al primo colpo rigurgitavano i suoi umori biancastri, che aumentarono a ogni stantuffo. Al primo intenso suo sbrodolare, si fece più insistente e capricciosa: " dai...mettilo in culo...". Nonostante inebriato a possederla in quel modo, temporeggiai prima di cambiare canale: le gentili natiche aperte mi diedero visivamente modo di capire che il muscolo anale, per come si presentava aperto , favoriva l'intrusione del mio membro. Accontentai la cugina alloggiandomi nel suo ano,che mi meravigliò non poco di come fosse più che collaudato.
 
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La giornata doveva per forza essere lunga: la cerimonia, il relativo banchetto, ecc. Già mascolanimamente appagato, evitai di fissarmi in rogne o pippe mentali su chi ci fosse di interessante e quant'altro, preparandomi a farla passare in tranquillità.
Ovvio che durò poco, per via delle scomode e morbose presenze.
L'acquolina in bocca mi tornò, poco prima della cerimonia vedendo zia Sara e Virginia, entrambe elegantemente rizzacazzi: il fisichetto asciutto della cugina in un completo aderentissimo color beige contrastava al voluminoso vestito della madre, per attutire le generose misure: immancabile lo sgargiante décolleté della zia.
"Wow...che schianto!" dissi a Virginia approfittando in una fase della cerimonia che ci ritrovammo vicini. Rispose solo con "...stammi lontano...mi fa ancora male!" facendomi l'occhiolino, sorridente e allontanandosi sculettando forzatamente sul tacco vertiginoso. Sorrisi a quello " dopotutto te la sei cercata..." mi dissi in mente. Non mi passò inosservato che il suo ragazzo ci guardò con aria dubbiosa.
Con zia Sara, solo qualche sguardo, adeguatamente ricambiato, malizioso.

Il banchetto fu nella norma: brindisi, risate e tutto quello che occorreva per una giornata di festa.
Un altra occasione, pacifica, che il Terminator sembrò guardarmi con aria minacciosa, mi fece mettere qualche pensiero: dovevo stare molto attento, già sentivo lo scricchiolare di ossa con conseguente guerra atomica familiare.
Purtroppo la pensavo solo io così, affermato quando Virginia venne da me: " mi fai compagnia... andiamo a fumarci una sigaretta!"
"...ma non è meglio la compagnia del tuo boy?"
"Non fuma... perché è un problema per te!"
"Guarda...a occhio e croce, col pensiero mi ha spaccato la testa una decina di volte!"
"Esagerato...non farebbe male a una mosca"
"Sarà...ma non penso"
"Vabè...come non detto...cagasotto" concluse andando via.
Era meglio tenermi lontano dai guai, almeno per quel giorno. E così fu, almeno fino a festa quasi finita.
Coincise al taglio della torta che approfittai, annoiato dalle classiche foto che contornano l'occasione, di andare in bagno. Feci ciò di cui avevo bisogno, non passandomi inosservato il fatto che non fossi l'unico a presidiare il servizio: rizzai le orecchie e udii chiaramente mormorii provenienti dal gabinetto di fianco, ovvio che qualcuno si divertiva." Wow... Che poppe!" confermò la mia ipotesi.
Uscii e temporeggiai a lavarmi le mani ed a specchiarmi, più che altro curioso di sapere chi fosse: mi meravigliai a vedere il ciborg abbandonare il gabinetto non curandosi di me, o quantomeno fare finta. Sapevo di un'altra presenza, pensiero remoto che fosse Virginia: ma Virginia non ha le 'poppe' grosse.
RIncuorata dal silenzio, ovvio che non feci nessun rumore in attesa, vidi uscire zia Sara: ci guardammo intensamente per diversi secondi, un leggero disprezzo non evitai di mostrarlo: " almeno quello...lo potevi evitare!" le dissi anticipando l'andare via lasciandola imbambolata.
 
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La giornata doveva per forza essere lunga: la cerimonia, il relativo banchetto, ecc. Già mascolanimamente appagato, evitai di fissarmi in rogne o pippe mentali su chi ci fosse di interessante e quant'altro, preparandomi a farla passare in tranquillità.
Ovvio che durò poco, per via delle scomode e morbose presenze.
L'acquolina in bocca mi tornò, poco prima della cerimonia vedendo zia Sara e Virginia, entrambe elegantemente rizzacazzi: il fisichetto asciutto della cugina in un completo aderentissimo color beige contrastava al voluminoso vestito della madre, per attutire le generose misure: immancabile lo sgargiante décolleté della zia.
"Wow...che schianto!" dissi a Virginia approfittando in una fase della cerimonia che ci ritrovammo vicini. Rispose solo con "...stammi lontano...mi fa ancora male!" facendomi l'occhiolino, sorridente e allontanandosi sculettando forzatamente sul tacco vertiginoso. Sorrisi a quello " dopotutto te la sei cercata..." mi dissi in mente. Non mi passò inosservato che il suo ragazzo ci guardò con aria dubbiosa.
Con zia Sara, solo qualche sguardo, adeguatamente ricambiato, malizioso.

Il banchetto fu nella norma: brindisi, risate e tutto quello che occorreva per una giornata di festa.
Un altra occasione, pacifica, che il Terminator sembrò guardarmi con aria minacciosa, mi fece mettere qualche pensiero: dovevo stare molto attento, già sentivo lo scricchiolare di ossa con conseguente guerra atomica familiare.
Purtroppo la pensavo solo io così, affermato quando Virginia venne da me: " mi fai compagnia... andiamo a fumarci una sigaretta!"
"...ma non è meglio la compagnia del tuo boy?"
"Non fuma... perché è un problema per te!"
"Guarda...a occhio e croce, col pensiero mi ha spaccato la testa una decina di volte!"
"Esagerato...non farebbe male a una mosca"
"Sarà...ma non penso"
"Vabè...come non detto...cagasotto" concluse andando via.
Era meglio tenermi lontano dai guai, almeno per quel giorno. E così fu, almeno fino a festa quasi finita.
Coincise al taglio della torta che approfittai, annoiato dalle classiche foto che contornano l'occasione, di andare in bagno. Feci ciò di cui avevo bisogno, non passandomi inosservato il fatto che non fossi l'unico a presidiare il servizio: rizzai le orecchie e udii chiaramente mormorii provenienti dal gabinetto di fianco, ovvio che qualcuno si divertiva." Wow... Che poppe!" confermò la mia ipotesi.
Uscii e temporeggiai a lavarmi le mani ed a specchiarmi, più che altro curioso di sapere chi fosse: mi meravigliai a vedere il ciborg abbandonare il gabinetto non curandosi di me, o quantomeno fare finta. Sapevo di un'altra presenza, pensiero remoto che fosse Virginia: ma Virginia non ha le 'poppe' grosse.
RIncuorata dal silenzio, ovvio che non feci nessun rumore in attesa, vidi uscire zia Sara: ci guardammo intensamente per diversi secondi, un leggero disprezzo non evitai di mostrarlo: " almeno quello...lo potevi evitare!" le dissi anticipando l'andare via lasciandola imbambolata.
zia atomica, non lascia nulla indietro! ah che cornutone lo zietto
 
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Tornai alla festa in tempo per la torta, che stava per essere servita. Da lì a poco, alcuni presenti cominciarono ad abbandonare la sala, classici saluti e roba varia: sarebbe toccato anche a me se non fosse per il tempo che si organizzassero un po' tutti.
Mi ritrovai fuori a fumarmi una sigaretta in santa pace e poco dopo mi raggiunse zia Sara chiedendone una di sigaretta.
Rimasi taciturno, qualsiasi cosa volesse dire non mi interessava.
"Che cos'è che non va"
"Lo sai ... "
"E allora?"
"Allora un corno... Se lo scoprirà Virginia, una cosa è certa che non sarò complice, anzi!"
"Che significa... glielo dirai"
"È l'unica cosa che posso fare, purché essere tuo complice"
*Non lo farai"
"Tu dici? "
"Io dico...chi ti crederà? Lei? Che sa che te la spassi con me? Sarà anche così! Ma se metto la pulce all'orecchio...che te la fai con la cugina? Tra tutti e due, non credo che crederanno solo te...e mi riferisco a un po' tutti...guarda quanti ne sono?"
" È un ricatto!"
"Chiamalo come ti pare...tu non farai niente...muto!".
Ci azzittimmo entrambi, rimanendo a pensare ai fatti propri, come estranei, a parte il fatto di essere interrotti dalle varie presenze che qua e là girovagavano.
Mi riavvicinai al gruppo familiare, dato che ero io che dovevo riaccompagnare i nonni. Perciò dopo il rito del saluto e tutto il resto , caricai i vecchi per tornare in hotel: il resto del gruppo ci avrebbe seguito, dando per scontato che ci saremmo salutati la mattina dopo.
Riaccompagnati i nonni, non mi fermai nel mio alloggio, decidendo di fare un giro in solitaria, più che altro per evitare qualsiasi losco incontro tra le due contendenti di sesso spudorati: la pace durò pochissimo.
Mi chiamò Virginia:
"Dove sei!"
"Faccio un giro ...sono fuori...in macchina"
"Ti devo parlare!"
"Ok ...dimmi"
"No a telefono...di persona"
"Domani mattina..."
"Maledizione...ora! Se no non ti rompevo"
" Ma ti pare ancora il caso che ci affrontiamo...io e te. Abbiamo corso il rischio... perché sfidare la sorte?"
"Io ti devo parlare...muoviti!"
"Ok...come rientro"
Non avevo minima intenzione di rientrare e tantomeno di parlare con lei, immaginando come sarebbe andata a finire: la cosa cominciava ad essere pesante e fastidiosa e io più cocciuto delle due decisi di lasciare scorrere.
Ovvio che Virginia di appese alle palle richiamandomi a più non posso: esasperato della rottura rientrai, aspettandola al salone della reception, onde evitare ulteriori complicazioni.
La cugina arrivò tutta nervosa e fredda:
" Perché qui?" mi disse
"...bevevo qualcosa..." porgendole un cicchetto di grappa "... perché no?"
"...era poco quello di oggi!"
"Capirai... proprio io ...il minimo indispensabile. Allora...che è tutta sta furia?"
" Mi devi aiutare a capire una cosa ..."
" Chissà perché...ma sento puzza di rogne ... quando mi dici così..."
"...il mio ragazzo mi tradisce..."
"...aridaje... Ma le tue sono fisse. Perché dici questo...e proprio oggi!" le dissi cercando di calmarla, nonostante sapevo chiaramente che era così " dopotutto Virgi'...pure tu... Eh..."
"Non è la stessa cosa...con te ..."
"Ah no...ma smettila"
"Lo sappiamo a cosa andiamo incontro...ma quella è un altra cosa"
"Paranoia"
"Coglione"
"Si va be'...e io cosa dovrei fare...andare da Terminator...e istigarlo ad annientarmi...mica sono scemo. Passò indietro... perché pensi ciò"
"E che... Appena rientrati, volevamo approfittare dell'assenza di mia sorella per farlo. Il suo pene odorava...come se l'avesse fatto...di recente. Capisci!"
"Sempre più paranoica" risposi ridendo "...fammi capire... Odorandolo? Magari risalì anche all'ora esatta"
"Stronzo... Non sto scherzando...cazzo be sai tu"
"Ah...e tu?"
"È così...pura certezza"
"Ok...e come dici tu..." cercai sempre di sdrammatizzare "...ma se è stato tutto il giorno con te ...con chi lo avrebbe fatto? "
"Non lo so... Penso ...con Irene"
"Dai Irene no... perché dici questo!"
"Perché è l'unica che lo avrebbe fatto per farmi incazzare. Perciò, tu sei bravo...a scoprire qualcosa"
"Io con Irene non ci parlo...lo sai che sono anni che non la manco considero. Non ci siamo neanche salutati...perciò...nisba"
"Ah... è vero. Uffa!"
"Lascia perdere ...anzi se lo lasci, con o senza corna, io sono contento...non mi piace e trovati di meglio"
"Boh ...tu dici?"
"Fai tu... Suvvia...goditi la vita"
Susseguirono altre sue pippe mentali, contornando il discorso anche delle loro performance
"Che ha di speciale...solo muscoli"
" Si...ma il muscolo principale...fa la differenza"
" Esagerata... maiala"
"...ooo... E così, non è una bugia. Sarai mica invidioso?
" Io... invidioso...del mio? Dovresti sapere di cosa si tratta"
"Eh sì... infatti...tu sei anche più bravo...e duraturo"
"Ecco appunto"
"Però e grosso...più del tuo"
"Cazzi suoi...in tutti i sensi! Dimmi...e lui che...ti ha...
" No... Fatto da me... Piano piano, informandomi bene, poi qualche trombamico, meno dotato di voi... E... eccomi qua"
"...a culo rotto! Che porca che sei!"
" ...mi è venuta voglia...se non fosse per lui... staremmo già..."
" L'hai detto... perciò corri da mister universo e divertitevi"
"Sai che non si può...ops...sta arrivando!"
Mi voltai e il ciborg ci stava venendo incontro. Salutò e si sedette: gli offrii da bere e si unì all'improvvisato discorso, riprendendo cose che sono successe in giornata
"Vi lascio...vado a farmi una doccia" disse Virginia alzandosi, rimanendo solo con il bull.
"Amico...ti posso confessare una cosa. Mi piace il rapporto che avete tu e Virginia"
"Siamo cresciuti insieme, siamo come fratello e sorella"
"Bella cosa, all'inizio ti giuro che ero un po' geloso, invece ora ho capito, mi fa piacere"
"Grazie... c'è altro che mi devi dire...vero". Mi guardò freddo, sapeva a cosa mi riferivo
"Si... scusami...lo so...ho fatto una cazzata"
"Appunto. Mo' dimmi come mai?"
" Sono anni che conosco la Sara...molto prima che conoscessi tua cugina...oggi... purtroppo è capitato"
"Spero che non succederà più"
" È stata colpa mia!"
"...si è ritrovata al bagno dei maschietti...colpa tua?"
"Non penserai che tua zia sia una poco di buono!"
"So' solo quello che ho visto"
"È un caso isolato. Però... ammettilo... è molto provocante, puoi capire che la debolezza..."
"Capisco eccome, ci mancherebbe! Il pensierino è d'obbligo...se si ragiona col pisello". Risate varie.
"Almeno con il pensiero, dai, ammettilo pure tu che..."
"Si...lo ammetto... è naturale".
"Ma è sempre così... provocante?"
"... dovresti vederla al mare"
"Cavolo...già immagino. Pugnette a tutto spiano...e compare?"
"Non si può negare l'evidenza...colpito in pieno"
"Hai avuto un infanzia...movimentata allora... ahahahah"
"Più o meno... ahahahah"
"Pensi che vada oltre... cioè...non solo con me"
"...non so...tu che pensi"
Si ammutoli' per qualche secondo: " ti confesso...di come l'ho conosciuta... Riceveva, tempo fa... capisci come?"
"Ma va dai!" cercai di essere meravigliato.
" Scusami se te lo dico così, sei una persona seria e affidabile, capirai che...non voglio fare casini"
"Tranquillo amico mio... rimarrà un segreto tra noi"
" ... capitato qualche volta di farle visita, pagando ovviamente... niente di più"
"E ora?"
"...ora non più. Ha smesso da un bel po'. Ma ti giuro, da allora solo oggi c'è stata occasione, nonostante ci sta questo segreto"
"Capisco"
"...si parla del diavolo...e spuntano le corna" parlò a denti stretti, riferendosi che la zia e lo zio si presentarono in reception per chiedere qualcosa al tipo di turno. Ci notarono e si avvicinarono a noi: " ...e voi due?"
"Chiacchiere... prima della nanna" risposi.
Ci guardò un po' sospettosa: " quando due maschietti parlano a quest'ora... solo di donne"
"Sedetevi ...fateci compagnia"
" No... Volevamo approfittare di scendere giu alla sala slot... tanto per!...Venite pure voi!.
" Sfigato come sono al gioco...ma perché no!" dissi. Anche il neo amico disse più o meno la stessa cosa.
Ci dirigemmo verso la sala slot, e ci si aggiunsero anche i miei. Lungo il percorso, rincuorato della mia omertà e partecipazione, il Terminator mi mandava qualche strizza riferita alla zia, tipo omaggiandole il culo contenuto in un elastico jeans o altre battute: " dai...che non ti dispiacerebbe affondarci pure tu la dentro!". Glielo affermai timidamente, fingendo e stando al suo gioco.
La sala era una sorta di mini Las Vegas e c'era abbastanza gente, non plus ultra anche promettente figa. Chiunque si dedicò a passare tempo ai giochi vari, mentre noi, come se si dovesse seguire un ipotetico piano, rimanevamo in contatto ravvicinato con zia Sara, seduta ad una slot, facendo finta di essere interessati al suo gioco: poco dopo, approffitanndo della disattenzione di tutti che zia mi disse: " vedo che avete fatto amicizia...bravi"
" E si... Ci siamo detti un po' di cose..."
" Spero non che..." chiaro suo riferimento a quello che c'è tra noi due.
"No no... acqua in bocca... almeno su quello"
"Bravo Ciccio".
In quella confusione e poco spazio, l'amico palpo'il culo della zia, facendomelo notare a me con entusiasmo. Ovvio che la zia se ne accorse ma non disse niente, reagendo con un leggero sorriso. Mr muscolo ci riprovo' di nuovo, sempre attento a non essere visto se non da me: la zia si voltò verso di lui dicendo di smetterla per poi guardare me.
"Che vi siete messi in testa voi due?"
"Nulla signora Sara... Per scherzo!"
"Bello scherzo... però dai ...in mezzo alla gente!" disse tornando ad interessarsi del gioco.
"Dai...vi lascio soli..." sussurrò l'amico a me"...forse è l'occasione giusta per... concretizzare il tuo sogno...provaci". Se ne andò e io lo guardai trattenendomi dalle risate: io che dovevo provare che cosa? La zia? Che ridere dentro di me"
Mi rivolsi a zia Sara: " l'hai capito?"
"Cosa!"
"...ci ha lasciato soli... dandomi la possibilità di provarci con te!". Ridendoci su era io minimo che potessimo fare.
"E la prossima parte del piano?"
" ...non so...posso fare credere che non me la sento... dopotutto sei mia zia"
"Patetico..."
"Dai... pianifichiamo... tanto non vedrai l'ora di farti scopare di nuovo da quello lì"
"Non sono così malata"
"Ma porca si..."
"Lasciami in pace...ci sono gli altri... questo vale anche per lui...sta tornando!".
Nel momento che il buttafuori di avvicinò a noi dissi: " io me ne torno in camera... divertitevi!".
"Tra un po' anche noi" disse zia Sara guardandoci maliziosamente: capii che stesse tramando qualcosa, immaginando già la conclusione. Me ne andai dopo la buonanotte.
Raggiunta la camera notai che all'angolo del porticato Virginia, in pigiama, con il telefono all' orecchio.
" Virgi'...che fai fuori!"
"Sto chiamando quello stronzo... dov'è!"
"...siamo giù alle slot... siamo tutti la...i miei, i tuoi. Mancate solo voi"
"Ah...non mi interessa. Ho già il pigiama e sono stanca... quell'altra già dorme come un ghiro. E tu, vai a letto?"
" No...mi serviva qualche spicciolo...tornavo da loro. Buonanotte cugi'"
"Buonanotte cuginetto... Se ci ripensi...".
La guardai sorridente a quell'invito di sicure maialate.
" Ci penserò..." e mi intrufolai nella mia camera, ma solo dopo essermi accertato che lo facesse prima lei nella sua.
Avevo dei dubbi su come sarebbe andata: dubbi che durarono appena una decina di minuti. Bussarono alla porta ed era Terminator: "fammi entrare... sbrigati...tra un po' arriverà pure lei"
"Qua!"
"Certo...dove sennò"
"Dai...non facciamo cazzate"
"E quando ti ricapita...ci ricapita. Chi se ne accorge qua... tranquillo che ti divertirai".
Mi silenziai e aspettammo: infatti dopo poco zia Sara bussò, la porta era semichiusa ed entrò: " non è che ci sta tanto tempo... perciò sbrighiamo la cosa...muovetevi voi due!" disse per rapidamente togliersi il giacchino e la maglia mostrandosi in reggiseno: tolse anche quello facendo sobbalzare le tettone fuori.
"Hai visto che tettone ha la zia" il compagno cercava di mettermi a mio agio: si capiva che era totalmente ignaro che io e la zia storicamente scopavano. Era molto eccitato vedendo che ripetutamente si tastava il pacco.
Feci la parte dell'attore: " ma io mi non so...non ci sto capendo niente. Vorrei pensarci un po'...tranquilli...vi lascio soli. Anzi...qualcuno deve pur fare da palo"
"Allora, spetta a me fare da palo prima...Rimani tu con tua zia..."
"Non ti preoccupare amico...ci voglio pensare un po'"
"Tranquillo tesoro" si rivolse a me zia Sara, contribuendo a fare la sua parte di attrice" ti aspetterò...abbracciami per ora! E tu altro...rapido a spogliarti!"
Lì lasciai soli nella mia camera, prendendomi le chiavi: prima che chiusi per un attimo vidi che già il compagno metteva in bella mostra la sua mazza dura ed enorme.
 
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Avevo altro in mente, furbamente fingendo di essere il classico timidone.
Una volta fuori, non persi tempo a contattare Virginia telefonicamente benché fossi già piazzato davanti la porta della sua camera: "apri... sto'qua fuori!"
La cugina aprì e pregai di farmi entrare
"Ma sei scemo..." bisbigliò " c'è quella che dorme!". Di forza mi intrufolai mentre lei si dimenava a non farmelo fare. Cercavo di tranquillizzarla abbracciandola e palpandola. Sempre a bassa voce: " dai... Non qua... andiamo nella tua... è più tranquillo la'"
" Ma così è più curioso...eccitante... sarà bello".
Non oppose molta resistenza, ma era titubante. Diedi un occhiata alla cuginetta piccola: dormiva profondamente a pancia in giù, con qualche cenno di russare.
"Dai no... è pericoloso...mmm" ansimando mezze parole e già la mia mano cercava di esplorare tra le sue mutandine. Inevitabile che la cosa lo stesse eccitando, trovando la figa flacida di umori.
"...e se arriverà il mio ragazzo..."
" Correremo il rischio... Rischiando goderemo come matti"
La penetrai con un dito mentre ci avvicinavamo a uno dei letti, senza far rumore e con l'occhio attento a qualsiasi movimento della cugina piccola. Rapido fu il suo impossessarsi del mio cazzo, in bocca, una volta distesa a letto e io mi tenevo ad un fianco. Sbocchinava bene, tremendamente bene, credo conseguente all'insolita situazione. La stessa cosa era per me, eccitatissimo e energicamente impegnato a perforarla la fica, sbrodolante di tanti umori: ci fu un cenno di squirt, per poi seguirne altri più copiosi. Se non fosse stato per la bocca impegnata dal mio membro, sicuramente i mugolii sarebbero stati più amplificati.
Non avevo preservativi, ma scopammolo stesso, correndo il rischio, accontentando Virginia a pochi passi dall'addormentata sorellina.
 
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Di fretta lasciai la cugina per tornare in camera mia e aprii con le chiavi senza bussare: ci mancherebbe che l'avessi fatto, immaginando di trovarli nel bel mezzo dell'opera.
Infatti mi si mostrava avanti i due sul letto a scopare a pecora, con il tipo che energicamente impalava la zia che si teneva la faccia sul cuscino, come per soffocare gli gemiti.
Mi ci avvicinai, nonostante la mia presenza non ci fu tregua da parte loro.
" Mmm...come si fa scopare bene la zietta mia!" dissi rimanendo a loro fianco a mani conserte.
" Certo che si... Si fa sbattere alla grande"
" Oh...si...sbattimi forte... sfondami... Che grosso...mmm" ansimo' sorridente la zia a ogni furioso colpo, di quel cazzo che dilatava la fica in un modo inverosimile.
"Dai amico...ti lascio il posto..."
"Non ti preoccupare...fai pure... aspetterò il mio turno" risposi al futuro cugino, che alle mie parole intensificò la martellata: secondi dopo lo tirò fuori e con diversi colpi di mano sborrò sulle chiappe della zia Sara. Ebbi la chiarezza che aveva veramente un cazzo mostruoso, di lunghezza forse come il mio, ma di circonferenza più che invidiabile. Si scrollò le ultime goccine di sperma, osservandosi il cazzo entusiasta della cosa: nonostante l'equipaggiamento, il carico di sborra lasciava a desiderare, il che mi risollevò dal punto di vista competitivo.
Vedevo la zia abbastanza provata, per modo di dire, ma contenta. Non perse tempo a dire al bull di fare spazio a me.
"Certo signora Sara...ora tocca al nipotino. Mi raccomando...fatti valere" disse rivolgendosi a me.
"È in buone mani..." aggiunse la zia distesa a letto.
Il tempo che si rivestì e il compagno ci lasciò soli.
"Ti sei divertita..."
" Mmm... abbastanza...ma ne voglio ancora"
"Sempre più porca cara zia"
"Mi piace il cazzo...non ci posso fare niente..."
"Eh già ...e che cazzo"
" E si ...bel cazzone...come il tuo tesò. Dimmi... perché non sei rimasto? Mi sarebbe piaciuto...che partecipassi anche tu"
"L'ho detto...facevo copertura!"
"Seee...immagino cosa sei andato a... coprire!"
Mi sedetti a letto: " infatti...ho approfittato di un saluto veloce a Virginia"
"Lo sapevo...porcellone mio!" rispose la zia non alternandosi minimamente.
"Ma non pensi al rischio che corriamo? Specie ora...che tocca a me"
"No...non ti preoccupare...mi inventerò qualcosa. Non penso che tornerà in camera...per ora. Piuttosto...che c'è? Ti sei soddisfatto...e non ce n'è più per me? disse alzandosi e avvolgendomi con il suo corpo. Rapidamente reagii impossessandomi delle sue tettone e ciucciarle. Ci mettemmo all'opera focosa: "fai tutto quello che vuoi di me...ma non chiedo altro che sentire la tua sborra in bocca... quando sarà!"
Certo che accontentai la zia, dopo un intensa scopata al limite della fantasia.
 

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