Esperienza reale IO E LE MIE SEXY COLLEGHE-SETTIMA PUNTATA-L'EROTISMO DI ELENA

andujar91

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La notte la sognai, e mi svegliai che ce l'avevo durissimo. Erano le 8,30 quando, dopo averci pensato parecchio, decisi di "rompere il ghiaccio". di alzarmi subito dal letto e scriverle in anonimo un messaggio in direct sul suo profilo instagram, che è pubblico, dicendole quello che mi era successo. Appena sul suo profilo e su questa sua foto, tirai fuori palle e cazzo dagli slip e venni all'istante. Le scrissi subito: "Te lo scrivo praticamente in direct., Elena, sarà per il caldo bollente che inizia fin dal primo mattino, sarà perché dormo solamente con gli slip e questo mi "stimola" di più (la mattina ho il testosterone e mille come tutti gli uomini), la tua immagine non hai idea alle 8,00 che tempesta mi provoca. Ti ho pensata, erotica come sei nelle tue foto, che eri sopra di me,che mi avevi legato le mani alla spalliera perchè volevi farmi provare sensazioni erotiche profonde, e che mi hai concupito. Dopo mezz'ora di tortura, ho perfino macchiato il materasso col precum e ho deciso di entrare nel tuo profilo. Su questa foto,

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mentre sono venuto come un fiume in piena allagando il pavimento sotto la mia scrivania, mi ha subito fatto venire in mente una poesia che ti scrivo: Sei bella per il sorriso che hai, per i sogni che hai dentro e che non conosco. Sei bella semplicemente, come un fiore raccolto in fretta, come un regalo inaspettato, come uno sguardo rubato o un abbraccio sentito.Grazie per quello che mi fai provare". Dopo neanche cinque minuti, erano solo le 8 e 40!, subito mi ha risposto, e mi ha chiesto netta: "Te lo faccio venire duro, vero?". Mi si gelò il sangue e il cuore mi batté a mille. Il cazzo mi tornò di cemento come se neanche fossi venuto. Subito le scrissi: "Oh, Elena, sei tu!!! Sei già sveglia, oh, che bello, che sorpresa! Si, me lo fai venire duro". Mi rispose da incazzata: "QUANTO!!!!!! Voglio sapere QUANTO... Sappi che sono una donna esigente, io". "Duro come il cemento armato, Elena, e da quando mi hai risposto, è come se neanche fossi venuto. E' d'acciaio". "Adesso tirati giù i pantaloni". "Elena, sono in canottiera e slip, te l'ho detto, mi sono appena alzato dal letto per scriverti perchè non resistevo più". "Ottimo. Io con questo caldo indosso solo il reggiseno e le mutandine nere, perciò siamo pari. Adesso tirati fuori le palle e il cazzo dagli slip". "Ce l'ho già fuori da prima". "Ok. Ora allarga le gambe. VOGLIO CHE LE ALLARGHI AL MASSIMO, HAI CAPITO!?", mi ordinò. "Si, si, l'ho fatto". E lo feci. "Rimani fermo così, non ti muovere. Ora dovrai rispondere ad alcune mie domande". "Si, fai pure". "Descrivimi il tuo pene". Le chiesi pepato: "Sei un po' perversa, vero?". "Si, lo ammetto. Sono una funzionaria amministratrice, come da profilo, e mi piace comandare... IN TUTTI I SENSI... specie voi uomini". "Mi piacerebbe lavorare con te", le scrissi. "No, non ti conviene, credimi, ti distruggerei. IL TUO PENE!", rilanciò. "E' un siluro, vibra ritmicamente, è completamente scappellato, il glande esonda, e mi sento i genitali staccarsi dal mio corpo". "Quanto è lungo?". "Mah, un venti-trenta centimetri". "VOGLIO LA MISURA PRECISA! Prendi una squadra e misuralo, SVELTO!". Presi la squadra che avevo nel cassetto e lo misurai: "18 centimetri, Elena". "Ottimo. TIENI SEMPRE LE GAMBE APERTE AL MASSIMO... E ora dìmmi, mi sogni spesso la notte?". Le mentii: "Tutte le notti... e ti penso tutto il giorno". "E quante volte hai sborrato quando mi pensavi?". Esitai a risponderle. "TI HO FATTO UNA DOMANDA!!". E allora subito le risposi: "Scusami, ma ho pensato che non mi avresti creduto. Questa è la prima volta". "Ti credo. Sei fidanzato o sei stato fidanzato?". "No, mai". "Bene, adesso mettiti subito in ginocchio davanti alla mia foto". "Ok", le dissi. Mi misi in ginocchio, ma poi le dissi: "Elena, l'ho fatto, ma credo che sto per venire una seconda volta". "TE LO PROIBISCO! Tu devi venire solo quando te lo dico io, CAPITO!?". "Aiutami a obbedirti, ti prego". "Prendi subito una corda, un filo, un elastico, legati le palle e stringile più che puoi alla base, e vedrai che la legatura ti stroncherà ogni tipo di orgasmo precoce... come ho fatto io con te in Croazia". MI AVEVA SCAMBIATO PER L'EX SEMINARISTA! Le risposi: "Croazia? Ma quando?". "No, no, va bene, pensavo fossi un'altra persona. Fai quello che ti dico". "Ok". Aprii un paio di cassetti: finalmente trovai un cavetto molto sottile, mi avvolsi le palle, le legai e strinsi al massimo: "UAAHAAGHHHH!!!" rantolai dal male. Le scrissi: "Fatto, ma mi fanno un male terribile". "Vero? Urlerai per me... non lo trovi sexy?". "Certo, assolutamente". "Immaginavo. Resta in ginocchio e apri le gambe più che puoi come prima". "Fatto". "Bene. Ce li hai duri, vero?". "Sono... sono al massimo, credimi... fuori misura... mi fanno un male che tu non hai idea... il pene... il pene quasi mi si stacca". "Ok. Adesso, da quella posizione, scrivimi che mi adori". "Ti adoro, Elena". "Adesso voglio che mi dimostri quanto sei uomo. Sei pronto?". "Prontissimo". "Non devi avere per nessun motivo alcun orgasmo. Ti voglio domani mattina alle 8,15 in piscina. E' l'apertura domenicale, ci saremo solo noi due. Nessuno ci disturberà, e nessuno sentirà nulla". "Non capisco". "Te lo spiego subito: se mi piaci, ti farò avere un rapporto stellare, ancora più intenso di quello che hai sognato. Se, invece, non mi piacerai, l'orgasmo che hai avuto stamattina sarà stato l'ultimo per te, perchè ti castrerò senza pietà, senza che nessuno sentirà le tue urla, e io dirò che hai cercato di violentarmi. Accetti la sfida? Vuoi mostrarmi quanto sei uomo?". "Vorrei. Non voglio essere castratoi, Elena". "Ascoltami, tu puoi essere castrato solo se sei una persona. se non lo sei avrai solo da guadagnarci". Io non ero il seminarista, ma ero il suo impiegato, cosa che, credo, escludesse! Non potevo rischiare, anche se la cosa mi attirava tantissimo. chissà che rapporto stellare avrei potuto avere, se a quell'ex seminarista gli aveva scopato le palle torturandolo sessualmente per un'ora addirittura legandogliele per ritardare l'orgasmo e portarlo allo sfinimento, per poi farlo venire con quell'orgasmo devastante e quello sperma addirittura fumante. Rimetto la foto che, per Marcel, è stata scattata subito dopo quel rapporto:

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"No, Elena, è un rischio troppo alto. Anche se vorrei tanto correrlo solamente per poterti dire quanto ti amo". "Ok, come vuoi", mi rispose. E aggiunse: "C'è un'ultima cosa che ti devo dire". "Si, dìmmi". "VAFFANCULO, PAOLO! TORNA IN SEMINARIO E NON SECCARMI PIU'!!! E SE VUOI SEGARTI, FALLO LASCIANDOMI IN PACE! PERCHE' LA PROSSIMA VOLTA CHE MI CAPITI A TIRO NON TI TIRERO' UN CALCIO MA, COSI' COME IN CROAZIA HO TIRATO FUORI IL MEGLIO DI TE DAI TUOI COGLIONI FACENDOTI IMPAZZIRE, PROSCIUGANDOTELI E ALLAGANDO IL PAVIMENTO DEL NOSTRO SDRAIO COL TUO SPERMA BOLLENTE E FUMANTE, TI SPARO IN QUEI TUOI COGLIONI CHE TI HO SELVAGGIAMENTE STUPRATO!". Elena chiuse così la conversazione. Io mi ricomposi, abbastanza allucinato, questa volta. Ma mi faceva lo stesso un sesso incredibile. Forse, ora, a maggior ragione. Lunedì, ho avuto una cattiva notizia: Elena è ammalata. Ne avrà per una settimana. Poi andrà in ferie. Non la vedrò più fino alla mia ultima settimana di lavoro. Mi manca un casino. Ma la penso sempre.
 

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