Racconto di fantasia Io e mia madre – galeotto fu l’autobus

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Zafir45

Guest
“Claudio, se finisci presto passa a prendermi in ufficio, così torniamo a casa insieme”.
“Dovrei finire le lezioni per le sei se per te va bene”.
“Si…si va bene. Allora ti aspetto in ufficio”
Mia madre non perdeva mai l’occasione per fare il viaggio di ritorno con me.
A suo dire gli autobus che, a quell’ora sono stracolmi, pullulano di maniaci che non perdono l’occasione di appiccicarsi dietro le signore e fare i loro comodi.
Puntuale alle sei passai sotto l’ufficio di madre e l’avvertii con il telefonino che l’aspettavo alla fermata dell’autobus.
Dopo pochi minuti la vidi arrivare tutta sorridente. Era una bella donna, aveva quarant’anni, era alta e asciutta con la carne nei posti giusti, mi riscossi dai miei pensieri meravigliandomi di quegli apprezzamenti un po’ sconvenienti.
“Ce l’hai fatta ad arrivare” le dissi.
“Su non lamentarti. Ecco l’autobus.”
Salimmo e, naturalmente, non c’erano posti a sedere.
“Stammi vicino” mi sussurrò all’orecchio.
Dopo un paio di fermate l’autobus si riempì come un uovo ed io mi ritrovai incollato dietro di lei.
All’inizio non ci feci molto caso ma poi, vuoi per le spinte di quelli dietro di me, vuoi per i movimenti dell’autobus, le sue frenate ed il suo dondolio per le asperità dell’asfalto, cominciai ad avvertire una certa irrequietezza nelle parti basse che, erano a stretto contatto con il culo di mia madre.
Cercai di distogliere l’attenzione ma, in questi casi, la volontà può fare poco e niente.
Dopo poco il mio uccello era in piena erezione, bello grosso per la mia eta’ ed era posizionato proprio fra le sue chiappe.
Lei non poteva non accorgersene ed infatti, dopo un po’ si girò verso di me e mi lanciò un’occhiata di fuoco. Io feci del mio meglio per fargli capire che non potevo muovermi, ero incastrato in quella posizione.
Mano a mano che il viaggio proseguiva il mio uccellone sfregava contro il solco delle sue natiche procurandomi un gran piacere insieme ad un senso d’inquietudine per l’assurdità della situazione.
Ad un certo punto cominciai a preoccuparmi perché la situazione cominciava a sfuggirmi di mano.
Mia madre era inviperita, lo capivo dalla sua espressione e dalle occhiate che mi lanciava.
Poco prima di scendere successe l’irreparabile. Nonostante cercassi di trattenermi il più possibile iniziai ad eiaculare copiosamente.
Quando mi ripresi sarei voluto sprofondare dalla vergogna, sentivo il contatto vischioso nei miei jeans con il leggero vestito di mia madre. La quale, inutile dirlo, era fremente di rabbia.
Arrivati alla fermata scendemmo, io mi coprii alla meglio con il maglioncino mentre la chiazza sul suo vestito era bene in evidenza. Fortuna che abitavamo lì vicino.
Entrati nel portone iniziò a riempirmi d’improperi.
“Disgraziato… e io che volevo che mi proteggessi dai maniaci… sei un porco…”
Io ero ancora frastornato. Mi sentivo completamente svuotato, una volta a casa cercai di difendermi e spiegarle che non avevo potuto fare nulla per evitarlo ma lei continuò a coprirmi d’insulti.
Poi mentre lei si ritirava in camera sua, me n’andai in bagno a risistemarmi.
Non avevo fame ed ero esausto così mi misi a letto.
Sentii mia madre trafficare in cucina, accendere la televisione ecc. Stavo quasi per addormentarmi quando si affacciò alla porta della mia camera.
“Forse ho esagerato un po’… scusami, ma sai quello che e’ successo e’ proprio imbarazzante. Capisco che non potevi fare niente… E poi ero anche arrabbiata con me stessa”.
“Tu che c’entri scusa?”
“Beh e’ grave che dopo un po’ la cosa a cominciato a non dispiacermi… non so come dire… eravamo entrambi bloccati… non potevamo fare diversamente”
Non seppi cosa risponderle tanta era la mia meraviglia.
“Ora non pensiamoci più. Buona notte”.
“Buona notte”. Le rispose a mezza voce.
Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito. Mia madre, persona sempre controllata che, dopo la morte di mio padre, sembrava aver rinunciato al sesso, mi confessava di aver provato piacere a sentire il mio uccello sfregare fra le sue chiappe.
Non riuscivo a crederci. Quella notte mi addormentai a fatica.
Nei giorni successivi notai che il suo atteggiamento nei miei confronti era cambiato. Evitava di guardarmi in viso e rispondeva sbrigativamente alle mie domande.
Anch’io la vedevo sotto una luce diversa. Ripensavo spesso a quanto era successo su quell’autobus, a quell’orgasmo che mi aveva letteralmente sfinito di piacere e vergogna.
L’idea che anche a lei fosse piaciuto, che si fosse eccitata, mi aveva completamente scombussolato.
Cominciai ad osservarla con altri occhi, a vederla come una donna. A volte provavo un senso di vergogna perché, era su mia madre che fantasticavo immaginandola nuda.
Ma non potevo farci niente, così come non potevo fare a meno di notare i suoi fuseaux aderenti e i vestitini leggeri e abbottonati davanti che portava per casa.
Stavo andando ai matti, ero in uno stato di perenne eccitazione.
Un sabato mattina mi svegliai con un’erezione del mio cazzone che i pantaloni del pigiama nascondevano con difficoltà, in cucina mia madre stava sistemando le stoviglie nello scolapiatti.
Era di buon umore, c’era del caffe’ caldo nella macchinetta, mi avvicinai a lei per prendere una tazza, non potei fare a meno di guardare il suo fondoschiena fasciato in fuseaux strettissimi, forse sentì il mio sguardo e fece per girarsi, forse fui io che mi avvicinai troppo, fatto sta che mi ritrovai a contatto un’altra volta con il suo culo.
“Che fai…No smettila…” Sentivo però, a dispetto delle parole che il suo corpo si appoggiava al mio.
“Ma sono tua madre…Non possiamo…” Il suo culo premeva sempre più contro il mio uccellone accennando ad un movimento ritmico. L’afferrai per i fianchi e iniziai a strusciarmi a lei con movimenti lenti ma decisi, lei si piegò un po’ in avanti per facilitarmi il compito. Di colpo, con uno scatto improvviso, le tiro giu’ il fuseaux, il culo maiestoso di mia mamma mi apparve in tutto il suo splendore, rotondo e sodo, liscio e con una pelle vellutata. La sua nera foresta di peli erano una macchia di colore e di fuoco sul suo pube e si insinuava fra le statuarie cosce che custodivamo una fica da infarto e di cui si intravedeva l'inizio della fessura.
Ero già talmente ingrifato e non vedovo l’ora di penetrarla con mio cazzone nerboruto, puntai la mia cappella violacea contro l’apertura della sua fica. Le labbra della fica erano bene aperte, appoggiai la grossa cappella e spinsi. La sua carne si apriva alla mia pressione poi mi sentii risucchiare dentro. Arrivai in fondo procurandole gemiti di piacere e mi fermai per sentire tutto il mio cazzo aderire alle pareti della figa umida di mamma.
“Dai maledetto… vuoi farmi morire…” iniziai a dare colpi e coadiuvato dai movimenti del suo bacino, mi ritrovai con l’enorme asta nella fica di mamma che emise un gridolino di piacere incalzando “hooooo mio dio come sei grossoClaudio ………huuummmmm scopa la fichina della mamma……. Dai sfondami………….. che bello………” iniziai a muovermi come un toro alla monta di una vacca. E con le mani reggevo le enormi maniglie dell’amore costituite da i suoi fianchi, mentre ammiravo i due seni che liberi dondolavano.
“hai un culo bellissimo mamma, non resisto ……. non resisto ……. Hoooooooo sto venendo…….. ” riversai una quantità enorme di sborra nella fica di mia madre
“accidenti Claudio ……… e quanta ne hai ……mi sento gia tutta riempita…….. ”
Sentii l’orgasmo salirmi fino alla punta dell’uccello e poi esplodere. Mi aggrappai a lei. Rimanemmo fermi ed in silenzio per qualche minuto poi si riscosse e mi dette una carezza veloce sulla guancia.
“Claudio, sei stato bravo, adesso vado a risistemarmi, tu intanto fai colazione.” Cercò di abbozzare un sorriso ma si capiva che era scombussolata.
Passai quasi tutta la giornata fuori casa cercando di non pensare a quanto accaduto. Quando tornai tutto era normale, cenammo e chiacchierammo tranquillamente.
La mattina successiva mi svegliai presto, mentre preparavo il caffe’ non potei fare a meno di ripensare quanto successo mentre il mio uccello si rianimava al ricordo.
Decisi di fare una buona azione e portai a colazione a mia madre a letto.
Mi avvicinai alla porta della sua camera, era sveglia.
“Colazione a letto”annunciai.
“Bravo. Hai avuto proprio una bella idea”. Mi sedetti sul letto vicino a lei e cominciai a passarle il vassoio. Indossava una camicia da notte molto leggera e non potei fare a meno di ammirare le sue forme. L’uccello continuava a pulsare e, per quanto cercassi di fare, non poteva passare inosservato molto a lungo. Quando ripresi il vassoio per riportarlo in cucina mi trovai in piedi davanti a lei con il suo viso esattamente all’altezza dei pantaloni del pigiama. Accennò un sorriso poi si ridistese nel letto, lentamente si girò sulla pancia e, con mia grande sorpresa, scostò il lenzuolo, offrendo alla mia vista ciò più desideravo.
Poggiai il vassoio sulla sedia e mi avvicinai, con mano tremante, le alzai la corta camicia da notte e rimasi senza parole quando vidi che non indossava le mutandine. Finalmente potevo vedere ciò che fino ad allora avevo soltanto immaginato.
Mi spogliai velocemente e mi sdraiai su di lei, le sue natiche avvolsero il mio uccellone, mentre io mi strofinavo nel suo solco il suo bacino ondeggiava assecondando il mio movimento. Esplosi letteralmente sulla sua schiena e sfinito mi abbandonai sul suo corpo.
“Tutto bene?” mi chiese quando mi fui ripreso
“Sì, certo…” le risposi con un sorriso.
“So a cosa pensi, queste non sono certo cose da fare con la propria madre.”
“Sì e’ vero. Però non facciamo male a nessuno…”
“Finché la cosa resta fra noi… Ho avuto qualche perplessità in questi giorni però, se la cosa resta fra noi come ti dicevo non vedo che male facciamo.”
“Certo che resterà fra noi, ti puoi fidare di me…”
“Lo so altrimenti non sarebbe successo tutto questo. Sai l’altro giorno sull’autobus all’inizio ero infuriata poi, contro la mia stessa volontà, la cosa e’ cominciata a piacermi infatti ero arrabbiata con me stessa più che con te. Ero eccitata, all’improvviso, dopo anni avrei fatto qualsiasi cosa per sfogare le mie voglie. Adesso posso dirtelo, quella notte mi sono toccata più volte per calmarmi…”
Quelle parole mi stavano eccitando di nuovo, immaginare mia madre che si masturbava mi mandava ai pazzi.
“Del resto” proseguì “il mio culetto e’ sempre stato sensibile alle carezze. Ora però basta chiacchierare, vado a farmi una doccia tu riposa un po’.” Mi baciò sulle labbra e con un movimento agile si sottrasse al mio abbraccio e si diresse verso il bagno lasciandomi con un acuto desiderio di ripetere quanto appena fatto.
Passò qualche giorno poi, una sera, mentre ero seduto sul divano a vedere la televisione venne a sedersi vicino a me. Chiacchierammo un po’ poi, con estrema naturalezza posò la mano sui pantaloni della tuta e cominciò ad accarezzarmi l’uccellone. La guardai meravigliato ma lei continuò a chiacchierare come se nulla fosse poi, dopo avermi dato un lieve bacio sulle labbra, si alzò e si diresse in camera da letto.
Non stetti a pensarci su molto, mi alzai e la seguii.
La raggiunsi in camera sua era in piedi davanti lo specchio. Mi avvicinai da dietro e l’abbracciai, le carezzai i fianchi poi la mia mano si infilò sotto la maglietta e afferrò il seno. Il capezzolo era turgido, glielo strizzai, le sfilai la maglietta e le infilai una mano dentro le mutande a carezzare la figa umida, lei allora se le sfilò poi, girandosi verso di me con un filo di voce mi disse di spogliarmi. Eseguii in un attimo mentre lei raggiungeva il letto.
Non si sdraiò ma si mise a quattro zampe con le gambe bene aperte. Vedevo il suo ciuffo nero e la zona più scura in mezzo alle gambe. Capii cosa voleva, la raggiunsi e mi inginocchiai dietro di lei.
Mi avvicinai a lei e spinsi il mio viso tra quelle natiche spudoratamente dilatate e cominciai a leccarle il buchetto come impazzito!
Sentivo lo sfintere contrarsi spasmodicamente sotto i colpi della mia lingua, mentre la porca cominciò a mugolare come una cagna!
Mamma spinse indietro il culo e ci fece entrare dentro la cappella!
Rimase qualche attimo immobile, poi diede un’altra spinta: avevo gli occhi fissi sul suo delizioso buchetto e lo vidi aprirsi oscenamente per far entrare un altro paio di centimetri del mio cazzo!
Mamma si fermò di nuovo!
“Madonna che cazzo figlio mio! Mi stai aprendo il culo come ho sempre sognato!”
Cominciò a dimenare lentamente il bacino per assestarsi bene la prima porzione di cazzo che aveva nel culo, poi diede un’altra spinta: ormai la metà della mia verga aveva preso posto nell’intestino di mia mamma!
Lei cominciò a mugolare arsa di goduria!
Come potevo non esaudire il perverso desiderio del mio amore: le spinsi con forza la lingua dentro e cominciai ad incularla oscenamente, mentre lei sculettava come una zoccola strofinandomi indecentemente il culo contro il viso!
Quando capii che il buchetto era ben ammorbidito per farsi penetrare, mi alzai e mi posizionai dietro di lei, con il cazzo in mano duro come non mai!
Le sputai due volte sul buco del culo per umettarlo per bene e ci appuntai la cappella sopra: appena la porca sentì il contatto del cazzo mi chiese di fermarmi.
Claudio, fermati! Voglio incularmi io, voglio godermi questo cazzone come piace a me! Voglio gustarmelo centimetro per centimetro mentre mi sfonda il culo! Uhmm! Oddio mio, il solo pensiero che sto dando il culo a mio figlio mi fa impazzire!”
Così dicendo, spinse indietro il culo e ci fece entrare dentro la cappella!
Rimase qualche attimo immobile, poi diede un’altra spinta: avevo gli occhi fissi sul suo delizioso buchetto e lo vidi aprirsi oscenamente per far entrare un altro paio di centimetri del mio cazzo!
Mamma si fermò di nuovo!
“Madonna mia che cazzo! Mi sta aprendo il culo come ho sempre sognato!”
Cominciò a dimenare lentamente il bacino per assestarsi bene la prima porzione di cazzo che aveva nel culo, poi diede un’altra spinta: ormai la metà della mia verga aveva preso posto nell’intestino di mia madre!
Lei cominciò a mugolare come una maiala!
“Dio santo, che meraviglia! Claudio, non puoi capire cosa stia provando: il tuo cazzone me lo sta spaccando! Dimmi, quanto ne ho dentro?”
“Te ne sei infilata dentro la metà!” le risposi.
“Uhmmm! Solo la metà e già godo da morire! Aspetta, che me lo allargo ancora di più!” e così dicendo cominciò a sculettare a destra e sinistra come una professionista!
Sentivo il cazzo strusciare deliziosamente contro le pareti dell’intestino!
“Brava! Così... muovi il culo che mi piace! Dai,mamma... daiii!!!
Lei era come impazzita.
“Claudio, davvero ti piace come ti lavoro il cazzo con il culo? Daiii, adesso tocca a te: infilami dentro l’altra metà e inculami come più ti piace! Daiiii... spaccami il culooooo!!!”
Non capii più niente: l’afferrai per i fianchi e, mentre l’attiravo verso di me, diedi un colpo secco con il bacino e le affondai nel culo l’altra metà del cazzo!
Mamma emise un urlo di piacere che mi fece accapponare la pelle!
“Sììììììììì… cazzoooooo!!! Aaahhhh!!! Questa sì che è un’inculataaaa!!! Amore santo, è così che si incula una donnaaa!!! Con forza, con vigore, con passione! Daiii, figlio mio affonda il cazzooo! Spaccami il culooo… spaccamelooo… fammi morireee!!! Daiii, amore mio… da oggi sarò la tua dolce rotta in culooo!!!”
Il pensiero che la prima donna che mi inculavo era mia madre mi mandò il sangue al cervello!
Cominciai ad incularla con colpi profondi, affondavo l’uccello dentro il suo intestino sempre con maggior facilità!
Il buchetto del culo di Mamma accoglieva il mio cazzone in maniera splendida, se lo prendeva tutto, fino ai coglioni… e più lo affondavo e più mi incitava di dargliene di più!
“Bravo, figlio mio, bravo… sei un amore! Angelo mio, mai nessuno mi ha inculato così! Dai, spingimelo tutto dentro… affondamelo tuttooo! Daiii, fammi sentire il coglioni contro il culo, così capisco che ce l’ho tutto dentroo!!!
Seguitai ad incularla senza darle un attimo di tregua.
L’avevo afferrata per i fianchi, l’attiravo contro di me, mentre le infliggevo colpi secchi e profondi in maniera di esaudire il suo desiderio e farle sentire il suono dei coglioni sbatterle contro lo chiappe
Ad un certo punto la sentii irrigidirsi ed emettere lunghi gemiti di godimento!
“Oddio, nooo!!! Claudio, lo sentooo! Madonna santa,… sto per venireee!! Cazzooo, vengo con il culooo! non ti fermareee, affondaaaaa… spingi, che sto avendo un orgasmo analeeee!!! Sto impazzendooo… è la prima voltaaaaa che vengo con il cazzo nel culooo!!! inculamiiiiii… inculamiiiii… che sto sborrandooooo!!! Ahaaaaaaa!!!! Amore miooo… non ti fermare… affondaaaaa… il caz..zo… che sto… venendoooo!!!”
Mia mamma rantolava, ansimava, dimenava il bacino come impazzita, sculettava a destra e sinistra come una vera ninfomane, inarcava la schiena e spingeva il culo contro il mio ventre per sentirsi l’uccello ancora più dentro!
Vedevo il suo corpo tremare e sobbalzare sotto gli spasmi dell’orgasmo!
Rimasi fermo, con l’uccello piantato dentro di lei, per permetterle di godersi completamente la sua venuta, poi lentamente mi sfilai da lei!
Per un po’ rimase immobile, sempre in ginocchio: il forte orgasmo anale l’aveva distrutta!
Dopo un po’ si alzò e si mise seduta sul letto: aveva un’espressione di estremo godimento, la classica espressione che assume una donna quando si sente completamente appagata sessualmente!
Lentamente, l’abbracciai e cominciai a riempirla di bacetti sul viso e di sensuali carezze.
Mi guardò e mi sorrise, disse adesso non mi sento piu’ sola !
E inutile dirvi che la cosa andò avanti, anche dopo avermi sposato con Lucia, per tanto tempo scopando da non crederci. Scopai ed inculai mia madre tantissime volte con intensa passione come due veri amanti!
... Ecco un'idea che mi entusiasma ancora: la possibilità di avere un rapporto a tre con Lucia e mia mamma. Chissà se si concretizzerà. Alla prossima !
 

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