Racconto di fantasia Io e mia sorella (XVII) - Viaggio “di piacere”

pollicino1

"Level 8"
Da 10 Anni su Phica.net
Élite Fase 3
Messaggi
22,483
Punteggio reazione
22,301
Punti
139
Posizione
Lazio
1. Premessa.

Con questo racconto, cari lettori, voglio tornare indietro con la memoria di quasi 35 anni, agli albori dell'avventura erotica con Giorgia, la mia "sorellina sorellona" senza la quale oggi non sarei quello che sono...

A quei tempi, i nostri genitori (ma soprattutto nostra madre) si erano già accorti dell'attrazione fisica e mentale che provavamo l'uno per l'altra – quando ogni occasione era buona per rinchiuderci nel nostro piccolo mondo dorato – ma pensavano che crescendo ci saremmo emancipati, e che quello "scandalo" sarebbe rientrato.
Purtroppo (per loro, poveretti) non fu cosi, e mentre ci avviavamo ai 21 anni lei e 26 io, un giorno ci sorpresero avvinghiati in una inculata fenomenale...
Apriti cielo!, oltre che incestuosi stavamo pure praticando del sesso "contro natura"!

Nostra madre era molto aperta di vedute, anche perché figlia di madre olandese, ma nostro padre, in questo molto “italiano”, minacciò di farci trasferire da suoi parenti uno a Trento e l'altra a Messina, nella certezza che la lontananza ci avrebbe "raddrizzati".
Alla sola minaccia di dividerci, Giorgia stava impazzendo, e io – per difenderla e difendere il nostro amore – trovai il coraggio di minacciare a mia volta il nostro genitore “tutto d’un pezzo”:
- "Se tocchi Giorgia, te la vedrai con me!".
Entrambi eravamo risoluti ad andarcene di casa, ma dove?, non avevamo ancora un lavoro e non c'era nessuno che potesse concretamente ospitarci...

Capitò, quindi, "a fagiolo" la visita di nonna, a cui mamma chiese aiuto per "domare" questi due mascalzoni.

2. La nonna olandese.

Nonna Berit era una donna di 63 anni magnificamente portati, alta 1 metro e 75 per circa 60 kg, carnagione lattea e capelli biondissimi, quasi bianchi; occhi verde acqua, una terza abbondante di seno, qualche piccola smagliatura che la rendeva ancora più attraente, due gambe chilometriche con polpacci da ciclista e caviglie fini, era insomma uno schianto, ed ogni volta che la vedevamo ne restavamo incantati...
Carattere forte, aperto e giovanile di una donna rimasta vedova troppo presto (era stata sposata con un ambasciatore, prematuramente scomparso, e da allora era rientrata al suo paese d’origine e non aveva più pensato di accompagnarsi con un altro uomo), confidava facilmente le sue storie di sesso, e con lei si può fare altrettanto, senza tabù, come con una vera sorella maggiore...

Perciò, quando la vedemmo – mamma ci tenne nascosta la notizia – ne fummo davvero contenti:
- "Nonna, ma che bella sorpresa!", fece Giorgia rientrando a casa e correndo a gettarle le braccia al collo... La "rapì", e se la portò in camera sua, dove parlarono fitto fitto per più di un ora.
Intuii che le stava parlando delle nostre “scappatelle”, del fatto che ci volevano dividere senza (a nostro avviso) un motivo:
- "Sai nonna, papà e mamma vogliono allontanarci solo perché ci hanno scoperti a scopare... Ma ti pare giusto? Che c'è di male? Noi non possiamo stare lontani, moriremmo!", esclamò mia sorella.
Lo dovette dire con le lacrime agli occhi e con tale convinzione che la nonna le promise di mettere una buona parola con i nostri genitori.
E continuando in quel dialogo, venne pure a sapere che era da quando lei aveva 15 anni che ci "amavamo" e come ciò ebbe inizio...

Il pomeriggio di quello stesso giorno fu il mio turno: andai da lei e le confermai (senza saperlo) tutto quello che già le aveva detto la mia amata.
Le chiesi:
- "Nonna, ma che male c'è se ci vogliamo bene tra noi? Stiamo troppo male al pensiero di lasciarci nelle mani di qualcun altro... Non è colpa nostra, è così di natura... Gli altri si vanno a cercare fidanzati e fidanzate, noi ci siamo trovati!".

Donna volitiva, Berit si sentì quasi in obbligo di aiutarci... Non poteva tradire la figlia, ma sentiva che il nostro sentimento, la nostra attrazione era sincera: non poteva voltarci le spalle…

Cosi, prima di affrontare la figlia volle incontrarci insieme, e approfittò di un weekend in cui i nostri genitori ci avevano lasciati in sua custodia...

3. Il primo incontro non si scorda mai.

Avvalendoci dell'assenza dei nostri "aguzzini", che ci avevano concesso un po' di libertà, io e Giorgia avevamo trascorso tutta la giornata a fare sesso, con la nonna che – sentendo “rumori” ben conosciuti – ci aveva lasciato fare.
Quando fu sera, però, venne a bussare alla porta dicendoci:
- "Avete finito di fare le zozzerie? Su, che dobbiamo parlare... Vi aspetto in camera mia tra cinque minuti".

Presi alla sprovvista, eravamo ancora nudi e sudaticci, e non avevamo fatto in tempo a fare la doccia...
Arraffammo i primi "stracci" che ci capitarono a tiro e ci precipitammo fuori dalla nonna: non volevamo farla aspettare, lei che era così comprensiva e che era la nostra unica alleata...

La sua stanza, che poi era la stanza degli ospiti, era arredata con un bel letto matrimoniale con un soffice materasso, una grande specchiera fine ottocento al soffitto e una cassettiera d'epoca... A terra una calda moquette, e delle luci soffuse ne completavano l'atmosfera.
Trovammo la porta aperta, così ci fermammo sull'uscio finché lei non ci chiamò:
- "Forza, ragazzi, entrate!".
Lei era sul letto, seduta con una gamba sotto il sedere... Ci facemmo avanti, ma non c'era dove poterci sistemare, così nonna ci disse:
- "Beh, che aspettate... Sedetevi qui con me, sul lettone! Che, vi vergognate?".
Restammo tutti un attimo in silenzio, poi la nostra nonna preferita scoppiò a ridere:
- "Ma come vi siete conciati? Siete così buffi".
E ricominciò a ridere...

Fu solo allora che – guardandoci a vicenda – ci accorgemmo del nostro abbigliamento quanto meno sconveniente: nella fretta, io avevo indossato – al posto dei miei soliti pantaloncini – il camicione di Giorgia, allacciato sul davanti, mentre lei aveva una tetta quasi completamente di fuori e sotto il perizoma trasparente che avevamo comprato insieme e che metteva solo durante i nostri accoppiamenti per farmi eccitare.
Nonna continuava ad osservarci, poi tutto d'un tratto, come se stesse riflettendo tra se e se:
- "Però, sono due gran bei ragazzi...".

Adesso, fu il nostro turno a ridere, e Giorgia – da sfacciata quale è sempre stata – reagì:
- "Certo che pure tu, nonnina, non sei niente male!".
Infatti, dalla camicia da notte spuntava, capriccioso, un bel capezzolo in completa erezione.
L'atmosfera cominciava a surriscaldarsi, cosi la nonna iniziò a domandarci:
- "Allora maialini della nonna, volete dirmi cosa posso fare per voi? Mi raccomando, qualsiasi cosa sia, la mamma non deve sapere niente!".
E già dicendo così, noi capimmo che l'avevamo ormai conquistata alla nostra causa.

Giorgia, la spudorata della nostra coppia, riprese:
- “Nonna, io mi sento appagata solo quando Marco mi sta dentro, e mi regala il suo buon succo, non importa in quale buco… Parla con la mamma e vedi di convincerla che ci sono anche persone come noi… Si chiama incesto, mi pare, no?!”.
E mentre parlava, inavvertitamente si toccò la sua intimità tutta bagnata, a tal punto che una bella chiazza scura invase il perizomino, e rischiò di sporcare le coperte.

Berit non rimase insensibile a una simile sollecitazione, abbassò la sua mano tutta smaltata, e finì tra le sue vetuste cosce ad imitazione della nipote.

Figuratevi io come potevo reagire… Con gli occhi sbarrati che andavano dal basso ventre di nonna a quello di Giorgia, afferrai “alla cieca” il mio membro che si era fatto vivo e stava spingendo dall’apertura tra un bottone e l’altro, ed iniziai una sega eccezionale che quelle due troie mi avevano scatenato.

Visto che eravamo tutti e tre in una posizione alquanto scomoda, la nonna ci propose:
- “Ragazzi, perchè non ci mettiamo il libertà? E tu, Marco, vai a chiudere la porta… Non si sa mai…”.
Detto fatto… Non appena la porta chiusa ci regalò la nostra riservatezza, nonna fu la prima a far volare via la sua camicia.
Noi, “teneri amanti”, avevamo gli occhi che ci scintillavano dalla lussuria nel vederla senza veli..

Era una donna, anzi una femmina bellissima, e non solo per un maschio come me, ma pure per mia sorella che, incantata, allungò una mano verso di lei e cominciò ad esplorarla come se non avesse mai visto un corpo femminile.
D'altronde, non capitava tutti i giorni vedere una donna di sessant'anni suonati così tonica...
Mentre la mano sinistra di mia sorella le artigliava i fianchi, indice e pollice della destra strinsero delicatamente un capezzolo, prima che dalla sua bocca un filo di saliva scendesse a inumidirlo giù fino all'areola e alla coppa di quella fantastica terza misura.

Ero estasiato da quello spettacolo inatteso, così mi avvicinai e mi dedicai all'altra mammella di nonna... Incredibile quanto era ancora tosta e stava su che era una bellezza.
Invidiai mia madre che fu allattata da quella meraviglia, e istintivamente mi chinai su di essa.
Ora, tutte e due le tette erano sollecitate da lingue fameliche... A un certo punto, la vidi irrigidirsi e subito scuotersi grandemente...
Quella troia di nostra nonna era venuta!

Quando si riprese, notò che il perizoma di Giorgia praticamente non esisteva più... Fradicio dei suoi umori, era scivolato in mezzo alle sue grandi labbra gonfie di piacere.
Decise, allora, di spogliare la nipote: la voleva completamente nuda, per poter ammirare meglio quel corpo di ragazzina che a me faceva innamorare sempre come fosse la prima volta.
Abbandonò il suo sesso palpitante per rivolgersi a quel "davanzale" nettamente più grosso del suo.
Erano l'una sopra all'altra quando la nonna le disse:
- "Se non sapessi di voi due, ti vorrei tutta per me".
Dentro di me, fui orgoglioso di quella affermazione: mia sorella, la “mia” donna, era l’oggetto del desiderio anche di qualcun altro…

Ma nonna non fece in tempo a terminare la frase che si interruppe bruscamente, ricordandosi che lì c'ero anch'io, un maschio... Mollò Giorgia, per cominciare a sbottonarmi quel camicione – così ridicolo addosso a me – che indossavo.
Quello che vide fu di suo assoluto gradimento, dato che si cacciò subito il mio cazzo in bocca fino in gola, attendendo la mia eruzione... Che per la sua irruenza, non tardò ad arrivare...

Ingoiò e ripulì tutto, poi le balenò in mente un'idea davvero perversa. Ci chiese:
- "Ragazzi, voglio vedervi scopare!".
Ci guardammo stupefatti dall’insolita richiesta… Magari ce lo avessero chiesto mamma e papà…
Comunque, non me lo feci dire due volte… Saltai addosso a Giorgia e, in men che non si dica le fui dentro il nostro buco preferito… quello stretto!
Mentre le aspiravo con la bocca i capezzoli, la pompai con tanto slancio che anche mia sorella eiaculò come una puttana, e all’unisono anch’io le venni nell’intestino…
Eravamo tutti e tre al settimo cielo, svuotati di ogni forza ma felici di condividere con nonna un segreto così intimo e per molti “sporco”…

Avevamo perso il senso del tempo, e infatti – a un certo punto – udimmo dei rumori provenire dal corridoio… Erano i nostri genitori che erano rientrati e ci chiamavano:
- “Giorgia!, Marco, mamma!, ci siete?”.
Fulmineamente, ci rivestimmo e nonna corse per prima incontro alla figlia, spiegando che ci stava parlando…
Mamma, ne approfittò e – sedute in salotto, mentre io e Giorgia fingevamo di essere andati nella nostra stanza a dormire – chiese a sua madre consiglio…
Le spiegò quello che ci stava succedendo, che loro erano terrorizzati all’idea che la cosa poteva diventare pubblica, e le disse:
- “Ti prego, aiutami! Sono così giovani, che non capiscono cosa significa… E’ una pazzia!”.

Nostro padre, invece, era irremovibile, convinto che – soprattutto dopo la mia reazione – la soluzione migliore era allontanarci dal paese…
Nonna era una persona adulta, ma ormai assai diversa dalla donna che la mamma conosceva e molto più vicina alle nostre necessità.
Così, fingendo di comprendere le ragioni dei nostri genitori, offrì la sua mediazione:
- “Cara, io la settimana prossima torno in Olanda… Se volete, posso portarli con me… Magari la lontananza… nuova gente… potrebbero farli capire che devono cominciare a trovarsi dei partner veri”.
Disse questo, ma le sue intenzioni erano ben altre…

Mamma, ingenuamente, abboccò al tranello di nonna, la ringraziò del suo interessamento, e le disse che il giorno dopo ce lo avrebbe comunicato… sperando che due scavezzacollo come noi non avremmo creato altri problemi.
Ma nonna la stoppò:
- “Se permetti, glielo vorrei dire io… Mi sembra che si stiano aprendo con me, e sono sicura che accetteranno volentieri…”.

sCosì, felici di ciò, iniziammo i preparativi per la partenza… Nostro padre, almeno per il momento, aveva perso la sua “partita” con me, e io – insieme a nonna – ero riuscito a difendere la “mia” sorellina!

4. Primi giorni ad Amsterdam.

Giunti in Olanda in casa della nonna, io e Giorgia capimmo subito che tipo di “rieducazione” intendeva impartirci: in casa, la nonna stava sempre nuda, e ci invitò a fare altrettanto, cosa che a noi non parve vero…

Fu in quell’occasione che avemmo la fortuna di ammirare la sua favolosa fica, sempre “affamata” ogni volta che si strusciava contro di noi.
Sia a me che a Giorgia eccitava tantissimo il suo triangolo di carne depilato, soprattutto quando la sera ci si sedeva a terra su un grande tappeto e ci raccontava le sue storie di sesso; allora, la sua vagina era un lago, colava incredibilmente come un ruscello, e – come una catena – trascinava anche noi in quel vortice di benessere che, nonostante la nostra porcaggine, non avremmo mai immaginato.
Le sue idee per “divertirci” erano inesauribili, e facevano a gara con quelle di Giorgia: a volte, con la scusa che faceva bene alla mia fimosi, le piaceva scappellarmi l’uccello e “costringermi” a restare così per l’intera giornata; altre, visto che il clitoride di mia sorella era molto pronunciato, amava legarglielo per lo stesso periodo di tempo…
Noi, in cambio, le inserivamo in vagina gli oggetti più svariati, “condannandola” alla stessa “punizione”.
Insomma, non c’era giorno che la nostra attività sessuale non conoscesse nuovi “stimoli”: e dire che credevamo di essere già al top!

Nonna, adorava le tette di Giorgia, quasi le invidiava; alla sua giovane età erano davvero considerevoli…
Un giorno le disse, con tono di scherzoso rimprovero:
- “Ti sembra giusto che questo spettacolo sia riservato a Marco?”.
E lei, sempre pronta:
- “Ma nonnina, lo vedi che sono qui a tua disposizione?”.
Sapeva bene che lei poteva usufruirne come e quando voleva, ma – segretamente – la stuzzicava l’idea di offrire una bella spagnola a qualche attempato amichetto…

Poi, dopo cena, era il mio gran momento: le scopavo tutte e due analmente, la posizione che prediligeva e che – sgrillettandosi mentre io la pompavo – la faceva anche squirtare…
Io adoravo suggere quel succo femminile, e lei me ne offriva sempre in gran quantità.
La notte, si dormiva tutti aggrovigliati, e appena strusciavo la pelle contro quella delle due donne era un’erezione assicurata.

Nonostante il “diversivo” della nonna, noi due non riuscivamo a pensarci l’uno separato dall’altra: potevamo scopare e farci scopare da altri, ma sempre con la nostra “metà” vicino…

5. Giorgia in vetrina.

Una sera la nonna, da porca qual'era, ci condusse a visitare il famosissimo quartiere "a luci rosse" di Amsterdam: un intero isolato popolato di vetrine come da noi e in qualsiasi altra parte del mondo ne esistono per esporre merci di vario genere, ma queste erano "arredate" con bellissime ragazze mezze nude, che "vendevano" appunto i loro particolari servizi.
Giorgia ne rimase talmente affascinata che volle conoscere ogni minimo dettaglio, non smetteva mai di parlarne, voleva fare quell'esperienza a tutti i costi.
La nonna, nonostante il suo carattere libertino la spingeva ad assecondarla, cercò invece di dissuaderla in ogni modo, e anch'io ero assolutamente contrario.
Le feci presente:
- "Sorellina, pensaci bene: e se qualche malintenzionato volesse farti fare cose che tu non vuoi fare? Io non potrò essere lì a difenderti... Sarai sola...".
E la nonna:
- "Cara, se sapevo che non te lo saresti più tolto dalla testa, non ti ci avrei mai portata... E' davvero pericoloso... E se succede qualcosa, che dirò ai tuoi genitori?".
Ma Giorgia ormai era decisa, e la sera seguente si preparò proprio come una di quelle donne...

Andammo sul posto, e con la mediazione della nonna le fu assegnata una vetrina che era vuota, forse perché quella sera non c'era molta gente in giro per strada.
Noi due, decidemmo di restare nei paraggi, almeno all'inizio, casomai avesse avuto bisogno...

Che Giorgia era bellissima lo sapevamo, ma quella sera – con un top aderente a maniche corte a coprire (si fa per dire) solo la parte sopra delle tette e uno slip microscopico – era davvero superlativa.
Me la stavo mangiando con gli occhi, al pensiero che quella sera – per la prima volta da quando avevamo iniziato a scopare insieme – un altro uomo avrebbe potuto potenzialmente posseduta, e in cuor mio sperai con tutte le mie forze che non si presentasse nessuno davanti alla sua postazione...

E invece, la sua fiorente e semplice bellezza attirò l’attenzione di un uomo di mezza età, che si trattenette a lungo a osservarla... Seguendo le istruzioni ricevute, lei si avvicinò ed aprì una porticina, da cui fece entrare lo sconosciuto, dopo di che tirò la tenda lasciando vuota la sua vetrina.

Da allora, io vissi la peggior serata della mia vita... Non sapevo cosa stava accadendo là dietro, e così decisi che era inutile restare e infliggermi quella pena, e me ne tornai a casa dalla nonna.

Intanto Giorgia, dopo una breve trattativa, condusse lo sconosciuto in uno stanzino angusto, senza finestre, e lì si tolse il top restando praticamente in topless davanti a quel maschio.
Non perse tempo e gli slacciò la cerniera dei pantaloni, e inserì una mano nello spacco delle mutande sentendo qualcosa di conosciuto “germogliava” tra le sue mani.
A questo punto, con una semplice mossa di un dito, si tolse pure il perizoma, aprì la confezione di un preservativo che aveva in borsa, e glielo mise.
Poi, iniziò a muoversi lentamente sulla punta di quel cazzo incappucciato, e se lo fece entrare dentro; scese e salì un po' di volte, quando l'uomo sussultò in un orgasmo lunghissimo.
Aspettò che tutto fosse finito, e si sfilò.
Infine, gli girò le spalle, si rivestì, e lo accompagnò di nuovo dove era entrato...

Io, ovviamente, ancora non potevo sapevo nulla di tutto questo, e quindi ero angosciato, e misuravo a brevi passi la mia stanza...
Ero geloso? Forse...

Nel frattempo, la nonna – che si era accorta del mio stato d'animo – trovò a modo suo come rassicurarmi.
Mi chiamò in camera da letto, e senza tanti giri di parole mi disse:
- "Giorgia si starà sicuramente divertendo... Vogliamo divertirci anche noi?".
Mi fece stendere supino, e mi salì sopra a smorzacandela... Con due dita si aprì la fica e si calò sulla mia asta...
Scese fino a che le sue grandi labbra non incontrarono le mie palle, poi iniziò un saliscendi sempre più rapido e frenetico... Quando si rendeva conto che stavo al limite, si fermava brevemente per poi ripartire di nuovo...
Intanto io le avevo afferrato i fianchi e la guidavo esplorando accuratamente la sua intimità.

Ero di nuovo sul punto di venire, quando udii aprirsi e poi richiudersi la porta di casa, e subito dopo la voce di Giorgia che stava ai piedi del letto.
La nonna, dandogli le spalle, non si accorse subito del suo ritorno, ma io che ce l'avevo di fronte la vidi e dal'imbarazzo sparai dentro una successione di getti di sperma quasi inesauribile.

Finalmente, si accasciò su di me, e solo allora si accorse della nipote:
- "Bella di nonna, che ci dici? Hai visto che anche noi ci stavamo divertendo...".

Mia sorella era una statua di ghiaccio, furente, poi si mise a piangere a dirotto e di corsa si precipitò in camera nostra e chiuse la porta.

Scansai con una botta nonna, e raggiunsi Giorgia... Provai a consolarla, credendo a qualche incidente al quartiere a luci rosse, ma lei mi disse:
- "Stai tranquillo, li è andato tutto bene... Ma perché mi hai tradita proprio con la nonna? Io ho usato il preservativo per non farmi entrare dentro neanche una goccia che non fosse tua, ma tu...".

Non seppi che rispondere… Rimasi inebetito, e capii tutto il male che le avevo fatto... Avrei voluto tornare indietro e rifiutare la “proposta indecente” di nonna piuttosto che ferire alla mia sorellina, l'unica ragione della mia vita...
Me l'abbracciai forte, quasi da toglierle il respiro, e le promisi che in sua assenza non avrei mai più sfiorato una donna, tantomeno la nonna:
- "L'unica femmina che desidero sei tu, scusami...".
Ancora oggi rispetto quella promessa, non "giocando" mai da solo senza di lei...

Dopo quel terribile sfogo, Giorgia mi raccontò per filo e per segno come erano andate le cose in quella via, ed io tirai un grosso sospiro di sollievo...

Che scemo che ero stato! Ancora una volta il mio tutto mi aveva dato una grande lezione!

6. Un "incidente diplomatico".

Dovettero passare parecchi giorni perché Giorgia tornasse a parlare alla nonna... Voleva addirittura rifare le valigie e tornarsene a casa, se non fosse stato che non poteva affrontare i nostri genitori da sola... Che cosa gli avrebbe detto? Che la nonna – invece che "rieducarci" – si era scopata a me? Che lei era stata a giocare a fare la puttana?
No, non poteva certo fare questo, ma soprattutto non poteva lasciarmi solo tra le cosce di quella troia...
Cosi, strinse i denti e cercò di fare buon viso a cattivo gioco.

Tra di noi le cose erano tornate da subito quelle di sempre, eravamo troppo legati per permettere a una stupida cagna di rovinare tutto.

Non uscivamo quasi più con la nonna, e trascorrevamo le giornate in camera nostra, ovviamente nudi, stretti in degli abbracci interminabili che erano la prova provata del nostro sentire.

In uno di questi momenti, le chiesi:
- "Avresti creduto davvero che la nonna era un pericolo per la nostra unione?".
E lei, prendendomi la testa tra le sue mani morbide, mi rispose:
- "Quando siamo partiti, credevo fosse la nostra unica alleata, adesso invece ho capito che ha voluto solo approfittare del momento a suo vantaggio...".

Come darle torto? Aveva una capacità di analisi spettacolare, e si stava comportando come mamma lupa con la propria cucciolata: pronta a "sbranare" chiunque avrebbe ancora provato a mettere zizzania tra noi...

Nonna intanto cercava con ogni mezzo di recuperare la situazione, e così un giorno che ci trovavamo in camera, e Giulia era affacciata alla finestra, giunse di sorpresa e la immobilizzò contro la parete…
Al che, Giorgia, sentendosi la mano della nonna posarsi tra la sua spalla e il collo, voltò il viso all’indietro finché le sue labbra non toccarono la sua mano e spinse la bocca contro la pelle della donna anziana: quel senso di “tradimento” era svanito, o almeno non le faceva più cosi male…

Nonna introdusse poi l’altra mano nella folta chioma della nipote e si chinò in avanti verso di lei, in un bacio pigro e soffice, che a mia sorella parve un po’ “strano” ma che accettò di buon grado.
Sentì i capezzoli turgidi della nonna “pungerle” le scapole quando si staccò da lei, prese la prima seggiola che le capitò a tiro, e – a gesti – la invitò a sedersi su di lei.
La morbidezza della sua pelle, nonostante l’età, era impressionante… Giorgia portò le mani dietro di sé e – alla cieca – andò a cercare le sue curve.
La nonna spinse le mani sulle tette di lei, ed iniziò a “giocare” con i suoi grossi capezzoli, mentre mia sorella si spinse all’indietro contro il suo bacino.

A questo punto, Giorgia ebbe uno scatto, si alzò e si voltò… Poi si sedette a cavallo, a gambe larghe, su Berit che le prese i capezzoli in bocca.
Nonna le artigliò con voglia – con le unghie che quasi le entrarono nelle sue carni – le natiche, poi le ordinò:
- “Alzati!”.
Giorgia obbedì, ormai in piena balìa di quelle meravigliose sensazioni, andando a trovarsi con il ventre proprio di fronte alla bocca della nonna. La quale cominciò a tracciarvi sopra una interminabile sequenza di baci che andava in linea retta da un fianco all’altro, lambendo le ossa del bacino (che mi facevano così impazzire) e provocandole un profondo sospiro.

Nonna non si fermò, e continuò a scendere verso il basso, fino a posare le sue labbra sulla passerina di mia sorella; ebbi un fremito di “gelosia”… quella “meraviglia” fino ad allora era stata soltanto “mia”, e nonna stava violando quello che io consideravo un “privilegio” esclusivo.
Ma mi fidavo di Giorgia, la quale nel frattempo emise un lamento di piacere, e accettai ogni sua azione che sarebbe potuta seguire…
Cosicché quando la vidi alzarsi ed andare verso lo scrittoio per liberarlo da ciò che c’era sopra e poi giacervi sopra, mi parve come se un cameriere invisibile stesse apparecchiando un appetitoso pranzetto per la mia vista.
La nonna posò ancora una volta le sue labbra su di lei, dando leggeri e veloci colpetti proprio in mezzo alla fessura.
Vidi allora mia sorella che tentò di spostarsi, ma era tenuta troppo saldamente per poterci riuscire.
Ma la nonna riprese a leccarla e a stuzzicarla, mentre Giorgia iniziò prima a respirare affannosamente e poi a tremare. Arrivarono altri spasmi, sempre più violenti, e un orgasmo che sembrava infinito la scosse fin nelle viscere.
Berit ebbe modo di percepirlo fin nei minimi dettagli, stando con il suo volto su di lei…
Restarono accasciate l’una sull’altra per un pò; poi mia sorella si riprese, si sollevò dalla scrivania e baciò la nonna, così da sentire dalla sua bocca il sapore intenso del suo godimento.

Anche la nonna era ormai esausta, e se ne andò a tuffarsi nel suo idromassaggio.

Per la prima volta in vita sua, Giorgia aveva vissuto una sconquassante esperienza lesbo.
Nell'intimità della nostra camera, più tardi, mentre io le tenevo la mia mano sul suo grembo, mi confidò:
- "E' stato un piacere molto intenso, mai vissuto, ma la nostra passione è tutta un’altra cosa...".

7. Serata elegante.

Le nostre vacanze stavano per finire, e la nonna – anche per farsi perdonare la sua troppa "esuberanza" – pensò di farci un regalo, naturalmente a modo suo...

Si mise in contatto con un suo amico, e tramite conoscenze comuni arrivò al proprietario di un night club (come lo chiamava lui, ma in realtà era un club privé di pessimo livello).
A nostra insaputa, durante tutta la nostra permanenza in casa sua ci aveva fatto delle foto in pose esplicite, nei nostri momenti di maggior intimità, e gliele mostrò proponendogli di far esibire – naturalmente gratis – Giorgia come strip-girl, per una sola serata, insieme alle sue professioniste.
Vista l’ottima qualità della "merce", quel porco accettò senza indugio, ma ci tenne a mettere in chiaro che quel locale aveva un pubblico molto esigente.
Le disse:
- "Questo locale non è per suore, e può capitare che le ragazze vengano anche toccate a fondo".
Calcò molto sulle parole "a fondo", e le fece un occhiolino eloquente...
- “Non si preoccupi, la piccola non la deluderà”, rispose senza esitazioni nostra nonna, che aveva testato personalmente la nipote.
Conclusero, quindi, l’affare, ma lei avanzò un’altra richiesta:
- "Come ha visto dalle foto, c'è anche mio nipote...".
Per fortuna, non disse della nostra relazione, e l'impresario – per chiudere il discorso – celiò:
- "Va bene, va bene, vedremo sul momento cosa fare...".

La sera della vigilia della nostra partenza, la nonna ci disse:
- “Ragazzi, ho preparato per voi una bella sorpresa, mi raccomando vestitevi eleganti che andiamo a festeggiare in un bel posto…”.
E così dicendo, gettò sul letto un pacchetto che incuriosì entrambi.

Andammo subito a vedere: dentro, c'erano tutti capi firmati per Giorgia: un reggiseno con un foro per far fuoriuscire i capezzoli; un perizoma fatto solo di un filo di preziose perline swarovski, avanti e dietro; un reggicalze nero di pizzo e un paio di calze dello stesso colore. Insieme a questi capi, c’era anche una gonnellina “ascellare” rossa, lunga non più di 15 centimetri, e una camicetta di seta bianca…
Io, invece, avrei indossato un normalissimo pantalone bianco con camicia e cravatta, e sopra una giacca blu molto chic.

Dato l’abbigliamento che la nonna aveva procurato per la mia sorellina, non c’erano dubbi che quella sera ci avrebbe riservato emozioni forti…
Ci preparammo in modo da farle fare bella figura, e giunti al locale – mentre io, come mi era stato ordinato, mi accomodai in platea in prima fila, ignaro di tutto – la nonna condusse Giorgia all’unico camerino che c’era, dove altre due ragazze – già totalmente nude – stavano cominciando a truccarsi e a vestirsi di fronte a un grande, unico specchio.
Fu solo allora che, non potendo più mantenere il segreto sul suo progetto, disse a mia sorella la verità:
- “Ecco la sorpresa… Farai uno strip-tease completo con loro!”.
Giorgia ed io – nonostante la nostra giovane età – avevamo già da tempo imparato a superare qualsiasi timidezza verso il senso del pudore tra di noi, ma cominciavamo appena allora a mostrarci nudi davanti ad estranei…
Così, facendo emergere il suo carattere libero, tentò di opporsi:
- “Ma sei matta? Nuda davanti a tutta quella massa di pervertiti?”.
Ma ormai la nonna non poteva più tirarsi indietro, e per convincerla – solleticando la sua smisurata vena esibizionistica – le disse che in platea ci sarei stato io ad ammirarla e che, chissà, forse dopo ci sarebbe scappato un “fuoriprogramma” insieme a me.

Tranquillizzata da quell’accordo, ma soprattutto dal fatto che avrebbe potuto contare sul mio appoggio, mia sorella si cominciò a preparare, mentre la nonna mi raggiunse in sala.
In realtà, aveva poco da fare, dato che era arrivata fin lì con l’abbigliamento “da scena”, e già fantasticava su come avrebbe fatto la troia davanti a tanti uomini che desideravano nient’altro che il suo corpo…

Intanto in sala si fece buio, e contemporaneamente si accesero i fari sul palco… Le “professioniste”, uscirono, e cominciarono a contorcersi in mosse sensuali e sguaiate, mentre alcuni spettatori si avvicinarono a toccargli il culo; altri, invece, non trattenuti da nessun servizio d’ordine, presero le loro tette, che le troie esortavano a leccare.

A un certo punto, le due spogliarelliste se ne andarono, avendo terminato il loro spettacolo…
Di nuovo le luci del palco si abbassarono... Ed ecco che – nella penombra – vidi ciò che in quel momento non avrei mai voluto vedere: Giorgia stava uscendo da dietro le quinte per iniziare la sua esibizione.
Io, che la conoscevo come le mie tasche, notai che era un pò a disagio, e se non era per la nonna che mi trattenne con tutta la sua forza, le sarei corso incontro per evitarle quella umiliazione, anche se da lei consapevolmente (sebbene parzialmente) accettata.
Ma quello stato di imbarazzo durò solo pochi attimi: infatti, subito prese a muoversi con scioltezza, e mentre faceva eccitare quei maiali infoiati vidi che con lo sguardo cercava me.
Quando finalmente ci trovammo, percepii come se in lei si fosse sciolto un incantesimo, come se volesse dimostrare a me tutte le sue doti da femmina fatta che aveva acquisito in quegli anni insieme… Insomma, una sorta di “esame di laurea”…
Distolsi per un attimo lo sguardo da lei per posarlo sugli altri spettatori: fissavano il corpo di mia sorella!
Beh, quel comportamento mi procurò una certa nausea: mentre prima con le spogliarelliste professioniste me ne fregavo, ora lì c’era la mia amata sorellina, tutta e solo mia…

Intanto, Giorgia principiò a togliersi gli indumenti, “giocando” con ognuno di essi… Con il reggiseno – che poi gettò al pubblico – e con il perizoma.

Non era stata un’esibizione poi tanto diversa da quella delle due ragazze che la precedettero, ma per me era una cosa grandiosa, come ogni cosa che coinvolgeva mia sorella…
Quando, infatti, si tolse il reggiseno vidi le sue grandi tette oscillare senza freni, uno spettacolo che era già accaduto solo per me, mille e mille altre volte, davanti alla mia faccia;
Poi, lei cominciò a stringere quelle meravigliose sfere perfette, e cercò di sfiorarle con la lingua per leccarle i capezzoloni già perfettamente turgidi.
E quando decise – con una tempistica perfetta – che era il momento di togliersi il perizoma, mettendo fine alla “sofferenza” provocata alla sua fantastica e folta pelliccetta nera, scese dal palco per depositarlo con la bocca sulla mia erezione che non mi ero accorto di avere...

Ancora imbambolato da quella sua imprevedibile mossa, mi prese di peso per mano e mi portò sul palco con lei. Mi fece stendere a terra, dopo avermi abbassato rapidamente pantaloni e boxer, per impedirmi ogni movimento, e si “sedette” comodamente sopra la mia faccia, offrendo – innanzitutto a me – lo spettacolo della sua incantevole patatina nuda, spalancata e vibrante.

Non mi interessava se ciò non era scritto nel “copione”, ma non resistetti: cacciai fuori la lingua e la inzuppai nella sua fessura che tutti poterono vedere luccicante dagli umori che stavano già gocciolando…

In breve, fui protagonista del suo orgasmo, un vero orgasmo, che forse non si era mai visto su quel palco di cose “finte”.
Riavutasi, si spostò sul mio cazzo già in perfetta alzabandiera, e in men che non si dica mi si impalò sopra…
Alternava i suoi due magnifici buchi, prima la fica e poi il culo… Poi di nuovo la fica e ancora il culo…

Infine, non ce la fece più: doveva per forza scaricarsi, e pure io, dato che avevo le palle dolenti e gonfie al massimo…
Ci capimmo al volo… Se lo rimise in fica, e dopo un paio si “su-e-giù” dei suoi, io le venni dentro con una gran sborrata, mentre lei “detonò” il suo succo che dal palco raggiunse la prima fila di spettatori.
Gli ero venuto dentro, senza pillola e senza protezione alcuna… Il proprietario del locale era davvero soddisfatto, e quando ci rialzammo e insieme rientrammo in camerino, lui era là a farci i complimenti e a chiederci quanto volevamo per esibirci da lui ogni sera.
Gli spiegammo che la mattina dopo saremmo ripartiti per l’Italia, e lui – rammaricato – ci disse:
- “Peccato… Gli italiani sono davvero i primi a letto…”.

Ci ripulimmo, lei si rivestì, ed andammo fuori dal locale ad aspettare la nonna.
Fu una serata indimenticabile, un altro tabù era stato abbattuto…

8. Rientro in Italia.

L'ultima serata olandese si era consumata nel miglior modo possibile, e le ore che ci separavano dal rientro a casa erano sempre di meno.
La nonna, che doveva riportarci sulla retta via, ci aveva invece fatto fare esperienza del sesso al 100%, e – nonostante qualche incomprensione – si era confermata la nostra confidente.
Sia io che Giorgia eravamo sempre più convinti della bontà della nostra scelta, che ormai consideravamo definitiva.

Restava, però, da convincere i nostri genitori... E non fu facile.
La mamma ci venne a prendere all'aeroporto, e vedendoci da lontano mano nella mano - così come avevamo fatto lungo tutto il viaggio, forse per darci coraggio nell'affrontare il verdetto finale, o forse per lanciarle un messaggio assai poco subliminale - capì che le cose non erano andate secondo le sue aspettative.

Ci salutò scura in volto, e poi rivolta a nonna:
- "Allora... Non tenermi sulle spine, manna... Come è andata?".
La nonna non voleva dare subito il colpo di grazia alla sua ultima speranza, e così disse che ne avremmo parlato a casa.
Ma mamma, gli sibilò un
- “Ti conosco troppo bene… Cosa gli hai fatto fare?”.

A casa, non fu una passeggiata… La mamma pressò di continuo, finché la genitrice della nostra genitrice cominciò dicendo:
-" Vedi cara, non sempre l’allontanamento dall'ambiente di casa può essere d'aiuto a ritrovarsi... Ho provato con tutte le mie forze, con ogni mezzo, creandogli tutte le distrazioni possibili, ma non c'è stato niente da fare... Sempre mano nella mano, e non solo… I ragazzi hanno un legame troppo profondo che ne io, ne te, e neanche il padre con tutte le sue minacce possiamo spezzare... Chissà quando tutto questo è cominciato...”.

La nonna era in imbarazzo, e cercava una scusa per tirarsi fuori dall’impaccio…
Allora, fu la mamma che – dopo qualche istante di riflessione silenziosa – ruppe gli indugi:
- “Va bene, oggi stesso parlerò con quei due scavezzacollo e poi si vedrà”.

Ci portò tutti e due nella sua camera da letto, lontano da nostro padre ma soprattutto lontano dalla nonna che sentiva le nascondeva qualcosa…
Esordì andando dritta all’obiettivo:
- “Allora, cosa avete combinato, cosa è successo? Mi sa che vostra nonna non vi ha fatto capire come si vive al mondo … Su, parlate…”.
Ma noi ci guardavamo negli occhi, ci tenevamo per mano e tacevamo…
Al che la mamma, non potendone più, prese Giorgia per un braccio, la strattonò per convincerla a raccontare, ed io vedendola così, che stava cominciando a piangere, la implorai di smettere, che le avrei detto tutto io.

Non impiegai molto a svuotare il sacco: dal fatto che la nonna ci invitò a stare nudi per casa, a Giorgia in vetrina, al sesso mio con nonna e poi la lesbicata con mia sorella, fino all’esibizione al night…

Mamma non si reggeva più, dire che era furiosa era poco… Si alzò come una indemoniata… Aprì con forza la porta che per reazione andò a sbattere richiudendosi e io da dentro la udii inveire contro sua madre…
Tempo qualche secondo, e la mia sorellina, spaventata, mi raggiunse. Mi disse:
- “E’ proprio un bel casino, Marco!”.
Ma subito dopo, rassicurata dal mio abbraccio, si mise a ridere.

Intanto la mamma era in camera della nonna, e noi potevamo udire tutti i loro discorsi:
- “Troia, maledettissima troia! Io mi sono fidata di te, ma sei peggio di loro!”.
- “Eddai, esagerata, qualche scopata ben fatta non ha mai fatto male a nessuno… Solo tu con quell’impotente di tuo marito…”.
- “Che vuoi dire? Ti prego di farti gli affari tuoi, qui stiamo parlando di te e di quello che hai combinato”.
- “E va bene… Tanto quei ragazzi erano già persi per il vostro scialbo e fottuto perbenismo… E poi, scusa se ti ricordo dei nostri trascorsi…”.

Dopo quelle parole della nonna, non si sentì più nulla…
Ci guardammo, interrogandoci con gli occhi su ciò che dovevamo aspettarci…
In realtà, la mamma rimase a bocca aperta, sapeva bene che ciò che oggi imputava a noi era accaduto – tanti anni prima – a loro due…
Siccome, però, questo noi non lo sapevamo, rimanemmo a interrogarci sulle ragioni di quell’assordante silenzio.

A un certo punto, mentre stavamo ancora valutando il da farsi, vedemmo aprirsi – piano piano – la porta ed entrare la nonna…
Ci spiegò per filo e per segno ogni cosa, che tutto ciò che nostra madre sapeva sul sesso era merito suo, che era stata lei a farla deflorare subito dopo la sua prima mestruazione, e che le aveva “rotto il culo” artificialmente…
Ci disse anche che – all’epoca – non ‘erano i cellulari, ma ci mostrò una vecchia scatola da scarpe colma di foto ingiallite che le riproducevano in tutte le pose…

Restammo stupiti: la mamma, una donna irreprensibile, che faceva le cose più impensabili…
Mentre scorrevamo quelle immagini a dir poco scabrose, la porta della stanza si aprì di nuovo, ed entrò la “protagonista”: ci vide curiosare nella sua intimità, e non si resse più:
- “Ma brava” – disse, rivolta alla nonna, “hai messo tutto in piazza… Vattene via, fuori dalla mia vita per sempre, tu e questi due diavoli!”.

Ci cacciò di casa, e mentre la nonna se ne tornò in Olanda, noi cercammo ospitalità da degli amici.
Di lì a poco, ci trovammo dei lavoretti con cui poterci permettere una piccola casa in affitto, dove ebbe inizio – senza doverci vergognare – la nostra fantastica relazione che dura ancora adesso!

FINE.
 

Top Bottom