Racconto di fantasia Io, mia sorella e mia madre – Il Sabba della Maturità (XII)

pollicino1

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1. Premessa.

Dopo l’avvenuta prima congiunzione carnale con mia madre, la nostra famiglia era divenuta in tutti i sensi una cosa sola, eravamo una sola anima in tre corpi…
Ci sentivamo a posto, rilassati, e ogni volta che gli ormoni andavano a mille eravamo lì, liberi di dare sfogo alle più incredibili dissolutezze…

Mamma, poi, come ricorderete, ci aveva confessato di esser stata al centro di fantasmagorici sabba, in cui – come un’ossessa – si era liberamente offerta a molti uomini contemporaneamente.
E sia io che Candida, più passava il tempo e più ci sentivamo interessati alla faccenda…

Così, un giorno, si presentò l’occasione giusta per “vederla all’opera”, e magari seguirla in quella completa donazione.
Infatti, una magia ci “trasportò” in avanti nei secoli, agli inizi degli anni ’60, e fummo invitati a trascorrere una giornata al mare da una amica di nostra madre (che noi però non conoscevamo affatto se non di nome)…



2. Presentazioni.

Quella mattina, ci mettemmo in viaggio, e appena giunti sul posto, ci accorgemmo immediatamente che quella non era una spiaggia “normale”, ma era una vera spiaggia per nudisti, il che ci andava benone, porcelli com’eravamo…
Aspettammo la nostra accompagnatrice all’ingresso, come una “tranquilla” famigliola qualunque…

Noi non conoscevamo questa “signora”, ma appena la vidi restai senza fiato: un po’ attempatella ma ancora piacente, sui 65 anni, 1,65 di altezza, tette belle voluminose (una quinta, almeno) che spingevano disperatamente nello striminzito reggiseno, il quale tentava inutilmente di accoglierle; in cima a quelle splendide alture, due polposi capezzoloni erano come ciliegine sulla torta; metteva in evidenza, poi, dei fianchi larghi da non credere, sostenuti – come imponenti pilastri – da due cosce spettacolose; anche di “lato b” stava messa benissimo: un culone monumentale, che a stento mi trattenei dal palpeggiare, tanto era desiderabile… E più giù, infine, caviglie sottili e ben tornite, erano anch’esse come lascive calamite per lo sguardo… Ero incuriosito dai piedi, che erano da sempre un’altra mia passione, ma non potei apprezzarli poiché erano tristemente racchiusi in un paio di calzari che li celavano alla mia vista.
Di sobbalzo, mi destai da quel sogno, e vidi che anche il mio pube si era gonfiato, dando prova di aver gradito lo spettacolo…
Insomma, nel complesso una gran femmina, che mi accorsi non lasciò indifferente nemmeno Candida, che mi lanciò uno sguardo di fuoco... e strinse istantaneamente le sue cosce, per evitare di esibire a tutti una chiazza oleosa che si andava sempre più ingrandendo: erano i suoi umori che le colavano dall’eccitazione che quella visuale aveva provocato anche in lei…

Serenella (così si chiamava la donna, come venimmo a sapere durante le presentazioni), ci condusse agli spogliatoi, dove ci svestimmo…
Senza alcuna vergogna, ci lasciò ammirare ciò che prima avevamo solamente potuto intuire: quelle enormi mammelle, una volta liberate dal tessuto oppressore, stavano su che era una bellezza; erano caratterizzate, inoltre, da piccole areole scure, che facevano da contrasto con il bianco latte della sua carnagione, e facevano risaltare maggiormente quei meravigliosi cilindretti di carne che erano i capezzoli…
E la fica? Ornata di una delicata peluria appena accennata che lasciava percepire una pelle liscia da far invidia a una ragazzina, era gonfia come quella di mia sorella, di un desiderio che ben immaginavo…

Poi toccò a noi… Riguardo a nostra madre tutto filò liscio (capimmo che non era la prima volta che Serenella vedeva il corpo di Gertrude senza veli), ma quando tottò a me e Candida, la donna che ci aveva condotti lì emise un sonoro:
- “Waooo… Gertrude, ma hai due figli meravigliosi!”.
Candida un po’ si vergognava (cosa che non le era mai accaduto), forse a causa di quel luccichio oleoso che le percorreva la fessurina… Fece per stringere di nuovo le cosce, ma Serenella le si avvicinò e, mettendole tutto il palmo di una mano lì in mezzo, le disse:
- “Eh no, ragazzina… Vuoi privarci del tuo spettacolo?”.
E ritraendo la mano, la guardò, vide che era grondante ed esclamò:
- “Tu, mi sa che a letto devi essere una gran porcellina… Ma questo lo appureremo più tardi, vero Gertrude?”.
Esplose in un’altra gran risata, e nostra madre – benché imbarazzata – la seguì ricambiando con un sogghigno più contenuto…



3. In spiaggia

Scendemmo sull’arenile, e una delle più belle giornate della nostra vita… Eravamo tutti euforici… Ogni tanto la “signora” faceva cadere lo sguardo sulla mia incredibile erezione e sulla meravigliosa pelliccetta di mia sorella…

A un certo punto, non riuscì più ad apparire per ciò che non era, e mi afferrò l’arnese tra le sue due mani…
Avevo il glande coperto – dato il mio prepuzio esuberante che lo ricopriva senza problemi – che immediatamente si ingrossò e si irrigidì completamente… Sentii i testicoli gonfiarsi e la cappella pulsare…
Infatti, una volta che aveva avvolto il prepuzio con tutte le dita, iniziò lentamente, con una leggera pressione, a scendere giù, sempre più giù…
Si arrestò solamente quando la pelle fù scesa sotto la corona del glande, e con le punta delle sue dita andò a carezzare la punta all’altezza del forellino dell’uretra… Poi ridiscese di nuovo, facendomi provare una sensazione che non avevo mai provato, né con mia sorella né con mia madre…
Si accorse che pulsava “pericolosamente”, e lo lasciò per qualche istante… Riprese a trascinare il prepuzio verso il basso, fino al punto in cui – di conseguenza – il frenulo era alla massima tensione… Aveva le unghie lunghe, e con un dito lo passò su quel terribile e meraviglioso lembo del piacere maschile…
Poi mi tastò le palle, le strinse con delicatezza.. Non ci volle molto perché tutto il loro contenuto si riversò sul palmo delle sue mani, ricoprendole quasi per intero…
Mi guardò con un fare di sfida… Si leccò le mani, dando segno di gradire, e subito dopo mi prese il pene ormai esausto nella sua grande bocca… Iniziò un “servizio” assurdo, portandomi a venire una seconda volta…

Soddisfatta, si rialzò, e con un dito ancora coperto del mio sperma se lo infilò in fica… Disse a mia madre:
- “Sei proprio fortunata, Gertrude, Anselmo non ti farà certo rimpiangere Diego…”.

Io e Candida, nonostante il piacere che ci aveva dato, finimmo per dimostrarle una reciproca gelosia: noi due ci appartenevamo, e nessuno si doveva intromettere nel nostro idillio erotico!

Anche mamma era vittima e oggetto dei complimenti dell’amica, che ripresasi dalla “fatica” sperimentata con me, rivolse a lei le sue attenzioni sessuali, e le disse:
- “Sai, Gertrude, con il fisico che ti ritrovi, potresti saziare la fame di così tanti maschi… E pure tua figlia, non è da meno!”.

Io feci finta di nulla, ma dentro di me mi imbestialii: stava toccando ciò che io reputavo le mie “proprietà sessuali”, e anche mia sorella era furiosa per il “servizietto” che mi aveva riservato pochi momenti prima…

Quanto a nostra madre, rispose, ostentando una gran serenità:
- “Serenella, io non ho bisogno di andare in caccia… ho tutto in casa, e tu hai potuto constatarne la prelibata qualità”.
E scoppiò in una risata che solo noi capimmo…
Comunque, replicò all’amica, e lasciò cadere un vago:
- “…solo per il mio Padrone, potrei…”.

Siccome mamma aveva pronunciato quella frase, capimmo che Serenella non doveva essere estranea a certe “pratiche”, e infatti, la maiala ribattè:
- “Getrude, lascia fare a me, vedrai che non te ne pentirai… Ci sono cose alle quali devi unire anche i tuoi ragazzi, come ben sai… Lui, lo esige!!”.

Si allontanò da noi di pochi passi e si mise a telefonare…
Tornò ben presto verso di noi e ci annunciò, trionfante:
- “Ragazzo, e ragazza… stanotte avrete ciò che vostra madre ha già avuto ma ancora non vi ha dato… Il rituale della Chiave…”.

Noi due, sconcertati, ancora non capivamo, mentre nostra madre – dopo un attimo di silenzio – rispose a Serenella:
- “Per il nostro Padrone, sia!”.

Poi, Serenella ci condusse a un bungalow che aveva nelle vicinanze e che ci mise a disposizione, e ci diede appuntamento per la mezzanotte.
Sarebbe venuta a prenderci lei…


4. La spiegazione.

Una volta rimasti soli nella capanna, nostra madre sembrava amareggiata… se ne stava a testa bassa, e fu la prima volta che la vedemmo così vergognosa, imbarazzata nei nostri confronti…
E ci confessò:
- “Figlioli, il rituale della Chiave è nient’altro che una gangbang, dove 25 ragazzi penetreranno senza protezioni Candida fino a venirle dentro, tutti; il loro seme, sarà simbolicamente quello di Lucifero, che diventerà anche il suo Padrone… Poi, ci saranno 25 donne adulte, che incarnano altrettante streghe, che si caleranno sopra di te; le penetrerai senza però venire dentro…”.

Mi voltai verso Candida, e notai che aveva gli occhi pieni di lacrime, mentre io non sapevo che dire…
Trovai solo la forza di esclamare:
- “Allora Serenella è una strega!”.
E mamma, sempre in silenzio, fece cenno di si.
Poi, come per tranquillizzarmi, rivolta verso di me, disse:
- “Il tuo seme, Anselmo, sarà comunque l’ultimo a scorrere dentro tua sorella… Me lo ha promesso la mia amica”.

Per nulla rassicurati da questo chiarimento di mamma, iniziammo a prepararci mentalmente al rito.
Ero così incavolato… pensare che il grembo in cui scorreva il mio stesso sangue sarebbe stato invaso da una moltitudine di uomini mi rendeva così incapace di reagire: io ero il suo Signore, e lei la mia Padrona assoluta…


5. Preparazione.

Ormai c’eravamo, mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando Serenella comparve sulla porta.

Indossava solamente un mantello rosso porpora e un paio di scarpe dello stesso colore, e porse a Gertrude un abbigliamento identico al suo, che avrebbe indossato per il sabba.

Inizialmente, pensai che anche noi dovevamo prepararci, e cercai un abito per me e per Candida, ma Serenella – intuite le mie intensioni – disse:
- “Voi due, invece, siete pronti così, i vostri corpi dovranno essere offerti non solo ad altri corpi, ma anche agli occhi di tutti i presenti…”.

Quando mamma fù pronta, la donna fece segno di seguirla…
Uscimmo, e tutto intorno era oscurità, sentivamo solo il supporto instabile della sabbia sotto i nostri piedi, e una leggera brezza che soffiava dal mare…
Nulla vedevamo, finchè in lontananza iniziò a brillare la luce di ciò che a noi parvero fiaccole. Più avanzavamo, e più tutto si faceva più chiaro, distinto.
La piccola processione era composta da Serenella e nostra madre che ci precedevano, mentre in senso contrario una folla di donne e uomini nudi ci venivano incontro.
Giunti a distanza di un braccio, le donne presero in consegna me, mentre gli uomini si occuparono di Candida.
Mamma e Serenella, invece, seguirono il corteo…

Fummo entrambi bendati, e procedemmo nell’oscurità per un po’, finchè ci fù ordinato di fermarci.
Ci tolsero la fascia che ci precludeva la vista, e per la prima volta potemmo scorgere qualcosa di diverso dal buio assoluto: un cerchio formato da moltissimi esseri umani nudi, e al centro un falò che bruciava…


6. Il rituale della Chiave: l’iniziazione di Candida.

Improvviso, ci colse un senso di vergogna, dato sì che sino a quel momento ci eravamo presentati così svestiti solo tra di noi…
Intanto mamma e Serenella avevano preso posto su specie di troni, e due uomini di lato a ciascuna, con le verghe in tiro, sostenevano i lembi dei mantelli delle due donne.
Fù solo allora che mi accorsi che quegli esseri umani che ci scrutavano con così tanta ingordigia avevano una caratteristica comune: erano tutti uomini e donne maturi, tutti “over 65”…

Serenella si alzò in piedi, lasciò cadere a terra il suo mantello in modo che anche il suo fisico apparisse in totale nudità, e disse:
- “Figli tutti dell’unico Padrone, siamo qui riuniti per dare accoglienza a questi giovani, un uomo e una donna, nella nostra Fratellanza. Darete loro il seme del nostro Padre, o riceverete dentro di voi il mortale succo umano che sublimerete a seme divino. I vostri membri, o Fratelli, saranno la chiave per raggiungere tale stato; i vostri grembi, o Sorelle, saranno luogo di perfezione”.

Poi, si rivolse a Candida:
- “Figliola, prostrati e dichiara la tua volontà”.
Così, mia sorella fu costretta a recitare – leggendola – una formula a noi sconosciuta:
- “A te, Padrone Supremo, consacro la mia anima e il mio corpo. Domando la tua benevolenza: concedimi, per merito tuo, attraverso l’unione carnale con questi maschi maturi, di poter presto godere dell’inebriante tuo servigio”.

Serenella la fece avvicinare a se, e fu nostra madre a proseguire. Chiamò a se un maschio scelto a caso, gli incise il ventre quel tanto che potesse bastare a far sgorgare poche gocce di sangue, e vi intinse il pollice. Poi, toccò i capezzoli di Candida e disse:
- “I tuoi capezzoli, possano essere concessi alla lussuria”.
Toccò, poi, l’ombelico della ragazza, e disse:
- “O Padrone, per tuo mezzo fa che in questo ventre non manchi mai il succo della virilità”.
Infine, frugò con decisione fino a trovare il clitoride, e dichiarò.
- “Accogli con indulgenza questo grembo, nel quale la scintilla del tuo seme potente compirà il prodigio”.

Poi, Serenella fece segno a Candida di riprendere il suo posto, e fui chiamato io… Al posto di mia madre fu fatto accomodare a presiedere un uomo di circa 75 anni. Mia madre assisteva, e procedette a rimuovere il prepuzio del maschio, al quale praticò sesso orale quel tanto che servì a fargli eiaculare un poco di sperma. L’uomo lo raccolse su un dito e mi chiamò a se.
Poi disse, bagnandomi i capezzoli:
- “Che tu possa accogliere sul tuo petto il volto radioso delle nostre sorelle”.
Scese più giù, sull’ombelico:
- “Che mille lingue di streghe possano dar sollazzo ai tuoi desideri”.
A questo punto, vidi un uomo avvicinarsi alla mia sinistra, darsi da fare sul mio membro e scoprirmi la cappella.
Infine, colui che presiedeva, toccandomi il glande disse:
- “Fa, o Magnifico, che dalle profondità di questo ventre emerga il seme e dia vita alla vita”.

Indietreggiai, in linea con mia sorella, mentre un suono sincopato di tamburi cresceva sempre più…

Davanti a noi, fu introdotto un grande tavolo di legno. Un maschio vi si sdraiò sopra, e sulla sua bocca fu posata Candida all’altezza della fica, cosicchè il maschio potesse raggiungerla con la lingua…
Tutti vedevamo la femmina dimenarsi di piacere, poiché quella lingua le stava scendendo sempre più a fondo…
Quando Serenella – che aveva ripreso il comando delle operazioni – vide che la ragazza era abbondantemente bagnata, diede ordine al maschio di togliersi di mezzo.

Due maschi presero Candida e la fecero distendere completamente; poi, la legarono con delle corde, braccia e gambe divaricate dinanzi ai 25 che stavano per possederla…

Ebbi una gran paura per mia sorella, e così cercai di intervenire, ma fui prontamente bloccato…
Mia madre, si accorse in ritardo di quello che stava accadendo, e cercò anche lei di fermarli… ma inutilmente: si trovò bloccata anch’essa, a gambe larghe, con un grosso e largo cazzo piantato dentro la sua fica che la stantuffava…

Si vedeva la fica di Candida che era lubrificatissima… Non aspettava che il gioco avesse inizio, i capezzoli svettanti verso il cielo e durissimi…

Così, il primo maschio le si avvicino, carezzò velocemente quel corpo abbondante, e posizionatosi in mezzo alle sue cosce la prese per i fianchi ed entrò con sicurezza.
Era la prima volta che la guardavo scopare, e mia sorella decise di offrirmi uno spettacolo che non avrei mai più dimenticato: con il cazzo dentro, chiese che le slegassero le caviglie, allargò le cosce più che potè, e fece salire le caviglie verso le anche…
In quella posizione, le labbra si divaricarono, e il pene che aveva dentro sprofondò ancora più a fondo…
Fù un attimo, le scaricò dentro tanto sperma che ci mise poco e nulla a tracimare…
Il maschio trombante si fece da parte, e lasciò la fessura libera per la successiva verga…

Si andò avanti così per ore… Candida sembrò non stancarsi mai, anche se ormai era coperta di sborra dalla testa ai piedi e aveva la vulva slabbrata dallo sforzo…

Giunse l’ultimo uomo… Era il più anziano, ma aveva un fisico possente e ben tenuto… Si inumidì la cappella… Un cazzo mai visto, mostruosamente largo…
Serenella lo bloccò:
- “Il Padrone, compirà in te l’ultimo atto di possesso… Obbedisci!”.
L’uomo, fece mettere mia sorella sul tavolo a quattro zampe, le allargò bene le natiche e appoggio il glande allo sfintere di lei…
Ebbi un fremito lungo la schiena… non la avevo mai inculata, e lei non mi aveva mai vluto dare il buchino stretto… La sentii piangere… avrebbe voluto ribellarsi, ma non poteva… Mamma, sempre piena di cazzi, nemmeno se ne accorse…
Mi sentii una stretta al cuore quando quel pene iniziò il suo tragitto doloroso verso l’intestino più profondo… Prima piano, poi si fermava qualche istante, per riprendere ancora…
Alla fine spingeva energeticamente, e il volto di Candida appariva soddisfatto, felice, solare…
Quando finalmente si separò da lei, una cascata di sborra usciva tumultuosa dal suo culo.

Mia sorella era veramente spossata, ma al successivo step ordinato dalla Maestra di Chiave (Serenella), non seppe resistere:
- “Ora tocca a te, Anselmo… Vai, il Padrone vuole che purifichi la sua Ancella”.

Mi guardò con un sorriso infinito, mi allargò le braccia e le cosce, e mi disse:
- “Vieni, fratello, entra dentro e donami il fuoco eterno…”.

A questo punto non esitai… Mi chinai sulla sua fica e, nonostante fosse impregnata della virilità di tutti quegli uomini, me la baciai a lungo… Sentivo che finalmente e segretamente ero tornato ad essere il suo unico signore…

La scopai con tanta veemenza, che alla fine non smettevo mai di sborrare…
Se ne accorse, e mi sussurrò in un orecchio:
- “Mi hai lavato l’utero dalle porcherie di tutti questi…”.

Pensai di aver fatto il mio dovere, e mi stavo già preparando alla mia iniziazione, quando Candida mi chiamò e mi disse:
- “Non hai mica finito! C’è altro da purificare…”.
Rimasi di sasso, non pensavo che in quella circostanza mi avrebbe permesso di entrare dove non mi era stato mai concesso…
E invece si voltò, si mise alla pecorina, e mentre lei si teneva con le mani le chiappe allargate (non ci voleva molto, dato il traffico che c’era stato prima) io la presi analmente!!!
Che delizia, possedere anche in questo modo mia sorella… Inutile dire che le regalai un’altra venuta interminabile, tra gli incitamenti di tutti i presenti… Compresa nostra madre!


7. E venne il mio turno.

Una volta che mia sorella era stata offerta al Padrone, adesso toccava a me entrare a pieno titolo nella “Famiglia”…
E ciò non poteva che avvenire attraverso un’altra “unione di sangue”.

Mentre ancora sgorgava sperma caldo dal ventre di Candida, fui di sorpresa sollevato di peso da 6 femmine e posto a terra, di schiena… Intanto, le 25 sorelle si avvicinarono a me…
Vidi che erano tutte molto avanti con l’età, proprio per non correre il rischio di essere ingravidate (ero io a dover essere iniziato, e non loro), avranno sicuramente avuto almeno 65 anni, non molto in carne da poter tenere testa a mia madre e mia sorella, ma l’idea di penetrare corpi così navigati mi faceva arrapare di brutto… E infatti, le signore non dovettero darsi molto da fare per far irrigidire il mio pene…

Così, arrivò la prima: un corpo abbastanza magro, ma con una sesta di tette che una volta dovevano essere state gonfie a dovere, fianchi abbondanti e una fica con una bella peluria argentata… Mi fece un bel bocchino, e poi si mise ai miei piedi…
Giunse la seconda: capelli corti alla maschietta, mammelle decisamente meno pronunciate (una terza scarsa, direi), con dei capezzoli carnosi che ci tenne a farmi degustare; aveva un leggero prolasso dei muscoli ventrali, e una graziosa micetta adornata da una peluria rada… Le piacque far scorrere la lingua sui miei testicoli, che si irrigidirono facendo svettare l’asta verso l’alto… Soddisfatta, andò a prender posto accanto alla compagna…
Fù la volta della terza matura: questa, era sicuramente più rispondente al mio target di femmina; fianchi molto ampi, ombelico chiuso, terza scarsa di tette, con due capezzoloni che strofinò, alternandosi sulla mia cappella… Stavo quasi per venire, e dovetti fare un grandissimo sforzo per trattenermi…

Le emozioni che seppero farmi provare queste donne così attempate furono incredibili…
Man mano che si alternavano, capii che la femmina non ha età, che giovane o anziana sa essere comunque capace di trasmettere al maschio stoccate di libidine straordinarie…

Giunse così il momento clou, e in fila, una dopo l’altra si calarono lentamente, impalandosi sulla mia verga durissima…
L’ultima, però, mi regalò qualcosa di stupefacente… Si calò alla stessa maniera, ma capii subito che c’era qualcosa che creava un intoppo affinchè il mio pene terminasse la sua corsa contro l’utero… Era vergine!
Non feci in tempo a meravigliarmi che una donna di quell’età non fosse stata ancora posseduta, che sentii quelle carni lacerarsi, e per reazione il mio seme era schizzato come un dardo impazzito a colpire le pareti di quella vagina…
Lei si sollevò in piedi, e vidi lo sperma iniziò a colarle sulle gambe…

Ancora sbigottito, sapendo che non avrei dovuto venire dentro, fui sollevato nuovamente da quelle braccia che prima mi avevano deposto a terra, e mi ritrovai a fianco della donna che avevo sverginato…

Ancora applausi, mentre mia madre disse:
- “Fernanda (così seppi poi si chiamava quella donna), ha ricevuto il Padrone, che l’ha finalmente fatta capace di godere appieno…”.

Un urlo collettivo si sollevò da quella moltitudine di esseri, che finirono per sciogliere le righe e abbandonarsi alla più oscena delle orgie…
Il sabba era compiuto!!!

Così, Serenella ci aveva fatti uguali a nostra madre, degni di partecipare in futuro ad altri rituali, ma questa volta da iniziati…


FINE.
 

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