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<blockquote data-quote="ks421" data-source="post: 16273286"><p>Quando siamo arrivati davanti al mio studio la gonna era in condizioni a dir poco imbarazzanti, infatti avevo finito per strusciarci sopra più volte la mano bagnatissima dei sui umori. Quando scese e cercò di riassettarsi si rese conto del disastro ma aprì bocca.</p><p>Una volta dentro mise la borsa sul tavolo e rimase in silenzio. La spinsi senza tanti complimenti sul divano e iniziai a baciarla. Ancora una volta aprì le gambe e ne mise una sopra alla mia per offrirsi al massimo. Ero perplesso, iniziavo a mettere insieme i pezzi e per quanto fossi annebbiato dall'eccitazione il dubbio che Laura fosse ben più di una quarantenne che voleva divertirsi aumentava. Alcuni atteggiamenti mi facevano pensare a ben altro. E se fosse stata una schiava?</p><p>Questa volta la spogliai io mentre continuavamo a baciarci freneticamente. Decisi che era il momento di pensare al quel culo strepitoso senza indugi, se era come pensavo io si trattava di capire quali fossero i suoi limiti.</p><p>La feci girare e mettere in ginocchio come quando poco prima l' avevo sculacciata a lungo e forte. Era ben marcata e il rossore si era scurito dove aveva preso più colpi, in alcuni punti era nero violaceo.</p><p>Era un'altra, la donna in carriera determinata e volitiva era sparita ancora una volta; decisi di godermi subito la sua fica che era ben oltre l' essere bagnata, dopo pochi colpi puntai decisamente al culetto. Volevo metterlo tutto dentro il più rapidamente possibile. Un paio di volte disse che le facevo male, ovviamente otteneva il risultato opposto. Gridò forte quando arrivai in fondo; restai fermo un attimo per godermi la scena. Poi iniziai a pompare cambiando spesso ritmo, qualche volta lo facevo uscire completamente per godermi lo spettacolo del suo buchetto. Laura a corrente alternata riusciva a non gridare, spesso invece non riusciva a trattenersi e contemporaneamente con degli spasmi stringeva forte quasi fino a farmi male al cazzo. Qualche volta si alzava un po' e riuscivamo se non proprio a baciarci almeno a slinguare. Ebbe almeno un paio di orgasmi, bastava toccarla un po' e andava in paradiso per direttissima. Dopo una delle sue contrazioni più forte e prolungata delle altre esplosi con una sborrata pazzesca. Anche questa volta i getti sembravano infiniti, devo averle riempito l'intestino come non mai.</p><p>Rimasi dentro di lei il più possibile. Quando mi staccai, dopo un attimo iniziò a uscire tanta roba, lei si mise in ginocchio e si formò una piccola pozza sul divano mentre in parte iniziava a scendere anche lungo una gamba. Era sudata e sconvolta, ci baciammo a lungo.</p><p>Mi venne naturale dirle che era una bomba e che avrei usato il suo corpo a mio piacimento. Rispose con un bacio, poi un'occhiata all'orologio. Si ricompose alla meglio mentre un po' ridendo e un po' no rifletteva a voce alta su come l' avevo ridotta e su come era ridotta la gonna del suo tailleur Prada.</p><p>Decisamente c' era bisogno di una doccia ma il mio studio era ricavato da quello che una volta era stato il laboratorio di un artigiano. Uno stanzone di quasi 150 metri quadrati con grandi vetrate e un bel lucernario; con una serie di mobili antichi e dei paravento decorati stile liberty avevo creato una zona più appartata. Il tutto poi era un bazar di tavoli, sedie, poltrone, statue, quadri, tappeti e tessuti appesi alle pareti.</p><p>Gli amici passavano spesso a trovarmi con qualche birra o una bottiglia di quello buono. Ora avrebbero trovato una bella novità: il perizoma di Laura appeso in bella vista a una vecchia lampada da tavolo. Decisamente un bel trofeo, lei stessa dovette ammetterlo mentre si dava una sistemata davanti allo specchio.</p><p>Quando dissi che avrei informato Paolo, il marito della sua amica, a chi apparteneva il trofeo mi sembrò indispettita ma non fece commenti.</p><p>Un'ultima occhiata allo specchio e si avviò verso la porta. La raggiunsi ancora nudo, l'ultimo bacio fu mentre mi sussurrava: "mi hai rotto il culo".</p><p>Poi girò i tacchi e attraversando il cortile si avviò verso l' auto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ks421, post: 16273286"] Quando siamo arrivati davanti al mio studio la gonna era in condizioni a dir poco imbarazzanti, infatti avevo finito per strusciarci sopra più volte la mano bagnatissima dei sui umori. Quando scese e cercò di riassettarsi si rese conto del disastro ma aprì bocca. Una volta dentro mise la borsa sul tavolo e rimase in silenzio. La spinsi senza tanti complimenti sul divano e iniziai a baciarla. Ancora una volta aprì le gambe e ne mise una sopra alla mia per offrirsi al massimo. Ero perplesso, iniziavo a mettere insieme i pezzi e per quanto fossi annebbiato dall'eccitazione il dubbio che Laura fosse ben più di una quarantenne che voleva divertirsi aumentava. Alcuni atteggiamenti mi facevano pensare a ben altro. E se fosse stata una schiava? Questa volta la spogliai io mentre continuavamo a baciarci freneticamente. Decisi che era il momento di pensare al quel culo strepitoso senza indugi, se era come pensavo io si trattava di capire quali fossero i suoi limiti. La feci girare e mettere in ginocchio come quando poco prima l' avevo sculacciata a lungo e forte. Era ben marcata e il rossore si era scurito dove aveva preso più colpi, in alcuni punti era nero violaceo. Era un'altra, la donna in carriera determinata e volitiva era sparita ancora una volta; decisi di godermi subito la sua fica che era ben oltre l' essere bagnata, dopo pochi colpi puntai decisamente al culetto. Volevo metterlo tutto dentro il più rapidamente possibile. Un paio di volte disse che le facevo male, ovviamente otteneva il risultato opposto. Gridò forte quando arrivai in fondo; restai fermo un attimo per godermi la scena. Poi iniziai a pompare cambiando spesso ritmo, qualche volta lo facevo uscire completamente per godermi lo spettacolo del suo buchetto. Laura a corrente alternata riusciva a non gridare, spesso invece non riusciva a trattenersi e contemporaneamente con degli spasmi stringeva forte quasi fino a farmi male al cazzo. Qualche volta si alzava un po' e riuscivamo se non proprio a baciarci almeno a slinguare. Ebbe almeno un paio di orgasmi, bastava toccarla un po' e andava in paradiso per direttissima. Dopo una delle sue contrazioni più forte e prolungata delle altre esplosi con una sborrata pazzesca. Anche questa volta i getti sembravano infiniti, devo averle riempito l'intestino come non mai. Rimasi dentro di lei il più possibile. Quando mi staccai, dopo un attimo iniziò a uscire tanta roba, lei si mise in ginocchio e si formò una piccola pozza sul divano mentre in parte iniziava a scendere anche lungo una gamba. Era sudata e sconvolta, ci baciammo a lungo. Mi venne naturale dirle che era una bomba e che avrei usato il suo corpo a mio piacimento. Rispose con un bacio, poi un'occhiata all'orologio. Si ricompose alla meglio mentre un po' ridendo e un po' no rifletteva a voce alta su come l' avevo ridotta e su come era ridotta la gonna del suo tailleur Prada. Decisamente c' era bisogno di una doccia ma il mio studio era ricavato da quello che una volta era stato il laboratorio di un artigiano. Uno stanzone di quasi 150 metri quadrati con grandi vetrate e un bel lucernario; con una serie di mobili antichi e dei paravento decorati stile liberty avevo creato una zona più appartata. Il tutto poi era un bazar di tavoli, sedie, poltrone, statue, quadri, tappeti e tessuti appesi alle pareti. Gli amici passavano spesso a trovarmi con qualche birra o una bottiglia di quello buono. Ora avrebbero trovato una bella novità: il perizoma di Laura appeso in bella vista a una vecchia lampada da tavolo. Decisamente un bel trofeo, lei stessa dovette ammetterlo mentre si dava una sistemata davanti allo specchio. Quando dissi che avrei informato Paolo, il marito della sua amica, a chi apparteneva il trofeo mi sembrò indispettita ma non fece commenti. Un'ultima occhiata allo specchio e si avviò verso la porta. La raggiunsi ancora nudo, l'ultimo bacio fu mentre mi sussurrava: "mi hai rotto il culo". Poi girò i tacchi e attraversando il cortile si avviò verso l' auto. [/QUOTE]
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