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Capitolo 1: Bar Mario
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<blockquote data-quote="ks421" data-source="post: 16292283"><p>"Al momento avrei bisogno di quello bianco" disse Laura, ma Paolo lo portò al naso con soddisfazione.</p><p>Lei ridendo si alzò e disse che se ne andava a fare una doccia, poi sarebbe rientrata in ufficio.</p><p>Per me un bacio e la promessa di aggiornarmi nei prossimi giorni.</p><p>"E lavora!" aggiunse quando era già in cortile.</p><p>Paolo mi fece i complimenti e se ne andò tardissimo.</p><p>Rimasi solo a pensare a quella donna formidabile e a tante altre cose. La mia vita era cambiata parecchio con il suo arrivo.</p><p>La rividi il giorno della "gara più velenosa dell'anno". Ufficialmente ero invitato solo per il pranzo ma volevo vederla all' opera.</p><p>Quel mattino fui tra i primi ad arrivare all'agriturismo che funzionava da base. Come logica vuole le "primedonne" arrivavano per ultime e Laura infatti arrivò tra gli ultimissimi. Era un gruppo sorprendentemente numeroso e con mogli, mariti e fidanzati/e costituiva una bella folla. Feci appena in tempo a salutarla che fui ingaggiato da quelli che si occupavano del ristoro a metà gara.</p><p>Con una t shirt bianca, dei jeans consunti, ciabatte e Persol aveva già sbaragliato la concorrenza femminile senza appello.</p><p>Mi indicò i vari gruppetti e fazioni distribuendo soprannomi spesso grotteschi. Poi passò a un paio di tipi sui 50, 55 anni dicendo che il vincitore sarebbe stato uno di loro. Soprattutto di uno mi disse che se gli avessero fatto le analisi del sangue all' analista sarebbe venuto un collasso. Ma era un medico stimatissimo, quindi nessun problema.</p><p>Poi aggiunse un po' compiaciuta e un po' amareggiata, mentre si incamminava verso gli spogliatoi con un vecchio zainetto Invicta messo su una spalla, "che comunque qui l' unica che ha vinto qualche corsa vera sono io".</p><p>I primi che passarono avevano un ritmo infernale, si erano già fatti qualche chilometro di leggera salita e poi una salita di tutto rispetto. Li vedevamo scendere in lontananza sollevando un po' di polvere e poco dopo ci sfrecciarono davanti. Di fronte avevano ancora da salire, poi una bella discesa e un paio di km in pianura fino all' agriturismo.</p><p>Ovviamente i primi non prendevano niente al ristoro.</p><p>Sapevo che, tra quelli del gruppo e qualche invitato extra, alla partenza erano una settantina. Tenevo il conto di quelli che erano passati e di Laura nessuna traccia. Più o meno dal decimo in poi iniziarono a bere al volo e qualcuno rispondeva alle battute.</p><p>Intorno alla ventesima posizione passarono il medico e il suo compare; pensavo meglio, che avessero sbagliato le dosi? Come scoprii più tardi non le avevano sbagliate affatto. Si stavano divertendo aspettando il momento giusto per premere sul gas e ristabilire la giusta gerarchia.</p><p>Laura passò in 27° posizione, era la prima delle donne. Le urlai "27" e rispose con un cenno della mano. Avevo la sensazione che andasse più forte degli altri e rimasi molto sorpreso che molti facevano il tifo per lei. Top e gli shorts neri decisamente minimalisti erano molto apprezzati.</p><p>Gli ultimi passarono al piccolo trotto con un ritardo esagerato, compresi Paolo e la moglie Lucia. Il medico e il suo compare fecero primo e secondo con una progressione micidiale che durò fino al traguardo. Laura forzando in salita li raggiunse e proseguì con loro ma nella pianura finale era in riserva sparata e la staccarono con facilità. E non furono i soli a staccarla.</p><p>Del pranzo non ricordo molto se non che scorrevano fiumi di vino, che durò un tempo esagerato e che vennero a salutarla un gran numero di persone.</p><p>Ricordo invece molto bene che nel pomeriggio mi ritrovai in una jacuzzi vista colline con Laura. Eravamo nudi e cercando di non dare troppo nell'occhio facemmo una scopata con lei che stava sopra. Complice il vino ci divertimmo parecchio.</p><p>Mentre lei diceva che per quello che si era allenata aveva fatto anche troppo, l' ennesimo brivido di freddo mi costrinse a uscire. Lei mise la testa sott' acqua e poi mi comunicò che sarebbe rimasta ancora un po'. Si capiva bene che perdere non era in testa alle sue aspirazioni.</p><p>Indossai tutto quello che avevo e andai verso l'auto a cercare le sigarette, incrociai i vincitori di giornata che mi salutarono cordialmente. Ricambiai pensando che durante il pranzo dovevo aver bevuto ancora di più di quello che pensavo.</p><p>Praticamente non era rimasto quasi nessuno, dall'auto vidi che i 2 avevano raggiunto Laura e che si erano messi a parlare. A quel punto avevano anche visto che era nuda pensai tra me.</p><p>Quando tornai alla jacuzzi non c'era nessuno, anche i vestiti di Laura erano spariti.</p><p>La rividi praticamente all' ora di cena nell' atrio principale, aveva una luce strana negli occhi. Mi disse che erano 2 maiali e che le avevano fatto veramente male. "Dopo ti racconto tutto" aggiunse. Le proposi una spaghettata da me; vivevo accampato in 2 stanze in pieno centro, mi augurai che non scappasse appena avessi aperto la porta.</p><p>Non scappò e presto finimmo a letto.</p><p>Il suo corpo era pieno di segni; i 2 dopo averle fatto un massaggio l' avevano frustata a turno sul culo e sulla schiena. Poi avevano provato a farle il fisting ma senza riuscirci, infine l' avevano inculata a turno. Erano resistentissimi, non venivano mai e mentre uno si sfogata l' altro faceva foto e video. Non mancarono di toccarla e farle avere diversi orgasmi facendole notare quanto era troia e che anzi avrebbe proprio dovuto fare la troia.</p><p>Quando anche il secondo le riempì il culo si sentiva allargatissima, poi fecero molte foto commentando le condizioni del suo buchetto.</p><p>Effettivamente si vedeva che l' avevano strapazzata forte. Le chiesi se era la prima volta che si divertivano con lei. Scuotendo la testa disse di no. "È una lunga storia" proseguì un po' pensierosa e un po' divertita. Le dissi che nessuno era meglio di me per le lunghe storie.</p><p>"Dopo l'università non navigavo nell' oro" iniziò quasi sottovoce, "fui costretta ad accettare l' unica opportunità che avevo. Per qualche anno lavorai per una sorta di casa d' aste collegata a più gruppi bancari che mi pagava una miseria per un lavoro molto importante".</p><p>Si trattava di valutare e casomai acquisire lasciti, eredità e vendite in senso lato di opere d'arte, antichità e preziosi.</p><p>Praticamente valutava oggetti che spesso valevano una fortuna in giro per l' italia in cambio di una cifra appena sufficiente a pagare una stanza.</p><p>Il boss era un ciccione che quando capitava le infilava una mano sotto la gonna. Del resto avendo superato il colloquio con un pompino magistrale la musica era quella. Una bella trappola, quasi 30 anni, povera in canna e senza prospettive.</p><p>Ebbe la sua occasione in una nota località balneare ligure. 2 fratelli che litigavano su tutto, travolti dai debiti e incapaci di gestire l'attività del padre recentemente scomparso avevano in casa una piccola fortuna ma non ne erano consapevoli.</p><p>"Capisci?" mi chiese con curiosità.</p><p>Capivo e non capivo, e più che altro non vedevo il nesso con il medico bombato di doping. Mi rispose che ci stava arrivando.</p><p>Con una scusa si trattenne un giorno in più avendo modo di conoscere meglio i suoi interlocutori e ricontrollare il piccolo tesoro custodito in quella villa.</p><p>Il piano era geniale nella sua semplicità.</p><p>Spiegò ai 2 fratelli senza tanti giri di parole che alla fine tra commissioni, tasse e altri trabocchetti avrebbero finito per prendere le briciole di una somma che lei comunque lasciò intendere essere inferiore a quello che credevano. Lasciò anche intendere che c'era un'altra strada; i 2 non aspettavano altro. Rischiando ben più del posto di lavoro disse loro che avrebbe redatto una relazione con una bocciatura sostanziale dei loro beni, successivamente avrebbe portato loro una cifra in contanti che altrimenti non avrebbero mai visto.</p><p>I fratelli che non sedevano allo stesso tavolo da anni si intesero con uno sguardo. Era fatta.</p><p>Restava il problema più grosso perché lei aveva un conto in banca perennemente in rosso e qui servivano soldi veri e servivano cash.</p><p>"Come non tutti sanno" proseguì "i medici spesso maneggiano cifre di contanti impensabili..."</p><p>Iniziavo a vederci chiaro, a questo punto la storia iniziava a delinearsi.</p><p>Infatti il medico in questione la corteggiava da anni, ogni tanto facevano sesso ma non erano fatti per stare insieme e ne erano perfettamente consapevoli entrambi. Si mostrò fin da subito molto interessato alla cosa e alla fine di uno dei loro incontri a base di bondage, fruste e sesso le passò un vecchio zainetto Invicta.</p><p>"Aprilo a casa" le disse, "magari fosse una casa" pensò a voce alta. Dentro c'è erano i 70.000 euro di cui aveva bisogno, la musica stava per cambiare.</p><p>Con altri 3 casi analoghi si era comprata la casa in campagna; per il notaio era ordinaria amministrazione e lungi dal dire qualcosa si complimentò apertamente con lei che pagò quasi tutto in contanti.</p><p>Successivamente a 34 anni valutò che era giunto il momento di dimettersi perché con quasi 10 anni di lavoro alle spalle pensava di aver visto abbastanza per mettersi in proprio e perché... esitò un po' e poi lo disse tutto di un fiato, "Avevo conosciuto Riccardo". "Il mio maestro" aggiunse alzando in polso con il vecchio orologio.</p><p>Mi alzai dal letto alla ricerca di una sigaretta nel casino immane della mia stanza. Quella donna aveva avuto una vita da film e ora era nel mio letto.</p><p>Proposi un brindisi, "a cosa brindiamo" mi chiese.</p><p>"Al resto della tua storia!"</p><p>Andò avanti fino a giorno.</p><p>Le chiesi se lo zainetto che avevo visto avesse a che fare con quello che mi aveva raccontato. "Chissà..." fu la risposta.</p><p>Come sempre aveva di fronte una giornata con molti impegni, io invece iniziavo a essere in ritardo sulla tabella di marcia che mi aveva imposto.</p><p>Pensai che decisamente le persone non sono tutte uguali.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ks421, post: 16292283"] "Al momento avrei bisogno di quello bianco" disse Laura, ma Paolo lo portò al naso con soddisfazione. Lei ridendo si alzò e disse che se ne andava a fare una doccia, poi sarebbe rientrata in ufficio. Per me un bacio e la promessa di aggiornarmi nei prossimi giorni. "E lavora!" aggiunse quando era già in cortile. Paolo mi fece i complimenti e se ne andò tardissimo. Rimasi solo a pensare a quella donna formidabile e a tante altre cose. La mia vita era cambiata parecchio con il suo arrivo. La rividi il giorno della "gara più velenosa dell'anno". Ufficialmente ero invitato solo per il pranzo ma volevo vederla all' opera. Quel mattino fui tra i primi ad arrivare all'agriturismo che funzionava da base. Come logica vuole le "primedonne" arrivavano per ultime e Laura infatti arrivò tra gli ultimissimi. Era un gruppo sorprendentemente numeroso e con mogli, mariti e fidanzati/e costituiva una bella folla. Feci appena in tempo a salutarla che fui ingaggiato da quelli che si occupavano del ristoro a metà gara. Con una t shirt bianca, dei jeans consunti, ciabatte e Persol aveva già sbaragliato la concorrenza femminile senza appello. Mi indicò i vari gruppetti e fazioni distribuendo soprannomi spesso grotteschi. Poi passò a un paio di tipi sui 50, 55 anni dicendo che il vincitore sarebbe stato uno di loro. Soprattutto di uno mi disse che se gli avessero fatto le analisi del sangue all' analista sarebbe venuto un collasso. Ma era un medico stimatissimo, quindi nessun problema. Poi aggiunse un po' compiaciuta e un po' amareggiata, mentre si incamminava verso gli spogliatoi con un vecchio zainetto Invicta messo su una spalla, "che comunque qui l' unica che ha vinto qualche corsa vera sono io". I primi che passarono avevano un ritmo infernale, si erano già fatti qualche chilometro di leggera salita e poi una salita di tutto rispetto. Li vedevamo scendere in lontananza sollevando un po' di polvere e poco dopo ci sfrecciarono davanti. Di fronte avevano ancora da salire, poi una bella discesa e un paio di km in pianura fino all' agriturismo. Ovviamente i primi non prendevano niente al ristoro. Sapevo che, tra quelli del gruppo e qualche invitato extra, alla partenza erano una settantina. Tenevo il conto di quelli che erano passati e di Laura nessuna traccia. Più o meno dal decimo in poi iniziarono a bere al volo e qualcuno rispondeva alle battute. Intorno alla ventesima posizione passarono il medico e il suo compare; pensavo meglio, che avessero sbagliato le dosi? Come scoprii più tardi non le avevano sbagliate affatto. Si stavano divertendo aspettando il momento giusto per premere sul gas e ristabilire la giusta gerarchia. Laura passò in 27° posizione, era la prima delle donne. Le urlai "27" e rispose con un cenno della mano. Avevo la sensazione che andasse più forte degli altri e rimasi molto sorpreso che molti facevano il tifo per lei. Top e gli shorts neri decisamente minimalisti erano molto apprezzati. Gli ultimi passarono al piccolo trotto con un ritardo esagerato, compresi Paolo e la moglie Lucia. Il medico e il suo compare fecero primo e secondo con una progressione micidiale che durò fino al traguardo. Laura forzando in salita li raggiunse e proseguì con loro ma nella pianura finale era in riserva sparata e la staccarono con facilità. E non furono i soli a staccarla. Del pranzo non ricordo molto se non che scorrevano fiumi di vino, che durò un tempo esagerato e che vennero a salutarla un gran numero di persone. Ricordo invece molto bene che nel pomeriggio mi ritrovai in una jacuzzi vista colline con Laura. Eravamo nudi e cercando di non dare troppo nell'occhio facemmo una scopata con lei che stava sopra. Complice il vino ci divertimmo parecchio. Mentre lei diceva che per quello che si era allenata aveva fatto anche troppo, l' ennesimo brivido di freddo mi costrinse a uscire. Lei mise la testa sott' acqua e poi mi comunicò che sarebbe rimasta ancora un po'. Si capiva bene che perdere non era in testa alle sue aspirazioni. Indossai tutto quello che avevo e andai verso l'auto a cercare le sigarette, incrociai i vincitori di giornata che mi salutarono cordialmente. Ricambiai pensando che durante il pranzo dovevo aver bevuto ancora di più di quello che pensavo. Praticamente non era rimasto quasi nessuno, dall'auto vidi che i 2 avevano raggiunto Laura e che si erano messi a parlare. A quel punto avevano anche visto che era nuda pensai tra me. Quando tornai alla jacuzzi non c'era nessuno, anche i vestiti di Laura erano spariti. La rividi praticamente all' ora di cena nell' atrio principale, aveva una luce strana negli occhi. Mi disse che erano 2 maiali e che le avevano fatto veramente male. "Dopo ti racconto tutto" aggiunse. Le proposi una spaghettata da me; vivevo accampato in 2 stanze in pieno centro, mi augurai che non scappasse appena avessi aperto la porta. Non scappò e presto finimmo a letto. Il suo corpo era pieno di segni; i 2 dopo averle fatto un massaggio l' avevano frustata a turno sul culo e sulla schiena. Poi avevano provato a farle il fisting ma senza riuscirci, infine l' avevano inculata a turno. Erano resistentissimi, non venivano mai e mentre uno si sfogata l' altro faceva foto e video. Non mancarono di toccarla e farle avere diversi orgasmi facendole notare quanto era troia e che anzi avrebbe proprio dovuto fare la troia. Quando anche il secondo le riempì il culo si sentiva allargatissima, poi fecero molte foto commentando le condizioni del suo buchetto. Effettivamente si vedeva che l' avevano strapazzata forte. Le chiesi se era la prima volta che si divertivano con lei. Scuotendo la testa disse di no. "È una lunga storia" proseguì un po' pensierosa e un po' divertita. Le dissi che nessuno era meglio di me per le lunghe storie. "Dopo l'università non navigavo nell' oro" iniziò quasi sottovoce, "fui costretta ad accettare l' unica opportunità che avevo. Per qualche anno lavorai per una sorta di casa d' aste collegata a più gruppi bancari che mi pagava una miseria per un lavoro molto importante". Si trattava di valutare e casomai acquisire lasciti, eredità e vendite in senso lato di opere d'arte, antichità e preziosi. Praticamente valutava oggetti che spesso valevano una fortuna in giro per l' italia in cambio di una cifra appena sufficiente a pagare una stanza. Il boss era un ciccione che quando capitava le infilava una mano sotto la gonna. Del resto avendo superato il colloquio con un pompino magistrale la musica era quella. Una bella trappola, quasi 30 anni, povera in canna e senza prospettive. Ebbe la sua occasione in una nota località balneare ligure. 2 fratelli che litigavano su tutto, travolti dai debiti e incapaci di gestire l'attività del padre recentemente scomparso avevano in casa una piccola fortuna ma non ne erano consapevoli. "Capisci?" mi chiese con curiosità. Capivo e non capivo, e più che altro non vedevo il nesso con il medico bombato di doping. Mi rispose che ci stava arrivando. Con una scusa si trattenne un giorno in più avendo modo di conoscere meglio i suoi interlocutori e ricontrollare il piccolo tesoro custodito in quella villa. Il piano era geniale nella sua semplicità. Spiegò ai 2 fratelli senza tanti giri di parole che alla fine tra commissioni, tasse e altri trabocchetti avrebbero finito per prendere le briciole di una somma che lei comunque lasciò intendere essere inferiore a quello che credevano. Lasciò anche intendere che c'era un'altra strada; i 2 non aspettavano altro. Rischiando ben più del posto di lavoro disse loro che avrebbe redatto una relazione con una bocciatura sostanziale dei loro beni, successivamente avrebbe portato loro una cifra in contanti che altrimenti non avrebbero mai visto. I fratelli che non sedevano allo stesso tavolo da anni si intesero con uno sguardo. Era fatta. Restava il problema più grosso perché lei aveva un conto in banca perennemente in rosso e qui servivano soldi veri e servivano cash. "Come non tutti sanno" proseguì "i medici spesso maneggiano cifre di contanti impensabili..." Iniziavo a vederci chiaro, a questo punto la storia iniziava a delinearsi. Infatti il medico in questione la corteggiava da anni, ogni tanto facevano sesso ma non erano fatti per stare insieme e ne erano perfettamente consapevoli entrambi. Si mostrò fin da subito molto interessato alla cosa e alla fine di uno dei loro incontri a base di bondage, fruste e sesso le passò un vecchio zainetto Invicta. "Aprilo a casa" le disse, "magari fosse una casa" pensò a voce alta. Dentro c'è erano i 70.000 euro di cui aveva bisogno, la musica stava per cambiare. Con altri 3 casi analoghi si era comprata la casa in campagna; per il notaio era ordinaria amministrazione e lungi dal dire qualcosa si complimentò apertamente con lei che pagò quasi tutto in contanti. Successivamente a 34 anni valutò che era giunto il momento di dimettersi perché con quasi 10 anni di lavoro alle spalle pensava di aver visto abbastanza per mettersi in proprio e perché... esitò un po' e poi lo disse tutto di un fiato, "Avevo conosciuto Riccardo". "Il mio maestro" aggiunse alzando in polso con il vecchio orologio. Mi alzai dal letto alla ricerca di una sigaretta nel casino immane della mia stanza. Quella donna aveva avuto una vita da film e ora era nel mio letto. Proposi un brindisi, "a cosa brindiamo" mi chiese. "Al resto della tua storia!" Andò avanti fino a giorno. Le chiesi se lo zainetto che avevo visto avesse a che fare con quello che mi aveva raccontato. "Chissà..." fu la risposta. Come sempre aveva di fronte una giornata con molti impegni, io invece iniziavo a essere in ritardo sulla tabella di marcia che mi aveva imposto. Pensai che decisamente le persone non sono tutte uguali. [/QUOTE]
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