Esperienza reale La ex senza redini

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Webdoctor

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Io e Anna avevamo appena iniziato ad uscire insieme, nel maggio del 2010. Lei aveva 26 anni, io 27.
Studiava ancora a Bologna e ogni tanto andava ancora a dare gli esami lì. Non viveva più in quella città, che la aveva accolta più che bene, ma aveva lasciato qualche amicizia.
uscivamo da poco, dicevo, e l'intesa era stata subito molto grande, sopratutto sul piano sessuale.
Lei mora, capelli lunghi, una seconda di seno perfetta, vita stretta e bel culo tondo su gambe lunghe.
Io impazzivo per quel suo corpo e lei aveva sempre la mano pronta per stringere il mio cazzo.
"Ha una cappella perfetta, lo voglio prendere tutto in bocca", diceva.
Lo diceva e lo faceva. Quasi tutti i giorni mi chiedeva di andare a casa sua e mi aveva presentato subito ai suoi per avere la libertà di poter fare quello che voleva in camera sua.
Scopavamo come matti coi suoi praticamente dieetro il muro e lei amava il rischio che la madre potesse bussare da un momento all'altro.
"Io amo il cazzo, mi piace più di ogni altra cosa al mondo", diceva.
Una sera, mentre scopavamo furiosamente nel suo letto da ragazzina, mentre era a pecorina e io dietro di lei che la montavo, le chiesi, eccitato come poche altre volte: "Ami solo il mio cazzo o tutti i cazzi che ti cercano?" e lei: "Io lì amo tutti, voglio tantissimi cazzi dentro di me!".
Le sborrai dentro all'istante.
Quella frase mi fece perdere la testa.
Ci accasciammo sul letto, stremati, e mentre riprendevamo fiato, la voglia non era finita.
Le mie dita andarono subito a cercare il suo clitoride, che pulsava ancora e la voglia di continuare quel discorso non era finita.
"Quindi vorresti scopare con altri?"
Lei ansimante "Dai... Chissà... Non ti arrabbiare...mmm"
Continuai a toccarla, furiosamente, e a provocarla. Le descritti un threesome all'orecchio e venne come una fontana.
"Dobbiamo continuare il discorso", le dissi mentre mi rivestivo.
Lei fece finta di nulla, ma quello fu l'inizio di un'esperienza tra le più belle che ho vissuto.
 
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Webdoctor

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La nostra vita di coppia proseguiva tranquillamente e il sesso era perfetto. Scopavamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, fantasticavamo, ci facevamo anche vedere in webcam da sconosciuti e sconosciute.
Eravamo proprio connessi.
Parlavamo di tutto, comprese le nostre precedenti relazioni, e, tra le sue, era spuntato un trombamico che frequentava quando stava a Bologna. Io ero curiosissimo e mi eccitavo quando scendeva nei dettagli, anche delle scopate.
"ehm, la sua particolarità? Aveva un cazzo grossissimo. Non lungo, ma grosso. A fatica riuscivo a prenderlo in bocca. Ma era bello averlo dentro." Parole che mi facevano diventare il cazzo come il marmo.
Lei aveva iniziato a capirlo, e continuamente mi provocava, anche nel periodo antecedente all'esame che stava preparando.
Sarebbe andata a sostenerlo a Bologna e aveva già prenotato un b&b.
Arrivò il giorno della partenza e, accompagnandola all'aeroporto le dissi di divertirsi, visto che mi aveva detto che avrebbe incontrato un po' di amici. Le dissi: "incontrerai anche Marco?" e lei: "Beh, penso di sì, ma tranquillo, siamo rimasti solo amici".
Sapevo che sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo. Ma ero tranquillo. Stavamo insieme per divertirci, non per il dramma. Forse, se fosse successo qualcosa, ci saremmo sentiti addirittura più liberi.
Passammo la giornata a sentirci, via messaggio e al telefono, diede l'esame, lo passò e uscì a festeggiare.

"Ti penso, anche se sto con loro ti penso! Raggiungo il locale con Marco che è passato a prendermi. Ti secca?"
"Per niente, divertiti! Mi ecciterebbe sapere che mentre ti riaccompagna a casa tu gli tieni in mano quel suo grosso cazzo"
"ahahah, tesoro..."

[continua]
 

niels

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La nostra vita di coppia proseguiva tranquillamente e il sesso era perfetto. Scopavamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, fantasticavamo, ci facevamo anche vedere in webcam da sconosciuti e sconosciute.
Eravamo proprio connessi.
Parlavamo di tutto, comprese le nostre precedenti relazioni, e, tra le sue, era spuntato un trombamico che frequentava quando stava a Bologna. Io ero curiosissimo e mi eccitavo quando scendeva nei dettagli, anche delle scopate.
"ehm, la sua particolarità? Aveva un cazzo grossissimo. Non lungo, ma grosso. A fatica riuscivo a prenderlo in bocca. Ma era bello averlo dentro." Parole che mi facevano diventare il cazzo come il marmo.
Lei aveva iniziato a capirlo, e continuamente mi provocava, anche nel periodo antecedente all'esame che stava preparando.
Sarebbe andata a sostenerlo a Bologna e aveva già prenotato un b&b.
Arrivò il giorno della partenza e, accompagnandola all'aeroporto le dissi di divertirsi, visto che mi aveva detto che avrebbe incontrato un po' di amici. Le dissi: "incontrerai anche Marco?" e lei: "Beh, penso di sì, ma tranquillo, siamo rimasti solo amici".
Sapevo che sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo. Ma ero tranquillo. Stavamo insieme per divertirci, non per il dramma. Forse, se fosse successo qualcosa, ci saremmo sentiti addirittura più liberi.
Passammo la giornata a sentirci, via messaggio e al telefono, diede l'esame, lo passò e uscì a festeggiare.

"Ti penso, anche se sto con loro ti penso! Raggiungo il locale con Marco che è passato a prendermi. Ti secca?"
"Per niente, divertiti! Mi ecciterebbe sapere che mentre ti riaccompagna a casa tu gli tieni in mano quel suo grosso cazzo"
"ahahah, tesoro..."

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Bene bene... l'affare si ingrossa😉
 

RiCyX

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La nostra vita di coppia proseguiva tranquillamente e il sesso era perfetto. Scopavamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, fantasticavamo, ci facevamo anche vedere in webcam da sconosciuti e sconosciute.
Eravamo proprio connessi.
Parlavamo di tutto, comprese le nostre precedenti relazioni, e, tra le sue, era spuntato un trombamico che frequentava quando stava a Bologna. Io ero curiosissimo e mi eccitavo quando scendeva nei dettagli, anche delle scopate.
"ehm, la sua particolarità? Aveva un cazzo grossissimo. Non lungo, ma grosso. A fatica riuscivo a prenderlo in bocca. Ma era bello averlo dentro." Parole che mi facevano diventare il cazzo come il marmo.
Lei aveva iniziato a capirlo, e continuamente mi provocava, anche nel periodo antecedente all'esame che stava preparando.
Sarebbe andata a sostenerlo a Bologna e aveva già prenotato un b&b.
Arrivò il giorno della partenza e, accompagnandola all'aeroporto le dissi di divertirsi, visto che mi aveva detto che avrebbe incontrato un po' di amici. Le dissi: "incontrerai anche Marco?" e lei: "Beh, penso di sì, ma tranquillo, siamo rimasti solo amici".
Sapevo che sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo. Ma ero tranquillo. Stavamo insieme per divertirci, non per il dramma. Forse, se fosse successo qualcosa, ci saremmo sentiti addirittura più liberi.
Passammo la giornata a sentirci, via messaggio e al telefono, diede l'esame, lo passò e uscì a festeggiare.

"Ti penso, anche se sto con loro ti penso! Raggiungo il locale con Marco che è passato a prendermi. Ti secca?"
"Per niente, divertiti! Mi ecciterebbe sapere che mentre ti riaccompagna a casa tu gli tieni in mano quel suo grosso cazzo"
"ahahah, tesoro..."

[continua]
attendiamo il seguito
 
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Passammo la giornata a sentirci, via messaggio e al telefono, diede l'esame, lo passò e uscì a festeggiare.

"Ti penso, anche se sto con loro ti penso! Raggiungo il locale con Marco che è passato a prendermi. Ti secca?"
"Per niente, divertiti! Mi ecciterebbe sapere che mentre ti riaccompagna a casa tu gli tieni in mano quel suo grosso cazzo"
"ahahah, tesoro..."

Per qualche ora non si fece sentire, e io non la cercai. La sera la passai con i nostri amici e amiche in un locale, ad ascoltare musica e bere.
Messaggio sul cellulare.
Una foto di lei col cazzo di lui in mano.
"Visto che ne abbiamo parlato, ti mando questa per farti capire le dimensioni".
Era veramente un cazzo grosso, con una cappella perfetta. Non troppo lungo, ma uno di quelli che fanno rivalutare l'estetica maschile.
Le dissi: "Beh tesoro, immagino che per te sia irrinunciabile".
Mi disse: "Sono un po' brilla, ti scoccia se gli faccio un pompino? Mi farò perdonare, promesso".
"Non c'è neanche bisogno di chiederlo, prendilo tutto"
"Grazie!"

Sparì nuovamente. Ero eccitatissimo dalla situazione tanto che il mio cazzo, tra i jeans, era visibilissimo.
Immagino fosse visibile anche per la nostra amica in comune, Laura, amazzone libertina con una quinta di seno, che subito sedette, col suo vestito leggero e fine, su di me, mettendo l'incavo delle sue chiappe proprio sulla lunghezza del mio cazzo duro.

Passammo un po' di tempo così, a dir cazzate, ma la mia mente era concentrata su Anna e sul fatto che mi stava cornificando.
Avrei potuto fare lo stesso anche io, ma volevo godermi la sensazione, a Laura avrei pensato in un secondo momento, magari per "vendicarmi".

Nuovo messaggio: "Amore, è tutto dentro di me. Ti scrivo mentre sono a pecorina. Ti eccita?"
Pensavo di venire dentro i boxer, in mezzo al locale.
"Sì amore, mi eccita. Mi stai tradendo."
"Sì, ti sto tradendo con uno che ha il cazzo più grosso di te. Vorrei anche il tuo in bocca, ma la sensazione di tradirti mi eccita di più. A dopo"

Presi Laura, abbastanza brilla, e andammo nella pista. Era una serata di musica elettronica e mentre strusciava il culo sopra il mio cazzo, ancora duro, misi le mie mani nella sua scollatura e le liberai una tetta nel buio della sala stringendola e strizzando il capezzolo.

[continua]
 

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