Alex666
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“Allora, come sono andate le vacanze?”, mi chiede il mio amico Mauro.
Siamo nel giardino di casa sua accanto al barbecue; le nostre mogli stanno apparecchiando tavola e i figli giocano a calcio poco più in là.
Le nostre figlie sono in casa, da quanto ho capito si stanno scambiando dei vestiti che non usano più.
Ci conosciamo da anni e non è la prima volta che capita.
“Bene, siamo stati in Spagna - gli dico - Voi?”.
“In Sardegna”.
“Bello?”.
“Molto. Aspetta che ti faccio vedere le foto”.
Estrae il telefonino e lo sblocca, seleziona una foto e lo orienta verso di me in modo che possa guardare.
Vedo una spiaggia piena di ombrelloni e il mare a sinistra, è una foto scattata in una bella giornata di sole.
“Qui è vicino a dove avevamo la casa”, spiega.
Scorre la foto, quella successiva ritrae sempre la stessa spiaggia ma con il mare a destra, segno che si era voltato per scattarla.
Passa alla foto successiva, questa ritrae sua moglie e suo figlio in costume.
Sua moglie non è male, forse un po’ troppo magra per i miei gusti, anche se una botta gliela darei volentieri.
A livello ipotetico, ovviamente, perchè le mogli degli amici non si toccano.
Scorre la foto.
Questa ritrae sua figlia in bikini, in piedi con il mare sullo sfondo.
“Questa è Susanna”, mi dice, come se potessi non riconoscerla.
La figlia ha un anno più della mia, il che significa che in quel momento ha ventun anni.
Ci conosciamo da circa cinque anni, ma non avevo mai notato il fisico della ragazza.
Il reggiseno sembra faticare a tenere un paio di tette che al minimo sono una quarta, la pancia è piatta e la pelle è deliziosamente ambrata.
Seppur malvolentieri distolgo lo sguardo, non voglio che noti che sto guardando le tette di sua figlia.
Passa alla foto successiva.
Di nuovo lei, questa volta adagiata sulla spiaggia.
Sorride, l’inquadratura è più vicina e risaltano gli occhi azzurri.
E’ dannatamente sexy, non riesco a non guardarla.
Dal barbecue arriva uno sfrigolio, Mauro mi porge il telefono.
“Continua tu, io controllo che non si bruci nulla”.
Passo alla foto successiva, non voglio che, quando tornerà accanto a me, capisca che ero rimasto a guardarla.
Anche nella foto successiva c’è lei, questa volta reclina la testa indietro, come una modella di Sport Illustrated.
Il bikini è bianco, attraverso la stoffa del reggiseno si vedono i capezzoli.
Sento un movimento nella mia zona pelvica, nel frattempo il mio amico sta girando la carne.
Passo alla foto successiva, quasi sperando di trovare un paesaggio marino.
C’è ancora Susanna, ritratta a mezzo busto con le mani dietro alla nuca.
I seni sembrano ancora più grossi di prima, i capezzoli sono visibilissimi e la pancia è perfetta.
Mi chiedo come sarebbe passarle la lingua nell’ombelico.
Perchè le ha fatto queste foto?
Glielo ha chiesto lei?
Scorro la foto.
E’ la stessa di prima, solo presa un passo più indietro, il che significa che è inquadrata anche la mutandina.
E’ bianca come il reggiseno, è stata scattata appena uscita dall’acqua e si intravede il profilo delle grandi labbra, quello che i tecnici chiamano “camel toe”.
Oltre a questo, lo slippino è sufficientemente succinto da farmi capire come la ragazza sia totalmente depilata.
Non posso fare a meno di pensare che un centimetro più in basso e le avrei visto il clitoride.
Passo alla foto dopo.
Questa è meno provocante, però è sempre lei distesa sulla sabbia.
Questa volta porta un costume verde, segno che è stata scattata un altro giorno.
Ma non aveva altro da fotografare?
Perchè mi sta facendo guardare quelle foto?
Gira la carne e torna verso di me.
Passo alla foto successiva, finalmente trovo un paesaggio marino.
Gli restituisco il telefono, cercando di distogliere la mente dalle forme di Susanna.
“Piaciute le foto?”, mi chiede.
Forse sono io ad essere malpensante, ma mi pare di cogliere una certa malizia nella domanda.
Possibile che il suo intento fosse proprio quello di mostrarmi sua figlia?
Mi stupirei, ma è obiettivo dire che le foto in cui non compariva la ragazza non raffiguravano nulla di particolare.
“Molto belle”, confermo.
Sono ancora duro, devo cercare di pensare subito a qualcos’altro.
“Ma come siete belle!”, sento dire alle mie spalle.
Mi volto: è la moglie di Mauro che sta lodando le due ragazze, le quali stanno avanzando sorridenti verso di noi.
Mia figlia è vestita diversamente da come è arrivata, Susanna ha indosso un vestito una volta appartenuto a Sara.
Mi viene un pensiero che non avrei forse avuto se non avessi appena visto quelle foto: immagino Susanna in biancheria intima mentre Sara le porge il vestito, con quelle tette enormi e magari un perizoma.
Nel figurarmi il quadro immagino anche mia figlia in intimo, e la mia mente va allo scorso anno, quando avevo scoperto che lei aveva avuto una breve storia con una sua amica.
Ritorno duro.
Fino a pochi minuti fa erano entrambe seminude intente a scambiarsi vestiti, magari si saranno anche fatte dei complimenti, si saranno scambiate esperienze.
Mi rendo conto che sto guardando verso le due ragazze in maniera forse troppo lasciva, sposto lo sguardo sulla griglia.
Meglio pensare ad altro...
Siamo nel giardino di casa sua accanto al barbecue; le nostre mogli stanno apparecchiando tavola e i figli giocano a calcio poco più in là.
Le nostre figlie sono in casa, da quanto ho capito si stanno scambiando dei vestiti che non usano più.
Ci conosciamo da anni e non è la prima volta che capita.
“Bene, siamo stati in Spagna - gli dico - Voi?”.
“In Sardegna”.
“Bello?”.
“Molto. Aspetta che ti faccio vedere le foto”.
Estrae il telefonino e lo sblocca, seleziona una foto e lo orienta verso di me in modo che possa guardare.
Vedo una spiaggia piena di ombrelloni e il mare a sinistra, è una foto scattata in una bella giornata di sole.
“Qui è vicino a dove avevamo la casa”, spiega.
Scorre la foto, quella successiva ritrae sempre la stessa spiaggia ma con il mare a destra, segno che si era voltato per scattarla.
Passa alla foto successiva, questa ritrae sua moglie e suo figlio in costume.
Sua moglie non è male, forse un po’ troppo magra per i miei gusti, anche se una botta gliela darei volentieri.
A livello ipotetico, ovviamente, perchè le mogli degli amici non si toccano.
Scorre la foto.
Questa ritrae sua figlia in bikini, in piedi con il mare sullo sfondo.
“Questa è Susanna”, mi dice, come se potessi non riconoscerla.
La figlia ha un anno più della mia, il che significa che in quel momento ha ventun anni.
Ci conosciamo da circa cinque anni, ma non avevo mai notato il fisico della ragazza.
Il reggiseno sembra faticare a tenere un paio di tette che al minimo sono una quarta, la pancia è piatta e la pelle è deliziosamente ambrata.
Seppur malvolentieri distolgo lo sguardo, non voglio che noti che sto guardando le tette di sua figlia.
Passa alla foto successiva.
Di nuovo lei, questa volta adagiata sulla spiaggia.
Sorride, l’inquadratura è più vicina e risaltano gli occhi azzurri.
E’ dannatamente sexy, non riesco a non guardarla.
Dal barbecue arriva uno sfrigolio, Mauro mi porge il telefono.
“Continua tu, io controllo che non si bruci nulla”.
Passo alla foto successiva, non voglio che, quando tornerà accanto a me, capisca che ero rimasto a guardarla.
Anche nella foto successiva c’è lei, questa volta reclina la testa indietro, come una modella di Sport Illustrated.
Il bikini è bianco, attraverso la stoffa del reggiseno si vedono i capezzoli.
Sento un movimento nella mia zona pelvica, nel frattempo il mio amico sta girando la carne.
Passo alla foto successiva, quasi sperando di trovare un paesaggio marino.
C’è ancora Susanna, ritratta a mezzo busto con le mani dietro alla nuca.
I seni sembrano ancora più grossi di prima, i capezzoli sono visibilissimi e la pancia è perfetta.
Mi chiedo come sarebbe passarle la lingua nell’ombelico.
Perchè le ha fatto queste foto?
Glielo ha chiesto lei?
Scorro la foto.
E’ la stessa di prima, solo presa un passo più indietro, il che significa che è inquadrata anche la mutandina.
E’ bianca come il reggiseno, è stata scattata appena uscita dall’acqua e si intravede il profilo delle grandi labbra, quello che i tecnici chiamano “camel toe”.
Oltre a questo, lo slippino è sufficientemente succinto da farmi capire come la ragazza sia totalmente depilata.
Non posso fare a meno di pensare che un centimetro più in basso e le avrei visto il clitoride.
Passo alla foto dopo.
Questa è meno provocante, però è sempre lei distesa sulla sabbia.
Questa volta porta un costume verde, segno che è stata scattata un altro giorno.
Ma non aveva altro da fotografare?
Perchè mi sta facendo guardare quelle foto?
Gira la carne e torna verso di me.
Passo alla foto successiva, finalmente trovo un paesaggio marino.
Gli restituisco il telefono, cercando di distogliere la mente dalle forme di Susanna.
“Piaciute le foto?”, mi chiede.
Forse sono io ad essere malpensante, ma mi pare di cogliere una certa malizia nella domanda.
Possibile che il suo intento fosse proprio quello di mostrarmi sua figlia?
Mi stupirei, ma è obiettivo dire che le foto in cui non compariva la ragazza non raffiguravano nulla di particolare.
“Molto belle”, confermo.
Sono ancora duro, devo cercare di pensare subito a qualcos’altro.
“Ma come siete belle!”, sento dire alle mie spalle.
Mi volto: è la moglie di Mauro che sta lodando le due ragazze, le quali stanno avanzando sorridenti verso di noi.
Mia figlia è vestita diversamente da come è arrivata, Susanna ha indosso un vestito una volta appartenuto a Sara.
Mi viene un pensiero che non avrei forse avuto se non avessi appena visto quelle foto: immagino Susanna in biancheria intima mentre Sara le porge il vestito, con quelle tette enormi e magari un perizoma.
Nel figurarmi il quadro immagino anche mia figlia in intimo, e la mia mente va allo scorso anno, quando avevo scoperto che lei aveva avuto una breve storia con una sua amica.
Ritorno duro.
Fino a pochi minuti fa erano entrambe seminude intente a scambiarsi vestiti, magari si saranno anche fatte dei complimenti, si saranno scambiate esperienze.
Mi rendo conto che sto guardando verso le due ragazze in maniera forse troppo lasciva, sposto lo sguardo sulla griglia.
Meglio pensare ad altro...