Esperienza reale La liceale

mickr94

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29
Ciao a tutti, voglio raccontarvi di questa mia esperienza. Sarà un racconto abbastanza lungo e ometterò tutti i nomi naturalmente.



Avevo appena compiuto 18 anni e frequentavo il penultimo anno di liceo. Ero fidanzato da quasi 4 anni (da quando ero in prima) con M, la quale frequentava la classe davanti alla mia e per interessi comuni ci eravamo avvicinati fino a metterci insieme.
Però di problemi ce n’erano parecchi. Innanzitutto alla soglia dei 18 anni mi resi conto che ero stato a letto con solo 2 ragazze nella mia vita (e mi cominciava a pesare); in secondo luogo il sesso con M non era molto soddisfacente.
Quando conobbi M ero ancora un ragazzino e non mi consideravo un granché. Non ero ne bello ne brutto, esattamente come M. Lei non aveva niente di particolare fisicamente: non molte tette e non troppo sode, un culo normale, abbastanza alta, viso carino, ma comunque non era la ragazza per cui ti giravi per strada.
Io nel tempo grazie allo sport ero riuscito ad avere un fisico abbastanza allenato e la autostima era aumentata molto.
Nonostante tutto stavo con M, eravamo una coppia, ma al compimento della maggiore età sentivo di volere qualcosa di più.
Io frequentavo l’unico liceo della città, con all’interno tutti gli indirizzi possibili. Non c’è bisogno di dire che era pieno di figa. Anche la mia classe ne era piena. Io avevo un buon rapporto con tutti in generale. Si rideva, si scherzava, si studiava. Addirittura un mio compagno si era fidanzato dall’anno prima con una nostra compagna. Eravamo quindi un bel gruppo, ma naturalmente io, a causa di M non mi ero mai approcciato più di tanto.
Però dal secondo semestre di quell’anno arrivò una nuova ragazza che aveva deciso di cambiare scuola, che chiamerò S. Lei mi colpì particolarmente. Aveva un culo eccezionale, veramente qualcosa di splendido, delle belle gambe, ma di viso non era questo granché e le sue tette erano veramente molto piccole. Ciò che più mi colpiva erano proprio i suoi modi, sembrava emanare sesso da ogni singolo poro. Per come si muoveva, per come si vestiva, sembrava dire “Scopami come un matto, ma alle mie condizioni”. Tenni quelle considerazioni per me naturalmente.
S tornerà più avanti in questa storia.
A M piaceva il sesso, solo che proprio non era portata. Lo facevamo una volta a settimana, sempre protetto, e lei sempre sopra, andando lenta e non con troppa partecipazione. Non amava mai sperimentare altro e alle mie richieste rispondeva sempre con troppa timidezza.
La migliore amica di M (che chiamerò E) era tutto il contrario. Era veramente molto bella, con una quinta e un bel fisico, non longilineo, ma assolutamente non indifferente. Tra i miei amici lei era nota come “La pettoruta”. Naturalmente io e E eravamo amici, lei gironzolava sempre con M e quindi spesso anche con me.
A volte ci si vedeva anche io e lei, senza nessun problema, magari per scambiarci qualche notizia o anche per scambiarci appunti. Anche lei faceva il nostro liceo, ma raramente ci vedevamo perché era in un altro indirizzo, dall’altra parte dell’edificio. Ci vedevamo quasi sempre fuori dalla scuola.
Naturalmente provavo attrazione fisica per lei, ma era come se fosse anche la mia migliore amica.
Lei di certo non ne provava per me, almeno pensavo.
Io per qualche settimana fui un po’ distaccato da M. Ero confuso sul futuro con lei; volevo assolutamente provare nuove esperienze e uscire dalla routine che avevo con lei.
E. aveva avuto svariati ragazzi, ma era da mesi che non si vedeva più con nessuno. Li sfanculava quasi subito alla prima uscita (in effetti quelli che le andavano dietro erano proprio dei coglioni).
Un giorno ci vediamo solo io e lei: stava avendo problemi con matematica e io ero molto ferrato.
Io avevo già la macchina e andammo in un bar. Dopo aver parlato un po’ di matematica, andò al sodo.
“C’è qualcosa che non va tra te e M?” mi chiese.
“No, solo che in sto periodo ho un po’ di dubbi, tutto qua”.
“Hai dubbi sullo stare con M?”
“No, quello no ecco, però le cose tra di noi stanno diventando troppo statiche”.
“Sai che puoi dirmi tutto”, mi disse.
“Ok, va bene” e con un po’ di titubanza gli raccontai: “M non mi sta soddisfacendo molto. Lo facciamo una volta a settimana, non sa fare molto bene i lavori con la bocca… è poco partecipe. Io vorrei qualcosa di più. Stiamo insieme da quasi 4 anni! Non so tu, ma non ci vogliono 4 anni per imparare certe cose”.
Lei sorrise: “No, decisamente no. Con me di solito chiedevano sesso anale dopo una settimana” e fece un risolino da scema. Non mi meravigliai, spesso parlava delle sue esperienze.
“Ecco vedi, è questo! Ogni volta sembra di chiedere la Luna, non mi sembra qualcosa di assurdo”
“No, è normale. Con [nome del suo ex] ho fatto di tutto. Gli ho fatto anche una sega mettendogli un dito nel culo, diceva che gli piaceva così” e si mise a ridere.
Caspita, ci stavamo spingendo in là. Io mi misi a ridere e cercai di fare finta di niente.
“Come ti ha fatto a convincere?” chiesi.
“Me l’ha chiesto e l’ho fatto. Certe cose bisogna provarle e se sei con la persona giusta è qualcosa di fantastico. Poi con queste…” e si indicò le tette “impazziscono subito”.
Io quasi involontariamente le guardai il seno, Cristo quanto erano belle. Distolsi subito lo sguardo e mi misi a ridere, ma ero eccitato (non potevo non esserlo). Lei non si era mai spinta così oltre con me.
“Cerca di convincerla a fare altre cose con me” dissi per nascondere la mia erezione.
“Parlerò con M, non preoccuparti. Faremo un bel discorso tra ragazze. Non lasciarla per un motivo del genere. Voi state bene insieme”.
“Sì, infatti non voglio lasciarla. Però magari una pausa ci farebbe bene”.
“No, non ti preoccupare. Rimarrai sorpreso nei prossimi giorni”.
“Tu invece?” le chiesi, “Come va la tua vita sentimentale?”.
“Alla continua ricerca” e si mise a ridere. “Non esco con nessuno da mesi, però per adesso va bene così. L’unica cosa che mi manca è il sesso” e tornò a ridere più forte.
“Vedrai che arriverà quello giusto” fu l’unica cosa che mi venne in mente.
Si era fatta sera così la riaccompagnai a casa. Gli diedi il mio quaderno per farla ripassare e gli diedi un bacio sulla guancia per salutarla. Quasi di istinto la abbracciai anche. Lei ricambiò, stringendomi forte.
“Grazie per oggi” Le dissi, “hai fatto molto”.
Lei mi guardò dritto negli occhi: “No grazie a te per aiutarmi sempre”. La ribaciai sulla guancia, ma come se avessi un impulso incontrollato, la baciai anche sulle labbra.
La baciai con poco convinzione ma lei, incredibilmente, ricambiò. Ci mettemmo la lingua in bocca, proprio sotto casa sua, stretti in un abbraccio. Poi lei si staccò: “Scusa, non posso. Devo andare. Mi spiace”. Prese il mio quaderno e scappò giù dalla macchina.
Merda! Cosa avevo combinato! Avevo baciato la migliore amica della mia ragazza.
Cosa diavolo avrei fatto adesso?
 

Oga

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
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Ciao a tutti, voglio raccontarvi di questa mia esperienza. Sarà un racconto abbastanza lungo e ometterò tutti i nomi naturalmente.



Avevo appena compiuto 18 anni e frequentavo il penultimo anno di liceo. Ero fidanzato da quasi 4 anni (da quando ero in prima) con M, la quale frequentava la classe davanti alla mia e per interessi comuni ci eravamo avvicinati fino a metterci insieme.
Però di problemi ce n’erano parecchi. Innanzitutto alla soglia dei 18 anni mi resi conto che ero stato a letto con solo 2 ragazze nella mia vita (e mi cominciava a pesare); in secondo luogo il sesso con M non era molto soddisfacente.
Quando conobbi M ero ancora un ragazzino e non mi consideravo un granché. Non ero ne bello ne brutto, esattamente come M. Lei non aveva niente di particolare fisicamente: non molte tette e non troppo sode, un culo normale, abbastanza alta, viso carino, ma comunque non era la ragazza per cui ti giravi per strada.
Io nel tempo grazie allo sport ero riuscito ad avere un fisico abbastanza allenato e la autostima era aumentata molto.
Nonostante tutto stavo con M, eravamo una coppia, ma al compimento della maggiore età sentivo di volere qualcosa di più.
Io frequentavo l’unico liceo della città, con all’interno tutti gli indirizzi possibili. Non c’è bisogno di dire che era pieno di figa. Anche la mia classe ne era piena. Io avevo un buon rapporto con tutti in generale. Si rideva, si scherzava, si studiava. Addirittura un mio compagno si era fidanzato dall’anno prima con una nostra compagna. Eravamo quindi un bel gruppo, ma naturalmente io, a causa di M non mi ero mai approcciato più di tanto.
Però dal secondo semestre di quell’anno arrivò una nuova ragazza che aveva deciso di cambiare scuola, che chiamerò S. Lei mi colpì particolarmente. Aveva un culo eccezionale, veramente qualcosa di splendido, delle belle gambe, ma di viso non era questo granché e le sue tette erano veramente molto piccole. Ciò che più mi colpiva erano proprio i suoi modi, sembrava emanare sesso da ogni singolo poro. Per come si muoveva, per come si vestiva, sembrava dire “Scopami come un matto, ma alle mie condizioni”. Tenni quelle considerazioni per me naturalmente.
S tornerà più avanti in questa storia.
A M piaceva il sesso, solo che proprio non era portata. Lo facevamo una volta a settimana, sempre protetto, e lei sempre sopra, andando lenta e non con troppa partecipazione. Non amava mai sperimentare altro e alle mie richieste rispondeva sempre con troppa timidezza.
La migliore amica di M (che chiamerò E) era tutto il contrario. Era veramente molto bella, con una quinta e un bel fisico, non longilineo, ma assolutamente non indifferente. Tra i miei amici lei era nota come “La pettoruta”. Naturalmente io e E eravamo amici, lei gironzolava sempre con M e quindi spesso anche con me.
A volte ci si vedeva anche io e lei, senza nessun problema, magari per scambiarci qualche notizia o anche per scambiarci appunti. Anche lei faceva il nostro liceo, ma raramente ci vedevamo perché era in un altro indirizzo, dall’altra parte dell’edificio. Ci vedevamo quasi sempre fuori dalla scuola.
Naturalmente provavo attrazione fisica per lei, ma era come se fosse anche la mia migliore amica.
Lei di certo non ne provava per me, almeno pensavo.
Io per qualche settimana fui un po’ distaccato da M. Ero confuso sul futuro con lei; volevo assolutamente provare nuove esperienze e uscire dalla routine che avevo con lei.
E. aveva avuto svariati ragazzi, ma era da mesi che non si vedeva più con nessuno. Li sfanculava quasi subito alla prima uscita (in effetti quelli che le andavano dietro erano proprio dei coglioni).
Un giorno ci vediamo solo io e lei: stava avendo problemi con matematica e io ero molto ferrato.
Io avevo già la macchina e andammo in un bar. Dopo aver parlato un po’ di matematica, andò al sodo.
“C’è qualcosa che non va tra te e M?” mi chiese.
“No, solo che in sto periodo ho un po’ di dubbi, tutto qua”.
“Hai dubbi sullo stare con M?”
“No, quello no ecco, però le cose tra di noi stanno diventando troppo statiche”.
“Sai che puoi dirmi tutto”, mi disse.
“Ok, va bene” e con un po’ di titubanza gli raccontai: “M non mi sta soddisfacendo molto. Lo facciamo una volta a settimana, non sa fare molto bene i lavori con la bocca… è poco partecipe. Io vorrei qualcosa di più. Stiamo insieme da quasi 4 anni! Non so tu, ma non ci vogliono 4 anni per imparare certe cose”.
Lei sorrise: “No, decisamente no. Con me di solito chiedevano sesso anale dopo una settimana” e fece un risolino da scema. Non mi meravigliai, spesso parlava delle sue esperienze.
“Ecco vedi, è questo! Ogni volta sembra di chiedere la Luna, non mi sembra qualcosa di assurdo”
“No, è normale. Con [nome del suo ex] ho fatto di tutto. Gli ho fatto anche una sega mettendogli un dito nel culo, diceva che gli piaceva così” e si mise a ridere.
Caspita, ci stavamo spingendo in là. Io mi misi a ridere e cercai di fare finta di niente.
“Come ti ha fatto a convincere?” chiesi.
“Me l’ha chiesto e l’ho fatto. Certe cose bisogna provarle e se sei con la persona giusta è qualcosa di fantastico. Poi con queste…” e si indicò le tette “impazziscono subito”.
Io quasi involontariamente le guardai il seno, Cristo quanto erano belle. Distolsi subito lo sguardo e mi misi a ridere, ma ero eccitato (non potevo non esserlo). Lei non si era mai spinta così oltre con me.
“Cerca di convincerla a fare altre cose con me” dissi per nascondere la mia erezione.
“Parlerò con M, non preoccuparti. Faremo un bel discorso tra ragazze. Non lasciarla per un motivo del genere. Voi state bene insieme”.
“Sì, infatti non voglio lasciarla. Però magari una pausa ci farebbe bene”.
“No, non ti preoccupare. Rimarrai sorpreso nei prossimi giorni”.
“Tu invece?” le chiesi, “Come va la tua vita sentimentale?”.
“Alla continua ricerca” e si mise a ridere. “Non esco con nessuno da mesi, però per adesso va bene così. L’unica cosa che mi manca è il sesso” e tornò a ridere più forte.
“Vedrai che arriverà quello giusto” fu l’unica cosa che mi venne in mente.
Si era fatta sera così la riaccompagnai a casa. Gli diedi il mio quaderno per farla ripassare e gli diedi un bacio sulla guancia per salutarla. Quasi di istinto la abbracciai anche. Lei ricambiò, stringendomi forte.
“Grazie per oggi” Le dissi, “hai fatto molto”.
Lei mi guardò dritto negli occhi: “No grazie a te per aiutarmi sempre”. La ribaciai sulla guancia, ma come se avessi un impulso incontrollato, la baciai anche sulle labbra.
La baciai con poco convinzione ma lei, incredibilmente, ricambiò. Ci mettemmo la lingua in bocca, proprio sotto casa sua, stretti in un abbraccio. Poi lei si staccò: “Scusa, non posso. Devo andare. Mi spiace”. Prese il mio quaderno e scappò giù dalla macchina.
Merda! Cosa avevo combinato! Avevo baciato la migliore amica della mia ragazza.
Cosa diavolo avrei fatto adesso?
Continua 😁
 
OP
M

mickr94

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Lasciai passare qualche giorno. Ero preso malissimo. Non sapevo cosa fare. Mi sarei scusato e le avrei chiesto di tenere questa cosa solo per lei. Però l’idea di scopare con E mi eccitava da morire. Lei era veramente bella, e le tette grosse erano il mio tallone d’Achille.
Così decisi di chiamare E., anche per farmi ridare il quaderno.
Non sapevo nemmeno se mi avesse risposto. Invece lei mi rispose e mi invitò a casa sua, anche per chiarire, disse.
Andai a casa sua da solo per la prima volta. Mi aprì sua sorella più grande e mi mandò in camera sua.
Trovai E seduta alla scrivania che ripassava.
Era vestita da casa, con la tuta e una maglia larga, ma le sue tette si vedevano eccome.
“Dobbiamo parlare dell’altro giorno” le dissi dopo i saluti. “Mi dispiace un sacco, davvero non avrei dovuto. Sono proprio un coglione. Tu cerchi di aiutarmi e io faccio una cosa così, non so come farmi perdonare”.
“No, sono io che ho sbagliato. È tutta colpa mia. Io ci sono stata, non so cosa mi sia preso”.
“Dirai qualcosa a M?” chiesi.
“Assolutamente no” rispose, “Non sono mica scema” disse ridendo. Il clima si era fatto più rilassato per fortuna. Mi fece sedere sul letto e le spiegai gli ultimi dubbi che aveva in matematica.
Si sedette vicino a me e mi abbracciò: “Scusa ancora e grazie per il quaderno”.
Io la guardai negli occhi. La strinsi un po’ e la ringraziai anche io. Però lei non distolse lo sguardo. Restammo così per 20 secondi, al che mi dissi che dovevo fare ciò che mi comandavano le palle e non la testa. La baciai nuovamente, con tutta la passione che avevo. Lei non si spostò e ci mettemmo la lingua in bocca. Le cominciai ad accarezzare la schiena per poi portare le mani sempre più vicino alle tette. Potevo già sentirle ai lati. Tolsi ogni indugio e le strinsi una tetta da sopra la maglietta. Era morbidissima. Uno spettacolo. Metto le mani sotto la maglietta e mi avvento su entrambe da sopra il reggiseno. Allora lei mi ferma e si toglie tutto, slacciandosi il reggiseno e liberando le 2 bombe. Erano fantastiche. Mi ci avventai sopra, facendola sdraiare sul letto.
Con una mano andai giù e la misi dentro le mutandine, sgrillettandola per bene.
Lei iniziò a toccarmi il pacco, sentendo la mia erezione.
Mi fece sdraiare sulla schiena e mi abbassò i pantaloni, facendomi uscire il cazzo.
“Finalmente lo vedo dopo averne sentito tanto parlare” disse sorridendo.
Me lo prese in bocca e mi fece un pompino fantastico. Era 10 volte più brava di M.
Stavo resistendo, ma sembrava che E avesse un demone dentro da tanto andava forte.
Poi cominciò a picchiettarlo sulle tette, prima di farmi una spagnola. Io la fermai subito, le spagnole erano il mio punto debole, sarei venuto in un minuto.
“Te la voglio leccare” le dissi. Così si sdraiò e si sfilò la tuta comprese le mutandine. Aveva una bella figa, con le labbra abbastanza sottili. Mi avventai su di lei e le leccai come un forsennato il clitoride. Lei era un lago. Si stringeva alle lenzuola per non fare rumore. Io le misi anche due dita dentro, andando veloce. Dopo un bel quarto d’ora decisi che era arrivato il momento di scoparmela. Mi staccai e mi sdrai sopra di lei. “Scopami” mi sussurrò.
La scopai a missionaria, stando abbracciati, accarezzandoci, toccandola ovunque (soprattutto le tette). Il problema è che il letto stava facendo troppo casino, sbatteva contro il muro, e la sorella era in casa. Così le sollevai le gambe e me le misi sulle spalle, cercando di sbatterla verso il basso.
Ma anche così si sentiva troppo. Sì alzò e si mise a pecora appoggiandosi alla poltrona della scrivania. “Cerca di non fare rumore” mi intimò. Io quindi ad ogni colpo non lo misi dentro tutto così da non fare sentire il tipico “ciaf ciaf” della pecorina.
Dopo 5 minuti ero al limite. “Sto per venire” la avvisai. Lei si tolse e si mise in ginocchio davanti a me. “Vienimi sulle tette”. Me lo prese in mano e cominciò a segarmi veloce, picchiettandolo sulle tette. Dopo poco la imbrattai ovunque. Le venni copiosamente sulle tette, un po’ sul viso e anche sui capelli dietro le spalle. Era una sborrata colossale. Un orgasmo del genere non ce l’avevo da anni, qualcosa di indimenticabile. Lei continuò a segarmi veloce fino a che la cappella non mi diventò ipersensibile e la dovetti bloccare. La sua faccia era sia divertita che sorpresa.
“Ma da quanto non lo facevi?” disse sorridendo.
Io avevo il cervello completamente in down. Mi buttai sul letto e mi risistemai, vestendomi. Lei prese uno specchietto e si ripulì tutta, in modo accurato.
Ancora completamente nuda venne a sedersi di fianco a me sul letto.
“Sono ancora sporca?” mi chiese. Feci no con la testa.
Mi abbracciò: “è stato bello” mi disse. Io solo adesso mi stavo rendendo conto cosa avevo fatto. Mi ero scopato la migliore amica della mia ragazza, che cavolo stavo facendo?
“Come la mettiamo con M?” chiesi preoccupato.
“Lei non lo saprà mai. Voi due siete fidanzati e lei è e rimarrà la mia migliore amica. Non due ci piacciamo fisicamente e basta. Non abbiamo nessun coinvolgimento, o sbaglio?”
“Sì, vero. Ma quindi vuoi rifarlo?” chiesi.
“Perché no? Giusto per sfogarsi un po’”.
Io acconsentì, sperando non mi infamasse con M. Il solo pensiero delle tette di E mi faceva eccitare e poi decisi di prendere la palla al balzo, era da anni che non ero soddisfatto, adesso potevo anche pensare un po’ a me stesso.
Lei continuava a stare nuda, tanto che pensai volesse un secondo round, ma io ero proprio totalmente svuotato. Invece si rivestì e mi accompagnò fino alla porta, ringraziandomi per i compiti di matematica. Salutai la sorella, che sembrava non essersi accorta di nulla e me ne andai.
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
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Jerusalem’s Lot
Lasciai passare qualche giorno. Ero preso malissimo. Non sapevo cosa fare. Mi sarei scusato e le avrei chiesto di tenere questa cosa solo per lei. Però l’idea di scopare con E mi eccitava da morire. Lei era veramente bella, e le tette grosse erano il mio tallone d’Achille.
Così decisi di chiamare E., anche per farmi ridare il quaderno.
Non sapevo nemmeno se mi avesse risposto. Invece lei mi rispose e mi invitò a casa sua, anche per chiarire, disse.
Andai a casa sua da solo per la prima volta. Mi aprì sua sorella più grande e mi mandò in camera sua.
Trovai E seduta alla scrivania che ripassava.
Era vestita da casa, con la tuta e una maglia larga, ma le sue tette si vedevano eccome.
“Dobbiamo parlare dell’altro giorno” le dissi dopo i saluti. “Mi dispiace un sacco, davvero non avrei dovuto. Sono proprio un coglione. Tu cerchi di aiutarmi e io faccio una cosa così, non so come farmi perdonare”.
“No, sono io che ho sbagliato. È tutta colpa mia. Io ci sono stata, non so cosa mi sia preso”.
“Dirai qualcosa a M?” chiesi.
“Assolutamente no” rispose, “Non sono mica scema” disse ridendo. Il clima si era fatto più rilassato per fortuna. Mi fece sedere sul letto e le spiegai gli ultimi dubbi che aveva in matematica.
Si sedette vicino a me e mi abbracciò: “Scusa ancora e grazie per il quaderno”.
Io la guardai negli occhi. La strinsi un po’ e la ringraziai anche io. Però lei non distolse lo sguardo. Restammo così per 20 secondi, al che mi dissi che dovevo fare ciò che mi comandavano le palle e non la testa. La baciai nuovamente, con tutta la passione che avevo. Lei non si spostò e ci mettemmo la lingua in bocca. Le cominciai ad accarezzare la schiena per poi portare le mani sempre più vicino alle tette. Potevo già sentirle ai lati. Tolsi ogni indugio e le strinsi una tetta da sopra la maglietta. Era morbidissima. Uno spettacolo. Metto le mani sotto la maglietta e mi avvento su entrambe da sopra il reggiseno. Allora lei mi ferma e si toglie tutto, slacciandosi il reggiseno e liberando le 2 bombe. Erano fantastiche. Mi ci avventai sopra, facendola sdraiare sul letto.
Con una mano andai giù e la misi dentro le mutandine, sgrillettandola per bene.
Lei iniziò a toccarmi il pacco, sentendo la mia erezione.
Mi fece sdraiare sulla schiena e mi abbassò i pantaloni, facendomi uscire il cazzo.
“Finalmente lo vedo dopo averne sentito tanto parlare” disse sorridendo.
Me lo prese in bocca e mi fece un pompino fantastico. Era 10 volte più brava di M.
Stavo resistendo, ma sembrava che E avesse un demone dentro da tanto andava forte.
Poi cominciò a picchiettarlo sulle tette, prima di farmi una spagnola. Io la fermai subito, le spagnole erano il mio punto debole, sarei venuto in un minuto.
“Te la voglio leccare” le dissi. Così si sdraiò e si sfilò la tuta comprese le mutandine. Aveva una bella figa, con le labbra abbastanza sottili. Mi avventai su di lei e le leccai come un forsennato il clitoride. Lei era un lago. Si stringeva alle lenzuola per non fare rumore. Io le misi anche due dita dentro, andando veloce. Dopo un bel quarto d’ora decisi che era arrivato il momento di scoparmela. Mi staccai e mi sdrai sopra di lei. “Scopami” mi sussurrò.
La scopai a missionaria, stando abbracciati, accarezzandoci, toccandola ovunque (soprattutto le tette). Il problema è che il letto stava facendo troppo casino, sbatteva contro il muro, e la sorella era in casa. Così le sollevai le gambe e me le misi sulle spalle, cercando di sbatterla verso il basso.
Ma anche così si sentiva troppo. Sì alzò e si mise a pecora appoggiandosi alla poltrona della scrivania. “Cerca di non fare rumore” mi intimò. Io quindi ad ogni colpo non lo misi dentro tutto così da non fare sentire il tipico “ciaf ciaf” della pecorina.
Dopo 5 minuti ero al limite. “Sto per venire” la avvisai. Lei si tolse e si mise in ginocchio davanti a me. “Vienimi sulle tette”. Me lo prese in mano e cominciò a segarmi veloce, picchiettandolo sulle tette. Dopo poco la imbrattai ovunque. Le venni copiosamente sulle tette, un po’ sul viso e anche sui capelli dietro le spalle. Era una sborrata colossale. Un orgasmo del genere non ce l’avevo da anni, qualcosa di indimenticabile. Lei continuò a segarmi veloce fino a che la cappella non mi diventò ipersensibile e la dovetti bloccare. La sua faccia era sia divertita che sorpresa.
“Ma da quanto non lo facevi?” disse sorridendo.
Io avevo il cervello completamente in down. Mi buttai sul letto e mi risistemai, vestendomi. Lei prese uno specchietto e si ripulì tutta, in modo accurato.
Ancora completamente nuda venne a sedersi di fianco a me sul letto.
“Sono ancora sporca?” mi chiese. Feci no con la testa.
Mi abbracciò: “è stato bello” mi disse. Io solo adesso mi stavo rendendo conto cosa avevo fatto. Mi ero scopato la migliore amica della mia ragazza, che cavolo stavo facendo?
“Come la mettiamo con M?” chiesi preoccupato.
“Lei non lo saprà mai. Voi due siete fidanzati e lei è e rimarrà la mia migliore amica. Non due ci piacciamo fisicamente e basta. Non abbiamo nessun coinvolgimento, o sbaglio?”
“Sì, vero. Ma quindi vuoi rifarlo?” chiesi.
“Perché no? Giusto per sfogarsi un po’”.
Io acconsentì, sperando non mi infamasse con M. Il solo pensiero delle tette di E mi faceva eccitare e poi decisi di prendere la palla al balzo, era da anni che non ero soddisfatto, adesso potevo anche pensare un po’ a me stesso.
Lei continuava a stare nuda, tanto che pensai volesse un secondo round, ma io ero proprio totalmente svuotato. Invece si rivestì e mi accompagnò fino alla porta, ringraziandomi per i compiti di matematica. Salutai la sorella, che sembrava non essersi accorta di nulla e me ne andai.
Si bella storia, aspetto il proseguo perchè mi sa che della migliore amica hai colto tutto
 

sormarco

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taranto
Lasciai passare qualche giorno. Ero preso malissimo. Non sapevo cosa fare. Mi sarei scusato e le avrei chiesto di tenere questa cosa solo per lei. Però l’idea di scopare con E mi eccitava da morire. Lei era veramente bella, e le tette grosse erano il mio tallone d’Achille.
Così decisi di chiamare E., anche per farmi ridare il quaderno.
Non sapevo nemmeno se mi avesse risposto. Invece lei mi rispose e mi invitò a casa sua, anche per chiarire, disse.
Andai a casa sua da solo per la prima volta. Mi aprì sua sorella più grande e mi mandò in camera sua.
Trovai E seduta alla scrivania che ripassava.
Era vestita da casa, con la tuta e una maglia larga, ma le sue tette si vedevano eccome.
“Dobbiamo parlare dell’altro giorno” le dissi dopo i saluti. “Mi dispiace un sacco, davvero non avrei dovuto. Sono proprio un coglione. Tu cerchi di aiutarmi e io faccio una cosa così, non so come farmi perdonare”.
“No, sono io che ho sbagliato. È tutta colpa mia. Io ci sono stata, non so cosa mi sia preso”.
“Dirai qualcosa a M?” chiesi.
“Assolutamente no” rispose, “Non sono mica scema” disse ridendo. Il clima si era fatto più rilassato per fortuna. Mi fece sedere sul letto e le spiegai gli ultimi dubbi che aveva in matematica.
Si sedette vicino a me e mi abbracciò: “Scusa ancora e grazie per il quaderno”.
Io la guardai negli occhi. La strinsi un po’ e la ringraziai anche io. Però lei non distolse lo sguardo. Restammo così per 20 secondi, al che mi dissi che dovevo fare ciò che mi comandavano le palle e non la testa. La baciai nuovamente, con tutta la passione che avevo. Lei non si spostò e ci mettemmo la lingua in bocca. Le cominciai ad accarezzare la schiena per poi portare le mani sempre più vicino alle tette. Potevo già sentirle ai lati. Tolsi ogni indugio e le strinsi una tetta da sopra la maglietta. Era morbidissima. Uno spettacolo. Metto le mani sotto la maglietta e mi avvento su entrambe da sopra il reggiseno. Allora lei mi ferma e si toglie tutto, slacciandosi il reggiseno e liberando le 2 bombe. Erano fantastiche. Mi ci avventai sopra, facendola sdraiare sul letto.
Con una mano andai giù e la misi dentro le mutandine, sgrillettandola per bene.
Lei iniziò a toccarmi il pacco, sentendo la mia erezione.
Mi fece sdraiare sulla schiena e mi abbassò i pantaloni, facendomi uscire il cazzo.
“Finalmente lo vedo dopo averne sentito tanto parlare” disse sorridendo.
Me lo prese in bocca e mi fece un pompino fantastico. Era 10 volte più brava di M.
Stavo resistendo, ma sembrava che E avesse un demone dentro da tanto andava forte.
Poi cominciò a picchiettarlo sulle tette, prima di farmi una spagnola. Io la fermai subito, le spagnole erano il mio punto debole, sarei venuto in un minuto.
“Te la voglio leccare” le dissi. Così si sdraiò e si sfilò la tuta comprese le mutandine. Aveva una bella figa, con le labbra abbastanza sottili. Mi avventai su di lei e le leccai come un forsennato il clitoride. Lei era un lago. Si stringeva alle lenzuola per non fare rumore. Io le misi anche due dita dentro, andando veloce. Dopo un bel quarto d’ora decisi che era arrivato il momento di scoparmela. Mi staccai e mi sdrai sopra di lei. “Scopami” mi sussurrò.
La scopai a missionaria, stando abbracciati, accarezzandoci, toccandola ovunque (soprattutto le tette). Il problema è che il letto stava facendo troppo casino, sbatteva contro il muro, e la sorella era in casa. Così le sollevai le gambe e me le misi sulle spalle, cercando di sbatterla verso il basso.
Ma anche così si sentiva troppo. Sì alzò e si mise a pecora appoggiandosi alla poltrona della scrivania. “Cerca di non fare rumore” mi intimò. Io quindi ad ogni colpo non lo misi dentro tutto così da non fare sentire il tipico “ciaf ciaf” della pecorina.
Dopo 5 minuti ero al limite. “Sto per venire” la avvisai. Lei si tolse e si mise in ginocchio davanti a me. “Vienimi sulle tette”. Me lo prese in mano e cominciò a segarmi veloce, picchiettandolo sulle tette. Dopo poco la imbrattai ovunque. Le venni copiosamente sulle tette, un po’ sul viso e anche sui capelli dietro le spalle. Era una sborrata colossale. Un orgasmo del genere non ce l’avevo da anni, qualcosa di indimenticabile. Lei continuò a segarmi veloce fino a che la cappella non mi diventò ipersensibile e la dovetti bloccare. La sua faccia era sia divertita che sorpresa.
“Ma da quanto non lo facevi?” disse sorridendo.
Io avevo il cervello completamente in down. Mi buttai sul letto e mi risistemai, vestendomi. Lei prese uno specchietto e si ripulì tutta, in modo accurato.
Ancora completamente nuda venne a sedersi di fianco a me sul letto.
“Sono ancora sporca?” mi chiese. Feci no con la testa.
Mi abbracciò: “è stato bello” mi disse. Io solo adesso mi stavo rendendo conto cosa avevo fatto. Mi ero scopato la migliore amica della mia ragazza, che cavolo stavo facendo?
“Come la mettiamo con M?” chiesi preoccupato.
“Lei non lo saprà mai. Voi due siete fidanzati e lei è e rimarrà la mia migliore amica. Non due ci piacciamo fisicamente e basta. Non abbiamo nessun coinvolgimento, o sbaglio?”
“Sì, vero. Ma quindi vuoi rifarlo?” chiesi.
“Perché no? Giusto per sfogarsi un po’”.
Io acconsentì, sperando non mi infamasse con M. Il solo pensiero delle tette di E mi faceva eccitare e poi decisi di prendere la palla al balzo, era da anni che non ero soddisfatto, adesso potevo anche pensare un po’ a me stesso.
Lei continuava a stare nuda, tanto che pensai volesse un secondo round, ma io ero proprio totalmente svuotato. Invece si rivestì e mi accompagnò fino alla porta, ringraziandomi per i compiti di matematica. Salutai la sorella, che sembrava non essersi accorta di nulla e me ne andai.
Le più belle situazioni, fidanzata e scopamica, migliore amica della fidanzata.
La fidanzata può anche cambiare ma la scopamica è per sempre, d'altronde come si dice : chi trova un amico trova un tesoro, ma chi trova una/o scopamica/a trova un diamante, perché un diamante è per sempre.
 

leofuoco

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Il periodo del liceo è sempre stato fantastico...
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Lasciai passare qualche giorno. Ero preso malissimo. Non sapevo cosa fare. Mi sarei scusato e le avrei chiesto di tenere questa cosa solo per lei. Però l’idea di scopare con E mi eccitava da morire. Lei era veramente bella, e le tette grosse erano il mio tallone d’Achille.
Così decisi di chiamare E., anche per farmi ridare il quaderno.
Non sapevo nemmeno se mi avesse risposto. Invece lei mi rispose e mi invitò a casa sua, anche per chiarire, disse.
Andai a casa sua da solo per la prima volta. Mi aprì sua sorella più grande e mi mandò in camera sua.
Trovai E seduta alla scrivania che ripassava.
Era vestita da casa, con la tuta e una maglia larga, ma le sue tette si vedevano eccome.
“Dobbiamo parlare dell’altro giorno” le dissi dopo i saluti. “Mi dispiace un sacco, davvero non avrei dovuto. Sono proprio un coglione. Tu cerchi di aiutarmi e io faccio una cosa così, non so come farmi perdonare”.
“No, sono io che ho sbagliato. È tutta colpa mia. Io ci sono stata, non so cosa mi sia preso”.
“Dirai qualcosa a M?” chiesi.
“Assolutamente no” rispose, “Non sono mica scema” disse ridendo. Il clima si era fatto più rilassato per fortuna. Mi fece sedere sul letto e le spiegai gli ultimi dubbi che aveva in matematica.
Si sedette vicino a me e mi abbracciò: “Scusa ancora e grazie per il quaderno”.
Io la guardai negli occhi. La strinsi un po’ e la ringraziai anche io. Però lei non distolse lo sguardo. Restammo così per 20 secondi, al che mi dissi che dovevo fare ciò che mi comandavano le palle e non la testa. La baciai nuovamente, con tutta la passione che avevo. Lei non si spostò e ci mettemmo la lingua in bocca. Le cominciai ad accarezzare la schiena per poi portare le mani sempre più vicino alle tette. Potevo già sentirle ai lati. Tolsi ogni indugio e le strinsi una tetta da sopra la maglietta. Era morbidissima. Uno spettacolo. Metto le mani sotto la maglietta e mi avvento su entrambe da sopra il reggiseno. Allora lei mi ferma e si toglie tutto, slacciandosi il reggiseno e liberando le 2 bombe. Erano fantastiche. Mi ci avventai sopra, facendola sdraiare sul letto.
Con una mano andai giù e la misi dentro le mutandine, sgrillettandola per bene.
Lei iniziò a toccarmi il pacco, sentendo la mia erezione.
Mi fece sdraiare sulla schiena e mi abbassò i pantaloni, facendomi uscire il cazzo.
“Finalmente lo vedo dopo averne sentito tanto parlare” disse sorridendo.
Me lo prese in bocca e mi fece un pompino fantastico. Era 10 volte più brava di M.
Stavo resistendo, ma sembrava che E avesse un demone dentro da tanto andava forte.
Poi cominciò a picchiettarlo sulle tette, prima di farmi una spagnola. Io la fermai subito, le spagnole erano il mio punto debole, sarei venuto in un minuto.
“Te la voglio leccare” le dissi. Così si sdraiò e si sfilò la tuta comprese le mutandine. Aveva una bella figa, con le labbra abbastanza sottili. Mi avventai su di lei e le leccai come un forsennato il clitoride. Lei era un lago. Si stringeva alle lenzuola per non fare rumore. Io le misi anche due dita dentro, andando veloce. Dopo un bel quarto d’ora decisi che era arrivato il momento di scoparmela. Mi staccai e mi sdrai sopra di lei. “Scopami” mi sussurrò.
La scopai a missionaria, stando abbracciati, accarezzandoci, toccandola ovunque (soprattutto le tette). Il problema è che il letto stava facendo troppo casino, sbatteva contro il muro, e la sorella era in casa. Così le sollevai le gambe e me le misi sulle spalle, cercando di sbatterla verso il basso.
Ma anche così si sentiva troppo. Sì alzò e si mise a pecora appoggiandosi alla poltrona della scrivania. “Cerca di non fare rumore” mi intimò. Io quindi ad ogni colpo non lo misi dentro tutto così da non fare sentire il tipico “ciaf ciaf” della pecorina.
Dopo 5 minuti ero al limite. “Sto per venire” la avvisai. Lei si tolse e si mise in ginocchio davanti a me. “Vienimi sulle tette”. Me lo prese in mano e cominciò a segarmi veloce, picchiettandolo sulle tette. Dopo poco la imbrattai ovunque. Le venni copiosamente sulle tette, un po’ sul viso e anche sui capelli dietro le spalle. Era una sborrata colossale. Un orgasmo del genere non ce l’avevo da anni, qualcosa di indimenticabile. Lei continuò a segarmi veloce fino a che la cappella non mi diventò ipersensibile e la dovetti bloccare. La sua faccia era sia divertita che sorpresa.
“Ma da quanto non lo facevi?” disse sorridendo.
Io avevo il cervello completamente in down. Mi buttai sul letto e mi risistemai, vestendomi. Lei prese uno specchietto e si ripulì tutta, in modo accurato.
Ancora completamente nuda venne a sedersi di fianco a me sul letto.
“Sono ancora sporca?” mi chiese. Feci no con la testa.
Mi abbracciò: “è stato bello” mi disse. Io solo adesso mi stavo rendendo conto cosa avevo fatto. Mi ero scopato la migliore amica della mia ragazza, che cavolo stavo facendo?
“Come la mettiamo con M?” chiesi preoccupato.
“Lei non lo saprà mai. Voi due siete fidanzati e lei è e rimarrà la mia migliore amica. Non due ci piacciamo fisicamente e basta. Non abbiamo nessun coinvolgimento, o sbaglio?”
“Sì, vero. Ma quindi vuoi rifarlo?” chiesi.
“Perché no? Giusto per sfogarsi un po’”.
Io acconsentì, sperando non mi infamasse con M. Il solo pensiero delle tette di E mi faceva eccitare e poi decisi di prendere la palla al balzo, era da anni che non ero soddisfatto, adesso potevo anche pensare un po’ a me stesso.
Lei continuava a stare nuda, tanto che pensai volesse un secondo round, ma io ero proprio totalmente svuotato. Invece si rivestì e mi accompagnò fino alla porta, ringraziandomi per i compiti di matematica. Salutai la sorella, che sembrava non essersi accorta di nulla e me ne andai.
Una curiosità. E. l'hai scopata a pelle?
 
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Penso che E avesse fatto un ottimo discorso a M perché la settimana successiva al nostro incontro, M si era scatenata come non mai. Lo facevamo tutti i giorni e migliorò enormemente nei pompini. Io rimasi sconcertato. Voleva anche provare cose nuove, anche se ancora sembrava un po’ imbarazzata. Voleva farlo così spesso che quasi non avevo tempo per andare da E.
Comunque ero molto contento.
Dopo un paio di mesi, E mi espose un problema che io non avevo pensato. Mi disse che non poteva stare single così a lungo. M avrebbe potuto sospettare qualcosa. Doveva mettersi con qualcuno, così mi chiese se avessi un amico da farle conoscere, senza naturalmente che sapesse della nostra relazione. Così le presentai P, un mio vecchio amico che era single da poco. Appena gli nominai che potevo organizzargli un appunto con “la pettoruta” si mise quasi a piangere dalla gioia. Così organizzai una uscita a 4: io e M con E e P. P era simpatico e alla mano ed era stato già con delle ragazze abbastanza belle.
Dalle conversazioni durante l’aperitivo pensai proprio che per P era fatta. Li lasciammo mentre P accompagnava a casa E.
Non seppi niente fino al giorno dopo, quando andai da E perché M doveva andare via con i suoi, così ne approfittai anche per una sveltina.
Mi raccontò come era andata con P. Lui l’aveva accompagnata fino a casa ed erano andati in camera da lei. I genitori di E erano spesso fuori, anzi quasi sempre, e la sorella sembrava sbattersene altamente (la scusa era sempre quella dei compiti).
Naturalmente lui ci aveva provato e alla fine l’aveva convinta a fargli un pompino. Il problema è che P ce l’aveva molto piccolo (io manco lo sapevo), ma comunque E. gli fece un pompino nel modo migliore che sapesse fare. Ma ecco un altro problema: dopo 30 secondi le venne in bocca.
“Gli darò un’altra possibilità, però non posso stare con uno che dura 30 secondi” mi disse. Io la confortai, dicendole che era stato solo un caso e che comunque c’ero anche io. Gli doveva servire solo come una temporanea copertura.
“Se però non sento niente mentre mi scopa dovremo vederci di più noi due” disse ridendo. Io acconsentì, scherzando.
P invece era entusiasta. Naturalmente con me non aveva detto nulla, anzi diceva che E era proprio una cavalla da monta e si divertiva alla grande.
La settimana dopo andai da E per la solita trombata.
“Come sta andando con P?” chiesi.
“E’ bravo a leccarla, quindi riesco a venire, ma quando me lo mette dentro non sento niente. Anche quando me lo mette nel culo”.
Io rimasi sorpreso: “Gli hai dato il culo?”.
“Beh sì, io l’ho sempre fatto.” Io a pensarci non lo avevo mai provato. Così le proposi se quel giorno voleva farlo con me. Lei acconsentì con piacere.
Disse che non le piaceva molto, ma sentire i propri ragazzi venirle dentro il culo o comunque godere molto di più la soddisfaceva un sacco.
Dopo essermela scopata un po’ a missionaria, la girai a pancia in giù con il culo all’aria.
Sputai sul buco del culo e piano piano glielo misi dentro. Io non ce l’ho piccolo, ma nemmeno sono un porno attore, quindi entrò senza troppi sforzi. Lei sembrò apprezzare, così iniziai ad andare più veloce. Però avevo timore di farle male.
“Non ti fermare, più veloce!” quasi urlò. Non me lo feci ripetere e andai veloce come se fossi dentro la fica. Caspita, però era molto più stretto. Andai come un forsennato; lei un po’ godeva e un po’ le faceva male ma non mi fermò per neanche un secondo.
Le venni dentro il culo senza dirle niente. Un orgasmo veramente impareggiabile. Ma quel giorno ero troppo eccitato, così non mi fermai mai del tutto dopo l’orgasmo e restò sempre duro.
Lei cominciò a muoversi e a sbattermi il culo addosso, sempre veloce, come pe dirmi che voleva il secondo round. Appena il mio amico laggiù me lo permise tornai a scoparla con tutta la forza che avevo in corpo.
Lei continuava a urlare “Vienimi ancora nel culo! È tutto per te”.
Prima di venire la alzai e la scopai a pecora, in piedi. Le sborrai ancora nel culo e quando lo tirai fuori cadde sul pavimento una valanga di sperma. Lei adorava quando venivo così tanto. E naturalmente io godevo come un porco.
Fu la mia prima esperienza anale. E nonostante fosse stata veramente fantastica, non glielo chiesi spesso a E, preferivo metterlo nell’altro buco.
 

B-like-B

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Bellissima storia fai continua ! Al massimo possiamo vedere qualche foto di E ?
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Bellissima storia fai continua ! Al massimo possiamo vedere qualche foto di E ?
 

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