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Torino inizio anni '70. Allora ero un ragazzino sedicenne che frequentava le scuole superiori nei dintorni di piazza Statuto,e che per recarmi a scuola tutte le mattine alle 7,15 dovevo prendere l' autobus n° 51 dalla cittadina della prima cintura dove risiedevo. Già alla fermata dove dovevo salire il mezzo era strapieno di gente che andava a lavorare nelle varie aziende che si trovavano sul percorso, di studenti che andavano a scuola nei pressi di Porta Susa, di commesse e impiegate. Alla fermata successiva alla mia ,saliva una signora sui 35 anni, di origini siciliane, mora, con i capelli ricci, gli occhi neri come dei carboni e sopratutto prosperosa. Una quinta di seno che a lei piaceva valorizzare con dei decoltè niente male, anzi...Praticamente era una donna che faceva voltare gli uomini, e sognare noi ragazzini. Senza contare che dai discorsi che riuscivo a percepire dalle altre donne, provocava anche una certa invidia. Una donna che non dava confidenza a nessuno, sempre sulle sue.Quando saliva ,dopo aver fatto vedere l' abbonamento al bigliettaio, si metteva in piedi vicino ad un finestrino e faceva tutto il viaggio guardando fuori assorta nei suoi pensieri. Solamente una volta la vidi salire con un altra signora e mentre stavano conversando scoprii che quella stupenda creatura, si chiamava Bianca Maria.
Nonostante che a quei tempi, avessi una ragazza che insieme sperimentavamo abbastanza di frequente la sessualità adolescenziale, tutti i giorni quando arrivavo a casa da scuola, sognavo Bianca Maria ad occhi aperti. Ci pensava mia madre a riportarmi alla realtà chiamandomi, perchè il pranzo era pronto.
Così, l'anno scolastico proseguiva, e devo dire che, la domenica e durante le festività, che non andavo a scuola, un pò mi spiaceva non poter vedere la mia dea Bianca Maria.
Eravamo arrivati a Pasqua, che quell' anno cadeva alla fine di Aprile e la temperatura era decisamente e stranamente molto calda. Tutti oramai avevamo incominciato a usare l' abbigliamento leggero, e le donne incominciavano a non utilizzare le calze. Per me vedere le gambe e i piedi nudi delle donne era una sferzata ormonale non indifferente. Avevo delle erezioni paurose, solo a vederle...
Un giorno di quella caldissima primavera, i dipendenti dell' azienda di trasporti avevano decisero di indire uno sciopero a singhiozzo. Cioè, facevano passare una corsa per ogni linea, ogni ora, al posto dei consueti 15 minuti circa. Ebbi la fortuna che la corsa che solitamente prendevo io era programmata. Una fatica immensa per poter salire. Il mezzo era strapieno ed eravamo tutti stretti come delle sardine, augurandoci che durante il tragitto qualcuno scendesse per aver un pò di spazio. Io mi ritrovai spinto vicino al finestrino dove solitamente si metteva Bianca Maria e alla fermata successiva con grande fatica riusci a salire anche lei. Quella mattina era particolarmente splendida. Indossava un vestitino leggero che le valorizzava le forme, e tra una spinta e un altra si ritrovo praticamente schiacciata contro di me. Io ero appoggiato di schiena contro il finestrino e lei aderiva al mio corpo con il suo fondo schiena. Non vi dico le sensazioni che provai sentendo il suo corpo contro il mio. in pratica il mio membro era giusto, giusto in mezzo alle sue natiche, intanto pregavo di non avere un erezione per non fare una figuraccia. Sarà stato il movimento dell' autobus, sarà stato sicuramente il fatto che sentivo il calore di quel corpo, che le mie preghiere non furono ascoltate. Avrei voluto sprofondare 10 metri sottoterra e invece ero lì con il membro in erezione puntato tra le natiche del mio sogno erotico. Aspettavo da un momento al altro un gesto di disappunto, o addirittura un ceffone per la situazione che involontariamente si era venuta a creare.
Cercavo in tutti i modi di spostarmi per far si che la tensione si allentasse e invece...mi accorsi con grande stupore che quando io cercavo di muovermi, Bianca Maria si appoggiava ancora più forte contro di me. Oramai se mi pungevano, non mi sarebbe uscita nemmeno una goccia di sangue. Nella mia testa si rincorrevano una miriade di pensieri, però ormai una cosa era certa : Bianca Maria continuava a sfregarsi contro di me...Anche quando oramai la ressa dell' autobus si era allentata. Certezza la ebbi quando voltò il suo viso verso di me e mi guardo con quegli occhi di brace e mi sorrise. Ad un tratto passo un braccio dietro alla schiena e mi accarezzo il membro per un brevissimo momento, e si rivoltò a sorridermi.
Eravamo ormai arrivati a metà del corso Giulio Cesare a Torino e l'affollamento era scemato, lei si spostò e mi sorrise nuovamente, facendomi capire che non le era dispiaciuto per niente stare a sfregarsi contro di me.
Quando arrivammo a Porta Susa ,scendemmo e lei si rivolse a me dicendomi "Ciao, ci vediamo domani"...
Appena arrivai a scuola dovetti andare subito in bagno per far allentare la tensione al mio membro che non ci mise molto a regalarmi un orgasmo ricco e soddisfacente.
Fine prima parte
Nonostante che a quei tempi, avessi una ragazza che insieme sperimentavamo abbastanza di frequente la sessualità adolescenziale, tutti i giorni quando arrivavo a casa da scuola, sognavo Bianca Maria ad occhi aperti. Ci pensava mia madre a riportarmi alla realtà chiamandomi, perchè il pranzo era pronto.
Così, l'anno scolastico proseguiva, e devo dire che, la domenica e durante le festività, che non andavo a scuola, un pò mi spiaceva non poter vedere la mia dea Bianca Maria.
Eravamo arrivati a Pasqua, che quell' anno cadeva alla fine di Aprile e la temperatura era decisamente e stranamente molto calda. Tutti oramai avevamo incominciato a usare l' abbigliamento leggero, e le donne incominciavano a non utilizzare le calze. Per me vedere le gambe e i piedi nudi delle donne era una sferzata ormonale non indifferente. Avevo delle erezioni paurose, solo a vederle...
Un giorno di quella caldissima primavera, i dipendenti dell' azienda di trasporti avevano decisero di indire uno sciopero a singhiozzo. Cioè, facevano passare una corsa per ogni linea, ogni ora, al posto dei consueti 15 minuti circa. Ebbi la fortuna che la corsa che solitamente prendevo io era programmata. Una fatica immensa per poter salire. Il mezzo era strapieno ed eravamo tutti stretti come delle sardine, augurandoci che durante il tragitto qualcuno scendesse per aver un pò di spazio. Io mi ritrovai spinto vicino al finestrino dove solitamente si metteva Bianca Maria e alla fermata successiva con grande fatica riusci a salire anche lei. Quella mattina era particolarmente splendida. Indossava un vestitino leggero che le valorizzava le forme, e tra una spinta e un altra si ritrovo praticamente schiacciata contro di me. Io ero appoggiato di schiena contro il finestrino e lei aderiva al mio corpo con il suo fondo schiena. Non vi dico le sensazioni che provai sentendo il suo corpo contro il mio. in pratica il mio membro era giusto, giusto in mezzo alle sue natiche, intanto pregavo di non avere un erezione per non fare una figuraccia. Sarà stato il movimento dell' autobus, sarà stato sicuramente il fatto che sentivo il calore di quel corpo, che le mie preghiere non furono ascoltate. Avrei voluto sprofondare 10 metri sottoterra e invece ero lì con il membro in erezione puntato tra le natiche del mio sogno erotico. Aspettavo da un momento al altro un gesto di disappunto, o addirittura un ceffone per la situazione che involontariamente si era venuta a creare.
Cercavo in tutti i modi di spostarmi per far si che la tensione si allentasse e invece...mi accorsi con grande stupore che quando io cercavo di muovermi, Bianca Maria si appoggiava ancora più forte contro di me. Oramai se mi pungevano, non mi sarebbe uscita nemmeno una goccia di sangue. Nella mia testa si rincorrevano una miriade di pensieri, però ormai una cosa era certa : Bianca Maria continuava a sfregarsi contro di me...Anche quando oramai la ressa dell' autobus si era allentata. Certezza la ebbi quando voltò il suo viso verso di me e mi guardo con quegli occhi di brace e mi sorrise. Ad un tratto passo un braccio dietro alla schiena e mi accarezzo il membro per un brevissimo momento, e si rivoltò a sorridermi.
Eravamo ormai arrivati a metà del corso Giulio Cesare a Torino e l'affollamento era scemato, lei si spostò e mi sorrise nuovamente, facendomi capire che non le era dispiaciuto per niente stare a sfregarsi contro di me.
Quando arrivammo a Porta Susa ,scendemmo e lei si rivolse a me dicendomi "Ciao, ci vediamo domani"...
Appena arrivai a scuola dovetti andare subito in bagno per far allentare la tensione al mio membro che non ci mise molto a regalarmi un orgasmo ricco e soddisfacente.
Fine prima parte
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